L`ANNO CHE VERRÀ, LE DOMANDE SENZA RISPOSTA. L`anno

Transcript

L`ANNO CHE VERRÀ, LE DOMANDE SENZA RISPOSTA. L`anno
L’ANNO CHE VERRÀ, LE DOMANDE SENZA RISPOSTA.
L’anno vecchio finisce e lascia all’anno che viene alcune domande senza risposta. Domande su
cosa sia per i magistrati la serenità, come la si misuri e come la possa misurare un qualsiasi utente
della giustizia.
Il CSM la misura utilizzando sonde psichiche infallibili, e con questo ci rassicura di come si possa
essere convenientemente e serenamente consulenti e controllori al tempo stesso.
Siamo sicuri che le risposte verranno da sole, in un paese in cui la separazione dei poteri è stata
sostituita con la sovrapposizione dei poteri, anzi, di un solo potere.
L’anno vecchio ha visto magistrati a gestire non solo la legalità nazionale, ma anche quella
regionale e comunale, ha lasciato magistrati ovunque nei ministeri, negli enti e negli organismi.
Perché un consulente procuratore capo dovrebbe dare scandalo. Meraviglia che il CSM si sia
disturbato a misurarne il tasso di serenità.
Qualcuno si sarebbe dovuto interrogare, magari utilizzando quella stessa sonda strepitosa, sul tasso
di serenità di indagati e di imputati e persone offese ai quali la magistratura non appare
indipendente e per i quali avere un giudice terzo, come dice la nostra costituzione, è ancora un
sogno.
In attesa che una commissione indetta nel vecchio anno si pronunci relazionando su come l’anno
nuovo possa finalmente vedere un CSM riformato, ci chiediamo cosa ancora occorra per separare
politica e magistratura, per impedire, con poche norme chiare, quella poco virtuosa osmosi che
mortifica la politica e che nuoce all’indipendenza della magistratura. Ma il nuovo anno, ne siamo
certi, porterà risposte adeguate.
Il vecchio anno che finisce è stato l’anno delle indagini spettacolo, dei processi fatti per il
pubblico, con video (fatti ed artefatti), intercettazioni, arresti e perquisizioni in presa diretta. Però
una circolare del CSM impedisce ai magistrati esibizioni televisive troppo prolungate nei talk
show.
Il nuovo anno che verrà ci dirà se il problema vero è quello dell’uso che le tv fanno della
magistratura, o quello dell’uso che la magistratura fa dei media e delle televisioni.
L’anno che verrà ci farà certo capire molte cose.
A cosa serve la prescrizione nel corso delle indagini, e se la tenuità del fatto ne farà emergere
l’ambigua funzionalità sistemica, se gli aumenti di pena faranno ridurre corruzione e vittime della
strada, se gli aumenti dei termini della prescrizione e ragionevole durata dei processi resteranno
(come oggi sono) un autentico ossimoro.
L’anno che verrà ci dirà se dovremo fare processi a distanza, e se la tecnologia, anziché essere
usata nel processo per potenziarne l’umanità, sarà volta solo a mortificare la dignità dell’imputato.
Se la libertà negata a un detenuto, a causa del braccialetto che non c’è, potrà essere ascritta ad un
mero accidente, o se invece non debba dirsi uno scandalo politico ed economico di inaudita
gravità.
Così come è scandaloso, politicamente ed economicamente, che anche l’anno che è passato abbia
visto l’ulteriore aumento del costo che lo Stato paga per le ingiuste detenzioni. Un fiume di denaro
che costituirebbe una risorsa importante per realizzare una giustizia più efficiente.
L’anno che verrà ci darà molte risposte, accendendo anche nuove speranze per le madri detenute
che abbracciano i loro bambini in stanze senza sbarre, per gli internati degli ospedali psichiatrici
giudiziari chiusi, per gli ergastolani ostativi, per le vittime del 41 bis e di tutte le altre torture.
Noi cercheremo di dare a tutte le domande le risposte necessarie e, soprattutto, non ci stancheremo
di lottare per una giustizia migliore.
Un felice nuovo anno.
Roma, 31 dicembre 2015
La Giunta