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L’attività di lobbying negli Stati Uniti Eliana Fierro Rossella Lazzaroni Chiara Ottanelli Nicola Pavan Federica Rivoira Lucia Rivolta INDICE 1. ANALISI DEL MERCATO DI RIFERIMENTO p.3 1.1 Quanto si spende per le attività di lobbying? p.3 1.2 Come si è evoluto negli ultimi anni di crisi economica p.4 1.3 E’ un settore ciclico o anti-ciclico p.5 2. REGOLAMENTAZIONE p.7 2.1 Introduzione p.7 2.2 I primi tentativi di regolamentazione e il Federal Regulation Act del 1946 2.3 Federal of Lobbying Act, 1946 p.7 2.4 Lobbying Disclosure Act, 1995 p.9 p.8 2.5 Honest Leadership and Open Government Act, 2007 p.10 2.6 Recovery Act Lobbying Rules, 2009 p.11 3. STUDIO DEI COMMITTENTI p.12 3.1 Clienti delle aziende di lobbying: chi sono e quanto spendono p.12 3.2 Settori p.14 4. LOBBYING FIRMS p.17 4.1 Aziende p.17 4.2 Peso economico p.17 5. OPERATORI p.19 5.1 Che profilo hanno? p.19 5.2 Quanti sono? p.20 6. SITOGRAFIA p.21 2 1 - ANALISI DEL MERCATO DI RIFERIMENTO 1.1 - Quanto si spende per le attività di lobbying? Negli Stati Uniti l’attività di lobbying è decisamente diffusa, molto più che in Europa o in Italia, con ingenti movimenti di capitale. Come conseguenza della recente crisi economico-finanziaria si è assistito a una duplice tendenza. Da un lato, i budget in attività di lobbying per le piccole aziende e i cittadini comuni si sono generalmente ridotti. Dall'altro lato, queste tendenze al ribasso hanno colpito solo minimamente le grandi aziende e le loro associazioni, che hanno invece registrato un considerevole incremento degli investimenti in tali attività. Nonostante ciò, analizzando i dati1 si trovano anche singole grandi aziende che hanno sensibilmente ridotto gli investimenti destinati alla difesa dei propri interessi nell’arena politica. Tale andamento della spesa sembra rispecchiare le decisioni prese nella capitale, piuttosto che le difficoltà prodotte dalla crisi economica. Un caso esemplare è quello della General Motors che, da una spesa di 2.7 milioni di dollari nel terzo trimestre del 2008, l'ha ridotta a soli 180 mila dollari una volta avviata la procedura di amministrazione controllata e l'intervento governativo. Le spese relative all’attività di lobbying sono dunque aumentate nell’ultimo decennio fino a raggiungere quasi 4 miliardi di dollari complessivamente, come evidenziato nella Tabella 1: 1 1998 $1.43 Miliardi 1999 $1.43 Miliardi 2000 $1.55 Miliardi 2001 $1.63 Miliardi 2002 $1.81 Miliardi 2003 $2.04 Miliardi 2004 $2.17 Miliardi 2005 $2.42 Miliardi 2006 $2.61 Miliardi 2007 $2.86 Miliardi 2008 $3.30 Miliardi 2009 $3.47 Miliardi http://www.lobbyingitalia.com/index.asp?IdCt=12&IdNw=332; data di consultazione 23 febbraio 2010. 3 L’incremento medio delle spese di lobbying a Washington DC si è verificato nel terzo trimestre del 2008, in concomitanza con l’esplosione della crisi economica e la conseguente ansia diffusa nell’élite industriale e finanziaria americana. Il primato per la spesa maggiore va alla Camera di Commercio degli Stati Uniti (USCC), con 35 milioni di dollari spesi tra luglio e settembre. Una cifra che va ad aggiungersi ai 17,5 milioni già stanziati nel corso dei primi sei mesi dell’anno. L’aumento della spesa, nell’ultimo periodo, di un organismo che rappresenta più di tre milioni di imprese in America corrisponde, in sostanza, all’attività del Congresso dove, a partire dall’estate, sono stati definitivamente approvati numerosi provvedimenti di legge in discussione da mesi. Gli investimenti del 2009 della USCC in questo ambito risultano molto più ingenti, in quanto quelli dello scorso anno sono stati parzialmente inefficaci ed effettuati direttamente a favore delle campagne elettorali di candidati repubblicani. I lobbisti della Camera di Commercio americana si sono concentrati in particolare sulla battaglia per la riforma sanitaria. Per plasmare una riforma del sistema sanitario in base ai propri interessi, invece, la potentissima Pharmaceutical Research and Manufacturers of America (PhRMA) ha speso 26 milioni di dollari nel 2009, a fronte dei 19 milioni del 2008. 1.2 - Come si è evoluto negli ultimi anni di crisi economica?2 La crisi economica degli ultimi anni non ha influenzato negativamente il reddito delle agenzie di lobby più influenti. Nel secondo trimestre del 2009, molte di queste agenzie hanno guadagnato significativamente di più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra le agenzie che hanno guadagnato di più, con un fatturato di circa $6.4 milioni – quasi $2.5 milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2008 – troviamo PodestaGroup (in precedenza PodestaMattoon), fondata dallo stratega Anthony Podesta. La loro attività di lobbying è stata particolarmente fiorente, soprattutto per quanto riguarda gli stanziamenti e il budget federale. Anche il Gephardt Group, fondato dall'ex leader della maggioranza democratica e candidato alla presidenza Richard Gephardt, ha avuto un aumento notevole nel fatturato. Durante tutto il 2009, l'agenzia ha guadagnato circa $2.4 milioni (quasi tre volte tanto rispetto a quanto guadagnato nel 2007) mentre, solo nel secondo trimestre del 2009, ha 2 http://www.opensecrets.org/news/2009/07/several-lobbying-firms-enjoyed.html 4 guadagnato circa $3.1 milioni, con un aumento del 250% rispetto al secondo trimestre del 2008. Ad oggi, l’attività di questa agenzia si è concentrata soprattutto nel campo della sanità e dell’energia. Di seguito, nella Tabella 2, è riportata la lista delle nove aziende che hanno maggiormente incrementato le loro attività di lobbying nel secondo trimestre del 2009, rispetto allo stesso periodo nel 2008, le quali hanno guadagnato almeno 800,000 dollari in più. Agenzia di lobby Secondo Trimestre, 2009 Secondo Trimestre, 2008 Differenza Podesta Group $6.370.000 $3.910.000 $2.460.000 Brownstein, Hyatt et al $5.405.000 $3.560.000 $1.845.000 Holland & Knight $5.330.000 $3.860.000 $1.470.000 Bryan Cave LLP $1.570.000 $120.000 $1.450.000 Crowell & Moring $1.300.000 $350.000 $950.000 Nelson, Mullins et al $1.500.000 $550.000 $950.000 Gephardt Group $1.280.000 $360.000 $920.000 Arnold & Porter $1.770.000 $952.000 $818.000 Van Scoyoc Assoc $7.345.000 $6.545.000 $800.000 Tabella 2 Per quanto riguarda le previsioni per i prossimi dieci anni, nel caso in cui la crisi economica si procrastini più di quanto previsto al momento3, si presume che l’occupazione sarà il settore principale sul quale si concentreranno le attività di lobbying. 1.3 - È un settore ciclico o anti-ciclico? Il settore delle lobby è anticiclico in quanto, nonostante la grave crisi economica mondiale acuitasi dal 2008, la spesa per le attività di lobbying è aumentata notevolmente4. 3 Intervista del 05/02/10 a J. A. Thurber, Direttore e Professore del Center for Congressianal and Presidential Studies presso l’American University. 4 J. A. Thurber cit. 5 Ci sono tre motivazioni principali che giustificano questo andamento: la crisi economica spinge le più importanti aziende a fare qualsiasi cosa pur di evitare ingenti perdite e un’eventuale bancarotta5; la concomitanza con la discussione di leggi al Congresso; la difficoltà nel farsi ascoltare e ricevere dal decisore, dovuta alla sempre crescente presenza di lobbisti6. Per quanto riguarda il primo punto, un caso esemplare è quello del settore bancario. Nel 2008 molte banche statunitensi hanno intensificato la spesa per attività di lobbying, per ottenere leggi che le salvassero dalla crisi in cui versava il settore. Ora, come riportato da Nathaniel Popper del Los Angeles Times, la spesa di lobby da parte delle più grandi banche del paese continua a crescere, al fine di ostacolare l’approvazione in Congresso di regolamentazioni troppo rigide7. Come si evince da tali considerazioni, la spesa nel settore è strettamente legata all’iter delle riforme di legge 8. Si è infatti registrato un aumento nella spesa per attività di lobbying negli ultimi tre mesi del 2009, quando il Congresso ha votato leggi per la riforma finanziaria e in concomitanza con le proposte del presidente Obama riguardo a tassazione, dimensione e fondi di investimento delle banche. Questo incremento, che si è registrato anche in altri settori, suggerisce che determinate aziende stiano facendo di tutto per far ascoltare la propria voce a livello di decision-making, convinte che “l’interferenza politica” e “un’eccessiva regolamentazione” siano i rischi maggiori per il sistema finanziario9. 5 J. A. Thurber cit. J. A. Thurber cit. 7 Los Angeles Times http://articles.latimes.com/2010/feb/16/business/la-fi-bank-lobbying16-2010feb16 visto il 10/03/10. 8 “Le spese per il lobbying sono aumentate del 12% dal 2008 passando a $29,8 milioni nell’ultimo anno per quanto riguarda le otto banche e le società azionarie private che hanno speso di più per influenzare i legislatori”. Los Angeles Times http://articles.latimes.com/2010/feb/16/business/la-fi-bank-lobbying162010feb16 visto il 10/03/10. 9 Los Angeles Times cit. 6 6 2 - REGOLAMENTAZIONE “ I lobbisti sono quelle persone che per farmi comprendere un problema impiegano dieci minuti e mi lasciano sulla scrivania cinque fogli di carta. Per spiegarmi lo stesso problema i miei collaboratori impiegano tre giorni e dieci pagine.” John Fitzgerald Kennedy 2.1 - Introduzione Il 178910 è stato considerato l’anno di nascita del lobbismo nordamericano, nato con l'obiettivo di influenzare le decisioni del Congresso. Tuttavia, nel corso di questi due secoli, la struttura delle lobby ha subito una forte estensione, occupando un numero notevole di ambiti. Vi sono oggi negli Stati Uniti oltre centomila realtà, quali gruppi e associazioni diversissimi tra loro per natura, dimensione, influenza e orientamento; tra questi, alcuni si possono considerare parte effettiva del processo politico. Negli Stati Uniti, il processo politico coinvolge, oltre a istituzioni e a partiti, anche un certo numero di lobby. Il legame profondo tra questi tre soggetti è dovuto alla sostanziale debolezza dei partiti, a cui si contrappone la capacità da parte di numerose lobby di agire su scala economica, sociale, ambientale, religiosa e civile. Nella società americana, tali gruppi si sono sviluppati per esprimere gli interessi dei propri membri e, come tali, sono “antagonisti” delle istituzioni ma, allo stesso tempo, ne rappresentano un complemento, in quanto agevolano il flusso delle informazioni sull’attività governativa e consentono l'espressione di opinioni diverse. Per comprendere al meglio la struttura e la forma delle attività di lobbying negli Stati Uniti, è necessario a questo punto osservare le tappe fondamentali della cronologia della regolamentazione legata a questo tipo di attività. 2.2 - I primi tentativi di regolamentazione e il Federal Regulation Act del 1946 I primi tentativi di regolamentazione delle attività di lobbying (che operavano attraverso udienze conoscitive, dette hearings) vengono fatti risalire al 1852, anno in cui una norma regolamentare della House of Representatives impediva ai giornalisti 10 “Lobby e gruppi di pressione , profili di diritto pubblico italiano comparato” , 2001, a cura di Franco Spicciarello 7 parlamentari di assistere alle sedute per la promozione di progetti di legge in discussione al Congresso. Negli Stati Uniti, come in tutte le democrazie occidentali, l’idea di rappresentanza si lega ai concetti di “bene per il popolo” ed “al servizio del popolo”; queste lobby invece sembravano favorire l’interesse privato, contrastando il bene pubblico. Le prime leggi e regolamentazioni11 (XVII Emendamento della Costituzione per l’elezione diretta dei parlamentari del 1913; Anti lobbying Act del 1919; Federal Corrupted Act del 1925; Foreign Agents Act del 1938 che obbligava la registrazione dei lobbisti stranieri presso il Ministero della Giustizia etc.), erano dunque focalizzate non solo a ridimensionare il potere di tali soggetti privati (aziende, compagnie, etc.), ma anche a ridurre la loro influenza sulle elezione, regolandone la presenza e partecipazione all’interno del procedimento legislativo. 2.3 - Federal of Lobbying Act, 194612 Le richieste di porre un freno all’eccessiva pressione delle lobby e l’insufficienza, ai fini della trasparenza, del solo sistema delle hearings portarono, nel 1946, all’approvazione del Federal of Lobbying Act, che prescriveva la registrazione presso il Clerk della Camera dei Rappresentanti ed il Secretary del Senato per tutte le organizzazioni ad esso riferibili. La registrazione prevedeva una dichiarazione giurata del nome e dell’indirizzo del datore di lavoro, l’ammontare delle prebende e del fondo spese. Entro il decimo giorno, i soggetti registrati dovevano presentare una relazione giurata contenente l’indicazione dei fondi ricevuti e spesi nell’ultimo trimestre; la lista delle testate giornalistiche che avevano pubblicato articoli, il cui iter era stato seguito da lobbisti; e un elenco dei processi legislativi che i lobbisti stavano cercando di influenzare. Le registrazioni e relazioni trimestrali di tali soggetti erano poi pubblicate sul “Congressional Record”, per renderle note a tutti. La multa prevista per il mancato rispetto di questa normativa consisteva in un’ammenda, che poteva ammontare fino a $10,000, ed in una pena detentiva fino ad un massimo di cinque anni di carcere. Questa legge era applicabile solo a quei lobbisti che intendevano influenzare direttamente la legislazione federale; quindi solo a coloro che si mettevano in contatto 11 12 Ibidem, nota 40. Ibidem, nota 40. 8 con i membri del Legislativo per proporre leggi o farle approvare o che ricevevano denaro per attività di lobbying. Il cosiddetto indirect lobbying e gli incontri tra lobbisti e funzionari pubblici non erano perseguiti dalla legge. Il successo di questa legge è stato messo in discussione: le registrazioni sono state infatti poche (6.500 su una stima di 80.000) e le sanzioni sono rimaste inapplicate. 2.4 - Lobbying Disclosure Act, 1995 Il cinquantennio precedente l’anno 1995 è stato caratterizzato sia da tentativi infruttuosi sia da una crescente consapevolezza della necessità di un maggiore controllo sul fenomeno del lobbying. Il Lobbying Disclosure Act, riforma legislativa emanata nel 1995, abroga la legge del 1946 e sistematizza nel dettaglio tutti gli aspetti dell’attività di lobbying. Si tratta di una regolamentazione molto vincolante, con una certa incisività sul sistema. La legge fornisce innanzitutto una chiara definizione di lobbista: si tratta del soggetto che è alle dipendenze o riceve compensi di qualsiasi genere per servizi che comprendano lobbying contacts13 e che utilizza più del 20% del tempo totale a servizio di un certo cliente, in un periodo complessivo di sei mesi, per difenderne gli interessi. Il Lobbying Disclosure Act si occupa anche di dare una definizione del suddetto cliente, ovvero di colui che impiega persone dietro compenso monetario per condurre attività di lobbying per proprio conto14. Dopo aver individuato i protagonisti dell’attività di lobbying, la normativa definisce quest’ultima come una comunicazione orale o scritta diretta a un covered executive or legislative branch official nell’interesse di un cliente, in riferimento a determinate attività istituzionali. La legge include ulteriori definizioni, quali ad esempio quelle di destinatari e di attività istituzionali coinvolte. Questa nuova legge sancisce due obblighi per chi svolge tale professione. Innanzitutto, la registrazione del lobbista in un elenco, depositato presso l’organismo decisionale con la dichiarazione della propria identità, degli interessi che rappresenta, degli obiettivi che persegue e delle risorse finanziarie investite dalla sua organizzazione per lo svolgimento dell’azione lobbistica. Inoltre, il lobbista ha l'obbligo di preparare relazioni semestrali, da inoltrare a Camera e Senato, con minuziose descrizioni dell’attività di lobbying (puntuali indicazioni circa le 13 Per lobbying contacts la legge intende tutte le comunicazioni scritte o orali relative alla formulazione, modifica, adozione di un atto legislativo federale, di un regolamento, di un Executive Order del Presidente, o di qualsiasi altro programma o politica pubblica del Governo degli Stati Uniti. 14 Cfr. Lobbying Disclosure Act, Definitions, Sec. 3,2. 9 leggi e gli atti amministrativi oggetto dell’attività, la stima dei mezzi ricevuti a tal fine da ciascun cliente e i rami del Congresso e le agenzie contattate). Il Lobbying Disclosure Act determina inoltre che è compito del Secretary of the Senate e del Clerk of the House rilevare violazioni della normativa. Essi provvedono a richiamare i soggetti coinvolti, richiedendo informazioni chiarificatrici. Se entro 60 giorni i soggetti notificati non rispondono in modo soddisfacente, l’organo coinvolto provvede a informare il Procuratore Generale del District of Columbia, che può proporre una sanzione dell’ammontare massimo di $ 50.000. Sul piano delle sanzioni dunque, si è preferito passare dalle sanzioni penali previste precedentemente a sanzioni civili. In conclusione, il Lobbying Disclosure Act non solo contiene informazioni più accurate rispetto alle leggi precedenti, ma è anche redatto in modo più comprensibile e accessibile a tutti, fornendo una visione più chiara dei rapporti tra decisori e lobbisti. Di conseguenza, negli anni immediatamente successivi al 1995, le spese relative all’attività di lobbying sono aumentate fino a raggiungere complessivamente un miliardo di dollari. 2.5 - Honest Leadership and Open Government Act, 2007 Il 2 agosto 2007 il Senato Usa ha approvato il nuovo “Honest Leadership and Open Government Act”, come conseguenza dello Scandalo Abramoff. Jack Abramoff era uno dei più noti lobbisti statunitensi, coinvolto in due inchieste giudiziarie con vari capi d’imputazione, tra cui frode, evasione fiscale e finanziamenti illeciti 15. Questa riforma impone quindi una maggiore trasparenza ai lobbisti americani. Ecco i suoi punti pricipali: - Obbligo di presentazione di una relazione trimestrale delle attività svolte (con il Lobbying Disclosure Act invece era semestrale). - Divieto di fare regali ai parlamentari o ai loro collaboratori: pranzi, cene, biglietti sportivi, viaggi della durata superiore ad un giorno. - Obbligo di comunicazione, da parte dei parlamentari, di indicare i nomi dei lobbisti dai quali hanno ricevuto più di 15.000 dollari in donazioni16. - Meccanismo della porta girevole (“revolving door”): i senatori non possono diventare lobbyisti per almeno due anni dal termine del mandato, i deputati per un anno17. 15 www.lobbying italia.com, visto il 31 marzo 2010. “La regolamentazione del lobbying”, Andrea Rosiello, Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università La Sapienza di Roma - http://www.comunicazione.uniroma1.it/materiali visto il 30 marzo 2010. 17 www.lobbying italia.com visto il 30 marzo 2010. 16 10 - Gli ex parlamentari condannati per reati contro la Pubblica Amministrazione o per ostacolo alla giustizia perdono i loro privilegi pensionistici18. - La falsificazione del Financial Disclosure Forms viene perseguita penalmente. - Divieto di utilizzo di aerei privati. - Divieto di stipulare contratti di lobbying con coniugi, partners e membri della famiglia.19 2.6 - Recovery Act Lobbying Rules, 2009 Il 21 gennaio 2009, il giorno dopo l’assunzione della carica di Presidente, Barack Obama ha firmato due executive orders e tre presidential memoranda, mirati ad affermare la massima apertura, trasparenza e responsabilità della nuova Amministrazione nei confronti delle attività di lobbying, con nuovi limiti sui regali e un’estensione dei termini della “revolving door”. A maggio dello stesso anno, all’interno del Recovery Act (un piano per la ripresa economica), il neo-presidente ha incluso anche delle “lobbying rules”, ovvero dei precetti inerenti al comportamento da tenere da parte dei professionisti e non alle attività di pressione. Queste regole prevedono che tutte le comunicazioni, anche orali, tra funzionari pubblici e lobbisti relative al Recovery Act, siano riportate su Internet. Inoltre, per determinati progetti, sono ammesse solo comunicazioni per iscritto. Si riscontra, infine, un’estensione delle restrizioni anche a coloro che non sono registrati nell’albo dei lobbisti. 18 “La regolamentazione del lobbying”, Andrea Rosiello, Facoltà di Scienze della Comunicazione, Università La Sapienza di Roma - http://www.comunicazione.uniroma1.it/materiali visto il 30 marzo 2010. 19 Prof. James Thurber, Seminario sulle lobbies, Università IULM, 5 marzo 2010. 11 3 - STUDIO DEI COMMITTENTI 3.1 - Clienti delle aziende di lobbying: chi sono e quanto spendono I committenti sono coloro che investono in attività di lobbying. Tra questi sono presenti sia aziende, ovvero organizzazioni con a scopo di lucro, sia ONG, quindi associazioni no profit. Accanto alle singole organizzazioni, troviamo alcune associazioni di categoria, definibili come aggregati di rappresentanza di più attori, i quali siano accomunati da interessi nello stesso settore. All’interno del territorio statunitense, l’attività di lobbying è davvero molto diffusa con un’elevata presenza di clienti. Dalla nostra analisi è infatti emerso che il numero di organizzazioni che commissionano questa attività è pressoché illimitato, poiché vanno inseriti nel calcolo anche quei soggetti che investono budget molto limitati. Considerata la vastità dei dati, è difficile tracciare un profilo generale di coloro che commissionano attività di lobbying. Per questa ragione, si è preso in considerazione un numero limitato di agenzie o organizzazioni, facendo riferimento ai budget stanziati per le attività di lobbying nel 2009. Come mostra la Tabella 3, la somma spesa in lobbying da ognuna delle 20 maggiori organizzazioni va dai 14 ai 144 milioni di dollari. Il budget è diviso tra il dipartimento di lobby interno alle aziende e le agenzie specializzate esterne assunte per tale scopo. Si nota inoltre, che l’ammontare della spesa prevista per attività di lobbying, da parte della quasi totalità delle organizzazioni considerate, è progressivamente aumentata negli ultimi anni e quasi raddoppiata nel 2009. 12 Cliente Totale spese US Chamber of Commerce $144.496.000 Exxon Mobil $27.430.000 General Electric $27.420.000 Pharmaceutical Rsrch & Mfrs of America $26.150.520 Pfizer Inc $24.619.268 Blue Cross/Blue Shield $22.715.439 AARP $21.010.000 American Medical Assn $20.830.000 Chevron Corp $20.815.000 National Assn of Realtors $19.477.000 American Beverage Assn $18.850.000 American Hospital Assn $18.347.176 ConocoPhillips $18.069.858 Verizon Communications $17.820.000 FedEx Corp $17.050.000 Boeing Co $16.850.000 BP $15.990.000 National Cable & Telecommunications Assn $15.980.000 Northrop Grumman $15.180.000 AT&T Inc $14.729.673 Tabella 2 Tra gli attori principali (con un budget speso superiore ai 25 milioni di dollari) si annoverano: US Chamber of Commerce: è il più grande gruppo di interesse al mondo, che rappresenta diverse associazioni ed aziende no-profit, dislocate su tutto il territorio statunitense. Lo staff di questo gruppo è composto dai più noti specialisti di politica, lobbisti e avvocati. La loro filosofia aziendale consiste in: “incentivare il 13 progresso umano attraverso un sistema politico, economico e sociale basato sulle libertà, incentivi, iniziative, opportunità e responsabilità di ogni individuo”. Exxon Mobil: è una compagnia petrolifera statunitense. È il risultato della fusione tra Exxon e Mobil, effettuata il 30 novembre del 1999. Nel 2005 ha avuto profitti per 36,13 miliardi di dollari (un primato per una società quotata), poco meno del PIL dell'Azerbaijan. Il suo quartier generale è ad Irving, un sobborgo di Dallas. La ExxonMobil, incorporando le società Exxon, Mobil, Esso, diffuse in tutto il mondo, supera le altre tre big four del mercato petrolifero mondiale (Royal Dutch Shell, BP e Total), rispetto a fatturato, profitti e capitalizzazione di borsa. General Electric: è una multinazionale statunitense, fondata nel 1892 e tuttora attiva nel campo della tecnologia e dei servizi. Secondo la classifica Forbes Global 2000, si tratta della seconda compagnia al mondo per importanza (vendite, profitti, assetti e valore di mercato). Pharmaceutical Rsrch & Mfrs of America: fondata nel 1958, è un gruppo commerciale che rappresenta la ricerca farmaceutica e le aziende di biotecnologia degli Stati Uniti. La politica di questo gruppo è focalizzata all’incoraggiamento della ricerca per la scoperta di nuovi medicinali. Le sue azioni di lobbying si sono intensificate sia all’interno sia all’esterno degli Stati Uniti. 3.2 - Settori La spesa per le attività di lobbying varia sensibilmente a seconda del settore preso in esame. In economia, con il termine settore, si indica ogni possibile modalità di accorpamento di differenti attività economiche secondo caratteristiche comuni. Ad esempio, l'ESCAP delle Nazioni Unite distingue il settore dell’energia da quello dei trasporti, le risorse naturali dalle comunicazioni. La seguente tabella illustra i principali settori dell’economia americana per i quali è stata necessaria una “rilevante attività” di lobbying. 14 Sector Total Commercio $558.230.086 Salute $543.992.861 Finanza e Assicurazioni $465.018.131 Energia e Risorse Naturali $408.966.962 Comunicazione ed $360.048.798 Elettronica Altro $247.684.383 Trasporti $243.941.558 No-Profit $153.357.071 Agricoltura $141.834.541 Difesa $135.879.762 Immobiliare $56.759.414 Sindacale $43.391.295 Legale $35.020.209 Tabella 4 Ciascun settore è costituito da diversi sottosettori (industries), che a loro volta investono in attività di lobbying. Di seguito la tabella delle venti top industries classificate in base all’ammontare delle loro spese20. 20 http://www.opensecrets.org/lobby/top.php?indexType=s 15 Industry Total Prodotti Farmaceutici $266.779.975 Associazioni Commerciali $183.043.730 Petrolio e Gas $168.442.324 Assicurazioni $164.215.335 Servizi Elettrici $144.405.503 Computer e Internet $118.871.233 Manifatturiere e Distribuzione $113.429.505 Ospedali $108.351.061 TV, Film e Musica $107.276.953 Educazione $98.591.135 Sicurezza e Investimenti $93.288.208 Trasporto Aereo $86.039.168 Professionisti in Campo Sanitario $84.615.625 Pubblici Ufficiali $82.771.494 Servizi Sanitari $73.898.045 Immobiliare $67.347.930 Vari $62.219.798 Auto $60.198.852 Difesa Aereospaziale $54.842.611 Energia Varia $54.046.191 Tabella 5 Da un’intervista a J.A. Thurber, è emerso che nella prossima decade si potrebbe assistere a un'inversione di tendenza, con una preponderanza di settori quali ambiente, energia e salute. Inoltre, sempre secondo le previsioni del professor Thurber, se la crisi finanziaria dovesse prolungarsi, il settore occupazionale diverrebbe cruciale. Un’ulteriore considerazione sulle future tendenze è relativa alla possibilità di nuovi attacchi terroristici, che farebbero esplodere nuovamente la questione sicurezza. 16 4 - LOBBYING FIRMS 4.1 - Aziende Una prima considerazione da fare riguarda il numero delle agenzie di lobbying operanti negli Stati Uniti. Per la portata del fenomeno delle lobby effettuare tale stima è estremamente difficile21. Le aziende che si dedicano ad attività di lobbying negli Stati Uniti possono essere divise in due categorie: lobbying firm e studi legali. Le prime si occupano esclusivamente di lobbying, mentre le seconde diversificano le proprie funzioni, integrando l’attività di lobbying con quella legale. Gli esempi che seguono rispecchiano la codesta suddivisione e si riferiscono alle sei aziende che hanno realizzato il fatturato maggiore nell’anno 200922. Aziende di lobbying Fatturato $ Studi legali Fatturato $ Van Scoyoc Assoc 27.300.000 Patton Boggs LLP 39.980.000 Podesta Group 25.590.000 Akin, Gump et al 32.400.000 Cassidy & Assoc 22.280.000 Browenstein, Hyatt et 23.510.000 al Tabella 6 4.2 - Peso economico Negli Stati Uniti, il peso economico delle aziende di lobbying è in continua crescita. Dal 1999 al 2009, si è verificato un incremento superiore al 100% nella spesa per attività di lobbying (Grafico 5), con un fatturato medio delle “Top Lobbying Firms” che si aggira intorno ai $ 100.000.000. 21 22 Mike Chrystler, Statehouse Association e LobbystFinder.com, Indianapolis, Indiana. Tratto da www.opensecrets.org/lobby/index.php visto il 09/02/10. 17 Total Lobbying Spending 23 1998 $1.43 Miliardi 1999 $1.43 Miliardi 2000 $1.55 Miliardi 2001 $1.63 Miliardi 2002 $1.81 Miliardi 2003 $2.04 Miliardi 2004 $2.17 Miliardi 2005 $2.42 Miliardi 2006 $2.61 Miliardi 2007 $2.86 Miliardi 2008 $3.30 Miliardi 2009 $3.47 Miliardi Grafico 5 23 http://www.opensecrets.org/lobby/top.php?indexType=l 18 5 - OPERATORI 5.1 - Che profilo hanno? Il lobbista contatta e conferisce con i membri del governo e altri pubblici ufficiali, al fine di persuaderli a supportare favorevolmente una legislazione negli interessi del proprio cliente. Studia la legislazione proposta in modo da poter determinare i potenziali effetti sugli interessi del cliente, il quale può essere una persona, un gruppo specifico o il pubblico in generale. Conferisce con legislatori e pubblici ufficiali per enfatizzare le potenziali debolezze o i punti di forza di determinate proposte di legge, al fine di influenzarne le fasi, la bocciatura, la formulazione di emendamenti, l’introduzione di una legislazione più favorevole agli interessi del cliente. Contatta individui o gruppi aventi interessi simili, al fine di incoraggiarli a contattare a loro volta i legislatori esprimendo la propria opinione. Prepara comunicati stampa e foglietti informativi; organizza conferenze stampa per comunicare il punto di vista del cliente ed informare il pubblico sugli aspetti della legislazione proposta. Pianifica e coordina riunioni con i pubblici ufficiali per discutere problemi legislativi e proposte, al fine di consentire ai detti ufficiali di rispondere a problemi di categoria. Può contattare uffici normativi e presenziare a udienze pubbliche per aumentare il supporto agli interessi del cliente. Può presenziare a riunioni a livello statale e nazionale delle organizzazioni locali o rappresentare queste ultime a tali eventi. Può istruire i singoli individui o i membri di associazioni sugli aspetti delle tecniche di lobbying24. Gli può essere legalmente richiesto di registrarsi come lobbista presso le autorità di governo e di inviare rapporti su tutte le spese sostenute durante le attività di lobbying. Dall'intervista al professor Thurber è emerso inoltre che ogni lobbista è specializzato in un diverso settore del processo decisionale (definizione del problema, degli obiettivi, della policy, del budget, del programma, degli stanziamenti, della regolamentazione, dell’implementazione, della valutazione e della revisione). Nel caso si 24 Tratto da http://www.careerplanner.com/DOT-Job-Descriptions/LOBBYIST.cfm ( 9 febbraio 2010). 19 richieda un’azione di lobbying per un intero processo decisionale, è necessario assumere un team strategico, i cui componenti sono esperti nei diversi ambiti specifici 25. 5.2 - Quanti sono? Lobbisti registrati: 11.118 Lobbisti stranieri registrati: 1.344 Suddivisione: Consultant Lobbyist – 6.993 Contract Lobbyists - 2633 In-house Lobbyists- 4.407 PAC Contact (Political Action Committee) - 72926 I lobbisti operanti a Washington sono più di 14.00027. 25 Intervista fatta il 05/02/10 a J. A. Thurber, Direttore e Professore del Center for Congressianal and Presidential Studies presso l’American University. 26 Tratto da http://www.lobbyists.info/product_list.aspx (9 febbraio 2010). 27 Tratto da http://www.opensecrets.org/lobby/index.php (10 febbraio 2010). 20 SITOGRAFIA www.lobbyingitalia.com www.opensecrets.org www.latimes.com www.vsadc.com www.podesta.com www.cassidy.com www.pattonboggs.com www.akingump.com www.bhfs.com www.careerplanner.com www.lobbyists.info www.swz.salary.com www.lobbyingitalia.com www.comunicazione.uniroma1.it www.time.com 21