il british shorthair
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IL BRITISH SHORTHAIR . Il British Shorthair è il gatto comune inglese che, grazie ad un’opera di accurata selezione ed allevamento, ha conquistato nel tempo un suo preciso standard, ritagliandosi così il suo meritato spazio nelle esposizioni feline e in quegli ambienti riservati tradizionalmente a gatti più “blasonati". Il British Shorthair è un bel gattone dolce e affettuoso, indipendente e fiero, con un gran senso di dignità e d'indipendenza. Si affeziona molto alla famiglia di cui si sente un componente alla pari, fa amicizia con i cani e con i bambini con cui è molto paziente e quando proprio non li sopporta più, piuttosto che arrecar loro del male va a nascondersi dove può stare tranquillo; al tempo stesso è un compagno leale per gli adulti: è di fatto più legato ai padroni che alla casa per cui si adatta bene ai cambiamenti e ai viaggi, anzi vive il cambio di ambiente come un'occasione per esplorare nuovi orizzonti, con la curiosità innata che lo contraddistingue. Adora stare in compagnia e tende a seguire i padroni per tutta la casa come un cagnolino, sistemandosi in qualche posizione “strategica” da cui abbia il controllo dei movimenti della sua famiglia umana. Decide lui il momento delle coccole, anche se non ama farsi strapazzare inutilmente e recalcitra con le zampette anteriori se troppo manipolato. Il British Shorthair è un gatto solido fisicamente quanto lo è psichicamente: la sua robustezza gli permette di fronteggiare qualsiasi situazione con la massima calma. Inoltre non alza mai la voce, non graffia e non morde per rabbia o per paura, tutt’al più mordicchia per giocare facendo sempre grande attenzione a non superare i limiti consentiti, e quando mette le zampette sulla faccia del padrone tira sempre dentro le unghie. Il British ha un istinto da cacciatore che in campagna si rivela con l’inseguimento a roditori, uccellini e lucertole, e che in appartamento si sfoga sugli insetti di ogni tipo a cui si avvicina con circospezione emettendo un caratteristico suono acuto di allarme, fino a piombare sulla preda con buffi e non sempre eccellenti risultati. Il British ama molto il gioco, in particolare quello che gli ricorda la caccia, e ama rincorrere la pallina che gli si tira tant’è che può imparare a riportare piccoli oggetti come i topolini di pezza. LE ORIGINI: La leggenda vuole che la razza abbia avuto origine in Egitto ai tempi di Mosé, il quale, su indicazione divina, divise le acque del Mar Rosso permettendo al popolo d’Israele di attraversarlo e di liberarsi così dalla schiavitù del faraone. L'esercito faraonico con a capo il generale Gasthelos inseguì gli Ebrei in fuga ma le sue truppe furono inghiottite dalle acque che si erano miracolosamente aperte per far passare i fuggitivi: allora Gasthelos, per salvarsi dell'ira del faraone, decise di radunare i soldati superstiti e di tentare la sorte fuori dall'Egitto, partendo verso l'ignoto per fondare una nuova nazione. Gasthelos e sua moglie Scota possedevano un gattone pasciuto e coccolatissimo, considerato alla stregua di una divinità, che li seguì nel loro viaggio e fu invocato come propiziatore di buona sorte. Gasthelos e Scota si fermarono dapprima nel regno di Brigantium, l'attuale Portogallo, quindi proseguirono sino alla Gran Bretagna, e si stabilirono in quella terra che chiamarono Scozia in onore di Scota. Il gatto mostrò di gradire molto la nuova dimora, si accoppiò con molte gatte che vivevano allo stato selvatico, e da queste unioni nacquero i primi esemplari di British Shorthair. La storia invece lo fa discendere dall'originario gatto africano Felis Lybica che, quasi 2.000 anni fa, fu portato in Scozia dagli invasori romani: il British Shorthair visse allo stato selvatico né fu riconosciuto ed allevato sino all seconda metà dell’Ottocento quando Harrison Weir decise di selezionare la razza di questo gatto nella sua varietà blu, e lo presentò per la prima volta all'esposizione felina del Crystal Palace nel 1871. Dopo il grande entusiasmo iniziale, la sua popolarità andò scemando e per trovare nuova fortuna solo dopo la Seconda guerra mondiale, quando, per rinvigorire la razza, venne ibridato con il persiano nell'intento di ritrovare l'ossatura e la struttura originaria e per rendere il corpo e la testa più tondi ed il mantello più spesso e più folto, differenziandolo così dal gatto europeo, da sempre considerato il suo cugino di primo grado. Inoltre i British blue furono per lungo tempo confusi ed incrociati con i gatti certosini francesi, sebbene le caratteristiche fenotipiche di queste due razze siano alquanto diverse. Oggi questi incroci non sono più ammessi perché lo standard di razza si è sufficientemente stabilizzato, mentre sono ammesse ed apprezzate molte altre varietà di colore che si sono affiancate al tradizionale blu. SALUTE e ALIMENTAZIONE: Il British Shorthair frutto di cattiva selezione è sensibile ad una malattia genetica, la malattia del rene policistico (PKD) introdotta nella razza dall’outcross col gatto persiano in fase iniziale di allevamento: fortunatamente è stato messo a punto un test genetico che individua i gatti afflitti dall’alterazione genica responsabile della malattia e trova così grande utilità al fine di selezionare al meglio i riproduttori onde evitare la diffusione della PKD nell'allevamento e nella razza. Il British Shorthair e’eccezionalmente forte e robusto e non richiede cure e attenzioni particolari, tuttavia la toelettatura necessita di qualche attenzione in più rispetto alle altre razze a pelo corto per via del mantello compatto e denso che è bene spazzolare con una certa frequenza, soprattutto durante il periodo della muta. E’ un gatto che non ha esigenze particolari e può mangiare sia cibo fresco che confezionato di ottima qualità, apprezzando allo stesso modo la carne e il pesce. L'alimentazione ha bisogno di essere particolarmente seguita durante la crescita e una razione di cibo adeguata nell'adulto garantisce un ottimo mantenimento. Il British Shorthair è un gatto di dimensioni medio-grandi: ha aspetto robusto e sia l'ossatura che la muscolatura sono forti. Taglia:in media il maschio pesa 5-6 kg, la femmina 4-5 kg. Vita media: 13 anni. RIPRODUZIONE La femmina può riprodursi già intorno ai 10 mesi di vita, anche se è opportuno aspettare sino ai 1518 mesi prima di farla accoppiare. La gestazione dura dai 60 ai 65 giorni ed in media ad ogni parto nascono 4-5 cuccioli. Lo standard di razza: Testa: Dimensioni medio-grandi, di forma rotonda con contorni ben arrotondati e massiccia con cranio largo. La testa poggia su un collo massiccio, corto, ben sviluppato. Naso corto, largo e diritto, con una leggera depressione ma non con uno stop simile a quello degli Esotici. Mento forte. Orecchie piccole, ben distanziate, larghe alla base e leggermente arrotondate in punta. Occhi: Grandi, rotondi, distanziati e bene aperti. Il colore, intenso e brillante, varia a seconda del colore del mantello; nel british blue sono arancio, dorato, rame, nelle altre varietà di mantello sono ammessi anche gli occhi verdi, blu ed impari. Corpo: Struttura cobby, muscolosa e raccolta, di taglia medio-grande (un maschio in forma pesa 5-6 kg), tronco tozzo e tutto della stessa larghezza, spalle larghe, petto arrotondato e cassa toracica sviluppata. Forte dimorfismo sessuale: generalmente la femmina è più piccola del maschio. Le zampe sono muscolose e con ossatura da media a pesante, massicce e corte con piedi rotondi e saldi. La coda è corta e folta, larga alla base e sottile verso la punta,che è leggermente arrotondata. Mantello: Corto, folto, vaporoso e fitto, tessitura con buon sottopelo denso. Non eccessivamente morbido, ma crisp e piacevole al tatto. Non si appiattisce sul corpo dell'animale ma tende a restare sempre sollevato. Colore, disegni e pezzature del mantello: Il British shorthair si declina in una gran varietà di colori: affianco al tradizionale blu, ricordiamo il nero, chocolate, lilac, red, cream, bianco che si presentano con i seguenti disegni: 1. Solido, o self: mantello a tinta unita in cui il colore del pelo deve essere uniforme dalla punta alla radice e e privo di tigrature residue. 2. Tabby: il mantello presenta le tigrature tipiche dei felini selvatici. E' caratterizzato da una M che si disegna sulla fronte, dalle striature sulle zampe e dagli anelli sulla coda e si presenta in 3 varietà: tabby blotched, mackerel, spotted. 3. Tortie: geneticamente femminile, il mantello si manifesta come un mix di rosso e nero e si presenta o nella variante solida (tortie) o tabby ( torbie= tortie con tigrature tabby): avremo così squama di tartaruga nera, squama blu cream, squama chocolate cream, squama lilac cream. 4. Con bianco: le precedenti varietà presentano varie estensioni di bianco: bicolore, arlecchino o van (con colore solo su coda ed orecchie). 5. Colourpoint: il colore si concentra con maggiore intensità su maschera, orecchie, zampe, coda e genitali contrastando con il resto del mantello, come vuole il pattern classico della colorazione siamese. Il colore sulle punte può essere seal, blu, chocolate, lilac, red, cream nei disegni solido, tabby, tortie o torbie. Sono quindi riconosciuti tutti i colori ed i colourpoint senza bianco. Sono particolarmente apprezzati anche i British Shorthair nella variante silver tabby, shaded e shell e nella variante golden tabby, shaded e shell i cui meravigliosi occhi verde smeraldo appaiono truccati di nero. Difetti tipici: Mantello troppo lungo o troppo morbido, che rimanda all'apporto di sangue persiano. Mancanza di sottopelo. Testa troppo sottile con guance piatte. Profilo con stop. Occhi orientali. Obesità. Ossatura delicata.