copertina maggio

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Tanta devozione per questi gatti fu supportata da uno dei primi giudici di British shorthair, Mister Jung. L’entusiasmo e i
consigli oltremodo competenti di Weir e Jung incoraggiarono molti appassionati catofili a intraprendere l’allevamento e
la selezione della razza, che divenne in breve tempo la più popolare che si potesse ammirare nelle esposizioni al
famoso Crystal Palace di Londra.
IL DECLINO E LA RINASCITA. Nei primi anni del 1900, in Gran Bretagna, approdarono altre razze di felini, persiani e siamesi
soprattutto, che piacquero molto al pubblico e agli allevatori, catturando il loro amore e sostituendosi in parte al British. Il suo
regno, incontrastato sino ad allora, andò scemando in breve tempo e per trent’anni la supremazia numerica fu di altre razze.
Alcuni allevatori di British, e in particolare la signorina Kit Wilson, verso il 1930 iniziarono a lavorare seriamente per migliorare la razza. Ottennero ottimi risultati ibridandolo con il persiano, fino ad avere un gatto dalla struttura robusta e forte,
dal mantello molto più folto e spesso. Inoltre tutto il corpo, in particolare la testa, acquisì le rotondità caratteristiche del
persiano, differenziandosi di molto dallo standard originale e dal gatto europeo dal quale deriva. Raggiunsero anche
un miglioramento nel carattere: il British, infatti, possiede oggi la tranquillità e bontà innate del persiano. Questi cambiamenti strutturali e caratteriali fecero si che il British, dopo un periodo di declino, tornasse alla ribalta più bello e amato di
prima. Oggi il British shorthair si presenta così:
taglia da media a grande. Corpo muscoloso, corto e compatto. Petto largo, spalle e dorso forte e solido. Zampe
corte e robuste, piedi rotondi e solidi. Coda corta e spessa, leggermente arrotondata in punta.
Testa rotonda, imponente con cranio grande e collo corto ben sviluppato. Naso corto, largo e dritto con una leggera depressione alla base, ma senza nessuno stop come nel gatto esotico. Mento forte. Orecchie piccole e leggermente arrotondate in punta, piazzate distanti tra loro. Occhi grandi, rotondi ben aperti e distanti tra loro. Negli occhi sono
permessi diversi colori tra cui rame o arancio intenso, blu, impari, verdi.
Mantello corto e denso con fitto sottopelo dritto non adagiato al corpo, tessitura sottile, ma sostenuta al tocco.
Ogni pelo deve essere uniforme dalla radice alla punta a eccezione nelle varietà silver e tabby. Tutti i colori sono permessi con o senza bianco, smokes, silver e golden con o senza tabby, e colourpoint.
CURE E TEMPERAMENTO. Il British shorthair è un gatto eccezionalmente forte e robusto, non richiede cure particolari, ma
è opportuno rivolgergli molte attenzioni alle quali risponde con slancio e affetto. La toelettatura deve essere accurata e
ripetuta spesso: pur essendo un gatto a pelo corto, infatti, il suo mantello è compatto e denso, e deve essere spazzolato e pettinato sovente, soprattutto durante il periodo della muta, in modo da aiutarlo a liberarsi del pelo morto che,
altrimenti, rimarrebbe intrappolato formando nodi e grumi poi difficili da eliminare.
La sua natura di eterno coccolone, forse ereditata da uno dei suoi antenati come il persiano, lo rende molto affettuoso
e socievole: un vero, dolce orsacchiotto. Ama la vita in famiglia, è felice di stare con i bambini di cui diventa inseparabile compagno di giochi, e anche le persone sole e gli anziani lo adorano. Si adatta bene sia alla vita in appartamento, sia agli spazi aperti. Non teme neppure le basse temperature grazie alla struttura del suo mantello spesso e folto,
che ben si adatta a qualsiasi clima.