Effetto Fukushima sul ricorso all`energia nucleare: la situazione nel
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Effetto Fukushima sul ricorso all`energia nucleare: la situazione nel
Effetto Fukushima sul ricorso all’energia nucleare: la situazione nel mondo Il mondo ha reagito con emozione ai tragici eventi giapponesi causati da un terremoto circa 1000 volte più violento di quello dell’Aquila ed al conseguente tsunami che ha causato più di 20.000 vittime. Il conseguente incidente alla centrale nucleare di Fukushima si è inserito in un quadro di devastazione, ma non ha aggiunto né vittime, né ulteriori danni materiali, se non quelli legati all’evacuazione della popolazione dalle aree più contaminate e il blocco degli alimenti coltivati in zona per una periodo limitato. I Governi e l’industria nucleare, tuttavia, si sono chiesti immediatamente se vi fossero insegnamenti da trarre da questi eventi, ma solo in pochi casi vi sono state iniziative volte a chiudere le centrali in esercizio e di bloccare la costruzione di altre centrali nucleari già programmate. In questi pochi Paesi già si prospettano aumenti dei costi dell’energia elettrica ed un aumento delle emissioni serra nocive. I Paesi privi di centrali nucleari ma in procinto di avviarne la costruzione si sono divisi: da una parte i Paesi che hanno cancellato tale prospettiva dai loro programmi (Italia e Venezuela, quest’ultima con grandi riserve di petrolio) o l’hanno differita come la Tailandia e Paesi che hanno pienamente confermato i loro programmi (Polonia, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Vietnam). La Polonia per esempio il 10 febbraio 2012 ha approvato la costruzione di due reattori da realizzare entro il 2029. I Paesi che hanno confermato, in qualche caso dopo un dibattito politico, la loro posizione pro-nucleare sia per le centrali in esercizio che per quelle programmate ed in costruzione sono (fonte sito Web WNA): Paese Argentina Armenia Bulgaria Canada Cina Cechia Corea del sud Finlandia Francia India Iran Giappone Messico Olanda Pakistan Regno Unito Romania Russia Slovacchia Slovenia Sud Africa Spagna Svezia Taiwan Ukraina Ungheria N. Reattori in esercizio Potenza istallata (MWe) N. Reattori in costruzione 2 935 376 1901 12.810 11.881 3,764 20.671 2.741 63.130 4.385 915 44.642 1.600 185 725 10.745 1.310 24.164 1.816 696 1.800 7.448 9.399 4.927 13.168 1.880 1 0 1 0 26 0 3 1 1 6 0 2 0 0 2 0 0 10 2 0 0 0 0 2 2 0 2 18 15 6 23 4 58 20 1 51 2 1 3 18 2 33 4 1 2 8 10 6 15 4 % di energia elettrica prodotta da fonte nucleare nel 2010 5,9 39,4 3,1 15,1 1,8 33,2 34,6 28,4 74,1 2,9 NA 29,2 3,6 3,4 2,6 15,7 19,5 17,1 51,18 37,3 5,2 20,1 38,1 48,1 42,1 USA 104 101.607 1 19,6 TOTALE 416 351.827 62 NA Nel Paese con più centrali nucleari, gli USA, il supporto all’energia nucleare resta forte. Nel febbraio 2012 l’ente di controllo, la NRC, ha autorizzato la costruzione della prima centrale nucleare dopo 30 anni di pausa costituita da 2 reattori. Molte centrali sono state già autorizzate a prolungare la loro vita operative ed altre si accingono a farlo dopo i necessari controlli e le eventuali aggiornamenti. Il Segretario all’energia Chu, nel corso di una sua visita nello scorso febbraio al sito dove stanno per essere realizzati i due reattori di Vogtle, ha affermato che il Governo americano farà di tutto perché l’industria nucleare possa ripartire decisamente. Il segretario Chu ha ricordato anche che lo stesso Presidente Obama ha affermato che l’energia nucleare è un contributo essenziale al mix energetico del Paese e resterà tale. La Francia è il Paese con la maggiore dipendenza dall’energia nucleare ed ha le tariffe più basse in Europa per l’energia elettrica. Solo il candidato socialista alle prossime elezioni presidenziali di aprile 2012 ha espresso l’intenzione di ridurre il contributo dell’energia nucleare nel medio-lungo termine. I lavori per il reattore avanzato EPR di Flamanville proseguono anche se con qualche ritardo non legato agli eventi giapponesi, mentre è pronto l’avvio della realizzazione di un nuovo reattore sul sito di Penly.+ In Giappone, che ha subito uno shock enorme, il Governo ha deciso di fermare temporaneamente o di mantenere ferme quasi tutte le centrali nucleari del Paese, in attesa delle conclusioni degli studi sulla sua politica energetica e dei risultati delle investigazioni sugli aspetti di sicurezza dell’incidente di Fukushima. Il Governo ha espresso la volontà di ridurre la sua dipendenza dall’energia nucleare nel medio-lungo termine e la realizzazione dei nuovi reattori è messa in dubbio. Tuttavia il Governo è determinato a far ripartire tutti o quasi tutti i reattori oggi fermi una volta verificata la loro sicurezza. La fermata temporanea dei reattori ha già comportato una ridotta disponibilità di energia elettrica ed un aumento delle importazioni petrolifere per 55 miliardi di dollari. In Russia non vi è stata nessuna modifica dei programmi di espansione nucleare che prevede di raddoppiare quasi la potenza nucleare istallata entro il 2020. Qualche settimana fa è stata messa la prima pietra della nuova centrale sul Baltico a Kalinin. L’industria nucleare russa continua a lavorare su nuovi contratti già firmati con Turchia e Vietnam Oggi nella Corea del sud l’energia nucleare contribuisce al 31% della produzione di energia elettrica con 21 reattori. Questo Paese prevede ancora di arrivare a 40 reattori entro il 2030 con un contributo del 59% alla produzione di energia elettrica. Anche l’industria nucleare del Paese è impegnata all’estero dove ha recentemente firmato un contratto molto rilevante con gli emirati Arabi Uniti per la realizzazione di una centrale nucleare. Il reattore di Shin Kori 2 è stato connesso alla rete nel dicembre 2011, quella di Wolsong 1 nel gennaio 2012, mentre la gemella di Wolsong 2 sarà connessa entro il 2012. La Cina ha temporaneamente sospeso la realizzazione di nuove centrali in attesa di verificare le analisi sull’incidente di Fukushima entro il 2012, quando ci si attende che il programma di realizzazione di nuove centrali ripartirà più intense di prima per la realizzazione di 26 reattori già definiti e di altri 51 reattori che sono nel Piano energetico a più lungo termine. La repubblica Ceca non ha modificato i suoi piani di realizzare altri due reattori nucleari. Il Governo dell’India non ha modificato i suoi piani di realizzare un totale di 60 GWe entro il 2030, anche se deve fare fronte ad una certa opposizione della popolazione che in precedenza non esisteva. In Sud Africa il piano di realizzare centrali nucleari per 10 GWe entro il 2030 è stato approvato dopo l’incidente di Fukushima e non vi stata alcuna modifica di questa politica. Nel Regno Unito il piano di realizzare 10 centrali nucleari per un totale di 16 GWe non è stato per nulla modificato ed i 3 consorzi che offrono diverse tecnologie sono tutte in corso. In Slovacchia il completamento dei due reattori Mochovce è stato confermato ed i contratti ed i lavori stanno andando avanti come previsto anche se con qualche piccolo ritardo. In Finlandia il reattore di Olkiluoto 3 continua con qualche ritardo non legato agli eventi di Fukushima; nel frattempo sta andando avanti la decisione finale per un ulteriore reattore. La società Fennovoima ha ricevuto entro il 1 febbraio 2012 le offerte per la nuova centrale che sarà realizzata nel sito di Pyhajoki sulla costa occidentale. La scelta del sito è stata finalizzata entro ottobre 2011 con il supporto delle comunità locali. La scelta del fornitore sarà effettuata entro la fine dell’anno. Alcuni Paesi, invece, hanno preso decisioni contrarie all’energia nucleare, pur avendo già reattori in esercizio. In tutti i casi la decisione è stata presa per ragioni politiche e non per ragioni di sicurezza definite dalle autorità preposte o per ragioni economiche. N. Reattori in esercizio Potenza istallata (MWe) N. Reattori in costruzione 5.943 0 12.003 0 28,4 Svizzera 7 9 (17 prima della fermata di 8 di essi 5 % di energia elettrica prodotta da fonte nucleare nel 2010 51,2 3.252 0 38,0 TOTALE 21 21.198 0 NA Paese Belgio Germania L’unico Paese che ha preso una posizione chiara e decisa è la Germania, che avendo 17 reattori operativi, di cui uno in fermata prolungata per modifiche, ne ha fermati 8 in via definitiva, incluso quello già fermo. Inoltre ha ripreso una decisione già effettuata in passato che prevede la fermata dell’ultimo reattore entro il 2022. Alla fine del 2011 la Cancelliera Merkel ha negoziato un prolungamento di questa data in media di 14 anni in cambio dell’applicazione di una tassa aggiuntiva sul combustibile nucleare che dovrebbe fruttare 2,3 miliardi di Euro all’anno. Tuttavia la battaglia legale sulla legittimità di questa tassa è in corso. La conseguenza della fermata dei 7 reattori ha già causato un ulteriore aumento del costo del kWh, un aumento netto della produzione di gas serra ed il Paese è diventato importatore di energia (specialmente dalla Francia), mentre era esportatore. L’aumento dei costi del combustibile fossile coinvolge non solo la Germania ma tutta l’Europa. In Belgio la decisione è stata presa dal Governo “facente funzione” nel novembre 2011, che ha modificato la precedente decisione di permettere il funzionamento dei reattori fino a 50 anni ed ha ridotto questo termine a 40 anni. In base a questa decisione le centrali più vecchie saranno fermate entro il 2015, ma solo se saranno individuate le fonti energetiche alternative. E’ stata imposta anche una tassa sul combustibile nucleare che dovrebbe fruttare 550 milioni di Euro all’anno, mantenendo la competitività dell’energia nucleare; anche in questo caso vi saranno ricorsi ai tribunali da parte degli esercenti. Il tema del nucleare è un dibattito con posizioni diverse tra i diversi partiti che devono formare il prossimo Governo del Paese. In Svizzera il Governo ha deciso nel Maggio 2011 di vietare la sostituzione delle attuali centrali con altre. Questo significa sulla base di una vita operativa di 50 anni l’ultimo reattore sarà fermato nel 2034. Tuttavia questa proposta non è diventata ancora legge e forse non lo diventerà fino ad indire un referendum sul tema. E’ probabile che ci voglia ancora almeno un anno per una decisione definitiva. In conclusione, mentre la situazione è ancora in evoluzione in alcuni Paesi, si può già dire che la maggior parte dei Paesi rimangono favorevoli al nucleare, mantenendo in esercizio le proprie centrali e confermando i programmi di realizzazione di nuovi impianti, con la eccezione di pochi Paesi europei. Dopo un certo rallentamento delle nuove realizzazione dopo l’incidente di Fukushima, si prevede un aumento dell’energia elettrica prodotta da fonte nucleare specialmente in Asia.