DE T Questi miei occhi “Li darai a due ragazzi perché possano
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DE T Questi miei occhi “Li darai a due ragazzi perché possano
SANTI DEI NOSTRI TEMPI DE Questi miei occhi T “Li darai a due ragazzi perché possano vedere” Il 25 ottobre don Carlo Gnocchi sarà beatificato nel Duomo di Milano dal Cardinale Tettamanzi. L’ultimo suo gesto di totale dedizione al prossimo fu la donazione delle cornee affinché due bambini potessero recuperare la vista. Una di questi due bambini, Amabile Battistello, abitava, all’epoca, a Cusano Milanino. Oggi risiede a Cinisello dove l’abbiamo incontrata e ci ha raccontato come don Gnocchi ha cambiato la sua vita. La mia strada e quella di don Carlo Gnocchi, s’intersecarono quando già ero una ragazza, ed avevo già sperimentato l’amarezza di non poter realizzare il mio avvenire come l’avevo sempre sognato: studiare Fisica, esercitare una professione, avere una famiglia e dei figli. Non mi pareva di chiedere chissà che ma, nelle mie condizioni di non vedente, tutto questo sarebbe stato inconcepibile. Credo tuttavia che il nostro incontro sia stato preparato durante il periodo più tragico della sua esperienza pastorale tra gli alpini, durante la campagna di Russia, mentre io, ignara della sua esistenza, accompagnata da uno zio, partivo dal mio paese, Cusano Milanino, allora abitavo in via Sormani, per bussare alla porta del professor Cesare Galeazzi affinché facesse qualcosa per ridarmi la vista. Tutte le volte che tornavo là lui ripeteva sempre la medesima frase, quasi fosse il ritornello di una triste filastrocca diventata col tempo anche noiosa: “Per curare le lesioni corneali come la tua, serve un trapianto, ma i tempi non sono maturi e la scienza è ancora indietro, abbi pazienza e fidati di me, un giorno lo faremo e tu guarirai” mi diceva con la sua voce pacata e IL TRAPIANTO DI CORNEA sicura, dal tono paterno. La cornea è una lamella trasparentissima posta al centro Mi domando ancora della pupilla. Quando è lesionata se le sue parole da malattie o incidenti si perde la fossero ispirate da un vista. E’ però possibile sostituirla presentimento arcano con una sana, compatibile con o fossero pronunciate l’organismo del ricevente: una soltanto per farmi volta inserita nel suo alloggiamento coraggio, ma i fatti essa diventerà funzionante. Certo, vi è il rischio di rigetto o di diedero ragione a lui. Io però tornavo a altre complicazioni ma, con le delusa e, tecniche chirurgiche odierne, meno casa invasive, le possibilità di successo sfiorando le siepi di sono molto più alte di un tempo. roselline multicolori 8 che a quei tempi bordavano le strade del mio tranquillo paese, camminavo da sola per recarmi alla chiesa parrocchiale, la Regina Pacis, dove frequentavo il catechismo e pregavo la Madonna affinché si avverassero le parole di quell’uomo che conservava tutte le mie speranze. Andavo a scuola in via Cooperazione, ma solo come auditrice, poiché la poca vista residua mi consentiva a malapena di scrivere tra le righe. Viceversa per le materie orali andavo a meraviglia: mia madre me le leggeva ed io, dotata di pronta memoria, le imparavo dopo sole due volte... Sforzi che, però, non sarebbero bastati ad assicurarmi l’autonomia che ogni persona aspira di ottenere da adulta. E proprio sul punto dell’autonomia del minorato fisico, il prete don Gnocchi incominciò a battere appena tornato dalla guerra. Come si trattasse di difendere la propria menomazione, che forse giaceva in fondo al suo cuore, per non aver potuto salvare tutte le vite andate perse al fronte. Non pietà per la sofferenza per le membra martoriate, ora chiedeva, ma possibilità di riscatto, attraverso un’esistenza normale, dignitosa, che poggiasse sulla capacità di provvedere a sé stessi dando il proprio contributo lavorativo dopo aver acquisiti gli strumenti idonei. Strumenti che si prefiggeva di garantire ai suoi ragazzi per mezzo della scuola, che tenesse conto sì delle menomazioni, ma anche delle risorse che ognuno ha in sé e può sviluppare con un adeguato addestramento. Non Cittadini di serie B e C li voleva, ma uomini e donne inseriti nel contesto sociale a tutti i livelli. Per raggiungere questo ambizioso scopo si occupò dei piccoli mutilatini, colpiti dai residuati bellici abbandonati qua e là, dei militari ritiratisi dai campi di battaglia e poi dei poliomielitici: altra strage, perpetrata da un male silenzioso, strisciante ed invalidante, che colpiva la popolazione giovanile fino a quando uno scienziato illuminato, Sabin, non inventò un vaccino che lo debellò definitivamente. Ma gli sfortunati colpiti avevano bisogno di don Gnocchi per far sentire la loro voce dal basso della propria condizione di emarginati. Si spese senza riserve il sacerdote, sorvolando sul terribile nemico che lo consumava dentro, che lo tormentava con grandi dolori… che lui sopportava giacché non c’era tempo per ascoltarli. (continua a pag. 9 >) n. 3 - settembre 2009