VivaPalestina5 Report sul convoglio - ISM
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VivaPalestina5 Report sul convoglio - ISM
Ism-Italia - Viva Palestina-Italia Dossier 2011/02/10/01 Convoglio VivaPalestina5 Rapporto di fine missione - End of mission report Parte prima Nella foto la delegazione italiana a Lattakia ISM-Italia – Viva Palestina Italia Torino, 10 febbraio 2011/29 marzo 2011 1 2 Indice Premessa 1. Le assemblee a Roma e Milano con Kevin Ovenden 2. L'appello di ISM-Italia e di Viva Palestina Italia 3. Le adesioni all'appello 4. La delegazione italiana 5. I report durante il viaggio 6. L'arrivo a Gaza di Vincenzo Tradardi 7. Un primo commento a caldo di Alfredo Tradardi 8. L'organizzazione della partecipazione italiana 9. Gli aiuti 10. Il bilancio economico NOTA La redazione di questo rapporto doveva essere predisposta dopo qualche settimana dal ritorno in Italia il 25 ottobre. Arriva con ritardo e ce ne scusiamo con tutti/e. Ma ISM-Italia aveva in programma dal 13 al 20 novembre un ciclo di 9 incontri a Torino, Ivrea, Milano, Varese, Trieste, Cagliari, Napoli, Roma e Pisa per presentare il saggio di Ghada Karmi Sposata a un altro uomo – Per uno stato unico nella Palestina storica, DeriveApprodi 2010. Al ciclo di incontri ha partecipato l'autrice e nei due incontri finali a Roma e Pisa anche Kevin Ovenden. Hanno pesato i 15 giorni di viaggio in più del previsto, che ci hanno costretto in tutta fretta a definire il programma del ciclo di incontri con Ghada Karmi, senza dimenticare la tensione accumulata nella organizzazione e nella partecipazione al convoglio e poi gli eventi successivi che stanno sconvolgendo il mondo arabo. Rinnoviamo le nostre scuse per il ritardo nel presentare il rapporto di fine missione a tutte le persone e a tutte le organizzazioni che ci hanno sostenuto e che ci hanno permesso di arrivare nella Striscia di Gaza per dire anche a loro nome ai palestinesi tutti che almeno una parte, anche se minoritaria, del mondo occidentale, non li ha dimenticati. Per gli allegati vedi dossier 2011/02/10/02 1. A Gaza con il Viva Palestina Convoy3 di Diana Carminati e Alfredo Tradardi 2. Dopo la GFM e il VivaPalestina Convoy3 - La situazione dei movimenti di solidarietà in Italia di Diana Carminati, ISM – Italia, Torino, 21 febbraio 2010 3. Le prospettive del movimento di solidarietà con la resistenza palestinese dopo l'attacco israeliano contro la Freedom Flotilla di Kevin Ovenden Viva Palestina UK 4. Convoglio VP5: da Ankara a Kayzeri, 30 settembre 2010 5. Convoglio VP5: da Lattakia verso Gaza, 5 ottobre 2010 6. Convoglio VP5: inizia il tiro alla fune con l'Egitto, 7 ottobre 2010 7. Convoglio VP5: verso El Arish, 14 ottobre 2010 8. Convoglio VP5: domenica si parte per El Arish, 15 ottobre 2010 9. Convoglio VP5: dall'Egitto, una ulteriore e inaccettabile pretesa, 17 ottobre 2010 10.Convoglio VP5: continua il sequestro del convoglio da parte egiziana, 19 ottobre 2010 11.Convoglio VP5: Sequestrati all'aereoporto del Cairo. Le infamie di Mubarak, 25 ottobre 2010 3 Premessa ISM-Italia ha partecipato, con Diana Carminati e Alfredo Tradardi, al convoglio VivaPalestina3. In allegato 1 A Gaza con il Viva Palestina Convoy3, un breve resoconto della missione, mentre in allegato 2 una successiva analisi di Diana Carminati, Dopo la GFM e il VivaPalestina Convoy3 - La situazione dei movimenti di solidarietà in Italia del 21 febbraio 2010. Subito dopo l'attacco alla Mavi Marmara George Galloway, fondatore di Viva Palestina UK, in un raduno di protesta davanti all'ambasciata israeliana a Londra all'inizio di giugno 2010, lanciò il programma, assai ambizioso, di due nuovi convogli, uno via terra e uno via mare. Il convoglio via terra sarebbe partito da Londra il 12 settembre e attraverso l'Europa, la Turchia, la Siria, la Giordania, l'Egitto e il valico di Rafah sarebbe entrato a Gaza. Al convoglio si sarebbero uniti veicoli e volontari in ogni paese attraversato e altri due convogli sarebbero partiti da Doha (Qatar) e dal Marocco. L'obiettivo era di entrare a Gaza con 500 veicoli. Il convoglio via mare avrebbe dovuto viaggiare nel Mediterraneo unendosi a navi, a cargo e a volontari di ogni paese. L'obiettivo era di arrivare a Gaza con 60 navi nello stesso momento e di entrare con il più grande convoglio di aiuti del mondo, per rompere di nuovo l'assedio e, questa volta, in via definitiva. I fatti avrebbero portato a un ridimensionamento del programma. Il convoglio via mare ha subito una serie di successivi rinvii e ad oggi dovrebbe partire nel mese di maggio 2011, a un anno dall'attacco contro la Mavi Marmara, mentre il convoglio VivaPalestina5 è riuscito a mettere insieme solo 140 veicoli e 380 attivisti. Ma il convoglio è stato, comunque, la prima risposta internazionale all'attacco omicida contro la Mavi Marmara. Come ISM-Italia, e successivamente anche come Viva Palestina Italia (vedi www.vivapalestina.org), abbiamo deciso di partecipare al convoglio. Ci siamo posti l'obiettivo ambizioso di mettere in campo 20 veicoli, uno per regione. Alla fine siamo riusciti a essere presenti con sei veicoli e 14 attivisti. 1. Le assemblee a Roma e Milano con Kevin Ovenden Per definire la piattaforma politica e le modalità di partecipazione al convoglio è stato invitato a partecipare a due assemblee, a Roma il 9 luglio e a Milano il 10 luglio, Kevin Ovenden, uno dei leader di Viva Palestina UK, che avevamo conosciuto nel Convoglio VivaPalestina3. Lo abbiamo salutato, il 7 gennaio 2010, prima di ripartire da Gaza e lui ci disse: “Questo convoglio è stato organizzato anche nello spirito di Antonio Gramsci.” Kevin era anche a bordo della Mavi Marmara. All’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=outnrvAQkdw una sua intervista al rientro a Londra. In allegato 3 l'intervento di Kevin Ovenden a Milano. 4 “Deve essere chiaro che l'attacco contro la Mavi Marmara è stato progettato per intimidire e terrorizzare gli attivisti internazionali e noi non possiamo permettere a noi stessi di essere terrorizzati da questi attacchi israeliani. E io vi porto le parole delle famiglie delle persone uccise sulla nave. Le abbiamo incontrate a Istanbul nei giorni successivi al massacro. Tutti i familiari hanno detto che il movimento deve continuare e che loro sono pronti a dare il loro contributo perché questo avvenga. Quindi il movimento per liberare Gaza deve continuare per mare e per terra.” 2. L'appello di Ism-Italia e di Viva Palestina Italia APPELLO PER ROMPERE L’ASSEDIO DELLA STRISCIA DI GAZA PIENO APPOGGIO ALLE PROSSIME FLOTTIGLIE E AI CONVOGLI DIRETTI A GAZA PROSSIMI Il terribile massacro a bordo della Mavi Marmara il 31 maggio ha portato a un cambiamento radicale dell'opinione pubblica internazionale nei confronti dell'assedio disumano del popolo di Gaza. Lungi dall'aver dissuaso le persone di coscienza dal tentare di porre fine a quell'assedio, l'assalto israeliano contro la Freedom Flotilla sta spingendo un maggior numero di attivisti a portare aiuti umanitari al popolo palestinese e a porre fine al blocco. Viva Palestina UK ha lanciato "Viva Palestina un convoglio via terra, senza precedenti, che settembre, in collegamento con i convogli che Doha (Qatar), con l'obiettivo di raggiungere Gaza 5 - a global lifeline to Gaza", partirà da Londra sabato 18 partiranno da Casablanca e da con 500 veicoli di aiuti. E' giunto il tempo di rispondere alle atrocità quotidiane dei militari israeliani con un flusso di umanità verso il popolo di Gaza. Contemporaneamente l'International Committee to Break the Siege on Gaza sta organizzando la Freedom Flotilla II, una flottiglia più grande della precedente, con l'obiettivo di arrivare a Gaza, a ottobre, nello stesso momento dei convogli. Il messaggio del popolo assediato di Gaza è forte e chiaro: arrivate numerosi, in modo coordinato e organizzato, via mare e via terra, per consegnare aiuti vitali, per mettere in evidenza la brutalità e la violenza dell'assedio e per porre fine a questa barbara situazione. Questo è il motivo per il quale il convoglio globale verso il valico di Rafah, che il governo egiziano ha affermato essere “aperto”, una atroce menzogna tra le tante, è così vitale. Questo è il motivo per il quale la Freedom Flotilla II, a fronte delle molte dichiarazioni di condanna dell'assedio, dopo l’eccidio della Mavi Marmara, che non hanno avuto alcun seguito operativo, è così vitale. Viva Palestina Italia, su delega di Viva Palestina UK, ha il compito di coordinare 5 la partecipazione italiana al convoglio che partendo da Londra arriverà a Gaza attraverso la Francia, l'Italia, la Grecia, la Turchia, la Siria, la Giordania e l'Egitto. L'obiettivo ambizioso è di contribuire con almeno 20 veicoli dall'Italia. Il movimento di solidarietà con la resistenza del popolo palestinese sta assumendo, attraverso tutte queste iniziative, le caratteristiche di autentiche brigate internazionali di attivisti non-violenti. Bisogna rispondere con la forza della ragione politica e la determinazione del dovere morale a chi tenta di criminalizzare quanti hanno partecipato ai convogli e alle flottiglie precedenti e quanti, governi e associazioni umanitarie, li hanno sostenuti. Noi sottoscritti, consci della gravità della situazione nella Striscia di Gaza e Cisgiordania, delle discriminazioni alle quali sono soggetti i palestinesi cittadini Israele, del problema irrisolto dei profughi, esprimiamo tutto il nostro appoggio convogli e alle flottiglie che si stanno organizzando in numerosi paesi e anche Italia. in di ai in Noi sottoscritti, consapevoli della complicità attiva con Israele dei governi occidentali, e tra questi del governo italiano, e dei paesi arabi “moderati”, invitiamo, in questo momento di profonda crisi morale, culturale e politica della società italiana, tutte le persone di coscienza, tutte le istituzioni rappresentative, tutte le organizzazioni politiche e sindacali, tutto l'associazionismo, a sostenere, politicamente ed economicamente, queste iniziative affinché venga posta fine ad una delle situazioni più barbare e disumane dei nostri tempi, la costrizione di 1.500.000 palestinesi nel campo di concentramento a cielo aperto della Striscia di Gaza. La lotta a sostegno dei palestinesi è una lotta in difesa di tutti i popoli oppressi. E' una lotta contro il colonialismo occidentale che in Medio Oriente ha manifestato e manifesta tutte le sue forme più odiose e criminali. E' una lotta per la dignità umana. 3. Le adesioni di associazioni e organizzazioni all'appello Le adesioni all'appello Per rompere l'assedio di Gaza di associazioni e organizzazioni sono riportate in allegato 1 di questo dossier. Da questo elenco si può immediatamente dedurre il lavoro che è stato fatto in particolare nella Marche e nel Molise. Le adesioni individuali sono riportate nel documento relativo all'indirizzo: www.ism-italia.org/2011/03/convoglio-vp5-rapporto-di-fine-missione. 4. La delegazione italiana La delegazione italiana si è fatta apprezzare sia sul piano politico che su quello pratico, collaborando attivamente con le altre delegazioni ai numerosi lavori che si sono resi necessari per le assurde richieste egiziane, tipo la pallettizzazione di tutti gli aiuti. Tre dei driver italiani, rivelatisi meccanici di ottimo livello, sono stati 6 preziosi per risolvere problemi di veicoli anche di altre delegazioni. Non sono mancati gli applausi quando abbiamo cantato Bella Ciao. Un attivista giordano è arrivato il giorno dopo con il testo di Bella Ciao in inglese e in arabo, che sono stati letti, la seconda volta, prima di cantare questa canzone capace di suscitare emozioni in ogni parte del mondo. Francesco Vincenzo Simone Alfredo Luca Paolo Arianna Rebecca S. Lofti Luca Pietro Giacomo Spencer Dana Darco Gionata Gerevini Tradardi Masera Tradardi Debenedettis Papapietro Corradi C. Zgarni Barbich Barone Lauriola Sangermano Valsania Cremona Parma Torino Torino Brindisi Matera Milano Padova Parma Pavia Pisa Torino Torino Torino ISM-Italia ISM-Italia ISM-Italia ISM-Italia 5. I report durante il viaggio Il racconto del viaggio è contenuto in alcuni comunicati stampa che siamo riusciti a scrivere e a inviare, sopratutto durante la lunga sosta a Lattakia. I comunicati stampa, vedi il dossier con gli allegati, sono i seguenti: 04 Convoglio VP5: da Ankara a Kayzeri, 30 settembre 2010 05 Convoglio VP5: da Lattakia verso Gaza, 5 ottobre 2010 06 Convoglio VP5: inizia il tiro alla fune con l'Egitto, 7 ottobre 2010 07 Convoglio VP5: verso El Arish, 14 o10 08 Convoglio VP5: domenica si parte per El Arish, 15 ottobre 2010 09 Convoglio VP5: dall'Egitto, una ulteriore e inaccettabile pretesa, 17 ottobre 2010 10 Convoglio VP5: continua il sequestro del convoglio da parte egiziana, 19 ottobre 2010 11 Convoglio VP5: Sequestrati all'aereoporto del Cairo. Le infamie di Mubarak, 25 ottobre 2010 6. L'arrivo a Gaza di Vincenzo Tradardi, 3 novembre 2010 Riprendo solo ora, a qualche giorno dal rientro in Italia, la cronaca del convoglio VivaPalestina5. L’ultima settimana, quella decisiva è stata molto convulsa e intensa e non c’è stato il tempo per stendere comunicati e rapporti in diretta. Ma, mentre si annuncia, per i prossimi mesi, la partenza di una nuova Flottiglia, l’esperienza di questo convoglio, il suo carattere e la sua dimensione internazionale, il coinvolgimento assai significativo di delegazioni dei paesi arabi, meriterebbe e richiederebbe un bilancio e una analisi politica ben più approfondita. 7 19 ottobre Dopo 17 giorni di stallo e di un duro braccio di ferro con le autorità egiziane, la situazione si sblocca. Prima ancora della comunicazione ufficiale, lo intuiamo incrociando un Galloway sorridente e rilassato che passeggia fumando un grosso sigaro. Da questo momento, tutto acquista un ritmo frenetico. Primo passo: il trasferimento delle vetture al porto che si trasforma in un gioioso e rumoroso carosello per le vie di Lattakya. Al porto una banda di giovanissimi ottoni ci accoglie intonando (omaggio a noi europei?) l’Inno alla gioia. Il cargo Strofades IV ingoia nel suo enorme ventre, una ad una tutte le 145 vetture. Nelle poche cabine che ha a disposizione, accoglie anche una parte dei 30 attivisti, il gruppo dirigente e la security, altri dormiranno sul ponte. Per la delegazione italiana ne fa parte Alfredo. La partenza avverrà poi a notte inoltrata. 20 ottobre Il compound che ci ha ospitato per tanti giorni appare ormai vuoto, vuoto per la partenza dei 145 veicoli. In mattinata riceviamo la visita molto cortese del dott. Haroun, rappresentante del console onorario italiano a Lattakya. Ci mette in contatto telefonico con il console e poi con una funzionaria dell’ambasciata italiana a Damasco. E’ il risultato del nostro appello lanciato il giorno precedente e che avevamo trasmesso anche alle ambasciate italiane a Damasco e al Cairo. Nel pomeriggio inizia il trasferimento degli oltre 300 attivisti a El Arish con due voli, il primo parte verso le 17, il secondo alle 22 con tutto il gruppo degli italiani. Atterriamo dopo circa un’ora di volo. Dalla relativa rapidità dei controlli si intuisce che le autorità egiziane hanno ormai deciso di non frapporre altri ostacoli; c’è solo da pagare il visto di ingresso, operazione apparentemente molto complessa per il funzionario che si arrabatta a fatica nella conversione degli euro in pound egiziani. Fuori ci attendono i pullman che ci accompagnano in un albergo sulla costa. E’ un albergo di lusso (cinque stelle, camere da tre posti a soli 125 euro). Ormai sono le due di notte ma ci viene servita, compresa nel prezzo, una abbondantissima e ottima cena. Qualcuno non capisce o fa finta di non capire e protesta per … il trattamento (troppo lussuoso, troppo costoso!). Poi, sono ormai le 4 del mattino, finalmente a letto. 21 ottobre Alle 8 un sms di Alfredo informa che il cargo è già arrivato al porto di El Arish. Colazione abbondante, poi alle 11 di nuovo sui pullman verso il porto dove riprendiamo possesso dei mezzi che in nottata i 30 avevano scaricato dal cargo. Alle 13 il convoglio è in condizione di riprendere la marcia, questa volta verso il border della Striscia di Gaza a circa 40 km di distanza. Attraversiamo una zona desertica, il deserto del Sinai. Poche le case e le persone che incrociamo ma, nota significativa, anche qui riceviamo sorrisi e segnali di amicizia. Ore 16: giungiamo a Rafah, superiamo il check point senza nessuna difficoltà. Lo stato d’assedio almeno per oggi e almeno per noi è sospeso. Abbiamo raggiunto lo scopo e la meta del nostro viaggio, entriamo finalmente nella Striscia di Gaza. Ci attende una festosa cerimonia, di autorità e di popolo, Vittorio Arrigoni e altri internazionali. Il gruppo italiano scatena particolare entusiasmo con lo striscione in cui abbiamo scritto “From Italy to Gaza we broke the siege”. Assalto dei fotografi. Si è fatta ormai sera. A fatica le macchine vengono di nuovo incolonnate per riprendere la marcia, gli ultimi 30 km che ci separano da Gaza City. E’ il momento più intenso e indimenticabile. Viaggiamo a velocità sostenuta, con lampeggianti e girofari accesi, sirene e clacson a tutto volume; viaggiamo per lunghi tratti fra ali di folla, bambini, ragazzi, donne, una selva di braccia alzate per salutarci, per toccarci. Lotfi, il mio co-driver, è bravissimo nel guidare l’ambulanza. Fendiamo la folla fortunatamente senza investire nessuno, senza provocare incidenti. Una bandiera mi viene strappata, mille mani mi toccano; a volte sono tocchi delicati, che solo mi sfiorano, a volte strette violente, schiaffi a causa della velocità del mezzo, ma forse, ho il sospetto, anche una sorta di rimprovero perché arriviamo qui a Gaza, solo ora, così tardi, per rompere un assedio che dura ormai da 4 anni. Qui, in questo ultimo tratto di strada, si consuma il senso di questo viaggio, il suo significato 8 più profondo, in questo fugace, allegro, doloroso abbraccio collettivo, di un popolo di bambini e bambine, di ragazze e ragazzi, scalzi, denutriti, magri, un popolo di giovanissimi, non piegato, non disperato, non reso triste e umiliato da una feroce punizione collettiva, che gli viene inflitta giorno dopo giorno, in uno stato di cattività, una prigione a cielo aperto che non ha paragoni nel mondo. Avrà fine tutto ciò? Non potrà che avere fine. Questo popolo di bambini è il frutto di questa speranza, si nutre di questa speranza. E per Israele? L’operazione “Piombo fuso” (Cast lead) del gennaio 2009 ha provocato fra le 1414 vittime. quasi tutti “civili”, la morte di 322 bambini. Solo involontari “effetti collaterali”? Mi viene da pensare che gli israeliani, dai generali più alti in grado fino all’ultimo soldatino rannicchiato all’interno del suo carro armato, guardino con odio infinito questi bambini. Sono il segnale del loro fallimento e della loro futura sconfitta. Da qui, forse, nasce una insensata coazione a uccidere, uccidere, uccidere. “Se 1,5 milioni di persone vivono a Gaza, chiuse dentro, diventerà una catastrofe umana. Quelle persone diventeranno animali più di quanto lo sono oggi, con l’aiuto di un Islam fondamentalista demente. La pressione alla frontiera sarà terribile. Sarà una guerra terribile. Se vorremo rimanere vivi, noi dovremo uccidere, uccidere e uccidere. Tutti i giorni, ogni giorno.” Arnon Soffer, geografo e demografo, intervista al Jerusalem Post del 20 maggio 2004 Se non si fermano dopo che noi ne abbiamo uccisi 100, allora dobbiamo ucciderne mille, e se non si fermano dopo mille allora dobbiamo ucciderne 10.000. E se ancora non si fermano dobbiamo ucciderne 100.000, e anche un milione. Dobbiamo fare qualsiasi cosa per farli smettere. Shmuel Eliyahu, rabbino capo di Safed “I bambini, sono obiettivi legittimi perché vivono in case che si suppone siano usate per costruire razzi artigianali da tirare su Israele, sono essi stessi ‘terroristi” un portavoce israeliano Restiamo a Gaza tre giorni, ospitati in due alberghi che denotano una antica bellezza, il Palestine e il Commodore. Davanti a noi una splendida spiaggia dorata e il mare, un mare sorvegliato a vista dalle motovedette israeliane, un mare da cui è vietato entrare e uscire, dove è vietato perfino pescare. La città svela i segni dolorosi dell’aggressione, dello stato di guerra. Li svela, sui muri di tante case e scuole, il rosario di colpi di mitraglia, le occhiaie vuote dei colpi di cannone, le macerie, gli improvvisi spazi vuoti, in un tessuto urbano densamente abitato, che si aprono dove i missili hanno polverizzato interi caseggiati. Lo svela il rumore assordante dei generatori quasi in perenne azione perché l’unica centrale elettrica della Striscia funziona a singhiozzo, innescando a cascata tutta una serie di altri problemi ed emergenze, a cominciare dall’erogazione dell’acqua. Alcuni momenti da ricordare. 22 ottobre: pranzo all’aperto sulla spiaggia con la partecipazione del primo ministro Ismail Haniyeh, alto, sorridente, sereno, vestito di una tunica bianca. 23 ottobre: incontro con il prof. Haider Eid, membro dello Steering Committee PACBI (Palestinian Campaign for the Academic & Cultural Boycott of Israel), nella sede della sua associazione: una riflessione appassionata e lucida sul fallimento della soluzione “due stati” e sulle ragioni della soluzione “uno stato”, laico e democratico, multietnico, per tutti, palestinesi e ebrei. 9 23 ottobre: visita ai superstiti della famiglia Al-Samouni 1, un massacro atroce consumato a freddo durante l’operazione Piombo fuso. 24 ottobre : incontro presso il palazzo municipale con il sindaco di Gaza City, Rafiq al-Makki. 24 ottobre Alle ore 13.30 lasciamo la Striscia di Gaza. In pullman, otto ore di viaggio, sequestrati dalla polizia egiziana, verso l’aeroporto internazionale del Cairo, dove trascorriamo la notte, gli egiziani ci impediscono di andare in un albergo. I diversi gruppi del convoglio, sempre sotto stretta sorveglianza, si lasciano, si salutano, si dividono per rientrare nei rispettivi paesi. 25 ottobre Il gruppo italiano, tranne 3 diretti a Fiumicino, si imbarca alle 12 su un volo Air One diretto a Malpensa. Arriviamo alle ore 17.30 accolti con calore da un gruppo di attivisti provenienti da Torino, Milano, Cremona e Verona: Diana, Grazia, Alberta, Enrico, Ugo, Alberto, Marco e altri dei quali non conosco il nome. Io e Lotfi rientriamo in treno a Parma. Fa molto freddo, la kefia ci protegge. Leggo su Repubblica una nota di Mario Pirani, che si scaglia contro la Fiom e contro l’Iran di Amadinejad che minaccerebbe la sopravvivenza di Israele. Il mondo capovolto. Vincenzo Tradardi Colorno 3 novembre 2010 “Mi chiamo Mona, faccio la quinta e ho 10 anni. Mia mamma e mio papà sono stati assassinati, anche le mogli di mio fratello - Safa, Maha e suo figlio.” “A te cosa è successo?” “Eravamo a casa, sono entrati e ci hanno ordinato di evacuare. Riuscivamo ad udire mia zia che gridava di non rompere le cose e sentivamo il rumore di cose rotte. I soldati hanno sfondato il muro e sono entrati in casa. I soldati ci hanno detto: “andate nella casa del vicino e non uscite, se uscite vi spariamo”. Siamo stati nella casa dei vicini per 2 giorni senza cibo e senza acqua. Mio cugino Mohammed e il nostro vicino Hamdi sono usciti per prendere la legna così potevamo fare il pane. I bambini piangevano, volevano mangiare e bere. I soldati hanno lanciato il primo missile, ha colpito Mohammed ed Hamdi, sono stati ammazzati entrambi immediatamente. Il secondo missile ha ferito qualcuno di noi, il terzo missile ha colpito i miei zii e mia nipote, cosi che sono morti tutti, anche mio padre e mia madre. Dopo il secondo missile siamo tutti corsi in un angolo della stanza ma il terzo missile ci ha colpito ed eravamo tutti feriti, così abbiamo detto: è fatta, continueranno a spararci fino a che non saremo morti tutti.” (intervista) 7. Un primo commento a caldo di Alfredo Tradardi Convoglio VivaPalestina5: Un primo commento a caldo, 29 ottobre 2010 Lunedì 25 ottobre la delegazione italiana è rientrata in Italia. Spencer Barone, Luca Debenedittis e Paolo Papapietro sono arrivati a Fiumicino per proseguire rispettivamente verso Pisa, Brindisi e Matera. Il resto della delegazione, Alfredo Tradardi (ISM-Italia, Torino, leader della delegazione italiana), Luca Barbich (Pavia), S.C. (Padova), Arianna Corradi (Milano), Francesco Gerevini (Cremona), Dana Lauriola (Torino), Simone Masera (ISM-Italia, Torino), Vincenzo Tradardi (ISM-Italia, Parma), Gionata Valsania (Torino), Lotfi Zgarni (Parma), sono atterrati alla Malpensa accolti calorosamente da compagne e compagni di Torino, Milano e Verona. Avevano tutti/e passato la notte all'interno dell'aeroporto del Cairo, sequestrati dalla polizia egiziana, l'ultima infamia di Hosni Mubarak. Una accoglienza che, con tutta onestà e con tutta sincerità, la delegazione italiana ha 10 meritato per aver superato con determinazione i momenti più duri e incerti di questo lungo viaggio. I molti sensi di un convoglio 1. Un pellegrinaggio laico per alcuni, religioso per altri Dopo le tappe di avvicinamento in Francia, Italia e Grecia il convoglio, entrando in Turchia, si è trasformato in un pellegrinaggio laico, per altri religioso, prima sulle tombe di alcune delle vittime della Mavi Marmara, poi in un altro luogo di sofferenza e di dolore, il campo profughi palestinese di Lattakia, per finire poi a Gaza in mezzo alle distruzioni più inumane e feroci, in mezzo a un popolo che con indomita fierezza continua a resistere sotto un assedio del quale sono complici tutti i paesi occidentali e non solo. A Kayseri, l'antica Cesarea, siamo stati al cimitero dove è sepolto Furkan Dogan, un giovane di 19 anni, nato negli Stati Uniti e cittadino turco. Abbiamo poi incontrato i suoi parenti in un centro culturale a lui dedicato. Ralph G. Loeffler, un attivista dell'International Action Center di New York, ne scrive in modo toccante in Remembering Furkan Dogan (vedi attach seguente). E immediato è il rinvio al nome di Rachel Corrie, schiacciata da un bulldozer israeliano il 16 marzo 2003, mentre partecipava alla campagna dell'ISM contro la demolizione delle case a Rafah nella Striscia di Gaza. 2. Rachel Corrie and Furkan Doğan as symbols of Viva Palestina March 16th 2003 Rachel Corrie, a 23-year-old U.S. peace activist of Palestinian International Solidarity Movement, was crushed to death by a bulldozer as she tried to prevent the Israeli army destroying homes in the Gaza Strip. In a remarkable series of emails to her family, she explained why she was risking her life. You could read these emails on the website of Rachel Corrie Foundation, http://rachelcorriefoundation.org/. Only two short points from her emails: February 20 2003 (To her mother) “A move to reoccupy Gaza would generate a much larger outcry than Sharon's assassinationduring-peace-negotiations/land grab strategy, which is working very well now to create settlements all over, slowly but surely eliminating any meaningful possibility for Palestinian self-determination. Rachel” February 27 2003 (To her mother) “So I think when all means of survival is cut off in Gaza which people can't get out of, I think that qualifies as genocide. Even if they could get out, I think it would still qualify as genocide. Maybe you could look up the definition of genocide according to international law. Anyway, I'm rambling. Just want to write to my Mom and tell her that I'm witnessing this chronic, insidious genocide and I'm really scared, and questioning my fundamental belief in the goodness of human nature. This has to stop. I think it is a good idea for us all to drop everything and devote our lives to making this stop”. The Rachel Corrie's tragedy has the dimension of a Greek drama. Her father had been a bulldozer driver in Vietnam war. Her boyfriend committed suicide a year later. So, the proposal of International Solidarity Movement Italy to Viva Palestina is to assume Rachel Corrie and Furkan Doğan as two symbols of the struggle for justice and humanity, and, at the same time, as two symbols of the inhuman and criminal project of Zionism. Una giovane di 23 anni ha saputo cogliere rapidamente, con una lucidità singolare, la realtà della situazione palestinese. Sorprendente a confronto la cecità di tanti/e guru del falso solidarismo nostrano. 11 3. La dimensione internazionale del convoglio Siamo arrivati a Lattakia il 3 ottobre verso le 3 del mattino dopo una intera giornata di viaggio. Nel corso della giornata sono arrivati gli altri due convogli, quello dal Marocco e quello dal Qatar, 12 delegazioni di paesi arabi, dal Qatar al Bahrein, all'Arabia Saudita, alla Giordania, alla Tunisia, all'Algeria, alla Mauritania. L'Algeria e la Giordania, ognuna con più di 35 veicoli. Tra i veicoli arabi alcuni guidati da sole donne, il segno di un nuovo e significativo protagonismo femminile. La dimensione internazionale del convoglio ha assunto un carattere senza precedenti, segnando per Viva Palestina un turning point. Una dimensione alla quale si deve molto, se la situazione, che sembrava prossima allo scacco matto, si è alla fine sbloccata e siamo riusciti a entrare nella Striscia di Gaza. 4. Come si costruisce una comunità umana Le varie delegazioni, anche quelle in arrivo dall'Europa, non avevano avuto nè tempo nè modo di fraternizzare, ma i 19 giorni, passati insieme nel campo, hanno trasformato un insieme di persone con storie, fedi religiose e culture così diverse e lontane, in una comunità caratterizzata da un spirito fortissimo di umanità e di condivisione. Il mangiare insieme, l'assolvere insieme a vari compiti, lo scambio di esperienze, le interazioni con i profughi palestinesi del campo, le assemblee, le conferenze stampa, gli incontri serali di intrattenimento, il maledire insieme gli egiziani per averci costretto a scaricare tutti gli scatoloni per poi ricaricarli su pallet dei quali avevano anche fissato le dimensioni, hanno trasformato tutti e tutte in un archetipo di una società futura, senza barriere, senza pregiudizi, senza presunzioni di superiorità. E ogni palestinese incontrato iniziava il suo dire con “I am from Tantura”, “I am from Haifa” e così via. Moltissimi con la chiave della loro casa in Palestina al collo. Il diritto al ritorno non come una formula vuota, ma come un fatto esistenziale. Qualche episodio tra i tanti. Una sera abbiamo cantato Bella ciao, molto applauditi. Il giorno dopo Mohammed Ali, giordano, che lavora ad Amman per l'università islamica di Gaza, si è avvicinato e mi ha detto: ho trovato la traduzione di Bella ciao in inglese e in arabo, la prossima volta iniziamo con la lettura delle traduzioni e poi voi cantate. Così è stato. E l'applauso è stato ancora più convinto e più caloroso. In una assemblea è intervenuto lo sceicco Hassan Sari, docente di religione islamica, e ha detto: “We have nothing against Jews as Jews.” Qualche giorno dopo sono andato a ringraziarlo per queste parole, con l'aiuto di uno dei nostri, Lotfi, di origini tunisine che ora abita vicino Parma, che ha guidato con perizia l'ambulanza, e lo sceicco mi ha risposto con queste semplici parole: “This is our religion”. La delegazione italiana ha ricevuto molti apprezzamenti dalla leadership del convoglio. Dal 13 al 20 novembre si terranno in Italia incontri e seminari per presentare il saggio di Ghada Karmi “Sposata a un altro uomo – Per uno Stato laico e democratico nella Palestina storica”, DeriveApprodi 2010, saggio tradotto a cura di ISM-Italia. Nei seminari e negli incontri del 18 a Napoli, del 19 a Roma e del 20 novembre a Pisa sarà presente anche Kevin Ovenden, il leader del convoglio Viva Palestina 5. ISM-Italia partecipando al convoglio come Viva Palestina Italia, ha fatto una scelta politica, quella di unirsi a chi ha realizzato la prima risposta all'attacco contro la Mavi Marmara, facendo della dimensione internazionale un obiettivo fondamentale. ISM-Italia non organizzerà assemblee per “raccontare” il convoglio con l'aiuto di foto e di video. Lo farà negli incontri con Ghada Karmi, a novembre, senza proiettare foto o video . Un aspetto negativo della maggior parte degli attivisti è l'uso ossessivo e aggressivo di macchine fotografiche e di videocamere, una forma acutissima di giapponesizzazione. Il 12 rifiuto di usare il proprio cervello e la propria memoria, una delega agli oggetti che qualcuno ha definito come proiezioni esterne del sé, un rifiuto a concedersi un tempo, anche minimo, per la riflessione e per lo studio. ISM-Italia lancerà a novembre una campagna di boicottaggio del turismo egiziano. L'Egitto deve pagare un prezzo per la sua complicità totale con Israele e con gli Stati Uniti. Alfredo Tradardi ISM-Italia Viva Palestina Italia [email protected] www.ism-italia.org Torino, 29 ottobre 2010 Diaries: Live from Palestine Remembering Furkan Dogan Ralph G. Loeffler, Live from Palestine, 18 October 2010 -------------------------------------------------------------------------------- attach Furkan Dogan (http://furkan-dogan.com) Furkan Dogan. I'm going to say Furkan Dogan so often that it will sound, as it rightly should, just as "American" as John Smith or Bill Jones. Furkan Dogan was an American, a young American of only 19 years when on 31 May a hail of Israeli bullets ended his life on the Mavi Marmara Turkish humanitarian aid ship. Furkan was filming the Israeli assault when an Israeli commando fired his first shot pointblank hitting Furkan squarely in the face. Four more shots were fired into Furkan leaving him dead and unrecognizable. The Mavi Marmara, the largest ship of an international flotilla of six vessels that made of the Gaza Freedom Flotilla, was carrying food, medicine and school supplies to the Israeli besieged Gaza Strip. The Israelis have blockaded Gaza since the Hamas government was democratically elected in 2006. For more than three weeks, in December 2008 and January 2009 the Israelis wantonly attacked Gaza destroying essential infrastructure and killing more than 1,400 citizens, a large percentage of them women and children. Furkan, who was born in the Albany-Troy area of New York, had gone back to live in his family's hometown of Kayseri, Turkey. His family knew the names of the eight Turkish 13 nationals who had been killed on the Mavi Marmara but one casualty had not been immediately identified. In their normal pattern of lies and misinformation the Israelis had not identified Furkan because he was an American. They waited until the initial impact of their murderous attack on innocent, defenseless humanitarians subsided a bit before confirming the ninth victim was Furkan. When Furkan's father went to meet the Mavi Marmara's survivors and casualties he had no idea that his son had been murdered. Instead of greeting his son he was taken to the morgue to identify his remains. Surely such a day defies description. In an immediate reaction to the Mavi Marmara massacre Viva Palestina announced plans for another humanitarian aid mission to Gaza. Viva Palestina, a UK-based charity founded by former Member of British Parliament George Galloway, launched its initial land aid convoy in March 2009 shortly after the Israeli attack ended. On 18 September 2010, four missions later, Viva Palestina 5 left the UK for Gaza. The Viva Palestina 5 convoy arrived in Kayseri late on 29 September and spent the night on a mountain overlooking the town. We had come to Kaseyri for the sole purpose of visiting Furkan's gravesite and extending our condolences to his family. The following morning we were told that our convoy would be passing by the high school from which Furkan had graduated and that students from the school would be waiting for us. As we began our slow journey down the twisting mountain road the convoy took on the air of a funeral procession. Suddenly, there they were. The students lined both sides of the road standing for who knows how long. Each one sadly, silently, proudly held up Furkan's picture as the convoy rolled by. Beautiful, moving words were spoken at the gravesite and afterwards we met with Furkan's family at the recently built community center named in Furkan's honor. The grandfather and uncle bore their grief perhaps with the acceptance of mortality that comes with age. But the older brother's grief was palpable. Deep, dark lines were etched under his eyes and he seemed detached from his surroundings. The despair evident on his face made a statement greater than words could ever do. Any country should be proud to have a promising young man such as Furkan as one of its own. Intelligent and mature beyond his years Furkan had already dedicated his life to the struggle for Palestinian justice. Such a course bears no import with the US Congress, which allows for the US bankrolling of the occupation. And the Israeli thug who gunned down Furkan is no more responsible for murdering him than Furkan's own country which paid for the bullets. Ralph G. Loeffler is an activist with the International Action Center in New York City. 14 8. L'organizzazione della partecipazione italiana La partenza del convoglio da Londra è stata spostata dal 12 al 18 settembre, ma è stato comunque assai difficile, nel brevissimo tempo a disposizione e dovendo anche attraversare i mesi di luglio e agosto, riuscire a mettere in moto gruppi di lavoro in tutte le regioni. Solo dove si è riusciti a farlo in luglio si è ottenuto di mettere in campo un veicolo. Il lavoro si è concentrato a Torino, Milano, Parma, Bologna, Ancona, Campobasso, Verona e Padova. Ma risposte significative sono arrivate da molte altre parti d'Italia. La spinta a proseguire nella nostra determinazione ci è venuta dall'impegno e dal lavoro di numerose persone e da organizzazioni/associazioni che hanno aderito all'appello e contribuito alla raccolta dei fondi necessari. Alcuni contributi, superiori ai 1.000 euro, sono arrivati da persone che non avevamo mai in precedenza incontrato in manifestazioni per la Palestina. Segno evidente del mutamento di una parte dell'opinione pubblica sottolineato nel suo intervento da Kevin Ovenden. Abbiamo cercato di coinvolgere gli Enti Locali, inviando molte richieste a province e comuni, ma abbiamo ricevuto una risposta positiva solo dalla Provincia di Campobasso, frutto di un particolare lavoro fatto in loco. Per il convoglio VivaPalestina3 avevamo ottenuto un contributo dalla Regione Piemonte di 10.000 euro in medicine. Abbiamo provato di nuovo con alcune regioni ma senza successo. La regione Piemonte aveva quasi esaurito i fondi e il residuo è stato destinato al Pakistan. Un'altra regione, distintasi nel passato per aver dato fondi cospicui al Centro Peres per la Pace (una delle tante infamie italiane) ci ha risposto che considerava il convoglio “una forzatura”. L'iniziativa di ISM-Italia non ha avuto nessun sostegno da parte delle strutture e delle organizzazioni più note. Il 31 luglio 2010 in una riunione a Roma sulla Flottiglia 2, a stento si è riusciti a far inserire nel comunicato finale un riferimento all'impegno in corso per VivaPalestina5. In altra sede torneremo sul tema della frammentazione della galassia di movimenti e associazioni che si dicono di solidarietà con i palestinesi (pochissimi precisano di essere solidali con la resistenza palestinese e di essere antisionisti). Alcune regioni che non sono riuscite a mettere in campo un veicolo hanno comunque contribuito raccogliendo fondi. Tra queste il Friuli Venezia Giulia, la Campania, la Puglia, il Lazio. Ci limitiamo per ora a un quadro generale, senza nominare tutte le persone che si sono distinte per impegno e generosità. Facciamo solo una eccezione per Pati e Pamela del Collettivo “Dino Frisullo” di Lecce che abbiamo trovato ad aspettarci al porto di Igoumenitza il 24 settembre all'alba e che ci hanno seguito in Grecia. Rispetto all'obiettivo iniziale, 20 veicoli, uno per regione, siamo riusciti a partecipare solo con 6 veicoli, tra i quali una ambulanza e una automedica, richiesta all'ultimo momento dai palestinesi e che siamo riusciti ad acquisire con qualche salto mortale in extremis. Ma alla fine siamo stati la seconda delegazione europea e abbiamo ricevuto ripetuti apprezzamenti sia dalla leadership del convoglio, sia dalle altre delegazioni. 15 9. Gli aiuti Nella tabella che segue sono riassunte le spese per i veicoli e una valutazione del valore degli aiuti raccolti che sono stati in gran parte frutto di donazioni. Complessivamente sono stati consegnati aiuti, comprendendo tra questi anche i veicoli, per quasi 90.000 euro. La valutazione dell'usato è ovviamente solo una stima. Nelle tabelle successive il dettaglio degli aiuti per i quattro furgoni. L'ambulanza e l'automedica non hanno caricato aiuti. I veicoli con gli aiuti, arrivati a Gaza il 21 ottobre, sono stati consegnati al Gaza Aid Committee. Tabella riassuntiva veicoli aiuti Targa Marca ITA01 BZ007CK Hyunday H 1 ITA02 CG110DW Hyunday H 1 ITA03 CF340AK FIAT Ducato ITA04 BN570RG Hyunday H 1 ITA05 BX867TZ Fiat Ducato ITA07 BF522HR Skoda Octavia Tipo Anno Van 2002 Van 2003 Ambulance 2003 Van 2001 Van 2002 Automedica 1999 Totale Valori in euro Prezzo Aiuti 4.657 6.351 6.529 5.735 11.320 0 4.627 11.000 5.200 26.002 8.113 0 40.445 49.088 Totale 11.008 12.264 11.320 15.627 31.202 8.113 89.533 I veicoli ITA01 e ITA02 sono partiti da Torino. ITA03 e ITA07 da Parma ITA04 da Milano che ne ha curato l'acquisto mentre gli aiuti sono stati caricati ad Ancona a cura di associazioni delle Marche e del Molise. ITA05 è partito da Padova con aiuti per tre progetti speciali. Il materiale del primo progetto, 5 pc usati per un valore di 650 euro, non è arrivato alla associazione interessata, alla quale abbiamo fatto pervenire ex post la somma relativa. Gli altri due progetti, realizzati a Verona, il secondo di 2.700 euro e il terzo di 22.652 + il veicolo per 5.200 euro sono stati invece consegnati ai destinatari indicati. A parte i computer caricati su ITA01, che sono stati tutti revisionati e dotati del sistema operativo Linux, e quelli caricati su ITA05, tutto l'altro materiale era nuovo. ITA06 è rimasto fermo a Brindisi per ritardato arrivo di documenti. 16 VIVA PALESTINA ITALY CUSTOM MANIFEST ITA01 BZ007CK Vehicle List of items/boxes Content N. Value ITA01/010 Toner 19 ITA01/011 Education - stationery 1350 new ITA01/012 ITA01/013 ITA01/014 ITA01/015 Education - stationery Scientific calculator 10 Education 40 Printer Canon 1 Totale new Desktop computer completo 1 Desktop computer completo 1 Desktop computer completo 1 Desktop computer completo 2 Server 1 Desktop computer completo 1 Desktop computer completo 1 Computer keyboard and mouses Computers various components Sony large tv 1 Printer INKJET HP 1 Switching Power Supply 1 Cables see ITA01/020 Notebook Compaq Armada 1 Totale used Total 1031 new 100 new 140 new 80 new 3621 200 used 200 used 200 used 400 used 500 used 200 used 200 used 50 used 100 used 500 used 20 used 50 used 10 used 100 used 2730 6351 euro ITA01/001 ITA01/002 ITA01/003 ITA01/004 ITA01/005 ITA01/006 ITA01/007 ITA01/008 ITA01/009 ITA01/016 ITA01/017 ITA01/019 ITA01/020 ITA01/021 920 new 17 VIVA PALESTINA ITALY CUSTOM MANIFEST ITA02 Vehicle CG110DW All this items has been donated and are new. List of Items/Boxes Content N. Value ITA02/001/016 paper A4 box 16 320 ITA02/017 pipes 1 360 ITA02/018 pipes 1 80 ITA02/019 pipes 1 85 ITA02/020 pipes 1 125 ITA02/021 education 1 150 ITA02/022 medical uniform 1 50 ITA02/023 exercise book 1 50 ITA02/024 exercise book 1 50 ITA02/025 education 1 300 ITA02/026 drawing paper A4 1 30 ITA02/027 drawing paper A3 1 30 ITA02/028 drawing paper A3 1 30 ITA02/029 drawing paper A3 1 40 ITA02/030 education 1 1065 ITA02/031 giotto pastels 1 120 ITA02/032 bags for students 33 1155 ITA02/033 bags for students 33 495 ITA02/034 bags for students 30 1200 total Total 5735 18 VIVA PALESTINA ITALY CUSTOM MANIFEST ITA04 Vehicle BN570RG All the items are new. List of items/boxes ITA04/001 ITA04/002 ITA04/003 ITA04/004 ITA04/005 ITA04/006 ITA04/007 ITA04/008 ITA04/009 ITA04/010 ITA04/011 ITA04/012 ITA04/013 ITA04/014 ITA04/015 ITA04/016 ITA04/017 ITA04/018 ITA04/019 ITA04/020 Content Medicine Medicine Medicine Medicine Medicine Medicine Medicine Medicine Medicine Medicine Education Education Education Construction Education Education Education Medicine Medicine Medicine Total BOX N: BOX A1 BOX B2 BOX C3 BOX D4 BOX E5 BOX F6 BOX G7 BOX H8 BOX I9 BOX L10 BOX M11 BOX N12 BOX O13 BOX P14 BOX Q15 BOX R16 BOX S17 BOX T18 BOX U19 BOX V20 Value 750 750 750 750 750 750 750 750 750 750 100 150 150 500 100 150 100 750 750 750 11.000 19 VIVA PALESTINA ITALY CUSTOM MANIFEST ITA05 Vehicle BX867TZ List of items/boxes Content Special Project n 1 AIYAL Association Reference in Gaza Adham Khalil ITA05/001- 010 Desk PC + Monitor Special Project n 2 Reference in Gaza ITA05/011 - 013 ITA05/014 - 026 EMAAR Association Khan Younis Abu Mousa Anwar Matresses for disable with el. equipment 20 Wheelchair 13 Special Project n 3 Reference in Gaza Vehicle ITA05 ITA05/027 -045 ITA05/046 - 051 Ministery of Health Director Cooperation Ministery of Health to Ministry of Health Drugs Sanitary materials Total General total N. Value 5 650 1.400 1.300 2.700 1 21.142 1 1.510 22.652 26.002 20 10. Il bilancio economico Contributi Spese euro Spese per la promozione del convoglio Enti locali Provincia di Campobasso Campobasso 2500 Spese per il convoglio Spese varie durante il convoglio Sindacati CGIL Reggio Emilia 2000 Contributo Ass Aiyal Confederazione Cobas Roma 1000 Totale Pa rtiti Circolo PRC Biella 100 Spese per veicoli ITA01 Comunità islamiche Comunità islamica di Parma Parma 1480 ITA02 Comunità islamica di Reggio Emilia Reggio Emilia 1760 ITA01+ITA02 ITA03 Associazioni Ass. Pubb. Montecchio Emilia Montecchio 300 ITA04 Associazione Sociale e Culturale Molise 100 ITA05 Centro Politico 1921 Livorno 205 ITA07 Circolo ARCI Brescia 300 Totale acquisto veicoli Comitato Varesino per la Palestina Varese 526 Contributi spese viaggio di 6 drivers CSID Collettivo Dino Frisullo Lecce 1500 Spese organizzative Piemonte Salaam Ragazzi dell'Ulivo Trieste 500 Acquisto aiuti Piemonte Gruppi Gruppo Convoglio Milano 1284 Totale spese Gruppo Convoglio Ancona 1700 delta Gruppo Convoglio Napoli 2060 Spese drivers ancora da rimborsare Gruppo Convoglio Padova 5200 delta Gruppo Convoglio Cremona 445 Gruppo Convoglio Torino 5943 TOTALE 28903 Contributi organizzativi drivers 1500 Contributi personali da: 5000 1 5000 3000 1 3000 2500 2 5000 1000 1 1000 700 1 700 640 1 640 500 4 2000 350 1 350 300 6 1800 250 7 1750 200 11 2200 150 2 300 130 2 260 100 21 2100 50 19 950 40 1 40 30 3 90 25 6 150 20 11 220 15 2 30 10 30 300 5 61 305 TOTALE 194 28185 TOTALE GENERALE 58588 euro 2.525 1.267 1.631 650 6.073 4.387 6.259 539 11.320 4.627 5.200 8.113 40.445 3.770 435 3.621 54.344 4.245 3.812 433 Abbiamo ricevuto alcuni contributi all'ultimo momento e anche durante e dopo il viaggio. Se alcuni dei drivers (6 su 14) vorranno onorare i loro impegni siamo in grado di far arrivare a Gaza ulteriori aiuti per 4.245 euro. 21 Allegato 1 Elenco delle adesioni di enti, associazioni e organizzazioni Enti Locali 1 Provincia di Campobasso Sindacati 1 Confederazione Cobas 2 CGIL Reggio Emilia Partiti Politici 1 PRC Basilicata 2 PRC Biella 3 PRC Molise Comunità islamiche 1 Comunità islamica di Parma 2 Comunità islamica di Reggio Emilia Gruppi 1 Gruppo Convoglio, 2 Gruppo Convoglio, 3 Gruppo Convoglio, 4 Gruppo Convoglio, 5 Gruppo Convoglio, 6 Gruppo Convoglio, 7 Gruppo Convoglio, Ancona Cremona Milano Napoli Padova Lazio Torino Associazioni 1 ISM-Italia 2 Viva Palestina Italia Abruzzo 1 Deposito dei segni, Spoltore Basilicata 1 Associazione Loe per la Cooperazione e la Solidarietà, Matera Emilia Romagna 1 Ass. Coordinamento Pace e Solidarietà ONLUS Parma 2 Ass. Pubb. Montecchio Emilia, Montecchio 3 Circolo Celia Sanchez Parma 4 Comitato Parma per Gaza Friuli Venezia Giulia 1 Salaam Ragazzi dell'Ulivo, Trieste Liguria 1 Associazione Zaatar Genova 22 Lombardia 1 Circolo ARCI, Brescia 2 Comitato Varesino per la Palestina, Varese Marche 1 Campagna Palestina Solidarietà Marche 2 Ya Basta Marche 3 Ambasciata dei diritti Marche 4 Brigata di solidarietà attiva Italia Marche 5 CSA Kontatto Marche 6 CSA Oltre frontiera Marche 7 Gruppo Fuori tempo Marche 8 L.U.P.O. Lotta di Unità Proletaria di Osimo 9 Resistenza Solidale Marche 10 Ujama per la pace Onlus Marche Molise 1 Ass. Sociale Culturale "G.Tedeschi" ONLUS, Molise 2 A.L.P.A.- Molise 3 Associazione Sociale e Culturale, Molise 4 Caritas Diocesana. Campobasso e Bojano 5 Collettivo 2Kappa8, Molise 6 Cooperativa Morelia, Molise 7 Energia per i Diritti Umani, Molise 8 Giovani Democratici, Molise 9 Il Bene Comune, Molise 10 Libera contro le Mafie, Molise 11 Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali, Molise ( S.I.P.B.C. Molise) 12 Studenti è Partecipazione, Campobasso ( STEP Campobasso) 13 Unione degli Studenti, Campobasso (UDS Campobasso) Piemonte 1 ARCI, Ciriè 2 Ass. Culturale Itàca Torino 3 Centro Sociale Askatasuna 4 Circolo Internazionalista, Torino Puglia 1 Brindisi per Gaza 2 CSID Collettivo Dino Frisullo, Lecce Toscana 1 Centro Politico 1921, Livorno 2 Coordinamento Antifascista e Antirazzista Pisa 57 Totale 23