VivaPalestina5 Report sul convoglio - ISM

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VivaPalestina5 Report sul convoglio - ISM
Ism-Italia - Viva Palestina-Italia
Dossier 2011/02/10/01
Convoglio VivaPalestina5
Rapporto di fine missione - End of mission report
Parte prima
Nella foto la delegazione italiana a Lattakia
ISM-Italia – Viva Palestina Italia
Torino, 10 febbraio 2011/29 marzo 2011
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Indice
Premessa
1. Le assemblee a Roma e Milano con Kevin Ovenden
2. L'appello di ISM-Italia e di Viva Palestina Italia
3. Le adesioni all'appello
4. La delegazione italiana
5. I report durante il viaggio
6. L'arrivo a Gaza di Vincenzo Tradardi
7. Un primo commento a caldo di Alfredo Tradardi
8. L'organizzazione della partecipazione italiana
9. Gli aiuti
10. Il bilancio economico
NOTA
La redazione di questo rapporto doveva essere predisposta dopo qualche
settimana dal ritorno in Italia il 25 ottobre.
Arriva con ritardo e ce ne scusiamo con tutti/e.
Ma ISM-Italia aveva in programma dal 13 al 20 novembre un ciclo di 9 incontri a
Torino, Ivrea, Milano, Varese, Trieste, Cagliari, Napoli, Roma e Pisa per presentare
il saggio di Ghada Karmi Sposata a un altro uomo – Per uno stato unico nella
Palestina storica, DeriveApprodi 2010. Al ciclo di incontri ha partecipato l'autrice e
nei due incontri finali a Roma e Pisa anche Kevin Ovenden.
Hanno pesato i 15 giorni di viaggio in più del previsto, che ci hanno costretto in
tutta fretta a definire il programma del ciclo di incontri con Ghada Karmi, senza
dimenticare la tensione accumulata nella organizzazione e nella partecipazione al
convoglio e poi gli eventi successivi che stanno sconvolgendo il mondo arabo.
Rinnoviamo le nostre scuse per il ritardo nel presentare il rapporto di fine
missione a tutte le persone e a tutte le organizzazioni che ci hanno sostenuto e
che ci hanno permesso di arrivare nella Striscia di Gaza per dire anche a loro
nome ai palestinesi tutti che almeno una parte, anche se minoritaria, del mondo
occidentale, non li ha dimenticati.
Per gli allegati vedi dossier 2011/02/10/02
1. A Gaza con il Viva Palestina Convoy3 di Diana Carminati e Alfredo Tradardi
2. Dopo la GFM e il VivaPalestina Convoy3 - La situazione dei movimenti di solidarietà in
Italia di Diana Carminati, ISM – Italia, Torino, 21 febbraio 2010
3. Le prospettive del movimento di solidarietà con la resistenza palestinese dopo l'attacco
israeliano contro la Freedom Flotilla di Kevin Ovenden Viva Palestina UK
4. Convoglio VP5: da Ankara a Kayzeri, 30 settembre 2010
5. Convoglio VP5: da Lattakia verso Gaza, 5 ottobre 2010
6. Convoglio VP5: inizia il tiro alla fune con l'Egitto, 7 ottobre 2010
7. Convoglio VP5: verso El Arish, 14 ottobre 2010
8. Convoglio VP5: domenica si parte per El Arish, 15 ottobre 2010
9. Convoglio VP5: dall'Egitto, una ulteriore e inaccettabile pretesa, 17 ottobre 2010
10.Convoglio VP5: continua il sequestro del convoglio da parte egiziana, 19 ottobre 2010
11.Convoglio VP5: Sequestrati all'aereoporto del Cairo. Le infamie di Mubarak, 25 ottobre
2010
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Premessa
ISM-Italia ha partecipato, con Diana Carminati e Alfredo Tradardi, al convoglio
VivaPalestina3. In allegato 1 A Gaza con il Viva Palestina Convoy3, un breve
resoconto della missione, mentre in allegato 2 una successiva analisi di Diana
Carminati, Dopo la GFM e il VivaPalestina Convoy3 - La situazione dei
movimenti di solidarietà in Italia del 21 febbraio 2010.
Subito dopo l'attacco alla Mavi Marmara George Galloway, fondatore di Viva
Palestina UK, in un raduno di protesta davanti all'ambasciata israeliana a Londra
all'inizio di giugno 2010, lanciò il programma, assai ambizioso, di due nuovi
convogli, uno via terra e uno via mare.
Il convoglio via terra sarebbe partito da Londra il 12 settembre e attraverso
l'Europa, la Turchia, la Siria, la Giordania, l'Egitto e il valico di Rafah sarebbe
entrato a Gaza. Al convoglio si sarebbero uniti veicoli e volontari in ogni paese
attraversato e altri due convogli sarebbero partiti da Doha (Qatar) e dal Marocco.
L'obiettivo era di entrare a Gaza con 500 veicoli.
Il convoglio via mare avrebbe dovuto viaggiare nel Mediterraneo unendosi a navi,
a cargo e a volontari di ogni paese. L'obiettivo era di arrivare a Gaza con 60 navi
nello stesso momento e di entrare con il più grande convoglio di aiuti del mondo,
per rompere di nuovo l'assedio e, questa volta, in via definitiva.
I fatti avrebbero portato a un ridimensionamento del programma. Il convoglio via
mare ha subito una serie di successivi rinvii e ad oggi dovrebbe partire nel mese
di maggio 2011, a un anno dall'attacco contro la Mavi Marmara, mentre il
convoglio VivaPalestina5 è riuscito a mettere insieme solo 140 veicoli e 380
attivisti.
Ma il convoglio è stato, comunque, la prima risposta internazionale
all'attacco omicida contro la Mavi Marmara.
Come ISM-Italia, e successivamente anche come Viva Palestina Italia (vedi
www.vivapalestina.org), abbiamo deciso di partecipare al convoglio.
Ci siamo posti l'obiettivo ambizioso di mettere in campo 20 veicoli, uno per
regione. Alla fine siamo riusciti a essere presenti con sei veicoli e 14 attivisti.
1. Le assemblee a Roma e Milano con Kevin Ovenden
Per definire la piattaforma politica e le modalità di partecipazione al convoglio è
stato invitato a partecipare a due assemblee, a Roma il 9 luglio e a Milano il 10
luglio, Kevin Ovenden, uno dei leader di Viva Palestina UK, che avevamo
conosciuto nel Convoglio VivaPalestina3. Lo abbiamo salutato, il 7 gennaio 2010,
prima di ripartire da Gaza e lui ci disse: “Questo convoglio è stato organizzato
anche nello spirito di Antonio Gramsci.” Kevin era anche a bordo della Mavi
Marmara. All’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=outnrvAQkdw una sua
intervista al rientro a Londra.
In allegato 3 l'intervento di Kevin Ovenden a Milano.
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“Deve essere chiaro che l'attacco contro la Mavi Marmara è stato progettato per
intimidire e terrorizzare gli attivisti internazionali e noi non possiamo permettere
a noi stessi di essere terrorizzati da questi attacchi israeliani. E io vi porto le
parole delle famiglie delle persone uccise sulla nave. Le abbiamo incontrate a
Istanbul nei giorni successivi al massacro. Tutti i familiari hanno detto che il
movimento deve continuare e che loro sono pronti a dare il loro contributo perché
questo avvenga.
Quindi il movimento per liberare Gaza deve continuare per mare e per
terra.”
2. L'appello di Ism-Italia e di Viva Palestina Italia
APPELLO PER ROMPERE L’ASSEDIO DELLA STRISCIA DI GAZA
PIENO APPOGGIO ALLE PROSSIME FLOTTIGLIE E AI
CONVOGLI DIRETTI A GAZA
PROSSIMI
Il terribile massacro a bordo della Mavi Marmara il 31 maggio ha portato
a un cambiamento radicale dell'opinione pubblica internazionale nei
confronti dell'assedio disumano del popolo di Gaza.
Lungi dall'aver dissuaso le persone di coscienza dal tentare di porre fine a
quell'assedio, l'assalto israeliano contro la Freedom Flotilla sta spingendo un
maggior numero di attivisti a portare aiuti umanitari al popolo palestinese e a
porre fine al blocco.
Viva Palestina UK ha lanciato "Viva Palestina
un convoglio via terra, senza precedenti, che
settembre, in collegamento con i convogli che
Doha (Qatar), con l'obiettivo di raggiungere Gaza
5 - a global lifeline to Gaza",
partirà da Londra sabato 18
partiranno da Casablanca e da
con 500 veicoli di aiuti.
E' giunto il tempo di rispondere alle atrocità quotidiane dei militari
israeliani con un flusso di umanità verso il popolo di Gaza.
Contemporaneamente l'International Committee to Break the Siege on
Gaza sta organizzando la Freedom Flotilla II, una flottiglia più grande della
precedente, con l'obiettivo di arrivare a Gaza, a ottobre, nello stesso momento dei
convogli.
Il messaggio del popolo assediato di Gaza è forte e chiaro: arrivate
numerosi, in modo coordinato e organizzato, via mare e via terra, per
consegnare aiuti vitali, per mettere in evidenza la brutalità e la violenza
dell'assedio e per porre fine a questa barbara situazione.
Questo è il motivo per il quale il convoglio globale verso il valico di Rafah,
che il governo egiziano ha affermato essere “aperto”, una atroce
menzogna tra le tante, è così vitale.
Questo è il motivo per il quale la Freedom Flotilla II, a fronte delle molte
dichiarazioni di condanna dell'assedio, dopo l’eccidio della Mavi Marmara,
che non hanno avuto alcun seguito operativo, è così vitale.
Viva Palestina Italia, su delega di Viva Palestina UK, ha il compito di coordinare
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la partecipazione italiana al convoglio che partendo da Londra arriverà a Gaza
attraverso la Francia, l'Italia, la Grecia, la Turchia, la Siria, la Giordania e l'Egitto.
L'obiettivo ambizioso è di contribuire con almeno 20 veicoli dall'Italia.
Il movimento di solidarietà con la resistenza del popolo palestinese sta
assumendo, attraverso tutte queste iniziative, le caratteristiche di autentiche
brigate internazionali di attivisti non-violenti. Bisogna rispondere con la
forza della ragione politica e la determinazione del dovere morale a chi tenta di
criminalizzare quanti hanno partecipato ai convogli e alle flottiglie precedenti e
quanti, governi e associazioni umanitarie, li hanno sostenuti.
Noi sottoscritti, consci della gravità della situazione nella Striscia di Gaza e
Cisgiordania, delle discriminazioni alle quali sono soggetti i palestinesi cittadini
Israele, del problema irrisolto dei profughi, esprimiamo tutto il nostro appoggio
convogli e alle flottiglie che si stanno organizzando in numerosi paesi e anche
Italia.
in
di
ai
in
Noi sottoscritti, consapevoli della complicità attiva con Israele dei governi
occidentali, e tra questi del governo italiano, e dei paesi arabi “moderati”,
invitiamo, in questo momento di profonda crisi morale, culturale e politica della
società italiana, tutte le persone di coscienza, tutte le istituzioni rappresentative,
tutte le organizzazioni politiche e sindacali, tutto l'associazionismo, a sostenere,
politicamente ed economicamente, queste iniziative affinché venga posta fine ad
una delle situazioni più barbare e disumane dei nostri tempi, la costrizione di
1.500.000 palestinesi nel campo di concentramento a cielo aperto della Striscia di
Gaza.
La lotta a sostegno dei palestinesi è una lotta in difesa di tutti i popoli oppressi.
E' una lotta contro il colonialismo occidentale che in Medio Oriente ha manifestato
e manifesta tutte le sue forme più odiose e criminali.
E' una lotta per la dignità umana.
3. Le adesioni di associazioni e organizzazioni all'appello
Le adesioni all'appello Per rompere l'assedio di Gaza di associazioni e organizzazioni sono
riportate in allegato 1 di questo dossier.
Da questo elenco si può immediatamente dedurre il lavoro che è stato fatto in particolare
nella Marche e nel Molise.
Le adesioni individuali sono riportate nel documento relativo all'indirizzo:
www.ism-italia.org/2011/03/convoglio-vp5-rapporto-di-fine-missione.
4. La delegazione italiana
La delegazione italiana si è fatta apprezzare sia sul piano politico che su quello
pratico, collaborando attivamente con le altre delegazioni ai numerosi lavori che si
sono resi necessari per le assurde richieste egiziane, tipo la pallettizzazione di
tutti gli aiuti. Tre dei driver italiani, rivelatisi meccanici di ottimo livello, sono stati
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preziosi per risolvere problemi di veicoli anche di altre delegazioni.
Non sono mancati gli applausi quando abbiamo cantato Bella Ciao.
Un attivista giordano è arrivato il giorno dopo con il testo di Bella Ciao in inglese e
in arabo, che sono stati letti, la seconda volta, prima di cantare questa canzone
capace di suscitare emozioni in ogni parte del mondo.
Francesco
Vincenzo
Simone
Alfredo
Luca
Paolo
Arianna Rebecca
S.
Lofti
Luca Pietro Giacomo
Spencer
Dana
Darco
Gionata
Gerevini
Tradardi
Masera
Tradardi
Debenedettis
Papapietro
Corradi
C.
Zgarni
Barbich
Barone
Lauriola
Sangermano
Valsania
Cremona
Parma
Torino
Torino
Brindisi
Matera
Milano
Padova
Parma
Pavia
Pisa
Torino
Torino
Torino
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5. I report durante il viaggio
Il racconto del viaggio è contenuto in alcuni comunicati stampa che siamo riusciti
a scrivere e a inviare, sopratutto durante la lunga sosta a Lattakia.
I comunicati stampa, vedi il dossier con gli allegati, sono i seguenti:
04 Convoglio VP5: da Ankara a Kayzeri, 30 settembre 2010
05 Convoglio VP5: da Lattakia verso Gaza, 5 ottobre 2010
06 Convoglio VP5: inizia il tiro alla fune con l'Egitto, 7 ottobre 2010
07 Convoglio VP5: verso El Arish, 14 o10
08 Convoglio VP5: domenica si parte per El Arish, 15 ottobre 2010
09 Convoglio VP5: dall'Egitto, una ulteriore e inaccettabile pretesa, 17 ottobre 2010
10 Convoglio VP5: continua il sequestro del convoglio da parte egiziana, 19 ottobre 2010
11 Convoglio VP5: Sequestrati all'aereoporto del Cairo. Le infamie di Mubarak, 25 ottobre
2010
6. L'arrivo a Gaza di Vincenzo Tradardi, 3 novembre 2010
Riprendo solo ora, a qualche giorno dal rientro in Italia, la cronaca del convoglio
VivaPalestina5. L’ultima settimana, quella decisiva è stata molto convulsa e intensa e non c’è
stato il tempo per stendere comunicati e rapporti in diretta.
Ma, mentre si annuncia, per i prossimi mesi, la partenza di una nuova Flottiglia, l’esperienza
di questo convoglio, il suo carattere e la sua dimensione internazionale, il coinvolgimento
assai significativo di delegazioni dei paesi arabi, meriterebbe e richiederebbe un bilancio e
una analisi politica ben più approfondita.
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19 ottobre
Dopo 17 giorni di stallo e di un duro braccio di ferro con le autorità egiziane, la situazione si
sblocca. Prima ancora della comunicazione ufficiale, lo intuiamo incrociando un Galloway
sorridente e rilassato che passeggia fumando un grosso sigaro.
Da questo momento, tutto acquista un ritmo frenetico.
Primo passo: il trasferimento delle vetture al porto che si trasforma in un gioioso e rumoroso
carosello per le vie di Lattakya. Al porto una banda di giovanissimi ottoni ci accoglie
intonando (omaggio a noi europei?) l’Inno alla gioia. Il cargo Strofades IV ingoia nel suo
enorme ventre, una ad una tutte le 145 vetture. Nelle poche cabine che ha a disposizione,
accoglie anche una parte dei 30 attivisti, il gruppo dirigente e la security, altri dormiranno sul
ponte. Per la delegazione italiana ne fa parte Alfredo. La partenza avverrà poi a notte
inoltrata.
20 ottobre
Il compound che ci ha ospitato per tanti giorni appare ormai vuoto, vuoto per la partenza dei
145 veicoli. In mattinata riceviamo la visita molto cortese del dott. Haroun, rappresentante
del console onorario italiano a Lattakya. Ci mette in contatto telefonico con il console e poi
con una funzionaria dell’ambasciata italiana a Damasco. E’ il risultato del nostro appello
lanciato il giorno precedente e che avevamo trasmesso anche alle ambasciate italiane a
Damasco e al Cairo. Nel pomeriggio inizia il trasferimento degli oltre 300 attivisti a El Arish
con due voli, il primo parte verso le 17, il secondo alle 22 con tutto il gruppo degli italiani.
Atterriamo dopo circa un’ora di volo. Dalla relativa rapidità dei controlli si intuisce che le
autorità egiziane hanno ormai deciso di non frapporre altri ostacoli; c’è solo da pagare il visto
di ingresso, operazione apparentemente molto complessa per il funzionario che si arrabatta a
fatica nella conversione degli euro in pound egiziani. Fuori ci attendono i pullman che ci
accompagnano in un albergo sulla costa. E’ un albergo di lusso (cinque stelle, camere da tre
posti a soli 125 euro). Ormai sono le due di notte ma ci viene servita, compresa nel prezzo,
una abbondantissima e ottima cena. Qualcuno non capisce o fa finta di non capire e protesta
per … il trattamento (troppo lussuoso, troppo costoso!). Poi, sono ormai le 4 del mattino,
finalmente a letto.
21 ottobre
Alle 8 un sms di Alfredo informa che il cargo è già arrivato al porto di El Arish. Colazione
abbondante, poi alle 11 di nuovo sui pullman verso il porto dove riprendiamo possesso dei
mezzi che in nottata i 30 avevano scaricato dal cargo. Alle 13 il convoglio è in condizione di
riprendere la marcia, questa volta verso il border della Striscia di Gaza a circa 40 km di
distanza. Attraversiamo una zona desertica, il deserto del Sinai. Poche le case e le persone
che incrociamo ma, nota significativa, anche qui riceviamo sorrisi e segnali di amicizia.
Ore 16: giungiamo a Rafah, superiamo il check point senza nessuna difficoltà. Lo stato
d’assedio almeno per oggi e almeno per noi è sospeso. Abbiamo raggiunto lo scopo e la meta
del nostro viaggio, entriamo finalmente nella Striscia di Gaza. Ci attende una festosa
cerimonia, di autorità e di popolo, Vittorio Arrigoni e altri internazionali. Il gruppo italiano
scatena particolare entusiasmo con lo striscione in cui abbiamo scritto “From Italy to Gaza we
broke the siege”. Assalto dei fotografi.
Si è fatta ormai sera.
A fatica le macchine vengono di nuovo incolonnate per riprendere la marcia, gli ultimi 30 km
che ci separano da Gaza City. E’ il momento più intenso e indimenticabile. Viaggiamo a
velocità sostenuta, con lampeggianti e girofari accesi, sirene e clacson a tutto volume;
viaggiamo per lunghi tratti fra ali di folla, bambini, ragazzi, donne, una selva di braccia alzate
per salutarci, per toccarci. Lotfi, il mio co-driver, è bravissimo nel guidare l’ambulanza.
Fendiamo la folla fortunatamente senza investire nessuno, senza provocare incidenti. Una
bandiera mi viene strappata, mille mani mi toccano; a volte sono tocchi delicati, che solo mi
sfiorano, a volte strette violente, schiaffi a causa della velocità del mezzo, ma forse, ho il
sospetto, anche una sorta di rimprovero perché arriviamo qui a Gaza, solo ora, così tardi, per
rompere un assedio che dura ormai da 4 anni.
Qui, in questo ultimo tratto di strada, si consuma il senso di questo viaggio, il suo significato
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più profondo, in questo fugace, allegro, doloroso abbraccio collettivo, di un popolo di bambini
e bambine, di ragazze e ragazzi, scalzi, denutriti, magri, un popolo di giovanissimi, non
piegato, non disperato, non reso triste e umiliato da una feroce punizione collettiva, che gli
viene inflitta giorno dopo giorno, in uno stato di cattività, una prigione a cielo aperto che non
ha paragoni nel mondo.
Avrà fine tutto ciò? Non potrà che avere fine. Questo popolo di bambini è il frutto di questa
speranza, si nutre di questa speranza.
E per Israele? L’operazione “Piombo fuso” (Cast lead) del gennaio 2009 ha provocato fra le
1414 vittime. quasi tutti “civili”, la morte di 322 bambini.
Solo involontari “effetti collaterali”?
Mi viene da pensare che gli israeliani, dai generali più alti in grado fino all’ultimo soldatino
rannicchiato all’interno del suo carro armato, guardino con odio infinito questi bambini. Sono
il segnale del loro fallimento e della loro futura sconfitta. Da qui, forse, nasce una insensata
coazione a uccidere, uccidere, uccidere.
“Se 1,5 milioni di persone vivono a Gaza, chiuse dentro, diventerà una
catastrofe umana. Quelle persone diventeranno animali più di quanto lo sono
oggi, con l’aiuto di un Islam fondamentalista demente. La pressione alla
frontiera sarà terribile. Sarà una guerra terribile. Se vorremo rimanere vivi,
noi dovremo uccidere, uccidere e uccidere. Tutti i giorni, ogni giorno.”
Arnon Soffer, geografo e demografo, intervista al Jerusalem Post del 20 maggio 2004
Se non si fermano dopo che noi ne abbiamo uccisi 100, allora dobbiamo ucciderne mille, e se non si fermano dopo mille allora dobbiamo ucciderne
10.000. E se ancora non si fermano dobbiamo ucciderne 100.000, e anche un
milione. Dobbiamo fare qualsiasi cosa per farli smettere.
Shmuel Eliyahu, rabbino capo di Safed
“I bambini, sono obiettivi legittimi perché vivono in case che si suppone siano
usate per costruire razzi artigianali da tirare su Israele, sono essi stessi
‘terroristi”
un portavoce israeliano
Restiamo a Gaza tre giorni, ospitati in due alberghi che denotano una antica bellezza, il
Palestine e il Commodore. Davanti a noi una splendida spiaggia dorata e il mare, un mare
sorvegliato a vista dalle motovedette israeliane, un mare da cui è vietato entrare e uscire,
dove è vietato perfino pescare.
La città svela i segni dolorosi dell’aggressione, dello stato di guerra. Li svela, sui muri di
tante case e scuole, il rosario di colpi di mitraglia, le occhiaie vuote dei colpi di cannone, le
macerie, gli improvvisi spazi vuoti, in un tessuto urbano densamente abitato, che si aprono
dove i missili hanno polverizzato interi caseggiati. Lo svela il rumore assordante dei
generatori quasi in perenne azione perché l’unica centrale elettrica della Striscia funziona a
singhiozzo, innescando a cascata tutta una serie di altri problemi ed emergenze, a cominciare
dall’erogazione dell’acqua.
Alcuni momenti da ricordare.
22 ottobre: pranzo all’aperto sulla spiaggia con la partecipazione del primo ministro Ismail
Haniyeh, alto, sorridente, sereno, vestito di una tunica bianca.
23 ottobre: incontro con il prof. Haider Eid, membro dello Steering Committee PACBI
(Palestinian Campaign for the Academic & Cultural Boycott of Israel), nella sede della sua
associazione: una riflessione appassionata e lucida sul fallimento della soluzione “due stati” e
sulle ragioni della soluzione “uno stato”,
laico e democratico, multietnico, per tutti,
palestinesi e ebrei.
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23 ottobre: visita ai superstiti della famiglia Al-Samouni 1, un massacro atroce consumato a
freddo durante l’operazione Piombo fuso.
24 ottobre : incontro presso il palazzo municipale con il sindaco di Gaza City, Rafiq al-Makki.
24 ottobre
Alle ore 13.30 lasciamo la Striscia di Gaza. In pullman, otto ore di viaggio, sequestrati dalla
polizia egiziana, verso l’aeroporto internazionale del Cairo, dove trascorriamo la notte, gli
egiziani ci impediscono di andare in un albergo. I diversi gruppi del convoglio, sempre sotto
stretta sorveglianza, si lasciano, si salutano, si dividono per rientrare nei rispettivi paesi.
25 ottobre
Il gruppo italiano, tranne 3 diretti a Fiumicino, si imbarca alle 12 su un volo Air One diretto a
Malpensa.
Arriviamo alle ore 17.30 accolti con calore da un gruppo di attivisti provenienti da Torino,
Milano, Cremona e Verona: Diana, Grazia, Alberta, Enrico, Ugo, Alberto, Marco e altri dei
quali non conosco il nome.
Io e Lotfi rientriamo in treno a Parma. Fa molto freddo, la kefia ci protegge. Leggo su
Repubblica una nota di Mario Pirani, che si scaglia contro la Fiom e contro l’Iran di
Amadinejad che minaccerebbe la sopravvivenza di Israele.
Il mondo capovolto.
Vincenzo Tradardi
Colorno 3 novembre 2010
“Mi chiamo Mona, faccio la quinta e ho 10 anni. Mia mamma e mio papà sono stati assassinati,
anche le mogli di mio fratello - Safa, Maha e suo figlio.” “A te cosa è successo?” “Eravamo a casa,
sono entrati e ci hanno ordinato di evacuare. Riuscivamo ad udire mia zia che gridava di non
rompere le cose e sentivamo il rumore di cose rotte. I soldati hanno sfondato il muro e sono
entrati in casa. I soldati ci hanno detto: “andate nella casa del vicino e non uscite, se uscite vi
spariamo”. Siamo stati nella casa dei vicini per 2 giorni senza cibo e senza acqua. Mio cugino
Mohammed e il nostro vicino Hamdi sono usciti per prendere la legna così potevamo fare il pane. I
bambini piangevano, volevano mangiare e bere. I soldati hanno lanciato il primo missile, ha
colpito Mohammed ed Hamdi, sono stati ammazzati entrambi immediatamente. Il secondo missile
ha ferito qualcuno di noi, il terzo missile ha colpito i miei zii e mia nipote, cosi che sono morti tutti, anche
mio padre e mia madre. Dopo il secondo missile siamo tutti corsi in un angolo della stanza ma il terzo missile ci ha colpito
ed eravamo tutti feriti, così abbiamo detto: è fatta, continueranno a spararci fino a che non saremo morti tutti.” (intervista)
7. Un primo commento a caldo di Alfredo Tradardi
Convoglio VivaPalestina5: Un primo commento a caldo, 29 ottobre 2010
Lunedì 25 ottobre la delegazione italiana è rientrata in Italia.
Spencer Barone, Luca Debenedittis e Paolo Papapietro sono arrivati a Fiumicino per
proseguire rispettivamente verso Pisa, Brindisi e Matera.
Il resto della delegazione, Alfredo Tradardi (ISM-Italia, Torino, leader della delegazione
italiana), Luca Barbich (Pavia), S.C. (Padova), Arianna Corradi (Milano), Francesco Gerevini
(Cremona), Dana Lauriola (Torino), Simone Masera (ISM-Italia, Torino), Vincenzo Tradardi
(ISM-Italia, Parma), Gionata Valsania (Torino), Lotfi Zgarni (Parma), sono atterrati alla
Malpensa accolti calorosamente da compagne e compagni di Torino, Milano e Verona.
Avevano tutti/e passato la notte all'interno dell'aeroporto del Cairo, sequestrati dalla polizia
egiziana, l'ultima infamia di Hosni Mubarak.
Una accoglienza che, con tutta onestà e con tutta sincerità, la delegazione italiana ha
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meritato per aver superato con determinazione i momenti più duri e incerti di questo lungo
viaggio.
I molti sensi di un convoglio
1. Un pellegrinaggio laico per alcuni, religioso per altri
Dopo le tappe di avvicinamento in Francia, Italia e Grecia il convoglio, entrando in Turchia, si
è trasformato in un pellegrinaggio laico, per altri religioso, prima sulle tombe di alcune delle
vittime della Mavi Marmara, poi in un altro luogo di sofferenza e di dolore, il campo profughi
palestinese di Lattakia, per finire poi a Gaza in mezzo alle distruzioni più inumane e feroci, in
mezzo a un popolo che con indomita fierezza continua a resistere sotto un assedio del quale
sono complici tutti i paesi occidentali e non solo.
A Kayseri, l'antica Cesarea, siamo stati al cimitero dove è sepolto Furkan Dogan, un
giovane di 19 anni, nato negli Stati Uniti e cittadino turco. Abbiamo poi incontrato i suoi
parenti in un centro culturale a lui dedicato.
Ralph G. Loeffler, un attivista dell'International Action Center di New York, ne scrive in modo
toccante in Remembering Furkan Dogan (vedi attach seguente).
E immediato è il rinvio al nome di Rachel Corrie, schiacciata da un bulldozer israeliano il 16
marzo 2003, mentre partecipava alla campagna dell'ISM contro la demolizione delle case a
Rafah nella Striscia di Gaza.
2. Rachel Corrie and Furkan Doğan as symbols of Viva Palestina
March 16th 2003 Rachel Corrie, a 23-year-old U.S. peace activist of Palestinian International
Solidarity Movement, was crushed to death by a bulldozer as she tried to prevent the Israeli
army destroying homes in the Gaza Strip. In a remarkable series of emails to her family, she
explained why she was risking her life. You could read these emails on the website of Rachel
Corrie Foundation, http://rachelcorriefoundation.org/.
Only two short points from her emails:
February 20 2003 (To her mother)
“A move to reoccupy Gaza would generate a much larger outcry than Sharon's assassinationduring-peace-negotiations/land grab strategy, which is working very well now to create
settlements all over, slowly but surely eliminating any meaningful possibility for
Palestinian self-determination.
Rachel”
February 27 2003 (To her mother)
“So I think when all means of survival is cut off in Gaza which people can't get out of, I think
that qualifies as genocide. Even if they could get out, I think it would still qualify as
genocide. Maybe you could look up the definition of genocide according to international law.
Anyway, I'm rambling. Just want to write to my Mom and tell her that I'm witnessing this
chronic, insidious genocide and I'm really scared, and questioning my fundamental belief in
the goodness of human nature.
This has to stop.
I think it is a good idea for us all to drop everything and devote our lives to making this stop”.
The Rachel Corrie's tragedy has the dimension of a Greek drama. Her father had been a
bulldozer driver in Vietnam war. Her boyfriend committed suicide a year later.
So, the proposal of International Solidarity Movement Italy to Viva Palestina is to assume
Rachel Corrie and Furkan Doğan as two symbols of the struggle for justice and humanity,
and, at the same time, as two symbols of the inhuman and criminal project of Zionism.
Una giovane di 23 anni ha saputo cogliere rapidamente, con una lucidità singolare, la realtà
della situazione palestinese. Sorprendente a confronto la cecità di tanti/e guru del falso
solidarismo nostrano.
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3. La dimensione internazionale del convoglio
Siamo arrivati a Lattakia il 3 ottobre verso le 3 del mattino dopo una intera giornata di
viaggio. Nel corso della giornata sono arrivati gli altri due convogli, quello dal Marocco e
quello dal Qatar, 12 delegazioni di paesi arabi, dal Qatar al Bahrein, all'Arabia Saudita, alla
Giordania, alla Tunisia, all'Algeria, alla Mauritania. L'Algeria e la Giordania, ognuna con più di
35 veicoli.
Tra i veicoli arabi alcuni guidati da sole donne, il segno di un nuovo e significativo
protagonismo femminile.
La dimensione internazionale del convoglio ha assunto un carattere senza precedenti,
segnando per Viva Palestina un turning point.
Una dimensione alla quale si deve molto, se la situazione, che sembrava prossima allo scacco
matto, si è alla fine sbloccata e siamo riusciti a entrare nella Striscia di Gaza.
4. Come si costruisce una comunità umana
Le varie delegazioni, anche quelle in arrivo dall'Europa, non avevano avuto nè tempo nè
modo di fraternizzare, ma i 19 giorni, passati insieme nel campo, hanno trasformato un
insieme di persone con storie, fedi religiose e culture così diverse e lontane, in una comunità
caratterizzata da un spirito fortissimo di umanità e di condivisione. Il mangiare insieme,
l'assolvere insieme a vari compiti, lo scambio di esperienze, le interazioni con i profughi
palestinesi del campo, le assemblee, le conferenze stampa, gli incontri serali di
intrattenimento, il maledire insieme gli egiziani per averci costretto a scaricare tutti gli
scatoloni per poi ricaricarli su pallet dei quali avevano anche fissato le dimensioni, hanno
trasformato tutti e tutte in un archetipo di una società futura, senza barriere, senza
pregiudizi, senza presunzioni di superiorità.
E ogni palestinese incontrato iniziava il suo dire con “I am from Tantura”, “I am from Haifa” e
così via. Moltissimi con la chiave della loro casa in Palestina al collo. Il diritto al ritorno non
come una formula vuota, ma come un fatto esistenziale.
Qualche episodio tra i tanti.
Una sera abbiamo cantato Bella ciao, molto applauditi. Il giorno dopo Mohammed Ali,
giordano, che lavora ad Amman per l'università islamica di Gaza, si è avvicinato e mi ha
detto: ho trovato la traduzione di Bella ciao in inglese e in arabo, la prossima volta iniziamo
con la lettura delle traduzioni e poi voi cantate. Così è stato. E l'applauso è stato ancora più
convinto e più caloroso.
In una assemblea è intervenuto lo sceicco Hassan Sari, docente di religione islamica, e ha
detto: “We have nothing against Jews as Jews.” Qualche giorno dopo sono andato a
ringraziarlo per queste parole, con l'aiuto di uno dei nostri, Lotfi, di origini tunisine che ora
abita vicino Parma, che ha guidato con perizia l'ambulanza, e lo sceicco mi ha risposto con
queste semplici parole: “This is our religion”.
La delegazione italiana ha ricevuto molti apprezzamenti dalla leadership del convoglio.
Dal 13 al 20 novembre si terranno in Italia incontri e seminari per presentare il saggio
di Ghada Karmi “Sposata a un altro uomo – Per uno Stato laico e democratico nella Palestina
storica”, DeriveApprodi 2010, saggio tradotto a cura di ISM-Italia.
Nei seminari e negli incontri del 18 a Napoli, del 19 a Roma e del 20 novembre a Pisa sarà
presente anche Kevin Ovenden, il leader del convoglio Viva Palestina 5.
ISM-Italia partecipando al convoglio come Viva Palestina Italia, ha fatto una scelta
politica, quella di unirsi a chi ha realizzato la prima risposta all'attacco contro la
Mavi Marmara, facendo della dimensione internazionale un obiettivo fondamentale.
ISM-Italia non organizzerà assemblee per “raccontare” il convoglio con l'aiuto di foto e di
video. Lo farà negli incontri con Ghada Karmi, a novembre, senza proiettare foto o video .
Un aspetto negativo della maggior parte degli attivisti è l'uso ossessivo e aggressivo di
macchine fotografiche e di videocamere, una forma acutissima di giapponesizzazione. Il
12
rifiuto di usare il proprio cervello e la propria memoria, una delega agli oggetti che qualcuno
ha definito come proiezioni esterne del sé, un rifiuto a concedersi un tempo, anche minimo,
per la riflessione e per lo studio.
ISM-Italia lancerà a novembre una campagna di boicottaggio del turismo egiziano. L'Egitto
deve pagare un prezzo per la sua complicità totale con Israele e con gli Stati Uniti.
Alfredo Tradardi
ISM-Italia
Viva Palestina Italia
[email protected]
www.ism-italia.org
Torino, 29 ottobre 2010
Diaries: Live from Palestine
Remembering Furkan Dogan
Ralph G. Loeffler, Live from Palestine, 18 October 2010
--------------------------------------------------------------------------------
attach
Furkan Dogan (http://furkan-dogan.com)
Furkan Dogan. I'm going to say Furkan Dogan so often that it will sound, as it rightly should,
just as "American" as John Smith or Bill Jones. Furkan Dogan was an American, a young
American of only 19 years when on 31 May a hail of Israeli bullets ended his life on the Mavi
Marmara Turkish humanitarian aid ship. Furkan was filming the Israeli assault when an Israeli
commando fired his first shot pointblank hitting Furkan squarely in the face. Four more shots
were fired into Furkan leaving him dead and unrecognizable.
The Mavi Marmara, the largest ship of an international flotilla of six vessels that made of the
Gaza Freedom Flotilla, was carrying food, medicine and school supplies to the Israeli besieged
Gaza Strip. The Israelis have blockaded Gaza since the Hamas government was
democratically elected in 2006. For more than three weeks, in December 2008 and January
2009 the Israelis wantonly attacked Gaza destroying essential infrastructure and killing more
than 1,400 citizens, a large percentage of them women and children.
Furkan, who was born in the Albany-Troy area of New York, had gone back to live in his
family's hometown of Kayseri, Turkey. His family knew the names of the eight Turkish
13
nationals who had been killed on the Mavi Marmara but one casualty had not been
immediately identified. In their normal pattern of lies and misinformation the Israelis had not
identified Furkan because he was an American. They waited until the initial impact of their
murderous attack on innocent, defenseless humanitarians subsided a bit before confirming
the ninth victim was Furkan.
When Furkan's father went to meet the Mavi Marmara's survivors and casualties he had no
idea that his son had been murdered. Instead of greeting his son he was taken to the morgue
to identify his remains. Surely such a day defies description.
In an immediate reaction to the Mavi Marmara massacre Viva Palestina announced plans for
another humanitarian aid mission to Gaza. Viva Palestina, a UK-based charity founded by
former Member of British Parliament George Galloway, launched its initial land aid convoy in
March 2009 shortly after the Israeli attack ended. On 18 September 2010, four missions
later, Viva Palestina 5 left the UK for Gaza.
The Viva Palestina 5 convoy arrived in Kayseri late on 29 September and spent the night on a
mountain overlooking the town. We had come to Kaseyri for the sole purpose of visiting
Furkan's gravesite and extending our condolences to his family. The following morning we
were told that our convoy would be passing by the high school from which Furkan had
graduated and that students from the school would be waiting for us. As we began our slow
journey down the twisting mountain road the convoy took on the air of a funeral procession.
Suddenly, there they were. The students lined both sides of the road standing for who knows
how long. Each one sadly, silently, proudly held up Furkan's picture as the convoy rolled by.
Beautiful, moving words were spoken at the gravesite and afterwards we met with Furkan's
family at the recently built community center named in Furkan's honor. The grandfather and
uncle bore their grief perhaps with the acceptance of mortality that comes with age. But the
older brother's grief was palpable. Deep, dark lines were etched under his eyes and he
seemed detached from his surroundings. The despair evident on his face made a statement
greater than words could ever do.
Any country should be proud to have a promising young man such as Furkan as one of its
own. Intelligent and mature beyond his years Furkan had already dedicated his life to the
struggle for Palestinian justice. Such a course bears no import with the US Congress, which
allows for the US bankrolling of the occupation. And the Israeli thug who gunned down
Furkan is no more responsible for murdering him than Furkan's own country which paid for
the bullets.
Ralph G. Loeffler is an activist with the International Action Center in New York City.
14
8. L'organizzazione della partecipazione italiana
La partenza del convoglio da Londra è stata spostata dal 12 al 18 settembre, ma
è stato comunque assai difficile, nel brevissimo tempo a disposizione e dovendo
anche attraversare i mesi di luglio e agosto, riuscire a mettere in moto gruppi di
lavoro in tutte le regioni. Solo dove si è riusciti a farlo in luglio si è ottenuto di
mettere in campo un veicolo. Il lavoro si è concentrato a Torino, Milano, Parma,
Bologna, Ancona, Campobasso, Verona e Padova. Ma risposte significative sono
arrivate da molte altre parti d'Italia. La spinta a proseguire nella nostra
determinazione ci è venuta dall'impegno e dal lavoro di numerose persone e da
organizzazioni/associazioni che hanno aderito all'appello e contribuito alla raccolta
dei fondi necessari. Alcuni contributi, superiori ai 1.000 euro, sono arrivati da
persone che non avevamo mai in precedenza incontrato in manifestazioni per la
Palestina. Segno evidente del mutamento di una parte dell'opinione pubblica
sottolineato nel suo intervento da Kevin Ovenden.
Abbiamo cercato di coinvolgere gli Enti Locali, inviando molte richieste a province
e comuni, ma abbiamo ricevuto una risposta positiva solo dalla Provincia di
Campobasso, frutto di un particolare lavoro fatto in loco.
Per il convoglio VivaPalestina3 avevamo ottenuto un contributo dalla Regione
Piemonte di 10.000 euro in medicine. Abbiamo provato di nuovo con alcune
regioni ma senza successo. La regione Piemonte aveva quasi esaurito i fondi e il
residuo è stato destinato al Pakistan. Un'altra regione, distintasi nel passato per
aver dato fondi cospicui al Centro Peres per la Pace (una delle tante infamie
italiane) ci ha risposto che considerava il convoglio “una forzatura”.
L'iniziativa di ISM-Italia non ha avuto nessun sostegno da parte delle strutture e
delle organizzazioni più note. Il 31 luglio 2010 in una riunione a Roma sulla
Flottiglia 2, a stento si è riusciti a far inserire nel comunicato finale un riferimento
all'impegno in corso per VivaPalestina5. In altra sede torneremo sul tema della
frammentazione della galassia di movimenti e associazioni che si dicono di
solidarietà con i palestinesi (pochissimi precisano di essere solidali con la
resistenza palestinese e di essere antisionisti).
Alcune regioni che non sono riuscite a mettere in campo un veicolo hanno
comunque contribuito raccogliendo fondi. Tra queste il Friuli Venezia Giulia, la
Campania, la Puglia, il Lazio.
Ci limitiamo per ora a un quadro generale, senza nominare tutte le persone che
si sono distinte per impegno e generosità.
Facciamo solo una eccezione per Pati e Pamela del Collettivo “Dino Frisullo” di
Lecce che abbiamo trovato ad aspettarci al porto di Igoumenitza il 24 settembre
all'alba e che ci hanno seguito in Grecia.
Rispetto all'obiettivo iniziale, 20 veicoli, uno per regione, siamo riusciti a
partecipare solo con 6 veicoli, tra i quali una ambulanza e una automedica,
richiesta all'ultimo momento dai palestinesi e che siamo riusciti ad acquisire con
qualche salto mortale in extremis.
Ma alla fine siamo stati la seconda delegazione europea e abbiamo ricevuto
ripetuti apprezzamenti sia dalla leadership del convoglio, sia dalle altre
delegazioni.
15
9. Gli aiuti
Nella tabella che segue sono riassunte le spese per i veicoli e una valutazione del
valore degli aiuti raccolti che sono stati in gran parte frutto di donazioni.
Complessivamente sono stati consegnati aiuti, comprendendo tra questi anche i
veicoli, per quasi 90.000 euro.
La valutazione dell'usato è ovviamente solo una stima.
Nelle tabelle successive il dettaglio degli aiuti per i quattro furgoni.
L'ambulanza e l'automedica non hanno caricato aiuti.
I veicoli con gli aiuti, arrivati a Gaza il 21 ottobre, sono stati consegnati al Gaza
Aid Committee.
Tabella riassuntiva veicoli aiuti
Targa
Marca
ITA01 BZ007CK Hyunday H 1
ITA02 CG110DW Hyunday H 1
ITA03 CF340AK FIAT Ducato
ITA04 BN570RG Hyunday H 1
ITA05 BX867TZ Fiat Ducato
ITA07 BF522HR Skoda Octavia
Tipo
Anno
Van
2002
Van
2003
Ambulance 2003
Van
2001
Van
2002
Automedica 1999
Totale
Valori in euro
Prezzo Aiuti
4.657
6.351
6.529
5.735
11.320
0
4.627 11.000
5.200 26.002
8.113
0
40.445 49.088
Totale
11.008
12.264
11.320
15.627
31.202
8.113
89.533
I veicoli ITA01 e ITA02 sono partiti da Torino.
ITA03 e ITA07 da Parma
ITA04 da Milano che ne ha curato l'acquisto mentre gli aiuti sono stati caricati ad
Ancona a cura di associazioni delle Marche e del Molise.
ITA05 è partito da Padova con aiuti per tre progetti speciali.
Il materiale del primo progetto, 5 pc usati per un valore di 650 euro, non è
arrivato alla associazione interessata, alla quale abbiamo fatto pervenire ex post
la somma relativa.
Gli altri due progetti, realizzati a Verona, il secondo di 2.700 euro e il terzo di
22.652 + il veicolo per 5.200 euro sono stati invece consegnati ai destinatari
indicati.
A parte i computer caricati su ITA01, che sono stati tutti revisionati e dotati del
sistema operativo Linux, e quelli caricati su ITA05, tutto l'altro materiale era
nuovo.
ITA06 è rimasto fermo a Brindisi per ritardato arrivo di documenti.
16
VIVA PALESTINA ITALY
CUSTOM MANIFEST ITA01
BZ007CK
Vehicle
List of items/boxes
Content
N. Value
ITA01/010
Toner
19
ITA01/011
Education - stationery
1350 new
ITA01/012
ITA01/013
ITA01/014
ITA01/015
Education - stationery
Scientific calculator
10
Education
40
Printer Canon
1
Totale new
Desktop computer completo
1
Desktop computer completo
1
Desktop computer completo
1
Desktop computer completo
2
Server
1
Desktop computer completo
1
Desktop computer completo
1
Computer keyboard and mouses
Computers various components
Sony large tv
1
Printer INKJET HP
1
Switching Power Supply
1
Cables see ITA01/020
Notebook Compaq Armada
1
Totale used
Total
1031 new
100 new
140 new
80 new
3621
200 used
200 used
200 used
400 used
500 used
200 used
200 used
50 used
100 used
500 used
20 used
50 used
10 used
100 used
2730
6351 euro
ITA01/001
ITA01/002
ITA01/003
ITA01/004
ITA01/005
ITA01/006
ITA01/007
ITA01/008
ITA01/009
ITA01/016
ITA01/017
ITA01/019
ITA01/020
ITA01/021
920 new
17
VIVA PALESTINA ITALY
CUSTOM MANIFEST ITA02
Vehicle
CG110DW
All this items has been donated and are new.
List of Items/Boxes Content
N. Value
ITA02/001/016
paper A4 box
16
320
ITA02/017
pipes
1
360
ITA02/018
pipes
1
80
ITA02/019
pipes
1
85
ITA02/020
pipes
1
125
ITA02/021
education
1
150
ITA02/022
medical uniform
1
50
ITA02/023
exercise book
1
50
ITA02/024
exercise book
1
50
ITA02/025
education
1
300
ITA02/026
drawing paper A4
1
30
ITA02/027
drawing paper A3
1
30
ITA02/028
drawing paper A3
1
30
ITA02/029
drawing paper A3
1
40
ITA02/030
education
1
1065
ITA02/031
giotto pastels
1
120
ITA02/032
bags for students 33
1155
ITA02/033
bags for students 33
495
ITA02/034
bags for students 30
1200
total
Total
5735
18
VIVA PALESTINA ITALY
CUSTOM MANIFEST ITA04
Vehicle
BN570RG
All the items are new.
List of items/boxes
ITA04/001
ITA04/002
ITA04/003
ITA04/004
ITA04/005
ITA04/006
ITA04/007
ITA04/008
ITA04/009
ITA04/010
ITA04/011
ITA04/012
ITA04/013
ITA04/014
ITA04/015
ITA04/016
ITA04/017
ITA04/018
ITA04/019
ITA04/020
Content
Medicine
Medicine
Medicine
Medicine
Medicine
Medicine
Medicine
Medicine
Medicine
Medicine
Education
Education
Education
Construction
Education
Education
Education
Medicine
Medicine
Medicine
Total
BOX N:
BOX A1
BOX B2
BOX C3
BOX D4
BOX E5
BOX F6
BOX G7
BOX H8
BOX I9
BOX L10
BOX M11
BOX N12
BOX O13
BOX P14
BOX Q15
BOX R16
BOX S17
BOX T18
BOX U19
BOX V20
Value
750
750
750
750
750
750
750
750
750
750
100
150
150
500
100
150
100
750
750
750
11.000
19
VIVA PALESTINA ITALY
CUSTOM MANIFEST ITA05
Vehicle
BX867TZ
List of items/boxes
Content
Special Project n 1
AIYAL Association
Reference in Gaza
Adham Khalil
ITA05/001- 010
Desk PC + Monitor
Special Project n 2
Reference in Gaza
ITA05/011 - 013
ITA05/014 - 026
EMAAR Association Khan Younis
Abu Mousa Anwar
Matresses for disable with el. equipment 20
Wheelchair
13
Special Project n 3
Reference in Gaza
Vehicle ITA05
ITA05/027 -045
ITA05/046 - 051
Ministery of Health
Director Cooperation Ministery of Health
to Ministry of Health
Drugs
Sanitary materials
Total
General total
N. Value
5
650
1.400
1.300
2.700
1 21.142
1 1.510
22.652
26.002
20
10. Il bilancio economico
Contributi
Spese
euro
Spese per la promozione del convoglio
Enti locali
Provincia di Campobasso
Campobasso
2500 Spese per il convoglio
Spese varie durante il convoglio
Sindacati
CGIL
Reggio Emilia
2000 Contributo Ass Aiyal
Confederazione Cobas
Roma
1000 Totale
Pa rtiti
Circolo PRC
Biella
100 Spese per veicoli
ITA01
Comunità islamiche
Comunità islamica di Parma
Parma
1480 ITA02
Comunità islamica di Reggio Emilia Reggio Emilia
1760 ITA01+ITA02
ITA03
Associazioni
Ass. Pubb. Montecchio Emilia
Montecchio
300 ITA04
Associazione Sociale e Culturale Molise
100 ITA05
Centro Politico 1921
Livorno
205 ITA07
Circolo ARCI
Brescia
300 Totale acquisto veicoli
Comitato Varesino per la Palestina Varese
526 Contributi spese viaggio di 6 drivers
CSID Collettivo Dino Frisullo
Lecce
1500 Spese organizzative Piemonte
Salaam Ragazzi dell'Ulivo
Trieste
500 Acquisto aiuti Piemonte
Gruppi
Gruppo Convoglio
Milano
1284 Totale spese
Gruppo Convoglio
Ancona
1700 delta
Gruppo Convoglio
Napoli
2060 Spese drivers ancora da rimborsare
Gruppo Convoglio
Padova
5200 delta
Gruppo Convoglio
Cremona
445
Gruppo Convoglio
Torino
5943
TOTALE
28903
Contributi organizzativi drivers
1500
Contributi personali da:
5000
1
5000
3000
1
3000
2500
2
5000
1000
1
1000
700
1
700
640
1
640
500
4
2000
350
1
350
300
6
1800
250
7
1750
200
11
2200
150
2
300
130
2
260
100
21
2100
50
19
950
40
1
40
30
3
90
25
6
150
20
11
220
15
2
30
10
30
300
5
61
305
TOTALE
194
28185
TOTALE GENERALE
58588
euro
2.525
1.267
1.631
650
6.073
4.387
6.259
539
11.320
4.627
5.200
8.113
40.445
3.770
435
3.621
54.344
4.245
3.812
433
Abbiamo ricevuto alcuni contributi all'ultimo momento e anche durante e dopo il viaggio. Se alcuni dei drivers
(6 su 14) vorranno onorare i loro impegni siamo in grado di far arrivare a Gaza ulteriori aiuti per 4.245 euro.
21
Allegato 1 Elenco delle adesioni di enti, associazioni e organizzazioni
Enti Locali
1 Provincia di Campobasso
Sindacati
1 Confederazione Cobas
2 CGIL Reggio Emilia
Partiti Politici
1 PRC Basilicata 2 PRC Biella
3 PRC Molise
Comunità islamiche
1 Comunità islamica di Parma
2 Comunità islamica di Reggio Emilia
Gruppi
1 Gruppo Convoglio,
2 Gruppo Convoglio,
3 Gruppo Convoglio,
4 Gruppo Convoglio,
5 Gruppo Convoglio,
6 Gruppo Convoglio,
7 Gruppo Convoglio,
Ancona
Cremona
Milano
Napoli
Padova
Lazio
Torino
Associazioni
1 ISM-Italia
2 Viva Palestina Italia
Abruzzo
1 Deposito dei segni, Spoltore
Basilicata
1 Associazione Loe per la Cooperazione e la Solidarietà, Matera
Emilia Romagna
1 Ass. Coordinamento Pace e Solidarietà ONLUS Parma
2 Ass. Pubb. Montecchio Emilia, Montecchio
3 Circolo Celia Sanchez Parma
4 Comitato Parma per Gaza
Friuli Venezia Giulia
1 Salaam Ragazzi dell'Ulivo, Trieste
Liguria
1 Associazione Zaatar Genova
22
Lombardia
1 Circolo ARCI, Brescia
2 Comitato Varesino per la Palestina, Varese
Marche
1 Campagna Palestina Solidarietà Marche
2 Ya Basta Marche
3 Ambasciata dei diritti Marche
4 Brigata di solidarietà attiva Italia Marche
5 CSA Kontatto Marche
6 CSA Oltre frontiera Marche
7 Gruppo Fuori tempo Marche
8 L.U.P.O. Lotta di Unità Proletaria di Osimo
9 Resistenza Solidale Marche
10 Ujama per la pace Onlus Marche
Molise
1 Ass. Sociale Culturale "G.Tedeschi" ONLUS, Molise
2 A.L.P.A.- Molise
3 Associazione Sociale e Culturale, Molise
4 Caritas Diocesana. Campobasso e Bojano
5 Collettivo 2Kappa8, Molise
6 Cooperativa Morelia, Molise
7 Energia per i Diritti Umani, Molise
8 Giovani Democratici, Molise
9 Il Bene Comune, Molise
10 Libera contro le Mafie, Molise
11 Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali, Molise ( S.I.P.B.C. Molise)
12 Studenti è Partecipazione, Campobasso ( STEP Campobasso)
13 Unione degli Studenti, Campobasso (UDS Campobasso)
Piemonte
1 ARCI, Ciriè
2 Ass. Culturale Itàca Torino
3 Centro Sociale Askatasuna
4 Circolo Internazionalista, Torino
Puglia
1 Brindisi per Gaza
2 CSID Collettivo Dino Frisullo, Lecce
Toscana
1 Centro Politico 1921, Livorno
2 Coordinamento Antifascista e Antirazzista Pisa
57 Totale
23