1 Presentazione del progetto “Agricoltura sociale e detenzione: un

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1 Presentazione del progetto “Agricoltura sociale e detenzione: un
Via Piave, 14
00187 Roma – Italia
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www.aiab.it
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Presentazione del progetto
“Agricoltura sociale e detenzione: un percorso di futuro”
cofinanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali
con la collaborazione del Ministero della Giustizia (DAP)
L’AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Biologica, ha in programma per l’anno 2009, la realizzazione del progetto
“Agricoltura sociale e detenzione: un percorso di futuro”, finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali e con la collaborazione del Ministero della Giustizia (DAP) e di altri partners.
Il progetto si propone i seguenti obiettivi:
•
verificare le possibilità offerte dall’attività agricola di fornire nuove competenze professionali ai detenuti,
attraverso l’utilizzo produttivo dei tenimenti agricoli degli istituti penitenziari;
•
individuare le possibilità di occupazione nel settore agricolo per le persone in regime di misure alternative alla
detenzione, previste dallo stesso ordinamento penitenziario (L. n. 354/1975);
•
favorire processi di comunicazione-integrazione della popolazione carceraria, con le comunità locali in cui
risiedono.
Il lavoro nel settore primario, per le sue caratteristiche di flessibilità, multifunzionalità, completamento del ciclo e
soprattutto per il rapporto che implica con la materia viva, vegetale ed animale, si è rivelato particolarmente inclusivo
per soggetti socialmente deboli e/o emarginati. Scopo del progetto è verificare le potenzialità dell’attività agroalimentare per persone soggette alla restrizione della libertà, anche al fine di verificare le possibili prospettive
professionali utilizzabili a fine pena, soprattutto nel settore della produzione biologica.
Le questioni della sicurezza dei cittadini e del funzionamento della giustizia sono, per una serie di ragioni, tra quelle
più sensibili nelle società contemporanee. Analogamente la situazione carceraria costituisce uno dei più scottanti
problemi del Paese, sia per quanto riguarda le strutture detentive, che la condizione dei detenuti, tanto che all’ordine
del giorno del Parlamento vi sono sia la riforma del Nuovo Codice Penale, che del Nuovo Ordinamento penitenziario,
oltre al piano straordinario delle carceri. L’insieme delle questioni richiede politiche di intervento finalizzate a creare
condizioni di maggiore sicurezza, fondate sui principi dell’inclusione sociale, del rispetto e della convivenza tra popoli,
etnie e religioni diverse, anziché su processi esclusivamente e prevalentemente repressivi. In questo contesto, in
assenza di una politica e di azioni ispirate alla prevenzione dei reati e alla costruzione di un clima di convivenza civile,
la questione delle carceri e della condizione della popolazione carceraria è destinata ad acutizzarsi ulteriormente,
come del resto dimostrano gli ultimi dati relativi alla pesantissima situazione di sovraffollamento e di condizione
complessiva della gran parte dei detenuti. La creazione di una condizione e di un clima di convivenza civile, tolleranza,
rispetto e solidarietà non può essere delegata solo alle forze istituzionali, ma deve vedere il concorso attivo di tutte
quelle componenti della società civile che hanno a cuore lo sviluppo della democrazia e della condizione di civiltà del
paese.
Con il progetto Aiab si propone di dare un contributo nella direzione indicata e di concorrere a creare una
prospettiva meno afflittiva per la popolazione carceraria, attraverso il lavoro agricolo all’interno e all’esterno
degli istituti penitenziari.
Le azioni previste dal progetto tengono conto di quanto previsto dall’attuale normativa sull’ordinamento penitenziario
sui diritti dei detenuti, con particolare riferimento al “trattamento rieducativo” da realizzarsi anche attraverso “attività
lavorativa o di formazione professionale” (Legge n.354/1975) e sono funzionali ai necessari processi di riforma sia del
processo penale che dell’ordinamento penitenziario. Va inoltre considerato che l’impegno che ruota attorno al mondo
della detenzione, vista peraltro la composizione della popolazione detenuta, si connette a problematiche di grande
criticità e ad aree di acuta marginalità sociale, (immigrazione, tossicodipendenza, nomadismo, nuove schiavitù,
delinquenza minorile) che richiedono un grande lavoro sociale e culturale contro facili luoghi comuni. Al tempo stesso
è necessario rivedere il concetto della “pena” e favorire processi di comunicazione-relazione tra il mondo della
detenzione e le comunità locali.
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Le fasi di attuazione del progetto
Durata : dicembre 2008, novembre 2009
Il progetto prevede iniziative di informazione, formazione, divulgazione delle esperienze più significative nel settore,
nonché la promozione dei prodotti realizzati all’interno delle strutture carcerarie. E’ previsto inoltre, la realizzazione di
due ricerche a carattere nazionale: una sulle strutture detentive che praticano attività agricola interna alle strutture
medesime; l’altra sulle aziende agricole e cooperative sociali che occupano detenuti o ex detenuti i cui risultati
saranno riportati in apposite pubblicazioni.
Nello specifico sono previste le seguenti azioni:
•
ricerca/indagine quanti-qualitativa sul patrimonio e l’attività agricola degli istituti
•
ricerca/indagine quanti-qualitativa sulle aziende e le cooperative che operano e/o impiegano detenuti ed ex
detenuti
•
attività divulgativa (dossier su BioagriCultura, bimestrale di Aiab e sulla newsletter settimanale; realizzazione
di un video e di una brochure)
•
due corsi /seminari di formazione per operatori del settore agricolo
•
una giornata di studio per esperti dell’ordinamento penitenziario e per operatori agri-sociali
•
azione pilota di promozione dei prodotti agricoli dei detenuti ed ex-detenuti in alcune manifestazioni fieristiche
e mercati biologicilocali
•
un convegno nazionale conslusivo di bilancio sui risultati del progetto.
Partners del progetto
Ministero della Giustizia (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), Agricoltura Capodarco, ALPA, CO.PA
(Consorzio per l’Ambiente), Garante dei detenuti del Lazio, INEA, Rete Fattorie Sociali, UILA.
Progetto “Agricoltura sociale e detenzione: un percorso di futuro”, finanziato dal Ministero del Lavoro, della
Salute e delle Politiche Sociali ai sensi dell’art. 12, lett. f) Legge 383/2000. Annualità 2007.
Persone di riferimento:
Anna Ciaperoni, coordinatrice del progetto: <[email protected] tel. 393 9792782
Paolo Scarpino, supporto tecnico organizzativo: <[email protected] tel. 333 2209817
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Chi è AIAB
AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Biologica, è un’associazione culturale senza scopo di lucro, costituita nel
Settembre 1988 a Torino. Da Settembre 2005 è iscritta al Registro Nazionale delle Associazioni di Promozione
Sociale presso il Ministero della solidarietà sociale. AIAB ha una struttura federale con l'ufficio centrale a Roma e 18
Associazioni Regionali che operano in forma autonoma.
Le attività tramite cui si concretizza la missione sociale di AIAB sono:
•
la promozione dell’agricoltura biologica verso i produttori ed i consumatori;
•
lo sviluppo dei servizi ai produttori, ai tecnici ed ai consumatori di prodotti biologici nonché alle amministrazioni
locali;
•
l'informazione sul consumo dei prodotti biologici e l'educazione all’alimentazone corretta e solidale;
•
la rappresentanza e la tutela dei propri associati a livello locale, nazionale, comunitario ed internazionale.
Inoltre AIAB svolge diverse campagne a livello nazionale indirizzate ai produttori ed ai consumatori, grazie anche al
sostegno delle sue Associazioni Regionali: BioDomenica (gli agricoltori biologici in cento piazze d’Italia); Primavera
Bio (le aziende biologiche aprono le loro porte ai cittadini, alle scuole ed a tutti quelli che vogliono conoscere la
valenza culturale dell’agricoltura biologica); GODO (Gruppi Organizzati di Offerta e di Domanda), una specifica
iniziativa a supporto dei gruppi di consumatori di prodotti biologici in rapporto diretto con i produttori.
AIAB pubblica una rivista bimestrale, BioagriCultura, che con una tiratura di oltre 7.000 copie è la rivista più letta e
accreditata nel settore del biologico a livello nazionale; pubblica anche (B@N), una newsletter settimanale al cui
interno vi è una sezione dedicata all’Agricoltura Sociale, Il MangiaBio, mensile rivolto ai consumatori; dispone di un
sito che unanimemente viene considerato il più qualificato in agricoltura biologica (<www.aiab.it), con oltre 50.000
contatti/mese; edita pubblicazioni di carattere tecnico-scientifico e sull’Agricoltura Sociale. Inoltre ha promosso,
insieme ad altri soggetti, la Fondazione Italiana per la Ricerca Biologica (FIRAB).
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