Detenuti e diritto alla salute in Europa

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Detenuti e diritto alla salute in Europa
 Detenuti e diritto alla salute in Europa il commento di ARS sul report Prisons and health 2014 L’obiettivo del rapporto Prisons and health 2014 di OMS Europa è migliorare la salute in carcere prendendo in esame diversi ambiti:  diritti umani e etica medica  malattie trasmissibili  malattie non trasmissibili  malattie del cavo orale  fattori di rischio per la salute  gruppi vulnerabili  gestione della salute in ambiente penitenziario Diritto alla salute in carcere Cercando di affrontare brevemente i diversi temi trattati nel documento, non possiamo non partire dall’assunto fondamentale che riconosce ai detenuti lo stesso diritto alla salute e al benessere degli altri: quando uno stato priva le persone della propria libertà, ha il dovere di prendersi cura della loro salute. Le amministrazioni penitenziarie, infatti, hanno la responsabilità di assicurare ai detenuti una adeguata assistenza sanitaria e condizioni di detenzione che promuovano il benessere sia dei detenuti che del personale che vi opera. Quest’ultimo, considerando le persone che assiste come pazienti, potrà far valere la propria indipendenza professionale alla stregua dei colleghi che operano in altri contesti. Tutto questo vale per tutte le questioni di salute, ma è particolarmente importante per le malattie trasmissibili al fine di evitare azioni discriminatorie. Epatiti, tubercolosi, Hiv: quanto sono diffuse tra i detenuti europei? Le malattie trasmissibili rivestono un ruolo importante nella salute dei detenuti interagendo dinamicamente con altri problemi, fra cui la salute mentale, la dipendenza da sostanze, le forti problematiche sociali, etc. Sicuramente, fattori contestuali, quali il sovraffollamento, il limitato accesso ai servizi igienici o i ritardi nella diagnosi, contribuiscono ad aumentare la velocità di trasmissione. Per questi motivi, ogni struttura dovrebbe avvalersi di un programma di vaccinazione rivolto sia alle persone detenute che al personale interno. Fra le numerose infezioni, alta la prevalenza di Hiv, HBV (virus epatico B) e HCV (virus epatico C) con valori di gran lunga superiori a quanto riscontrato nella popolazione generale. Trattandosi di comunità ad alto rischio, si conferma la necessità di sviluppare i programmi operativi definiti da linee guida internazionali che prevedono, ad esempio, adeguate campagne di comunicazione ed informazione, programmi che facilitino l’utilizzo del condom e la riduzione dello scambio di aghi e siringhe e la vaccinazione per i virus epatici. Le misure messe in atto avranno una forte ricaduta anche sul personale che opera in queste strutture e sulla comunità in genere. Pur avendo una diffusione minore rispetto alle epatiti virali, un’altra importante emergenza è l’infezione tubercolare (TBC). Il tasso di notifica di tubercolosi nelle carceri è di gran lunga superiore rispetto a quanto riscontrato nella popolazione generale con un range che va da 11 a 81 volte. La situazione è aggravata dalla comparsa e dalla diffusione di TBC resistente ai farmaci, in particolare quella multi‐resistente (MDR) o estensivamente resistente ai farmaci (XDR). A questo proposito, il documento riporta i 5 principali fattori ritenuti responsabili della diffusione di questa patologia nell’ambiente penitenziario [Guidelines for control of tuberculosis in prisons 2009] ed anche i vantaggi e gli svantaggi legati alla constatazione attiva o passiva dell’infezione tubercolare. Alto il rischio di malattie non trasmissibili negli istituti penitenziari E’ noto che le malattie non trasmissibili (MNT) costituiscono un importante problema di sanità pubblica. Le MNT comprendono principalmente le malattie cardiovascolari, i tumori, le malattie respiratorie croniche ed il diabete: patologie, queste, che condividono quattro principali fattori di rischio comportamentali, ovvero l'uso di tabacco, la scorretta alimentazione, l'inattività fisica e l'uso nocivo di alcol. La popolazione detenuta rappresenta anche in questo caso una fascia di popolazione ad alto rischio, essendo più propensa all’abuso di tabacco e alcol rispetto alla popolazione generale, ma anche a seguire diete malsane (eccesso di calorie e di sodio) e, compatibilmente con il contesto detentivo, l’attività fisica è spesso limitata. Nonostante questo, la prevenzione primaria e il trattamento delle malattie non trasmissibili in carcere sono stati ampiamente trascurati. Due le azioni efficaci presentate nel report:  un intervento efficace per la nutrizione e l'attività fisica svolto in Canada  buone prassi per la promozione della cura di sé implementate nel Regno Unito e in Scozia I disturbi psichiatrici in carcere: come affrontarli L’altro grande gruppo di patologie da cui risulta affetta la popolazione detenuta è sicuramente quello che riguarda la salute mentale. La maggior parte degli studi di prevalenza mostrano che una percentuale molto elevata di detenuti soffre di disturbi di natura psichica. A queste patologie spesso sono associate altre vulnerabilità, fra cui quelle provocate dall’abuso di sostanze, dalla scarsa salute fisica, dalle pregresse storie di abuso e anche dalle scarse abilità relazionali che in molti casi pongono queste persone ai margini della società in cui vivono. Per questo motivo il rapporto OMS sottolinea che il trattamento e la cura della salute mentale devono affrontare tutte le esigenze dei detenuti, inclusi i loro bisogni sociali e individua alcuni punti principali:  coinvolgere i detenuti chiedendo la loro opinione in merito ai principali bisogni e alle modalità con cui potrebbero essere soddisfatti  adeguato livello di formazione in ambito di salute mentale del personale che lavora nelle carceri  favorire il legame tra il prigioniero e la sua famiglia sia per mantenere il benessere mentale che per favorire il suo reinserimento sociale  screening specifico sulla salute mentale di tutti i detenuti all’ingresso  trattamenti o anche ricovero in strutture appositamente dedicate per i detenuti affetti da gravi disturbi psichiatrici  affrontare con modalità adeguate i bisogni di salute mentale dei diversi gruppi di detenuti, quali le donne, i prigionieri più anziani, i bambini, coloro che appartengono a minoranze etniche o a particolari gruppi culturali 
continuità delle cure garantita al rilascio, favorendo un buon collegamento con i servizi sul territorio Igiene orale carente tra i detenuti: fondamentali educazione e cure Una buona salute dentale è importante per i detenuti come lo è per tutti. Sicuramente, però, trattandosi di una popolazione a forte marginalità sociale, la cura del cavo orale è molto compromessa e la detenzione rappresenta spesso un primo accesso alle cure odontoiatriche. Per questo motivo le strutture detentive devono poter offrire un servizio di assistenza adeguato, con personale esperto e competente che, oltre a concedere le cure necessarie, esegua anche interventi di educazione all’igiene orale. A questo proposito gli autori presentano la Strategy for modernising dental services for prisoners in England in cui si fa riferimento alla necessità di aumentare la consapevolezza di una buona salute orale in tutto il sistema detentivo, partendo dai detenuti ma coinvolgendo anche il personale penitenziario e le associazioni di volontariato che operano in carcere. La maggior parte delle strutture, pur riconoscendo l’importanza della promozione della salute orale, spesso non ha risorse oppure non riesce a sfoltire le lunghe liste d’attesa per i trattamenti. I principali fattori di rischio per la salute nelle carceri Qui di seguito sono schematizzati gli argomenti trattati in merito ai principali fattori di rischio per la salute della popolazione carceraria: Il consumo di droga e le conseguenze correlate: - diffusione della tossicodipendenza in carcere e principali sostanze utilizzate - problemi di salute maggiormente correlati all’uso di sostanze - rischio di mortalità nelle prime settimane dopo il rilascio - difficoltà nel reperimento delle informazioni sul tema dell’uso di sostanze in carcere - trattamenti in ambito penitenziario L’abuso di alcol - diffusione del consumo di alcol in Europa e conseguenze per la salute - forte legame tra alcol e criminalità, in particolare nei reati violenti - prevalenza dei problemi legati al consumo di alcol nella popolazione detenuta - detenzione come occasione di cura nei pazienti difficilmente raggiungibili attraverso i normali circuiti sanitari - importanza di attivare interventi per diminuire il consumo di alcol fra i detenuti, per ridurre non solo i problemi fisici ma anche per impedire la reiterazione del reato L'uso del tabacco - dati epidemiologici sul consumo di tabacco nella popolazione detenuta - ruolo che il tabacco assume nella vita detentiva (aiuta ad affrontare la noia, la privazione e/o lo stress, allevia l'ansia e la tensione) e il suo valore monetario - mancanza di interventi volti a ridurre il consumo di tabacco (divieti o promozione alla salute) è indice di scarsa priorità attribuita a questo fattore di rischio per questa popolazione - mancanza di evidenze scientifiche nelle attività di riduzione del fumo in carcere - mancato coinvolgimento del personale che opera nelle strutture detentive nella lotta contro il tabagismo Le criticità nei gruppi vulnerabili Partendo dal presupposto che la popolazione detentiva rappresenta di per se stessa un gruppo vulnerabile, questa sezione affronta alcune criticità per i detenuti con specifiche esigenze legate alla loro disabilità, condizione di minoranza, nazionalità, orientamento sessuale ed età:  importanza di una valutazione qualificata nella procedura di ammissione  presenza di personale adeguatamente formato, capace cioè di rispondere in modo adeguato ed efficace alle esigenze particolari  necessità di costanti e ripetute valutazioni nel corso della detenzione  mancata possibilità, da parte delle strutture detentive, di affrontare in modo soddisfacente problematiche gravi che richiedono ambienti e cure specializzate  necessità di ridurre il più possibile l’accesso di persone gravemente malate o disabili per le quali si rende necessaria l’attivazioni di percorsi alternativi  donne detenute (molto spesso presenti per reati non violenti) che richiedono un’attenzione diversa rispetto agli uomini  detenuti anziani che necessitano di complesse cure mediche associate a patologie croniche La gestione della salute in ambiente penitenziario E’ inutile negare che l’ambiente penitenziario rappresenta un contesto particolare nel quale erogare assistenza medica. Nonostante questo, come già messo in evidenza nel paragrafo riguardante i diritti umani e l’etica professionale, il servizio sanitario penitenziario (o nazionale laddove risulti equivalente) deve sforzarsi affinché l’assistenza erogata ai detenuti risulti sovrapponibile a quella offerta ai cittadini liberi. Le profonde difficoltà relazionali, che caratterizzano l’ambiente penitenziario, offrono ai professionisti della salute un ruolo privilegiato per la costruzione di un rapporto fiduciario in cui la partecipazione attiva del detenuto può minimizzare gli effetti negativi dell’esperienza detentiva. In virtù del principio di uguaglianza, il sistema sanitario detentivo dovrebbe:  prendere in carico i detenuti dall’ingresso in struttura fino al loro rilascio  essere collegato con i servizi territoriali  essere dotato di personale medico e infermieristico, odontoiatri e psicologi in grado di offrire assistenza 24 ore su 24 e di un servizio di farmacia interno