L`ANATOMIA DEL GIORNALE LA PRI

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L`ANATOMIA DEL GIORNALE LA PRI
L’ANATOMIA DEL GIORNALE E DEL TG
e I linguaggi giornalistici
di Giacomo Benelli
PRIMA SCHEDA: L’ANATOMIA DEL GIORNALE
LA PRIMA PAGINA
Prendiamo in considerazione la prima pagina del principale
quotidiano italiano: Il Corriere della Sera (edizione del 4 settembre
2014).
La prima pagina di ogni quotidiano è formata da elementi chiave,
ricorsivi, e fondamentali per capirne la struttura e l'impostazione.
In alto abbiamo LA TESTATA dove sono indicati, oltre al nome del
quotidiano, l'anno di fondazione, la sede, e in alcuni casi i contatti.
Sotto la testata troviamo quello che viene definito il TAGLIO ALTO,
che ci aiuta ad individuare quella che per il giornale è la notizia più
importante della giornata: detta “notizia di apertura”.
Il titolo dell'articolo di apertura, solitamente scritto in grassetto, è
sempre accompagnato da un catenaccio e un occhiello. Con
occhiello (o sopratitolo) si intende quella frase posta al di sopra
del titolo, mai più lunga di una riga, con un corpo inferiore a quello
del titolo sottostante, che fornisce una breve introduzione alla
notizia. Con catenaccio si intende invece la riga di testo che si
trova sotto al titolo; il suo compito è quello di chiarire la notizia e
aggiungere qualche dettaglio.
Occhiello, titolo, catenaccio e sommario compongono la struttura
grafica che rappresenta la titolazione di un articolo. Questi tre
elementi, che troviamo fissi nella notizia di apertura (taglio alto)
possono non essere tutti presenti nelle titolazioni delle altre notizie
di prima pagina.
Recentemente nuove impostazioni grafiche, più moderne e meno
legate ai vecchi schemi tradizionali, possono farci trovare la notizia
di apertura non in alto, ma al centro della pagina. Come riconoscere
allora l'apertura di un giornale? Certamente è quella con il corpo
testo del titolo più in evidenza; ma si riconosce anche dalla
posizione dell'articolo all'interno del giornale. La notizia di apertura
proseguirà infatti nelle pagine 2 e 3.
Sotto il taglio alto troviamo il TAGLIO MEDIO, la seconda notizia
più importante per il giornale, e infine il TAGLIO BASSO, sempre
in fondo alla pagina. Le notizie di taglio basso possono essere di
cronaca, di spettacolo, di ambiente o nuove tecnologie. Solitamente
sono notizie che “alleggeriscono” la pagina, e che rimandano ad
approfondimenti che troveremo all'interno del giornale.
Un altro elemento fondamentale della prima pagina è l'ARTICOLO
DI FONDO, o EDITORIALE. Occupa sempre le due colonne a
sinistra del giornale e chiarisce qual è la linea politica del
quotidiano. A “firmare” l'editoriale sono sempre giornalisti di grande
rilievo, opinionisti molto conosciuti, storici etc... Non racconta una
notizia, è un commento a uno dei fatti principali del giorno,
racconta un'opinione. Quando non è firmato, significa che è stato
scritto dal direttore del quotidiano.
L'articolo che si trova invece alla destra dell’articolo di apertura si
chiama SPALLA: tratta anch’esso un argomento importante e può
essere sostituito da una fotografia o una didascalia.
Nella prima pagina troviamo anche le CIVETTE: brevi sintesi di
articoli presenti nel giornale (solitamente contenuti in riquadri, nel
Corriere della Sera colorati in azzurro) o la semplice presentazione
del loro titolo con riferimento alle pagine in cui si trovano.
La MANCHETTE è lo spazio per la pubblicità. Il formato è costituito
da due rettangoli posti rispettivamente a destra e a sinistra della
testata, e da altri due rettangoli alla base del giornale.
SFOGLIAMO IL GIORNALE
Le prime pagine interne del Corriere della Sera portano la dicitura
Primo Piano. In questa sezione troviamo le notizie di apertura del
quotidiano, e i fatti più importanti del giorno. Solitamente le notizie
qui contenute sono di carattere politico ed economico, ma non è
raro, in occasione di eventi di cronaca di rilievo nazionale, che siano
questi ad occupare le prime pagine.
Segue la sezione dedicata agli Esteri che raccoglie tutte le
principali notizie da tutto il mondo. In queste ultime settimane le
pagine di Esteri sono state in gran parte occupate dal racconto,
fatto da inviati e corrispondenti, della crisi in Ucraina, della guerra
in Medio Oriente, le esecuzioni di giornalisti americani per mano
dell'Isis.
Segue la sezione Cronache. Qui si trovano le notizie di cronaca, le
notizie che raccontano cioè i fatti avenuti nel nostro Paese.
La cronaca può essere suddivisa in settori:
La cronaca nera è il resoconto degli avvenimenti di natura
criminale come rapine, furti, violenze, omicidi, suicidi, etc....
La cronaca che non ha particolari connotazioni, né negative né
positive, è chiamata bianca (apertura di un ufficio pubblico,
inaugurazione di un complesso sportivo, ecc.). Appartengono a
questo settore le notizie di carattere amministrativo e civico.
In contrapposizione alla cronaca nera, la cronaca rosa comprende
tutti gli avvenimenti di gossip che possono suscitare curiosità e
interesse nel pubblico, come fidanzamenti, matrimoni e nascite.
Nella cronaca rosa troviamo anche pettegolezzi, scandali, notizie
che riguardano la vita privata dei personaggi famosi.
La cronaca giudiziaria è invece il resoconto dell'andamento
giudiziario di un processo.
La sezione Economia raccoglie tutte le notizie di carattere
economico: le nuove normative sul lavoro, mutamenti negli assetti
aziendali, crisi finanziarie, cambi di proprietà e mutamenti nei
vertici aziendali...
La sezione chiamata Terza Pagina ospita le notizie di cultura e
spettacolo. Il nome riprende la storica impaginazione dei giornali di
inizio Novecento che collocavano queste notizie nella terza pagina
del giornale.
L'ultima sezione è quella dedicata allo Sport.
Nei quotidiani nazionali troviamo anche una sezione dedicata alla
Cronaca locale. E' una sezione a parte che viene realizzata dalle
redazioni locali sparse sul territorio e che cambia da regione a
regione. L'impostazione è la stessa del quotidiano nazionale, con
una prima pagina con gli articoli più importanti del giorno e le
diverse sezioni tematiche.
ANATOMIA DEL TELEGIORNALE
Prendiamo ad esempio l'edizione delle 20.00 del Tg1 del 3
settembre 2014.
Come per il quotidiano, anche nel Telegiornale troviamo
un'impaginazione precisa e una rigida gerarchizzazione delle
notizie.
La notizia di apertura è quella ritenuta più importante per la
testata, seguono le altre, “impaginate” (ovvero “scalettate”, messe
in ordine) a seconda della loro importanza. Dopo le notizie di primo
piano, solitamente troviamo le notizie di esteri, poi la cronaca. In
coda al telegiornale troviamo le notizie di cultura e spettacolo, e
infine lo sport.
A differenza del giornalista della carta stampata che, anche quando
mette la firma, rimane sempre anonimo, il giornalista televisivo
comunica con i telespettatori, influenza l’interpretazione delle
notizie con l’espressione del volto e il tono della voce. Crea dunque
un rapporto più caldo con lo spettatore e con la notizia.
Il Telegiornale inizia con una SIGLA DI APERTURA che
preannuncia allo spettatore l'inizio del notiziario. La sigla identifica
non soltanto la singola edizione di un telegiornale ma la testata
stessa.
La sigla di apertura rimane poi come sottofondo sonoro al
conduttore che legge il SOMMARIO, composto dai titoli delle
principali notizie dell'edizione.
I TITOLI sono letti in diretta dal conduttore in studio e
accompagnati da immagini della notizia che vedremo poi all'interno
del telegiornale. Lo spettatore da casa può sia ascoltare i titoli letti
dal giornalista, che leggerli in sovraimpressione, mentre scorrono
sopra le immagini. Solitamente nel telegiornale le notizie sono più
di quelle che vediamo nei titoli. Essi infatti vengono fatti solo per le
notizie più importanti.
Finiti i titoli, la telecamera inquadra il giornalista in studio (il
conduttore o speaker) che leggerà il LEAD (o lancio) ovvero
l'introduzione alla prima notizia, che servirà a “lanciare” il servizio
del giornalista.
Ogni servizio sarà preceduto da un lead, che ne annuncerà il tema,
e anticiperà i fatti salienti della notizia.
Il SERVIZIO del giornalista, curato in redazione, o “in esterna” cioè
con il giornalista inviato sul luogo dove avvengono i fatti, è
l'ossatura del telegiornale. Solitamente della durata massima di 1
minuto e mezzo, è strettamente legato alle immagini che lo
accompagnano. In questo caso parole e immagini si completano a
vicenda per dare allo spettatore un'informazione completa.
L'utilizzo delle immagini e la durata del servizio implicano anche un
linguaggio profondamente diverso nel giornalismo televisivo
rispetto a quello cartaceo. Nei servizi del tg, le parole raccontano i
fatti, mentre la contestualizzazione della notizia, i tratti
dell'ambiente in cui avviene il fatto, e anche l'emotività, vengono
lasciate alle immagini. Ugualmente la necessità di condensare il
racconto dei fatti in un tempo prestabilito, fa sì che le frasi siano
più brevi, più incisive, più semplici e di immediata comprensione.
Oltre che i servizi i telegiornali ospitano anche le DIRETTE,
collegamenti con il giornalista inviato nel luogo dove avvengono i
fatti. Mentre i servizi sono registrati e montati con le immagini,
nelle dirette il giornalista compare sempre in video e il modo di
parlare è più fluido. Nelle dirette compare sempre lo STAND UP,
ovvero l'immagine del giornalista in piedi (di qui il termine) che
racconta cosa sta accadendo intorno a lui.
Ci sono poi i FUORI CAMPO O BREVI, notizie lette dal conduttore,
e “coperte” con delle immagini che vengono mandate in onda
durante la lettura della notizia.
E' divenuta pratica comune dei telegiornali avere un TRAINO,
ovvero un'anticipazione delle principali notizie del telegiornale che
viene mandata in onda a pochi minuti dall'inizio dell'edizione
all''interno della trasmissione precedente. Si cerca così di
“agganciare” gli spettatori, invogliandoli a rimanere sulla rete per la
visione del tg.
I titoli del Tg hanno la stessa funzione della prima pagina del
quotidiano, ovvero identificano e anticipano le principali notizie del
giorno.
La prima pagina di un giornale e il sommario di un Tg non sono
però formati editoriali pienamente omologhi. Infatti se la prima
pagina di un giornale seleziona solo i principali contenuti del
giornale medesimo, i titoli del tg mostrano l'intero arco
contenutistico di quella specifica edizione, non annunciando tutte le
notizie, ma segnando gli ambiti e gli argomenti che verranno
trattati nella messa in onda.
3 settembre 2014 – Corriere della Sera e Tg1, un breve
confronto.
In questo caso Il Corriere della Sera e il Tg1 scelgono due notizie
diverse per l'apertura. Mentre il Tg1 decide di aprire con una notizia
di Esteri e in particolare con il vertice Nato per la crisi in Ucraina, il
Corriere della Sera dedica le sue prime pagine alla notizia del
mancato aumento degli stipendi per gli statali.
La notizia del soldato americano ucciso per mano dell'Isis è il
secondo titolo del Tg1, che però il Corriere sceglie di non riportare
in prima pagina, lasciandolo invece allo sfoglio a pagina 12 e 13
della sezione Esteri.
La notizia del blocco degli aumenti per gli statali per il Tg1 arriva
invece solo come terza notizia.
A seguire, il Tg1 parla della riforma della scuola, strettamente
connessa alla notizia precedente in merito alla riforma della
pubblica amministrazione. Se pure con una differente collocazione,
anche il Corriere mette la notizia sulla scuola in prima pagina, a
fianco dell'apertura.
Le motivazioni di queste differenti scelte sono molteplici, e in
generale possiamo affermare che rientrano nella linea editoriale di
ciascuna testata.
Cioè quell’insieme di orientamenti, di valori, di indirizzi politici, che
segnano l’identità di ogni prodotto editoriale.
Scegliere quale sia la notizia più importante certe volte è molto
semplice, in altri casi, è la linea editoriale che seleziona tra i fatti
quello che ritiene di maggior presa sul suo pubblico di riferimento.
Dentro la notizia tra tv e giornale.
Se ci soffermiamo brevemente ad analizzare il trattamento della
medesima notizia da parte delle due testate possiamo individuare
immediatamente delle macrodifferenze.
L’approvazione da parte della Conferenza della Regione delle linee
guida nazionali sulla fecondazione eterologa trova, come notizia,
spazio sul taglio basso della prima pagina del Corriere della Sera e
tra i titoli del Tg1.
Entrambe le testate dunque selezionano il fatto come rilevante e di
interesse per il pubblico.
Il Corriere della Sera apre in prima sul tema in taglio basso con una
civetta che racconta la storia di una coppia italiana passata
attraverso l’esperienza della fecondazione all’estero, in particolare
in Spagna.
Il pezzo prosegue a pagina 17 ed è preceduto a pagina 16
dall’articolo vero e proprio
sulla notizia proveniente dalla
Conferenza delle Regioni.
A pagina 16, inoltre troviamo l’intervista a Monsignor Nunzio
Galantino, segretario della Conferenza Episcopale Italiana, che
propone il punto di vista cattolico sull’argomento.
Seguendo lo sfoglio, pagina 17 oltre alla storia della coppia di cui
abbiamo accennato, ospita un box di servizio che serve a
riassumere e spiegare attraverso brevi testi e illustrazione la storia
della legge italiana sulla fecondazione eterologa, mostra la prassi
medica della fecondazione e riassume i punti principali (già presenti
nell’articolo a pagina 16) delle linee guida approvate dalla
Conferenza delle Regioni.
Il quotidiano quindi parte con un pezzo emotivo ed empatico in
prima pagina ( la storia ) e poi inquadra tutto l’argomento in 2
pagine offrendo punti di vista, nozioni scientifiche minime, chiare ed
accessibili, comunica il fatto di cronaca e ne esaurisce i contorni e le
implicazioni.
Il Tg1 riporta la notizia quasi alla fine dell’edizione, intorno al
trentesimo minuto ( su un totale di 37 minuti di messa in onda).
Il lead della conduttrice prende circa 9 secondi e poi parte il
servizio, della durata di 1 minuto e 14 secondi.
Il testo entra immediatamente nel vivo della notizia mettendo
subito in evidenza gli effetti della linee guida varati dalla
Conferenza delle Regioni.
In primo luogo si sottolinea come l’erogazione di questo servizio
ospedaliero sarà gratuita, cioè a carico del Servizio Sanitario
Nazionale.
L’attacco che mira diretto all’aspetto anche economico del fatto, nei
tempi di crisi generalizzata, ha subito un effetto intrigante nel
confronti dello spettatore.
Si cerca quindi di coinvolgere subito lo spettatore parlando di
qualcosa che potenzialmente lo riguarda da vicino (questo aspetto
emotivo nel quotidiano è demandato alla storia della coppia italiana
che ha viaggiato in Spagna per poter effettuare la fecondazione).
La notizia cioè viene raccontata a partire dalla ricaduta sulla
popolazione e non da una descrizione delle norme approvate in sé.
L’elenco delle novità introdotte viene inoltre visualizzato da una
grafica così come nel giornale troviamo il box riassuntivo.
Segue un commento, indiretto, del ministro della Salute Beatrice
Lorenzin – presente anche come virgolettato nell’articolo del
Corriere a pag. 16.
Il servizio chiude con una “notizia dentro la notizia” secondo uno
stile tipico telegiornalistico che tende a rendere la chiusa del pezzo
incalzante e ad effetto.
Si comunica che già dal giorno successivo all’ospedale Careggi di
Firenze si sarebbe effettuate la prima fecondazione secondo le
nuove norme e si sottolinea già la presenza di una lunga lista
d’attesa.
Questa chiusa ribadisce quanto la notizia coinvolga la popolazione e
sia importante.
SECONDA SCHEDA: Il linguaggio della carta stampata e del
telegiornale.
In questo rapido confronto tra linguaggio della carta stampata e
dell’informazione telegiornalistica cercheremo di cogliere le
differenze essenziali legate all’aspetto di superficie, della lingua e
quelle determinate dalla specifica modalità di fruizione dei due
medium.
Cominciamo però con definire, per sommi capi, il concetto base, il
genere narrativo di questo ambito: la notizia.
Notizia e notiziabilità
Il mondo è un affresco di accadimenti, sincronico e diacronico.
Tutto ciò che esiste “capita”, è cioè un avvenimento, ma cosa rende
questo avvenimento una notizia?
In altre parole quali sono i criteri che rendono un fatto della realtà
degno di nota, o come si dice in gergo giornalistico, quali
caratteristiche deve possedere un fatto per essere notiziabile?
Possiamo distinguere diversi
classificazione:
aspetti come guida per questa
Aspetti strutturali
- il livello sociale, il prestigio: cioè il grado sociale delle persone
coinvolte dal fatto, un incidente al presidente degli Stati Uniti è
più notiziabile di un incidente, magari più grave, avvenuto ad un
ignoto cittadino
- l’impatto sull’interesse nazionale: se cioè un avvenimento
coinvolge tutto il gruppo sociale degli abitanti di un paese al
punto da diventare “una questione nazionale”
- l’impatto generale e di progresso: ad esempio una notizia come
la scoperta di una cura per una malattia incurabile supera i limiti
del pubblico di riferimento e diventa facilmente notiziabile
perché coinvolge, in senso lato, tutta l’umanità e il suo
progresso scientifico
- la quantità di persone coinvolte: nel caso ad esempio di una
nube radioattiva e della sua potenzialità di potersi spostare
rapidamente da una territorio all’altro senza poter fare una
previsione precisa
- la conflittualità: un evento che si presenta di natura oppositiva,
conflittuale ha molte probabilità di interessare lo spettatore, ad
esempio spesso si usano termini di ambito militare come
“guerra”, “assalto” per parlare di fatti che magari riguardano i
saldi o lo sport
I criteri relativi al prodotto giornalistico
- la novità: l’attenzione del pubblico è molto stimolata da fatti
inattesi o imprevisti
- l’attualità: è decisamente più probabile che un avvenimento
“fresco” diventi una notizia efficace
- la brevità: concetto questo molto influenzato, come vedremo,
dal medium prescelto, il lettore e il telespettatore fruiscono
infatti in maniera molto diversa l’informazione
- la completezza: cioè non limitarsi a fornire tutti gli elementi
necessari a comprendere la natura del fatto narrato ma anche
stimolare diversi punti di vista sulla vicenda
- La chiarezza del linguaggio: anche questo aspetto, tenuto salvo
un livello minimo di comprensione, è strettamente legato al
medium utilizzato. Il giornale e il telegiornale adottano registri e
stili linguistici molto diversi, solitamente.
I criteri relativi al pubblico:
- l’identificazione rende un avvenimento decisamente notiziabile
perché permette al pubblico di immedesimarsi
- il servizio, per esempio una notizia sullo sciopero dei mezzi
pubblici ha sicuramente la presa di un servizio reso all’utente
dall’informazione, ne aumenta le competenze e ha effetti sulla
vita quotidiana del pubblico
- la non eccessiva informatività, è necessario cioè non essere
ridondanti nel riportare la notizia, fornire gli elementi essenziali e
capaci di generare una piccola narrazione
Esistono molti diversi criteri di classificazione delle notizie, che
però, va precisato, non rispondono solo a un’oggettività come
abbiamo cercato di individuare sopra, ma anche alla sensibilità del
giornalista che raccoglie il fatto.
Il mondo giornalistico inglese, per esempio, suddivide, molto
pragmaticamente le notizie in due grandi famiglie le hard news,
cioè la cronaca nera, i fatti politici ed economici gravi e urgenti, e le
soft news
legate soprattutto a temi di costume, società e
maggiormente svincolate da una contingenza pressante.
Il linguaggio delle notizie, tra carta stampata e informazione
televisiva.
Il linguaggio dell’informazione televisiva rispetto a quello della
carta stampata si caratterizza per due fenomeni fondamentali: la
natura irripetibile della diretta dell’edizione tv con la necessaria
compresenza nel tempo tra spettatore e conduttore e per l’utilizzo
delle immagini e dei filmati.
Se infatti è possibile che tra emittente e destinatario, nel caso del
giornale, non vi sia compresenza ( il giornalista scrive il suo pezzo
diverse ore prima dell’uscita del quotidiano e poi lo affida alla
stampa), questo non è possibile per il telegiornale, il conduttore
(l’emittente) e il destinatario (il telespettatore) devono,
obbligatoriamente condividere la dimensione del tempo ( a meno
che non ci si accontenti di vedere una replica).
La presenza delle immagini in formato video invece genera una
narrazione parallela rispetto al verbale che si focalizza su due
aspetti principali: veicolare emotività e ridurre al massimo le parti
descrittive del discorso, in modo che il testo della notizia televisiva
possa raggiungere direttamente il cuore del fatto. Insomma
l’immagine
è
il
principale
alleato
della
natura
stessa
dell’informazione televisiva: la brevità.
In media un servizio ha la durata di 1 minuto e 30 secondi, fino ad
un massimo di 3 minuti nel caso di notizie particolarmente rilevanti
e complesse.
A questo limite temporale si accompagna una modalità narrativa
del fatto impostata sulla “story” cioè si va a costruire il pezzo
televisivo come una piccola storia, con un breve prologo, uno
svolgimento e un finale, solitamente estremamente comprensibile
e di forza emotiva.
In questa schematizzazione narrativa anche le “semplificazioni” dei
protagonisti dell’evento tra buoni / cattivi, vittime / carnefici,
eroi/antieroi è molto abituale.
Si tratta di espedienti narratologici di grande presa su un vasto
pubblico, in grado di calare l’evento all’interno di strutture di
racconto familiari e immediatamente decodificabili e di agevolare il
ricordo dell’informazione.
L’approfondimento della notizia viene svolto all’interno di prodotti
editoriali più specifici come il talk show, il documentario o gli
speciali.
Sulla carta stampata invece, pur nella presenza del limite fisico
delle dimensioni della pagina, il racconto della notizia è sempre più
articolato, anche quando si tratta di un breve trafiletto.
In primo luogo perché deve ricostruire tutte quelle informazioni che
in televisione sono a carico delle immagini e poi per la natura
stessa della fruizione del medium , che può essere lenta, fatta a più
riprese nel tempo e che soprattutto consente la rilettura.
Questo permette al lettore di poter seguire una narrazione più
complessa, di ampio respiro e organizzata in una rete di concetti
interrelati come nel caso dell’editoriale, cioè lo spazio riservato al
direttore del giornale o a un esperto, per commentare una certo
evento.
La fruizione: esperienze a confronto
Il diverso medium comunicativo, determina anche una diversa
interazione tra l’ intenzione dell’autore e la volontà del lettore.
Cioè da un lato le modalità narrative e strutturali con cui l’autore
concepisce forma e contenuto del suo messaggio affinché venga
recepito e decodificato secondo la sua volontà e dall’altro la liberà
del destinatario di non accogliere tutto il messaggio, di decodificarlo
in maniera diversa e di rifiutarlo.
Un quotidiano, come ogni messaggio prodotto volontariamente per
essere interpretato, è costruito attraverso una serie di segni
extratestuali che indicano al lettore la volontà della redazione.
Cioè il modo in cui la redazione vorrebbe che il giornale fosse
effettivamente letto.
Basti pensare alla sequenza delle sezioni nelle pagine, il “lettore
modello” non dovrebbe fare altro che sfogliare il giornale dalla
prima all’ultima pagina, leggendo di seguito tutto ciò che si trova
dalla sua sinistra alla sua destra.
Ma come sappiamo, per esperienza comune, questo non capita
mai.
Il quotidiano permette al lettore di andare contro la “volontà
dell’autore “ (la redazione) e di riorganizzare i contenuti del
giornale secondo i suoi interessi.
E’ prassi comune, quando si legge il giornale, quella di sfogliarlo
quasi tutto rapidamente, soffermarsi sulle notizie che ci sembrano
più interessanti, proseguire e poi tornare indietro su altro che ci ha
semplicemente incuriosito.
Così ciascuno di noi si trasforma in un direttore di giornale, in
un’immaginaria riunione di redazione – nella nostra mente,
reimpostiamo interamente la struttura narrativa del quotidiano, la
rendiamo nostra, ne facciamo un’esperienza strettamente
personale.
Il telegiornale invece si presenta, strutturalmente con un testo /
prodotto non modificabile, e le possibilità di personalizzazione per
lo spettatore sono completamente annullate.
Non c’è possibilità di modificare o sovvertire l’ordine delle notizie
decise dalla redazione, non si possono effettuare salti o tornare
indietro.
L’unica opzione che resta al lettore/spettatore è estrema, decidere
lui la dimensione del messaggio, cambiando canale.
Stile e modalità del linguaggio telegiornalistico
Il linguaggio televisivo si presenta con un’abbondanza di
coordinazione tra le frasi, a scapito della subordinazione che rende
il discorso più complesso e articolato.
Si tratta di uno stile parlato che utilizza espressioni comuni, periodi
brevi e costrutti molto semplici.
Il telegiornalismo usa una lingua che evita i superlativi, evita le
coppie di aggettivi, i termini tecnici e scientifici, le forme poco
usate, le metafore e i vocaboli stranieri a meno che questi non
esprimano concetti difficili da rendere in italiano con la stessa
accuratezza e precisione.
Questi accorgimenti linguistici, questa vicinanza a una forma di
parlato, permettono all’informazione televisiva di entrare subito “nel
vivo” della narrazione, di non distrarre il telespettatore con
particolari irrilevanti e con cui egli non ha nessun tipo di
consuetudine.
Si tratta di un linguaggio a metà strada tra l’italiano scritto e quello
parlato, i testi delle notizie sono scritti secondo le norme
dell’italiano giornalistico, ma sono raccontati in modo libero
inserendo molte espressioni proprie della lingua parlata come
“buonasera”, “scusate,” “adesso vedrete”. Un italiano medio, molto
articolato e differenziato in base ai settori di riferimento e agli
argomenti trattati: la politica e lo sport sono caratterizzati da parole
specialistiche, altri settori, come per esempio, la cronaca,
privilegiano una scelta lessicale più popolare.
Anche i ruoli influenzano il lessico utilizzato: un intervistato può
permettersi di essere più dialettale dell’intervistatore, l’inviato “in
diretta” per un evento emozionante si esprime con espressioni più
vive e meno standard di quelle impiegate dal conduttore in studio.
Il linguaggio della carta stampata
La scrittura giornalista risponde ad esigenze precise: informare in
maniera completa e chiara e quindi fornire un servizio al lettore.
Per quanto ogni giornale si rivolga, in maniera ideale, a un certo
tipo di pubblico, inteso in senso sociale e quindi di un certo livello di
istruzione, la scrittura non può mai venir meno a questi due
fondamenti.
Scrivere un articolo non ha niente a che vedere dunque con la
letteratura, o come si diceva un tempo, con “il bello scrivere”, ma è
un’operazione specialistica di cui cercheremo di elencare alcuni
punti essenziali.
Le frasi devono essere semplici il più possibile: soggetto,
predicato verbale, complemento.
Il mondo giornalistico anglosassone ha per tradizione una regola
secondo la quale un periodo non dovrebbe superare le 18 parole,
comprese le congiunzioni, e, comunque, mai le 25.
Usare con cura e abbondanza la punteggiatura: punti e virgola,
virgole, punti, ricordando che quel che più conta è il ritmo, la
cadenza di ciò che scriviamo.
La frasi
subordinate sono da limitare al massimo, perché
costringono il lettore – ne fa prova leggendo ad alta voce - a
fermarsi, a riprendere fiato, insomma a spezzare il ritmo, a
ricordare la frase precedente e a fare poi un salto in avanti. Oggi
molto spesso il giornale non lo si legge comodamente in poltrona,
ma in situazione spesso rumorose e affollate come i mezzi pubblici,
anche per questo è necessario non richiedere al lettore uno sforzo
eccessivo quando il medesimo concetto può essere espresso in
maniera più lineare dividendo il ragionamento in frasi principali.
Nell’uso dei verbi è preferibile la forma attiva, mai o quasi, quella
passiva, che, il più delle volte, rischia di stravolgere il senso e
l’importanza della frase.
Sull’uso dei tempi invece, anche se il giornale racconta sempre
qualcosa del passato, e quindi sembra suggerire l’uso di un
imperfetto o di un passato prossimo, è sempre preferibile l’uso del
presente. Questo rende viva la notizia riportata, conferisce pathos e
ritmo.
Tenendo a mente una delle regole d’oro della scrittura giornalistica,
la capacità di sintesi, la cui applicazione si realizza non superando,
in cronaca, le 2.500 battute quanto più sono presenti aggettivi,
tanto meno l’autore si rivela padrone della lingua. Infatti, ridurre gli
aggettivi significa conoscere e saper scegliere parole molto
significative ed evitare genericità e banalità.
Analogamente per gli avverbi, se ne può proprio fare a meno,
soprattutto di quelli che finiscono in "mente", giacché
appesantiscono
molto
la
frase.
Si raccomanda anche qui la prova lettura a voce alta: se si ha
difficoltà a prendere fiato perché scarseggia la punteggiatura, o a
pronunciare chiaramente perché si incespica in parole troppo
lunghe, in "ricchi" aggettivi o in lunghissimi avverbi, l’articolo non
va.
Il capoverso inoltre è un grande ausilio per dare ritmo alla lettura.
Una regola generale prevede un capoverso ogni 10 o 12 righe di
giornale. Il capoverso ha diverse funzioni, in primo luogo di
organizzare il pezzo concettualmente e dal punto di vista grafico di
fornire al lettore soste e rilanci dell’attenzione. Può essere utile
notare che molti scrittori usano il capoverso in funzione di
suspence, vale a dire che, al momento di chiudere un concetto, non
lo si definisce compiutamente, ma si rinvia a ciò che verrà detto nel
capoverso successivo, e questo ne costituisce un ottimo uso.
Metafore e parole straniere.
La moderazione nell’uso di
entrambe è sempre una buona norma. Le prime danno
un’impressione di pesantezza, di vecchiezza della scrittura, e, anche
loro, spezzano il ritmo della lettura. Quanto alle parole straniere,
sono ormai diventate un flagello, l’anglo-italiano è pane quotidiano
del giornalista; invece, bisognerebbe tradurle tutte le volte che si
può, anche per raggiungere il maggior numero possibile di lettori
anche quelli meno “attrezzati” sulle lingue straniere.
Attività:
Traduzione andata e ritorno
Proporre agli studenti un esercizio traduttivo andata /ritorno tra i 2
linguaggi, televisivo e della carta stampata.
A partire da un articolo di giornale, di ambito locale, chiedere agli
studenti di realizzare un servizio della durata massima di 1 minuto
e 30 secondi che vada a raccontare la stessa notizia.
L’esercizio consiste nel far individuare gli elementi che possono
essere demandati alle immagini e quelli che invece restano di
stretta pertinenza del verbale.
L’esercizio può anche essere svolto alla rovescia, a partire da un
servizio televisivo, da riscrivere in versione per la carta stampata,
facendo attenzione a restituire nel testo tutti gli elementi propri
delle immagini video.
MyNewspaper
Proporre agli studenti di “rimontare” il quotidiano secondo i loro
interessi.
A partire da una prima lettura andare fisicamente a ritagliare gli
articoli che sono stati letti per primi e quindi di maggior interesse e
rimontarli in prima pagina.
L’esercizio può proseguire fino a un vero e proprio riallestimento del
quotidiano intero.
Il prodotto ottenuto potrà essere argomento di discussione rispetto
a cosa veramente interessa gli studenti intorno alla realtà del loro
mondo tramite il confronto con i compagni.
Riordinare il quotidiano secondo il sommario del tg evidenziando
analogie e differenze fra i due media. Questi ed analoghi esercizi
risultano molto utili per allenare i ragazzi a riconoscere
l’informazione di qualità indipendentemente dal supporto sul quale
essa viaggia.