Il Telegiornale

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Il Telegiornale
• Il Tg è una trasmissione televisiva che ha
una messa in scena peculiare e che si
compone di:
• titolo;
• sigla;
• scenografia;
• apparato tecnico.
• Ha una struttura obbligatoria che
presuppone che le notizie vengano date
sottoforma di racconto orale; ciò implica
che:
• ci sia un conduttore;
• ci siano immagini e filmati collegati con il
resto della trasmissione;
• collegamenti dal vivo gestiti da qualcuno in
collegamento con lo studio.
• un ambiente specializzato (generalmente
uno studio);
• una confezione delle immagini con
l’aggiunta di scritte, logos, nomi;
• musiche;
• stile di conduzione.
• La sigla solitamente è un’animazione
visiva molto avvenieristica e stilizzata
corredata da una musica distintiva che
viene ripetuta sia in apertura che in
chiusura e che contribuisce
all’identificazione della trasmissione, alla
definizione della sua connotazione
informativa e alla distinzione dal resto
della programmazione.
• Molto frequente è l’uso dell’immagine del
Globo, delle cartine geografiche o di
oggetti che fanno pensare alla stampa.
• I colori utilizzati nei Tg sono l’azzurro e il
blu, nelle varie gradazioni cromatiche,
tranne il TG2 che stranamente usa il
rosso, colore poco adeguato perché
allarmante, come il viola o il nero.
• I titoli di apertura sono ad imitazione di
quelli dei quotidiani e spesso vengono
scritti sul teleschermo mentre si dicono.
• L’evidenza data ai titoli è dettata dalla
linea del Tg.
• Spesso, qualche minuto prima della
messa in onda vera e propria, il conduttore
preannuncia gli argomenti di cui si
occuperà il Tg. Questa forma di
autopubblicità si può trovare o nell’ultima
tranche di pubblicità o nella trasmissione
precedente sotto forma di dialogo tra
presentatore e giornalista.
• All’inizio, nei primi Tg, i giornalisti venivano
mostrati a mezzo busto, con sfondo neutro
alle spalle. In seguito le riprese, diventate
più sofisticate, hanno contribuito alla
personalizzazione delle posture dei
giornalisti e, con loro, degli studi. Oggi tali
studi si presentano, da un punto di vista
scenografico, quasi futuristici. Come
traccia del passato sono rimasti scrivania
e telefono.
• Nel Tg il pubblico non è mai presente a
differenza delle altre trasmissioni dove,
invece, ricopre un ruolo ben preciso.
• Talvolta, invece, si può avere la presenza
di ospiti.
• Seppur sia possibile la costruzione di Tg
come semplice giustapposizione di notizie
e filmati, la figura del conduttore,
soprattutto dagli anni 80 in poi, riveste un
ruolo fondamentale per la messa in scena
del programma soprattutto poiché
rassicura e fidelizza il pubblico, con ciò
che ne consegue in termini di “amicizia
mediale” e “pseudo conoscenza”.
• La conduzione del Tg ha una sua storia.
• Negli anni cinquanta troviamo conduttori
uomini, di mezza età, di aspetto piacente,
parlante una lingua media senza inflazioni
dialettali. Leggeva nei fogli e raramente
incrociava lo sguardo del telespettatore.
• Ciò che contava era il messaggio.
• Negli anni sessanta arrivano i giornalisti
fisici, abiti, dizioni differenti, sguardo alla
macchina da presa per dare l’illusione di
un contatto diretto con il pubblico ma
anche per leggere il “Gobbo”.
• (Gobbo: dispositivo utilizzato per fornire
suggerimenti al conduttore di un
telegiornale o di una trasmissione
televisiva.)
• Negli anni ottanta e novanta arriva la rivoluzione
al femminile, la personalizzazione del
conduttore, il suo passaggio alla posizione in
piedi e la conduzione in coppia sul modello
americano.
• Presenza fisica, postura, orientamento del
corpo, gesti, espressioni del conduttore divento
elementi caratterizzanti del suo “bodylanguage”. Il linguaggio verbale utilizzato si
caratterizza per essere un Italiano medio:
sintassi elementare e pronuncia standardizzata
comprensibile alle varie classi sociali.
• Un altro aspetto molto importante relativo
al conduttore, si ricollega alla velocità di
dizione e all’intonazione della voce.
Tramite quest’ultima si possono
comunicare molti sentimenti:
• Tono burocratico distaccato = distanza
dalla notizia;
• Tono paterno – convincente – didascalico
= saggezza ed obiettività della televisione;
• Tono partecipante – entusiasta = sottolinea la
letizia per qualche buono esempio;
• Tono preoccupato – ansioso = comunica
all’utente che la tv condivide le sue paure;
• Tono sdegnato – severo = atteggiamento di
condanna;
• Insomma il conduttore deve essere anche un po’
attore e saper modulare il tono della voce a la
gestualità.
• Il conduttore incarna la televisione per cui, il suo
modo di essere, non è casuale ma rappresenta
la strategia di autopresentazione del
telegiornale. Sul conduttore il Tg determina il
target di riferimento e la sua comunicazione
deve essere, per quel tipo di pubblico, seduttiva.
• Competenza, credibilità e fiducia nel Tg si
conquistano anche con l’apparenza del
conduttore
• L’importanza dell’immagine si gioca anche
fuori dallo studio del Tg: farfalline al collo,
shariane militari, stile peculiare … sono
tutte strategie per imporsi alla memoria del
telespettatore, che riflettono lo sconfinato
narcisismo del giornalista, tanto di carta
stampata che di tv.
• Il ritmo è fondamentale in un Tg ed è il
prodotto della combinazione di una serie
di fattori:
• La velocità di dizione dei conduttori;
• Il rapporto tra parlato ed immagini;
• Lo stile di montaggio dei filmati;
• Il numero di notizie;
• La loro lunghezza;
• La quantità e la costruzione dei commenti;
• Gli stacchi o i commenti musicali.
• La notizia di un Tg è brevissima ed è
compresa di parlato e filmato.
• La notizia parlata è quella letta dal
giornalista e può essere anche
commentata;
• La notizia mostrata è quella filmata e
presentata sottoforma di:
• - Servizio: fatto di cronaca costruito con
immagini montate in differita;
• - Inchiesta: è progettata e lunga, si muove
su una scaletta ed è firmata dal
giornalista;
• - Illustrazione: l’immagine è la scena della
notizia letta dallo speaker.
• Nei servizi del Tg le immagini sono
costituite dal repertorio per cui è
necessario che ci sia coerenza tra testo ed
immagini.
• La coerenza può essere di:
• - Argomento: es. si parla di uno sciopero e se ne
mostra un altro precedente;
• - Luogo: si parla di un evento accaduto in un
luogo e si mostra quel luogo in un’altra
occasione;
• - Attore: es. si parla del Papa e si fanno vedere
immagini di repertorio;
• Poi c’è la diretta che ha le funzione di dare
credibilità al messaggio
• Il Tg è un lavoro di “Patchwork” in cui ogni
elemento è distinto dall’altro e collegato all’altro.
Il criterio di assemblaggio è paratattico: come
una serie di frasi unite dalla congiunzione “e”.
• Anche in un Tg ci sono delle pagine ma non c’è
nessun obbligo di marcare il passaggio da una
pagina all’altra né di dichiararlo. Nel Tg c’è, a
differenza del giornale, il fattore “sorpresa”: se
non lo si guarda non si può mai sapere dove è
stata posizionata una notizia.
• In genere in un TG c’è:
• La prima pagina: è formata da 2-3
argomenti, dedicata in prevalenza ad un
argomento di politica interna o
internazionale;
• La pagina degli interni: dominata dalla
politica;
• La pagina sindacale: scioperi, colloqui
governo – imprenditori;
•
•
•
•
•
La cronaca: giudiziaria, rosa, costume …
La cronaca internazionale;
Lo sport;
La cultura;
Il costume.
• La messa in pagina è la gerarchizzazione
delle notizie. La prima cosa è decidere i
“pezzi forti”. Il resto del tempo viene
suddiviso fra altre notizie:
• - notizie di apertura;
• - notizie forti;
• - notizie di passaggio;
• - notizie speciali;
• - notizie di chiusura.
• Il criterio di assemblaggio in genere segue
le regole:
• - non mettere vicino due pezzi forti;
• - isolare la notizia della prima pagina per
metterle meglio in risalto;
• - non esagerare con le brevi per non far
calare l’attenzione;
• - accentuare il carattere rasserenante
della notizia di chiusura.
• Una notizia può essere raccontata in:
• - modo dimostrativo: fatto compiuto di cui
si sa tutto;
• - modo fabulativo: come nel caso di notizie
ancora in corso o da capire in corso di
svolgimento (es. un rapimento).
• Il telegiornale è un genere tv immutabile
nel tempo o meglio, le caratteristiche
peculiari del Tg, anche se nel corso degli
anni subiscono variazioni, rimango sempre
fedeli allo schema generativo.
• Tale immutabilità garantisce al Tg una
posizione centrale nel tempo televisivo
della giornata; tutto il palinsesto televisivo
di una rete ruota intorno al Tg.
• La posizione centrale del Tg comporta sempre
alti indici di ascolto.
• Il Tg si presenta come il vero grande spettacolo
televisivo di tutti i tempi, in grado di dilatare e
approfondire la dimensione informativa e
spettacolare della comunicazione.
• Esso da indicazione di quella che è l’ immagine
della rete dal punto di vista culturale e filosofico
e contribuisce alla sua formazione
nell’immaginario del pubblico di ascoltatori.
• Un’altra importante particolarità del Tg è
costituita dal “taglio”. Per taglio si intende
l’impaginazione delle notizie, l’uso dei sommari
e dei riepiloghi contemporaneamente letti e
scritti che contribuiscono a creare la
completezza dell’informazione. Il taglio
rappresenta il punto di vista con cui quel
direttore e quella redazione decidono di vedere il
mondo e le notizie. Il taglio è soggettivo e si
ricollega al discorso del “newsmaking”.
• Il Newsmaking si può definire come quell’insieme di
procedimenti attuati per districarsi nel mondo delle
notizie scegliendo quelle da mettere in evidenza.
• “ Lo scopo dichiarato di ogni apparato di informazione è
quello di fornire resoconti degli eventi significativi ed
interessanti. … questo scopo è inestricabilmente
complesso. Il mondo della vita quotidiana -la fonte delle
notizie- è formato da una sovrabbondanza di
accadimenti […] L’apparato di informazione deve
selezionare questi eventi. Quanto meno la selezione
implica il riconoscere che un accadimento è un evento e
non un casuale succedersi di cose la cui forma e il cui
tipo si sottrae alla registrazione.
• Lo scopo di selezionare è reso più difficoltoso da
una ulteriore caratteristica degli accadimenti.
Ciascuno di essi può rivendicare di essere
unico, il frutto cioè di una specifica congiunzione
di forze sociali, economiche, politiche e
psicologiche che hanno trasformato un evento in
questo particolare evento […] Queste esigenze
legate alla sovrabbondanza di accadimenti
indicano che gli apparati di informazione, al fine
di produrre notizie, devono soddisfare a 3
compiti:
• 1) devono rendere riconoscibile un accadimento
come evento notiziabile;
• 2) devono elaborare modi di riportare gli eventi
che non tengano conto della pretesa di ogni
accadimento ad una trattazione idiosincratica;
• 3) devono organizzare il lavoro temporalmente e
spazialmente in maniera tale che gli eventi
notiziabili possano affluire ed essere lavorati in
modo pianificato. ( Tuchman, 1977, 45. Cit. in
“Teorie delle Comunicazioni di Massa”, Mauro
Wolf, Bompiani 1985)
• Il punto centrale del Newsmaking è ciò
che rende notiziabile una notizia; quali
avvenimenti quotidiani sono importanti e
quali no. Sono importanti le notizie che i
giornalisti definiscono tali. Il primo filtro per
la notiziabilità di una notizia è il giornalista.
• Criteri basati sui valori/notizia: quali eventi
sono ritenuti interessanti, significativi,
rilevanti per essere trasformati in notizia?
• Questi sono utilizzati sia per stabilire cosa
si debba trasformare in notizia sia come
linee guida per la presentazione del
materiale, suggerendo cosa va
enfatizzato, cosa va omesso. Essi
spiegano e regolano le procedure
redazionali. Non sono sempre gli stessi e
devono essere flessibili per permettere
una classificazione di tutti gli avvenimenti.
• Una notizia, poi, è tanto più notiziabile
quanto è più vicina al contesto culturale
dell’ascoltatore.
• Una notizia è notiziabile quanto più è
negativa: bad news is good news.