Nòvas n° 111 Abril 2012

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Nòvas n° 111 Abril 2012
Nòvas n° 111 Abril 2012
Sono gli uomini che rendono le terre vive e care
Il Monastero di Pra d' Mill
Son lhi òmes que fan las tèrras vivas e grinosas
Lo Monastier de Pra d'Mill
DVD-Film documentario-Regia di Fredo Valla
Durata: 30'
Sottotitolato in occitano, francese, inglese.
Edizioni Chambra d'Oc
italiano
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Fredo Valla intervistato da Michele Cucuzza
Perché un film documentario su un monastero?
Siamo abituati a collocare il sorgere dei monasteri nel medioevo lontano, quando abbazie nascevano dall'opera di monaci santi o nei luoghi in cui vissero santi eremiti.
La nascita di un monastero nel tempo in cui viviamo pare un evento anacronistico, addirittura "eroico", per questo incuriosisce, affascina, emoziona. Così è stato per
me assistendo alla nascita di Pra d' Mill sulle montagne vicine alla mia valle, al di là del crinale, innevato per molti mesi all'anno...
E' un giorno quel crinale hai deciso di attraversalo...
A piedi, scegliendo un avvicinamento lento, da pellegrino, un cammino di circa sette ore nella neve morbida della tarda primavera, per conoscere padre Cesare, il
monaco costruttore...
Chi è padre Cesare?
Un monaco dall'aspetto del saggio, carismatico, quando venne la prima volta a Pra d' Mill era maestro dei novizi a Lerins, un'isola davanti a Cannes in Francia
Mi raccontò il giorno del suo arrivo: c'era la nebbia e nella nebbia intravide alcune baite, vicino un po' più a valle una sorta di casa forte abbandonata appartenuta a un
nobile guerriero, e una cappelletta... entrò, trovò una Bibbia, lesse un passo dell'Apocalisse di Giovanni "Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la
terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più", il mare di Cannes che aveva lasciato... comprese di essere atteso.
Così dovette succedere, innumerevoli volte, nel medioevo, quando il luogo che avrebbe accolto gli edifici di una nuova abbazia si rivelava a un monaco santo
attraverso un presagio.
Nella solitudine del suo peregrinare egli trovava un segno... una voce che gli ingiungeva di fermarsi e creare in quel luogo una comunità di fratelli con cui vivere e
pregare per la gloria di Dio, della Vergine e dei Santi.
Il film lo hai realizzato dopo
Dopo quella volta sono tornato a Pra d' Mill altre volte, e alcune a piedi, sempre d'inverno, una volta perdendomi tra le montagne... una marcia faticosa
Nel 2009 ho girato il film documentario, il monastero era cresciuto, i monaci erano una dozzina, oggi sono circa diciotto. Nel frattempo dall'incontro con i monaci
avevo accumulato immagini, sensazioni, domande... Con il mio operatore Michele Zampierin siamo stati alcuni giorni a guardare, volevo che anche lui prima di girare
sentisse ciò che avevo sentito... soltanto dopo abbiamo acceso la macchina da presa...
Sei cattolico?
Sono cattolico nel senso che sono battezzato, ho fatto la prima comunione e la cresima, sono nato cattolico cristiano, ma, per esempio, non vado a messa, trovo la vita
di parrocchia deludente, i parroci talora sono costretti a fare i funzionari, gli amministratori, a messa gente che sbadiglia, occhi vuoti, omelie che non trasmettono nulla
di Dio, è difficile parlare di Dio, suscitare curiosità per Dio, per Cristo, eppure gli argomenti ci sono... ci sarebbero. Recentemente ho letto un libro suggeritomi da un
amico gesuita, il libro è di Antonio Pagola, s'intitola "Gesù - ritratto storico", colloca la vita di Cristo nel suo tempo, a partire da un analisi approfondita dei Vangeli e
di altri documenti, sfronda la vita di Cristo dalle ridondanze, dalle aggiunte che la chiesa come organizzazione cristiana, bisognosa di storia e proseliti, ha appiccicato
alla figura del Salvatore.
Ecco, nei monasteri mi sembra di sentire il messaggio più vicino, la mia ricerca di uomo smarrito sembra avvicinarsi al sentiero buono, alla via... Non alle risposte,
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trovarle è difficile, non la fede, quella forse non ha bisogno di risposte, è qualcosa di impalpabile, che sfugge alle domande, ai territori del razionale... Però nei
monasteri, con i monaci, sento di avere imboccato la strada.
Allo stesso tempo nei monasteri c'è il rito di cui noi uomini contemporanei sentiamo nuovamente bisogno: il canto, il salmodiare, il ripetere gli stessi gesti alle stesse
ore del giorno e della notte... Quella ritualità che ho trovato anni fa andando pellegrino per i monasteri di Monte Athos, che ho trovato a Novalesa, altra antica abbazia
del Piemonte, anzi la più antica, dove fra l'altro ho girato un film documentario e ho fatto battezzare mio figlio, nell'antica cappella di Sant'Eldrado.
Nel film ci sei tu: "smarrito della modernità"
Ho pensato a me stesso come ai tanti uomini che vivono male la modernità, si sentono smarriti, non trovano risposte alle loro domande, sono a disagio nella società,
nella famiglia così com'è oggi, senza autorevolezza... anche nell'educazione dei figli...
Mi sono riproposto pellegrino che calpesta la neve, segue una traccia, arriva e osserva i monaci da lontano, di mezzo c'è sempre un filtro, una separazione tra me e
loro, una porta socchiusa, una vetrata che mostra l'interno e riflette l'esterno. Li ho ascoltati nei vari momenti liturgici, dalla vigilia, alle 4 del mattino, a compieta, la
sera. Ho ascoltato il loro salmodiare, le parole dei salmi... spesso violente, di un Dio che parla con amore ma anche con violenza al suo popolo... la violenza, la
rivoluzione che dobbiamo rivolgere a noi stessi per cambiare e cambiarci, con la speranza di cambiare qualcosa anche del mondo attorno a noi. Poi li ho incontrati, nel
film ci sono inquadrature molto belle dei monaci che mi ascoltano mentre racconto. Qui le parti si sono invertite. Loro volevano sapere del film il "Vento fa il suo
giro" che avevano visto, film di cui ho scritto il soggetto e di cui sono stato co-sceneggiatore con Giorgio Diritti. Un film sulla difficoltà di rapporti tra gli uomini, tra
uomini e natura...
"Sono gli uomini che rendono le terre vive e care" è un film documentario in bianco e nero. Perché?
Il titolo è tratto da un testo di Biagio Marin, lo scrittore di Grado...
Di girarlo in bianco e nero avevo deciso già in scrittura: volevo girarlo d'inverno, il bianco della neve, il nero delle rocce, il grigio degli alberi spogli, il bianco del saio
dei monaci, il grigiore della nebbia e delle montagne... non c'era ragione di usare il colore. Ma c'è di più: nel film ho usato il bianco e il nero anche per sfrondare le
parole dalla suggestione delle immagini, volevo che le parole dei salmi, quelle di padre Cesare "parlassero" allo spettatore, senza altre suggestioni, senza ridondanze,
per questo motivo in certi momenti del film lo schermo diventa ora bianco ora nero, per lasciare spazio all'ascolto... alla parola.
Partecipazioni: Piemonte Movie, Valsusa FilmFest, Trento FilmFestival, Religion Today Film Festival, Dhaka International Film Festival, RADIO DUE RAI
"Programma RadioDays" - novembre 2011
occitan
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Entrevista a Fredo Valla da part de Michele Cucuzza
Perqué un film ducumentari sus un monastier?
Siem acustumats a plaçar la naissença di monastiers dins l'atge mesan, quant d'abadias naission da l'òbra di monges sants o dins lhi luecs ente son viscuts de sants.
La naissença d'un monastier enti nòstri temps semelha un event fòra dal mond, fins "eròic", per aquò encuriosís, enchanta, emociona. Com' aquò es estat per mi
assistent a la naissença de Pra d'Mill dessus las montanhas dapè a ma valada, al delai de la cresta plena de neu per ben de mes a l'an...
E un jorn aquela cresta as decidat de la sobrar?
A pè, en chausent un percors lent, coma un pelegrin, una promenada de sèt oras dedins la nèu còtia de la tarda prima, per conóisser paire Cesare, lo monge muraor...
Qui es paire Cesare?
Un monge da l'aspèct savi, fascinant, quand es vengut per lo premier bòt a Pra d'Mill era magistre di nòvels a Lerins, un'isla denant a Canas en França.
M'a contiat un jorn de quand es arribat: lhi avia la nèbla bassa e aqui dedins a entrevist de granjas, aquì dapè, un pauc mai aval, una maison abandonaa qu'era
apartengua a un nòble guerrier, e una pichòta chapèla... en intrant a trobat una Bíblia, ne a lesut un pas de l'Apocalipsi de Joan "Viscut après un novèl ciel e una novèla
tèrra, perqué lo ciel e la tèrra de derant eron desparéissuts e la mar ilh era pus", la mar de Canas que avia laissaa... a capit d'èsser atendut.
Parelh devia capitar, un baron de bòt, dins l'atge mesan, quand lo luec que avaria vist nàisser una novèla abadia se desvelava a un monge ambe un presatge.
Dedins la sulituda de son romiatge trobava un senh... una vòutz que lhi empausava de s'arrestar e de crear ent'aquel luec una comunitat de fraire ambe lhi quals viure e
pregar per la glòria de Diu. De la Verge e di Sants.
Lo film lo as fach après
Après aquel bòt siu retornat a Pra d'Mill mai q'un bòt, tanben a pè, totjorn d'uvèrn, un bòt me siu perdut sus las montanhas... una marcha fatiganta.
Ental 2009 ai virat un film documentari, lo monastier era creissut, lhi monges eron una dotzena,
encuei son a pauc près detz-e-uech. Entramentier da l'encontre ambe lhi monges aviu barunat d'images, de sensacions, de questions... Ambe mon operator Michele
Zampierin sem estats una man de jorns a beicar, voliu que decò ele derant de registrar sentesse aquò q'aviu sentut. mi... masque après avem començat a trabalhar...
Sies Catòlic?
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Siu catòlic ental sens que siu bateat, ai fach la premiera comunion e la caresma, siu naissut catòlic cristian, mas ad exemple, vau ren a la messa, tròbu la vita
parroquiala deludenta, lhi curats mincatant son costrechs de far lhi funcionaris, lhi administrators, a la messa gents que balha, uelhs vuets, de sermons que transmeton
ren de Diu, es complicat parlar de Diu, provocar curiositat per Diu, per Gesù Crist, tanben se lhi arguments lhi son... lhi serion. Lhi a pas gaire de temp que ai lesut un
libre que m'avia conselhat un amís gesuita, lo libre es de Antonio Pagola, s'entitla "Gesù-retrat istòric" che plaça la vita de Crist ental siu temp, a partir d'una anàlisi
profonda di Vangels e d'autres documents, en gavant las ajontas que la gleisa coma organizacion cristiana, en avent damanca d'una estòria e de novèls fidèls, a pegat a
la figura del Salvaor.
Vaquí, dedins lhi monastiers me semelha de sentir lo messatge mai dapè, ma recèrcha d'òme esperdut semelha d'aprochar-se al bòn viòl, a la Via... Pas a las responsas,
las trobar es dificil, pas la fe, que pòl èsser àbie pas de manca de responsas, es qualquaren qu'escapa a las questions, a lhi luecs del racional.... Mas dedins lhi
monastiers, ambe i monges, sento d'aver trobat la justa via.
A l'estes temp ent'lhi monastiers lhi a lo rite que nosautres òmes di nòstri temps avem mai de manca: lo chant, lhi salms, lo repéter lhi mesme gest a las mesmas oras
dal jorn e d'la nuech... Aquela ritualitat que ai trobat d'ans passats en anant coma pelegrin per lhi monastiers de Mont Athos, que ai trobat a Novalesa, autra antica
abadia dal Piemont o, mielh, la mai vielha, ente tra l'autre ai virat un film documentari e ai fach batear mon filh, dedins l'antica chapèla de Sant'Eldrad.
Dedins lo film lhi sies tu: "espèrdut de la modernitat"
Ai pensat a mi coma a tanti òmes che vivon mal la modernitat, se senton esperduts, trobon pas responsas a lors questions, son pas a lor aise dedins la societat, dedins
la familha parelh coma es encuei, sensa d'emportança...tanben dins l'educacion di filhs...
Siu retornat pelegrin que pista la neu, que vai après la traça, arriba e remarca lhi monges da daluenh, ental metz lhi a totjorn un filtre, una separacion entre mi e lor, un
uis embalhat, un vedre que fai veire dedins e reflect defòra. Lhi ai escotats dins lhi moments de liturgia, dal matin, a 4 oras, a la sera. Ai escotat lhi lors chants, las
paraulas di salms... sovent violentas, d'un Diu que parla ambe amor mas decò ambe violença a son pòple... la violença, la revolucion que devem adreçar a nos mesme
per nos chambiar, ambe l'esperança de chambiar decò qualquaren ental mond que es a l'entorn de nosautri. Après lhi ai encontrats, ental film lhi a d'enquadraments
ben bèls di monges que m'escòuton entramentier que mi còntiu. Aicí las parts se son reversaas. Lor volion sauber dal film "L'aura fai son vir" que avion vist, film ente
mi ai escrich lo subjéct e ente siu estat coscenejator ambe Giorgio Diritti. Un film sus la dificultat di rapòrts entre lhi òmes e la natura...
"Son lhi òmes que fan las tèrras vivas e grinosas" es un film documentari en blanc e nier.
Perqué?
Lo títol es sortit d'un tèxt de Biagio Marin, escriveire de Grado...
De lo virar en blanc e nier l'aviu já decidat entramentier que l'escriviu: voliu lo virar d'uvèrn, lo blanc de la nèu, lo nier de las peiras, lo gris de lhi àrbols despulhats, lo
blanc de la vesta di monges, lo gris de la nebla bassa e de las montanhas... lhi avia pas rason d'adobrar la color. En mai ental film ai adobrat lo blanc e nier decò per
despuelhar las paraulas da la força de las images, voliu que las paraulas di salms, aquelas de paire Cesare "parlesson" a l'espectator sensa d'autras distraccions, es per
aquò que lhi a de moments dins lo film ente resta tot blanc o tot nier, per laissar espaci a las paraulas.
Partecipacions: Piemonte Movie, Valsusa FilmFest, Trento FilmFestival, Religion Today Film Festival, Dhaka International Film Festival, RADIO DUE RAI
"Programma RadioDays" - novembre 2011
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