analisi mensile del mercato febbraio 2016

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analisi mensile del mercato febbraio 2016
ANALISI MENSILE DEL MERCATO
FEBBRAIO 2016
SINTESI
EUROPA:
Titoli azionari in flessione sulla scia dei timori per il rallentamento della crescita globale
USA:
Azioni penalizzate dall’indebolimento delle quotazioni petrolifere e dai costanti timori rispetto alla Cina
GIAPPONE:
Mercati in arretramento sulla scia dell’ondata di vendite che ha interessato gli asset rischiosi e dell’apprezzamento dello
yen nel cambio con il dollaro USA
REGIONE ASIA-PACIFICO:
Arretramento dei titoli azionari a causa della volatilità in Cina e India
MERCATI EMERGENTI:
Risultati eterogenei dato il contesto di volatilità dei mercati
REDDITO FISSO:
I principali titoli di Stato hanno sovraperformato le obbligazioni corporate
EUROPA
In linea con il trend di gennaio, i titoli azionari europei hanno perso terreno nel mese di
febbraio a causa del negativo sentiment degli investitori che ha risentito dei rinnovati timori
rispetto alla crescita cinese e della costante debolezza dei prezzi del greggio. Anche i timori
per il rallentamento della crescita globale hanno pesato sulle azioni. Verso fine mese, i mercati
hanno però recuperato parte di queste perdite grazie ai settori di energia e materiali, che sono
stati sostenuti dal rimbalzo dei prezzi del greggio. La maggior parte degli altri settori ha chiuso
il mese in territorio negativo, con i servizi di pubblica utilità che hanno subito la flessione più
significativa. Le small cap hanno sovraperformato le controparti di maggiori dimensioni, mentre
i titoli value sono andati meglio di quelli growth.
Il quadro delineato dai dati macroeconomici ha evidenziato un deterioramento del contesto
economico. A febbraio l’Indice dei direttori d’acquisto (PMI) di Markit per il settore
manifatturiero dell’Eurozona si è attestato a quota 51,2, un livello che, oltre a risultare inferiore
ai 52,3 punti di gennaio, risulta anche il più basso degli ultimi 12 mesi, essenzialmente a causa
del mancato apporto di Francia e Germania. Per il diciottesimo mese consecutivo hanno
continuato a crescere, anche se al ritmo più basso da 12 mesi, i nuovi posti di lavoro; questo
dato, unito alla debolezza espressa dall’inflazione core, conferma il sottostante rallentamento
dell’economia. Questa debolezza ha inoltre inciso sul sentiment economico dell’Eurozona
che ha continuato a scendere nel mese di febbraio. Fatta eccezione per l’edilizia, tutti i settori
economici hanno subito un calo della fiducia.
Le azioni britanniche hanno messo a segno un forte rally nella seconda metà di febbraio,
chiudendo il mese in territorio positivo. A febbraio tutti i riflettori sono rimasti puntati sul
referendum relativo al Brexit. Il Primo Ministro David Cameron ha raggiunto un accordo con
i ministri dell’Unione Europea e dopo una riunione di gabinetto ha annunciato la data del
referendum, che sarà organizzato per il prossimo 23 giugno. A livello settoriale, i settori delle
risorse hanno realizzato le migliori performance sulla scia del rally registrato dai prezzi delle
materie prime nella seconda parte del mese. Anche prodotti per il tempo libero, aerospaziale
e difesa e rivenditori al dettaglio di alimentari e farmaci hanno ottenuto buoni guadagni,
mentre titoli bancari, immobiliari e assicurativi del ramo vita hanno fornito alcuni tra i contributi
più negativi. Sul versante economico, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Office for National
Statistics (ONS), l’inflazione sarebbe salita dello 0,3% rispetto al +0,2% di dicembre 2015 grazie
a un calo più contenuto dei prezzi di alimentari e carburanti rispetto allo scorso anno. Sempre
secondo l’ONS, la disoccupazione sarebbe scesa di 60.000 unità tra ottobre e dicembre,
attestandosi a 1,69 milioni di disoccupati. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile rispetto
allo scorso mese a quota 5,1%, sempre al minimo storico dell’ultimo decennio. Sul fronte
della politica monetaria, il Comitato per la politica monetaria della Bank of England (BoE) si è
espresso all’unanimità in favore del mantenimento dei tassi d’interesse allo 0,5%.
RENDIMENTI DELL’INDICE* al 29.02.2016
Indice:
MSCI Europe
1 mese:
-2,16%
1 anno:
-13,60%
5 anni:
8,24%
Valuta:
Locale (mix di valute)
Indice:
FTSE All Share
1 mese:
0,30%
1 anno:
-10,64%
5 anni:
7,70%
Valuta:
GBP
* Performance complessiva
Fonte: DataStream
ANALISI MENSILE DEL MERCATO
STATI UNITI
I titoli azionari statunitensi hanno registrato un andamento lievemente negativo a febbraio,
ancora in perdita come nel mese precedente sulla scia dei costanti timori per la solidità
dell’economia cinese e il calo delle quotazioni petrolifere. Le perdite iniziali sono state
tuttavia recuperate nel corso del mese, con il mercato che ha reagito favorevolmente ai
commenti della Federal Reserve USA (Fed) e ai positivi dati sull’andamento dell’economia
nazionale. Dopo aver evidenziato i timori per i rischi a cui risulta esposta l’economia
statunitense per via della recente volatilità espressa dal mercato finanziario, il Presidente della
Fed Janet Yellen ha definito improbabile un rialzo dei tassi di interesse nel mese di marzo. La
maggior parte delle società quotate sullo S&P 500 ha già pubblicato i risultati sugli utili del
quarto trimestre che hanno evidenziato un andamento eterogeneo.
Sul fronte degli utili trimestrali, sono state le società di telecomunicazioni, beni di consumo
discrezionali, sanità e tecnologia a registrare la crescita migliore, mentre i settori di
energia e materiali sono stati penalizzati dal calo dei prezzi delle materie prime. A livello
settoriale, l’indebolimento del dollaro statunitense ha permesso ai titoli di materiali e
prodotti industriali di sovraperformare il mercato nel corso mese, ma anche i settori difensivi
come telecomunicazioni, beni di consumo di base e servizi di pubblica utilità hanno
sovraperformato il mercato nel suo complesso. In termini di performance, il settore dei servizi
finanziari è stato il più penalizzante, dal momento che la prospettiva di un mantenimento di
tassi di interesse ridotti più a lungo ha inciso negativamente sulla redditività delle banche.
FEBBRAIO 2016
RENDIMENTI DELL’INDICE* al 29.02.2016
Indice:
S&P 500
1 mese:
-0,41%
1 anno:
-8,19%
5 anni:
45,58%
Valuta:
USD
* Performance complessiva
Fonte: DataStream
A livello macroeconomico, i rendimenti azionari hanno messo in secondo piano quello che è
invece risultato un mese positivo per quanto concerne i dati sull’andamento dell’economia
nazionale. Nel quarto trimestre 2015 il PIL statunitense è stato rivisto al rialzo dal precedente
0,7% a quota 1,0%, un dato che, seppur in rallentamento rispetto al terzo trimestre, non ha
mostrato un calo così pronunciato come inizialmente previsto. Il dato core della spesa per i
consumi personali, l’indicatore preferito dalla Fed per misurare l’inflazione, è salito dell’1,7%
nei dodici mesi a fine gennaio, l’incremento annuo più sostenuto dal 2012. La disoccupazione
ha continuato a scendere, chiudendo gennaio a quota 4,9%.
GIAPPONE
Il mercato giapponese ha subito ancora una volta una netta correzione a febbraio, con i timori
per l’economia globale che hanno accelerato l’ondata di vendite degli asset rischiosi, mentre lo
yen si è apprezzato sensibilmente nei confronti del dollaro statunitense. La fuga globale verso
la sicurezza ha incrementato la domanda di yen, tanto che la valuta è arrivata temporaneamente
a toccare livelli superiori a ¥ 110 nel cambio con il dollaro USA. Gli investitori esteri sono stati
venditori netti di titoli azionari giapponesi per il secondo mese consecutivo, mentre società e
istituti domestici sono stati acquirenti netti. Gli investitori privati hanno continuato ad acquistare, seppur a un ritmo più moderato, approfittando della debolezza delle quotazioni. A livello
settoriale, le aree economicamente sensibili del mercato, quali beni di consumo discrezionali,
materia ed energia, hanno risentito delle forti pressioni a vendere, dato il contesto di avversione
al rischio. Il calo dei prezzi delle risorse ha pesato sulle società legate alle materie prime, mentre
le case automobilistiche sono state sfavorite dal rafforzamento dello yen. Nel settore dei servizi
finanziari, banche, società di intermediazione titoli e compagnie assicurative hanno sottoperformato per via dei timori legati ai più bassi tassi di interesse. Il settore delle telecomunicazioni e
i settori difensivi e orientati al mercato nazionale, quali sanità e servizi di pubblica utilità, hanno
sovraperformato il mercato.
L’economia giapponese ha subito una contrazione nel quarto trimestre, in quanto la debolezza
dei consumi privati e della domanda esterna ha vanificato la solida crescita degli investimenti in
conto capitale. In base alle stime preliminari, dopo il +1,3% del precedente trimestre, il PIL reale
ha subito una contrazione dell’1,4% su base annualizzata. I successivi indicatori economici hanno
delineato un quadro contrastante. La produzione industriale è aumentata più rapidamente del
previsto a gennaio ma, in base alle previsioni sulla produzione manifatturiera, le prospettive si sarebbero indebolite a causa del rallentamento delle economie estere e del rapido apprezzamento
dello yen. Anche i dati sull’occupazione e i consumi sono rimasti eterogenei.
Al contempo, secondo il sondaggio sulle società commissionato dal Ministero delle Finanze, nel
quarto trimestre gli utili aziendali sarebbero scesi per la prima volta dal 2011, mentre il tasso di
crescita degli investimenti aziendali avrebbe rallentato rispetto al precedente trimestre.
RENDIMENTI DELL’INDICE* al 29.02.2016
Indice:
Topix
1 mese:
-9,37%
1 anno:
-14,83%
5 anni:
36,43%
Valuta:
JPY
* Performance complessiva
Fonte: DataStream
ANALISI MENSILE DEL MERCATO
FEBBRAIO 2016
REGIONE ASIA-PACIFICO
RENDIMENTI DELL’INDICE* al 29.02.2016
I mercati della regione Asia Pacifico Giappone escluso hanno perso terreno a febbraio, con la
performance complessiva che è stata gravemente penalizzata dall’andamento delle azioni cinesi
e indiane. I mercati azionari cinesi hanno scontato una forte volatilità: dopo il crollo subito nella
prima parte di febbraio, quando il sentiment degli investitori ha risentito della debolezza valutaria
e dei timori per l’intensificazione dei controlli sui capitali, le azioni hanno recuperato parecchio
terreno nella seconda metà del mese sulla scia dell’annuncio di una serie di misure volte a stabilizzare il mercato tra cui un cambiamento delle regole di concessione dei prestiti, l’apertura dei
mercati obbligazionari interbancari onshore agli investitori esteri e una riduzione dello 0,5% del
tasso di riserva obbligatoria delle banche per dare slancio alla liquidità. I funzionari della banca
centrale hanno inoltre sottolineato la stabilità della politica dei tassi di cambio. Al contempo, i dati
economici sono rimasti deboli, avendo risentito del calo di esportazioni e importazioni. L’indice
PMI manifatturiero cinese elaborato da Caixin è sceso a 48,0 a febbraio, mentre l’indice PMI non
manifatturiero ha mostrato ancora una relativa tenuta ed è rimasto in territorio espansionistico.
Anche il mercato di Hong Kong ha chiuso il mese in flessione. I servizi finanziari hanno perso terreno sulla scia dei deludenti dati sugli utili pubblicati da HSBC e Standard Chartered e dell’arretramento delle compagnie assicurative. Rispetto all’anno precedente, nel 2015 il PIL di Hong Kong è
salito del 2,4% grazie all’aumento della spesa pubblica che ha compensato la debolezza di quella
privata. Le azioni indiane hanno invece risentito della debolezza degli utili aziendali e del clima di
incertezza in attesa della pubblicazione del piano nazionale di bilancio (Union Budget). A dispetto
del deludente andamento registrato a dicembre dalla produzione industriale, l’indice PMI relativo
all’attività manifatturiera e ai servizi è salito rispettivamente a 51,1 e 54,3 punti. Le azioni sudcoreane sono state penalizzate dalla debolezza dei dati economici dovuta al deludente andamento
delle esportazioni nel mese di gennaio. A dispetto del negativo effetto delle tensioni politiche
relative alla Corea del Nord e del netto deprezzamento del won, i flussi degli investimenti esteri
sono diventati positivi, andandosi ad aggiungere agli acquisti netti degli investitori nazionali. Sul
fronte positivo, l’aumento della spesa pubblica e una favorevole politica monetaria hanno dato
slancio alle azioni di Singapore, Indonesia e Tailandia. A Singapore la crescita del PIL è stata rivista
al rialzo sulla scia della solidità espressa dal settore dei servizi, mentre l’incremento della produzione farmaceutica ha dato slancio alla produzione industriale. A febbraio Bank Indonesia ha tagliato
dello 0,25% il tasso di interesse di riferimento che ora si attesta al 7%. Il mercato tailandese è stato
favorito dal temporaneo rally delle quotazioni petrolifere. I sostenuti afflussi di fondi esteri hanno
dato slancio alle azioni tailandesi e indonesiane. Istituti di credito e società di beni di consumo
di base hanno pesato sull’andamento del mercato australiano. La Reserve Bank of Australia ha
mantenuto invariato il tasso di riferimento al 2,0%, mentre gli indicatori economici trimestrali sono
apparsi più deboli del previsto. Il sentiment dei consumatori ha invece registrato un forte miglioramento, come dimostrato dall’indice della fiducia dei consumatori elaborato da Westpac che, in
maniera del tutto inattesa, è salito al 4,2%.
Indice:
MSCI Asia Pacific ex JP
1 mese:
-1,01%
1 anno:
-18,44%
5 anni:
-4,80%
Valuta:
Locale (mix di valute)
* Performance complessiva
Fonte: DataStream
L’attività di vendita degli investitori esteri ha pesato sul mercato delle Filippine. Le azioni malesiane hanno chiuso il mese senza variazioni di rilievo a dispetto di una crescita del PIL del quarto
trimestre superiore alle attese dovuta all’andamento della domanda nazionale trainata, in particolare, dai consumi privati.
MERCATI EMERGENTI
Febbraio è stato un mese particolarmente volatile per le azioni dei mercati emergenti che
hanno risentito dei timori per il rallentamento della Cina e i relativi effetti sulla crescita economica globale. Ciononostante, il mercato ha recuperato parte delle perdite iniziali dopo le
rassicuranti dichiarazioni dei policymaker cinesi, che hanno confermato di avere ancora buoni
margini di intervento per stabilizzare l’economia nazionale. Le azioni indiane hanno perso
terreno in quanto la generalizzata debolezza dei mercati asiatici è stata accentuata dalla
pubblicazione di deludenti dati sugli utili aziendali. I titoli dell’America Latina hanno guadagnato terreno. I mercati brasiliani hanno tratto vantaggio dall’aumento dei prezzi dei principali
beni d’esportazione del paese, tra cui minerale di ferro, greggio e zucchero grezzo. Di contro,
il declassamento operato da un’importante agenzia di rating ne ha limitato i guadagni. Le
azioni messicane sono salite dopo che gli investitori hanno accolto favorevolmente i solidi
dati sulla crescita economica conseguita nel quarto trimestre grazie al rimbalzo dei consumi
nazionali. Le azioni di Perù e Cile hanno guadagnato terreno in linea con l’aumento dei prezzi
del rame, un primario bene di esportazione per entrambi i paesi. Dall’altro lato dell’Atlantico,
i titoli azionari di Europa emergente, Medio Oriente e Africa hanno chiuso il mese in rialzo. Il
raggiungimento di un accordo fra Arabia Saudita, Russia, Venezuela e Qatar per il temporaneo
congelamento della produzione ha fatto rimbalzare i prezzi del greggio e, di conseguenza, i
mercati azionari di questi paesi che hanno messo a segno un rally. Le azioni polacche hanno
guadagnato terreno dopo che il governo ha allentato il precedente provvedimento che imponeva alle banche la conversione in zloty dei prestiti in valuta estera e che, ove implementato,
avrebbe aumentato sensibilmente i costi a carico delle banche. Al contempo, le azioni turche
hanno guadagnato terreno a dispetto dell’attentato suicida nella capitale Ankara.
Le notizie economiche provenienti dal mondo emergente si sono concentrate sulle iniziative
di politica monetaria delle banche centrali. La Reserve Bank of India ha lasciato invariati i tassi
di interesse di riferimento, mentre l’Indonesia ha ridotto i tassi per dare slancio all’economia.
In Brasile l’inflazione ha accelerato a gennaio, aggravando i problemi di una banca centrale
già alle prese con il doppio svantaggio dell’aumento dei prezzi e di una crescita economica
in calo. In maniera del tutto inattesa, il Messico ha innalzato il tasso di interesse per far fronte
alla debolezza del peso e ai conseguenti timori per i rischi inflazionistici.
RENDIMENTI DELL’INDICE* 29.02.2016
Indice:
MSCI Emerging Markets
1 mese:
-0,05%
1 anno:
-16,71%
5 anni:
-9,23%
Valuta:
Locale (mix di valute)
* Performance complessiva
Fonte: DataStream
ANALISI MENSILE DEL MERCATO
REDDITO FISSO
I mercati obbligazionari hanno registrato rendimenti contrastanti nel mese di febbraio, con i
principali titoli di Stato che hanno sovraperformato le obbligazioni corporate. I timori relativi
alla situazione delle banche, ai prezzi dell’energia e ai mercati azionari hanno determinato un
generalizzato sentiment di avversione al rischio, mentre l’aumento della volatilità ha sostenuto
la domanda di asset sicuri come i titoli di Stato. In questo contesto, la decisione della Bank of
Japan di adottare un tasso sui depositi negativo a fine gennaio ha sostenuto i titoli di Stato
giapponesi. I rendimenti dei decennali sono quindi scesi sotto lo zero, con il Giappone che
risulta il primo tra i paesi del G7 a registrare un rendimento negativo sui propri decennali. I
bund tedeschi hanno sovraperformato gli altri principali titoli di Stato, sulla scia delle crescenti aspettative di un ulteriore allentamento monetario promosso dalla Banca Centrale Europea
dopo che l’Eurozona è tornata in deflazione nel mese di febbraio. A dispetto dell’ampliamento degli spread creditizi nel mese in esame, anche le obbligazioni corporate investment grade
e high yield hanno messo a segno un rally in linea con i titoli di Stato. Le obbligazioni corporate in sterline hanno sottoperformato sia i titoli sovrani britannici sia gli altri mercati del credito, penalizzate dai crescenti timori per il referendum britannico sul Brexit fissato per giugno
2016. Inoltre la People’s Bank of China ha allentato ulteriormente la politica monetaria cinese
e ha ridotto il requisito di riserva obbligatoria dello 0,50% per dare slancio alla liquidità. Le
obbligazioni dei mercati emergenti hanno mostrato una buona tenuta, sulla scia dei favorevoli
rendimenti espressi sia dalle obbligazioni in valuta locale sia da quelle in valuta forte.
FEBBRAIO 2016
RENDIMENTI DELL’INDICE* al 29.02.2016
Indice:
Barclays Global Aggregate
1 mese:
0,76%
1 anno:
-0,91%
5 anni:
5,70%
Valuta:
USD
* Performance complessiva
Fonte: DataStream
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