Analisi mensile del mercato - Settembre
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Analisi mensile del mercato - Settembre
ANALISI MENSILE DEL MERCATO SETTEMBRE 2016 SINTESI EUROPA: I mercati sono stati volatili a causa delle voci relative alla direzione della politica monetaria della Banca Centrale Europea REGNO UNITO: Le azioni hanno guadagnato terreno sulla scia della conferma, da parte delle banche centrali globali, delle loro accomodanti politiche monetarie USA: A dispetto della costante solidità dei dati economici domestici, le azioni hanno perso terreno GIAPPONE: Le azioni hanno subito un arretramento in quanto i positivi sviluppi domestici sono stati compensati da altri fattori a livello globali REGIONE ASIA-PACIFICO: I mercati hanno guadagnato terreno a seguito della pubblicazione dei positivi dati riferiti all’economia cinese MERCATI EMERGENTI: I titoli azionari hanno guadagnato terreno sulla scia dei segnali globali REDDITO FISSO: I principali titoli di Stato hanno sovraperformato le obbligazioni corporate EUROPA Per le azioni europee, settembre è stato un mese volatile, principalmente a causa delle voci relative all’incremento dei tassi di interesse statunitensi e alla direzione della politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE). La decisione della BCE di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento e il programma di acquisto di asset ha deluso gli investitori. I titoli bancari sono stati messi sotto pressione dalla notizia che il Dipartimento di giustizia statunitense potrebbe imporre una pesante sanzione all’istituto di credito tedesco Deutsche Bank per vendite irregolari di titoli ipotecari prima della crisi finanziaria. Dato che altre banche europee si trovano in una situazione analoga a quella del colosso tedesco, questa notizia ha fatto riemergere i timori rispetto alla solidità del settore finanziario nell’Eurozona. I mercati hanno però recuperato parte delle perdite subite verso la fine del mese, quando la Federal Reserve (Fed) ha annunciato di voler mantenere invariati i tassi di interesse. Inoltre, i prezzi del greggio sono saliti nel momento in cui i membri dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC) hanno concordato di discutere un congelamento della produzione in una riunione prima della fine dell’anno. A livello settoriale, le società di energia e materiali hanno messo a segno un rally in linea con i prezzi delle materie prime, mentre i servizi finanziari hanno arrancato rispetto al mercato nel suo complesso. Le società large cap hanno sottoperformato le controparti di minori dimensioni, mentre i titoli growth hanno registrato risultati migliori di quelli value. I dati macroeconomici hanno continuato a prospettare un panorama contrastante. Nell’Eurozona, l’indice dei direttori d’acquisto (PMI) del settore manifatturiero è risalito a settembre sulla scia dell’aumento della domanda sia all’interno sia all’esterno dell’unione monetaria. Dopo tre mesi di sviluppi negativi o del tutto assenti, l’indicatore del sentiment economico (ESI) per l’Eurozona è rimbalzato, principalmente per effetto di un aumento della fiducia delle imprese, del rafforzamento del commercio al dettaglio e del miglioramento dell’attività edilizia. REGNO UNITO I titoli azionari britannici hanno guadagnato terreno a settembre sulla scia della decisione delle banche centrali di Regno Unito, Europa, Giappone e Stati Uniti di mantenere invariati i tassi. Con un rendimento mensile dell’1,9%, le società di piccole dimensioni hanno sovraperformato le controparti large cap e mid cap che hanno rispettivamente registrato l’1,8% e l’1,2%. I settori legati alle risorse sono risultati i più remunerativi in quanto gli investitori hanno accolto favorevolmente la decisione dell’OPEC di limitare la produzione di petrolio. Alcune tra le performance più deludenti sono state invece archiviate da produttori alimentari, telecomunicazioni mobili e rivenditori generici. Sul versante economico, i dati rivisti pubblicati dall’Office for National Statistics (ONS) hanno mostrato come l’economia britannica sia cresciuta più del previsto nel trimestre che ha compreso e si è concluso con il referendum sul Brexit, precisamente dello 0,7%. Ad agosto il tasso annuo d’inflazione – calcolato mediante l’indice dei prezzi al consumo (IPC) – è rimasto al livello di luglio, pari allo 0,6%. Il tasso di disoccupazione è fermo al minimo degli ultimi 11 anni dopo il voto sul Brexit, con il tasso che è rimasto stabile al 4,9% nei tre mesi alla fine di luglio. Secondo un sondaggio condotto dalla Confederation of British Industry (CBI), i produttori hanno beneficiato di un aumento della produzione e di un costante flusso di nuovi ordinativi negli ultimi tre mesi, cosa che induce a sperare che il voto sul Brexit non abbia danneggiato nell’immediato l’attività di impresa. Tuttavia, un altro sondaggio della CBI ha evidenziato un inatteso peggioramento dei volumi delle vendite al dettaglio a settembre dopo l’ottimo trend di agosto, in netto contrasto rispetto ai solidi dati archiviati a partire dal voto di giugno a favore dell’abbandono dell’Unione Europea (UE) da parte del Regno Unito. Sul fronte della politica monetaria, il Comitato per la Politica Monetaria (CPM) della Bank of England (BoE) ha votato all’unanimità a favore del mantenimento del tasso di interesse di riferimento al minimo record dello 0,25%, un livello raggiunto dopo che ad agosto il tasso di interesse è stato ridotto per la prima volta dal 2009 nel tentativo di gestire lo shock legato al voto sul Brexit. I policymaker hanno inoltre votato 9-0 per mantenere l’obiettivo degli acquisti di titoli di Stato al nuovo e più elevato livello di £435 miliardi e continuare con il nuovo piano di acquisto di titoli di debito corporate per un valore massimo di £10 miliardi. RENDIMENTI DELL’INDICE* al 30.09.2016 Indice: MSCI Europe 1 mese: 0,36% 1 anno: 3,78% 5 anni: 45,68% Valuta: Locale (mix di valute) * Performance complessiva Fonte: DataStream RENDIMENTI DELL’INDICE* al 30.09.2016 Indice: FTSE All Share 1 mese: 1,57% 1 anno: 12,57% 5 anni: 41,48% Valuta: GBP * Performance complessiva Fonte: DataStream ANALISI MENSILE DEL MERCATO STATI UNITI Le azioni statunitensi hanno perso terreno nel mese di settembre. A dispetto delle indicazioni di un possibile incremento dei tassi di interesse, nella riunione di settembre il Federal Open Market Committee (FOMC) ha mantenuto invariati i tassi di interesse, sebbene il presidente della Fed Janet Yellen abbia ribadito che, in assenza di importanti sviluppi negativi a livello economico, la banca centrale potrebbe incrementare i tassi nel mese di dicembre. Il miglioramento delle prospettive di crescita economica ha quindi indotto gli investitori a orientarsi verso le aree più cicliche del mercato. Le posizioni cicliche, tra cui i titoli di energia e informatica (IT), hanno sovraperformato il mercato esteso. I titoli dell’energia sono saliti a seguito dell’informale riunione dell’OPEC dello scorso settembre, nel corso della quale i membri si sono accordati per tagliare, per la prima volta dal 2008, la produzione di petrolio. Le quotazioni petrolifere e, di conseguenza, i titoli dell’energia resteranno però volatili fino a quando, in occasione dalla riunione ufficiale di novembre, l’OPEC non fornirà maggiori dettagli. Al contempo, i servizi finanziari hanno ceduto i guadagni realizzati lo scorso mese sulla scia della decisione della Fed di rinviare alla successiva riunione di dicembre un eventuale incremento dei tassi di interesse. Anche i settori difensivi, tra cui beni di consumo di base, telecomunicazioni e sanità, hanno chiuso il mese in flessione. Sul versante economico, i dati riferiti al mercato interno sono apparsi contrastanti. Il PIL statunitense è cresciuto a un ritmo moderato pari all’1,4% nel secondo trimestre 2016, principalmente a causa dell’aumento della spesa al consumo. Ciononostante, l’indebolimento della spesa pubblica e degli investimenti delle imprese, e il calo della produttività restano fonte di preoccupazione. Il dato core della spesa per i consumi personali, l’indicatore preferito dalla Fed per misurare l’inflazione, è salito dell’1,7% nei dodici mesi a fine agosto e resta al di sotto del target del 2% fissato dalla banca centrale. GIAPPONE Il mercato giapponese ha perso terreno nel mese di settembre, poiché il positivo effetto dell’allentamento della politica domestica è stato compensato da fattori di rischio esterni che interessano il contesto economico e politico. I titoli azionari hanno iniziato il mese in positivo sulla scia delle aspettative di un ulteriore allentamento della politica monetaria da parte della Bank of Japan (BoJ). Successivamente, l’annuncio della banca centrale relativo a un nuovo quadro di politica monetaria ha sostenuto il mercato azionario. Gli investitori hanno accolto favorevolmente la decisione della BoJ di evitare di spingere ulteriormente in territorio negativo i tassi di interesse e di ri-orientare il programma di ETF verso i fondi che replicano l’indice TOPIX. Ciononostante, le azioni sono crollate verso la fine del mese a causa dei rinnovati timori rispetto al settore finanziario dell’Eurozona e alla volatilità delle quotazioni petrolifere. Lo yen ha iniziato il mese a ¥103 nel cambio con il dollaro USA, per poi risalire intorno a ¥101 a causa dell’aumento dell’incertezza in vista delle elezioni presidenziali statunitensi. In questo contesto, i titoli difensivi come pesca/ agricoltura, distribuzione al dettaglio e prodotti farmaceutici hanno sovraperformato, così come i beneficiari dell’incremento delle quotazioni petrolifere. I servizi finanziari, tra cui compagnie assicurative, istituti di credito e titoli, hanno invece sottoperformato a causa dei timori rispetto alla solidità dei mercati finanziari. Secondo i dati rivisti diffusi dal Cabinet Office, l’economia giapponese avrebbe subito un’espansione dello 0,7% annualizzato nel secondo trimestre, un risultato superiore rispetto alla stima iniziale che vedeva il PIL reale in crescita dello 0,2%. Al contempo, ad agosto le esportazioni giapponesi sono scese del 9,6% rispetto allo scorso anno, penalizzate dalle spedizioni di auto e acciaio. Il sentiment del settore manifatturiero è invece migliorato a settembre, tanto che l’ultimo dato relativo al PMI è tornato in territorio espansionistico per la prima volta da febbraio. Il sondaggio Tankan, un indicatore ritenuto particolarmente significativo dalla BoJ per monitorare il sentiment delle imprese, ha rivelato come l’orientamento dei maggiori produttori sia rimasto invariato nel terzo trimestre. Mentre il tasso di disoccupazione è salito leggermente dal 3,0% di luglio al 3,1% di agosto, il nuovo “job-offers-to-applicant ratio” (rapporto tra offerte di lavoro disponibili e candidati) è salito a 2,02 punti ad agosto, a conferma della rigidità delle condizioni del mercato del lavoro. SETTEMBRE 2016 RENDIMENTI DELL’INDICE* al 30.09.2016 Indice: S&P 500 1 mese: -0,12% 1 anno: 12,93% 5 anni: 91,64% Valuta: USD * Performance complessiva Fonte: DataStream RENDIMENTI DELL’INDICE* al 30.09.2016 Indice: Topix 1 mese: -0,51% 1 anno: -6,26% 5 anni: 73,78% Valuta: JPY * Performance complessiva Fonte: DataStream ANALISI MENSILE DEL MERCATO REGIONE ASIA-PACIFICO Le azioni della regione Asia Pacifico (Giappone escluso) hanno guadagnato terreno a settembre sulla scia dei positivi dati economici provenienti dalla Cina e dell’aumento dei prezzi delle risorse. A livello settoriale, energia e materiali hanno seguito al rialzo i prezzi di greggio e metalli. In particolare, i prezzi del greggio sono saliti a seguito della decisione dell’OPEC di tagliare, per la prima volta dal 2008, la produzione di petrolio. Anche le società di informatica e beni di consumo discrezionali hanno guadagnato terreno mentre sanità, servizi di pubblica utilità e telecomunicazioni hanno chiuso il mese in territorio negativo. Le azioni cinesi sono salite sulla scia dei segnali di stabilizzazione provenienti dall’economia, con i dati riferiti a esportazioni, importazioni, vendite al dettaglio, nuovi prestiti e investimenti in immobilizzazioni che sono risultati superiori alle attese. La crescita della produzione industriale ha accelerato e ad agosto gli utili delle imprese industriali sono saliti al ritmo più sostenuto degli ultimi tre anni. Nello stesso mese anche i prezzi medi delle nuove abitazioni in 70 principali città cinesi hanno registrato una crescita record. Il mercato di Hong Kong ha chiuso il mese in rialzo. In vista delle vacanze per la Settimana d’oro cinese, gli operatori dei casinò hanno guadagnato terreno mentre i promotori immobiliari hanno beneficiato dell’ottimo trend di vendite e prezzi. I flussi di investimenti provenienti dagli operatori della Cina continentale nell’ambito del programma Shanghai-Hong Kong Stock Connect sono risultati robusti. Inoltre, esportazioni e importazioni sono salite in maniera del tutto inattesa nel mese di agosto. Il mercato taiwanese ha tratto vantaggio dall’ottima performance dei titoli informatici, con i produttori e fornitori di Apple che sono saliti alla luce della robusta domanda di iPhone 7, da poco lanciati sul mercato. Esportazioni e importazioni sono risultate migliori delle attese ad agosto, mentre l’attività manifatturiera si è rafforzata a settembre a causa di una più rapida espansione dei nuovi ordinativi. Le attività di acquisto da parte degli investitori esteri hanno supportato i titoli azionari della Corea del Sud. Le esportazioni sono state inferiori al previsto a settembre a causa di uno sciopero fra i lavoratori delle principali case automobilistiche e del richiamo mondiale dello smartphone Galaxy Note 7 prodotto da Samsung. Anche il mercato di Singapore ha guadagnato terreno trainato da società di beni di consumo e servizi finanziari. Le esportazioni domestiche non petrolifere hanno superato le attese, mentre la produzione industriale è risultata inferiore alle attese ad agosto. I guadagni ottenuti con il settore bancario e quello dei materiali hanno dato slancio al mercato australiano. Nel secondo trimestre, la crescita economica è apparsa robusta sulla scia dell’ottimo andamento della spesa pubblica e dei modesti miglioramenti sul fronte dei consumi delle famiglie e degli investimenti in immobili residenziali che hanno contribuito a compensare la debolezza degli investimenti estrattivi. Il sentiment nei confronti delle azioni indonesiane è stato sostenuto dalla vigorosa risposta al programma di scudo fiscale, da una riduzione dei tassi di interesse e da dati su esportazioni e importazioni superiori alle attese. Di contro, i titoli azionari indiani hanno risentito delle tensioni geopolitiche con il vicino Pakistan. Il settore delle telecomunicazioni ha perso terreno per via dei timori legati all’intensificazione della concorrenza dopo che un nuovo operatore ha annunciato un’aggressiva strategia di pricing. L’attività di vendita da parte degli investitori istituzionali nazionali ha pesato sulle azioni tailandesi. Le società legate al comparto edilizio sono state messe sotto pressione dai timori per i possibili ritardi accumulati dal governo rispetto al programma degli investimenti. Il mercato delle Filippine ha chiuso il mese in flessione a causa delle problematiche normative che hanno pesato sui titoli di beni di consumo di base e telecomunicazioni, mentre sanità e servizi di pubblica utilità hanno spinto al ribasso il mercato malesiano. MERCATI EMERGENTI In un mese particolarmente volatile, i titoli azionari dei mercati emergenti hanno chiuso il periodo in territorio positivo poiché il rafforzamento dei dati economici provenienti dalla Cina e la decisione della Fed di lasciare invariati i tassi di interesse, almeno temporaneamente, hanno dato slancio alla propensione per gli asset più rischiosi. In Asia, le azioni cinesi sono salite sulla scia degli ottimi dati riferiti a produzione industriale e vendite al dettaglio. Le azioni sudcoreane sono state favorite dagli incoraggianti flussi di fondi e dall’ottimismo rispetto a un possibile miglioramento delle prospettive di vendita dei beni coreani visti i tassi di interesse ancora ridotti negli USA – tra i principali mercati dei prodotti locali. I mercati dell’America Latina hanno subito una flessione. In Brasile, i mercati hanno inizialmente risentito delle tensioni politiche per poi recuperare parzialmente terreno grazie agli investitori che sono stati incoraggiati dalla decisione del Presidente Michael Temer di portare avanti il programma di riforme del paese. I mercati cileni hanno perso terreno dopo che i dati sulla disoccupazione hanno rinnovato i timori rispetto alla crescita economica. E ancora, i titoli messicani hanno risentito delle voci relative all’esito delle elezioni presidenziali statunitensi dal momento che le restrittive politiche sull’immigrazione e il commercio internazionale proposte da Donald Trump potrebbero avere un impatto negativo sull’economia messicana. Dall’altro lato dell’Atlantico, i titoli azionari di Europa emergente, Medio Oriente e Africa hanno chiuso il mese in rialzo. Le azioni sudafricane hanno guadagnato terreno in quanto il paese è riuscito a evitare la recessione economica sulla scia dell’ottima produzione dei settori estrattivo e industriale. I mercati russi sono saliti dopo che l’OPEC ha deciso di ridurre la produzione di petrolio, rafforzando le aspettative di un rimbalzo dei prezzi. Il petrolio è il principale bene d’esportazione della Russia. I dati economici pubblicati dai mercati emergenti hanno presentato un andamento contrastante. In Cina, i prezzi al consumo sono saliti a un ritmo meno sostenuto del previsto, mentre la banca centrale sudcoreana ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse poiché i rischi inflazionistici sono stati compensati dei timori per la crescita economica. E ancora, la banca centrale turca ha ridotto il tasso attivo a breve termine per sostenere i consumi. La Russia ha invece tagliato i tassi di interesse per incoraggiare l’attività di prestito vista la flessione delle aspettative inflazionistiche. SETTEMBRE 2016 RENDIMENTI DELL’INDICE* al 30.09.2016 Indice: MSCI Asia Pacific ex JP 1 mese: 0,86% 1 anno: 10,27% 5 anni: 30,71% Valuta: Locale (mix di valute) * Performance complessiva Fonte: DataStream RENDIMENTI DELL’INDICE* al 30.09.2016 Indice: MSCI Emerging Markets 1 mese: 0,25% 1 anno: 10,33% 5 anni: 23,69% Valuta: Locale (mix di valute) * Performance complessiva Fonte: DataStream ANALISI MENSILE DEL MERCATO REDDITO FISSO I mercati obbligazionari hanno registrato rendimenti contrastanti nel mese di settembre, con i principali titoli di Stato che hanno sovraperformato le obbligazioni corporate. La maggior parte delle principali banche centrali ha confermato le proprie accomodanti politiche monetarie. Il fatto che la Fed abbia lasciato intendere che potrebbe intervenire sui tassi di interesse in occasione della riunione di dicembre ha fatto alzare i rendimenti dei principali titoli di Stato, fatta eccezione per i bund tedeschi. Al contempo, l’incremento dei rischi politici ed eventi specifici riferiti ai singoli titoli, come la sanzione da $14 miliardi comminata dal Dipartimento di giustizia statunitense a Deutsche Bank per vendite irregolari di titoli ipotecari, hanno riportato una certa avversione al rischio sui mercati e hanno pesato sulle obbligazioni corporate. Gli spread creditizi hanno subito un ampliamento, con i servizi finanziari (e in particolare le banche) che hanno sottoperformato. Verso la fine del mese, l’impennata delle quotazioni petrolifere sulla scia dell’accordo dell’OPEC in merito al taglio della produzione ha però contribuito a limitare le perdite. Le obbligazioni high yield USA hanno sovraperformato le controparti europee, mentre il settore dell’energia è stato fra i più remunerativi. Sul fronte degli incentivi monetari, la BoJ ha spostato il focus preferendo il controllo dell’andamento della curva dei rendimenti su tutte le scadenze rispetto a un rigido obiettivo di espansione della massa monetaria. Sul fronte macroeconomico, la crescita del PIL statunitense riferita al secondo trimestre è stata rivista al rialzo all’1,4%. Nell’Eurozona, il PIL è stato confermato allo 0,3% a fronte di una situazione di stallo della crescita nelle principali economie quali Francia e Italia. Superando le precedenti stime pari al 2,4%, l’economia britannica è cresciuta al 2,7% nel secondo trimestre a dispetto dell’incertezza economica e politica provocata dal voto di giugno a favore dell’uscita dall’UE. SETTEMBRE 2016 RENDIMENTI DELL’INDICE* al 30.09.2016 Indice: Barclays Global Aggregate 1 mese: -0,26% 1 anno: 3,21% 5 anni: 5,00% Valuta: USD * Performance complessiva Fonte: DataStream AVVERTENZA: prima dell’adesione leggere attentamente il prospetto e il documento contenente le informazioni chiave per gli investitori (“KIID”), i quali sono stati debitamente pubblicati, in lingua italiana, presso la Consob e sono disponibili presso i soggetti collocatori, nonché sul sito www.fidelity-italia.it. Se non altrimenti specificato, i commenti sono quelli di Fidelity. Questa comunicazione non è diretta e non deve essere diretta a persone residenti nel Regno Unito o negli Stati Uniti o ad altri soggetti residenti in paesi dove i fondi non sono autorizzati alla distribuzione o dove non è richiesta alcuna autorizzazione. FIL Limited e le sue controllate costituiscono l’organizzazione per la gestione degli investimenti globali meglio nota come Fidelity International. 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