Congelare il moviment in luce naturale

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Congelare il moviment in luce naturale
Action Photo
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Congelare
in luce
il movimento
naturale
Con questo articolo diamo inizio ad una serie di articoli
dedicati alla fotografia d’azione/sportiva, a quel genere
di fotografia che ha come obiettivo fotografare soggetti in
movimento. Questi articoli hanno lo scopo di proporvi gli
argomenti dell’action photography attraverso l’esperienza ed il lavoro di Matteo Cappè, fotografo professionista
specializzato nella fotografia sportiva. Matteo, infatti,
proporrà una serie di immagini, spiegherà come sono state realizzate, che strumenti ha utilizzato, i trucchi che ha
adottato e non mancheranno i suggerimenti per riuscire
ad ottenere delle foto action consapevoli ed emozionanti.
Ogni articolo riporterà inoltre l’indicazione con il grado
di difficoltà: bassa, media, alta, pro.
Congelare un atleta, un’auto, una bici o uno sciatore, richiede una determinata consapevolezza sia di ciò che stiamo
fotografando, sia degli strumenti che utilizziamo.
Infatti, i soggetti in movimento, non sono tutti uguali e soprattutto non esiste una tabella con i tempi di otturazione da
utilizzare in base al tipo di sport e situazione che potremmo
trovarci di fronte. Per essere consapevoli dei tempi di otturazione da utilizzare, dobbiamo avere una buona preparazione tecnica, feeling con il proprio strumento e tanta, tanta
esperienza.
Il concetto basilare della fotografia d’azione (può sembrare
banale, ma è così), è che i nostri soggetti si muovono e tutti
ad una velocità differente, ma non solo: dobbiamo considerare, oltre alla velocità lineare del soggetto, le vibrazioni del
soggetto stesso.
Un esempio? Se devo fotografare una bici da strada che
corre a 60 km/h sull’asfalto liscio, utilizzerò un determinato
tempo di otturazione, ma se devo fotografare una mountain
bike che scende su un tracciato sterrato pieno di rocce e
buche (sempre a 60 km/h) utilizzerò sicuramente un tempo
di otturazione molto più rapido; pensate che 1/1000s basti
a congelare questa mountain bike? No, spesso scatto a 1/
2000s, o con tempi ancora più rapidi.
Il compromesso
In queste condizioni scelgo dunque di lavorare con Priorità
dei Tempi, perché il tempo di otturazione per me è l’unità
di misura con cui valuto i soggetti e l’azione che compiono.
Questa scelta vincolata porta ad un compromesso: il diaframma sarà subordinato al tempo impostato, ovviamente in
base all’illuminazione della scena. Spesso, purtroppo, l’ambiente in cui si fotografa la maggior parte degli action sport,
non ha un’illuminazione favorevole; ci sono però discipline,
come sci e snowboard, che hanno il vantaggio di svolgersi
in un ambiente molto luminoso, anche quando il sole è de-
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Prima di ottenere lo
scatto definitivo, l’atleta ha dovuto provare
diverse volte l’azione:
sia perché quel passaggio non era semplice,
sia perché non era
soddisfatto della sua
posizione. Anch’io non
ero del tutto convinto;
abbiamo infatti provato ad “aggiungere
polvere” per rendere il
tutto più suggestivo, ma
risultava una scena innaturale, con una nube
esagerata. Come si fa
ad aggiungere polvere?
Con il “dust maker”
che vedete in foto!
Il 70-200mm f/2,8 è l’obiettivo
che utilizzo più spesso e insieme
al fish-eye fa parte degli “indispensabili”. Lavorando spesso
nella polvere, nel fango e alle
volte sotto la pioggia, consiglio
sempre di fare una buona manutenzione e periodicamente fare
un controllo al centro assistenza.
Non dimenticate un filtro neutro
per proteggere la lente e il paraluce. Se vi state chiedendo che
cosa è quella placca sul paraluce,
non è altro che la placca per fissare una telecamera (GoPro Full
HD) con cui realizzo dei backstage di alcuni miei servizi.
Scelta della location e dello spot
Lo spot è una zona ben precisa di una
determinata location in cui gli atleti compiono azioni particolari; in questo caso
siamo in un ex deposito di residui minerari, molto suggestivo, che offre infiniti
punti di ripresa, scorci e spot differenti.
Ovviamente il rider ha provato ad
eseguire l’azione per valutarne la fattibilità. Stavamo realizzando una serie
di immagini per una rivista (test bici ed
itinerari), perciò abbiamo concordato
ogni cosa, anche l’orario per scattare in
questo punto… ho scelto infatti questa
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Il treppiede può
essere utile anche
quando si utilizzano
tempi molto rapidi,
serve a mantenere
una buona linearità
del movimento mentre inseguiamo il
soggetto; può inoltre essere molto utile per
il panning con tempi lunghi, dato che permette di seguire il soggetto in modo fluido,
lineare e senza vibrazioni.
inquadratura soprattutto per l’illuminazione, previsualizzando la polvere
dietro l’atleta.
Ciò che è interessante, infatti, è il contrasto tra la parete leggermente in ombra e
la luce che crea un profilo sulla schiena
del rider e soprattutto illumina la polvere
smossa dal passaggio delle ruote.
L’atleta ha apprezzato l’illuminazione,
il congelamento dell’azione, la posizione e soprattutto il taglio nel terreno
prodotto dal passaggio della ruota anteriore, un dettaglio che mostra la sua
precisione nell’eseguire l’azione.
Modalità di realizzazione
Dopo avere valutato l’inquadratura,
l’esposizione e gli altri parametri, ho
definito il punto X (punto in cui si concorda con l’atleta lo scatto, è il punto
in cui l’azione è al top!). L’atleta ovviamente ha preso la giusta rincorsa ed io
lo vedevo spuntare da dietro una roccia
(se ne vede una porzione sulla destra
dell’immagine).
La difficoltà in questo caso è riuscire ad
“agganciare” il punto di messa a fuoco
sul soggetto. Ho selezionato il punto di
messa a fuoco in alto a sinistra aspet-
Esercizio
Grado di difficoltà:
Medio
Disciplina:
Mountain bike
Atleta:
Luca Masserini
Location:
Ex deposito di residui estrazione mineraria (Sardegna Carbonia)
Periodo:
Ottobre, circa alle 13:30.
Illuminazione:
Luce naturale.
Punto di ripresa:
Frontale, leggermente più basso rispetto al soggetto.
Fotocamera:
Full Frame
Obiettivo:
70-200mm f/2,8L USM
Focale:
140mm
Distanza dal soggetto:
Circa 14 metri
Impostazioni:
TV (Priorità di tempi)
Tempo di otturazione:
1/2500s
Diaframma:
f/3,2
Iso:
400
Modalità messa a fuoco:
AF - Modalità inseguimento
(AI Servo)
Modalità scatto:
Sequenza (4 scatti al secondo)
Modalità esposizione:
Valutativa
tando l’uscita dell’atleta da dietro
la roccia ed ho scattato in modalità
“Sequenza” (preferisco chiamarla
“raffica”) cosicché la messa a fuoco
potesse calibrarsi sul soggetto; nel
frattempo seguivo l’atleta fino al
punto X. Tutto questo in pochissimi
istanti.
Post-produzione
Correzione livelli, miglioramento
contrasto, apportata una tonalità più
calda, leggero contrasto, correzione
aberrazioni.
Per esercitarvi vi consiglio innanzitutto di leggere attentamente il manuale di
istruzioni relative alle impostazioni Priorità di Tempo e messa a fuoco. Poi provate a scattare a soggetti che si muovono a gran velocità, come auto, moto o bici.
Potete scattare durante una gara di motocross, di ciclismo su strada o mountain
bike, oppure andate in uno skate park; ancora meglio, chiedete ad un vostro
amico se può mettersi a disposizione come soggetto!
Vi consiglio queste discipline perché sono abbastanza accessibili, mentre rally,
formula 1 e moto GP, per questioni di sicurezza, spesso non vi permettono di
avvicinarvi molto ai soggetti; avreste quindi bisogno di teleobiettivi con focale
molto lunga, oltre ad avere problemi di visuale: spesso, infatti, sono presenti
reti, fettucce, pali e cartelli che ci rendono il tutto più difficile.
Provate a scattare a soggetti con differente velocità e fate degli esperimenti con
i tempi di otturazione per poi valutarne il risultato sul vostro monitor del computer. Fate sempre molta attenzione a dove vi posizionate!
Anteprima
Nel prossimo articolo
mostreremo la realizzazione di questa
e di altre immagini,
spiegando come congelare il soggetto in
luce naturale, ma questa volta durante una
competizione/gara
dove non possiamo
concordare con l’atleta l’ora ed il punto X,
una situazione in cui
si deve valutare molto attentamente ogni
aspetto dello scatto.
bole. Anche gli sport da onda hanno
una buona illuminazione, non sono infatti presenti alberi, case o strutture che
potrebbero in qualche modo limitare la
luce del sole.
Quando l’apertura del diaframma non
è sufficiente (in base al tempo impostato) per esporre correttamente, non ci
resterebbe quindi che alzare gli Iso. Il
mio consiglio è di trovare un compromesso, dato che non tutte le macchine
fotografiche reggono Iso molto alti.
Provate a scattare una serie di foto
impostando i differenti valori Iso della
vostra macchina: scegliete un soggetto
in penombra e impostate una corretta
esposizione. Utilizzate pure un treppiede. Poi confrontate i vari scatti sul
vostro computer e valutate quale valo-
re Iso è meglio non superare in base al
rumore che noterete sulla foto.
Ci saranno tuttavia situazioni in cui
proprio non potrete utilizzare il tempo
adatto e i vostri Iso non basteranno,
oppure avrete un diaframma talmente
aperto che parte del soggetto sarà fuori
dalla profondità di campo. Cosa fare?
Tentate comunque, scegliete tratti in
cui il soggetto ha meno vibrazioni,
aiutatevi con un treppiede (serve a
ridurre al minimo anche le vostre di vibrazioni), cercate di seguire il soggetto
e soprattutto è fondamentale una buona
capacità di mettere a fuoco, argomento che approfondiremo nei prossimi
mesi.
Matteo Cappè
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