Congelare il moviment in luce naturale
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Congelare il moviment in luce naturale
Action Photo 36 Congelare in luce il movimento naturale Con questo articolo diamo inizio ad una serie di articoli dedicati alla fotografia d’azione/sportiva, a quel genere di fotografia che ha come obiettivo fotografare soggetti in movimento. Questi articoli hanno lo scopo di proporvi gli argomenti dell’action photography attraverso l’esperienza ed il lavoro di Matteo Cappè, fotografo professionista specializzato nella fotografia sportiva. Matteo, infatti, proporrà una serie di immagini, spiegherà come sono state realizzate, che strumenti ha utilizzato, i trucchi che ha adottato e non mancheranno i suggerimenti per riuscire ad ottenere delle foto action consapevoli ed emozionanti. Ogni articolo riporterà inoltre l’indicazione con il grado di difficoltà: bassa, media, alta, pro. Congelare un atleta, un’auto, una bici o uno sciatore, richiede una determinata consapevolezza sia di ciò che stiamo fotografando, sia degli strumenti che utilizziamo. Infatti, i soggetti in movimento, non sono tutti uguali e soprattutto non esiste una tabella con i tempi di otturazione da utilizzare in base al tipo di sport e situazione che potremmo trovarci di fronte. Per essere consapevoli dei tempi di otturazione da utilizzare, dobbiamo avere una buona preparazione tecnica, feeling con il proprio strumento e tanta, tanta esperienza. Il concetto basilare della fotografia d’azione (può sembrare banale, ma è così), è che i nostri soggetti si muovono e tutti ad una velocità differente, ma non solo: dobbiamo considerare, oltre alla velocità lineare del soggetto, le vibrazioni del soggetto stesso. Un esempio? Se devo fotografare una bici da strada che corre a 60 km/h sull’asfalto liscio, utilizzerò un determinato tempo di otturazione, ma se devo fotografare una mountain bike che scende su un tracciato sterrato pieno di rocce e buche (sempre a 60 km/h) utilizzerò sicuramente un tempo di otturazione molto più rapido; pensate che 1/1000s basti a congelare questa mountain bike? No, spesso scatto a 1/ 2000s, o con tempi ancora più rapidi. Il compromesso In queste condizioni scelgo dunque di lavorare con Priorità dei Tempi, perché il tempo di otturazione per me è l’unità di misura con cui valuto i soggetti e l’azione che compiono. Questa scelta vincolata porta ad un compromesso: il diaframma sarà subordinato al tempo impostato, ovviamente in base all’illuminazione della scena. Spesso, purtroppo, l’ambiente in cui si fotografa la maggior parte degli action sport, non ha un’illuminazione favorevole; ci sono però discipline, come sci e snowboard, che hanno il vantaggio di svolgersi in un ambiente molto luminoso, anche quando il sole è de- 37 Prima di ottenere lo scatto definitivo, l’atleta ha dovuto provare diverse volte l’azione: sia perché quel passaggio non era semplice, sia perché non era soddisfatto della sua posizione. Anch’io non ero del tutto convinto; abbiamo infatti provato ad “aggiungere polvere” per rendere il tutto più suggestivo, ma risultava una scena innaturale, con una nube esagerata. Come si fa ad aggiungere polvere? Con il “dust maker” che vedete in foto! Il 70-200mm f/2,8 è l’obiettivo che utilizzo più spesso e insieme al fish-eye fa parte degli “indispensabili”. Lavorando spesso nella polvere, nel fango e alle volte sotto la pioggia, consiglio sempre di fare una buona manutenzione e periodicamente fare un controllo al centro assistenza. Non dimenticate un filtro neutro per proteggere la lente e il paraluce. Se vi state chiedendo che cosa è quella placca sul paraluce, non è altro che la placca per fissare una telecamera (GoPro Full HD) con cui realizzo dei backstage di alcuni miei servizi. Scelta della location e dello spot Lo spot è una zona ben precisa di una determinata location in cui gli atleti compiono azioni particolari; in questo caso siamo in un ex deposito di residui minerari, molto suggestivo, che offre infiniti punti di ripresa, scorci e spot differenti. Ovviamente il rider ha provato ad eseguire l’azione per valutarne la fattibilità. Stavamo realizzando una serie di immagini per una rivista (test bici ed itinerari), perciò abbiamo concordato ogni cosa, anche l’orario per scattare in questo punto… ho scelto infatti questa 38 Il treppiede può essere utile anche quando si utilizzano tempi molto rapidi, serve a mantenere una buona linearità del movimento mentre inseguiamo il soggetto; può inoltre essere molto utile per il panning con tempi lunghi, dato che permette di seguire il soggetto in modo fluido, lineare e senza vibrazioni. inquadratura soprattutto per l’illuminazione, previsualizzando la polvere dietro l’atleta. Ciò che è interessante, infatti, è il contrasto tra la parete leggermente in ombra e la luce che crea un profilo sulla schiena del rider e soprattutto illumina la polvere smossa dal passaggio delle ruote. L’atleta ha apprezzato l’illuminazione, il congelamento dell’azione, la posizione e soprattutto il taglio nel terreno prodotto dal passaggio della ruota anteriore, un dettaglio che mostra la sua precisione nell’eseguire l’azione. Modalità di realizzazione Dopo avere valutato l’inquadratura, l’esposizione e gli altri parametri, ho definito il punto X (punto in cui si concorda con l’atleta lo scatto, è il punto in cui l’azione è al top!). L’atleta ovviamente ha preso la giusta rincorsa ed io lo vedevo spuntare da dietro una roccia (se ne vede una porzione sulla destra dell’immagine). La difficoltà in questo caso è riuscire ad “agganciare” il punto di messa a fuoco sul soggetto. Ho selezionato il punto di messa a fuoco in alto a sinistra aspet- Esercizio Grado di difficoltà: Medio Disciplina: Mountain bike Atleta: Luca Masserini Location: Ex deposito di residui estrazione mineraria (Sardegna Carbonia) Periodo: Ottobre, circa alle 13:30. Illuminazione: Luce naturale. Punto di ripresa: Frontale, leggermente più basso rispetto al soggetto. Fotocamera: Full Frame Obiettivo: 70-200mm f/2,8L USM Focale: 140mm Distanza dal soggetto: Circa 14 metri Impostazioni: TV (Priorità di tempi) Tempo di otturazione: 1/2500s Diaframma: f/3,2 Iso: 400 Modalità messa a fuoco: AF - Modalità inseguimento (AI Servo) Modalità scatto: Sequenza (4 scatti al secondo) Modalità esposizione: Valutativa tando l’uscita dell’atleta da dietro la roccia ed ho scattato in modalità “Sequenza” (preferisco chiamarla “raffica”) cosicché la messa a fuoco potesse calibrarsi sul soggetto; nel frattempo seguivo l’atleta fino al punto X. Tutto questo in pochissimi istanti. Post-produzione Correzione livelli, miglioramento contrasto, apportata una tonalità più calda, leggero contrasto, correzione aberrazioni. Per esercitarvi vi consiglio innanzitutto di leggere attentamente il manuale di istruzioni relative alle impostazioni Priorità di Tempo e messa a fuoco. Poi provate a scattare a soggetti che si muovono a gran velocità, come auto, moto o bici. Potete scattare durante una gara di motocross, di ciclismo su strada o mountain bike, oppure andate in uno skate park; ancora meglio, chiedete ad un vostro amico se può mettersi a disposizione come soggetto! Vi consiglio queste discipline perché sono abbastanza accessibili, mentre rally, formula 1 e moto GP, per questioni di sicurezza, spesso non vi permettono di avvicinarvi molto ai soggetti; avreste quindi bisogno di teleobiettivi con focale molto lunga, oltre ad avere problemi di visuale: spesso, infatti, sono presenti reti, fettucce, pali e cartelli che ci rendono il tutto più difficile. Provate a scattare a soggetti con differente velocità e fate degli esperimenti con i tempi di otturazione per poi valutarne il risultato sul vostro monitor del computer. Fate sempre molta attenzione a dove vi posizionate! Anteprima Nel prossimo articolo mostreremo la realizzazione di questa e di altre immagini, spiegando come congelare il soggetto in luce naturale, ma questa volta durante una competizione/gara dove non possiamo concordare con l’atleta l’ora ed il punto X, una situazione in cui si deve valutare molto attentamente ogni aspetto dello scatto. bole. Anche gli sport da onda hanno una buona illuminazione, non sono infatti presenti alberi, case o strutture che potrebbero in qualche modo limitare la luce del sole. Quando l’apertura del diaframma non è sufficiente (in base al tempo impostato) per esporre correttamente, non ci resterebbe quindi che alzare gli Iso. Il mio consiglio è di trovare un compromesso, dato che non tutte le macchine fotografiche reggono Iso molto alti. Provate a scattare una serie di foto impostando i differenti valori Iso della vostra macchina: scegliete un soggetto in penombra e impostate una corretta esposizione. Utilizzate pure un treppiede. Poi confrontate i vari scatti sul vostro computer e valutate quale valo- re Iso è meglio non superare in base al rumore che noterete sulla foto. Ci saranno tuttavia situazioni in cui proprio non potrete utilizzare il tempo adatto e i vostri Iso non basteranno, oppure avrete un diaframma talmente aperto che parte del soggetto sarà fuori dalla profondità di campo. Cosa fare? Tentate comunque, scegliete tratti in cui il soggetto ha meno vibrazioni, aiutatevi con un treppiede (serve a ridurre al minimo anche le vostre di vibrazioni), cercate di seguire il soggetto e soprattutto è fondamentale una buona capacità di mettere a fuoco, argomento che approfondiremo nei prossimi mesi. Matteo Cappè 39