Giuseppe Emiliani - Capire e recitare Shakespeare

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Giuseppe Emiliani - Capire e recitare Shakespeare
Workshop 1 / 2 / 3 Novembre 2013
Giuseppe Emiliani
Capire e recitare Shakespeare: Desdemona
DESDEMONA
l’ultima volta
Accademia Lorenzo Da Ponte
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DESDEMONA, l’ultima volta.
( Desdemona, l’ultima notte. In attesa di Otello)
Stanate il Moro, dategli addosso,
avvelenate il suo piacere, infestatelo di mosche;
e se si gode la sua gioia, copritela di tormenti.
Quante grida sotto la finestra della nostra camera quella notte…
La nostra prima notte…
Dicono che il Moro l'abbia stregata,
che abbia praticato su di lei magie nere,
abusando della sua tenera età
con droghe e filtri che paralizzano la mente.
Dicono che questo lercio corruttore,
con misture che influenzano il sangue,
l’ abbia sedotta, rapita al padre, e oltraggiata…
Svegliatevi Brabanzio !
Vostra figlia ha compiuto un atto di sfrontata ribellione,
mettendo a repentaglio dovere, bellezza, e fortuna
con un Moro lascivo ... uno stallone di Barberia!
Quando poi sfondarono la porta mi si gelarono le ossa:
Guardate, guardate come il caprone nero
si sta montando la bianca pecorella!
Guardate, per Dio, come stanno facendo la bestia a due groppe!
Ricordo la furia con cui mio padre ci tolse le lenzuola di dosso,
denudandoci di fronte a tutti:
Tu, sporco ladro! Maledetto, me l'hai stregata!
Come ha potuto una ragazza così tenera, bella e felice,
offrirsi al dileggio generale
e gettarsi sul nero petto fuligginoso di un coso come te?
Io ti denuncio come corruttore del mondo
e praticante di arti proibite e fuori legge!
Ma tu, condotto a forza di fronte al Doge,
riuscisti a difenderti e a difendere il mio onore…
Con parole semplici e suadenti raccontasti con quali droghe,
incantesimi e potenti magie tu mi avevi conquistato.
Erano stati i tuoi racconti a conquistare il mio cuore:
il gioco alterno delle tue fortune, I disastrosi eventi ,
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le emozionanti tue avventure per mare e per terra…
Con avido orecchio io divoravo le tue parole
quando mi parlarvi di vasti antri e di deserti vuoti,
di ruvide caverne, di rocce ed alture le cui teste toccano il cielo…
Allora ti dissi che, la tua, era una storia strana, molto strana,
una storia che destava pietà, molta pietà…
Ma non ti ho amato per le tue sventure,
nè tu per la mia pietà.
Quella notte di fronte a mio padre, al doge, a tutta Venezia,
dichiarai la mia aperta ribellione e la mia sfida alla fortuna
proclamando al mondo che io amavo te, “il Moro,”
che desideravo vivere con te
e che Il mio cuore era soggiogato al tuo piacere.
Quella notte ho veduto
il tuo vero viso e il mio destino.
Per la prima volta, quella notte, tu mi chiamasti:
O mia bella guerriera!
E di fonte a tutti dichiarasti la tua gioia:
Se fosse ora l'ora di morire,
sarebbe il momento più felice.
Così assoluta è (temo) la mia gioia,
che nulla d'eguale può avere in serbo
l'ignoto mio destino.
Ti ricordi di come siamo stati belli?
Nessuno dopo è stato bello così.
Perché poi hai dato ascolto alle malelingue, Otello!?
Perché non ti sei tappato le orecchie come ho fatto io
quando tutta Venezia mi diceva:
Stai attenta Desdemona!
Questi Mori sono mutevoli nelle loro voglie...
Il cibo che ora gli è gustoso come la carruba,
gli sarà presto amaro come l'assenzio.
Perché hai dato ascolto alle velenose parole di Iago:
Se hai gli occhi per vedere, attento Moro.
Ha tradito suo padre: può tradire anche te…
Attento Moro,quando si sarà sfamata del tuo corpo,
si accorgerà del proprio errore
e vorrà cambiarti con uno più giovane.
Magari con Cassio...
Cassio!
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Sei impazzito di gelosia per il tuo luogotenente!
Sì, non lo nego, ha un bel fisico e i suoi modi gentili
si prestano a far nascere sospetti…
ma non si è mai preso troppe confidenze con me, tua moglie!
L’ho sempre tenuto alla larga
perché è un tipo dalla parlantina troppo sciolta…
un tipo insinuante e astuto, uno che sa cogliere le occasioni,
uno che ha tutte le doti che piacciono alle donne sventate e lascive.
Io non sono una di quelle!
Io ti amo! Forse troppo.
Un amore , troppo grande.
Fino all’orrore…
Come fai a essere così assurdamente geloso di Cassio
e non accorgerti con quanta lussuria sfrenata mi guarda Iago?
Lo sai cosa m’ ha sussurrato, tempo fa, all’orecchio, il tuo onesto Iago?
Che tu hai preso il suo posto tra le sue lenzuola...
O meglio, per dire con le sue parole,
che l’hai sostituito nella monta!
Io non ci credo. Non posso crederci!
anche se questo pensiero mi rode dentro
come un tarlo velenoso…
Ma perché ritardi così tanto?
Le lenzuola nuziali sono pronte da più notti…
Vieni, amore mio;
fatte le nozze devono seguirne i frutti,
e noi non li abbiamo ancora pienamente goduti. …
Vieni, Otello!
Allontana la gelosia da tuo cuore,
allontana il mostro dagli occhi verdi
che irride il cibo di cui si nutre…
Pensi forse anche tu,come pensano in molti a Venezia.
che sposando te, infrangendo le regole della città,
della mia razza e del mio stesso rango,
io abbia agito per un istinto malsano, una depravazione,
una fantasia contro natura?
Pensi anche tu, come tanti, che fra qualche tempo ,
a mente serena, io potrei fare confronti tra te
e gli altri uomini della mia stessa pelle,
e magari pentirmi della mia scelta?
Perché ti consumi nel dubbio?
Concepire sospetti è un veleno
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che agendo sul sangue, brucia come zolfo…
Perché tormentarti a cercare inutilmente la prova della mia infedeltà?
Ma quale prova?
Voglio la prova sicura che il mio amore è una puttana!...
Fammela vedere con i miei occhi!....
Questo hai chiesto a Iago.
E lui t’ha risposto:
Voi volete avere la certezza?
Sì, ma quale, quale certezza, mio signore?
Vorreste stare a spiare come un guardone bavoso…
mentre lui la monta?
È impossibile vederli all'opera,
anche se fossero lascivi come capre,vogliosi come scimmie,
infoiati come lupi in calore e tanto sciocchi e ubriachi d'incoscienza…
Ma come hai fatto a credere a quel demonio!
Come è riuscito a convincerti che io abbia dato a Cassio.
il fazzoletto che ho perduto ?
Che terribili le tue parole !
Quel fazzoletto lo diede a mia madre una zingara egiziana,
una maga che sapeva leggere nel pensiero…
Mi hai buttato sul letto….
Mi hai sollevato la gonna…
Che significavano quelle parole?
Ne coglievo la rabbia, ma non il senso.
Mia madre, morendo, lo diede a me
dicendomi di regalarlo a mia moglie
quando mi fossi sposato. E così è stato.
Non avevo mai sentito, così forte,
la tua mano dentro il mio corpo…
Era davvero tua o quella di un altro?
Abbine cura, perderlo o darlo via
sarebbe una rovina senza eguali.
Perché mi parlavi in modo così duro e concitato?
Perché mi hai strappato un grido di godimento?
C'è una magia nella sua trama.
Sacri erano i bachi che ne produssero la seta
Perché ti amavo, anche quando,
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in quel momento, non ti amavo?
L'hai perduto? Parla, non si trova più?
Non l'ho perduto, ma se così fosse?
Vallo a prendere, fammelo vedere!
Perché, allontanandomi impaurita da te,
sono poi scoppiata a ridere come una pazza?
Ero confusa, eccitata, senza più pudore…
Era la prima volta che avevo sentito su di me la tua forza fisica.
Ne ho avevo avuto paura e, nello stesso tempo,
avevo provato un piacere fino allora sconosciuto…
Mi sentivo un’amante. E il mio amante eri tu.
Ecco perché mi sono di nuovo avvicinata a te
cercando affannosamente le tue labbra…
Ma tu:
Va' a prendere il fazzoletto: ho un presentimento.
Ti prego, non dubitare di me e di Cassio.
Il fazzoletto!
È un uomo che non ti tradirebbe mai
Che ha sempre basato le sue fortune sul tuo affetto….
Il fazzoletto, Cristo!
E te ne sei andato, furioso, lasciando nelle lenzuola
la fredda traccia del tuo corpo…
Forse quel fazzoletto è davvero stregato .
E’ stata una vera disgrazia averlo perso.
Non ti avevo mai visto così agitato.
Forse ha ragione Emilia quando dice che
non basta un anno o due a farci capire un uomo.
Loro sono soltanto stomachi, e noi solo cibo;
ci divorano ingordi, e quando sono sazi,
ci vomitano.
No. Non posso credere che tu sia come gli altri.
Tu sei diverso. Anche se la tua gelosia mi fa paura.
Tu sei quello che un giorno m’ha sussurrato:
Ch'io sia dannato se non ti amo.
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E quando non ti amerò più,
sarà di nuovo il caos.
Perché proprio ora tutti questi dubbi, questi timori?
Quest’ombra di gelosia nei miei confronti?
Io non te ne ho mai dato alcun motivo!
Ma forse la gelosia non ha bisogno di ragioni.
La gelosia è un mostro che si concepisce da sé
e da se stesso nasce…
(canta guardandosi allo specchio)
Un dì sul mio sorriso
fiorìa la speme e il bacio,
ed or... l'angoscia in viso
e l'agonia nel cor…..
(parla con un ipotetico Otello allo specchio)
Che volete da me, mio signore?
Fammi vedere i tuoi occhi... Guardami in faccia.
Che orribile fantasia è questa?
Ma tu …che cosa sei tu?
Vostra moglie, signore; vostra moglie fedele e leale.
Su, giuralo, che tu sia dannata, giura che sei onesta!
Il cielo lo sa bene.
Oh, sì... come le mosche d’estate nei macelli
che il vento sgrava e ingravida in eterno!...
Tu non fossi mai nata nera gramigna,
leggiadra a vedersi, profumata da far dolere i sensi!
Ahimè, quale peccato ho commesso senza saperlo?
Cos’ hai commesso? Cos'hai commesso?
Il cielo si tura il naso, la luna abbassa gli occhi;
il vento ruffiano che bacia tutto ciò che incontra,
si rintana muto nelle caverne della terra
per non udire quel che hai fatto..
Cos'hai commesso? Spudorata baldracca!
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Per il cielo, tu mi fai torto.
Non sei una sgualdrina, tu?
(si alza la gonna denudando il basso ventre. Urla.)
Se l’aver preservato questo scrigno per il mio signore,
da qualsiasi altro odioso, sporco e illecito contatto,
significa non essere una sgualdrina, io non lo sono!
Perdonami, allora…
Ti avevo presa per quella scaltra puttana di Venezia
che s’è maritata con Otello.
Perché m’hai dato quello schiaffo?
Perché m’hai stappato con rabbia i vestiti
e m’hai costretto a camminare nuda su e giù per la stanza:
Cammina ,cammina pubblica troia.
E adesso girati….E non piangere…
Su, cammina avanti e poi torna indietro…
Tu sei brava a muoverti… Ti piace andare e venire…
Sei una scaltra puttana,
una santina inchiavardata di segreti osceni.
Ah, è stata una malizia dell’inferno sbavare su una sgualdrinella
in un letto insospettato supponendola casta…
Continua….continua con le tue lacrime….
Oh, come fingi bene …che commozione ben recitata.
Oh, demonio, demonio!
T’ha fottuta per bene, il tuo Cassio, eh? Sopra e sotto.
Puah! Che schifo!
Smettila di piangere!
Per ora abbiamo finito...
Sistemati. Tornerò stanotte.
Eccoti i soldi per il disturbo.
Serra a chiave la porta, e…bocca chiusa:
mantieni il nostro segreto.
Cos’è questo rumore?.... E’ lui?
No….E’ il rumore del mare e del vento che si scontrano…
(canta)
Egli era nato per la sua gloria,
io per per amarlo e per morir….
Vorrei non averlo mai incontrato.
Perche l’ amore mi fa sopportare
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anche la sua durezza, i suoi rimproveri?
Forse l’amore si può vivere anche così,
in modo spaventoso.
Forse ho potuto vivere questo amore,
nel solo modo possibile per me,
perdendolo prima che si realizzasse…
La sua gelosia?
E’ forse colpa della luna.
È la luna che devia dal suo corso…
si avvicina più del solito alla terra e fa impazzire gli uomini…
La crudeltà può fare molte cose.
E la sua crudeltà può togliermi la vita,
ma non potrà mai macchiare il mio amore….
Perché proprio stanotte questo grido atroce
di gabbiani affamati?
Strangolatela nel suo letto,
proprio quel letto che ha contaminato !
No. So che non lo farai, Otello.
È una morte contro natura quella che uccide per amore.
Mai in vita mia ti ho fatto torto...
Chi bussa?....
(va ad aprire la porta)
Siete voi?
Entrate, mio signore.
Datemi la vostra bocca.
Non c’è nessun ultimo bacio.
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