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DICEMBREPag.
20131
DICEMBRE 2013
PERIODICO DI INFORMAZIONI TECNICHE | www.certottica.it
S
W
NE
Poste Italiane S.p.a. - Autorizzazione del Tribunale di Belluno nr. 7.11.1994
Sped. in abb. Post. – 70% Filiale di Belluno
Istituto Italiano per la Certificazione dei Prodotti Ottici
The Italian Institute for the Certification of Optical Products
Giovanni Coffen
Marcolin
in visita a Certottica
UN SALUTO
A GIOVANNI
COFFEN
MARCOLIN
Come tutto il mondo dell’occhiale ha appreso, è venuto a
mancare Giovanni Coffen Marcolin, fondatore dell’omonima
azienda, e pioniere di un settore che ha traghettato l’economia bellunese sino ai giorni
nostri.
Abbiamo raccolto numerose
testimonianze tra gli imprenditori e gli amici che hanno
avuto modo di condividere
Aggiornamenti
normativi:
i convegni
Da pag. 4
con lui momenti di vita, più o
meno intensi, e ne è uscito un
ritratto di un uomo. Uomo con
la U maiuscola, geniale e brillante capitano d’industria, ma
soprattutto persona generosa,
sensibile, e molto religiosa.
Evitando discorsi retorici, a
Giovanni Marcolin dedichiamo
le testimonianze diverse di tre
personaggi del nostro territorio: il Sindaco di Domegge,
Lino Paolo Fedon, a capo del
Comune in cui Marcolin risiedeva, il primo cittadino di Longarone, Roberto Padrin, che
ha avuto l’onore di conoscerlo
grazie ad una donazione all’asilo del paese, e don Marco De
March, parroco che ha vissuto
per 10 anni al suo fianco.
Segue a pagg.2 e 3
Area
Formazione
Dolomiticert
Informa
Da pag. 12
A pagg. 18 - 19
NEWS
CON GIOVANNI
MARCOLIN SE
N’E’ ANDATO UN
PEZZO DI STORIA
IMPRENDITORIALE
CADORINA
Si è spento Giovanni Coffen Marcolin, figura di primo piano nel
campo imprenditoriale e sociale
bellunese. Le esequie si sono tenute a Vallesella di Cadore con
grandissima partecipazione di
pubblico e di autorità in quella
stessa chiesa di San Vigilio che
strenuamente “Nani” Marcolin
aveva operato per far erigere al
posto della precedente lesionata
dalle infiltrazioni del lago.
Con lui se ne va un pezzo di storia imprenditoriale cadorina ma
anche un uomo che tutti ricordano estremamente generoso, disponibile, lungimirante e dotato
di un gradissimo spessore umano. Giovanni Coffen Marcolin è
stato il fondatore della Marcolin
Le prime aste prodotte
da Giovanni Marcolin,
conservate da Antonio
Frescura della Kador
la nota azienda che si posiziona fra le grandi dell'occhialeria
italiana e sarà ricordato in tutti i
libri di storia dell'occhialeria e del
Cadore.
Della sua piccola patria rappresenterà anche l'emblema
di un periodo propositivo e di
espansione, se non addirittura di
esplosione, lavorativa.
“Nani” Marcolin ha sempre nutrito un grande amore per il paese
di Domegge. Lo ha testimoniato come consigliere comunale
e come assessore all’istruzione
ed alla formazione. Sua l’idea
di una nuova scuola media per
Domegge che fin a quel momento accoglieva in un unico edificio elementari e medie. E’ stato
l’ideatore e fondatore della Fon-
dazione Marcolin che ha aiutato
e sostenuto numerose opere ed
iniziative a beneficio della collettività.
ha indotto troppo spesso intere generazioni a lasciarla col
groppo in gola, martoriata da
tragedie indimenticabili come il
Vajont, deve riconoscere l’alto
senso della partecipazione. Una
partecipazione attiva, concreta,
indispensabile. Un imprenditore
che ha saputo operare con l’im-
pegno e la lungimiranza di chi ha
veramente agito disponendo di
“una marcia in più”, senza farlo
pesare.
Ora la sua assenza rappresenta
un vuoto incolmabile per il mondo imprenditoriale e per la comunità di Longarone.
Ha saputo sviluppare come pochi
Sono in molti a ricordare l'inizio
lavorativo di questo geniale imprenditore. Appena sedicenne,
terminate le scuole professionali, iniziò a lavorare alla Fedon
Occhiali, perfezionando le sue
capacità di meccanico attrezzista alla Desil, De Silvestro Fratelli. Maturò la sua prima grande
decisione imprenditoriale con la
nascita dei figli gemelli e con la
volontà di dare loro un futuro migliore. Nel 1961 avvia in proprio,
in una stanza sotto casa, in Via
Milano a Vallesella, sostenuto
dalla moglie e dalla sorella, un
proprio laboratorio artigianale
di aste in laminato d'oro. Erano
quelli i tempi mitici che legavano
il lavoro all'ottimismo della riuscita.
E' il 1963, l'anno dell'inizio della
produzione dell'interra montatura. I primi successi premiano la
scelta e la ditta, denominata ora
Marcolin Occhiali Doublè, lascia
il vecchio iniziale scantinato riadattato per un primo nucleo del
fabbricato che in Cadore gli anni
successivi identificherà la Màrcolin. Nel 1968 la vendita si sposta anche in America. Sono degli
anni successivi la nascita della
Marcolin France, Marcolin Svizzera e Marcolin Germania. Nel
1983 viene costituita una società
di distribuzione negli USA.
Il grande aumento di lavoro fa
prendere alla famiglia Marcolin
(nel frattempo si erano aggiunti
i figli) la decisione di aprire nel
1984 uno stabilimento dismesso
a Longarone. Qui parte la produzione della plastica. Nel 1988 si
matura la decisione di trasferire a
Longarone la "testa" dell'azienda
che ha già raggiunto traguardi
impensati. La società nel 1999
viene quotata in borsa.
Il Sindaco di Domegge,
Lino Paolo Fedon
Giovanni Coffen
Marcolin
Poche parole
e tanti fatti
concreti, un
imprenditore
con la “I”
maiuscola”
L’ho conosciuto per ruolo istituzionale, ma con lui i ruoli contavano niente rispetto all’umanità
che lasciava trasparire e che non
lo abbandonava mai.
E’ stato un grande imprenditore, innovativo e partecipativo,
Giovanni Coffen Marcolin, al
quale questa nostra terra, che
un’impresa entro la quale il principio della responsabilità sociale
ed etica verso il territorio l’ha accompagnata sin dalla nascita. La
creazione della Fondazione che
porta il suo nome ne rappresenta
lo strumento col quale ha partecipato, risultando tra i pochi, lo
dico con amarezza, che hanno
DICEMBRE 2013
riconosciuto il valore del Vajont
per lo sviluppo industriale della
provincia di Belluno. Ha sempre
partecipato con trasporto, quasi con entusiasmo, alle iniziative
promosse dalla comunità longaronese sin dal primo momento
del suo insediamento produttivo
nella zona Conib, contribuendo
con umiltà e dignitoso senso di
gratitudine, risultando, ancora,
il primo a correre nel sostenere
le celebrazioni del cinquantesimo anniversario del disastro del
Vajont.
Ha saputo svolgere il suo ruolo
di imprenditore innovativo senza mai abbandonare la terra da
cui è nato, arricchendola delle
sue intuizioni, anche quando ha
portato le sue attività fuori dal
nostro Paese. Un uomo che rappresenterà un esempio virtuoso
e da imitare per le nuove generazioni imprenditoriali. Ha saputo
valorizzare il binomio impresa –
famiglia, così da poter assicurare
continuità alla sua opera.
Per Longarone è sempre stato
presente attraverso una generosità silenziosa.
Con Giovanni ho condiviso il
periodo dell’ampliamento della
sua azienda che, di fatto, ha permesso al gruppo il radicamento
nel nostro territorio, poi, ancora,
quando l’amministrazione comunale gli ha dedicato una targa posta nell’asilo nido. Ricordo
quella giornata tra le più belle del
mio mandato. Con Giovanni ho
scoperto la targa che esprimeva la grande riconoscenza della
nostra comunità per il sostegno
offerto dalla Fondazione Marcolin, che lui presiedeva. Un contributo, importante, per la riqualificazione impiantistica, la messa
a norma interna e l’acquisto di
nuove attrezzature per i bambini
frequentanti il nostro asilo nido.
Quel giorno, dalle sue parole,
alla presenza dei suoi figli, traspariva l’amore verso loro e la
solidarietà per le loro famiglie.
Era anche compiaciuto per aver
potuto contribuire a sostenere
concretamente una delle strutture più vicine alla vita del nostro
territorio.
Una persona, veramente, dal
cuore d’oro, umile, silenziosa,
gentile e cordiale, sempre pronta al sorriso, ma nel contempo
determinata e forte. Un profilo,
questo, che gli viene riconosciuto anche da tutti quei longaronesi che hanno potuto lavorare
nelle sue aziende. “Una persona unica, con parole buone e di
conforto per tutti, che ti coinvolgeva nell’azienda, permettendo
ai lavoratori di esserne protagonisti, al suo fianco” è la frase
ricorrente tra i miei concittadini
che hanno lavorato alle sue dipendenze. Questo atteggiamento ha rappresentato la forza, il
cuore propulsivo, della Marcolin, oggi tra le prime imprese al
mondo nel settore dell’occhialeria, frutto della sua ispirazione e
vocazione imprenditoriale. Nata
a Domegge e poi pian piano tra-
GIOVANNI: “’NA
BELEZA!” AVERTI
AVUTO CON NOI
Riportiamo di seguito le parole di don Marco, anticipandole
con il testo della mail pervenutaci, per sottolineare il rapporto del religioso con Giovanni
Marcolin
“Invio il testo del pensiero che è
stato letto durante la cerimonia
funebre di Giovanni, a motivo
della mia assenza fisica. La ringrazio per quanto state facendo per ricordare la sua figura: è
doveroso nei suoi confronti e fa
bene a noi. Buona giornata. don
Marco”
Carissimo Giovanni,
pur non essendoti vicino fisica-
mente
desidero condividere,
con la nostra gente, con i tuoi
familiari e con le tante persone
che ti sono diventate amiche nel
cammino della vita, questo momento di distacco umano che,
per noi credenti, non è un addio,
ma un “arrivederci”.
Sono tante le cose che vengono alla mente, in momenti come
questi, ma c’è una parola che le
comprende e le esprime un po’
tutte…è la parola GRAZIE!
Come parroco e come amico ti
ringrazio per l’aiuto, il sostegno
e l’incoraggiamento che mi hai
sempre riservato in questi 14
anni di vita in mezzo alla nostra
comunità, dieci dei quali li hai
vissuti al mio fianco, come fabbriciere propositivo e saggio.
Ma ciò per cui ti sono maggiormente riconoscente è la tua testimonianza di fede solida e genuina che – con semplicità, ma con
tenacia – hai saputo testimoniare
giorno per giorno, e nella quale
ti sei rifugiato con serenità e fiducia anche in questo ultimo,
difficile periodo, della tua vita.
“Sòn te le man del Signor”, mi
hai detto più volte, in questi ultimi mesi…e questo ti ha dato la
forza di accettare la tua malattia
e di trasmettere serenità anche
ai tuoi cari. Con la tua vita ci hai
dato una testimonianza concreta
e reale di cosa significa credere e
Pag. 3
sferitasi a Longarone, offrendo
occupazione a tanti longaronesi.
La nostra comunità sarà sempre
grata al signor Giovanni e alla
sua famiglia per aver contribuito
ad assicurare benessere alle nostre famiglie.
L’auspicio, ora, è che i giovani
sappiano trarre esempio dalla
sua figura per dare continuità
ad una tradizione imprenditoriale
veramente unica. Dalla famiglia
Marcolin, alla quale va ora il mio
pensiero finale, impariamo ad
essere parte attiva di un territorio
unito, entro il quale la solidarietà si sviluppi singolarmente, ma
trovi un collettore comune: la comunità.
Questo non è un addio, perché
so che l’opera di Giovanni continuerà a vivere e lui con i suoi
frutti.
Roberto Padrin
Sindaco di Longarone
fidarsi del Signore!
C’è un’espressione che usavi
spesso, parlando della tua famiglia, del tuo lavoro, della nostra
comunità: “’na beleza”…un commento “semplice” che esprimeva
il tuo animo ottimista e positivo, la
tua naturale inclinazione a valorizzare il bene ovunque si trovasse.
Mi è venuto spontaneo abbinare
questa tua esclamazione con il
nome che ti hanno dato i tuoi genitori e che ti ha accompagnato
per tutta la vita: Giovanni.
Giovanni significa letteralmente
“dono di Dio”, e tu lo sei stato
per la tua famiglia, per la nostra
comunità e per tantissime persone che, grazie alla tua intraprendenza e laboriosità, hanno avuto
lavoro e la possibilità di costruirsi un futuro…per cui lascia che
prenda a prestito la tua espressione per concludere che è stata “’na beleza!” averti avuto con
noi. E se anche avremmo desiderato la tua presenza al nostro
fianco molto più a lungo, siamo
certi che – ora che sei con Dio –
non mancherai di accompagnare i tuoi cari e la nostra comunità
con una presenza diversa – certo – ma ugualmente calorosa e
fedele.
don Marco De March
NEWS
Lo staff dell’Istituto ha preso parte al convegno “I venti
CERTOTTICA A
dell'Innovazione - Il mondo
dell'occhiale” offrendo alle imVARESE PER
prese una panoramica normaLE NOVITA’
tiva aggiornata
SULL’OCCHIALERIA
Una delegazione di Certottica
e Anfao ha condotto l’appuntamento dedicato all’occhiale del
ciclo “I venti dell’Innovazione”,
eventi promossi dalla Camera di
Commercio di Varese e finalizzati
ad approfondire diverse tematiche legate all’innovazione.
Nel cuore del distretto lombardo
dell’occhiale, i tecnici specializzati
hanno proposto una panoramica
chiara ed esaustiva sulle principali condizioni che l’innovazione dovrà
rispettare nel mondo dell'occhiale: il regolamento REACH sulle sostanze chimiche, il futuro dell’occhiale da sole con la nuova ISO 12312,
l’evoluzione normativa nella determinazione del rilascio del nichel.
Aggiornamenti normativi:
La conferenza
stampa di
presentazione
La sede
dell’evento
PROGRAMMA
16.00 Saluto di benvenuto
Camera di Commercio di Varese
Apertura dei lavori
Luigino Boito, Direttore Generale di Certottica scrl
Astrid Galimberti, Direttore Generale di ANFAO
16.15 La gestione organizzativa degli adempimenti previsti dal
REACH: aspetti tecnici e gestionali
Michele Checchin, Centro REACH srl - Veneto
17.00 La nuova norma ISO 12312 – 1 per gli occhiali da sole:
cosa cambia
Graziano Marusi, Coordinatore Commissione Tecnica ANFAO
Occhiali da sole e protezione
17.30 La problematica della determinazione del rilascio del nichel:
evoluzione normativa
Giuseppe Da Cortà, Coordinatore Commissione Tecnica
ANFAO Allergeni
18.00 Testimonianze imprenditoriali dal mondo dell'occhialeria
Cristiano Milone, Mirage S.p.A.di Venegono Inferiore
Francesco Conti, Centro style S.p.A.di Vedano Olona
18.30 Aperitivo e dialogo
Per motivi di spazio, proponiamo di seguito una sintesi dell’intervento
relativo alla nuova ISO 12312, precisando che gli altri contributi potranno essere scaricati dal sito della Camera di Commercio di Varese
www.va.camcom.it. Per ogni ulteriore chiarimento, invece, Vi invitiamo
a contattare l’area marketing di Certottica.
I relatori
Il pubblico
in sala
i convegni
DICEMBRE 2013
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ISO 12312–1
OCCHIALI DA
SOLE PER USO
GENERALE
La normativa che regola gli
occhiali da sole ha avuto in
questi ultimi anni una notevole evoluzione approdando alla
nuova norma ISO 12312.
Tale norma riassume le tre principali a livello internazionale:
EN 1836:2005+A1:2007
per l’Europa;
ANSI Z80.3-2010
per gli Stati Uniti e AS/NZS
1067:2003/Amdt 1:2009
per Australia e Nuova Zelanda.
Regolamentazione
Europea
• Mandataria:
Direttiva 89/686/CEE
(Personal Protective Equipment)
• Norma tecnica:
EN1836:1995. Non è obbligatoria, ma garantisce la
presunzione di conformità
alla direttiva
• Sono obbligatori: Marchio
CE, dichiarazione di conformità, Nota informativa
Requisiti principali
• Requisiti ottici
• Requisiti per la guida e utilizzo stradale
• Requisiti meccanici (lenti e
montature)
• Compatibilità fisiologica dei
materiali (montature), ad
esempio rilascio Nickel
• Nota informativa e marcatura
Importante: l’ottica dell’occhiale finito è fortemente
influenzata, oltre che dalla
lente, dal montaggio e dalla forma della montatura
ISO Standard
• ISO 12311 + ISO 12312-1
(Metodi di prova e requisiti)
Il CEN ha accettato di procedere con l’inchiesta parallela
per la successiva adozione
come norma EN.
Entrambi gli standard ISO
sono stati pubblicati il 5 Agosto 2013
PRINCIPALI DIFFERENZE RISPETTO ALLA EN1836:
• Una sola classe ottica (+/0,12D)
• Nuovo test per la misura
della luce diffusa (scattering
a grande angolo), meglio
rispondente alle effettive
condizioni d’uso.
• Range per la valutazione
della trasmissione spettrale
minima (parte da 475m invece che da 500nm)
• Calcolo dei Q factors leggermente diverso
• Nuovo metodo di misura
dell’asse di polarizzazione
• Introduzione di una dimensione minima dell’oculare
• Introduzione delle protezioni laterali per occhiali scuri
(cat 4)
• Nuova nota informativa
• Introduzione di simboli ISO
certificati
Nota informativa
Nella nota informativa le novità
principali, che dovranno essere
obbligatoriamente presenti, saranno le seguenti:
a) Identificazione del modello:
l’identificazione va marcata
sull’occhiale oppure dichiarata nella nota informativa
(etichetta, pendaglio confezione ecc.)
b) Nome e indirizzo del fabbricante
c) Riferimento alla norma ISO
12312-1
d) Tipo di filtro: è necessario
indicare se il filtro è polarizzante e/o fotocromatico;
nel caso in cui fosse uniforme o sfumato l’obbligo
decade.
e) Categoria del filtro. In caso
di filtri fotocromatici vanno
dichiarate sia quella dello stato chiaro, che quella
dello stato scuro. Tale indicazione va posta preferibilmente come marcatura
sulla montatura o sul filtro
oppure come dichiarazione
nella nota informativa.
f) Descrizione della Categoria
del filtro in termini d'uso sia
in forma simbolica oppure
come frase. L'altezza minima dei simboli deve essere
di 5 mm
g) Restrizioni d’uso (non per
l’osservazione diretta del
sole, non come protezione
contro sorgenti di luce artificiali, come i solarium, non
come protezione da impatti
meccanici,…)
h) quando il filtro non raggiunge i requisiti essenziali per
esempio per la guida, andrà specificato mediante il
simbolo in figura 2 (altezza
minima 5mm)
i) allo steso modo, quando i
valori di transmittanza luminosa sono inadeguati, andrà specificato
j) istruzioni per la cura e la
pulizia se un uso scorretto
dei prodotti per la pulizia
può danneggiare le lenti e
la lista di tali prodotti
NORMA ISO
Cosa cambia dal punto di vista legale
La norma ISO ha carattere internazionale, ma è volontaria
finchè non viene recepita dai
singoli paesi.
Tutti i paesi sono invitati ad
adottare le norme ISO per facilitare la libera circolazione delle
merci.
La Comunità Europea adotta le
norme ISO se non sono in contrasto con le leggi comunitarie
(direttive)
Tempistica in Europa
Implementazione come norma
Europea (EN): Febbraio 2014
Pubblicazione sulla Gazzetta
Ufficiale: Entro la prima metà
del 2014
Periodo di transizione: non ancora definito
E’ raccomandato che i nuovi
prodotti si adeguino alla nuova
norma al più presto. I prodotti
sul mercato secondo la EN1836
al momento della pubblicazione sulla gazzetta ufficiale non
avranno problemi, anche se la
situazione non è ancora stata
ufficialmente chiarita
Lo staff di Certottica
sarà in grado di
fornirvi informazioni
più approfondite e
aggiornamenti costanti:
a tal proposito vi invitiamo
a contattare il personale
incaricato al numero
0437/573157.
NEWS
Aggiornamenti normativi: i convegni
ANFAO E
CERTOTTICA
A SOSTEGNO
DEL VISION
COUNCIL PER
L’AGGIORNAMENTO
NORMATIVO DELLE
AZIENDE
Gli esperti italiani hanno illustrato
le principali regole per la commercializzazione dei prodotti ottici
Il Vision Council,"sorella" americana di ANFAO, ha tenuto lo
scorso luglio una serie di seminari gratuiti rivolti alle aziende del
settore ottico ai quali hanno preso parte i delegati di Certottica e
dell’Associazione di Fabbricanti
italiana.
Un’ apertura importante del Far
East al mondo normativo: l’obiettivo dei corsi, realizzati in collaborazione con le Associazioni
ottiche di Wenzhou, Taiwan e
Hong Kong, è stato infatti quello
di fornire alle aziende cinesi un
aggiornamento relativo alle norme e agli aspetti di importazione
negli Stati Uniti dei prodotti ottici.
Il team si è focalizzato sugli argomenti relativi alle importazioni
nel mercato americano e all’impatto degli aggiornamenti delle
norme ANSI, ISO e ASTM sulla
commercializzazione dei prodotti
ottici.
Il VC ha esteso l’invito ad ANFAO
a prendere parte a questo progetto e, nel corso dei seminari,
Certottica ha presentato l’aggiornamento relativo agli obblighi
normativi per commercializzare i
prodotti ottici all’interno del mercato comunitario europeo.
Il primo convegno si è aperto
con l’intervento di Greg Javez,
Vice President of Member Services del VC, che ha presentato
sponsabile commerciale di Certottica, Tiziana Gabas, ha spostato l’attenzione sulla normativa
nel mercato europeo.
di competenza dei laboratori e
la lista delle norme secondo le
quali Certottica e Dolomiticert
eseguono i test. Per quanto con-
l’associazione, illustrandone l’organigramma, i soci e le finalità, e
concentrandosi sulla stategia di
marketing e comunicazione. Ampio spazio è stato dato alle campagne di protezione della vista
rivolte al mercato, e all’Eyecessorize, campagna di informazione
sulle tendenze legate al mercato
dell’eyewear.
E’ stata poi la volta di Tibor Gross
che ha focalizzato la sua presentazione sull’analisi statistica
dell’andamento delle vendite del
settore occhialeria negli Stati Uniti,
con particolare riferimento al 2012
e alle previsioni sul trend futuro.
Subito dopo questa panoramica
sul mercato americano, la re-
Dopo l’introduzione incentrata su ANFAO, sulle attività e
gli obiettivi dell’associazione,
e sul ruolo nell’organizzazione
di MIDO, la Gabas ha proposto
una panoramica dei dati statistici elaborati dalla stessa ANFAO
relativi al mercato italiano in termini di numero di aziende attive, numero addetti, valore delle
importazioni ed esportazioni.
Quindi, è stato illustrato il ruolo
di Certottica, quale ente di certificazione, normazione, formazione e ricerca, con particolare
attenzione alle aree normativa e
certificativa.
Calandosi nel tecnico, la Gabas ha poi presentato i settori
cerne la parte di consulenza, sono
stati spiegati i principali adempimenti previsti dalle Direttive Europee 93/42 relative ai Dispositivi
Medici e 89/686 relativi ai Dispositivi di Protezione Individuale
per la commercializzazione degli
occhiali all’interno del mercato
comunitario, sottolineando la responsabilità dei soggetti coinvolti
nelle diverse fasi.
A chiudere il seminario, sono
stati gli esperti Jeff Endres e Michael Vitale che, assieme, hanno
presentato l’attività normativa del
Vision Council, soffermandosi brevemente sulle norme ANSI, relative
agli occhiali da sole, le montature
da vista e gli occhiali premontati.
Hanno poi brevemente introdotto
concetti legati al Country of Origin
per frames and sunglasses, agli
adempimenti FDA per esportare
in USA, al Lacey Act, al CPSIA e
alla Proposition 65.
Dopo la conferenza, la platea,
composta da più di 400 persone,
ha dimostrato notevole interesse
per i temi trattati, alimentando
dibattito, con molte domande e
considerazioni.
Area Marketing
OCCHIALI DA
MOTOCICLISTA:
LA CERTIFICAZIONE
E’ OBBLIGATORIA
L’occhiale da motociclista è un
dispositivo di protezione individuale (DPI) di 2° categoria regolato dalla Direttiva Europea
89/686 che prevede la procedura di certificazione CE da parte
di un organismo notificato, come
Certottica. Tale definizione è
fondamentale ai fini della commercializzazione poiché le maschere da moto, prima di essere
I TEST DI
INVECCHIAMENTO
E CORROSIONE:
AWT E CASS
TEST
Le normative tecniche per occhiali prevedono dei requisiti
di valutazione della resistenza
all'uso prolungato nel tempo e
della tenuta del colore attraverso prove del sudore (clausola
4.7 ISO 12870) e resistenza alla
radiazione ottica (clausola 4.10
ISO 12870), limitati alle montature da vista. Esistono tuttavia
altri tipi di prove per la valutazione della durabilità nel tempo
degli occhiali. Certottica, grazie
al suo continuo aggiornamento
normativo e tecnico, è in grado
di proporre test ad hoc per verificare la tenuta del colore e la resistenza alla corrosione secondo
due norme tecniche riconosciute
a livello internazionale.
immesse sul mercato, devono
essere sottoposte alla procedura di certificazione con il rilascio
del relativo attestato. Tale obbligo non sussiste per le maschere
da sci.
Maschere da motociclista e maschere da sci.
Ricadendo in due categorie differenti, le maschere da moto e le
maschere da sci sono dispositivi
di protezione individuale diversi
che impongono obblighi differenti.
Le maschere da moto/motocross
rientrano nei DPI di 2° categoria
e richiedono obbligatoriamente che un ente notificato rilasci
un attestato di Certificazione
per quel determinato modello di
DPI.
Le maschere da sci rientrano
invece nei DPI di 1° categoria, i
quali sono esonerati dall'attestato di certificazione «CE»: infatti
per i modelli di DPI di progettazione semplice il progettista
presuppone che l'utilizzatore
I test di prova che i laboratori Certottica possono eseguire, oltre quelli sopra menzionati
che fanno capo alla ISO 12870,
sono:
- AWT (Accelerated Weathering
Test) secondo la norma ASTM G
154-06 “Standard Practice for
Operating Fluorescent Light Apparatus for UV Exposure of Nonmetallic Materials”: questo test
è adatto alla verifica della durabilità di materiale principalmente
plastico. Lo scopo è quello di simulare il deterioramento dovuto
all'esposizione solare, intemperie
ed inquinamento, attraverso dei
cicli alternati di irraggiamento UV
e di condensazione acquosa.
- CASS test che viene descritta
nella norma ISO 9227 ‘Prove di
corrosione in atmosfera artificiale
– Prove in nebbia salina’: questo
test si presta a valutare la resistenza alla corrosione di materiali
metallici rivestiti o meno. La prova prevede di mantenere i campioni in una camera nella quale
viene nebulizzata finemente una
soluzione salina; composizione
della soluzione, pH e temperatura dipendono dal tipo di prova
eseguita, ma tutti questi fattori,
cause di corrosione, rendono le
condizioni dell'atmosfera corrosiva particolarmente severe. Per
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Pag. 7
possa giudicare direttamente
l'efficacia contro rischi minimi i
cui effetti, se graduali, possono
essere avvertiti in tempo utile e
senza danni per l'utilizzatore. In
tale categoria rientrano, oltre le
maschere da sci, gli occhiali da
sole, gli occhialini e maschere da
nuoto e le maschere sci.
Riassumendo, per i DPI di
1° categoria il produttore ha
l’obbligo di preparare la Documentazione Tecnica che
deve comprendere i dati utili
sui mezzi impiegati dal fabbricante per ottenere la conformità di un DPI ai pertinenti
requisiti essenziali della Direttiva Europea ma è esonerato dall’obbligo dell’attestato di certificazione CE.
mezzo di controlli visivi, è possibile valutare la resistenza alla
corrosione dei materiali metallici
e protezione offerta dai rivestimenti superficiali.
Entrambe le norme non definiscono una correlazione diretta
tra la durata della prova e gli anni
di invecchiamento naturale dei
materiali organici: anche il tipo
e la durata delle prove, viene rimandata alla tipologia di dispositivo ed all'esperienza. Tuttavia,
tali prove risultano comunque un
utile metodo per discriminare la
resistenza
all’invecchiamento
e/o alla corrosione dei materiali
e la tenuta dei rivestimenti superficiali, comparando attraverso i risultati soluzioni diverse e
mettendo in evidenza eventuali
difetti che è lecito aspettarsi nel
tempo in seguito all'utilizzo.
Per informazioni vi
invitiamo a contattare
Certottica
Area Marketing
Z. I. Industriale Villanova
32013 Longarone (BL) Italy
Phone +39/0437/573157
Fax +39/0437/573131
NEWS
Novità dal Silmo
MATERIALI ECOSOSTENIBILI, RIVISITAZIONI
DEL PASSATO E LIFESTYLE: ECCO
COME L’ITALIA AL SILMO E’ RIUSICITA A
DISTINGUERSI ANCHE QUEST’ANNO.
Di ritorno dalla trasferta parigina al Silmo, sottoponiamo
all’attenzione dei lettori del Certottica News quelle che
a noi sono sembrate tre collezioni totalmente innovative
e distinte dalle altre.
Stiamo parlando di DOLPI, HAPTER e MADE IN ITALY,
tre realtà diametralmente opposte, ma accomunate dal
successo registrato tra i buyers. Vediamoli ora un po’ più
da vicino.
ALLE COSTRUZIONI
ALL’OCCHIALE IN
LEGNO: COSI’ E’
NATO IL MARCHIO
DOLPI
Dalle costruzioni all’occhiale: quello che potrebbe sembrare un connubio imprenditoriale azzardato è
invece una realtà già affermata. La
Mavima Bautec, società specializzata nella costruzione di edifici in
legno, a basso consumo energetico e ad elevata efficienza energetica, il 26 ottobre 2012 lancia
HAPTER: I GIOVANI
SCOMMETTONO
ANCORA
SULL’OCCHIALE
ufficialmente sul mercato il marchio di occhiali DOLPI. Comune
denominatore è proprio il legno,
non un legno qualunque, ma certificato PEFC (Programma per il riconoscimento di schemi nazionali
di Certificazione Forestale) e proveniente esclusivamente dal Bellunese: il nome“DOLPI”, infatti, è
la fusione di DOLomiti e alPI.
“La passione per la nostra terra e le
sue risorse – ha raccontato il fondatore Virgilio Dal Pan, presente al
Silmo con lo stand Dolpi – e l’esperienza ventennale nel campo, mi
hanno portato a fondare la Mavima
“Casa delle Dolomiti”, utilizzando il
legno del Comelico. Nel Bellunese
è stata la prima casa interamente
tracciabile. Così è anche l’occhiale
Dolpi, nato come una scommessa
da nemmeno un anno”.
“Il prodotto finito esprime il meglio
della tecnologia bellunese applicata al legno - ha continuato Dal
Pan, mostrando i dettagli esclusivi
di una montatura realizzata interamente in betulla – e, a breve,
grazie ad codice a barre presente
nella confezione di ogni modello,
sarà possibile identificare la foresta di origine”.
Dal noce al frassino, passando
per larice, faggio, ciliegio e molti
altri ancora, gli occhiali Dolpi vengono consegnati all’acquirente in
originali astucci prototipati e realizzati con lo stesso materiale del
modello scelto. Attenzione: ogni
singola montatura differisce dalle
altre, poiché il legno, si sa, non
ha una trama uniforme e questo
regala un carattere unico ad ogni
accessorio.
Indiscutibili dettagli di unicità sono
poi le caratteristiche tecniche
dell’occhiale, che ha particolari
terminali in acetato regolabili ed
altamente tecnologici inglobati nel
legno, la maschera sferica, le aste
flex e le alette in legno oltre ad altri
accorgimenti che lo rendono inimitabile.
In poco tempo il marchio DOLPI
ha oltrepassato i confini non solo
provinciali e nazionali, approdando
anche oltreoceano: al Rockfeller
Centre di New York, per esempio,
un bellunese in viaggio potrebbe
sentirsi a casa vedendo in vetrina
un paio di occhiali DOLPI.
E per il futuro cosa riserva questo
brand così effervescente? Una linea di occhiali realizzati con il faggio del giardino di Tiziano Vecellio. Una linea dedicata al grande
conterraneo che finirà al naso dei
pochi fortunati che riusciranno ad
accaparrarsene un paio prima del
sold out!
In una vetta dolomitica, nel
2009, viene ritrovato un occhiale militare da ghiaccio, in dotazione ai soldati della Seconda
Guerra Mondiale. La scoperta
fa scattare l’idea che , dopo
approfondite ricerche, ha portato i giovani bellunesi Eric Balzan e Mirko Forti a fondare nel
2013 il brand HAPTER. Con la
volontà di iniziare un progetto innovativo, i ragazzi, provenienti dal mondo della comunicazione e del design, hanno
intrapreso quest’avventura che
Novità dal Silmo
ha già fruttato prestigiosi premi internazionali. Nato proprio
come rivisitazione dell’occhiale
ritrovato, HAPTER ha elaborato
le montature aggiungendo comfort e flessibilità . Con quel tocco in più dato dal tessuto che
cala ogni modello nell’universo
dell’abito facendolo diventare
accessorio, rubando la materia
prima alla moda.
La fusione tra acciaio e tessuto,
ottenuta grazie al giusto mix di
artigianalità e innovazione, fa diventare l’occhiale un’esperienza
sensoriale, abbinata al design
ricercato e a materiali d’alta
gamma.
La collezione propone 4 modelli vista e 4 sole, rigorosamente
DICEMBRE 2013
buyer presenti al Silmo, dai russi ai cinesi agli americani, in fila
per poter carpire i segreti dei
due giovani imprenditori.
unisex, robusti e compatti, frutto di un’accurata ricerca tra gli
archivi militari.
Ispirazione, interpretazione, design e know how sono le chiavi
del successo di questi modelli,
che catalizzano l’attenzione dei
creativa“ che ci rende così unici
nel panorama mondiale. Ecco
le basi su cui abbiamo voluto
questa nuova collezione, che è
la prima prodotta con un nostro
marchio dopo anni di collaborazione con le più note aziende
mondiali”.
E largo spazio viene dato ai giovani: “Abbiamo istituito il laboratorio MAD, un incubatore di idee
, che permette ai ragazzi di sbizzarrirsi a 360° dando sfogo alla
propria creatività”.
MAD IN ITALY: LA
FOLLIA DI ESSERE
SE’ STESSI
“MAD IN ITALY è la follia di essere
sè stessi”: questa è la definizione data da Giorgio dalla Longa
che, assieme al fratello Claudio,
direttore creativo dell’azienda, e
designer con esperienza trentennale, ha scommesso su questo progetto che non si esaurisce nella produzione di occhiali,
ma è un vero e proprio lifestyle.
“Se perdiamo l’italianità, il nostro
Pag. 9
segno indiscutibile di originalità
e di appartenenza,siamo finiti.
C’è chi oggi, purtroppo, sfrutta
il concetto di Made in Italy, in
modo distorto e ne fa perdere
il significato profondo. Per questo MAD IN ITALY è purosangue:
italiano al 100%. MAD IN ITALY,
infatti, è un brand di Vista Eyewear, azienda italiana con sede
ad Alano di Piave. 45 dipendenti
permettono di realizzare l’intera
filiera produttiva all’interno della
sede, dal design, alla prototipazione alla verniciatura, alla finitura. Tutto il processo produttivo è
di casa nella sede bellunese.
Ma come dicevamo, MAD IN
ITALY non è semplicemente occhiale: “è una dichiarazione d’intenti – dicono gli ideatori - un gioco di assonanze per rendere viva
e concreta quella “follia creativa”
che rende unici gli italiani nel panorama mondiale. Stravaganza,
tecnologia, spirito pionieristico,
attenzione alla funzionalità per
una linea di occhiali dedicata
agli spiriti liberi, a tutti coloro che
amano la qualità e le novità e che
cercano negli oggetti e nella quotidianità l’autenticità di ciò che li
può arricchire dal punto di vista
culturale e tecnologico, per raccontare la propria identità al di
là delle mode e creare uno stile
personale. L'Italia ha nel Dna la
vocazione creativa. Quindi, con
la nostra linea Mad, abbiamo voluto dare spazio solo alla “follia
E dallo stand del Silmo si può
davvero respirare il mood MAD
IN ITALY: dai sacchetti di carta
con la foto dei tipoco pomodori italiani, che contengono stuzzichini per clienti e visitatori, ai
pakaging interamente realizzati
in cartone, con immagini che richiamano le icone d’Italia. Un’atmosfera unica, rispetto alle altre
location che dopo pochi secondi
fa calare nello stile MAD…
NEWS
La Ricerca
DICEMBRE 2013
non sono facili da perseguire,
specialmente per quanto riguarda l’applicabilità industriale, ma
forti di queste scoperte i ricercatori stanno proseguendo lo
studio con maggior ottimismo.
PROSEGUE LA
RICERCA PER I
RIVESTIMENTI
DECORATIVI NON
IRIDESCENTI
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EUROPÄISCHE UNION
Europäischer Fonds für regionale Entwicklung
• Se
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UNIONE EUROPEA
Fondo europeo per lo sviluppo regionale
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Italien • Österreich
Italia • Austria
Continuano a Certottica le indagini nel campo dei rivestimenti
decorativi non iridescenti:
il progetto “Sviluppo di rivestimenti decorativi non iridescenti”, (acronimo H.P.P.P)
inserito nel Programma Interreg
IV Italia – Austria, si propone, infatti, di studiare se esista e quale sia la soluzione migliore per
realizzare un impianto ibrido in
grado di depositare il film metallico con tecnologia PVD e quello
protettivo trasparente con tecnologia PECVD senza manipolazione del pezzo.
I partner stanno perseguendo
VERNICI AD ACQUA:
DA CERTOTTICA
L’ALTERNATIVA
ALL’USO DEI
SOLVENTI
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UNIONE EUROPEA
Fondo europeo per lo sviluppo regionale
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EUROPÄISCHE UNION
Europäischer Fonds für regionale Entwicklung
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Italien • Österreich
Pag. 11
Italia • Austria
Considerando l’imminenza delle
restrizioni normative per i solventi, Certottica, il W3C, Centro Carinziano di competenza
sul legno, e l’Elsy Research
(azienda di Conegliano con oltre trent’anni di esperienza nei
trattamenti decorativi galvanici
e di verniciatura), stanno accelerando i tempi per trovare una
soluzione focalizzata sulla salvaguardia dell’ambiente, con
costi contenuti e precisione nanometrica: i tre partner, infatti,
sono i protagonisti del progetto
“Sviluppo di processi di ver-
l’obbiettivo pianificato e l’hardware a loro disposizione viene
migliorato costantemente per
raggiungere il livello di affidabilità necessario alle fasi successive della ricerca.
A tal proposito c’è da aggiungere che è stata sperimentata
una nuova soluzione tecnica per
eliminare l’iridescenza di film
con bassi spessori che ha già
dimostrato la sua efficacia nel
ridurre il fenomeno senza alterare le caratteristiche di resistenza
chimica e meccanica.
Un nuovo elettrodo, studiato in
sinergia con la DIENER, azienda
leader nella produzione di sistemi al plasma, è stato montato
nell’impianto, modificando sostanzialmente la geometria della
camera di deposizione.
I primi risultati sperimentali vanno oltre le più ottimistiche aspettative: la velocità di deposizione, l’isotropia e l’estetica hanno
compiuto un salto di qualità e
i test di corrosione hanno dato
un primo riscontro molto positivo sulle caratteristiche di resistenza dei film già depositati.
Dall’inizio del progetto, quindi, il
know-how acquisito ha compiuto passi da gigante: gli obiettivi
niciatura all’acqua” (acronimo
D.W.V.P.), inserito nel Programma Interreg IV Italia-Austria, finalizzato a sostituire le attuali
vernici liquide a spruzzo con
tecnologie eco friendly ed economicamente adeguate anche
alle piccole imprese.
Poiché i limiti che regolano le
emissioni in atmosfera diventeranno sempre più restrittivi,
anche le imprese più piccole
dovranno adeguarsi ed utilizzare vernici ad acqua, per le quali
però è attualmente vantaggioso
ottimizzare il processo solo per
grandi volumi.
Il team, pertanto, punterà a superare i problemi estetici e funzionali delle vernici acquose, a
sviluppare formule migliori delle
attuali e basate sulle nanotecnologie ma anche ridurre i tempi
per cambiare la produzione da
solvente ad acqua per consentire alle PMI di rispettare le normative ambientali attuali e quelle
più rigide che verranno imposte
a breve.
Dal punto di vista tecnico, nel
primo periodo del progetto,
sono state effettuate ricerche
approfondite per rivestire con
vernici all’acqua diversi materiali, in particolare il metallo ed
il policarbonato. In generale il
punto debole delle vernici all’acqua, paragonate alle vernici a
solvente, è la resistenza alla corrosione. La prima ricerca è stata
una selezione delle resine che
davano i risultati migliori in questo senso. Il secondo problema,
soprattutto per quanto riguarda
il policarbonato, era costituito
dall’aderenza, così sono stati
studiati dei promotori di adesione da inserire nella formula per
ottenere una vernice che aderisse perfettamente al substrato.
La stessa cosa è stata fatta per
il metallo, dove, mantenendo
una formulazione molto simile a
quella del policarbonato, sono
state apportate modiche per ottimizzare l’adesione.
Il terzo problema affrontato è
stato quello dell’applicabilità: le
vernici all’acqua spesso sono
più difficili da applicare delle
vernici a solvente, ma, con opportuni additivi, si è ottenuto
un prodotto facile da gestire
in produzione. Il W3C, per le
Il Community Rolling Action Plan,
che è il programma di esame dei
prodotti chimici dell’ European
Chemicals Agency per i prossimi
3 anni, ha in previsione di sottoporre a indagine ben 4 solventi
attualmente utilizzati in grande
quantità nella produzione di vernici.
Nel medio termine è dunque prevedibile l’entrata in vigore di nuove restrizioni all’uso dei solventi
per vernici: ciò conferma l’importanza di proseguire la ricerca sui
sistemi di rivestimento che non
impiegano solventi organici.
Alla luce di questo, è comprensibile come i progetti HPPP sui
rivestimenti decorativi e DWVP
sullo sviluppo di vernici ad acqua
assumano un’importanza cruciale: Certottica si impegna nella ricerca e sviluppo di soluzioni
che permettano di far fronte alle
restrizioni future.
competenze raggiunte con anni
di esperienza nel settore, concentrerà l’indagine sul materiale
attorno al quale ruota il proprio
core business: il legno.
Nell’ultimo meeting di aggiornamento, è stato deciso di affidare a Certottica un’ulteriore
indagine sui prossimi sviluppi
normativi e sui solventi attualmente impiegati per avere un
orizzonte più chiaro degli ambiti di azione. Con le restrizioni
normative, anche in Europa i
produttori dovranno adeguarsi
all’impiego di vernici alternative
e i partner del progetto saranno
pronti a rispondere alle esigenze
del mercato.
Come insegna il passato, però,
fino a che le restrizioni non saranno in vigore difficilmente
qualcuno penserà all’adeguamento. Di conseguenza, si renderanno necessari dei meeting
informativi per sensibilizzare le
PMI relativamente alle possibilità
derivanti dallo sviluppo dei processi water based: per questo,
è in fase di programmazione un
Info-day che si terrà nei primi
mesi del 2014 a Certottica.
NEWS
APERTO IL
BANDO PER LA
FORMAZIONE A
FAVORE DELLE
IMPRESE
“RILANCIARE
L’IMPRESA VENETA”
Attività Fondo Sociale Europeo,
Delibera Giunta Regionale n. 869
del 04/06/2013
Le proposte progettuali devono
prevedere attività formative ed
eventuali attività di accompagnamento, rivolte a:
lavoratori occupati nelle imprese
private operanti in unità localizzate
sul territorio regionale
liberi professionisti, titolari e coadiuvanti d’impresa.
Area Formazione
Ciascun progetto deve prevedere
almeno 64 ore di formazione erogate a 6 partecipanti.
Le proposte devono riguardare una sola delle
seguenti azioni
1. Miglioramento dell’offerta dei
prodotti e l’incremento di opportunità di business legate a
brevetti, altri diritti di proprietà
industriale, certificazioni
2. Ottimizzazione dei processi
aziendali (lean production,
lean organisation) tramite il
miglioramento degli standard
di qualità e management
3. Gestione sostenibile delle
risorse naturali e riduzione
dell’impatto ambientale mediante l’utilizzo efficiente delle
risorse idriche, energetiche e
di fonti rinnovabili
4. Ottimizzazione delle performance economiche dell’impresa in un’ottica di miglioramento della gestione delle
politiche finanziarie e di accesso al credito
Possono essere realizzati:
• progetti monoaziendali, relativi al fabbisogno di una sola
impresa;
• progetti pluriaziendali, relativi
al fabbisogno di più imprese
appartenenti alla medesima
filiera e/o comparto/distretto.
I progetti possono essere presentati ogni 15 giorni (scadenze a
metà mese e a fine mese) e comunque ENTRO il 31/01/2014.
CERTOTTICA OFFRE
SUPPORTO GRATUITO
ALLE IMPRESE PER LA
PRESENTAZIONE, GESTIONE
E RENDICONTAZIONE DEI
PROGETTI
Contatti:
Area Formazione
Martina Armellin
0437 573157
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DA CERTOTTICA FORMAZIONE E LAVORO
Formazione e
tirocinio con una
WORK –EXPERIENCE
Esperto in
Comunicazione e
Marketing web
multimediale
IL LOGO: utilizzo con logotipi ufficiali e claim
LOGOTIPI UFFICIALI: Proporzioni
CORSO GRATUITO PER
Elementi:
Nell’ Era 2.0 diventa fondamenDISOCCUPATI / INOCCUPATI
Ogni materiale deve sempre presentare:
tale
nel modo giusto
Progetto cofinanziato da FSE
a) il logo del Fondo
Sociale comunicare
Europeo nel Veneto;
b) i tre loghi dell’UE, della Regione del Veneto
sfruttando
tutte
le potenzialità
(Regione Veneto, dgr 701/2013;
e della Repubblica Italiana, nell’ordine dato;
c) il payoff “Investiamo
pernuovi
il vostro futuro”
dei
media.
Certottica
- per
decreto
di
approvazione
con il riferimento al POR.
on logotipi ufficiali e claim
dare opportunità di occupazione
n.861 del 12/09/2013; cod.
in questo settore - sta realizzan1360/1/2/701/2013)
ni
5. Sviluppo di strumenti innovativi di marketing e di comunicazione
6. Potenziamento delle capacità
commerciali e di internazionalizzazione delle imprese
7. Miglioramento e ottimizzazione dei trasporti e della logistica
8. Sperimentazione di nuove
modalità di accesso al capitale sociale e di partecipazione alla gestione e ai risultati
dell’impresa
9. Strategie per la continuità
d’impresa e la gestione del
passaggio intergenerazionale
10. Integrazione di approcci di
external engagement e innovazione sociale nei processi
decisionali e operativi aziendali
do una work-experience dal titolo “Esperto in comunicazione
e marketing-web multimediale”,
ovvero un percorso formativo
che prevede attività in aula (432
ore) e tirocinio aziendale (600
esentare:
opeo nel Veneto;
one del Veneto
ell’ordine dato;
stro futuro”
IN V E STIA MO PE R IL V OSTR O FU TU R O
I N I Z I AT I VA C O F I N A N Z I ATA D A L F O N D O S O C I A L E E U R O P E O , N E L L’ A M B I T O
D E L P R O G R A M M A O P E R AT I V O 2 0 0 7 - 2 0 1 3 D E L L A R E G I O N E D E L V E N E T O
ore).
L’obiettivo del corso è formare
una figura professionale in grado di inserirsi nelle imprese del
territorio per sostenerle nell’affrontare in maniera vantaggiosa e competente la sfida del
web marketing e della vendita
on line dei propri prodotti. I 10
partecipanti ammessi al corso
acquisiranno le competenze per
produrre e gestire notizie e flussi
di informazioni attraverso i canali
web, per orientare la promozione
aziendale attraverso web, social
networking e marketing virtuale
e sviluppare idee e progetti innovativi attraverso grafica, montaggio e fotografia digitali.
Nell’intervento
professionalizzante saranno sviluppate le
competenze chiave dell’esperto
in comunicazione multimediale,
mentre la parte di specializzazione sarà dedicata ad approfondire gli aspetti organizzativi,
tecnici e commerciali del social
media marketing e dell’e-commerce.
Il percorso, finanziato dalla Regione Veneto, si concluderà nella primavera del 2014.
9
Area Formazione
DICEMBRE 2013
Pag. 13
Formazione e
tirocinio con una
WORK –EXPERIENCE
Web developer
per l’industria
manifatturiera
CORSO GRATUITO PER
DISOCCUPATI / INOCCUPATI
Progetto cofinanziato da FSE (Regione Veneto, dgr 701/2013; decreto di
approvazione n.861 del 12/09/2013;
cod. 1360/1/2/701/2013)
la specializzazione servirà ad apsoftware impiegati in un sito o in
di figure professionali in grado di
profondire la programmazione
un’applicazione web.
sviluppare applicazioni per il web
IL LOGO: Il
utilizzo
con developer
logotipi ufficiali eèclaim
web in ambiente Microsoft per lo
web
una sorta di
che sfruttino le molteplici capacità
sviluppo di siti internet delle impre"regista" che si occupa di orgadegli attuali linguaggi di programLOGOTIPI UFFICIALI: Proporzioni
se manifatturiere.
nizzare, realizzare, testare l'armazione.
La work – experience è costituita
chitettura delle informazioni e dei
I siti web si trasformano ad una
In questo scenario si inserisce la
Elementi:
da 400 ore di formazione e 800
meccanismi
che
si
trovano
dietro
velocità quasi quotidiana: da conproposta di Certottica, una workOgni materiale deve sempre presentare:
a) il logo del Fondo Sociale Europeo nel Veneto;
di tirocinio che si svolgerà presso
l'interfaccia dei siti web coi quali
tenitore di informazioni, il sito web
experience (formazione + stage)
b) i tre loghi dell’UE, della Regione del Veneto
e della Repubblica
Italiana, nell’ordine dato;
aziende del settore sviluppo web
quotidianamente
interagiamo. Il
è oggi un vero è proprio “motore”,
che vuole formare il profilo di Web
c) il payoff “Investiamo per il vostro futuro”
della provincia di Belluno.
modulo
professionalizzante
è
decapace di ILoffrire
servizi
e
funziodeveloper,
ovvero
la
figura
che
si
con il riferimento al POR.
LOGO: utilizzo con logotipi ufficiali e claim
dicato ad acquisire le competenze
nalità complesse. Le imprese si
occupa dell’ideazione, realizzachiave del web developer, mentre
rendono conto
cheProporzioni
Internet è uno
zione, integrazione e verifica dei
LOGOTIPI UFFICIALI:
strumento strategico per l'acquisizioneElementi:
e la fidelizzazione dei
Ogni materiale deve sempre presentare:
clienti e sono
sempre più dispoa) il logo del Fondo Sociale Europeo nel Veneto;
b) i tre loghi dell’UE,
della Regione
del Veneto
ste a investire
nella
realizzazione
e della Repubblica Italiana, nell’ordine dato;
e nella promozione
dei
siti
c) il payoff “Investiamo per il vostro propri
futuro”
con il riferimento al POR.
web. Queste nuove esigenze deIN V E STIA MO PER I L VO S T RO F UT URO
terminano una crescente richiesta
I N I Z I AT I VA C O F I N A N Z I ATA D A L F O N D O S O C I A L E E U R O P E O , N E L L’ A M B I T O
D E L P R O G R A M M A O P E R AT I V O 2 0 0 7 - 2 0 1 3 D E L L A R E G I O N E D E L V E N E T O
CONOSCENZA
CONDIVISA PER IL
CONTENIMENTO
DEI CONSUMI
ENERGETICI
E SVILUPPO
DI ENERGIE
RINNOVABILI A
SCALA URBANA
Continuano le attività del progetto
inserito nel programma Interreg IV
tale tridimensionale ad altissima
Italia-Austria denominato “URBAN
risoluzione di alcune vie nel centro
ENERGY WEB”, nel quale è previdella città di Feltre. Gli edifici presto uno studio dei consumi enerin TU
considerazione
dalle attività
getici
a
scala
urbana
e
l’estensioINVESTIAMO PE R IL V OSTR Osi FU
RO
I N I Z I AT
I VA C Osviluppo
F I N A N Z I ATA D
A L un
F O N Dmodello
O S O C I A L E E U R Odi
P E Orilievo
, N E L L’ A Msono
BITO
quelli
prospicienti
ne
dello
di
D E L P R O G R A M M A O P E R AT I V O 2 0 0 7 - 2 0 1 3 D E L L A R E G I O N E D E L V E N E T O
alle seguenti vie: Via Piave – via
digitale tridimensionale denomiGiuseppe Garibaldi – via Campo
nato CITY MODEL nel centro di
9
Giorgio – via Salita da
Cesana –
Feltre. Nel mese di giugno e luvia Comelico Castaldi – via XXXI
glio c.a. sono iniziate le attività
Ottobre – via Roma – via Nassa
di supporto alla ditta Land Tech– via Antonio Vecellio – via Luigi
nology & Services s.r.l. di Treviso
Basso – via Ortolani. Nella fattiincaricata all’acquisizione dei dati
specie sono state interessate alle
per il City Model. In particolare è
attività di rilievo, circa una ventina
stato eseguito un rilievo con laser
di aggregati urbani, per oltre 60
scanner da terra che permette di
edifici. Per quanto riguarda l’attiviacquisire a distanza la morfologia
tà di diffusione è stato predisposto
delle strutture architettoniche per
un volantino rivolto alla cittadinanla realizzazione del modello digi-
za della città di Feltre informando
che nei mesi di gennaio e febbraio
2014 verrà svolta l’ultima campagna di rilevazione termografica prevista dal progetto di alcuni
edifici della città di Feltre. Questa
tecnica di rilevazione denominata
“termomapping” è finalizzata ad
evidenziare lo stato degli edifici,
in particolare per quanto riguarda
la dispersione termica. In questo
progetto è prevista la realizzazione, gratuita, di termografie sia su
edifici pubblici che privati, che
verranno poi inserite in un sistema
web condiviso e pubblico.
9
NEWS
A CERTOTTICA
IL PRIMO OPEN
INNOVATION
WORKING LAB
A Certottica il primo Open Innovation Working Lab, previsto dal
progetto “Rapid Open Innovation - speeding time to market”,
rivolto alle aziende del territorio
bellunese: nell’incontro tenutosi a
Longarone le aziende hanno appreso di poter accedere ai servizi
ed al know-how che verrà messo
a disposizione nella futura piattaforma di “Open Innovation”.
Particolare attenzione è stata rivolta alle argomentazioni che introducono il concetto di come innovare
in una PMI. Le tipologie di aziende
presenti sul territorio bellunese, infatti, sono prevalentemente composte da piccole o micro imprese
Area Formazione
che spesso non hanno una metodologia per la gestione dell’innovazione al loro interno. Dopo aver
fornito una panoramica sui servizi
offerti da Certottica nel progetto,
i consulenti Giovanni Bernardi
e Patrizia Garengo del Dipartimento di Ingegneria Industriale
dell’Università degli Studi di Padova, hanno presentato “Metodi,
strategie e strumenti per l’innovazione”, una carrellata sul “processo di innovazione” e sui vantaggi
che comporta un “sistema di innovazione aperto” rispetto ad uno
chiuso.
Un focus sul “Modello Funnel”
dell’innovazione e l’importanza
dell’intelligence sulle tecnologie e
sui mercati hanno introdotto un
esempio di “Technology road mapping” per il processo di sviluppo
di nuovi prodotti con uno schema
di riferimento e le modalità per la
selezione del portafoglio progetti
in base al grado di novità del processo e del prodotto. Si è aperto,
quindi, il dibattito sull’innovazione
e sul trasferimento tecnologico
con le aziende presenti, che ha
fatto emergere l’interesse per un
futuro sviluppo della sperimentazione e per la possibile formazione
di un gruppo di aziende interessa-
te all’esperienza dell’OIWL.
Per fornire un esempio di un possibile percorso concreto di innovazione da sviluppare negli OIWL è
stata presentata una proposta che
riguarda l’evoluzione metodologica nella realizzazione della documentazione tecnica, in particolare
nel settore della meccanica. L’argomento preso in considerazione
è stato esposto da Gianmaria
Concheri del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Padova, consulente di
Certottica, che ha introdotto i contenuti principali sulla metodologia
evoluta di specificazione e verifica
geometrica dei prodotti basata sui
più recenti sviluppi della normativa ISO denominata “Geometrical
Product Specification”.
Con l’introduzione di questa metodologia è possibile innovare l’efficienza dell’ufficio tecnico, sia per
esprimere compiutamente nella
documentazione tecnica i requisiti dei prodotti (consolidamento
del Know-how aziendale), sia per
ridurre l’ambiguità nell’indicazione
e nell’interpretazione dei requisiti
dimensionali e geometrici dei prodotti (miglioramento della comunicazione interna - progettazione/
produzione/qualità ed esterna
– clienti/fornitori). L’introduzione
di questa metodologia fa si che
l’innovazione abbia una ricaduta
anche nella produzione, in quanto
si riducono gli scarti dovuti all’incertezza nella specificazione dei
requisiti funzionali, piuttosto che a
limiti del processo di fabbricazione. Dal punto di vista della qualità
vengono migliorate le operazioni
di verifica delle prescrizioni geometriche e dimensionali al fine di
ridurre o eliminare il rischio di contestazioni. Non ultimo, il vantaggio
di produrre una più efficiente comunicazione tecnica nel settore
della subfornitura meccanica che,
attraverso questa metodologia,
permette di realizzare disegni tecnici adeguati alle esigenze del codesign.
A margine dell’ evento la maggior
parte delle aziende presenti ha
manifestato l’interesse per gli sviluppi futuri delle attività relative al
progetto avendo colto sia l’importanza degli argomenti trattati sia
l’importanza della partecipazione
attiva a questa prima esperienza
che si auspica sia propedeutica ad
un possibile sviluppo dell’ attività
di sperimentazione per i prossimi
Open Innovation Working Labs.
Dolomiticert e bando POR
DICEMBRE
DICEMBRE 2013
accuratezza dimensionale, una
buonissima finitura superficiale,
ed una caratteristica di robustezza, il tutto con la possibilità
di usufruire di un’ampia gamma
di materiali..
sinterizzazione come processo
industriale, al fine di realizzare
componenti di calzature di sicurezza e sportive con un basso
costo di fabbricazione, in tempi
assolutamente competitivi e con
una bassa percentuale di scarti.
In particolare, lo studio punta ad
acquisire nuove conoscenze per
la messa a punto delle tecnologie
di sinterizzazione per la realizzazione dei componenti plastici e
metallici che sono assemblati
sulle calzature ed in particolare nelle calzature di sicurezza o
sportive (per esempio negli scarponi da sci o per motociclisti),
L’idea progettuale è di applicare
tale tecnologia al mondo delle
calzature: il vantaggio sta nel fatto che si possono realizzare vari
componenti utilizzando diverse
tipologie di polveri, liquidi o resine senza l’utilizzo di supporto e
stampi (generalmente costosi e
necessari per ogni componente
differente). Inoltre, la bassa percentuale di scarti di produzione
ed il limitato livello di energia richiesto per la fabbricazione rendono tale tecnica molto apprezzata in abito industriale.
Attualmente la sinterizzazione
non è molto diffusa nell’ambito
calzaturiero poiché i componenti così realizzati non presentano
ancora delle caratteristiche meccaniche paragonabili a quelli ottenuti con un processo di stampaggio tradizionale. Inoltre, non
è possibile ancora estendere la
tecnologia alla produzione di serie a causa dei tempi di realizzazione ancora troppo alti.
Lo scopo del progetto è quindi quello di studiare e possibilmente riadattare la tecnologia di
visto che i vantaggi garantiti da
queste metodologie di produzione sono di notevole importanza.
Per far questo sarà necessario
dapprima studiare le tecnologie
(nello specifico la sinterizzazione laser selettiva SLS oppure
SLM) per poi pianificare modifiche ed affinamenti di tali tecniche in modo da renderle adatte
alla produzione in serie a livello
industriale garantendo le stesse
proprietà meccaniche dei componenti realizzati con metodologie tradizionali.
Concretamente il progetto si
svilupperà inizialmente con una
campagna di ricerca bibliografica relativa a queste tecnologie di
produzione, e, successivamente,
cercando di attuare delle modifiche strutturali alle metodologie,
andando a ricercare materiali e
tecniche di implementazione innovativi.
Una volta affinato il processo,
verranno messi a punto i nuovi
prodotti, in modo da confrontarne le caratteristiche con quelli
tradizionali.
UN PROGETTO
PER APPLICARE
LA TECNOLOGIA DI
SINTERIZZAZIONE
DELLE POLVERI AL
SETTORE DELLE
CALZATURE
Dolomiticert indaga il campo delle tecnologie di sinterizzazione
delle polveri per un’applicazione
al settore calzaturiero: l’Istituto
ha ottenuto il finanziamento per il
progetto “Sintering Technologies
for Shoes” presentato nel bando
2013 del POR CRO parte FESR
2007-2013, azione 5.1.1 “Cooperazione Interregionale” con il
Technologiezentrum Ski und Alpinsport.
Cos’è la sinterizzazione?
Per comprendere l’ambito del
progetto è necessario spiegare
che con il termine “sinterizzazione” si indicano tutte quelle
tecniche che consistono nella
lavorazione di speciali polveri
metalliche, mescolate con opportuni “leganti” in modo da ottenere un oggetto compatto.
Nel processo di sinterizzazione
classico, i prodotti assumono la
forma voluta attraverso un’operazione di compattamento in
uno stampo, sotto pressioni
molto elevate e con una “cottura” in forni speciali ad una
temperatura inferiore a quella di
fusione del componente principale. Tuttavia si sono sviluppate recentemente delle tecniche
alternative di sinterizzazione,
denominate “tecniche di sin-
terizzazione laser” che rendono possibile la produzione, in
poche ore e senza l’ausilio di
stampi, di oggetti di geometria
comunque complessa, direttamente dal modello matematico dell’oggetto realizzato con
l’ausilio di un sistema CAM tridimensionale: si tratta in definitiva di una tecnologia di prototipazione rapida.
Le macchine per la sinterizzazione laser diretta delle polveri
lavorano per strati come tutte
le macchine con logica additiva. Ciò è reso possibile da un
opportuno fascio laser che viene pilotato attraverso processi
non presidiati e completamente
automatici. Con tali sistemi è
possibile la costruzione rapida
di parti tecniche in materiali
definitivi, sia di plastica che di
metallo.
Nel ciclo produttivo della sinterizzazione, il punto di partenza è
costituito dalla scelta delle polveri, che possono avere diversa
composizione e granulometria
e che devono essere miscelate nelle percentuali richieste
dalla composizione chimica del
prodotto finale. La scelta della
composizione e del dosaggio
influisce in modo determinante
sulla qualità del risultato finale
ed è quindi un aspetto critico
dell’intero procedimento.
Le caratteristiche di un componente realizzato per sinterizzazione laser sono un’ ottima
Pag. 15
NEWS
Progetti Interreg
SICUREZZA IN
PISTA GRAZIE
AGLI AIR BAG
“DA MOTO”
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Prosegue il Progetto Interreg
che diffonderà l’impiego della
nuova protezione.
A dicembre un meeting a Salisburgo illustrerà gli step di
avanzamento.
Sciatori muniti di Airbag per attutire le cadute in pista: questo è
l’ambizioso obiettivo del progetto
“Sviluppo di metodologie di prova
e qualificazione di sistemi con tecnologie Airbag applicati a sciatori
in pista” portato avanti da Dolomiticert, con i partner delle Università
SULLA SCIA
DEGLI EVENTI
COMMEMORATIVI,
IL PROGETTO
SAFERALP PUNTA
A REALIZZARE LA
FERRATA DELLA
MEMORIA
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Procede lo “Studio di una Linea
Guida per la messa in sicurezza
delle vie ferrate e dei sentieri attrezzati dell’arco alpino”, portato
avanti dal Soccorso Alpino con il
coinvolgimento di Dolomiticert,
dell’Università di Salisburgo e
del CAI.
Lo studio - finalizzato a definire una
metodologia uniforme per l’individuazione dei materiali, l’installazione, il collaudo e la manutenzione
delle vie ferrate e dei sentieri attrezzati nelle aree alpine - sfocerà
nella realizzazione di una FERRATA
DELLA MEMORIA dedicata alle vittime del disastro del Vajont.
Per “inaugurare” il disciplinare che
di Salisburgo e Padova.
Lo studio, che ha preso vita dalla
considerazione che gli incidenti in pista hanno raggiunto cifre
esorbitanti (20-25.000 casi a stagione nelle aree alpine italiane e
70.000 in quelle austriache), ha
come obiettivo quello di studiare
dei protocolli di prova per validare i dispositivi Airbag, in modo da
incrementarne l’applicazione nelle
discipline alpine.
Forte dell’esperienza acquisita in
ambito motociclistico, Dolomiticert ha così deciso di cimentarsi in
questa sfida che porterà ad avere
dispositivi con un peso ed un volume di ingombro ridotti, tanto da
incentivarne il loro impiego. Il ruolo
principale del laboratorio di Longarone, resta comunque quello
di definire i protocolli di prova per
la valutazione delle caratteristiche
funzionali, strutturali e di protezione degli Airbag e di eseguire i
corrispondenti test di laboratorio
in base a tali protocolli. A tal fine,
l’equipe di tecnici ha portato avanti
un’approfondita ricerca riguardante il funzionamento e le caratteri-
verrà redatto, infatti, i promotori del progetto hanno deciso di
installare secondo i canoni individuati una nuova via che, sulla
scia delle commemorazioni per i
50 anni della catastrofe, resti un
ricordo indelebile dei caduti.
della ferrata. In parallelo, gli Enti di
Normazione avranno dei protocolli/disciplinari di prova sui quali
basarsi per creare eventualmente
una normativa armonizzata riguardante le vie ferrate.
Calandoci nella parte più tecnica,
il progetto si tradurrà nella caratterizzazione da una parte dei materiali e dall’altra dell’intera struttura
da installare in parete. In questo
modo sarà possibile fornire uno
strumento quali-quantitativo in
grado di certificare tutta la filiera
della lavorazione e determinarne i
livelli di sicurezza.
Lo studio riguarderà anche la verifica della funzionalità delle vie
ferrate sia per le manovre del Soccorso Alpino sia da un punto di vista antropometrico per favorirne la
fruizione da parte degli atleti.
La ricerca porterà anche a definire
le metodologie di collaudo tecnico
delle vie ferrate e dei sentieri attrezzati e di ogni loro componente
(chiodi, anelli, funi, ecc...). Questo
consentirà agli organismi responsabili dell’installazione di nuovi
tratti o di rifacimento/ammodernamento di quelli esistenti di poter
verificare la bontà dei componenti
Considerando questi obiettivi, possiamo dire che, ad oggi, Dolomiticert ha individuato i componenti e
i materiali utilizzati nelle vie ferrate
da testare. Per i test, Dolomiticert
si è munita di un acquisitore e tre
celle di carico, oltre agli elementi metallici di officina funzionali al
loro utilizzo. Queste attrezzature
si renderanno necessarie sia per
le prove di laboratorio, che per le
prove outdoor previste sugli ancoraggi su roccia.
In merito alla definizione dei protocolli di prova da applicare, invece,
saranno necessari i dati relativi agli
elementi di criticità delle ferrate
esistenti. Questi dati, da reperire
manualmente sul campo, sono
tuttora in fase di acquisizione, in
quanto l’attività è strettamente
collegata alle condizioni atmosferiche ed ha subìto significativi ritardi
a causa delle prolungate nevicate
della stagione invernale 20122013 e conseguenti difficoltà di
accesso ai percorsi.
stiche tecniche dei dispositivi di
protezione di tipo airbag e, come
si diceva all’inizio, lo studio delle
normative di maggiore interesse
riguardante analoghi dispositivi di
protezione già usati nel mondo
delle due ruote.
Grazie ad un’attività coordinata
tra i partner, le Università di Salisburgo e Padova hanno eseguito
delle prove in pista cha hanno permesso di acquisire importanti dati
ora al vaglio del laboratorio e tutti
i soggetti coinvolti hanno definito
i parametri-dati antropometrici e
biomeccanici che dovranno essere rilevati e quindi gestiti a partire
dalle prossime sessioni di prova.
Ci son tutte le premesse, quindi,
per raggiungere l’ottimo risultato
auspicato e per sapere le ultime
novità basterà attendere il meeting
“ICSS 2013 – 6° INTERNATIONAL
CONGRESS ON SCIENCE AND
SKIING ”, organizzato dall'Università di Salisburgo e che si terrà dal
14 al 19 dicembre 2013,
nel corso del quale i tre partner
hanno concordato di presentare il
contenuto e i risultati provvisori.
Il beneficio che deriverà dal progetto sarà l’accrescimento del
know-how sulle caratteristiche dei
materiali, dei componenti e di funzionalità da parte dei responsabili
della realizzazione delle vie ferrate
che avranno modo di potersi basare su una metodologia efficace
ed unitaria per l’installazione ed il
collaudo di nuovi tratti attrezzati
e per la revisione di quelli già esistenti. Tali risultati potranno essere estesi ad altre realtà progettuali
legate al turismo alpino come le
palestre di roccia e gli ancoraggi
su roccia.
La linea guida comporterà un aumento dell’efficienza nel collaudo iniziale,
nell’installazione e nella manutenzione delle vie ferrate che risulteranno
sempre più sicure ed affidabili per
l’utilizzo da parte degli escursionisti.
Questo porterà ad un aumento della
sicurezza in montagna ed al raggiungimento degli obiettivi di prevenire
ed informare i potenziali utenti. Ciò
indurrà un aumento del turismo nelle
aree Alpine.
Si potrà registrare una diminuzione degli incidenti e degli infortuni
nella pratica alpinistica/escursionistica e un aumento della capacità
operativa del Soccorso Alpino su
questi percorsi.
Progetti Interreg
LINEA GUIDA
PROFITBOOT: UN
MANUALE DA
UTILIZZARE PER
LA SELEZIONE E
LA REGOLAZIONE
DEGLI SCARPONI
DA SCI
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“Metodologie integrate di caratterizzazione di scarponi da sci e
sciatori per l’incremento di sicurezza e comfort in pista” è il titolo
del progetto guidato dal Technologiezentrum Ski und Alpinsport
di Innsbruck ed appoggiato da
Dolomiticert e dall’Università di
Padova – Dipartimento di Ingegneria Industriale. Come esplicato
dal titolo, l’indagine in questione
si prefigge di studiare i protocolli
di valutazione delle caratteristiche
degli utilizzatori degli scarponi da
sci e delle caratteristiche degli
scarponi stessi per definire le linee
guida concrete con le quali negozi, noleggi e centri assistenza possano consigliare al meglio la scelta
dello scarpone ai fini della sicurezza dello sciatore. Ovviamente, tali
linee guida forniranno preziose
indicazioni ai produttori in fase di
progettazione del dispositivo.
Il progetto prende le mosse
dall’aver riscontrato che una scelta inefficace dello scarpone da
parte dell’utilizzatore, sia esso
ULTIMI DETTAGLI
PER IL CASCO
DEL PROGETTO
SAFE A HEAD
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Il Progetto Interreg, che ha ottenuto il finanziamento nel luglio
2011 si concluderà a maggio
2014: ecco gli ultimi sviluppi
DICEMBRE 2013
Pag. 17
principiante, medio od atleta porterà ad una maggiore possibilità
di lesioni in pista dovute all’imperfetto mix tra sciatore, scarpone e
sci. Il timore di potenziali infortuni
determinerà poi una diminuzione
dei potenziali utilizzatori e una riduzione generale del mercato per
tale dispositivo.
L’obiettivo principale del progetto
è lo studio integrato di protocolli
di valutazione delle caratteristiche
anatomiche e funzionali degli utilizzatori degli scarponi da sci, e
di quelle degli scarponi stessi per
definire delle linee guida concrete.
Basandosi su di esse, infatti, negozi, noleggi e centri assistenza
potranno consentire allo sciatore
di giungere alla scelta dello scarpone più idoneo, ma anche di ottenere una migliore conoscenza
tecnica del dispositivo, soprattutto per quanto concerne la regolazione.
Le stesse linee tecniche daranno
preziose indicazioni già nella fase
di progettazione degli scarponi e
consentiranno di realizzare dispositivi sempre più adeguati alle esigenze dei singoli sciatori.
Sulla base del progetto, Dolomiticert sta concentrando la sua
attività nella stesura dei protocolli
di prova riguardanti i singoli test
di laboratorio volti alla caratterizzazione e validazione sugli scarponi.
Il Centro Tecnologico di Sci e
Sport Alpini, Leader Project, si è
occupato delle prove in campo
per la valutazione degli angoli di
ginocchio e caviglia in real time
durante la fase di sciata con l’utilizzo di elettrogoniometri e di test
passivi su pedana di forza Kistler
per la valutazione del momento
sull’articolazione della caviglia durante l’azione di spinta del tester
sullo scarpone e degli angoli di
caviglia e ginocchio. L’Università
di Padova (P2) ha elencato precedenti esperienze relative allo
studio di scarponi da sci con la
dimostrazione di possibili metodologie di prova per la valutazione
degli angoli di caviglia e ginocchio
(metodo alternativo a quello proposto da Patrick Hofer) sia in laboratorio che in campo e per la
valutazione del parametro flex;
I partner hanno realizzato un’ulteriore sessione di prove in campo
con l’applicazione di un protocollo
di prova, finalizzato ad individuare il numero ed il tipo di tester e
scarponi da utilizzare, le tipologie
di attività da intraprendere durante la sessione di test, la strumentazione da utilizzare ed i parametri
di maggiore interesse.
Proseguono le analisi del progetto
SAFE A HEAD finalizzate a realizzare un nuovo casco e una nuova
maschera innovativi (leggeri, poco
ingombranti, ergonomici, igienici e
in grado di alloggiare componenti tecnologicamente avanzati) allo
scopo di aumentare la diffusione
e la sicurezza nella pratica delle
attività sportive con particolare attenzione allo sci.
Il progetto è iniziato nell’estate
2011, dopo che il Leader Project,
Dolomiticert, aveva registrato le
segnalazioni dei Maestri di Sci
che denunciavano uno scarsissimo utilizzo dei caschi protettivi
tra allievi e colleghi. Da qui, è nata
l’intenzione dell’istituto di Longarone di studiare una protezione
più confortevole e facilmente utilizzabile.
Con il sostegno delle Università
di Padova e Salisburgo i partner
hanno condotto una serie di ricerche che spaziano dall’ambito
normativo a quello del design,
da un’accurata ricerca dei materiali alle verifiche meccaniche e di
struttura per giungere al prototipo
del casco ricercato.
Nell’ultimo meeting transfrontaliero, i diversi attori hanno esposto
l’evoluzione delle indagini. L'Università di Padova ha presentato
l’analisi del comportamento all'
impatto del casco. L’Università
di Salisburgo ha verificato l’applicabilità di strumentazione tecnologica al casco e le conseguenti
modifiche apportate dalla Storz
Design GmbH, società di designer
incaricata della progettazione del
casco, al prototipo. Dolomiticert,
dal canto suo, ha illustrato invece
l’articolato studio eseguito sulle
diverse caratteristiche dei materiali attualmente in commercio,
utilizzabili nella prototipazione rapida, per individuare quali meglio
si adatteranno alla realizzazione
del casco.
Gli ultimi step del progetto saranno
dunque quelli di adattare il prototipo alla luce dei risultati ottenuti e,
per questo, gli esperti si riuniranno
a gennaio proprio nella sede della
ditta Storz Design.
Il progetto porterà alla creazione di
un’innovativa Linea Guida Profitboot da utilizzare per la selezione
e la regolazione degli scarponi da
sci a seconda delle caratteristiche
antropometriche, biomeccaniche,
di genere, età, capacità e allenamento dei singoli utenti.
Questo risultato contribuirà ad un
sensibile incremento della competitività e delle relazioni economiche delle zone alpine, grazie
allo sviluppo del know how e
all’innalzamento delle conoscenze dei produttori di attrezzature
per lo sci alpino, dei gestori di
punti vendita e di noleggio di attrezzature sportive, ma anche degli sciatori stessi.
L’iniziativa si tradurrà anche in un
aumento della sicurezza nelle piste da sci e in una corrispondente
riduzione del numero di infortuni e dei costi sociali nella pratica
dell’attività sciistica.
NEWS
La nuova EN
795:2012:
ecco le
principali
differenze con
la versione
del 1996
Il Comitato Tecnico CEN/TC 160
“Protection against falls from
height including working belts”
ha redatto la nuova Normativa riguardante i dispositivi di ancoraggio, EN 795:2012 che sostituisce
la vecchia versione del 1996 con
l’aggiornamento del 2000 (EN
795:1996 + A1:2000).
Le modifiche più importanti che
si possono rilevare sono relative
al fatto che i dispositivi di ancoraggio descritti nell’ambito della
normativa EN 795:2012 devono
essere obbligatoriamente progettati per poter essere rimossi dalla struttura(infatti, come
chiaramente indicato nell’Articolo 1 della Direttiva 89/686/
CEE, essi rientrano nella categoria dei quali Dispositivi di
Protezione Individuale, definizione di DPI).
Inoltre, tutti i dispositivi di ancoraggio intesi come DPI, nella
nuova versione della Normativa
Europea EN 795, sono soggetti anche alla limitazione che un
solo operatore può essere collegato allo stesso dispositivo,
sempre nell’ottica della definizione di Dispositivo di Protezione Individuale presente nella
Direttiva Europea.
Di seguito vengono passate in
Dolomiticert informa
rassegna tutte le differenze tra la
nuova versione del 2012 e la vecchia versione del 1996 con l’aggiornamento del 2000:
• è stata inserita un’introduzione che enuncia la filosofia
della normativa in base alla
quale i dispositivi di ancoraggio sono dimensionati per sostenere un carico dinamico di
una persona, incluso l’equipaggiamento, mentre per il
test statico si fa riferimento
ad un minimo fattore di sicurezza di due;
• nella parte riferita allo scopo
della normativa, si specifica in
maniera più marcata che i dispositivi di ancoraggio coperti da questa Normativa sono
concepiti per essere utilizzati
da una singola persona e che
questi devono presentare la
possibilità di rimozione dalla
struttura fissa;
• inoltre, sempre nel campo
dello scopo vengono elencati
i dispositivi non rientranti negli
ambiti della Normativa, come i
dispositivi di ancoraggio il cui
utilizzo sia previsto per più di
una persona, i dispositivi di
ancoraggio da utilizzare in
ogni sport od attività ricreativa, gli equipaggiamenti conformi alle normative EN 516
ed EN 517, elementi o parti di
struttura che vengano installati allo scopo di utilizzare altri
dispositivi di ancoraggio come
ad esempio travature ed infine
come gli ancoraggi strutturali;
• termini e definizioni sono aggiornati grazie a nuovi esempi di dispositivi di ancoraggio
coperti da questa normativa
ed esempi di quelli non coperti dalla normativa stessa;
• classi di dispositivi di ancoraggio (A, B, C, D ed E) sono
state sostituite da tipi di dispositivi di ancoraggio (A, B,
•
•
•
•
•
C, D ed E) in modo da identificare in maniera molto più
chiara le differenze tra i vari
dispositivi di ancoraggio;
la parte relativa ai requisiti è
stata riscritta in modo da includere e/o rivedere i requisiti
per i materiali, per la resistenza alla corrosione, per le corde/nastri, per la progettazione e l’ergonomia;
anche la parte relativa ai requisiti specifici per i vari tipi
di dispositivi di ancoraggio è
stata aggiornata ed integrata
con l’inserimento di due prove
aggiuntive (prova di deformazione e prova di integrità dopo
il test di resistenza dinamica);
la parte relativa ai metodi di
prova è stata integrata come
detto con le due nuove tipologie di prova che nella versione
precedente non erano presenti: in particolare i dispositivi
di tipo A, B, C e D vengono
adesso testati per deformazione, resistenza dinamica e integrità, resistenza statica mentre
i dispositivi di tipo E vengono
adesso testati per deformazione, performance dinamica,
sospensione post-arresto e
resistenza statica;
il test di resistenza dinamica
adesso richiede l’utilizzo di
un cordino di prova realizzato con l’utilizzo di una corda
dinamica da alpinismo secondo EN 892 di diametro 11
mm con i terminali realizzati
da due nodi a bulino mentre
nella vecchia versione veniva
realizzata una corda in poliammide a torticcio di diametro 12 mm a tre trefoli secondo ISO 1140 con i terminali
formati da asole di 75 mm realizzate per impiombatura dei
trefoli a cinque passaggi;
inoltre, l’altezza di caduta della massa da 100 kg è adesso
•
•
•
•
•
•
determinata con un ulteriore test sul singolo cordino in
modo da valutare l’altezza di
caduta necessaria a determinare un picco di arresto
di 9 kN mentre ella versione
precedente della Normativa
l’altezza di caduta viene determinata considerando una
caduta di 2.5 m della massa
prima dell’entrata in azione
del dispositivo;
sempre in riferimento alla prova dinamica si richiede ora
espressamente (pur non rientrando nei requisiti della prova)
di registrare il picco di carico
sul punto di ancoraggio, la
deflessione del dispositivo di
ancoraggio e lo spostamento
del punto di ancoraggio;
la prova di resistenza statica
adesso richiede che gli ancoraggi di tipo metallico vengano sottoposti da un carico
di 12 kN mentre per gli ancoraggi che contengono parti di
supporto in materiale non metallico il carico massimo deve
essere di 18 kN mentre nella
vecchia versione della Normativa non si fa tale distinzione
ed anche il valore del carico
massimo è differente;
tutti i test di natura statica sono
stati riscritti, aggiornati e rivisti;
per quanto riguarda la marcatura si evidenzia il fatto che
tutti i dispositivi devono essere marcati per l’utilizzo di una
singola persona;
sono stati aggiunti dei requisiti nelle informazioni che
deve fornire il fabbricante ed
è stato riscritto il testo delle
informazioni minime richieste
nel foglietto di accompagnamento del dispositivo;
sono state inserite nuove e
più chiare immagini raffiguranti esempi di dispositivi e
configurazioni di prova.
Dolomiticert informa
DICEMBRE
DICEMBRE 2013
Pag. 19
La Normativa TS
16415:2013
la specifica
tecnica che regola i dispositivi di ancoraggio utilizzabili
da più persone
contemporaneamente
Nel gennaio 2013 è stata redatta
dal CEN la “Technical Specification” TS 16415:2013, una norma
sperimentale che specifica i requisiti e i metodi di prova per i dispositivi di ancoraggio destinati all’uso
da parte di più persone contemporaneamente.
Anche in questo caso, i dispositivi di ancoraggio destinati all’uso
da parte di più persone contemporaneamente devono obbligatoriamente essere rimovibili dalla
struttura, così come descritto
nella nuova versione della EN
795:2012.
In questa specifica tecnica, si indica chiaramente che i dispositivi
di ancoraggio destinati al collegamento di più persone contemporaneamente devono per prima cosa
essere conformi alla EN 795:2012,
andando a trattarli come dispositivi
ad utilizzo personale, ed in seguito
devono essere sottoposti a prova
secondo i metodi descritti nella TS
16415:2013, che fanno riferimento
al numero di persone massime collegabili per il singolo dispositivo di
ancoraggio, così come specificato
dal fabbricante.
La norma CEN/TS 16415:2013
presenta
sostanzialmente
la stessa struttura della EN
795:2012, essendo presenti
le stesse definizioni, la stessa
classificazione dei dispositivi e
le stesse tipologie di prove: le
differenze principali rispetto alla
EN 795:2012 risiedono nell’entità e nelle metodologie di applicazione dei carichi nelle prove
di resistenza dinamica ed integrità e di resistenza statica e nel
fatto che non viene eseguita la
prova di deformazione.
Con riferimento alla prova di resistenza dinamica ed integrità, il dispositivo deve essere sottoposto
a prova utilizzando una massa di
200 kg collegata ad un cordino
di lunghezza 1 metro con estremità cucite (la prova è valida per
un dispositivo che prevede il collegamento di due utilizzatori contemporaneamente, avendo utilizzato una massa di 200 kg). Per
ogni ulteriore utilizzatore previsto,
viene eseguita la prova in confor-
mità alla EN 795:2012, con il cordino di prova previsto da questa
Normativa, lasciando appese le
masse precedentemente utilizzate
al dispositivo oppure applicando
un carico statico equivalente (per
esempio nel caso di un dispositivo che prevede il collegamento di
4 persone contemporaneamente,
sarà eseguita la prima prova con
cordino da 1 m e massa da 200
kg e successivamente due prove
con cordino da 2 m e massa da
100 kg, mantenendo sempre le
masse appese durante le prove
successive).
Una volta terminate le prove dinamiche, la prova di integrità consiste nell’incrementare il carico statico applicato al dispositivo fino a
600 kg per i primi due utilizzatori,
più 150 kg per ogni utilizzatore
aggiuntivo(per esempio nel caso di
un dispositivo che prevede il collegamento di 4 persone contemporaneamente, per i quali come detto sono state effettuate tre cadute
dinamiche con 200 + 100 + 100
kg, il carico statico finale da raggiungere per la prova di integrità è
pari a 600 + 150 + 150 kg).
Con riferimento alla prova di resistenza statica, i carichi previsti
nella EN 795:2012 devono adesso essere incrementati di 1 kN per
ogni utilizzatore oltre il primo(ad
esempio, per quattro utilizzatori il
carico statico è pari a 12 + 3 kN
oppure 18 + 3 kN).
NEWS
Alessandro
Spiezia e Ligino
Boito con Melba
Ruffo e
Amedeo Goria
ad “Uno Mattina
Estate”
VIVE
CONGRATULAZIONI
ALL’OTTICA SPIEZIA
Con una festa ai Fori Imperiali,
Alessandro Spiezia, da sempre
amico di Certottica, ha tagliato il traguardo dei 45 anni di
attività
Nel cuore di Roma, affacciata a
Piazza del Popolo, c’è la Chiesa
degli Artisti dalla quale si accede
ad una delle più famose strade
dell’Urbe: Via del Babuino. Forse
non tutti sanno che il nome della
via risale a molti secoli addietro:
nel 1571, infatti, Pio V fece edificare una nuova fontana per i cittadini
nella quale venne eretta la statua
del “Sileno”, divinità classica legata alle sorgenti. La statua divenne
famosa tra gli abitanti per la sua
bruttezza, tanto da essere paragonata ad uno scimmione: “er
babuino”, soprannome dato dai
romani alla statua, divenne così il
nome della Via.
Dopo questo curioso preambolo,
torniamo alla storia più recente:
vicino alla Chiesa degli Artisti, nei
locali di Santa Maria in Montesanto, sin dal 1921 si inserì un piccolo
esercizio commerciale di ottici, tramandato per due generazioni.
Il 10 marzo 1967 l’esercizio venne
rilevato da Alessandro Spiezia che
ancor’oggi, al numero civico 199 di
Via del Babuino, è uno tra i negozi
più visitati e ricercati della capitale.
In 45 anni di attività, Spiezia ha accolto numerosi personaggi come
Federico Fellini e Giulietta Masina,
il Maestro Mario Monicelli e “Gigi”
Magni, Pietro Germi e Marcello
Mastroianni e anche un illustre
ospite da oltreoceano: l’ex Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton.
Nella sua vita, dedicata al mondo dell’ottica, ha partecipato per
anni ad Uno Mattina, fornendo
indicazioni sulle correzioni con
gli occhiali, sulla contattologia,
sull’esposizione ai raggi solari, e
via dicendo.
Oggi in Via del Babuino è però
più facile trovare un altro Spiezia:
il figlio di Alessandro, Luca, che,
seguendo le orme del padre, si
è specializzato per tramandare la
tradizione di famiglia, mantenendo
la professionalità e la competenza
che in tutti questi anni hanno distinto l’Ottica.
Certottica si congratula per il
traguardo raggiunto, e augura
ancora lunga vita al locale storico della nostra Capitale.
Periodico di informazioni tecniche
CAPOREDATTORE:
Angela Da Rolt
ANNO XVIV EDIZIONE
DICEMBRE 2013
Alessandro
Spiezia con
Bill Clinton
NEWS
Z.I. Villanova, 7
32013 Longarone (BL)
Tel. +39.0437.573157
Fax +39.0437.573131
www.certottica.it
[email protected]
Direttore responsabile
Luigino Boito
Autorizzazione del
Tribunale di Belluno
nr. 7.11.1994
Sped. in abb. Post. – 70%
Filiale di Belluno
IN REDAZIONE:
Simona Agnoli, Martina Armellin, Sara Bona
Benedetta Costantin, Giuseppe Da Cortà,
Francesca Da Rin, Luana Fullin, Tiziana
Gabas, Tommaso Morandin, Michele Olivier,
Onorato Ramorino, Luca Tamburlin
Realizzazione e stampa
TIPOGRAFIA NERO SU BIANCO
Pieve d’Alpago (BL)