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DICEMBREPag. 20131 DICEMBRE 2013 PERIODICO DI INFORMAZIONI TECNICHE | www.certottica.it S W NE Poste Italiane S.p.a. - Autorizzazione del Tribunale di Belluno nr. 7.11.1994 Sped. in abb. Post. – 70% Filiale di Belluno Istituto Italiano per la Certificazione dei Prodotti Ottici The Italian Institute for the Certification of Optical Products Giovanni Coffen Marcolin in visita a Certottica UN SALUTO A GIOVANNI COFFEN MARCOLIN Come tutto il mondo dell’occhiale ha appreso, è venuto a mancare Giovanni Coffen Marcolin, fondatore dell’omonima azienda, e pioniere di un settore che ha traghettato l’economia bellunese sino ai giorni nostri. Abbiamo raccolto numerose testimonianze tra gli imprenditori e gli amici che hanno avuto modo di condividere Aggiornamenti normativi: i convegni Da pag. 4 con lui momenti di vita, più o meno intensi, e ne è uscito un ritratto di un uomo. Uomo con la U maiuscola, geniale e brillante capitano d’industria, ma soprattutto persona generosa, sensibile, e molto religiosa. Evitando discorsi retorici, a Giovanni Marcolin dedichiamo le testimonianze diverse di tre personaggi del nostro territorio: il Sindaco di Domegge, Lino Paolo Fedon, a capo del Comune in cui Marcolin risiedeva, il primo cittadino di Longarone, Roberto Padrin, che ha avuto l’onore di conoscerlo grazie ad una donazione all’asilo del paese, e don Marco De March, parroco che ha vissuto per 10 anni al suo fianco. Segue a pagg.2 e 3 Area Formazione Dolomiticert Informa Da pag. 12 A pagg. 18 - 19 NEWS CON GIOVANNI MARCOLIN SE N’E’ ANDATO UN PEZZO DI STORIA IMPRENDITORIALE CADORINA Si è spento Giovanni Coffen Marcolin, figura di primo piano nel campo imprenditoriale e sociale bellunese. Le esequie si sono tenute a Vallesella di Cadore con grandissima partecipazione di pubblico e di autorità in quella stessa chiesa di San Vigilio che strenuamente “Nani” Marcolin aveva operato per far erigere al posto della precedente lesionata dalle infiltrazioni del lago. Con lui se ne va un pezzo di storia imprenditoriale cadorina ma anche un uomo che tutti ricordano estremamente generoso, disponibile, lungimirante e dotato di un gradissimo spessore umano. Giovanni Coffen Marcolin è stato il fondatore della Marcolin Le prime aste prodotte da Giovanni Marcolin, conservate da Antonio Frescura della Kador la nota azienda che si posiziona fra le grandi dell'occhialeria italiana e sarà ricordato in tutti i libri di storia dell'occhialeria e del Cadore. Della sua piccola patria rappresenterà anche l'emblema di un periodo propositivo e di espansione, se non addirittura di esplosione, lavorativa. “Nani” Marcolin ha sempre nutrito un grande amore per il paese di Domegge. Lo ha testimoniato come consigliere comunale e come assessore all’istruzione ed alla formazione. Sua l’idea di una nuova scuola media per Domegge che fin a quel momento accoglieva in un unico edificio elementari e medie. E’ stato l’ideatore e fondatore della Fon- dazione Marcolin che ha aiutato e sostenuto numerose opere ed iniziative a beneficio della collettività. ha indotto troppo spesso intere generazioni a lasciarla col groppo in gola, martoriata da tragedie indimenticabili come il Vajont, deve riconoscere l’alto senso della partecipazione. Una partecipazione attiva, concreta, indispensabile. Un imprenditore che ha saputo operare con l’im- pegno e la lungimiranza di chi ha veramente agito disponendo di “una marcia in più”, senza farlo pesare. Ora la sua assenza rappresenta un vuoto incolmabile per il mondo imprenditoriale e per la comunità di Longarone. Ha saputo sviluppare come pochi Sono in molti a ricordare l'inizio lavorativo di questo geniale imprenditore. Appena sedicenne, terminate le scuole professionali, iniziò a lavorare alla Fedon Occhiali, perfezionando le sue capacità di meccanico attrezzista alla Desil, De Silvestro Fratelli. Maturò la sua prima grande decisione imprenditoriale con la nascita dei figli gemelli e con la volontà di dare loro un futuro migliore. Nel 1961 avvia in proprio, in una stanza sotto casa, in Via Milano a Vallesella, sostenuto dalla moglie e dalla sorella, un proprio laboratorio artigianale di aste in laminato d'oro. Erano quelli i tempi mitici che legavano il lavoro all'ottimismo della riuscita. E' il 1963, l'anno dell'inizio della produzione dell'interra montatura. I primi successi premiano la scelta e la ditta, denominata ora Marcolin Occhiali Doublè, lascia il vecchio iniziale scantinato riadattato per un primo nucleo del fabbricato che in Cadore gli anni successivi identificherà la Màrcolin. Nel 1968 la vendita si sposta anche in America. Sono degli anni successivi la nascita della Marcolin France, Marcolin Svizzera e Marcolin Germania. Nel 1983 viene costituita una società di distribuzione negli USA. Il grande aumento di lavoro fa prendere alla famiglia Marcolin (nel frattempo si erano aggiunti i figli) la decisione di aprire nel 1984 uno stabilimento dismesso a Longarone. Qui parte la produzione della plastica. Nel 1988 si matura la decisione di trasferire a Longarone la "testa" dell'azienda che ha già raggiunto traguardi impensati. La società nel 1999 viene quotata in borsa. Il Sindaco di Domegge, Lino Paolo Fedon Giovanni Coffen Marcolin Poche parole e tanti fatti concreti, un imprenditore con la “I” maiuscola” L’ho conosciuto per ruolo istituzionale, ma con lui i ruoli contavano niente rispetto all’umanità che lasciava trasparire e che non lo abbandonava mai. E’ stato un grande imprenditore, innovativo e partecipativo, Giovanni Coffen Marcolin, al quale questa nostra terra, che un’impresa entro la quale il principio della responsabilità sociale ed etica verso il territorio l’ha accompagnata sin dalla nascita. La creazione della Fondazione che porta il suo nome ne rappresenta lo strumento col quale ha partecipato, risultando tra i pochi, lo dico con amarezza, che hanno DICEMBRE 2013 riconosciuto il valore del Vajont per lo sviluppo industriale della provincia di Belluno. Ha sempre partecipato con trasporto, quasi con entusiasmo, alle iniziative promosse dalla comunità longaronese sin dal primo momento del suo insediamento produttivo nella zona Conib, contribuendo con umiltà e dignitoso senso di gratitudine, risultando, ancora, il primo a correre nel sostenere le celebrazioni del cinquantesimo anniversario del disastro del Vajont. Ha saputo svolgere il suo ruolo di imprenditore innovativo senza mai abbandonare la terra da cui è nato, arricchendola delle sue intuizioni, anche quando ha portato le sue attività fuori dal nostro Paese. Un uomo che rappresenterà un esempio virtuoso e da imitare per le nuove generazioni imprenditoriali. Ha saputo valorizzare il binomio impresa – famiglia, così da poter assicurare continuità alla sua opera. Per Longarone è sempre stato presente attraverso una generosità silenziosa. Con Giovanni ho condiviso il periodo dell’ampliamento della sua azienda che, di fatto, ha permesso al gruppo il radicamento nel nostro territorio, poi, ancora, quando l’amministrazione comunale gli ha dedicato una targa posta nell’asilo nido. Ricordo quella giornata tra le più belle del mio mandato. Con Giovanni ho scoperto la targa che esprimeva la grande riconoscenza della nostra comunità per il sostegno offerto dalla Fondazione Marcolin, che lui presiedeva. Un contributo, importante, per la riqualificazione impiantistica, la messa a norma interna e l’acquisto di nuove attrezzature per i bambini frequentanti il nostro asilo nido. Quel giorno, dalle sue parole, alla presenza dei suoi figli, traspariva l’amore verso loro e la solidarietà per le loro famiglie. Era anche compiaciuto per aver potuto contribuire a sostenere concretamente una delle strutture più vicine alla vita del nostro territorio. Una persona, veramente, dal cuore d’oro, umile, silenziosa, gentile e cordiale, sempre pronta al sorriso, ma nel contempo determinata e forte. Un profilo, questo, che gli viene riconosciuto anche da tutti quei longaronesi che hanno potuto lavorare nelle sue aziende. “Una persona unica, con parole buone e di conforto per tutti, che ti coinvolgeva nell’azienda, permettendo ai lavoratori di esserne protagonisti, al suo fianco” è la frase ricorrente tra i miei concittadini che hanno lavorato alle sue dipendenze. Questo atteggiamento ha rappresentato la forza, il cuore propulsivo, della Marcolin, oggi tra le prime imprese al mondo nel settore dell’occhialeria, frutto della sua ispirazione e vocazione imprenditoriale. Nata a Domegge e poi pian piano tra- GIOVANNI: “’NA BELEZA!” AVERTI AVUTO CON NOI Riportiamo di seguito le parole di don Marco, anticipandole con il testo della mail pervenutaci, per sottolineare il rapporto del religioso con Giovanni Marcolin “Invio il testo del pensiero che è stato letto durante la cerimonia funebre di Giovanni, a motivo della mia assenza fisica. La ringrazio per quanto state facendo per ricordare la sua figura: è doveroso nei suoi confronti e fa bene a noi. Buona giornata. don Marco” Carissimo Giovanni, pur non essendoti vicino fisica- mente desidero condividere, con la nostra gente, con i tuoi familiari e con le tante persone che ti sono diventate amiche nel cammino della vita, questo momento di distacco umano che, per noi credenti, non è un addio, ma un “arrivederci”. Sono tante le cose che vengono alla mente, in momenti come questi, ma c’è una parola che le comprende e le esprime un po’ tutte…è la parola GRAZIE! Come parroco e come amico ti ringrazio per l’aiuto, il sostegno e l’incoraggiamento che mi hai sempre riservato in questi 14 anni di vita in mezzo alla nostra comunità, dieci dei quali li hai vissuti al mio fianco, come fabbriciere propositivo e saggio. Ma ciò per cui ti sono maggiormente riconoscente è la tua testimonianza di fede solida e genuina che – con semplicità, ma con tenacia – hai saputo testimoniare giorno per giorno, e nella quale ti sei rifugiato con serenità e fiducia anche in questo ultimo, difficile periodo, della tua vita. “Sòn te le man del Signor”, mi hai detto più volte, in questi ultimi mesi…e questo ti ha dato la forza di accettare la tua malattia e di trasmettere serenità anche ai tuoi cari. Con la tua vita ci hai dato una testimonianza concreta e reale di cosa significa credere e Pag. 3 sferitasi a Longarone, offrendo occupazione a tanti longaronesi. La nostra comunità sarà sempre grata al signor Giovanni e alla sua famiglia per aver contribuito ad assicurare benessere alle nostre famiglie. L’auspicio, ora, è che i giovani sappiano trarre esempio dalla sua figura per dare continuità ad una tradizione imprenditoriale veramente unica. Dalla famiglia Marcolin, alla quale va ora il mio pensiero finale, impariamo ad essere parte attiva di un territorio unito, entro il quale la solidarietà si sviluppi singolarmente, ma trovi un collettore comune: la comunità. Questo non è un addio, perché so che l’opera di Giovanni continuerà a vivere e lui con i suoi frutti. Roberto Padrin Sindaco di Longarone fidarsi del Signore! C’è un’espressione che usavi spesso, parlando della tua famiglia, del tuo lavoro, della nostra comunità: “’na beleza”…un commento “semplice” che esprimeva il tuo animo ottimista e positivo, la tua naturale inclinazione a valorizzare il bene ovunque si trovasse. Mi è venuto spontaneo abbinare questa tua esclamazione con il nome che ti hanno dato i tuoi genitori e che ti ha accompagnato per tutta la vita: Giovanni. Giovanni significa letteralmente “dono di Dio”, e tu lo sei stato per la tua famiglia, per la nostra comunità e per tantissime persone che, grazie alla tua intraprendenza e laboriosità, hanno avuto lavoro e la possibilità di costruirsi un futuro…per cui lascia che prenda a prestito la tua espressione per concludere che è stata “’na beleza!” averti avuto con noi. E se anche avremmo desiderato la tua presenza al nostro fianco molto più a lungo, siamo certi che – ora che sei con Dio – non mancherai di accompagnare i tuoi cari e la nostra comunità con una presenza diversa – certo – ma ugualmente calorosa e fedele. don Marco De March NEWS Lo staff dell’Istituto ha preso parte al convegno “I venti CERTOTTICA A dell'Innovazione - Il mondo dell'occhiale” offrendo alle imVARESE PER prese una panoramica normaLE NOVITA’ tiva aggiornata SULL’OCCHIALERIA Una delegazione di Certottica e Anfao ha condotto l’appuntamento dedicato all’occhiale del ciclo “I venti dell’Innovazione”, eventi promossi dalla Camera di Commercio di Varese e finalizzati ad approfondire diverse tematiche legate all’innovazione. Nel cuore del distretto lombardo dell’occhiale, i tecnici specializzati hanno proposto una panoramica chiara ed esaustiva sulle principali condizioni che l’innovazione dovrà rispettare nel mondo dell'occhiale: il regolamento REACH sulle sostanze chimiche, il futuro dell’occhiale da sole con la nuova ISO 12312, l’evoluzione normativa nella determinazione del rilascio del nichel. Aggiornamenti normativi: La conferenza stampa di presentazione La sede dell’evento PROGRAMMA 16.00 Saluto di benvenuto Camera di Commercio di Varese Apertura dei lavori Luigino Boito, Direttore Generale di Certottica scrl Astrid Galimberti, Direttore Generale di ANFAO 16.15 La gestione organizzativa degli adempimenti previsti dal REACH: aspetti tecnici e gestionali Michele Checchin, Centro REACH srl - Veneto 17.00 La nuova norma ISO 12312 – 1 per gli occhiali da sole: cosa cambia Graziano Marusi, Coordinatore Commissione Tecnica ANFAO Occhiali da sole e protezione 17.30 La problematica della determinazione del rilascio del nichel: evoluzione normativa Giuseppe Da Cortà, Coordinatore Commissione Tecnica ANFAO Allergeni 18.00 Testimonianze imprenditoriali dal mondo dell'occhialeria Cristiano Milone, Mirage S.p.A.di Venegono Inferiore Francesco Conti, Centro style S.p.A.di Vedano Olona 18.30 Aperitivo e dialogo Per motivi di spazio, proponiamo di seguito una sintesi dell’intervento relativo alla nuova ISO 12312, precisando che gli altri contributi potranno essere scaricati dal sito della Camera di Commercio di Varese www.va.camcom.it. Per ogni ulteriore chiarimento, invece, Vi invitiamo a contattare l’area marketing di Certottica. I relatori Il pubblico in sala i convegni DICEMBRE 2013 Pag. 5 ISO 12312–1 OCCHIALI DA SOLE PER USO GENERALE La normativa che regola gli occhiali da sole ha avuto in questi ultimi anni una notevole evoluzione approdando alla nuova norma ISO 12312. Tale norma riassume le tre principali a livello internazionale: EN 1836:2005+A1:2007 per l’Europa; ANSI Z80.3-2010 per gli Stati Uniti e AS/NZS 1067:2003/Amdt 1:2009 per Australia e Nuova Zelanda. Regolamentazione Europea • Mandataria: Direttiva 89/686/CEE (Personal Protective Equipment) • Norma tecnica: EN1836:1995. Non è obbligatoria, ma garantisce la presunzione di conformità alla direttiva • Sono obbligatori: Marchio CE, dichiarazione di conformità, Nota informativa Requisiti principali • Requisiti ottici • Requisiti per la guida e utilizzo stradale • Requisiti meccanici (lenti e montature) • Compatibilità fisiologica dei materiali (montature), ad esempio rilascio Nickel • Nota informativa e marcatura Importante: l’ottica dell’occhiale finito è fortemente influenzata, oltre che dalla lente, dal montaggio e dalla forma della montatura ISO Standard • ISO 12311 + ISO 12312-1 (Metodi di prova e requisiti) Il CEN ha accettato di procedere con l’inchiesta parallela per la successiva adozione come norma EN. Entrambi gli standard ISO sono stati pubblicati il 5 Agosto 2013 PRINCIPALI DIFFERENZE RISPETTO ALLA EN1836: • Una sola classe ottica (+/0,12D) • Nuovo test per la misura della luce diffusa (scattering a grande angolo), meglio rispondente alle effettive condizioni d’uso. • Range per la valutazione della trasmissione spettrale minima (parte da 475m invece che da 500nm) • Calcolo dei Q factors leggermente diverso • Nuovo metodo di misura dell’asse di polarizzazione • Introduzione di una dimensione minima dell’oculare • Introduzione delle protezioni laterali per occhiali scuri (cat 4) • Nuova nota informativa • Introduzione di simboli ISO certificati Nota informativa Nella nota informativa le novità principali, che dovranno essere obbligatoriamente presenti, saranno le seguenti: a) Identificazione del modello: l’identificazione va marcata sull’occhiale oppure dichiarata nella nota informativa (etichetta, pendaglio confezione ecc.) b) Nome e indirizzo del fabbricante c) Riferimento alla norma ISO 12312-1 d) Tipo di filtro: è necessario indicare se il filtro è polarizzante e/o fotocromatico; nel caso in cui fosse uniforme o sfumato l’obbligo decade. e) Categoria del filtro. In caso di filtri fotocromatici vanno dichiarate sia quella dello stato chiaro, che quella dello stato scuro. Tale indicazione va posta preferibilmente come marcatura sulla montatura o sul filtro oppure come dichiarazione nella nota informativa. f) Descrizione della Categoria del filtro in termini d'uso sia in forma simbolica oppure come frase. L'altezza minima dei simboli deve essere di 5 mm g) Restrizioni d’uso (non per l’osservazione diretta del sole, non come protezione contro sorgenti di luce artificiali, come i solarium, non come protezione da impatti meccanici,…) h) quando il filtro non raggiunge i requisiti essenziali per esempio per la guida, andrà specificato mediante il simbolo in figura 2 (altezza minima 5mm) i) allo steso modo, quando i valori di transmittanza luminosa sono inadeguati, andrà specificato j) istruzioni per la cura e la pulizia se un uso scorretto dei prodotti per la pulizia può danneggiare le lenti e la lista di tali prodotti NORMA ISO Cosa cambia dal punto di vista legale La norma ISO ha carattere internazionale, ma è volontaria finchè non viene recepita dai singoli paesi. Tutti i paesi sono invitati ad adottare le norme ISO per facilitare la libera circolazione delle merci. La Comunità Europea adotta le norme ISO se non sono in contrasto con le leggi comunitarie (direttive) Tempistica in Europa Implementazione come norma Europea (EN): Febbraio 2014 Pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale: Entro la prima metà del 2014 Periodo di transizione: non ancora definito E’ raccomandato che i nuovi prodotti si adeguino alla nuova norma al più presto. I prodotti sul mercato secondo la EN1836 al momento della pubblicazione sulla gazzetta ufficiale non avranno problemi, anche se la situazione non è ancora stata ufficialmente chiarita Lo staff di Certottica sarà in grado di fornirvi informazioni più approfondite e aggiornamenti costanti: a tal proposito vi invitiamo a contattare il personale incaricato al numero 0437/573157. NEWS Aggiornamenti normativi: i convegni ANFAO E CERTOTTICA A SOSTEGNO DEL VISION COUNCIL PER L’AGGIORNAMENTO NORMATIVO DELLE AZIENDE Gli esperti italiani hanno illustrato le principali regole per la commercializzazione dei prodotti ottici Il Vision Council,"sorella" americana di ANFAO, ha tenuto lo scorso luglio una serie di seminari gratuiti rivolti alle aziende del settore ottico ai quali hanno preso parte i delegati di Certottica e dell’Associazione di Fabbricanti italiana. Un’ apertura importante del Far East al mondo normativo: l’obiettivo dei corsi, realizzati in collaborazione con le Associazioni ottiche di Wenzhou, Taiwan e Hong Kong, è stato infatti quello di fornire alle aziende cinesi un aggiornamento relativo alle norme e agli aspetti di importazione negli Stati Uniti dei prodotti ottici. Il team si è focalizzato sugli argomenti relativi alle importazioni nel mercato americano e all’impatto degli aggiornamenti delle norme ANSI, ISO e ASTM sulla commercializzazione dei prodotti ottici. Il VC ha esteso l’invito ad ANFAO a prendere parte a questo progetto e, nel corso dei seminari, Certottica ha presentato l’aggiornamento relativo agli obblighi normativi per commercializzare i prodotti ottici all’interno del mercato comunitario europeo. Il primo convegno si è aperto con l’intervento di Greg Javez, Vice President of Member Services del VC, che ha presentato sponsabile commerciale di Certottica, Tiziana Gabas, ha spostato l’attenzione sulla normativa nel mercato europeo. di competenza dei laboratori e la lista delle norme secondo le quali Certottica e Dolomiticert eseguono i test. Per quanto con- l’associazione, illustrandone l’organigramma, i soci e le finalità, e concentrandosi sulla stategia di marketing e comunicazione. Ampio spazio è stato dato alle campagne di protezione della vista rivolte al mercato, e all’Eyecessorize, campagna di informazione sulle tendenze legate al mercato dell’eyewear. E’ stata poi la volta di Tibor Gross che ha focalizzato la sua presentazione sull’analisi statistica dell’andamento delle vendite del settore occhialeria negli Stati Uniti, con particolare riferimento al 2012 e alle previsioni sul trend futuro. Subito dopo questa panoramica sul mercato americano, la re- Dopo l’introduzione incentrata su ANFAO, sulle attività e gli obiettivi dell’associazione, e sul ruolo nell’organizzazione di MIDO, la Gabas ha proposto una panoramica dei dati statistici elaborati dalla stessa ANFAO relativi al mercato italiano in termini di numero di aziende attive, numero addetti, valore delle importazioni ed esportazioni. Quindi, è stato illustrato il ruolo di Certottica, quale ente di certificazione, normazione, formazione e ricerca, con particolare attenzione alle aree normativa e certificativa. Calandosi nel tecnico, la Gabas ha poi presentato i settori cerne la parte di consulenza, sono stati spiegati i principali adempimenti previsti dalle Direttive Europee 93/42 relative ai Dispositivi Medici e 89/686 relativi ai Dispositivi di Protezione Individuale per la commercializzazione degli occhiali all’interno del mercato comunitario, sottolineando la responsabilità dei soggetti coinvolti nelle diverse fasi. A chiudere il seminario, sono stati gli esperti Jeff Endres e Michael Vitale che, assieme, hanno presentato l’attività normativa del Vision Council, soffermandosi brevemente sulle norme ANSI, relative agli occhiali da sole, le montature da vista e gli occhiali premontati. Hanno poi brevemente introdotto concetti legati al Country of Origin per frames and sunglasses, agli adempimenti FDA per esportare in USA, al Lacey Act, al CPSIA e alla Proposition 65. Dopo la conferenza, la platea, composta da più di 400 persone, ha dimostrato notevole interesse per i temi trattati, alimentando dibattito, con molte domande e considerazioni. Area Marketing OCCHIALI DA MOTOCICLISTA: LA CERTIFICAZIONE E’ OBBLIGATORIA L’occhiale da motociclista è un dispositivo di protezione individuale (DPI) di 2° categoria regolato dalla Direttiva Europea 89/686 che prevede la procedura di certificazione CE da parte di un organismo notificato, come Certottica. Tale definizione è fondamentale ai fini della commercializzazione poiché le maschere da moto, prima di essere I TEST DI INVECCHIAMENTO E CORROSIONE: AWT E CASS TEST Le normative tecniche per occhiali prevedono dei requisiti di valutazione della resistenza all'uso prolungato nel tempo e della tenuta del colore attraverso prove del sudore (clausola 4.7 ISO 12870) e resistenza alla radiazione ottica (clausola 4.10 ISO 12870), limitati alle montature da vista. Esistono tuttavia altri tipi di prove per la valutazione della durabilità nel tempo degli occhiali. Certottica, grazie al suo continuo aggiornamento normativo e tecnico, è in grado di proporre test ad hoc per verificare la tenuta del colore e la resistenza alla corrosione secondo due norme tecniche riconosciute a livello internazionale. immesse sul mercato, devono essere sottoposte alla procedura di certificazione con il rilascio del relativo attestato. Tale obbligo non sussiste per le maschere da sci. Maschere da motociclista e maschere da sci. Ricadendo in due categorie differenti, le maschere da moto e le maschere da sci sono dispositivi di protezione individuale diversi che impongono obblighi differenti. Le maschere da moto/motocross rientrano nei DPI di 2° categoria e richiedono obbligatoriamente che un ente notificato rilasci un attestato di Certificazione per quel determinato modello di DPI. Le maschere da sci rientrano invece nei DPI di 1° categoria, i quali sono esonerati dall'attestato di certificazione «CE»: infatti per i modelli di DPI di progettazione semplice il progettista presuppone che l'utilizzatore I test di prova che i laboratori Certottica possono eseguire, oltre quelli sopra menzionati che fanno capo alla ISO 12870, sono: - AWT (Accelerated Weathering Test) secondo la norma ASTM G 154-06 “Standard Practice for Operating Fluorescent Light Apparatus for UV Exposure of Nonmetallic Materials”: questo test è adatto alla verifica della durabilità di materiale principalmente plastico. Lo scopo è quello di simulare il deterioramento dovuto all'esposizione solare, intemperie ed inquinamento, attraverso dei cicli alternati di irraggiamento UV e di condensazione acquosa. - CASS test che viene descritta nella norma ISO 9227 ‘Prove di corrosione in atmosfera artificiale – Prove in nebbia salina’: questo test si presta a valutare la resistenza alla corrosione di materiali metallici rivestiti o meno. La prova prevede di mantenere i campioni in una camera nella quale viene nebulizzata finemente una soluzione salina; composizione della soluzione, pH e temperatura dipendono dal tipo di prova eseguita, ma tutti questi fattori, cause di corrosione, rendono le condizioni dell'atmosfera corrosiva particolarmente severe. Per DICEMBRE 2013 Pag. 7 possa giudicare direttamente l'efficacia contro rischi minimi i cui effetti, se graduali, possono essere avvertiti in tempo utile e senza danni per l'utilizzatore. In tale categoria rientrano, oltre le maschere da sci, gli occhiali da sole, gli occhialini e maschere da nuoto e le maschere sci. Riassumendo, per i DPI di 1° categoria il produttore ha l’obbligo di preparare la Documentazione Tecnica che deve comprendere i dati utili sui mezzi impiegati dal fabbricante per ottenere la conformità di un DPI ai pertinenti requisiti essenziali della Direttiva Europea ma è esonerato dall’obbligo dell’attestato di certificazione CE. mezzo di controlli visivi, è possibile valutare la resistenza alla corrosione dei materiali metallici e protezione offerta dai rivestimenti superficiali. Entrambe le norme non definiscono una correlazione diretta tra la durata della prova e gli anni di invecchiamento naturale dei materiali organici: anche il tipo e la durata delle prove, viene rimandata alla tipologia di dispositivo ed all'esperienza. Tuttavia, tali prove risultano comunque un utile metodo per discriminare la resistenza all’invecchiamento e/o alla corrosione dei materiali e la tenuta dei rivestimenti superficiali, comparando attraverso i risultati soluzioni diverse e mettendo in evidenza eventuali difetti che è lecito aspettarsi nel tempo in seguito all'utilizzo. Per informazioni vi invitiamo a contattare Certottica Area Marketing Z. I. Industriale Villanova 32013 Longarone (BL) Italy Phone +39/0437/573157 Fax +39/0437/573131 NEWS Novità dal Silmo MATERIALI ECOSOSTENIBILI, RIVISITAZIONI DEL PASSATO E LIFESTYLE: ECCO COME L’ITALIA AL SILMO E’ RIUSICITA A DISTINGUERSI ANCHE QUEST’ANNO. Di ritorno dalla trasferta parigina al Silmo, sottoponiamo all’attenzione dei lettori del Certottica News quelle che a noi sono sembrate tre collezioni totalmente innovative e distinte dalle altre. Stiamo parlando di DOLPI, HAPTER e MADE IN ITALY, tre realtà diametralmente opposte, ma accomunate dal successo registrato tra i buyers. Vediamoli ora un po’ più da vicino. ALLE COSTRUZIONI ALL’OCCHIALE IN LEGNO: COSI’ E’ NATO IL MARCHIO DOLPI Dalle costruzioni all’occhiale: quello che potrebbe sembrare un connubio imprenditoriale azzardato è invece una realtà già affermata. La Mavima Bautec, società specializzata nella costruzione di edifici in legno, a basso consumo energetico e ad elevata efficienza energetica, il 26 ottobre 2012 lancia HAPTER: I GIOVANI SCOMMETTONO ANCORA SULL’OCCHIALE ufficialmente sul mercato il marchio di occhiali DOLPI. Comune denominatore è proprio il legno, non un legno qualunque, ma certificato PEFC (Programma per il riconoscimento di schemi nazionali di Certificazione Forestale) e proveniente esclusivamente dal Bellunese: il nome“DOLPI”, infatti, è la fusione di DOLomiti e alPI. “La passione per la nostra terra e le sue risorse – ha raccontato il fondatore Virgilio Dal Pan, presente al Silmo con lo stand Dolpi – e l’esperienza ventennale nel campo, mi hanno portato a fondare la Mavima “Casa delle Dolomiti”, utilizzando il legno del Comelico. Nel Bellunese è stata la prima casa interamente tracciabile. Così è anche l’occhiale Dolpi, nato come una scommessa da nemmeno un anno”. “Il prodotto finito esprime il meglio della tecnologia bellunese applicata al legno - ha continuato Dal Pan, mostrando i dettagli esclusivi di una montatura realizzata interamente in betulla – e, a breve, grazie ad codice a barre presente nella confezione di ogni modello, sarà possibile identificare la foresta di origine”. Dal noce al frassino, passando per larice, faggio, ciliegio e molti altri ancora, gli occhiali Dolpi vengono consegnati all’acquirente in originali astucci prototipati e realizzati con lo stesso materiale del modello scelto. Attenzione: ogni singola montatura differisce dalle altre, poiché il legno, si sa, non ha una trama uniforme e questo regala un carattere unico ad ogni accessorio. Indiscutibili dettagli di unicità sono poi le caratteristiche tecniche dell’occhiale, che ha particolari terminali in acetato regolabili ed altamente tecnologici inglobati nel legno, la maschera sferica, le aste flex e le alette in legno oltre ad altri accorgimenti che lo rendono inimitabile. In poco tempo il marchio DOLPI ha oltrepassato i confini non solo provinciali e nazionali, approdando anche oltreoceano: al Rockfeller Centre di New York, per esempio, un bellunese in viaggio potrebbe sentirsi a casa vedendo in vetrina un paio di occhiali DOLPI. E per il futuro cosa riserva questo brand così effervescente? Una linea di occhiali realizzati con il faggio del giardino di Tiziano Vecellio. Una linea dedicata al grande conterraneo che finirà al naso dei pochi fortunati che riusciranno ad accaparrarsene un paio prima del sold out! In una vetta dolomitica, nel 2009, viene ritrovato un occhiale militare da ghiaccio, in dotazione ai soldati della Seconda Guerra Mondiale. La scoperta fa scattare l’idea che , dopo approfondite ricerche, ha portato i giovani bellunesi Eric Balzan e Mirko Forti a fondare nel 2013 il brand HAPTER. Con la volontà di iniziare un progetto innovativo, i ragazzi, provenienti dal mondo della comunicazione e del design, hanno intrapreso quest’avventura che Novità dal Silmo ha già fruttato prestigiosi premi internazionali. Nato proprio come rivisitazione dell’occhiale ritrovato, HAPTER ha elaborato le montature aggiungendo comfort e flessibilità . Con quel tocco in più dato dal tessuto che cala ogni modello nell’universo dell’abito facendolo diventare accessorio, rubando la materia prima alla moda. La fusione tra acciaio e tessuto, ottenuta grazie al giusto mix di artigianalità e innovazione, fa diventare l’occhiale un’esperienza sensoriale, abbinata al design ricercato e a materiali d’alta gamma. La collezione propone 4 modelli vista e 4 sole, rigorosamente DICEMBRE 2013 buyer presenti al Silmo, dai russi ai cinesi agli americani, in fila per poter carpire i segreti dei due giovani imprenditori. unisex, robusti e compatti, frutto di un’accurata ricerca tra gli archivi militari. Ispirazione, interpretazione, design e know how sono le chiavi del successo di questi modelli, che catalizzano l’attenzione dei creativa“ che ci rende così unici nel panorama mondiale. Ecco le basi su cui abbiamo voluto questa nuova collezione, che è la prima prodotta con un nostro marchio dopo anni di collaborazione con le più note aziende mondiali”. E largo spazio viene dato ai giovani: “Abbiamo istituito il laboratorio MAD, un incubatore di idee , che permette ai ragazzi di sbizzarrirsi a 360° dando sfogo alla propria creatività”. MAD IN ITALY: LA FOLLIA DI ESSERE SE’ STESSI “MAD IN ITALY è la follia di essere sè stessi”: questa è la definizione data da Giorgio dalla Longa che, assieme al fratello Claudio, direttore creativo dell’azienda, e designer con esperienza trentennale, ha scommesso su questo progetto che non si esaurisce nella produzione di occhiali, ma è un vero e proprio lifestyle. “Se perdiamo l’italianità, il nostro Pag. 9 segno indiscutibile di originalità e di appartenenza,siamo finiti. C’è chi oggi, purtroppo, sfrutta il concetto di Made in Italy, in modo distorto e ne fa perdere il significato profondo. Per questo MAD IN ITALY è purosangue: italiano al 100%. MAD IN ITALY, infatti, è un brand di Vista Eyewear, azienda italiana con sede ad Alano di Piave. 45 dipendenti permettono di realizzare l’intera filiera produttiva all’interno della sede, dal design, alla prototipazione alla verniciatura, alla finitura. Tutto il processo produttivo è di casa nella sede bellunese. Ma come dicevamo, MAD IN ITALY non è semplicemente occhiale: “è una dichiarazione d’intenti – dicono gli ideatori - un gioco di assonanze per rendere viva e concreta quella “follia creativa” che rende unici gli italiani nel panorama mondiale. Stravaganza, tecnologia, spirito pionieristico, attenzione alla funzionalità per una linea di occhiali dedicata agli spiriti liberi, a tutti coloro che amano la qualità e le novità e che cercano negli oggetti e nella quotidianità l’autenticità di ciò che li può arricchire dal punto di vista culturale e tecnologico, per raccontare la propria identità al di là delle mode e creare uno stile personale. L'Italia ha nel Dna la vocazione creativa. Quindi, con la nostra linea Mad, abbiamo voluto dare spazio solo alla “follia E dallo stand del Silmo si può davvero respirare il mood MAD IN ITALY: dai sacchetti di carta con la foto dei tipoco pomodori italiani, che contengono stuzzichini per clienti e visitatori, ai pakaging interamente realizzati in cartone, con immagini che richiamano le icone d’Italia. Un’atmosfera unica, rispetto alle altre location che dopo pochi secondi fa calare nello stile MAD… NEWS La Ricerca DICEMBRE 2013 non sono facili da perseguire, specialmente per quanto riguarda l’applicabilità industriale, ma forti di queste scoperte i ricercatori stanno proseguendo lo studio con maggior ottimismo. PROSEGUE LA RICERCA PER I RIVESTIMENTI DECORATIVI NON IRIDESCENTI e Sei r gioni un ob ie tt ivo EUROPÄISCHE UNION Europäischer Fonds für regionale Entwicklung • Se ch sR UNIONE EUROPEA Fondo europeo per lo sviluppo regionale e ion eg n Z i el n ei Italien • Österreich Italia • Austria Continuano a Certottica le indagini nel campo dei rivestimenti decorativi non iridescenti: il progetto “Sviluppo di rivestimenti decorativi non iridescenti”, (acronimo H.P.P.P) inserito nel Programma Interreg IV Italia – Austria, si propone, infatti, di studiare se esista e quale sia la soluzione migliore per realizzare un impianto ibrido in grado di depositare il film metallico con tecnologia PVD e quello protettivo trasparente con tecnologia PECVD senza manipolazione del pezzo. I partner stanno perseguendo VERNICI AD ACQUA: DA CERTOTTICA L’ALTERNATIVA ALL’USO DEI SOLVENTI e Sei r gioni un UNIONE EUROPEA Fondo europeo per lo sviluppo regionale ob ie tt ivo EUROPÄISCHE UNION Europäischer Fonds für regionale Entwicklung • Se ch sR e ion eg n Z i el n ei Italien • Österreich Pag. 11 Italia • Austria Considerando l’imminenza delle restrizioni normative per i solventi, Certottica, il W3C, Centro Carinziano di competenza sul legno, e l’Elsy Research (azienda di Conegliano con oltre trent’anni di esperienza nei trattamenti decorativi galvanici e di verniciatura), stanno accelerando i tempi per trovare una soluzione focalizzata sulla salvaguardia dell’ambiente, con costi contenuti e precisione nanometrica: i tre partner, infatti, sono i protagonisti del progetto “Sviluppo di processi di ver- l’obbiettivo pianificato e l’hardware a loro disposizione viene migliorato costantemente per raggiungere il livello di affidabilità necessario alle fasi successive della ricerca. A tal proposito c’è da aggiungere che è stata sperimentata una nuova soluzione tecnica per eliminare l’iridescenza di film con bassi spessori che ha già dimostrato la sua efficacia nel ridurre il fenomeno senza alterare le caratteristiche di resistenza chimica e meccanica. Un nuovo elettrodo, studiato in sinergia con la DIENER, azienda leader nella produzione di sistemi al plasma, è stato montato nell’impianto, modificando sostanzialmente la geometria della camera di deposizione. I primi risultati sperimentali vanno oltre le più ottimistiche aspettative: la velocità di deposizione, l’isotropia e l’estetica hanno compiuto un salto di qualità e i test di corrosione hanno dato un primo riscontro molto positivo sulle caratteristiche di resistenza dei film già depositati. Dall’inizio del progetto, quindi, il know-how acquisito ha compiuto passi da gigante: gli obiettivi niciatura all’acqua” (acronimo D.W.V.P.), inserito nel Programma Interreg IV Italia-Austria, finalizzato a sostituire le attuali vernici liquide a spruzzo con tecnologie eco friendly ed economicamente adeguate anche alle piccole imprese. Poiché i limiti che regolano le emissioni in atmosfera diventeranno sempre più restrittivi, anche le imprese più piccole dovranno adeguarsi ed utilizzare vernici ad acqua, per le quali però è attualmente vantaggioso ottimizzare il processo solo per grandi volumi. Il team, pertanto, punterà a superare i problemi estetici e funzionali delle vernici acquose, a sviluppare formule migliori delle attuali e basate sulle nanotecnologie ma anche ridurre i tempi per cambiare la produzione da solvente ad acqua per consentire alle PMI di rispettare le normative ambientali attuali e quelle più rigide che verranno imposte a breve. Dal punto di vista tecnico, nel primo periodo del progetto, sono state effettuate ricerche approfondite per rivestire con vernici all’acqua diversi materiali, in particolare il metallo ed il policarbonato. In generale il punto debole delle vernici all’acqua, paragonate alle vernici a solvente, è la resistenza alla corrosione. La prima ricerca è stata una selezione delle resine che davano i risultati migliori in questo senso. Il secondo problema, soprattutto per quanto riguarda il policarbonato, era costituito dall’aderenza, così sono stati studiati dei promotori di adesione da inserire nella formula per ottenere una vernice che aderisse perfettamente al substrato. La stessa cosa è stata fatta per il metallo, dove, mantenendo una formulazione molto simile a quella del policarbonato, sono state apportate modiche per ottimizzare l’adesione. Il terzo problema affrontato è stato quello dell’applicabilità: le vernici all’acqua spesso sono più difficili da applicare delle vernici a solvente, ma, con opportuni additivi, si è ottenuto un prodotto facile da gestire in produzione. Il W3C, per le Il Community Rolling Action Plan, che è il programma di esame dei prodotti chimici dell’ European Chemicals Agency per i prossimi 3 anni, ha in previsione di sottoporre a indagine ben 4 solventi attualmente utilizzati in grande quantità nella produzione di vernici. Nel medio termine è dunque prevedibile l’entrata in vigore di nuove restrizioni all’uso dei solventi per vernici: ciò conferma l’importanza di proseguire la ricerca sui sistemi di rivestimento che non impiegano solventi organici. Alla luce di questo, è comprensibile come i progetti HPPP sui rivestimenti decorativi e DWVP sullo sviluppo di vernici ad acqua assumano un’importanza cruciale: Certottica si impegna nella ricerca e sviluppo di soluzioni che permettano di far fronte alle restrizioni future. competenze raggiunte con anni di esperienza nel settore, concentrerà l’indagine sul materiale attorno al quale ruota il proprio core business: il legno. Nell’ultimo meeting di aggiornamento, è stato deciso di affidare a Certottica un’ulteriore indagine sui prossimi sviluppi normativi e sui solventi attualmente impiegati per avere un orizzonte più chiaro degli ambiti di azione. Con le restrizioni normative, anche in Europa i produttori dovranno adeguarsi all’impiego di vernici alternative e i partner del progetto saranno pronti a rispondere alle esigenze del mercato. Come insegna il passato, però, fino a che le restrizioni non saranno in vigore difficilmente qualcuno penserà all’adeguamento. Di conseguenza, si renderanno necessari dei meeting informativi per sensibilizzare le PMI relativamente alle possibilità derivanti dallo sviluppo dei processi water based: per questo, è in fase di programmazione un Info-day che si terrà nei primi mesi del 2014 a Certottica. NEWS APERTO IL BANDO PER LA FORMAZIONE A FAVORE DELLE IMPRESE “RILANCIARE L’IMPRESA VENETA” Attività Fondo Sociale Europeo, Delibera Giunta Regionale n. 869 del 04/06/2013 Le proposte progettuali devono prevedere attività formative ed eventuali attività di accompagnamento, rivolte a: lavoratori occupati nelle imprese private operanti in unità localizzate sul territorio regionale liberi professionisti, titolari e coadiuvanti d’impresa. Area Formazione Ciascun progetto deve prevedere almeno 64 ore di formazione erogate a 6 partecipanti. Le proposte devono riguardare una sola delle seguenti azioni 1. Miglioramento dell’offerta dei prodotti e l’incremento di opportunità di business legate a brevetti, altri diritti di proprietà industriale, certificazioni 2. Ottimizzazione dei processi aziendali (lean production, lean organisation) tramite il miglioramento degli standard di qualità e management 3. Gestione sostenibile delle risorse naturali e riduzione dell’impatto ambientale mediante l’utilizzo efficiente delle risorse idriche, energetiche e di fonti rinnovabili 4. Ottimizzazione delle performance economiche dell’impresa in un’ottica di miglioramento della gestione delle politiche finanziarie e di accesso al credito Possono essere realizzati: • progetti monoaziendali, relativi al fabbisogno di una sola impresa; • progetti pluriaziendali, relativi al fabbisogno di più imprese appartenenti alla medesima filiera e/o comparto/distretto. I progetti possono essere presentati ogni 15 giorni (scadenze a metà mese e a fine mese) e comunque ENTRO il 31/01/2014. CERTOTTICA OFFRE SUPPORTO GRATUITO ALLE IMPRESE PER LA PRESENTAZIONE, GESTIONE E RENDICONTAZIONE DEI PROGETTI Contatti: Area Formazione Martina Armellin 0437 573157 [email protected] DA CERTOTTICA FORMAZIONE E LAVORO Formazione e tirocinio con una WORK –EXPERIENCE Esperto in Comunicazione e Marketing web multimediale IL LOGO: utilizzo con logotipi ufficiali e claim LOGOTIPI UFFICIALI: Proporzioni CORSO GRATUITO PER Elementi: Nell’ Era 2.0 diventa fondamenDISOCCUPATI / INOCCUPATI Ogni materiale deve sempre presentare: tale nel modo giusto Progetto cofinanziato da FSE a) il logo del Fondo Sociale comunicare Europeo nel Veneto; b) i tre loghi dell’UE, della Regione del Veneto sfruttando tutte le potenzialità (Regione Veneto, dgr 701/2013; e della Repubblica Italiana, nell’ordine dato; c) il payoff “Investiamo pernuovi il vostro futuro” dei media. Certottica - per decreto di approvazione con il riferimento al POR. on logotipi ufficiali e claim dare opportunità di occupazione n.861 del 12/09/2013; cod. in questo settore - sta realizzan1360/1/2/701/2013) ni 5. Sviluppo di strumenti innovativi di marketing e di comunicazione 6. Potenziamento delle capacità commerciali e di internazionalizzazione delle imprese 7. Miglioramento e ottimizzazione dei trasporti e della logistica 8. Sperimentazione di nuove modalità di accesso al capitale sociale e di partecipazione alla gestione e ai risultati dell’impresa 9. Strategie per la continuità d’impresa e la gestione del passaggio intergenerazionale 10. Integrazione di approcci di external engagement e innovazione sociale nei processi decisionali e operativi aziendali do una work-experience dal titolo “Esperto in comunicazione e marketing-web multimediale”, ovvero un percorso formativo che prevede attività in aula (432 ore) e tirocinio aziendale (600 esentare: opeo nel Veneto; one del Veneto ell’ordine dato; stro futuro” IN V E STIA MO PE R IL V OSTR O FU TU R O I N I Z I AT I VA C O F I N A N Z I ATA D A L F O N D O S O C I A L E E U R O P E O , N E L L’ A M B I T O D E L P R O G R A M M A O P E R AT I V O 2 0 0 7 - 2 0 1 3 D E L L A R E G I O N E D E L V E N E T O ore). L’obiettivo del corso è formare una figura professionale in grado di inserirsi nelle imprese del territorio per sostenerle nell’affrontare in maniera vantaggiosa e competente la sfida del web marketing e della vendita on line dei propri prodotti. I 10 partecipanti ammessi al corso acquisiranno le competenze per produrre e gestire notizie e flussi di informazioni attraverso i canali web, per orientare la promozione aziendale attraverso web, social networking e marketing virtuale e sviluppare idee e progetti innovativi attraverso grafica, montaggio e fotografia digitali. Nell’intervento professionalizzante saranno sviluppate le competenze chiave dell’esperto in comunicazione multimediale, mentre la parte di specializzazione sarà dedicata ad approfondire gli aspetti organizzativi, tecnici e commerciali del social media marketing e dell’e-commerce. Il percorso, finanziato dalla Regione Veneto, si concluderà nella primavera del 2014. 9 Area Formazione DICEMBRE 2013 Pag. 13 Formazione e tirocinio con una WORK –EXPERIENCE Web developer per l’industria manifatturiera CORSO GRATUITO PER DISOCCUPATI / INOCCUPATI Progetto cofinanziato da FSE (Regione Veneto, dgr 701/2013; decreto di approvazione n.861 del 12/09/2013; cod. 1360/1/2/701/2013) la specializzazione servirà ad apsoftware impiegati in un sito o in di figure professionali in grado di profondire la programmazione un’applicazione web. sviluppare applicazioni per il web IL LOGO: Il utilizzo con developer logotipi ufficiali eèclaim web in ambiente Microsoft per lo web una sorta di che sfruttino le molteplici capacità sviluppo di siti internet delle impre"regista" che si occupa di orgadegli attuali linguaggi di programLOGOTIPI UFFICIALI: Proporzioni se manifatturiere. nizzare, realizzare, testare l'armazione. La work – experience è costituita chitettura delle informazioni e dei I siti web si trasformano ad una In questo scenario si inserisce la Elementi: da 400 ore di formazione e 800 meccanismi che si trovano dietro velocità quasi quotidiana: da conproposta di Certottica, una workOgni materiale deve sempre presentare: a) il logo del Fondo Sociale Europeo nel Veneto; di tirocinio che si svolgerà presso l'interfaccia dei siti web coi quali tenitore di informazioni, il sito web experience (formazione + stage) b) i tre loghi dell’UE, della Regione del Veneto e della Repubblica Italiana, nell’ordine dato; aziende del settore sviluppo web quotidianamente interagiamo. Il è oggi un vero è proprio “motore”, che vuole formare il profilo di Web c) il payoff “Investiamo per il vostro futuro” della provincia di Belluno. modulo professionalizzante è decapace di ILoffrire servizi e funziodeveloper, ovvero la figura che si con il riferimento al POR. LOGO: utilizzo con logotipi ufficiali e claim dicato ad acquisire le competenze nalità complesse. Le imprese si occupa dell’ideazione, realizzachiave del web developer, mentre rendono conto cheProporzioni Internet è uno zione, integrazione e verifica dei LOGOTIPI UFFICIALI: strumento strategico per l'acquisizioneElementi: e la fidelizzazione dei Ogni materiale deve sempre presentare: clienti e sono sempre più dispoa) il logo del Fondo Sociale Europeo nel Veneto; b) i tre loghi dell’UE, della Regione del Veneto ste a investire nella realizzazione e della Repubblica Italiana, nell’ordine dato; e nella promozione dei siti c) il payoff “Investiamo per il vostro propri futuro” con il riferimento al POR. web. Queste nuove esigenze deIN V E STIA MO PER I L VO S T RO F UT URO terminano una crescente richiesta I N I Z I AT I VA C O F I N A N Z I ATA D A L F O N D O S O C I A L E E U R O P E O , N E L L’ A M B I T O D E L P R O G R A M M A O P E R AT I V O 2 0 0 7 - 2 0 1 3 D E L L A R E G I O N E D E L V E N E T O CONOSCENZA CONDIVISA PER IL CONTENIMENTO DEI CONSUMI ENERGETICI E SVILUPPO DI ENERGIE RINNOVABILI A SCALA URBANA Continuano le attività del progetto inserito nel programma Interreg IV tale tridimensionale ad altissima Italia-Austria denominato “URBAN risoluzione di alcune vie nel centro ENERGY WEB”, nel quale è previdella città di Feltre. Gli edifici presto uno studio dei consumi enerin TU considerazione dalle attività getici a scala urbana e l’estensioINVESTIAMO PE R IL V OSTR Osi FU RO I N I Z I AT I VA C Osviluppo F I N A N Z I ATA D A L un F O N Dmodello O S O C I A L E E U R Odi P E Orilievo , N E L L’ A Msono BITO quelli prospicienti ne dello di D E L P R O G R A M M A O P E R AT I V O 2 0 0 7 - 2 0 1 3 D E L L A R E G I O N E D E L V E N E T O alle seguenti vie: Via Piave – via digitale tridimensionale denomiGiuseppe Garibaldi – via Campo nato CITY MODEL nel centro di 9 Giorgio – via Salita da Cesana – Feltre. Nel mese di giugno e luvia Comelico Castaldi – via XXXI glio c.a. sono iniziate le attività Ottobre – via Roma – via Nassa di supporto alla ditta Land Tech– via Antonio Vecellio – via Luigi nology & Services s.r.l. di Treviso Basso – via Ortolani. Nella fattiincaricata all’acquisizione dei dati specie sono state interessate alle per il City Model. In particolare è attività di rilievo, circa una ventina stato eseguito un rilievo con laser di aggregati urbani, per oltre 60 scanner da terra che permette di edifici. Per quanto riguarda l’attiviacquisire a distanza la morfologia tà di diffusione è stato predisposto delle strutture architettoniche per un volantino rivolto alla cittadinanla realizzazione del modello digi- za della città di Feltre informando che nei mesi di gennaio e febbraio 2014 verrà svolta l’ultima campagna di rilevazione termografica prevista dal progetto di alcuni edifici della città di Feltre. Questa tecnica di rilevazione denominata “termomapping” è finalizzata ad evidenziare lo stato degli edifici, in particolare per quanto riguarda la dispersione termica. In questo progetto è prevista la realizzazione, gratuita, di termografie sia su edifici pubblici che privati, che verranno poi inserite in un sistema web condiviso e pubblico. 9 NEWS A CERTOTTICA IL PRIMO OPEN INNOVATION WORKING LAB A Certottica il primo Open Innovation Working Lab, previsto dal progetto “Rapid Open Innovation - speeding time to market”, rivolto alle aziende del territorio bellunese: nell’incontro tenutosi a Longarone le aziende hanno appreso di poter accedere ai servizi ed al know-how che verrà messo a disposizione nella futura piattaforma di “Open Innovation”. Particolare attenzione è stata rivolta alle argomentazioni che introducono il concetto di come innovare in una PMI. Le tipologie di aziende presenti sul territorio bellunese, infatti, sono prevalentemente composte da piccole o micro imprese Area Formazione che spesso non hanno una metodologia per la gestione dell’innovazione al loro interno. Dopo aver fornito una panoramica sui servizi offerti da Certottica nel progetto, i consulenti Giovanni Bernardi e Patrizia Garengo del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Padova, hanno presentato “Metodi, strategie e strumenti per l’innovazione”, una carrellata sul “processo di innovazione” e sui vantaggi che comporta un “sistema di innovazione aperto” rispetto ad uno chiuso. Un focus sul “Modello Funnel” dell’innovazione e l’importanza dell’intelligence sulle tecnologie e sui mercati hanno introdotto un esempio di “Technology road mapping” per il processo di sviluppo di nuovi prodotti con uno schema di riferimento e le modalità per la selezione del portafoglio progetti in base al grado di novità del processo e del prodotto. Si è aperto, quindi, il dibattito sull’innovazione e sul trasferimento tecnologico con le aziende presenti, che ha fatto emergere l’interesse per un futuro sviluppo della sperimentazione e per la possibile formazione di un gruppo di aziende interessa- te all’esperienza dell’OIWL. Per fornire un esempio di un possibile percorso concreto di innovazione da sviluppare negli OIWL è stata presentata una proposta che riguarda l’evoluzione metodologica nella realizzazione della documentazione tecnica, in particolare nel settore della meccanica. L’argomento preso in considerazione è stato esposto da Gianmaria Concheri del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Padova, consulente di Certottica, che ha introdotto i contenuti principali sulla metodologia evoluta di specificazione e verifica geometrica dei prodotti basata sui più recenti sviluppi della normativa ISO denominata “Geometrical Product Specification”. Con l’introduzione di questa metodologia è possibile innovare l’efficienza dell’ufficio tecnico, sia per esprimere compiutamente nella documentazione tecnica i requisiti dei prodotti (consolidamento del Know-how aziendale), sia per ridurre l’ambiguità nell’indicazione e nell’interpretazione dei requisiti dimensionali e geometrici dei prodotti (miglioramento della comunicazione interna - progettazione/ produzione/qualità ed esterna – clienti/fornitori). L’introduzione di questa metodologia fa si che l’innovazione abbia una ricaduta anche nella produzione, in quanto si riducono gli scarti dovuti all’incertezza nella specificazione dei requisiti funzionali, piuttosto che a limiti del processo di fabbricazione. Dal punto di vista della qualità vengono migliorate le operazioni di verifica delle prescrizioni geometriche e dimensionali al fine di ridurre o eliminare il rischio di contestazioni. Non ultimo, il vantaggio di produrre una più efficiente comunicazione tecnica nel settore della subfornitura meccanica che, attraverso questa metodologia, permette di realizzare disegni tecnici adeguati alle esigenze del codesign. A margine dell’ evento la maggior parte delle aziende presenti ha manifestato l’interesse per gli sviluppi futuri delle attività relative al progetto avendo colto sia l’importanza degli argomenti trattati sia l’importanza della partecipazione attiva a questa prima esperienza che si auspica sia propedeutica ad un possibile sviluppo dell’ attività di sperimentazione per i prossimi Open Innovation Working Labs. Dolomiticert e bando POR DICEMBRE DICEMBRE 2013 accuratezza dimensionale, una buonissima finitura superficiale, ed una caratteristica di robustezza, il tutto con la possibilità di usufruire di un’ampia gamma di materiali.. sinterizzazione come processo industriale, al fine di realizzare componenti di calzature di sicurezza e sportive con un basso costo di fabbricazione, in tempi assolutamente competitivi e con una bassa percentuale di scarti. In particolare, lo studio punta ad acquisire nuove conoscenze per la messa a punto delle tecnologie di sinterizzazione per la realizzazione dei componenti plastici e metallici che sono assemblati sulle calzature ed in particolare nelle calzature di sicurezza o sportive (per esempio negli scarponi da sci o per motociclisti), L’idea progettuale è di applicare tale tecnologia al mondo delle calzature: il vantaggio sta nel fatto che si possono realizzare vari componenti utilizzando diverse tipologie di polveri, liquidi o resine senza l’utilizzo di supporto e stampi (generalmente costosi e necessari per ogni componente differente). Inoltre, la bassa percentuale di scarti di produzione ed il limitato livello di energia richiesto per la fabbricazione rendono tale tecnica molto apprezzata in abito industriale. Attualmente la sinterizzazione non è molto diffusa nell’ambito calzaturiero poiché i componenti così realizzati non presentano ancora delle caratteristiche meccaniche paragonabili a quelli ottenuti con un processo di stampaggio tradizionale. Inoltre, non è possibile ancora estendere la tecnologia alla produzione di serie a causa dei tempi di realizzazione ancora troppo alti. Lo scopo del progetto è quindi quello di studiare e possibilmente riadattare la tecnologia di visto che i vantaggi garantiti da queste metodologie di produzione sono di notevole importanza. Per far questo sarà necessario dapprima studiare le tecnologie (nello specifico la sinterizzazione laser selettiva SLS oppure SLM) per poi pianificare modifiche ed affinamenti di tali tecniche in modo da renderle adatte alla produzione in serie a livello industriale garantendo le stesse proprietà meccaniche dei componenti realizzati con metodologie tradizionali. Concretamente il progetto si svilupperà inizialmente con una campagna di ricerca bibliografica relativa a queste tecnologie di produzione, e, successivamente, cercando di attuare delle modifiche strutturali alle metodologie, andando a ricercare materiali e tecniche di implementazione innovativi. Una volta affinato il processo, verranno messi a punto i nuovi prodotti, in modo da confrontarne le caratteristiche con quelli tradizionali. UN PROGETTO PER APPLICARE LA TECNOLOGIA DI SINTERIZZAZIONE DELLE POLVERI AL SETTORE DELLE CALZATURE Dolomiticert indaga il campo delle tecnologie di sinterizzazione delle polveri per un’applicazione al settore calzaturiero: l’Istituto ha ottenuto il finanziamento per il progetto “Sintering Technologies for Shoes” presentato nel bando 2013 del POR CRO parte FESR 2007-2013, azione 5.1.1 “Cooperazione Interregionale” con il Technologiezentrum Ski und Alpinsport. Cos’è la sinterizzazione? Per comprendere l’ambito del progetto è necessario spiegare che con il termine “sinterizzazione” si indicano tutte quelle tecniche che consistono nella lavorazione di speciali polveri metalliche, mescolate con opportuni “leganti” in modo da ottenere un oggetto compatto. Nel processo di sinterizzazione classico, i prodotti assumono la forma voluta attraverso un’operazione di compattamento in uno stampo, sotto pressioni molto elevate e con una “cottura” in forni speciali ad una temperatura inferiore a quella di fusione del componente principale. Tuttavia si sono sviluppate recentemente delle tecniche alternative di sinterizzazione, denominate “tecniche di sin- terizzazione laser” che rendono possibile la produzione, in poche ore e senza l’ausilio di stampi, di oggetti di geometria comunque complessa, direttamente dal modello matematico dell’oggetto realizzato con l’ausilio di un sistema CAM tridimensionale: si tratta in definitiva di una tecnologia di prototipazione rapida. Le macchine per la sinterizzazione laser diretta delle polveri lavorano per strati come tutte le macchine con logica additiva. Ciò è reso possibile da un opportuno fascio laser che viene pilotato attraverso processi non presidiati e completamente automatici. Con tali sistemi è possibile la costruzione rapida di parti tecniche in materiali definitivi, sia di plastica che di metallo. Nel ciclo produttivo della sinterizzazione, il punto di partenza è costituito dalla scelta delle polveri, che possono avere diversa composizione e granulometria e che devono essere miscelate nelle percentuali richieste dalla composizione chimica del prodotto finale. La scelta della composizione e del dosaggio influisce in modo determinante sulla qualità del risultato finale ed è quindi un aspetto critico dell’intero procedimento. Le caratteristiche di un componente realizzato per sinterizzazione laser sono un’ ottima Pag. 15 NEWS Progetti Interreg SICUREZZA IN PISTA GRAZIE AGLI AIR BAG “DA MOTO” e Sei r gioni un ob ie tt ivo EUROPÄISCHE UNION Europäischer Fonds für regionale Entwicklung • Se ch sR UNIONE EUROPEA Fondo europeo per lo sviluppo regionale e ion eg n Z i el n ei Italien • Österreich Italia • Austria Prosegue il Progetto Interreg che diffonderà l’impiego della nuova protezione. A dicembre un meeting a Salisburgo illustrerà gli step di avanzamento. Sciatori muniti di Airbag per attutire le cadute in pista: questo è l’ambizioso obiettivo del progetto “Sviluppo di metodologie di prova e qualificazione di sistemi con tecnologie Airbag applicati a sciatori in pista” portato avanti da Dolomiticert, con i partner delle Università SULLA SCIA DEGLI EVENTI COMMEMORATIVI, IL PROGETTO SAFERALP PUNTA A REALIZZARE LA FERRATA DELLA MEMORIA e Sei r gioni un UNIONE EUROPEA Fondo europeo per lo sviluppo regionale ob ie tt ivo EUROPÄISCHE UNION Europäischer Fonds für regionale Entwicklung • Se ch sR e ion eg n Z i el n ei Italien • Österreich Italia • Austria Procede lo “Studio di una Linea Guida per la messa in sicurezza delle vie ferrate e dei sentieri attrezzati dell’arco alpino”, portato avanti dal Soccorso Alpino con il coinvolgimento di Dolomiticert, dell’Università di Salisburgo e del CAI. Lo studio - finalizzato a definire una metodologia uniforme per l’individuazione dei materiali, l’installazione, il collaudo e la manutenzione delle vie ferrate e dei sentieri attrezzati nelle aree alpine - sfocerà nella realizzazione di una FERRATA DELLA MEMORIA dedicata alle vittime del disastro del Vajont. Per “inaugurare” il disciplinare che di Salisburgo e Padova. Lo studio, che ha preso vita dalla considerazione che gli incidenti in pista hanno raggiunto cifre esorbitanti (20-25.000 casi a stagione nelle aree alpine italiane e 70.000 in quelle austriache), ha come obiettivo quello di studiare dei protocolli di prova per validare i dispositivi Airbag, in modo da incrementarne l’applicazione nelle discipline alpine. Forte dell’esperienza acquisita in ambito motociclistico, Dolomiticert ha così deciso di cimentarsi in questa sfida che porterà ad avere dispositivi con un peso ed un volume di ingombro ridotti, tanto da incentivarne il loro impiego. Il ruolo principale del laboratorio di Longarone, resta comunque quello di definire i protocolli di prova per la valutazione delle caratteristiche funzionali, strutturali e di protezione degli Airbag e di eseguire i corrispondenti test di laboratorio in base a tali protocolli. A tal fine, l’equipe di tecnici ha portato avanti un’approfondita ricerca riguardante il funzionamento e le caratteri- verrà redatto, infatti, i promotori del progetto hanno deciso di installare secondo i canoni individuati una nuova via che, sulla scia delle commemorazioni per i 50 anni della catastrofe, resti un ricordo indelebile dei caduti. della ferrata. In parallelo, gli Enti di Normazione avranno dei protocolli/disciplinari di prova sui quali basarsi per creare eventualmente una normativa armonizzata riguardante le vie ferrate. Calandoci nella parte più tecnica, il progetto si tradurrà nella caratterizzazione da una parte dei materiali e dall’altra dell’intera struttura da installare in parete. In questo modo sarà possibile fornire uno strumento quali-quantitativo in grado di certificare tutta la filiera della lavorazione e determinarne i livelli di sicurezza. Lo studio riguarderà anche la verifica della funzionalità delle vie ferrate sia per le manovre del Soccorso Alpino sia da un punto di vista antropometrico per favorirne la fruizione da parte degli atleti. La ricerca porterà anche a definire le metodologie di collaudo tecnico delle vie ferrate e dei sentieri attrezzati e di ogni loro componente (chiodi, anelli, funi, ecc...). Questo consentirà agli organismi responsabili dell’installazione di nuovi tratti o di rifacimento/ammodernamento di quelli esistenti di poter verificare la bontà dei componenti Considerando questi obiettivi, possiamo dire che, ad oggi, Dolomiticert ha individuato i componenti e i materiali utilizzati nelle vie ferrate da testare. Per i test, Dolomiticert si è munita di un acquisitore e tre celle di carico, oltre agli elementi metallici di officina funzionali al loro utilizzo. Queste attrezzature si renderanno necessarie sia per le prove di laboratorio, che per le prove outdoor previste sugli ancoraggi su roccia. In merito alla definizione dei protocolli di prova da applicare, invece, saranno necessari i dati relativi agli elementi di criticità delle ferrate esistenti. Questi dati, da reperire manualmente sul campo, sono tuttora in fase di acquisizione, in quanto l’attività è strettamente collegata alle condizioni atmosferiche ed ha subìto significativi ritardi a causa delle prolungate nevicate della stagione invernale 20122013 e conseguenti difficoltà di accesso ai percorsi. stiche tecniche dei dispositivi di protezione di tipo airbag e, come si diceva all’inizio, lo studio delle normative di maggiore interesse riguardante analoghi dispositivi di protezione già usati nel mondo delle due ruote. Grazie ad un’attività coordinata tra i partner, le Università di Salisburgo e Padova hanno eseguito delle prove in pista cha hanno permesso di acquisire importanti dati ora al vaglio del laboratorio e tutti i soggetti coinvolti hanno definito i parametri-dati antropometrici e biomeccanici che dovranno essere rilevati e quindi gestiti a partire dalle prossime sessioni di prova. Ci son tutte le premesse, quindi, per raggiungere l’ottimo risultato auspicato e per sapere le ultime novità basterà attendere il meeting “ICSS 2013 – 6° INTERNATIONAL CONGRESS ON SCIENCE AND SKIING ”, organizzato dall'Università di Salisburgo e che si terrà dal 14 al 19 dicembre 2013, nel corso del quale i tre partner hanno concordato di presentare il contenuto e i risultati provvisori. Il beneficio che deriverà dal progetto sarà l’accrescimento del know-how sulle caratteristiche dei materiali, dei componenti e di funzionalità da parte dei responsabili della realizzazione delle vie ferrate che avranno modo di potersi basare su una metodologia efficace ed unitaria per l’installazione ed il collaudo di nuovi tratti attrezzati e per la revisione di quelli già esistenti. Tali risultati potranno essere estesi ad altre realtà progettuali legate al turismo alpino come le palestre di roccia e gli ancoraggi su roccia. La linea guida comporterà un aumento dell’efficienza nel collaudo iniziale, nell’installazione e nella manutenzione delle vie ferrate che risulteranno sempre più sicure ed affidabili per l’utilizzo da parte degli escursionisti. Questo porterà ad un aumento della sicurezza in montagna ed al raggiungimento degli obiettivi di prevenire ed informare i potenziali utenti. Ciò indurrà un aumento del turismo nelle aree Alpine. Si potrà registrare una diminuzione degli incidenti e degli infortuni nella pratica alpinistica/escursionistica e un aumento della capacità operativa del Soccorso Alpino su questi percorsi. Progetti Interreg LINEA GUIDA PROFITBOOT: UN MANUALE DA UTILIZZARE PER LA SELEZIONE E LA REGOLAZIONE DEGLI SCARPONI DA SCI e Sei r gioni un ob ie tt ivo EUROPÄISCHE UNION Europäischer Fonds für regionale Entwicklung • Se ch sR UNIONE EUROPEA Fondo europeo per lo sviluppo regionale e ion eg n Z iel n ei Italien • Österreich Italia • Austria “Metodologie integrate di caratterizzazione di scarponi da sci e sciatori per l’incremento di sicurezza e comfort in pista” è il titolo del progetto guidato dal Technologiezentrum Ski und Alpinsport di Innsbruck ed appoggiato da Dolomiticert e dall’Università di Padova – Dipartimento di Ingegneria Industriale. Come esplicato dal titolo, l’indagine in questione si prefigge di studiare i protocolli di valutazione delle caratteristiche degli utilizzatori degli scarponi da sci e delle caratteristiche degli scarponi stessi per definire le linee guida concrete con le quali negozi, noleggi e centri assistenza possano consigliare al meglio la scelta dello scarpone ai fini della sicurezza dello sciatore. Ovviamente, tali linee guida forniranno preziose indicazioni ai produttori in fase di progettazione del dispositivo. Il progetto prende le mosse dall’aver riscontrato che una scelta inefficace dello scarpone da parte dell’utilizzatore, sia esso ULTIMI DETTAGLI PER IL CASCO DEL PROGETTO SAFE A HEAD e Sei r gioni un UNIONE EUROPEA Fondo europeo per lo sviluppo regionale ob ie tt ivo EUROPÄISCHE UNION Europäischer Fonds für regionale Entwicklung • Se ch sR e ion eg n Z i el n ei Italien • Österreich Italia • Austria Il Progetto Interreg, che ha ottenuto il finanziamento nel luglio 2011 si concluderà a maggio 2014: ecco gli ultimi sviluppi DICEMBRE 2013 Pag. 17 principiante, medio od atleta porterà ad una maggiore possibilità di lesioni in pista dovute all’imperfetto mix tra sciatore, scarpone e sci. Il timore di potenziali infortuni determinerà poi una diminuzione dei potenziali utilizzatori e una riduzione generale del mercato per tale dispositivo. L’obiettivo principale del progetto è lo studio integrato di protocolli di valutazione delle caratteristiche anatomiche e funzionali degli utilizzatori degli scarponi da sci, e di quelle degli scarponi stessi per definire delle linee guida concrete. Basandosi su di esse, infatti, negozi, noleggi e centri assistenza potranno consentire allo sciatore di giungere alla scelta dello scarpone più idoneo, ma anche di ottenere una migliore conoscenza tecnica del dispositivo, soprattutto per quanto concerne la regolazione. Le stesse linee tecniche daranno preziose indicazioni già nella fase di progettazione degli scarponi e consentiranno di realizzare dispositivi sempre più adeguati alle esigenze dei singoli sciatori. Sulla base del progetto, Dolomiticert sta concentrando la sua attività nella stesura dei protocolli di prova riguardanti i singoli test di laboratorio volti alla caratterizzazione e validazione sugli scarponi. Il Centro Tecnologico di Sci e Sport Alpini, Leader Project, si è occupato delle prove in campo per la valutazione degli angoli di ginocchio e caviglia in real time durante la fase di sciata con l’utilizzo di elettrogoniometri e di test passivi su pedana di forza Kistler per la valutazione del momento sull’articolazione della caviglia durante l’azione di spinta del tester sullo scarpone e degli angoli di caviglia e ginocchio. L’Università di Padova (P2) ha elencato precedenti esperienze relative allo studio di scarponi da sci con la dimostrazione di possibili metodologie di prova per la valutazione degli angoli di caviglia e ginocchio (metodo alternativo a quello proposto da Patrick Hofer) sia in laboratorio che in campo e per la valutazione del parametro flex; I partner hanno realizzato un’ulteriore sessione di prove in campo con l’applicazione di un protocollo di prova, finalizzato ad individuare il numero ed il tipo di tester e scarponi da utilizzare, le tipologie di attività da intraprendere durante la sessione di test, la strumentazione da utilizzare ed i parametri di maggiore interesse. Proseguono le analisi del progetto SAFE A HEAD finalizzate a realizzare un nuovo casco e una nuova maschera innovativi (leggeri, poco ingombranti, ergonomici, igienici e in grado di alloggiare componenti tecnologicamente avanzati) allo scopo di aumentare la diffusione e la sicurezza nella pratica delle attività sportive con particolare attenzione allo sci. Il progetto è iniziato nell’estate 2011, dopo che il Leader Project, Dolomiticert, aveva registrato le segnalazioni dei Maestri di Sci che denunciavano uno scarsissimo utilizzo dei caschi protettivi tra allievi e colleghi. Da qui, è nata l’intenzione dell’istituto di Longarone di studiare una protezione più confortevole e facilmente utilizzabile. Con il sostegno delle Università di Padova e Salisburgo i partner hanno condotto una serie di ricerche che spaziano dall’ambito normativo a quello del design, da un’accurata ricerca dei materiali alle verifiche meccaniche e di struttura per giungere al prototipo del casco ricercato. Nell’ultimo meeting transfrontaliero, i diversi attori hanno esposto l’evoluzione delle indagini. L'Università di Padova ha presentato l’analisi del comportamento all' impatto del casco. L’Università di Salisburgo ha verificato l’applicabilità di strumentazione tecnologica al casco e le conseguenti modifiche apportate dalla Storz Design GmbH, società di designer incaricata della progettazione del casco, al prototipo. Dolomiticert, dal canto suo, ha illustrato invece l’articolato studio eseguito sulle diverse caratteristiche dei materiali attualmente in commercio, utilizzabili nella prototipazione rapida, per individuare quali meglio si adatteranno alla realizzazione del casco. Gli ultimi step del progetto saranno dunque quelli di adattare il prototipo alla luce dei risultati ottenuti e, per questo, gli esperti si riuniranno a gennaio proprio nella sede della ditta Storz Design. Il progetto porterà alla creazione di un’innovativa Linea Guida Profitboot da utilizzare per la selezione e la regolazione degli scarponi da sci a seconda delle caratteristiche antropometriche, biomeccaniche, di genere, età, capacità e allenamento dei singoli utenti. Questo risultato contribuirà ad un sensibile incremento della competitività e delle relazioni economiche delle zone alpine, grazie allo sviluppo del know how e all’innalzamento delle conoscenze dei produttori di attrezzature per lo sci alpino, dei gestori di punti vendita e di noleggio di attrezzature sportive, ma anche degli sciatori stessi. L’iniziativa si tradurrà anche in un aumento della sicurezza nelle piste da sci e in una corrispondente riduzione del numero di infortuni e dei costi sociali nella pratica dell’attività sciistica. NEWS La nuova EN 795:2012: ecco le principali differenze con la versione del 1996 Il Comitato Tecnico CEN/TC 160 “Protection against falls from height including working belts” ha redatto la nuova Normativa riguardante i dispositivi di ancoraggio, EN 795:2012 che sostituisce la vecchia versione del 1996 con l’aggiornamento del 2000 (EN 795:1996 + A1:2000). Le modifiche più importanti che si possono rilevare sono relative al fatto che i dispositivi di ancoraggio descritti nell’ambito della normativa EN 795:2012 devono essere obbligatoriamente progettati per poter essere rimossi dalla struttura(infatti, come chiaramente indicato nell’Articolo 1 della Direttiva 89/686/ CEE, essi rientrano nella categoria dei quali Dispositivi di Protezione Individuale, definizione di DPI). Inoltre, tutti i dispositivi di ancoraggio intesi come DPI, nella nuova versione della Normativa Europea EN 795, sono soggetti anche alla limitazione che un solo operatore può essere collegato allo stesso dispositivo, sempre nell’ottica della definizione di Dispositivo di Protezione Individuale presente nella Direttiva Europea. Di seguito vengono passate in Dolomiticert informa rassegna tutte le differenze tra la nuova versione del 2012 e la vecchia versione del 1996 con l’aggiornamento del 2000: • è stata inserita un’introduzione che enuncia la filosofia della normativa in base alla quale i dispositivi di ancoraggio sono dimensionati per sostenere un carico dinamico di una persona, incluso l’equipaggiamento, mentre per il test statico si fa riferimento ad un minimo fattore di sicurezza di due; • nella parte riferita allo scopo della normativa, si specifica in maniera più marcata che i dispositivi di ancoraggio coperti da questa Normativa sono concepiti per essere utilizzati da una singola persona e che questi devono presentare la possibilità di rimozione dalla struttura fissa; • inoltre, sempre nel campo dello scopo vengono elencati i dispositivi non rientranti negli ambiti della Normativa, come i dispositivi di ancoraggio il cui utilizzo sia previsto per più di una persona, i dispositivi di ancoraggio da utilizzare in ogni sport od attività ricreativa, gli equipaggiamenti conformi alle normative EN 516 ed EN 517, elementi o parti di struttura che vengano installati allo scopo di utilizzare altri dispositivi di ancoraggio come ad esempio travature ed infine come gli ancoraggi strutturali; • termini e definizioni sono aggiornati grazie a nuovi esempi di dispositivi di ancoraggio coperti da questa normativa ed esempi di quelli non coperti dalla normativa stessa; • classi di dispositivi di ancoraggio (A, B, C, D ed E) sono state sostituite da tipi di dispositivi di ancoraggio (A, B, • • • • • C, D ed E) in modo da identificare in maniera molto più chiara le differenze tra i vari dispositivi di ancoraggio; la parte relativa ai requisiti è stata riscritta in modo da includere e/o rivedere i requisiti per i materiali, per la resistenza alla corrosione, per le corde/nastri, per la progettazione e l’ergonomia; anche la parte relativa ai requisiti specifici per i vari tipi di dispositivi di ancoraggio è stata aggiornata ed integrata con l’inserimento di due prove aggiuntive (prova di deformazione e prova di integrità dopo il test di resistenza dinamica); la parte relativa ai metodi di prova è stata integrata come detto con le due nuove tipologie di prova che nella versione precedente non erano presenti: in particolare i dispositivi di tipo A, B, C e D vengono adesso testati per deformazione, resistenza dinamica e integrità, resistenza statica mentre i dispositivi di tipo E vengono adesso testati per deformazione, performance dinamica, sospensione post-arresto e resistenza statica; il test di resistenza dinamica adesso richiede l’utilizzo di un cordino di prova realizzato con l’utilizzo di una corda dinamica da alpinismo secondo EN 892 di diametro 11 mm con i terminali realizzati da due nodi a bulino mentre nella vecchia versione veniva realizzata una corda in poliammide a torticcio di diametro 12 mm a tre trefoli secondo ISO 1140 con i terminali formati da asole di 75 mm realizzate per impiombatura dei trefoli a cinque passaggi; inoltre, l’altezza di caduta della massa da 100 kg è adesso • • • • • • determinata con un ulteriore test sul singolo cordino in modo da valutare l’altezza di caduta necessaria a determinare un picco di arresto di 9 kN mentre ella versione precedente della Normativa l’altezza di caduta viene determinata considerando una caduta di 2.5 m della massa prima dell’entrata in azione del dispositivo; sempre in riferimento alla prova dinamica si richiede ora espressamente (pur non rientrando nei requisiti della prova) di registrare il picco di carico sul punto di ancoraggio, la deflessione del dispositivo di ancoraggio e lo spostamento del punto di ancoraggio; la prova di resistenza statica adesso richiede che gli ancoraggi di tipo metallico vengano sottoposti da un carico di 12 kN mentre per gli ancoraggi che contengono parti di supporto in materiale non metallico il carico massimo deve essere di 18 kN mentre nella vecchia versione della Normativa non si fa tale distinzione ed anche il valore del carico massimo è differente; tutti i test di natura statica sono stati riscritti, aggiornati e rivisti; per quanto riguarda la marcatura si evidenzia il fatto che tutti i dispositivi devono essere marcati per l’utilizzo di una singola persona; sono stati aggiunti dei requisiti nelle informazioni che deve fornire il fabbricante ed è stato riscritto il testo delle informazioni minime richieste nel foglietto di accompagnamento del dispositivo; sono state inserite nuove e più chiare immagini raffiguranti esempi di dispositivi e configurazioni di prova. Dolomiticert informa DICEMBRE DICEMBRE 2013 Pag. 19 La Normativa TS 16415:2013 la specifica tecnica che regola i dispositivi di ancoraggio utilizzabili da più persone contemporaneamente Nel gennaio 2013 è stata redatta dal CEN la “Technical Specification” TS 16415:2013, una norma sperimentale che specifica i requisiti e i metodi di prova per i dispositivi di ancoraggio destinati all’uso da parte di più persone contemporaneamente. Anche in questo caso, i dispositivi di ancoraggio destinati all’uso da parte di più persone contemporaneamente devono obbligatoriamente essere rimovibili dalla struttura, così come descritto nella nuova versione della EN 795:2012. In questa specifica tecnica, si indica chiaramente che i dispositivi di ancoraggio destinati al collegamento di più persone contemporaneamente devono per prima cosa essere conformi alla EN 795:2012, andando a trattarli come dispositivi ad utilizzo personale, ed in seguito devono essere sottoposti a prova secondo i metodi descritti nella TS 16415:2013, che fanno riferimento al numero di persone massime collegabili per il singolo dispositivo di ancoraggio, così come specificato dal fabbricante. La norma CEN/TS 16415:2013 presenta sostanzialmente la stessa struttura della EN 795:2012, essendo presenti le stesse definizioni, la stessa classificazione dei dispositivi e le stesse tipologie di prove: le differenze principali rispetto alla EN 795:2012 risiedono nell’entità e nelle metodologie di applicazione dei carichi nelle prove di resistenza dinamica ed integrità e di resistenza statica e nel fatto che non viene eseguita la prova di deformazione. Con riferimento alla prova di resistenza dinamica ed integrità, il dispositivo deve essere sottoposto a prova utilizzando una massa di 200 kg collegata ad un cordino di lunghezza 1 metro con estremità cucite (la prova è valida per un dispositivo che prevede il collegamento di due utilizzatori contemporaneamente, avendo utilizzato una massa di 200 kg). Per ogni ulteriore utilizzatore previsto, viene eseguita la prova in confor- mità alla EN 795:2012, con il cordino di prova previsto da questa Normativa, lasciando appese le masse precedentemente utilizzate al dispositivo oppure applicando un carico statico equivalente (per esempio nel caso di un dispositivo che prevede il collegamento di 4 persone contemporaneamente, sarà eseguita la prima prova con cordino da 1 m e massa da 200 kg e successivamente due prove con cordino da 2 m e massa da 100 kg, mantenendo sempre le masse appese durante le prove successive). Una volta terminate le prove dinamiche, la prova di integrità consiste nell’incrementare il carico statico applicato al dispositivo fino a 600 kg per i primi due utilizzatori, più 150 kg per ogni utilizzatore aggiuntivo(per esempio nel caso di un dispositivo che prevede il collegamento di 4 persone contemporaneamente, per i quali come detto sono state effettuate tre cadute dinamiche con 200 + 100 + 100 kg, il carico statico finale da raggiungere per la prova di integrità è pari a 600 + 150 + 150 kg). Con riferimento alla prova di resistenza statica, i carichi previsti nella EN 795:2012 devono adesso essere incrementati di 1 kN per ogni utilizzatore oltre il primo(ad esempio, per quattro utilizzatori il carico statico è pari a 12 + 3 kN oppure 18 + 3 kN). NEWS Alessandro Spiezia e Ligino Boito con Melba Ruffo e Amedeo Goria ad “Uno Mattina Estate” VIVE CONGRATULAZIONI ALL’OTTICA SPIEZIA Con una festa ai Fori Imperiali, Alessandro Spiezia, da sempre amico di Certottica, ha tagliato il traguardo dei 45 anni di attività Nel cuore di Roma, affacciata a Piazza del Popolo, c’è la Chiesa degli Artisti dalla quale si accede ad una delle più famose strade dell’Urbe: Via del Babuino. Forse non tutti sanno che il nome della via risale a molti secoli addietro: nel 1571, infatti, Pio V fece edificare una nuova fontana per i cittadini nella quale venne eretta la statua del “Sileno”, divinità classica legata alle sorgenti. La statua divenne famosa tra gli abitanti per la sua bruttezza, tanto da essere paragonata ad uno scimmione: “er babuino”, soprannome dato dai romani alla statua, divenne così il nome della Via. Dopo questo curioso preambolo, torniamo alla storia più recente: vicino alla Chiesa degli Artisti, nei locali di Santa Maria in Montesanto, sin dal 1921 si inserì un piccolo esercizio commerciale di ottici, tramandato per due generazioni. Il 10 marzo 1967 l’esercizio venne rilevato da Alessandro Spiezia che ancor’oggi, al numero civico 199 di Via del Babuino, è uno tra i negozi più visitati e ricercati della capitale. In 45 anni di attività, Spiezia ha accolto numerosi personaggi come Federico Fellini e Giulietta Masina, il Maestro Mario Monicelli e “Gigi” Magni, Pietro Germi e Marcello Mastroianni e anche un illustre ospite da oltreoceano: l’ex Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton. Nella sua vita, dedicata al mondo dell’ottica, ha partecipato per anni ad Uno Mattina, fornendo indicazioni sulle correzioni con gli occhiali, sulla contattologia, sull’esposizione ai raggi solari, e via dicendo. Oggi in Via del Babuino è però più facile trovare un altro Spiezia: il figlio di Alessandro, Luca, che, seguendo le orme del padre, si è specializzato per tramandare la tradizione di famiglia, mantenendo la professionalità e la competenza che in tutti questi anni hanno distinto l’Ottica. Certottica si congratula per il traguardo raggiunto, e augura ancora lunga vita al locale storico della nostra Capitale. Periodico di informazioni tecniche CAPOREDATTORE: Angela Da Rolt ANNO XVIV EDIZIONE DICEMBRE 2013 Alessandro Spiezia con Bill Clinton NEWS Z.I. Villanova, 7 32013 Longarone (BL) Tel. +39.0437.573157 Fax +39.0437.573131 www.certottica.it [email protected] Direttore responsabile Luigino Boito Autorizzazione del Tribunale di Belluno nr. 7.11.1994 Sped. in abb. 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