Il talento, il nonno sprint, le sorelle Ecco tre storie di

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Il talento, il nonno sprint, le sorelle Ecco tre storie di
Sport Varie 53
L’ECO DI BERGAMO
MARTEDÌ 2 FEBBRAIO 2016
Il talento, il nonno sprint, le sorelle
Ecco tre storie di Marcialonga
Sci nordico. Guglielmo Rinaldi, che compirà 80 anni il 25 maggio, è il veterano dei bergamaschi: «Che emozione
quando è calato il buio». Leonardo Capelli ha solo 13 anni, l’ex azzurra Elisa Balduzzi ha portato Marisa e Giovanna
MAURO DE NICOLA
«Marcialonga, crociata
di uomini che si ribellano all’agonia della vita moderna». Il
primo motto della mitica maratona sciistica sintetizza alla perfezione l’impresa di Guglielmo
Rinaldi che alla «tenera» età di
ottant’anni (ad onor del vero li
compirà il prossimo 25 maggio)
domenica si è sciroppato tutti i
70 km della skimarathon più
famosa. È il più âgée dei 201
«bisonti» bergamaschi presenti
e vanta una striscia di ben 26
partecipazioni. «La mia prima
volta fu nel 1988 spinto dalla
curiosità e dalla mia passione
per le “mission impossible”»,
ricorda il portacolori dello Sc
Clan2 di cui è il presidente. Partito poco dopo le nove da Canazei è arrivato a Cavalese alle sette di sera. «Sono stato sotto le
dieci ore, non male direi alla mia
età. Il momento più bello è stato
dopo il tramonto quando ho
sciato al buio. Per lunghi tratti
il percorso era illuminato da
fiaccole e qualcosa vedevi, ma
sulla salita finale della Cascata
sono finito nel buio totale.
Un’esperienza unica ed emozio-
nante: da solo nella notte con il
silenzio assoluto rotto solo dal
fruscio degli sci. E per fortuna
che lo sentivo, perché l’unico
modo per sapere dove andare
era… seguire il rumore dei concorrenti che mi precedevano.
Non li vedevo ma li sentivo! Poi,
arrivato in cima, uno spettacolo
indescrivibile: lungo le strade di
Cavalese un muro di gente che
ti incitava con urla e campanacci
e ti spingeva verso il traguardo.
A un certo punto mi sono sentito chiamare: erano gli amici dei
miei figli che, partiti con me,
erano arrivati già da un po’. Mi
hanno dato una bandiera tricolore con scritto “W NONNO GU
1936” con la quale ho fatto gli
ultimi metri. La gente sembrava
impazzita. È stato un cinema, un
momento indimenticabile. Ce
l’ho fatta ad arrivare un quarto
d’ora prima dell’ultimo concorrente lasciandone indietro ben
diciannove e tutti più giovani.
Bisonte sì ma grigio! – chiosa –
credevo di essere già vecchio
alla mia prima partecipazione
e sono arrivato a ventisei. Sull’ultima salita mi dicevo basta,
è l’ultima. Ma, tagliato il tra-
Leonardo Capelli: il ragazzo di Parre è una promessa del fondo
guardo, questi propositi sono
andati a farsi friggere. Credo
proprio che non mancherò alla
ventisettesima».
L’età e l’esperienza fanno da
trait d’union con Leonardo Capelli, uno dei più giovani fondisti bergamaschi presenti alla
Marcialonga capace di portare
i colori orobici al successo nella
L’esultanza di Guglielmo Rinaldi sul traguardo FOTO NEWSPOWER.IT
Marcialonga Young Ragazzi,
una delle manifestazioni di contorno dedicata agli Under 14.
Infatti il giovane portacolori
dello Sc 13 Clusone deve la sua
passione per gli sci stretti alle
tante trasferte fatte da queste
parti per seguire le gesta di nonno Marcello che fin da piccolino
se lo portava dietro in quella che
è una tradizione di famiglia visto
che anche papà Gianluca vanta
numerose partecipazioni alla
mitica skimarathon fassana.
«Siamo un bel gruppo noi del
Marathon Nordic Ski Team e
questa è un trasferta ormai irrinunciabile. Io sono alla mia 7ª
edizione mentre papà Marcello
è un “senatore di fatto” visto che
ha preso il via quarantuno volte
su quarantatré. La nostra passione ha contagiato Leo che sta
dimostrando di avere stoffa dato
che quest’anno ha vinto due titoli regionali di categoria». Tredici anni, di Parre ma iscritto in
3ª media a Clusone «così sta con
gli amichetti del fondo», Leonardo non è nuovo a queste imprese visto che a dicembre ha
vinto la Mini Sgambeda di Livigno «dimostrando che ha pro-
prio preso da noi», conclude orgoglioso il papà.
Per proseguire nel file rouge
che lega la partecipazione orobica alla Marcialonga come non
ricordare che la prima allenatrice di Leonardo Capelli al 13 Clusone è stata Elisa Balduzzi, ex
azzurra del fondo e già 4ª assoluta nel ’95, che quest’anno per
la prima volta ha partecipato in
compagnia di Marisa e Giovanna, due delle sue sei sorelle «tutte fondiste – ci tiene a precisare
– così come la maggior parte dei
nipoti. Volevamo farla insieme
per farci compagnia quindi al
10° km ci siamo aspettate e abbiamo proseguito fino alla fine.
Certo, da bisonti a… zombie visto le condizioni in cui abbiamo
trovato il tracciato, ma poco importa così come non è importante il piazzamento attorno alla 500ª posizione. Ciò che conta
sono le quasi sette ore passate
insieme. Non abbiamo perso un
solo ristoro. Abbiamo mangiato
e bevuto e ci siamo divertite un
sacco. Alla faccia dei nostri mariti che, ormai rassegnati, ci
hanno aspettato a casa».
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Le sorelle Balduzzi: alla Marcialonga erano in tre ma in tutto sono sei
Teocchi: «La bici col motorino? Veramente triste»
Il caso
Ciclocross, l’orobica dopo i
Mondiali: «Sospetti? No, ma
fece discutere un video di Van
Den Driessche agli Europei»
«Che la bicicletta fosse
truccata non ci sono dubbi, a questo punto rimane da scoprire la
verità: Femke era a a conoscenza
dell’inganno o no, come sostiene?». La riflessione è di Chiara Teocchi, 19 enne di Ponteranica che
sabato sul circuito di Zolder, in
Belgio, ha corso a fianco dell’atleta
di casa Femke Van Den Driessche,
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«pizzicata» con un motorino sulla
bici. «Alla partenza eravamo appaiate, lei aveva il numero 5, io il
42, ma lo speaker ci ha chiamato
contemporaneamente». Nessun
sospetto? «Assolutamente no.
Non la conoscevo di persona,
l’avevo intravista alle partenze e in
qualchemomentodigara.Nelcorso della stagione con lei ho partecipato ai più importanti appuntamenti: quattro prove di Coppa del
Mondo, Superprestige, Europeo
e, sabato, appunto il Mondiale.
Qualche perplessità l’ha destata in
occasionedell’EuropeoinOlanda.
Lo lascia intendere un video in cui
è protagonista di progressioni agili, che su un percorso come quello
erano pressoché proibitive. Quel
giorno in effetti Van Den Driessche vinse, io mi piazzai ottava,
senzapensarenemmenolontanamente che ci fosse qualcosa di irregolare, emerso comunque sabato sul circuito di Zolder».
Oltretutto non è che abbia fatto
chissà quale gara: sempre nelle
retrovie. Chiarisce Chiara: «Pur
riconoscendo che non ho disputatounagarabrillante,ancheperché
non stavo bene, penso di essermi
difesa discretamente, diversamente, è vero, della belga, che si è
Chiara Teocchi, 19 anni
persa nelle ultime posizioni tanto
da essere costretta al ritiro».
Femke ha dichiarato di avere
presopersbagliodalboxdelBelgio
unabiciclettanonsua.«Hosentito
anch’io - aggiunge Chiara -. Si suppone che ne abbia fatto uso un suo
amico con il quale si allena frequentemente e che, sbadatamente, l’ha lasciata nel box causando
il disguido». Gli facciamo notare
che la giustificazione fatica a stare
in piedi: «Certo, visto che è emerso
un trucco nel movimento centrale. Tuttavia non intendo entrare
nel merito delle responsabilità,
dico soltanto che quello che è suc-
cesso è davvero triste». Intanto la
Wilier Triestina prende le distanze: «Siamo letteralmente esterrefatti - afferma Andrea Gastaldello,
ad dell’azienda italiana che produce bici -: in qualità di principale
sponsor tecnico, ci sembra doveroso prendere le distanze. La nostra società si riserva di intraprendere azioni legali contro l’atleta e
gli eventuali responsabili».
Per l’atleta di Andrea Ferrero si
apre un mese di riposo: ritorno in
sella il 6 marzo a Bardolino, con la
mountain bike Bianchi.
Renato Fossani
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