CERI Ogni anno, il 15 maggio - vigilia della morte dei Patrono S

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CERI Ogni anno, il 15 maggio - vigilia della morte dei Patrono S
CERI
Ogni anno, il 15 maggio - vigilia della morte dei Patrono S. Ubaldo, si celebra a Gubbio la festa dei Ceri. Sono tre
colossali macchine di legno, formate da due prismi ottagonali appuntiti alle estremità, sovrapposti e attraversati da
un'asse; confitti e incagliati al centro di una tavola, chiamata " barella " a cui stanno fissate delle antenne trasversali a
guisa di un'acca maiuscola, che si posano sulle spalle dei ceraioli. In cima, ogni Cero, porta una piccola statua: S.
Ubaldo per il Cero dei muratori - S. Giorgio per il Cero degli altri artigiani e commercianti - S. Antonio Abate per il Cero
dei contadini. Questa la descrizione arida e fredda. Ma quei Ceri portati da uomini forti, quasi invasi da umano e sacro
furore, corrono come in un volo agile e potente: per le ampie strade e piazze monumentali, per le discese paurose e le
ardue salite, fino alla
suprema ascensione (simile a una scalata di giganti) al monte e al Santuario del Patrono che ogni anno attende quasi
tra le sue
braccia benedicenti la corsa affettuosa dei suoi figli anelanti ed ansiosi.
Orgiastica, impressionante corsa, misteriosa sintesi di sacro e di profano, simbolo di forza e di fede. l'origine è oscura:
rievocazione ancestrale della festa pagana in onore della dea Cerere? Ricordo trionfale dei Carroccio che vide intorno a
sé il valore e le vittorie di questa gente forte? Trasformazione simbolica di un'offerta di cera, di un omaggio luminoso e
ardente al Protettore tanto amato e invocato? ... Essa è per certo una festa dei sangue di un popolo, forte e lieto; essa
fa parte di un patrimonio che si perde nei secoli, di una tradizione in cui confluiscono indubbiamente gli elementi
umani e spirituali, sacri e profani, che costituiscono il fondo e la vicenda indistruttibile di un popolo "dalle molte vite".