Space food alla piemontese

Transcript

Space food alla piemontese
N U M ER O 4
2015
aerospazio
Space food alla piemontese
P
L’ECCELLENZA GASTRONOMICA DELLA NOSTRA REGIONE SI ESPRIME
ANCHE NEL RIFORNIMENTO DEI VIVERI PER GLI ASTRONAUTI CHE RESTANO
IN ORBITA PER MOLTI MESI
er qualche giorno ha campeggiato in piazza San
Carlo un gigantesco cartellone pubblicitario con
un’astronauta che sorseggiava un caffè ed una
frase, “Torino ha conquistato lo spazio con il suo
espresso”. Dietro l’annuncio vi è un’importante collaborazione tra Lavazza e Argotec, che ha permesso la costruzione
della prima macchina da caffè espresso per lo spazio, la Isspresso, usata dall’astronauta italiana Samantha Cristoforetti sulla Stazione spaziale internazionale (Iss).
Argotec, azienda aerospaziale torinese già attiva in settori come
l'addestramento del personale di terra e la progettazione di hardware avanzato, non si è occupata solo di caffè ma è uno dei
riferimenti europei dell’Agenzia spaziale europea (Esa) per la
fornitura di cibo per gli astronauti dell’Iss.
Per i droni l’Italia è in prima linea
Finmeccanica è presente in Piemonte con 4mila addetti, tra
Alenia Aermacchi e Selex Es, e genera ricavi complessivi superiori a 1,5 miliardi di euro. È la più grande azienda aeronautica
italiana, uno dei principali player a livello mondiale ed esporta
circa il 70% dei propri prodotti. Opera in Piemonte in quattro
stabilimenti: quello storico di Torino corso Marche, i due attigui
all’aeroporto di Torino-Caselle (Nord e Sud), e quello di Cameri (Novara). L’azienda fattura circa 8 miliardi di euro l’anno con
15mila lavoratori. Il responsabile Marketing e comunicazione
Marco Valerio Bonelli ha risposto ad alcune domande.
La partecipazione di Finmeccanica è ormai al 36% nel consorzio Eurofighter. Come si configura la recente vendita al Kuwait
di 28 esemplari - il cui 50% dell'introito arriverà in Italia - del
cacciabombardiere Eurofighter Thyphoon?
Alenia Aermacchi (AA) ha guidato la negoziazione con
gli arabi e, in base agli accordi con gli altri partner del consorzio internazionale (Bae Systems e Airbus Ds), l’assemblaggio sarà a Caselle. A Torino già si realizza l’ala sinistra,
oltre alla fusoliera posteriore dell’aereo con la britannica
Bae Systems, si progettano e integrano importanti sistemi
di missione e tutto il sistema propulsivo dell’aereo. Negli
stabilimenti di Torino e di Caselle, su circa 3.000 addetti,
oltre 1.500 sono impegnati per Eurofighter e ulteriori 500
persone lavorano per il Typhoon nel resto d’Italia.
30
A che punto è il programma Jsf F 35, che prevede a Cameri (No)
l’assemblaggio di 117 aerei (90 per le Forze armate italiane), la
realizzazione di 835 ali (il 35% circa della cellula) e la manutenzione di questi velivoli più quelli americani e di eventuali
altri paesi dell’aerea euroasiatica?
La Faco di Cameri è uno stabilimento di proprietà del Governo italiano gestito da AA attraverso convenzioni con la
Difesa. A Cameri il programma di produzione, già avviato,
è pianificato fino al 2035 mentre il programma di manutenzione andrà oltre il 2045. Oggi lavorano a Cameri circa 800
persone che saranno 1.400 nel 2020 (si stima un ritorno di
8 miliardi di euro per assemblaggio e produzione, n.d.r.).
Qual è la situazione nel settore dei cosiddetti “droni”?
“L’Italia è in prima linea. In campo civile, dopo aver effettuato lo scorso giugno un primo test per la sicurezza del volo
dei velivoli senza pilota negli spazi aerei civili nell’ambito
del programma europeo Midcas, sempre con uno Sky-Y è
stato effettuato il primo volo con la partecipazione dell’Ente nazionale assistenza al volo (Enav). La prova rientrava
nell’ambito del più ampio progetto Mediterranean Atm live
exercise (MedAle) della Commissione Ue. Con lo scopo di
verificare la fattibilità dell’integrazione dei velivoli non pilotati (Rpv), negli spazi aerei civili il personale dell’Enav
Il cibo spaziale in versione terrestre
nella pagina a lato, il cartellone pubblicitario in piazza San Carlo
ha eseguito una
d imost r a z ione
simulando una
normale procedura di controllo del traffico civile con lo Sky-Y
in volo, comprese le tipiche interazioni con il
normale traffico
aereo e testando procedure di
emergenza.
E per quanto riguarda i droni per la difesa?
Nel settore difesa abbiamo testato la scorsa primavera, in
Italia, il Neuron, il programma per studiare le tecnologie
da applicare ai Sistemi da combattimento aereo non pilotati (Ucas), realizzato con i francesi di Dassault e altri partner
europei. Un dimostratore di tecnologie straordinario con
prestazioni e caratteristiche innovative. Il futuro è il progetto Male 2025, cui partecipano i big player dell’industria
aeronautica Airbus, Dassault e Finmeccanica, velivolo non
pilotato da media quota e lunga autonomia per impieghi
civili e militari, pensato per operare anche negli spazi aerei
utilizzati dal traffico di linea.
I primi cosmonauti russi e americani, che dovevano rimanere nello spazio per un tempo limitato, avevano a
disposizione viveri di “mera sopravvivenza”, costituiti da
qualche tubetto riempito con impasti vari. Gli esploratori spaziali attuali permangono nello spazio per mesi e
hanno necessità di nutrirsi con pasti completi e saporiti
che costituiscono anche un valido supporto psicologico
per chi è a 400 chilometri dalla Terra. Ogni piatto viene
prodotto seguendo preferenze e tradizioni dell'astronauta, ma entro rigidi standard definiti dalla Nasa.
Lo space food deve essere biologico, privo di coloranti e
conservanti, contenere limitate quantità di sale e di zucchero. Rimanere per mesi in condizioni d’assenza di
gravità accelera fortemente l'invecchiamento cellulare, il
deperimento della muscolatura e la decalcificazione delle
ossa. Per ridurre e prevenire questi fenomeni sono utili
alimenti antiossidanti ricchi di calcio, vitamine e proteine.
Sulla stazione spaziale non vi sono frigoriferi: i viveri devono potersi conservare per almeno due anni a
temperatura ambiente (24°C): ciò è possibile attraverso particolari processi conservativi di liofilizzazione o
termostabilizzazione.
Il cibo spaziale deve poter essere preparato e mangia-
L’aziende punta ancora sui “liners” e i derivati per il pattugliamento marittimo?
L’impegno nel campo degli aerei di linea continuerà a
essere fondamentale e da gennaio AA sarà riorganizzata - dopo la fusione in Finmeccanica - come settore aeronautico del gruppo con due divisioni operative: una per
i velivoli militari e una per le aerostrutture. La Divisione
aerostrutture è dedicata ai principali programmi di Boeing e Airbus e per gli Atr negli stabilimenti del sud Italia,
mentre quella per gli aerei militari è concentrata al nord:
Torino, Cameri e Venegono. Per quanto riguarda gli Atr
72-MP per l’Aeronautica militare e realizzati a Caselle, con
l’integrazione del sistema di missione di Selex ES e di tutta la sensoristica, la prima consegna è prevista a primavera
del prossimo anno.
Quale ruolo futuro per il Piemonte?
Gli stabilimenti piemontesi di Finmeccanica sono e rimarranno uno dei fulcri dell’azienda anche nel prossimo futuro. L’industria aeronautica ha un ciclo d’investimenti molto
lungo che, se ben indirizzato, anche in ottica di un progressivo aggiornamento dei programmi già sviluppati, garantirà ritorni a lungo termine. (ab)
www.aleniaaermacchi.it/it/
http://goo.gl/3VPy77
www.eurofighter.com/
31
N U M ER O 4
2015
aerospazio I Space food alla piemontese
Nasce a Caselle
il paracadute di Exomars
L'Aero Sekur è una media impresa. Ha 230 occupati, un fatturato di circa 40 milioni di euro e sede ad Aprilia (Lt). Ha scelto
di spostare la Divisione spazio e innovazione - ossia le attività
di ricerca e sviluppo - a Caselle Torinese. L’azienda aderisce
al Distretto aerospaziale e al Polo tessile e ha in programma
l'adesione al Polo di meccatronica.
“La scelta di Caselle - spiega Marco Adami, direttore della Divisione - è stata dettata da considerazioni strategiche. I
prodotti di punta della nostra azienda, infatti, sono strutture
gonfiabili e il futuro dell'esplorazione umana dello spazio è
rappresentato proprio da tali tipi di materiali”.
Il cliente principale per lo spazio dell’azienda, infatti, è Thales
Alenia Space Italia di Torino. Aero Sekur partecipa inoltre a vari
programmi del Distretto aerospaziale e dei Poli d’innovazione.
Per il programma Exomars Aero Sekur ha consegnato a Tas
il paracadute (nella foto) che frenerà la discesa del modulo
sulla superficie marziana per la missione che sarà lanciata nel
2016,e i filtri antibatterici per garantire la sterilità del modulo
stesso. Per la fase del 2018 dovrà realizzare il sistema di 4
paracadute e i filtri antibatterici.
In campo aeronautico, Aero Sekur ha sviluppato un piccolo
drone dal peso di 5 chili (un’ora di autonomia, velocità massima di 60 chilometri orari, volo a 800 metri di quota con 2
chili di carico utile) che ha sostituito le ali "tradizionali" con un
paracadute alare. L’azienda sta sviluppando anche un veicolo
automatico Uxv. La sede di Caselle, aperta nel 2013, attualmente occupa 12 dipendenti, di cui 7 giovani con un'età media di poco superiore ai 30 anni. Cinque di loro sono laureati
presso il Politecnico di Torino. (ab)
www.aero-sekur.com
32
to facilmente. L'equipaggio ha infatti a disposizione
per scaldare il cibo solamente una valigetta dotata di
resistenze elettriche.
Tutti i viveri consumati sulla Iss non devono fare briciole, che in assenza di gravità potrebbero muoversi in
modo incontrollato, danneggiare o interferire con la
strumentazione di bordo e perfino essere inalati dagli
astronauti causando gravi problemi.
Il cibo spaziale ha costi elevati derivanti dalla ricerca,
dalla qualità altissima dei prodotti di base, dalla produzione ristretta e personalizzata per ogni vivanda da
team di medici, nutrizionisti, fisiologi e cuochi. Anche
il confezionamento incide fortemente sui costi finali: i
cibi termostabilizzati o liofilizzati vengono impacchettati in buste multistrato di alluminio completamente
isolanti e antirottura.
In particolare, l’eccellenza alimentare piemontese è
evidente con il così detto bonus food, ovvero la razione
Agricoltura e soccorso alpino
per i micro-droni multiuso
Un tema caldo quello dei micro-droni - oggetti volanti di peso
e dimensioni ridotte in grado di compiere missioni autonome, in assenza di pilota (nella foto) - che solleva questioni di
sicurezza degli spazi aerei. Una possibile soluzione esiste ed
è piemontese. Sviluppato dal Centro di ricerca partecipato da
Regione Piemonte (Csp), il sistema per il volo in autonomia
ideato in anni di ricerca applicata permette di “garantire”
la pianificazione e l’esecuzione di un volo in automatico in
qualsiasi circostanza.
“Una soluzione che oltre a offrire il massimo grado di controllo e, dunque, di sicurezza - spiega il direttore della Ricerca Andrea Molino - permetterebbe agli enti di competenza, come Enac, di essere sempre a conoscenza dei piani di
volo, mettendo così in atto strategie di controllo del traffico
aereo anche per i microdroni, garantendo sicurezza anche
speciale consumata sulla Iss nelle grandi occasioni.
Come già è avvenuto per gli altri settori tecnologici, le
esperienze maturate in campo alimentare spaziale potranno trovare applicazione anche in ambito terrestre,
in particolare in quelle situazioni in cui i cibi debbano essere nutrizionalmente bilanciati, avere un package
ridotto per una conservazione a lungo termine ed essere preparati e consumati in modo semplice e veloce.
Argotec ha lanciato una linea di prodotti alimentari,
chiamata “ReadytoLunch”, che potrà essere usata per
regate oceaniche, attività estreme e spedizioni in ambienti ostili. (ma) n
www.argotec.it
www.esa.int/ita/ESA_in_your_country/Italy
con droni operanti in contemporanea negli stessi spazi”.
I microdroni sono estremamente facili da gestire con strumenti comuni come smartphone o tablet e possono portare
in volo telecamere ad alta risoluzione, sensori per il rilevamento di dati ambientali inseriti in architetture Internet of
things (Iot) e ogni altro oggetto utile alla raccolta di dati.
Molti gli ambiti in cui i microdroni sono entrati: dall’agricoltura
di precisione alla protezione civile, con progetti come il sistema automatico di localizzazione e avvistamento escursionisti
in aree remote montane “Salveremo”, sviluppato da Csp in
collaborazione con il Mesap e con il coinvolgimento degli enti
preposti al soccorso alpino e alla protezione civile. (ab)
www.csp.it
Il drone Sky-Y in mostra statica all'Aerospace & Defense Meetings
33