arredo urbano esterno

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arredo urbano esterno
ARREDO URBANO ESTERNO
Con la locuzione arredo urbano si indica uno specifico ambito progettuale e di ricerca che provvede ad
attrezzare gli spazi pubblici urbani con manufatti fissi o mobili funzionali, e nel migliore dei casi inseriti in
una immagine coordinata della città. L'arredo urbano si occupa delle problematiche e del disegno degli
spazi a verde pubblico, della segnaletica e dei dissuasori, dell'illuminotecnica urbana, ed in genere di
qualsivoglia manufatto a destinazione pubblica che trova collocazione nella città a complemento del
disegno urbanistico ed architettonico. Con l’arredo urbano si intende arredare spazi pubblici sia nel traffico
della città, sia in oasi naturali all’interno delle città stesse. I parchi infatti sono curati da questo settore
progettuale in modo molto preciso alla stessa stregua delle zone cittadine. Molti architetti e designer si
occupano di questo ambito e la tendenza degli ultimi anni dimostra una particolare attenzione all’uomo e
al suo rapporto con l’ambiente. Si cerca infatti di creare un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente, in
modo che l’uomo sia inserito nell’ambiente che lo circonda con armonia. L’ambiente deve essere adattato
all’uomo e l’uomo deve cercare di inserirsi nell’ambiente che lo circonda.
Una delle organizzazioni più importanti e che operano attivamente sul nostro territorio è costituita da
ESTERNI. Esterni propone molte iniziative ed è proprio l’esempio di un tentativo di profondo rispetto
dell’ambiente e dell’uomo, come elemento integrante dell’ambiente stesso. Esterni propone un modo per
sopravvivere nelle città in questo stato di emergenza, progettando per il futuro una rivoluzione degli spazi
pubblici e del loro utilizzo; chiama a raccolta tutti i cittadini per proporre idee e progetti che
contribuiscono a costruire una città a misura d'uomo.
Tra le ultime iniziative e innovazioni che propone Esterni troviamo:
Micro dimore mobili e incubatori di servizi ambulanti
Casette-atelier per il mondo del marciapiede realizzate in legno di
abete, provviste di ripiani, scaffalature, sedute, finestre e ampia
apertura frontale a davanzale. Possibilità di illuminazione e
riscaldamento / condizionamento e di personalizzazione con
verniciatura e copertura tetto. Disponibilità di varie metrature a
partire da mq 2. Gli utilizzi ideali potrebbero essere concretizzati in
brevi residenze, spazio ufficio con reception, spazio espositivo
itinerante, biblioteca, negozio ambulante, bar ristorante.
Oltre il cantiere
Recinzioni naturali. I cantieri normalmente recano disagio a chi
vive e lavora nella zona, ma possono essere un’occasione di
integrazione con il quartiere e di valorizzazione dell’area
adiacente.Cascata d’acqua, giardino pensile, galleria d’arte open
air. Studiato per cooperative e imprese decise a collaudare una
qualità sostenibile della vita urbana anche in condizioni di
emergenza.
Agenzia immobiliare di spazio pubblico
Come e perché affittare luoghi all’aperto. Un servizio per ogni città
che individua l’utilizzo degli spazi pubblici per incontri privati e
sociali più o meno allargati. Marciapiedi, aiuole, crocevia e
sottoviadotti possono essere impiegati per incontri di lavoro, lezioni,
assemblee, cene, ritrovi, feste, festival. Informazioni sulle location
disponibili e prenotazioni sempre aperte. Per scoprire strada
facendo, nuove prospettive e interessi.
Mobilità urbana ottimizzata
Sistema di trasporto ad evoluzione controllata. I mezzi di trasporto
sono per lo più sovradimensionati, causano isolamento e provocano
inquinamento e malessere. Il sistema ottimizza impiego, capacità e
percorsi dei mezzi urbani e crea nuove occasioni di incontro. Articoli
già collaudati: attività su bicicletta proiezioni, traslochi, mostre e
artigianato, autostop point fermata pubblica per uno spostamento
privato, metro-café carrozza attrezzata a bar con sedute per
condividere attivamente un percorso sotterraneo mini traini carrellini
da bicicletta per computer, bagagli e attrezzi di lavoro dolce attesa
pensiline attrezzate con ristori, spettacoli, conferenze, presentazioni,
giochi, risciò e pedalò per coprire brevi distanze e muoversi in gruppo
nelle isole pedonali. Sistema di trasporto per muoversi insieme.
Bed sharing
Sistema organizzato di scambio ospitalità. Avere casa ovunque
si vada. Un centro di smistamento collega domanda e offerta di
posti letto in tutte le città per brevi soggiorni; il turista e la
famiglia ospitante potranno scegliersi, prima di stipulare un
contratto di scambio, in base a interessi, abitudini, luogo di
provenienza. Il progetto è destinato a valorizzare la zona in cui è
posto in essere sotto il profilo culturale e turistico. Sottintende la
partecipazione attiva dei cittadini e dei pubblici esercizi che
potranno aderire offrendo sconti e agevolazioni. Tempo di
attivazione: dalla firma del contratto 90 giorni.
Fortemente raccomandato ai comuni in cerca di rilancio turistico
e rivitalizzazione.
Intrattenitore urbano
Addetto alle relazioni pubbliche di piazza. Una nuova professione
destinata ad incrementare il tasso di occupazione. L’intrattenitore
urbano è animatore instancabile, esperto conoscitore del
territorio, abile conversatore, spirito libero, accompagnatore
discreto, addetto al breve conforto, a una partecipazione
permanente, al servizio di tutti per affiancare, consigliare,
indirizzare, ascoltare, collaborare. Figura preziosa e insostituibile,
conferisce una nota familiare anche a manifestazioni, fiere,
eventi. Si offrono corsi di formazione per nuovo personale,
oppure interventi temporanei con personale di esterni. Adatto
particolarmente ai centri urbani ad alto tasso di stress e
alienazione.
Percorsi sperimentali di integrazione
Segnaletica e complementi di arredo. Una diversa concezione
di arredo urbano aiuta a rivedere i comportamenti oltre che a
scoprire nuovi percorsi stradali, non più luoghi di
attraversamento sospesi tra un impegno e l’altro, ma spazio
vivo dove poter rallentare, sostare, cercare nuove complicità.
Melting Point, socializzazione indotta, procedere a passo di
danza, marciapiede modificato sono solo alcune delle
proposte per una nuova integrazione.
Zebrash
Strisce pedonali portatili con distributore. Strumento base
nell’attrezzatura del pedone metropolitano: infonde sicurezza
e autonomia, ispira fiducia ed aggrega nuovi aspiranti di
attraversamento. Simbolo internazionale di occupazione del
suolo pubblico, permette di creare nuove isole pedonali, oltre
che attraversare strade e piazze anche dove l’impresa
sembra impossibile.
Si consiglia l’installazione di distributori automatici in
corrispondenza dei punti nevralgici.
Movimento centrifugo
Tutte le zone della città sono centro e periferia. Un calendario
scandisce una turnazione secondo la quale i luoghi della città
diventano centro in un determinato periodo dell’anno. La
cittadinanza riporta a nuova vita le diverse zone spostandosi, come
una forza centripeta, in una zona più o meno estesa. Progetto
mirato che individua i luoghi i più adatti e meno tradizionali
studiando attività ed eventi con associazioni, servizi pubblici ed
esercizi commerciali. Ideale per le amministrazioni pubbliche,
rafforza il senso di appartenenza e offre a tutta la città le stesse
opportunità di sviluppo.
Turismo indigeno
Itinerari poco classici per residenti curiosi. Non tutti conoscono la propria
città. Se da una parte la privatizzazione degli spazi pubblici avanza, dall’altra
il disinteresse e l’abbandono rendono impraticabili altri luoghi. Il progetto
aiuta a sviluppare l’integrazione, il senso di accoglienza e restituisce vivibilità
alla città.
Indispensabile per le amministrazioni locali. Raccomandato anche ai privati,
gruppi e associazioni.
Oggetti di tutti
Multiproprietà mobile. Oggetti di uso comune che aiutano ad
acquisire una diversa consapevolezza degli “spazi” pubblici e del loro
valore, come se fossero propri. Favoriscono l’incontro, la
socializzazione e il rispetto; sviluppano il senso di responsabilità e la
capacità di condivisione. Alcuni esempi sono: ombrello di tutti con
obbligo di ospitalità, sdraio di tutti per soste estemporanee e
soleggiate, orto di tutti affidato alla cura e alla soddisfazione
collettiva, panchina circolare mobile per panorami umani.
Isola spirituale
Luogo pubblico di libero raccoglimento. Per la pacifica convivenza
di tutte le religioni. Non sostituisce i luoghi di culto esistenti.
Ideale per luoghi pubblici di grande frequentazione e di attesa, se
ne consiglia l’applicazione anche nei luoghi di lavoro.
Amaca parking
Piazzole di sosta inaspettata. Luoghi organizzati e predisposti per
aggancio di amache fornite anche da distributori automatici o da
negozio/edicola nelle
vicinanze. Esterni suggerisce di organizzare le piazzole di sosta nelle
adiacenze delle stazioni ferroviarie, dei parchi, di fiere e
manifestazioni.
Urbina
Piazza disegnata dai bambini. Con Urbina un bambino oltre a correre,
arrampicarsi e nascondersi, può esprimere una sua attività concettuale,
inventa un luogo dove giocare e lo realizza secondo i suoi desideri. Come
ad esempio un lago, una giungla o un teatro dove inventare storie e
creare personaggi.
Per capire meglio l’approccio a cui assistiamo in questi ultimi anni verso l’arredo urbano è necessario
prendere in considerazione tre esempi significativi che portano i loro fondamentali contributi in questo
campo.
Paolo Favaretto
Il primo designer preso in esame è Paolo Favaretto, apprezzato a livello internazionale, grazie alle posizioni
di alto livello rivestite in molti organizzazioni. Nato a Padova nel 1950, laureato in architettura a Venezia,
Paolo Favaretto ha fondato il proprio studio di progettazione, oggi Favaretto&Partners, nel 1973.
Attivo come designer e consulente per l'industria, ha collaborato con prestigiose aziende italiane ed estere,
ottenendo premi e riconoscimenti importanti. E' presidente dell' A.D.I. (Associazione per il Disegno
Industriale) delegazione NordEst,è stato fondatore e presidente dell'I.I.D.D. (Istituto Italiano Design
Disabilità) e membro del Board of Directors dell' E.I.D.D. (European Institute for Design and Disability).
Ha fatto parte, inoltre, del comitato scientifico del progetto europeo I.D.I.A. (Inclusive Design and
Intelligent Technology for Accessible Workplaces), che promuove lo studio della relazione tra il posto di
lavoro e l'accessibilità da parte dell'utente. Scrive abitualmente per riviste italiane di arredamento e tiene
conferenze e lezioni presso diversi istituti di design, tra cui l’Università IUAV di Venezia, la Scuola Italiana di
Design a Padova, il National College of Art and Design di Dublino, il Consorzio Universitario per gli Studi di
Organizzazione Aziendale (CUOA) a Vicenza, il corso di laurea in Disegno Industriale al Politecnico di Milano.
Molti dei suoi lavori sono stati pubblicati in numerosi libri di design, nelle più importanti riviste specializzate
italiane ed estere, e siti web.
Favaretto&Partners
Curiosità, rigore progettuale e passione per la ricerca caratterizzano da oltre 30 anni il lavoro dello studio
Favaretto&Partners specializzato in industrial design e progettazione architettonica.
Fondato nel 1973 come Studio Favaretto, ha sviluppato, sin dagli anni ’80, una lunga esperienza con
aziende sia italiane che estere, consolidando rapporti duraturi con prestigiose realtà industriali, come ad
esempio Atlantis (Portogallo), Strafor-Steelcase (Francia), Teknion (Canada), Haworth (Italia, Portogallo,
USA), Estel (Italia), Castelli (Italia), Destro (Italia), Doimo (Italia), con le quali ha potuto seguire il processo
di sviluppo completo di gran parte dei progetti realizzati.
L'innovazione nei materiali, l’estrema precisione progettuale e il gusto per l'invenzione, nella forma e nella
funzione, caratterizzano lo stile dello studio Favaretto&Partners,sempre alla ricerca di oggetti che
racchiudano in sé un'idea capace di sorprendere.
Grazie alla competenza tecnica maturata e alla passione per la sperimentazione, lo studio
Favaretto&Partners ha spaziato con versatilità nell'ambito dell'industrial design in svariati settori
merceologici, dai telefoni alle sedie, dagli strumenti medicali, alle lampade, dai salotti all’oggettistica per la
casa, dagli interni all’arredo urbano.
Nel settore dell'arredamento, Favaretto&Partners si è specializzato in particolare nella progettazione,
prototipizzazione e industrializzazione di mobili per ufficio e sedute tecniche, avviando, in alcuni casi,
linguaggi progettuali accolti e praticati anche da altri designer e produttori.
Lo studio si è anche dedicato ad alcuni lavori di progettazione architettonica, realizzando restauri e
ristrutturazioni in Italia e all'estero, sia per abitazioni private che per le città; ha progettato inoltre numerosi
show-room e stand per aziende.
Favaretto&Partners sostiene e pratica i principi del “Design for All”, dichiarazione accettata dalla
Commissione Europea e promossa dall' I.I.D.D. (Istituto Italiano Design Disabilità),a favore di una prassi
progettuale che mira a rendere oggetti e luoghi accessibili alla più ampia gamma di utenti, oltre lo standard
della normalità.
Servizi
Consulenza
Favaretto&Partners svolge per le aziende produttrici un’attività di
consulenza che attinge ad una lunga esperienza e pratica sul campo,
ad un patrimonio di conoscenze maturate in ambiti diversi, in Italia
e all’estero, ma soprattutto alla capacità di trasferire conoscenze e
tecniche da un settore all’altro. L’intervento di consulenza può
riguardare la pianificazione, gli aspetti strategici e tecnici della
produzione, l’innovazione tecnologica, lo sviluppo di nuove aree di
mercato.
Engineering
Per e con l’azienda, con l’obiettivo di razionalizzare e ottimizzare il
processo produttivo. Ingegnerizzazione del prodotto e assistenza in
tutti gli aspetti della sua industrializzazione, per raggiungere un
obiettivo che tenga conto dei costi di investimento, di produzione,
fino alla definizione del prezzo di vendita del prodotto stesso.
Modelling
Realizzazione di modelli e prototipi in materiali vari e con diverse tecniche, per vedere, toccare, modificare
l’oggetto realizzato, intervenendo rapidamente con varianti, aggiunte e perfezionamenti, completando la
visione di ciò che si sta costruendo.
Ricerca
Ricerca, sperimentazione e costante attenzione ai materiali innovativi e alla loro applicazione nel design,
anche in collaborazione con gli uffici Ricerca e Sviluppo di importanti case produttrici (3M, Bayer, GE ecc).
Attenzione alla responsabilità ambientale e impegno nello sviluppo di progetti e prodotti che tengano conto
delle necessità dell’utenza reale, oltre lo standard della normalità.
Grafica
Pianificazione nei diversi ambiti della comunicazione di impresa delle strategie di intervento; avvalendosi
della specifiche competenze professionali dei propri partners, Favaretto&Partners progetta e sviluppa
strumenti di comunicazione di tipo istituzionale (company profile, immagine coordinata, monografie,
website) e di prodotto (cataloghi, presentazioni, campagne pubblicitarie). Si occupa inoltre di ideare e
realizzare stand fieristici, allestimenti e materiale visivo per eventi speciali.
Fabio Novembre
Il secondo designer preso in considerazione è Fabio Novembre, giovane artista conosciuto e stimato per le
sue idee. Ha raggiunto la notorietà con una serie di progetti per ristoranti, discoteche, arredo urbano e
negozi sia in Italia che all’Estero, e con i mobili dal design creativo e unico creati per Cappellini. Fra i suoi
lavori più interessanti si sono distinti gli show room per Bisazza, a New York e a Berlino: due realizzazioni
che definiscono e concretizzano il suo stile sempre forte e innovatore, di grande impatto e fonte di estrema
suggestione. Una serie di spazi quasi fatati, dalle forme nuove e avvolgenti, un mondo a parte isolato dal
contesto esterno. È questo lo stile di Fabio Novembre, con il suo estro eccessivo, sperimentatore,
antiminimalista e provocatore per eccellenza - da alcuni considerato kitsch, da altri cool.
Per comprendere meglio il suo modo di lavorare è utile soffermarsi sulle risposte
che Fabio Novembre dà a quest’intervista.
Come si descriverebbe?
Mi chiamo Fabio Novembre, anzi gli altri mi chiamano Fabio Novembre,
e di solito sono nudo perché mi piace farmi cucire addosso definizioni
che metto o dismetto a seconda delle occasioni. Haute couture del
peggior gossip e della miglior cultura. E vi dirò che io, scultoreamente
adamitico, me ne frego e lascio fare: esercizi di stile per stilisti e
sartine. Diciamo pure che bado allo stile con cui indosso tutte queste
definizioni, da impeccabile peccatore, facendo del gossip metafisico un
manifesto culturale.
In prosa mi definisco così:
Dal 1966 rispondo a chi mi chiama Fabio Novembre.
Dal 1992 rispondo anche a chi mi chiama “architetto”.
Ritaglio spazi nel vuoto gonfiando bolle d’aria e regalo spilli appuntiti
per non darmi troppe arie.
I miei polmoni sono impregnati del profumo dei luoghi che ho respirato
e quando vado in iperventilazione è soltanto per poi starmene un po’ in
apnea.
Come polline mi lascio trasportare dal vento convinto di poter sedurre
tutto ciò che mi circonda.
Voglio respirare fino a soffocare.
Voglio amare fino a morire.
Cosa significa per Lei “design” e cosa “fare design”?
L’homo designer è l’unico animale capace di modificare a suo favore
le condizioni che lo circondano invece che adattarvisi, anche se
questa particolare abilità lo porta spesso a sconvolgere equilibri da
cui egli stesso dipende, danneggiando più o meno consapevolmente
sé stesso e il suo intorno. Io dico spesso che la vita è tutto un
problema di allineamento delle priorità, e forse fare design è proprio
questo: stabilire le proprie.
Da cosa nasce un’idea?
Un’idea è come un fiore, nasce sempre da un seme. Noi siamo
circondati da semi, ci manca la voglia e la capacità di coltivarli.
Sapere, Saper Fare e Saper Pensare, quale di queste tre qualità è
assolutamente necessaria in questo campo?
Penso che non esistano particolari qualità necessarie in questo campo.
Io credo che soltanto da ambiti intelligenti possano nascere ambienti
intelligenti, non è un problema di architettura, è il mestiere di Vivere.
Alcuni affermano che sia necessario saper percepire il bello, e riuscire a
selezionare la bellezza. Crede che sarà la bellezza a salvare il mondo?
Io sono convinto che la bellezza abbia la capacità di trascendere il
quotidiano per restituircelo con colori più vividi. Nella cultura classica
lo studio parallelo di etica ed estetica aveva come obiettivo la
costruzione di una sensibilità in cui bello e giusto coincidevano.
Infatti la volgarità che spesso lamentiamo è assolutamente brutta e
profondamente ingiusta, e non saranno delle iniezioni di botox a
convincerci del contrario.
Una sua personale descrizione del design italiano contemporaneo?
Il design italiano contemporaneo sei tu che leggi, io e i nostri amici: persone costrette da un
orrendo sistema speculativo a vivere con i genitori ben oltre dopo il conseguimento di un
diploma di laurea. Persone sottopagate e mal sfruttate da studi o aziende per le quali produrre
stuzzicadenti o la sedia più bella del mondo non fa alcuna differenza. Persone comunque troppo
abituate alla comodità del piatto pronto, comodamente qualunquiste e tristemente rassegnate.
Persone giovani secondo canoni gerontocratici. Persone con un DNA che potrebbe riscattarle da
tutto questo.
In Italia ci sono le possibilità per i giovani laureati in questo campo, oppure conviene sempre fare
esperienze estere inizialmente?
Io odio le università! In Italia ne sono nate centinaia negli ultimi anni ed ora ci troviamo con
queste cattedrali nel deserto, spesso costruite con fondi pubblici, che si mettono a fare
pubblicità per attirare potenziali vittime. Chi snocciola dati in cui l’Italia risulta il paese
europeo con la più bassa percentuale di laureati dovrebbe rivedere queste statistiche
considerando l’enorme numero di studenti a vita. C’è bisogno di qualità e non di quantità.
I grandi personaggi del passato sono ricordati perché uscivano fuori dagli
schemi, erano diversi, a volte considerati pazzi o folli, ma raramente
veniva individuato il genio della loro personalità. Crede che per
differenziarsi dagli altri si debba in qualche modo essere estrosi, eclettici,
folli, usando modi di fare che provocano meraviglia o sgomento in chi ci
giudica?
La vita è un lungo processo di riconciliazione con sé stessi.
Accettarsi per quello che si è, rappresenta l’inizio della costruzione
di una personalità individuale propria che può talvolta ispirarsi a
personaggi del passato, ma sempre e soltanto per affinità elettiva
e non per i risultati raggiunti.
Ha affermato di non saper disegnare, per molti è considerato
indispensabile, quindi come riesce a comunicare le tue idee agli altri?
Se non avessi avuto le braccia come avrei fatto? L’acqua trova
sempre la maniera di arrivare al mare. Non avere certe abilità ne
affina delle altre. Mi ha sempre affascinato il lavoro e la gestualità
del direttore d’orchestra. Quelli che a un occhio esterno sembrano
movimenti schizofrenici e inconsulti, comunicano perfettamente
agli orchestrali le direttive per raggiungere la perfetta armonia dei
suoni. Io mi sento un po’ così.
Per concludere questo incontro, c’è qualcosa che cambierebbe nel suo
lavoro?
La più grande critica che mi faccio è l’autoindulgenza di cui siamo
tutti un po’ vittime, conseguenza di un mondo in cui nessuno vuole
più diventare adulto. Devo però ammettere che diventare padre mi
ha molto aiutato nel processo di responsabilizzazione. Spero
continui così.
Un altro esempio di arredo urbano che ha una grande rilevanza è il Parco della scienza di Tobia Repossi.
Tobia Repossi studia al Politecnico di Milano e alla Kunstakademiets Arkitektschole di Copenaghen.
Architetto dal 1998, svolge attività di progettazione nel campo dell’interattività, sia essa legata alla
realizzazione di mostre, musei o exhibits, al design del prodotto o alla comunicazione in generale. Pensa
che il fare sia l’anticamera della conoscenza, e tenta di lavorare sull’interazione oggetto-utente tenendo
bene a mente che “se odo dimentico, se vedo ricordo ma se faccio capisco”.
Nel 2005 progetta il negozio per L’Oreal Paris (pop up store per evento settimanale), in Piazza di Spagna a
Roma in collaborazione con Storage. Progetta lo spazio espositivo per Mithos s.r.l., al Salone del Mobile
2005, Milano, Moebel, Mosca, Sia, Rimini e l’ edificio sede Coni e Lega Navale per il Comune di Mantova.
Realizza la puntata ‘numero zero’ del cartone animato STOAI (storia applicata all’informatica) per il digitale
terrestre per il consorzio Spinner. E’ docente a contratto presso il corso di Arredamento e Architettura di
Interni, Facoltà di Disegno Industriale, al Politecnico di Milano (sede di Como). Nel 2004 progetta lo spazio
espositivo, una serie di sedute per Gims s.p.a. Italia (Next, Tex, Flo), al Salone del Mobile a Milano
nell’aprile 2004 e una serie di vasi (Cyrrus e Calla) per Gims s.p.a. Italia. Allestisce una mostra personale
InterAttivi presso Art Borsa (Mantova) e partecipa a Italian Design on tour (New York, Chicago, London,
Berlin, Barcelona, St. Petersburg, Bombay, Shangay). Progetta I Componibili calamitati per La Noce
Edizioni, prodotto selezionato Idot (selection certification of the best Italian products) e inoltre articoli per
Bagno e Design, Ddn; realizza un exhibit interattivo “Anche voi siete Antenne” per la Fondazione Marconi
(Bologna) e un documentario sulla telefonia cellulare “La strana Coppia”, in 3d e character animation.
Cura la comunicazione e i siti web per Comieco s.p.a., Motorola s.p.a., Piaggio s.p.a. Nel 2003 compie la
presentazione di Liquilamp – piastrelle luminose mobili in “Light Areas edizione III: 15 designers
interpretano la luce”, al Salone del Mobile 2003, Milano. Idea e progetta imbottiti per la ditta Gims s.p.a.
Italia e gli studi televisivi di Sky Calcio per SkyTv in collaborazione con Giòforma. Nel 2003 nasce il
dissuasore stradale Pisolo disegnato per Modo (Padova) che viene segnalato in Adi Design Index 2003 che
raccoglie il meglio del design italiano e seleziona prodotti per il Compasso d’oro 2004 il più importante
premio europeo del settore. Realizza il sito web didattico della Fondazione Guglielmo Marconi segnalato in
Adi Design Index 2004. E’ docente a contratto presso il corso di Fashion Design, Facoltà di Disegno
Industriale, Politecnico di Milano e presso corsi F.s.e. del Tessile di Como.
Membro ordinario dell’ADI Associazione per il disegno Industriale e dell’Ordine degli Architetti. Nel 2002, la
serie Parco della Scienza (giochi da esterno a carattere interattivo) viene segnalata in Adi Design Index
2002 e menzionata al Compasso d’oro 2004. Presenta Taluce - tavolo luminoso interattivo in “Light Areas
edizione II: 15 designers interpretano la luce”, al Salone del Mobile 2002 e viene pubblicato in riviste del
settore (Modo e Abitare). Nel 2001 idea il concept, progetta e realizza la presentazione televisiva per il
lancio di una moneta commemorativa da 5 dollari per la Royal Canadian Mint (Zecca di Stato Canadese).
Idea progetta, inoltre, la mostra internazionale “Guglielmo Marconi, Transatlantic Challenge” che viene poi
resa itinerante e riproposta in Canada (Montreal, Ottawa, Toronto, Vancouver, Hamilton, Thunder Bay) e
negli Stati Uniti (New York). Progetta allestimenti fieristici per Rampi Prodotti Chimici, Smurfit, Lavor
Wash, Kubota, Ina Assicurazioni, Comune di Mantova, Provincia di Mantova, Camera di Commercio di
Mantova, Modo, Runge. Nel 2000 progetta gli allestimenti e gli eventi per il Comune di Mantova; definisce
il concept design per la realizzazione di una linea d’arredo per la casa (Simongavina) non realizzata; idea e
progetta gli exhibit “La Reggia delle meraviglie” (laboratori e atelier interattivi) per il Museo dei Ragazzi,
Palazzo Vecchio, Firenze che viene pubblicato nei maggiori quotidiani e settimanali. Progetta il concept per
la risistemazione del Museo Galilei di Palazzo Castellani (Firenze), in collaborazione con Studio Gris ed
elabora il concept per la realizzazione di corners e punti vendita per Lavor Wash (Mantova). Nel 1999
progetta il punto vendita moda Trevi Sportswear (Forlì) e idea e realizza delle mostre “Nodi, da sciogliere e
inventare” e “Matelandia” (in tre edizioni) presso la Casa del Mantegna, Mantova. Progetta e realizza delle
installazioni permanenti, a carattere interattivo Parco del Lungolago (Mantova) e coordina la grafica e
l’allestimento di mostre itineranti a carattere scientifico e per la realizzazione di pubblicazioni e cd rom
multimediali interattivi. Compie l’elaborazione tipologica e realizzazione in collaborazione con Ing. Luca
Sgroi dell’ Hotel Carducci (Cattolica, Rimini) che viene pubblicato in riviste del settore (AD e Elle Decor).
Nel 1998 progetta il layout per le nuove aree di distribuzione carburante e degli store europei di Tamoil, in
collaborazione con Studiomonti, Forlì, partecipa al gruppo di design per la linea di prodotti per il fitness
“Biostrenght” per Technogym e realizza lo showroom per Piero Milano Gioielli (P.za S. M. Beltrade, Milano).
Idea e progetta per Corneliani s.p.a. di: corporate identity; showroom e corners (New York, Madrid,
Firenze, Bologna, Verona, Napoli, Roma, Milano); shop in shop (Pechino, Hong Kong, Bilbao, Praga, Tokio,
Rotterdam, Udine, Catanzaro, Cassino, Carpi, Cagliari, Bari, Trento, Vicenza, Rovigo, Brescia, Vedelago,
Borgomanero); allestimenti (fiera di Colonia); negozi monomarca (via Montenapoleone, Milano; via
Borgognona, Roma), in collaborazione con Claudio Monti pubblicati in riviste del settore (Interni, New
Shops 5). Idea e realizza in collaborazione con Raffaello Repossi mostre itineranti a carattere scientifico,
divulgativo e a tema, tra cui: “Energia” (Palazzo Re Enzo, Bologna; Milano; Mantova), “Scienza o Magia”
(Ente Comunale, Rovereto; Museo della Scienza e della Tecnica, Milano; Montecatini Terme),
“Informazione: un concetto in mostra” (Palazzo Re Enzo, Bologna; Napoli), “Giochi Matemagici”, “La Radio:
da Marconi alla musica delle stelle (Laboratori)” (Palazzo Re Enzo, Bologna) “Galassia Marconi” (Ente Fiera,
Bologna), “I Sensi del Mondo” (Palazzo Re Enzo, Bologna). Pubblicate in quotidiani e settimanali.
IL PARCO DELLA SCIENZA
Il Parco della Scienza consiste in una serie di moduli espositivi/exhibit interattivi che il visitatore non si
limita ad osservare in modo passivo, ma e' sollecitato a "metterci su le mani" (hands on), ad interagire. Il
fruitore quindi diventa il diretto protagonista, gioca, vive l'esperienza in prima persona, prova il piacere
della scoperta, crea, fa connessioni, ritrova fenomeni della quotidianità (cio' che sta "sotto il naso" ma che
passa inosservato) e, quasi senza accorgersene, e' indotto a scoprire proprietà e leggi scientifiche.
I riferimenti culturali di questo approccio derivano dall'esperienza fatta dall'Exploratorium di San Francisco,
un museo creato nel 1969 dal fisico Frank Oppenheimer (fratello di Robert noto per il progetto di
realizzazione della prima bomba atomica e per il suo successivo pentimento). L'idea di Frank Oppenheimer
fu di creare un centro dove la gente potesse familiarizzare con la scienza e la tecnologia, sperimentando
direttamente e osservando cio' che avviene. "Un luogo dove la gente si pone delle domande" amava
ripetere.
L'esperimento di San Francisco fu successivamente recepito da altre citta' americane e anche in Europa. In
Olanda con Evoluon, in Francia con La Villette di Parigi, in Spagna con Madrid, Barcellona e la Casa della
Scienza di La Coruna e anche in Italia con la Citta' della Scienza di Napoli, con il Museo dei Ragazzi di
Firenze o con il Museo Marconi di Bologna, tanto per citare gli esempi più salienti.
Tutti questi centri muovono dalla convinzione che la via di accesso alla reale conoscenza scientifica debba
essere l'esperienza diretta: ecco allora la necessita' di costruire apparecchi ad hoc, exhibit interattivi, nel
senso che e' possibile interagire con essi e percepire le variabili, grossi giocattoli mediante i quali fare
piacevoli scoperte.
L'idea di giocattolo suggerisce la meraviglia e si sa che "la meraviglia e' l'anticamera di ogni conoscenza"
(Bacone).
Illuminanti a tale proposito le parole di Confucio (2500 anni fa): se me lo dici, lo dimentico, se lo leggo, lo
ricordo; se lo faccio, lo capisco.
E quando si fa riferimento al fare si sottolinea la possibilità di coinvolgere tutti i sensi per acquisire un
sistema coerente di informazioni. La concatenazione delle informazioni rappresenta la base della
conoscenza.
Gli exhibit possono essere posizionati in siti esistenti o di nuova costruzione, in aree da riqualificare, in
ambienti in cui possono diventare un tutt'uno con gli elementi naturali.
Ad alcune domande postegli Tobia Repossi risponde:
Nel vostro marchio esiste un ufficio di progettazione? Prototipia? Quante persone
lavorano? La loro estrazione formativa?
Siamo un ufficio di progettazione, per il design industriale, gli interni e la
comunicazione in generale. La nostra struttura è composta da 2 soci senior,
quattro dipendenti junior designer, spesso 2 o 3 stragisti, un account e altri
collaboratori su base progetto, più spesso un programmatore
Quali sono le professioni più ricercate per un’azienda come la vostra?
Io sono di formazione architetto, glia altri vengono tutti dalla Facoltà del
Design Industriale
Voi fate stage?
Se fate è da intendere che prendiamo stagisti, si,
spesso, in base di uno o due sono sempre presenti,
spesso anche dall’estero.
Come avvicinate i giovani?
Noi siamo giovani…. O perlomeno è come se lo
fossimo
Qual è l’atteggiamento di un giovane fresco di laurea
quando entra in azienda?
Spesso poco operativo, ma da noi si impara subito….
Vi spediscono progetti? Li analizzate? Fate concorsi?
Di solito arrivano richieste via lettera o web, ma non vengono considerate troppo. Privilegiamo il
canale ufficiale che è quello dell’università o delle scuole private per ottenere stageurs.
Preferite italiani o stranieri?
Gli italiani hanno il vantaggio che si possono fermare successivamente, per gli stranieri è molto
difficile se sono residenti UE, assolutamente impossibile se sono fuori UE. Inutile protezionismo
culturale che fa in modo che il livello degli italiani sia di solito imbarazzante rispetto a quello di
uno straniero che decide di spostarsi.
Quale estrazione culturale predilige? Architettura? Design? Ingegneria?
Di solito i designer sono i più ampie di vedute, ma una persona intelligente vale più di tutto
questo
Il motivo?
Vedi sopra
Negli ultimi anni sono nati tanti corsi universitari nel design, vorrei un parere obiettivo
Una follia, la polverizzazione dei poli universitari ha fatto dei disastri. Un tempo serviva una certa
abilità (organizzativa e imprenditoriale) per spostarsi dalla città di residenza verso un polo
universitario. Era esperienza di indipendenza e formativa. Ora abbiamo individui che vivono la loro
vita fra due paesini di provincia, fanno uno stage nel garage sotto casa, non vanno all’estero per
l’Erasmus e vogliono fare i fashion stylist, le pare una scelta corretta. E’ un sistema che ha le
gambe corte e lo sta dimostrando. Lo dico da progettista e colpevolmente anche da docente di
queste strutture.
Pensa che questi giovani troveranno un lavoro facilmente?
Una piccola percentuale forse si, quelli che hanno mantenuto quelle abilità di cui parlavo prima. gli
altri sono stati inutilmente illusi da una facoltà che non li ha fermati prima. Lo dicono le statistiche
delle scuole. Il lavoro è sottopagato, non sicuro e questi ragazzi non hanno per lo più le capacità di
rischiare da soli perché la scuola ha plasmato le loro teste per un azienda che non li vuole più. Non
è buffo?
Nel vostro settore o in altri? Quali? Food design, light design, web design o fashion design?
Fa veramente differenza? I settori cambiano così velocemente, le pare che fino a qualche anno fa
esistesse la professione del web designer, le pare che ci sarà fra 5 anni? Il design pervade ogni
campo in maniera piuttosto crossculturale. E’ il suo pregio e il suo difetto.
Il settore emergente?
Se debbo dire, light e food. Light per l’impulso di innovazione tecnologica che ci sarà in questi
anni, il food per l’interesse che sta scaturendo sui tempi del divertimento.
In futuro l’estetica sarà un elemento emergente nel prodotto? In quale settore?
Lo è già in tutti i settori, bisogna far capire all’imprenditoria che è un valore positivo che porta il
prodotto verso il futuro, non l’ultima delle superfetazioni per vendere un poco in più.
Secondo lei il termine designer è compreso da tutti? O per molti indica
semplicemente colui che disegna…..
Il termine genera assolutamente confusione, potrei citare migliaia di
pronunce diverse, figuriamoci la confusione sul significato. La colpa è
nostra che in decadi non siamo riusciti a coniare un termine in una
lingua così complessa come l’Italiano che potesse racchiudere gli
stessi significati della parola in inglese. A tutt’oggi, se non vado errato,
la professione del designer è abbinata a quella del disegnatore di
macchine agricole nelle liste delle professioni del ministero.
Il termine andrebbe comunicato meglio?
Il problema non si pone perché il termine non è comunicato. Le poche
iniziative sono gocce nel mare. Provi a cercare in google il termine
design. Se le fosse un alieno avrebbe l’impressione che il design sia il
disegno delle reti e del web. Comunque lo stesso accade per il termine
architect che non sembra esistere nella nostra cultura se non nella
accezione di web architect, leggasi nuovo operaio del web, le pare
possibile? E si che il nostro vocabolario è così ricco rispetto a quello
anglosassone, avevamo il latino, il greco….
Un consiglio pratico per chi desidera entrare nel suo settore
Coltivare le persone, coltivare il proprio cervello
Come ha cominciato la carriera? Background professionale?
Da solo, durante gli studi, grazie a qualche dritta di mio padre che ha avuto il coraggio di non
dire niente e dare l’esempio.
Come considera il suo lavoro?
Il più bello del mondo, mi sembra di essere nato e aver studiato per questo, svegliarsi ogni
mattina con un problema diverso, a volte risolverlo
E’ diverso lavorare all’estero?
Non trovo francamente differenze se non nelle culture peculiari di ogni paese. Ma si corre il rischio
di entrare in inutili stereotipi.
Perché le piace/non piace il suo lavoro?
Poter arrivare ogni giorno alla soluzione di un problema diverso. Mantiene i neuroni veloci e vivi,
oltre a permettere di essere nella “stanza dei bottoni” e decidere di piccole grandi rivoluzioni
senza che nessuno se ne accorga.
Che tipo di Formazione è meglio avere?
La più ampia possibile, gli expertise si trovano sul campo. Una formazione specialistica è da
sempre sbagliata
Mi racconta la giornata lavorativa tipo?
Sveglia ore 8:00 in studio alle 8:30, lavoro sulle comunicazioni, mail e relazioni con l’esterno fino
alle 11, poi inizio veramente a lavorare, sulla modellazione, il disegno, il rendering, la ricerca di
materiale, è veramente così vario. Come l’orario di ritorno a casa, varia ogni giorno. Comunque il
lavoro si porta a casa, anche nei sogni o negli incubi di notte.
Quali sono i tempi più intensi durante l’anno?
Dipende dai lavori, non c’è stagionalità e non potrei fare una statistica
Da chi si impara?
Dall’esperienza, dai proverbi
Quali sono i Suoi clienti? Come li ha contattati la prima volta? O è stato contattato?
Di solito il tam tam è la cosa che funziona di più. Lavoro molto con le amicizie che non tengo
mai fuori dal lavoro. I gradi di separazione poi fanno la loro.
Il settore è in crescita? In crisi? Perché?
Il settore della progettazione non è individuabile perché pervade ogni capo. Le potrei dire che i
piccoli studi iniziano ad essere in crisi rispetto ai big del settore.
Dove si trovano le idee?
Lavorando e facendo ricerca e sudando.
Cos’è per Lei il design?
Se vuole dirimere la questione linguistica di prima sul termine che noi latini non siamo riusciti
a scovare; in realtà era lì dietro l’angolo: si dice Progetto.
Le immagini che potrebbero rappresentare lo stato dell’arte di questo importante settore sono dimostrazione
della voglia di rendere le città più abitabili e più vicine all’uomo e alle sue esigenze. Un esempio può essere il
recente concorso Mini Design Award, Sentieri Urbani. La Triennale di Milano ha ospitato i progetti degni di
nota, tra i quali Gabriele Adriano e le sue singolari strisce pedonali.
Un'altra proposta è una panchina che riproduce la mappa della città;
ma oltre a questo concorso molte altre sono le idee che si possono trovare: un reticolato dalla forma molto
particolare (Lacefence Demakersvan) o light wind: il primo lampione ad energia eolica, davvero singolare il
progetto dello studio di design olandese Demakersvan. Un lampione per arredo urbano con un concept molto
significativo e profondo che vive di “vita” propria producendo energia pulita; alimentato dai venti olandesi
fonde funzionalità ed innovazione in un lampione che cattura ogni minimo soffio di vento.
Legno, acciaio inossidabile e tessuto comunemente utilizzato per fabbricare vele, sono i materiali che
compongono questo innovativo lampione ecosostenibile che, preferisce sfruttare, 24h su 24, il vento piuttosto
che il sole.
Inoltre una panchina proposta da Brodie Neill composta da una sola forma continua, che ruota e prende la
configurazione di una seduta;
Henry Van De Velde propone questo insieme di panchine disposte in modo particolare per agevolare
l’interazione tra le persone.
Questi sono solo alcuni degli innumerevoli esempi che il settore dell’arredo urbano presenta durante i
suoi molteplici eventi.
Vengono organizzati, infatti, ogni anno e in molte città mostre, meeting, seminari, fiere del settore. Molto
importanti sono il Salone dell’Arredo Urbano, il Salone del Mobile e il Fuorisalone.
Il Salone dell’Arredo Urbano è la messa in opera delle iniziative di esterni, il frutto di interventi concreti sul
territorio cittadino, la realizzazione di progetti per riqualificare lo spazio pubblico ma soprattutto un luogo
di incontro e di aggregazione; una città ideale da vivere subito: un municipio per iscriversi ad una
cittadinanza attiva, incontri, open lectures grazie all'adesione delle università, rappresentazioni teatrali e
laboratori progettuali, parco-giochi, esperimenti collettivi, lezioni di giardinaggio, convivi, picnic, cene,
proiezioni, concerti, pernottamenti.
Molte riviste si occupano di arredo urbano: Abitare, Modo, Urban, Costruire, Brava Casa, Dove Case, CA
casamica, Territori, Paesaggio Urbano.
Molte mostre inoltre hanno rivolto la loro attenzione verso questo settore: “City works, esplorazioni ed
interventi nello spazio urbano”; “Vivere e camminare in città. I luoghi degli eventi” (Piacenza); “Casa
dell’architettura” (Roma); “Florence exit- segnali e fermenti di una nuova generazione di architetti”
(Firenze); “Dialoghi tra architettura e paesaggio” (Venezia); “Settimana dell’edilizia sostenibile” (Torino);
“ViviMi: cambiamento dell’area metropolitana milanese e de suoi abitanti, presenta immagini e scenari del
futuro prossimo” (Milano); “Paesaggi sospesi: visioni, idee e realizzazioni nel campo della pianificazione del
paesaggio e della progettazione paesaggistica” (Trieste).
Tra gli innumerevoli siti web che trattano l’arredo urbano citiamo: undo.net, le mostre di Arch ’it, CISA
Palladio, ABACO, design pubblico, stylepark, fsc italia, professione architetto, ALI design.