arredo urbano esterno
Transcript
arredo urbano esterno
ARREDO URBANO ESTERNO Con la locuzione arredo urbano si indica uno specifico ambito progettuale e di ricerca che provvede ad attrezzare gli spazi pubblici urbani con manufatti fissi o mobili funzionali, e nel migliore dei casi inseriti in una immagine coordinata della città. L'arredo urbano si occupa delle problematiche e del disegno degli spazi a verde pubblico, della segnaletica e dei dissuasori, dell'illuminotecnica urbana, ed in genere di qualsivoglia manufatto a destinazione pubblica che trova collocazione nella città a complemento del disegno urbanistico ed architettonico. Con l’arredo urbano si intende arredare spazi pubblici sia nel traffico della città, sia in oasi naturali all’interno delle città stesse. I parchi infatti sono curati da questo settore progettuale in modo molto preciso alla stessa stregua delle zone cittadine. Molti architetti e designer si occupano di questo ambito e la tendenza degli ultimi anni dimostra una particolare attenzione all’uomo e al suo rapporto con l’ambiente. Si cerca infatti di creare un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente, in modo che l’uomo sia inserito nell’ambiente che lo circonda con armonia. L’ambiente deve essere adattato all’uomo e l’uomo deve cercare di inserirsi nell’ambiente che lo circonda. Una delle organizzazioni più importanti e che operano attivamente sul nostro territorio è costituita da ESTERNI. Esterni propone molte iniziative ed è proprio l’esempio di un tentativo di profondo rispetto dell’ambiente e dell’uomo, come elemento integrante dell’ambiente stesso. Esterni propone un modo per sopravvivere nelle città in questo stato di emergenza, progettando per il futuro una rivoluzione degli spazi pubblici e del loro utilizzo; chiama a raccolta tutti i cittadini per proporre idee e progetti che contribuiscono a costruire una città a misura d'uomo. Tra le ultime iniziative e innovazioni che propone Esterni troviamo: Micro dimore mobili e incubatori di servizi ambulanti Casette-atelier per il mondo del marciapiede realizzate in legno di abete, provviste di ripiani, scaffalature, sedute, finestre e ampia apertura frontale a davanzale. Possibilità di illuminazione e riscaldamento / condizionamento e di personalizzazione con verniciatura e copertura tetto. Disponibilità di varie metrature a partire da mq 2. Gli utilizzi ideali potrebbero essere concretizzati in brevi residenze, spazio ufficio con reception, spazio espositivo itinerante, biblioteca, negozio ambulante, bar ristorante. Oltre il cantiere Recinzioni naturali. I cantieri normalmente recano disagio a chi vive e lavora nella zona, ma possono essere un’occasione di integrazione con il quartiere e di valorizzazione dell’area adiacente.Cascata d’acqua, giardino pensile, galleria d’arte open air. Studiato per cooperative e imprese decise a collaudare una qualità sostenibile della vita urbana anche in condizioni di emergenza. Agenzia immobiliare di spazio pubblico Come e perché affittare luoghi all’aperto. Un servizio per ogni città che individua l’utilizzo degli spazi pubblici per incontri privati e sociali più o meno allargati. Marciapiedi, aiuole, crocevia e sottoviadotti possono essere impiegati per incontri di lavoro, lezioni, assemblee, cene, ritrovi, feste, festival. Informazioni sulle location disponibili e prenotazioni sempre aperte. Per scoprire strada facendo, nuove prospettive e interessi. Mobilità urbana ottimizzata Sistema di trasporto ad evoluzione controllata. I mezzi di trasporto sono per lo più sovradimensionati, causano isolamento e provocano inquinamento e malessere. Il sistema ottimizza impiego, capacità e percorsi dei mezzi urbani e crea nuove occasioni di incontro. Articoli già collaudati: attività su bicicletta proiezioni, traslochi, mostre e artigianato, autostop point fermata pubblica per uno spostamento privato, metro-café carrozza attrezzata a bar con sedute per condividere attivamente un percorso sotterraneo mini traini carrellini da bicicletta per computer, bagagli e attrezzi di lavoro dolce attesa pensiline attrezzate con ristori, spettacoli, conferenze, presentazioni, giochi, risciò e pedalò per coprire brevi distanze e muoversi in gruppo nelle isole pedonali. Sistema di trasporto per muoversi insieme. Bed sharing Sistema organizzato di scambio ospitalità. Avere casa ovunque si vada. Un centro di smistamento collega domanda e offerta di posti letto in tutte le città per brevi soggiorni; il turista e la famiglia ospitante potranno scegliersi, prima di stipulare un contratto di scambio, in base a interessi, abitudini, luogo di provenienza. Il progetto è destinato a valorizzare la zona in cui è posto in essere sotto il profilo culturale e turistico. Sottintende la partecipazione attiva dei cittadini e dei pubblici esercizi che potranno aderire offrendo sconti e agevolazioni. Tempo di attivazione: dalla firma del contratto 90 giorni. Fortemente raccomandato ai comuni in cerca di rilancio turistico e rivitalizzazione. Intrattenitore urbano Addetto alle relazioni pubbliche di piazza. Una nuova professione destinata ad incrementare il tasso di occupazione. L’intrattenitore urbano è animatore instancabile, esperto conoscitore del territorio, abile conversatore, spirito libero, accompagnatore discreto, addetto al breve conforto, a una partecipazione permanente, al servizio di tutti per affiancare, consigliare, indirizzare, ascoltare, collaborare. Figura preziosa e insostituibile, conferisce una nota familiare anche a manifestazioni, fiere, eventi. Si offrono corsi di formazione per nuovo personale, oppure interventi temporanei con personale di esterni. Adatto particolarmente ai centri urbani ad alto tasso di stress e alienazione. Percorsi sperimentali di integrazione Segnaletica e complementi di arredo. Una diversa concezione di arredo urbano aiuta a rivedere i comportamenti oltre che a scoprire nuovi percorsi stradali, non più luoghi di attraversamento sospesi tra un impegno e l’altro, ma spazio vivo dove poter rallentare, sostare, cercare nuove complicità. Melting Point, socializzazione indotta, procedere a passo di danza, marciapiede modificato sono solo alcune delle proposte per una nuova integrazione. Zebrash Strisce pedonali portatili con distributore. Strumento base nell’attrezzatura del pedone metropolitano: infonde sicurezza e autonomia, ispira fiducia ed aggrega nuovi aspiranti di attraversamento. Simbolo internazionale di occupazione del suolo pubblico, permette di creare nuove isole pedonali, oltre che attraversare strade e piazze anche dove l’impresa sembra impossibile. Si consiglia l’installazione di distributori automatici in corrispondenza dei punti nevralgici. Movimento centrifugo Tutte le zone della città sono centro e periferia. Un calendario scandisce una turnazione secondo la quale i luoghi della città diventano centro in un determinato periodo dell’anno. La cittadinanza riporta a nuova vita le diverse zone spostandosi, come una forza centripeta, in una zona più o meno estesa. Progetto mirato che individua i luoghi i più adatti e meno tradizionali studiando attività ed eventi con associazioni, servizi pubblici ed esercizi commerciali. Ideale per le amministrazioni pubbliche, rafforza il senso di appartenenza e offre a tutta la città le stesse opportunità di sviluppo. Turismo indigeno Itinerari poco classici per residenti curiosi. Non tutti conoscono la propria città. Se da una parte la privatizzazione degli spazi pubblici avanza, dall’altra il disinteresse e l’abbandono rendono impraticabili altri luoghi. Il progetto aiuta a sviluppare l’integrazione, il senso di accoglienza e restituisce vivibilità alla città. Indispensabile per le amministrazioni locali. Raccomandato anche ai privati, gruppi e associazioni. Oggetti di tutti Multiproprietà mobile. Oggetti di uso comune che aiutano ad acquisire una diversa consapevolezza degli “spazi” pubblici e del loro valore, come se fossero propri. Favoriscono l’incontro, la socializzazione e il rispetto; sviluppano il senso di responsabilità e la capacità di condivisione. Alcuni esempi sono: ombrello di tutti con obbligo di ospitalità, sdraio di tutti per soste estemporanee e soleggiate, orto di tutti affidato alla cura e alla soddisfazione collettiva, panchina circolare mobile per panorami umani. Isola spirituale Luogo pubblico di libero raccoglimento. Per la pacifica convivenza di tutte le religioni. Non sostituisce i luoghi di culto esistenti. Ideale per luoghi pubblici di grande frequentazione e di attesa, se ne consiglia l’applicazione anche nei luoghi di lavoro. Amaca parking Piazzole di sosta inaspettata. Luoghi organizzati e predisposti per aggancio di amache fornite anche da distributori automatici o da negozio/edicola nelle vicinanze. Esterni suggerisce di organizzare le piazzole di sosta nelle adiacenze delle stazioni ferroviarie, dei parchi, di fiere e manifestazioni. Urbina Piazza disegnata dai bambini. Con Urbina un bambino oltre a correre, arrampicarsi e nascondersi, può esprimere una sua attività concettuale, inventa un luogo dove giocare e lo realizza secondo i suoi desideri. Come ad esempio un lago, una giungla o un teatro dove inventare storie e creare personaggi. Per capire meglio l’approccio a cui assistiamo in questi ultimi anni verso l’arredo urbano è necessario prendere in considerazione tre esempi significativi che portano i loro fondamentali contributi in questo campo. Paolo Favaretto Il primo designer preso in esame è Paolo Favaretto, apprezzato a livello internazionale, grazie alle posizioni di alto livello rivestite in molti organizzazioni. Nato a Padova nel 1950, laureato in architettura a Venezia, Paolo Favaretto ha fondato il proprio studio di progettazione, oggi Favaretto&Partners, nel 1973. Attivo come designer e consulente per l'industria, ha collaborato con prestigiose aziende italiane ed estere, ottenendo premi e riconoscimenti importanti. E' presidente dell' A.D.I. (Associazione per il Disegno Industriale) delegazione NordEst,è stato fondatore e presidente dell'I.I.D.D. (Istituto Italiano Design Disabilità) e membro del Board of Directors dell' E.I.D.D. (European Institute for Design and Disability). Ha fatto parte, inoltre, del comitato scientifico del progetto europeo I.D.I.A. (Inclusive Design and Intelligent Technology for Accessible Workplaces), che promuove lo studio della relazione tra il posto di lavoro e l'accessibilità da parte dell'utente. Scrive abitualmente per riviste italiane di arredamento e tiene conferenze e lezioni presso diversi istituti di design, tra cui l’Università IUAV di Venezia, la Scuola Italiana di Design a Padova, il National College of Art and Design di Dublino, il Consorzio Universitario per gli Studi di Organizzazione Aziendale (CUOA) a Vicenza, il corso di laurea in Disegno Industriale al Politecnico di Milano. Molti dei suoi lavori sono stati pubblicati in numerosi libri di design, nelle più importanti riviste specializzate italiane ed estere, e siti web. Favaretto&Partners Curiosità, rigore progettuale e passione per la ricerca caratterizzano da oltre 30 anni il lavoro dello studio Favaretto&Partners specializzato in industrial design e progettazione architettonica. Fondato nel 1973 come Studio Favaretto, ha sviluppato, sin dagli anni ’80, una lunga esperienza con aziende sia italiane che estere, consolidando rapporti duraturi con prestigiose realtà industriali, come ad esempio Atlantis (Portogallo), Strafor-Steelcase (Francia), Teknion (Canada), Haworth (Italia, Portogallo, USA), Estel (Italia), Castelli (Italia), Destro (Italia), Doimo (Italia), con le quali ha potuto seguire il processo di sviluppo completo di gran parte dei progetti realizzati. L'innovazione nei materiali, l’estrema precisione progettuale e il gusto per l'invenzione, nella forma e nella funzione, caratterizzano lo stile dello studio Favaretto&Partners,sempre alla ricerca di oggetti che racchiudano in sé un'idea capace di sorprendere. Grazie alla competenza tecnica maturata e alla passione per la sperimentazione, lo studio Favaretto&Partners ha spaziato con versatilità nell'ambito dell'industrial design in svariati settori merceologici, dai telefoni alle sedie, dagli strumenti medicali, alle lampade, dai salotti all’oggettistica per la casa, dagli interni all’arredo urbano. Nel settore dell'arredamento, Favaretto&Partners si è specializzato in particolare nella progettazione, prototipizzazione e industrializzazione di mobili per ufficio e sedute tecniche, avviando, in alcuni casi, linguaggi progettuali accolti e praticati anche da altri designer e produttori. Lo studio si è anche dedicato ad alcuni lavori di progettazione architettonica, realizzando restauri e ristrutturazioni in Italia e all'estero, sia per abitazioni private che per le città; ha progettato inoltre numerosi show-room e stand per aziende. Favaretto&Partners sostiene e pratica i principi del “Design for All”, dichiarazione accettata dalla Commissione Europea e promossa dall' I.I.D.D. (Istituto Italiano Design Disabilità),a favore di una prassi progettuale che mira a rendere oggetti e luoghi accessibili alla più ampia gamma di utenti, oltre lo standard della normalità. Servizi Consulenza Favaretto&Partners svolge per le aziende produttrici un’attività di consulenza che attinge ad una lunga esperienza e pratica sul campo, ad un patrimonio di conoscenze maturate in ambiti diversi, in Italia e all’estero, ma soprattutto alla capacità di trasferire conoscenze e tecniche da un settore all’altro. L’intervento di consulenza può riguardare la pianificazione, gli aspetti strategici e tecnici della produzione, l’innovazione tecnologica, lo sviluppo di nuove aree di mercato. Engineering Per e con l’azienda, con l’obiettivo di razionalizzare e ottimizzare il processo produttivo. Ingegnerizzazione del prodotto e assistenza in tutti gli aspetti della sua industrializzazione, per raggiungere un obiettivo che tenga conto dei costi di investimento, di produzione, fino alla definizione del prezzo di vendita del prodotto stesso. Modelling Realizzazione di modelli e prototipi in materiali vari e con diverse tecniche, per vedere, toccare, modificare l’oggetto realizzato, intervenendo rapidamente con varianti, aggiunte e perfezionamenti, completando la visione di ciò che si sta costruendo. Ricerca Ricerca, sperimentazione e costante attenzione ai materiali innovativi e alla loro applicazione nel design, anche in collaborazione con gli uffici Ricerca e Sviluppo di importanti case produttrici (3M, Bayer, GE ecc). Attenzione alla responsabilità ambientale e impegno nello sviluppo di progetti e prodotti che tengano conto delle necessità dell’utenza reale, oltre lo standard della normalità. Grafica Pianificazione nei diversi ambiti della comunicazione di impresa delle strategie di intervento; avvalendosi della specifiche competenze professionali dei propri partners, Favaretto&Partners progetta e sviluppa strumenti di comunicazione di tipo istituzionale (company profile, immagine coordinata, monografie, website) e di prodotto (cataloghi, presentazioni, campagne pubblicitarie). Si occupa inoltre di ideare e realizzare stand fieristici, allestimenti e materiale visivo per eventi speciali. Fabio Novembre Il secondo designer preso in considerazione è Fabio Novembre, giovane artista conosciuto e stimato per le sue idee. Ha raggiunto la notorietà con una serie di progetti per ristoranti, discoteche, arredo urbano e negozi sia in Italia che all’Estero, e con i mobili dal design creativo e unico creati per Cappellini. Fra i suoi lavori più interessanti si sono distinti gli show room per Bisazza, a New York e a Berlino: due realizzazioni che definiscono e concretizzano il suo stile sempre forte e innovatore, di grande impatto e fonte di estrema suggestione. Una serie di spazi quasi fatati, dalle forme nuove e avvolgenti, un mondo a parte isolato dal contesto esterno. È questo lo stile di Fabio Novembre, con il suo estro eccessivo, sperimentatore, antiminimalista e provocatore per eccellenza - da alcuni considerato kitsch, da altri cool. Per comprendere meglio il suo modo di lavorare è utile soffermarsi sulle risposte che Fabio Novembre dà a quest’intervista. Come si descriverebbe? Mi chiamo Fabio Novembre, anzi gli altri mi chiamano Fabio Novembre, e di solito sono nudo perché mi piace farmi cucire addosso definizioni che metto o dismetto a seconda delle occasioni. Haute couture del peggior gossip e della miglior cultura. E vi dirò che io, scultoreamente adamitico, me ne frego e lascio fare: esercizi di stile per stilisti e sartine. Diciamo pure che bado allo stile con cui indosso tutte queste definizioni, da impeccabile peccatore, facendo del gossip metafisico un manifesto culturale. In prosa mi definisco così: Dal 1966 rispondo a chi mi chiama Fabio Novembre. Dal 1992 rispondo anche a chi mi chiama “architetto”. Ritaglio spazi nel vuoto gonfiando bolle d’aria e regalo spilli appuntiti per non darmi troppe arie. I miei polmoni sono impregnati del profumo dei luoghi che ho respirato e quando vado in iperventilazione è soltanto per poi starmene un po’ in apnea. Come polline mi lascio trasportare dal vento convinto di poter sedurre tutto ciò che mi circonda. Voglio respirare fino a soffocare. Voglio amare fino a morire. Cosa significa per Lei “design” e cosa “fare design”? L’homo designer è l’unico animale capace di modificare a suo favore le condizioni che lo circondano invece che adattarvisi, anche se questa particolare abilità lo porta spesso a sconvolgere equilibri da cui egli stesso dipende, danneggiando più o meno consapevolmente sé stesso e il suo intorno. Io dico spesso che la vita è tutto un problema di allineamento delle priorità, e forse fare design è proprio questo: stabilire le proprie. Da cosa nasce un’idea? Un’idea è come un fiore, nasce sempre da un seme. Noi siamo circondati da semi, ci manca la voglia e la capacità di coltivarli. Sapere, Saper Fare e Saper Pensare, quale di queste tre qualità è assolutamente necessaria in questo campo? Penso che non esistano particolari qualità necessarie in questo campo. Io credo che soltanto da ambiti intelligenti possano nascere ambienti intelligenti, non è un problema di architettura, è il mestiere di Vivere. Alcuni affermano che sia necessario saper percepire il bello, e riuscire a selezionare la bellezza. Crede che sarà la bellezza a salvare il mondo? Io sono convinto che la bellezza abbia la capacità di trascendere il quotidiano per restituircelo con colori più vividi. Nella cultura classica lo studio parallelo di etica ed estetica aveva come obiettivo la costruzione di una sensibilità in cui bello e giusto coincidevano. Infatti la volgarità che spesso lamentiamo è assolutamente brutta e profondamente ingiusta, e non saranno delle iniezioni di botox a convincerci del contrario. Una sua personale descrizione del design italiano contemporaneo? Il design italiano contemporaneo sei tu che leggi, io e i nostri amici: persone costrette da un orrendo sistema speculativo a vivere con i genitori ben oltre dopo il conseguimento di un diploma di laurea. Persone sottopagate e mal sfruttate da studi o aziende per le quali produrre stuzzicadenti o la sedia più bella del mondo non fa alcuna differenza. Persone comunque troppo abituate alla comodità del piatto pronto, comodamente qualunquiste e tristemente rassegnate. Persone giovani secondo canoni gerontocratici. Persone con un DNA che potrebbe riscattarle da tutto questo. In Italia ci sono le possibilità per i giovani laureati in questo campo, oppure conviene sempre fare esperienze estere inizialmente? Io odio le università! In Italia ne sono nate centinaia negli ultimi anni ed ora ci troviamo con queste cattedrali nel deserto, spesso costruite con fondi pubblici, che si mettono a fare pubblicità per attirare potenziali vittime. Chi snocciola dati in cui l’Italia risulta il paese europeo con la più bassa percentuale di laureati dovrebbe rivedere queste statistiche considerando l’enorme numero di studenti a vita. C’è bisogno di qualità e non di quantità. I grandi personaggi del passato sono ricordati perché uscivano fuori dagli schemi, erano diversi, a volte considerati pazzi o folli, ma raramente veniva individuato il genio della loro personalità. Crede che per differenziarsi dagli altri si debba in qualche modo essere estrosi, eclettici, folli, usando modi di fare che provocano meraviglia o sgomento in chi ci giudica? La vita è un lungo processo di riconciliazione con sé stessi. Accettarsi per quello che si è, rappresenta l’inizio della costruzione di una personalità individuale propria che può talvolta ispirarsi a personaggi del passato, ma sempre e soltanto per affinità elettiva e non per i risultati raggiunti. Ha affermato di non saper disegnare, per molti è considerato indispensabile, quindi come riesce a comunicare le tue idee agli altri? Se non avessi avuto le braccia come avrei fatto? L’acqua trova sempre la maniera di arrivare al mare. Non avere certe abilità ne affina delle altre. Mi ha sempre affascinato il lavoro e la gestualità del direttore d’orchestra. Quelli che a un occhio esterno sembrano movimenti schizofrenici e inconsulti, comunicano perfettamente agli orchestrali le direttive per raggiungere la perfetta armonia dei suoni. Io mi sento un po’ così. Per concludere questo incontro, c’è qualcosa che cambierebbe nel suo lavoro? La più grande critica che mi faccio è l’autoindulgenza di cui siamo tutti un po’ vittime, conseguenza di un mondo in cui nessuno vuole più diventare adulto. Devo però ammettere che diventare padre mi ha molto aiutato nel processo di responsabilizzazione. Spero continui così. Un altro esempio di arredo urbano che ha una grande rilevanza è il Parco della scienza di Tobia Repossi. Tobia Repossi studia al Politecnico di Milano e alla Kunstakademiets Arkitektschole di Copenaghen. Architetto dal 1998, svolge attività di progettazione nel campo dell’interattività, sia essa legata alla realizzazione di mostre, musei o exhibits, al design del prodotto o alla comunicazione in generale. Pensa che il fare sia l’anticamera della conoscenza, e tenta di lavorare sull’interazione oggetto-utente tenendo bene a mente che “se odo dimentico, se vedo ricordo ma se faccio capisco”. Nel 2005 progetta il negozio per L’Oreal Paris (pop up store per evento settimanale), in Piazza di Spagna a Roma in collaborazione con Storage. Progetta lo spazio espositivo per Mithos s.r.l., al Salone del Mobile 2005, Milano, Moebel, Mosca, Sia, Rimini e l’ edificio sede Coni e Lega Navale per il Comune di Mantova. Realizza la puntata ‘numero zero’ del cartone animato STOAI (storia applicata all’informatica) per il digitale terrestre per il consorzio Spinner. E’ docente a contratto presso il corso di Arredamento e Architettura di Interni, Facoltà di Disegno Industriale, al Politecnico di Milano (sede di Como). Nel 2004 progetta lo spazio espositivo, una serie di sedute per Gims s.p.a. Italia (Next, Tex, Flo), al Salone del Mobile a Milano nell’aprile 2004 e una serie di vasi (Cyrrus e Calla) per Gims s.p.a. Italia. Allestisce una mostra personale InterAttivi presso Art Borsa (Mantova) e partecipa a Italian Design on tour (New York, Chicago, London, Berlin, Barcelona, St. Petersburg, Bombay, Shangay). Progetta I Componibili calamitati per La Noce Edizioni, prodotto selezionato Idot (selection certification of the best Italian products) e inoltre articoli per Bagno e Design, Ddn; realizza un exhibit interattivo “Anche voi siete Antenne” per la Fondazione Marconi (Bologna) e un documentario sulla telefonia cellulare “La strana Coppia”, in 3d e character animation. Cura la comunicazione e i siti web per Comieco s.p.a., Motorola s.p.a., Piaggio s.p.a. Nel 2003 compie la presentazione di Liquilamp – piastrelle luminose mobili in “Light Areas edizione III: 15 designers interpretano la luce”, al Salone del Mobile 2003, Milano. Idea e progetta imbottiti per la ditta Gims s.p.a. Italia e gli studi televisivi di Sky Calcio per SkyTv in collaborazione con Giòforma. Nel 2003 nasce il dissuasore stradale Pisolo disegnato per Modo (Padova) che viene segnalato in Adi Design Index 2003 che raccoglie il meglio del design italiano e seleziona prodotti per il Compasso d’oro 2004 il più importante premio europeo del settore. Realizza il sito web didattico della Fondazione Guglielmo Marconi segnalato in Adi Design Index 2004. E’ docente a contratto presso il corso di Fashion Design, Facoltà di Disegno Industriale, Politecnico di Milano e presso corsi F.s.e. del Tessile di Como. Membro ordinario dell’ADI Associazione per il disegno Industriale e dell’Ordine degli Architetti. Nel 2002, la serie Parco della Scienza (giochi da esterno a carattere interattivo) viene segnalata in Adi Design Index 2002 e menzionata al Compasso d’oro 2004. Presenta Taluce - tavolo luminoso interattivo in “Light Areas edizione II: 15 designers interpretano la luce”, al Salone del Mobile 2002 e viene pubblicato in riviste del settore (Modo e Abitare). Nel 2001 idea il concept, progetta e realizza la presentazione televisiva per il lancio di una moneta commemorativa da 5 dollari per la Royal Canadian Mint (Zecca di Stato Canadese). Idea progetta, inoltre, la mostra internazionale “Guglielmo Marconi, Transatlantic Challenge” che viene poi resa itinerante e riproposta in Canada (Montreal, Ottawa, Toronto, Vancouver, Hamilton, Thunder Bay) e negli Stati Uniti (New York). Progetta allestimenti fieristici per Rampi Prodotti Chimici, Smurfit, Lavor Wash, Kubota, Ina Assicurazioni, Comune di Mantova, Provincia di Mantova, Camera di Commercio di Mantova, Modo, Runge. Nel 2000 progetta gli allestimenti e gli eventi per il Comune di Mantova; definisce il concept design per la realizzazione di una linea d’arredo per la casa (Simongavina) non realizzata; idea e progetta gli exhibit “La Reggia delle meraviglie” (laboratori e atelier interattivi) per il Museo dei Ragazzi, Palazzo Vecchio, Firenze che viene pubblicato nei maggiori quotidiani e settimanali. Progetta il concept per la risistemazione del Museo Galilei di Palazzo Castellani (Firenze), in collaborazione con Studio Gris ed elabora il concept per la realizzazione di corners e punti vendita per Lavor Wash (Mantova). Nel 1999 progetta il punto vendita moda Trevi Sportswear (Forlì) e idea e realizza delle mostre “Nodi, da sciogliere e inventare” e “Matelandia” (in tre edizioni) presso la Casa del Mantegna, Mantova. Progetta e realizza delle installazioni permanenti, a carattere interattivo Parco del Lungolago (Mantova) e coordina la grafica e l’allestimento di mostre itineranti a carattere scientifico e per la realizzazione di pubblicazioni e cd rom multimediali interattivi. Compie l’elaborazione tipologica e realizzazione in collaborazione con Ing. Luca Sgroi dell’ Hotel Carducci (Cattolica, Rimini) che viene pubblicato in riviste del settore (AD e Elle Decor). Nel 1998 progetta il layout per le nuove aree di distribuzione carburante e degli store europei di Tamoil, in collaborazione con Studiomonti, Forlì, partecipa al gruppo di design per la linea di prodotti per il fitness “Biostrenght” per Technogym e realizza lo showroom per Piero Milano Gioielli (P.za S. M. Beltrade, Milano). Idea e progetta per Corneliani s.p.a. di: corporate identity; showroom e corners (New York, Madrid, Firenze, Bologna, Verona, Napoli, Roma, Milano); shop in shop (Pechino, Hong Kong, Bilbao, Praga, Tokio, Rotterdam, Udine, Catanzaro, Cassino, Carpi, Cagliari, Bari, Trento, Vicenza, Rovigo, Brescia, Vedelago, Borgomanero); allestimenti (fiera di Colonia); negozi monomarca (via Montenapoleone, Milano; via Borgognona, Roma), in collaborazione con Claudio Monti pubblicati in riviste del settore (Interni, New Shops 5). Idea e realizza in collaborazione con Raffaello Repossi mostre itineranti a carattere scientifico, divulgativo e a tema, tra cui: “Energia” (Palazzo Re Enzo, Bologna; Milano; Mantova), “Scienza o Magia” (Ente Comunale, Rovereto; Museo della Scienza e della Tecnica, Milano; Montecatini Terme), “Informazione: un concetto in mostra” (Palazzo Re Enzo, Bologna; Napoli), “Giochi Matemagici”, “La Radio: da Marconi alla musica delle stelle (Laboratori)” (Palazzo Re Enzo, Bologna) “Galassia Marconi” (Ente Fiera, Bologna), “I Sensi del Mondo” (Palazzo Re Enzo, Bologna). Pubblicate in quotidiani e settimanali. IL PARCO DELLA SCIENZA Il Parco della Scienza consiste in una serie di moduli espositivi/exhibit interattivi che il visitatore non si limita ad osservare in modo passivo, ma e' sollecitato a "metterci su le mani" (hands on), ad interagire. Il fruitore quindi diventa il diretto protagonista, gioca, vive l'esperienza in prima persona, prova il piacere della scoperta, crea, fa connessioni, ritrova fenomeni della quotidianità (cio' che sta "sotto il naso" ma che passa inosservato) e, quasi senza accorgersene, e' indotto a scoprire proprietà e leggi scientifiche. I riferimenti culturali di questo approccio derivano dall'esperienza fatta dall'Exploratorium di San Francisco, un museo creato nel 1969 dal fisico Frank Oppenheimer (fratello di Robert noto per il progetto di realizzazione della prima bomba atomica e per il suo successivo pentimento). L'idea di Frank Oppenheimer fu di creare un centro dove la gente potesse familiarizzare con la scienza e la tecnologia, sperimentando direttamente e osservando cio' che avviene. "Un luogo dove la gente si pone delle domande" amava ripetere. L'esperimento di San Francisco fu successivamente recepito da altre citta' americane e anche in Europa. In Olanda con Evoluon, in Francia con La Villette di Parigi, in Spagna con Madrid, Barcellona e la Casa della Scienza di La Coruna e anche in Italia con la Citta' della Scienza di Napoli, con il Museo dei Ragazzi di Firenze o con il Museo Marconi di Bologna, tanto per citare gli esempi più salienti. Tutti questi centri muovono dalla convinzione che la via di accesso alla reale conoscenza scientifica debba essere l'esperienza diretta: ecco allora la necessita' di costruire apparecchi ad hoc, exhibit interattivi, nel senso che e' possibile interagire con essi e percepire le variabili, grossi giocattoli mediante i quali fare piacevoli scoperte. L'idea di giocattolo suggerisce la meraviglia e si sa che "la meraviglia e' l'anticamera di ogni conoscenza" (Bacone). Illuminanti a tale proposito le parole di Confucio (2500 anni fa): se me lo dici, lo dimentico, se lo leggo, lo ricordo; se lo faccio, lo capisco. E quando si fa riferimento al fare si sottolinea la possibilità di coinvolgere tutti i sensi per acquisire un sistema coerente di informazioni. La concatenazione delle informazioni rappresenta la base della conoscenza. Gli exhibit possono essere posizionati in siti esistenti o di nuova costruzione, in aree da riqualificare, in ambienti in cui possono diventare un tutt'uno con gli elementi naturali. Ad alcune domande postegli Tobia Repossi risponde: Nel vostro marchio esiste un ufficio di progettazione? Prototipia? Quante persone lavorano? La loro estrazione formativa? Siamo un ufficio di progettazione, per il design industriale, gli interni e la comunicazione in generale. La nostra struttura è composta da 2 soci senior, quattro dipendenti junior designer, spesso 2 o 3 stragisti, un account e altri collaboratori su base progetto, più spesso un programmatore Quali sono le professioni più ricercate per un’azienda come la vostra? Io sono di formazione architetto, glia altri vengono tutti dalla Facoltà del Design Industriale Voi fate stage? Se fate è da intendere che prendiamo stagisti, si, spesso, in base di uno o due sono sempre presenti, spesso anche dall’estero. Come avvicinate i giovani? Noi siamo giovani…. O perlomeno è come se lo fossimo Qual è l’atteggiamento di un giovane fresco di laurea quando entra in azienda? Spesso poco operativo, ma da noi si impara subito…. Vi spediscono progetti? Li analizzate? Fate concorsi? Di solito arrivano richieste via lettera o web, ma non vengono considerate troppo. Privilegiamo il canale ufficiale che è quello dell’università o delle scuole private per ottenere stageurs. Preferite italiani o stranieri? Gli italiani hanno il vantaggio che si possono fermare successivamente, per gli stranieri è molto difficile se sono residenti UE, assolutamente impossibile se sono fuori UE. Inutile protezionismo culturale che fa in modo che il livello degli italiani sia di solito imbarazzante rispetto a quello di uno straniero che decide di spostarsi. Quale estrazione culturale predilige? Architettura? Design? Ingegneria? Di solito i designer sono i più ampie di vedute, ma una persona intelligente vale più di tutto questo Il motivo? Vedi sopra Negli ultimi anni sono nati tanti corsi universitari nel design, vorrei un parere obiettivo Una follia, la polverizzazione dei poli universitari ha fatto dei disastri. Un tempo serviva una certa abilità (organizzativa e imprenditoriale) per spostarsi dalla città di residenza verso un polo universitario. Era esperienza di indipendenza e formativa. Ora abbiamo individui che vivono la loro vita fra due paesini di provincia, fanno uno stage nel garage sotto casa, non vanno all’estero per l’Erasmus e vogliono fare i fashion stylist, le pare una scelta corretta. E’ un sistema che ha le gambe corte e lo sta dimostrando. Lo dico da progettista e colpevolmente anche da docente di queste strutture. Pensa che questi giovani troveranno un lavoro facilmente? Una piccola percentuale forse si, quelli che hanno mantenuto quelle abilità di cui parlavo prima. gli altri sono stati inutilmente illusi da una facoltà che non li ha fermati prima. Lo dicono le statistiche delle scuole. Il lavoro è sottopagato, non sicuro e questi ragazzi non hanno per lo più le capacità di rischiare da soli perché la scuola ha plasmato le loro teste per un azienda che non li vuole più. Non è buffo? Nel vostro settore o in altri? Quali? Food design, light design, web design o fashion design? Fa veramente differenza? I settori cambiano così velocemente, le pare che fino a qualche anno fa esistesse la professione del web designer, le pare che ci sarà fra 5 anni? Il design pervade ogni campo in maniera piuttosto crossculturale. E’ il suo pregio e il suo difetto. Il settore emergente? Se debbo dire, light e food. Light per l’impulso di innovazione tecnologica che ci sarà in questi anni, il food per l’interesse che sta scaturendo sui tempi del divertimento. In futuro l’estetica sarà un elemento emergente nel prodotto? In quale settore? Lo è già in tutti i settori, bisogna far capire all’imprenditoria che è un valore positivo che porta il prodotto verso il futuro, non l’ultima delle superfetazioni per vendere un poco in più. Secondo lei il termine designer è compreso da tutti? O per molti indica semplicemente colui che disegna….. Il termine genera assolutamente confusione, potrei citare migliaia di pronunce diverse, figuriamoci la confusione sul significato. La colpa è nostra che in decadi non siamo riusciti a coniare un termine in una lingua così complessa come l’Italiano che potesse racchiudere gli stessi significati della parola in inglese. A tutt’oggi, se non vado errato, la professione del designer è abbinata a quella del disegnatore di macchine agricole nelle liste delle professioni del ministero. Il termine andrebbe comunicato meglio? Il problema non si pone perché il termine non è comunicato. Le poche iniziative sono gocce nel mare. Provi a cercare in google il termine design. Se le fosse un alieno avrebbe l’impressione che il design sia il disegno delle reti e del web. Comunque lo stesso accade per il termine architect che non sembra esistere nella nostra cultura se non nella accezione di web architect, leggasi nuovo operaio del web, le pare possibile? E si che il nostro vocabolario è così ricco rispetto a quello anglosassone, avevamo il latino, il greco…. Un consiglio pratico per chi desidera entrare nel suo settore Coltivare le persone, coltivare il proprio cervello Come ha cominciato la carriera? Background professionale? Da solo, durante gli studi, grazie a qualche dritta di mio padre che ha avuto il coraggio di non dire niente e dare l’esempio. Come considera il suo lavoro? Il più bello del mondo, mi sembra di essere nato e aver studiato per questo, svegliarsi ogni mattina con un problema diverso, a volte risolverlo E’ diverso lavorare all’estero? Non trovo francamente differenze se non nelle culture peculiari di ogni paese. Ma si corre il rischio di entrare in inutili stereotipi. Perché le piace/non piace il suo lavoro? Poter arrivare ogni giorno alla soluzione di un problema diverso. Mantiene i neuroni veloci e vivi, oltre a permettere di essere nella “stanza dei bottoni” e decidere di piccole grandi rivoluzioni senza che nessuno se ne accorga. Che tipo di Formazione è meglio avere? La più ampia possibile, gli expertise si trovano sul campo. Una formazione specialistica è da sempre sbagliata Mi racconta la giornata lavorativa tipo? Sveglia ore 8:00 in studio alle 8:30, lavoro sulle comunicazioni, mail e relazioni con l’esterno fino alle 11, poi inizio veramente a lavorare, sulla modellazione, il disegno, il rendering, la ricerca di materiale, è veramente così vario. Come l’orario di ritorno a casa, varia ogni giorno. Comunque il lavoro si porta a casa, anche nei sogni o negli incubi di notte. Quali sono i tempi più intensi durante l’anno? Dipende dai lavori, non c’è stagionalità e non potrei fare una statistica Da chi si impara? Dall’esperienza, dai proverbi Quali sono i Suoi clienti? Come li ha contattati la prima volta? O è stato contattato? Di solito il tam tam è la cosa che funziona di più. Lavoro molto con le amicizie che non tengo mai fuori dal lavoro. I gradi di separazione poi fanno la loro. Il settore è in crescita? In crisi? Perché? Il settore della progettazione non è individuabile perché pervade ogni capo. Le potrei dire che i piccoli studi iniziano ad essere in crisi rispetto ai big del settore. Dove si trovano le idee? Lavorando e facendo ricerca e sudando. Cos’è per Lei il design? Se vuole dirimere la questione linguistica di prima sul termine che noi latini non siamo riusciti a scovare; in realtà era lì dietro l’angolo: si dice Progetto. Le immagini che potrebbero rappresentare lo stato dell’arte di questo importante settore sono dimostrazione della voglia di rendere le città più abitabili e più vicine all’uomo e alle sue esigenze. Un esempio può essere il recente concorso Mini Design Award, Sentieri Urbani. La Triennale di Milano ha ospitato i progetti degni di nota, tra i quali Gabriele Adriano e le sue singolari strisce pedonali. Un'altra proposta è una panchina che riproduce la mappa della città; ma oltre a questo concorso molte altre sono le idee che si possono trovare: un reticolato dalla forma molto particolare (Lacefence Demakersvan) o light wind: il primo lampione ad energia eolica, davvero singolare il progetto dello studio di design olandese Demakersvan. Un lampione per arredo urbano con un concept molto significativo e profondo che vive di “vita” propria producendo energia pulita; alimentato dai venti olandesi fonde funzionalità ed innovazione in un lampione che cattura ogni minimo soffio di vento. Legno, acciaio inossidabile e tessuto comunemente utilizzato per fabbricare vele, sono i materiali che compongono questo innovativo lampione ecosostenibile che, preferisce sfruttare, 24h su 24, il vento piuttosto che il sole. Inoltre una panchina proposta da Brodie Neill composta da una sola forma continua, che ruota e prende la configurazione di una seduta; Henry Van De Velde propone questo insieme di panchine disposte in modo particolare per agevolare l’interazione tra le persone. Questi sono solo alcuni degli innumerevoli esempi che il settore dell’arredo urbano presenta durante i suoi molteplici eventi. Vengono organizzati, infatti, ogni anno e in molte città mostre, meeting, seminari, fiere del settore. Molto importanti sono il Salone dell’Arredo Urbano, il Salone del Mobile e il Fuorisalone. Il Salone dell’Arredo Urbano è la messa in opera delle iniziative di esterni, il frutto di interventi concreti sul territorio cittadino, la realizzazione di progetti per riqualificare lo spazio pubblico ma soprattutto un luogo di incontro e di aggregazione; una città ideale da vivere subito: un municipio per iscriversi ad una cittadinanza attiva, incontri, open lectures grazie all'adesione delle università, rappresentazioni teatrali e laboratori progettuali, parco-giochi, esperimenti collettivi, lezioni di giardinaggio, convivi, picnic, cene, proiezioni, concerti, pernottamenti. Molte riviste si occupano di arredo urbano: Abitare, Modo, Urban, Costruire, Brava Casa, Dove Case, CA casamica, Territori, Paesaggio Urbano. Molte mostre inoltre hanno rivolto la loro attenzione verso questo settore: “City works, esplorazioni ed interventi nello spazio urbano”; “Vivere e camminare in città. I luoghi degli eventi” (Piacenza); “Casa dell’architettura” (Roma); “Florence exit- segnali e fermenti di una nuova generazione di architetti” (Firenze); “Dialoghi tra architettura e paesaggio” (Venezia); “Settimana dell’edilizia sostenibile” (Torino); “ViviMi: cambiamento dell’area metropolitana milanese e de suoi abitanti, presenta immagini e scenari del futuro prossimo” (Milano); “Paesaggi sospesi: visioni, idee e realizzazioni nel campo della pianificazione del paesaggio e della progettazione paesaggistica” (Trieste). Tra gli innumerevoli siti web che trattano l’arredo urbano citiamo: undo.net, le mostre di Arch ’it, CISA Palladio, ABACO, design pubblico, stylepark, fsc italia, professione architetto, ALI design.