Disuguaglianze sociali e disug

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Disuguaglianze sociali e disug
Disuguaglianze sociali
e
Disuguaglianze educative
VINCENZO NICOLETTA
Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali
UNICAL
Disuguaglianze sociali
Disuguaglianze educative
Disuguaglianze sociali
Le disuguaglianze sociali consistono in disparità
sistematiche riguardanti il possesso di risorse che danno
luogo ad opportunità di vita diverse.
Aspetto distributivo
Aspetto relazionale
La rappresentazione delle disuguaglianze sociali
Lo schema di classe
La classe è un insieme di individui e di famiglie , ricoprono una posizione simile
all’interno delle principali disuguaglianze fattuali di potere e di privilegio presenti
in una società
Borghesia
Imprenditori, liberi professionisti,
Dirigenti
Classe media impiegatizia
Impiegati di concetto, tecnici,
insegnanti, impiegativi esecutivi
Piccola borghesia urbana
Artigiani, commercianti
Piccola borghesia agricola
Piccoli proprietari agricoli
Classe operaia urbana
Operai di industria e terziario,
specializzati e comuni.
Classe operaia agricola
Operai agricoli
La stratificazione sociale in Italia
Borghesia
15%
Classe operaia
agricola
2%
Classe media
impiegatizia
33%
Classe operaia
urbana
32%
Piccola borghesia
agricola
2%
Fonte: nostra rielaborazione su dati Istat
Piccola borghesia
urbana
16%
Le disuguaglianze nelle opportunità educative
Le disuguaglianze
nelle opportunità di istruzione
possono essere definite come il fenomeno per cui gli
individui non frequentano la scuola per lo stesso periodo
di tempo, oppure non frequentano scuole uguali o
equivalenti dal punto di vista delle opportunità di
apprendimento o di altro genere che esse offrono.
Effetti secondari
(famiglia di origine, razza etc.)
Effetti primari
(abilità, impegno,
motivazione)
Successo
scolastico
Il principio di uguaglianza sociale di fronte l’istruzione
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore , impartita per almeno otto anni, è
obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di
raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio,
assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere
attribuite per concorso.
Articolo 34 della Costituzione
Titolo di studio secondo la classe di origine in Italia (2009)
90
83,9
80,3
80
70
62,8
60
47,2
46,9
51,6
47,9
50
40,4
40
34,4
30,7
30
17,7
18,3
14,9
20
12,4
1,2
10
5,2
1,3
2,9
0
Borghesia
Classe media
impiegatizia
Piccola borghesia
urbana
LAUREA/DIPLOMA
Piccola borghesia
agricola
LICENZA MEDIA
Classe operaia
urbana
Classe operaia
agricola
FINO A LIC.ELEM.
Fonte: nostra rielaborazione su dati Istat (Indagine «Famiglie e soggetti sociali»)
Da una concezione elitaria dell’istruzione alla scuola di massa:
le Riforme scolastiche degli anni sessanta:
Legge n. 1859 del 31 dicembre del 1962
«Istituzione e ordinamento della scuola media statale»
ʺArt. 1.
Fini e durata della scuola
In attuazione dell'articolo 34 della Costituzione, l'istruzione obbligatoria
successiva a quella elementare é impartita gratuitamente nella scuola
media, che ha la durata di tre anni ed é scuola secondaria di primo grado.
Legge n. 910 dell’11 dicembre 1969
«Provvedimenti urgenti per l'Università»
La crescita della domanda di forza lavoro istruita
• La transizione, da un sistema produttivo soprattutto agricolo ad
un‘economia industriale e terziaria comporta processi produttivi ed
organizzativi più complessi, i quali richiedono sempre maggiori e nuove
competenze, tecniche e relazionali, che le agenzie di socializzazione
tradizionali, come la famiglia, la chiesa, la comunità locale, faticano a
produrre nei lavoratori.
• Esse possono essere acquisite soltanto attraverso l’istruzione formalizzata.
La scolarizzazione di massa rappresenta la risposta funzionali alle esigenze
della sfera economica e alle sue trasformazioni di lungo periodo.
• L’interesse collettivo, nelle società industriali, richiede che non vi sia
spreco di risorse umane e che sia garantita, anche agli individui di origine
sociale inferiore, di raggiungere elevati livelli del sistema formativo e la
possibilità di occupare i vertici della stratificazione professionale.
Percentuale di individui che hanno conseguito almeno la licenza media per classe di
origine e nascita
100
90
80
70
Borghesia
60
Classe media impiegatizia
50
Piccola borghesia urbana
40
Piccola borghesia agricola
Classe operaia urbana
30
Classe operaia agricola
20
10
0
1928
1938
1948
1958
1968
Fonte: Schizzerotto e Barone, 2006 (Dati ILFI 1997; 1999; 2001)
1978
Percentuale di individui che hanno conseguito almeno il diploma per classe di origine e
nascita
100
90
80
70
Borghesia
60
Classe media
impiegatizia
Piccola borghesia
urbana
Piccola borghesia
agricola
Classe operaia
urbana
Classe operaia
agricola
50
40
30
20
10
0
1928
1938
1948
1958
1968
1978
Percentuale di individui che hanno conseguito almeno il diploma universitario o la
laurea per classe di origine e nascita
100
Borghesia
90
80
Classe media
impiegatizia
70
60
Piccola
borghesia
urbana
Piccola
borghesia
agricola
Classe operaia
urbana
50
40
30
20
10
Classe operaia
agricola
0
1928
1938
1948
1958
1968
DISUGUAGLIANZE EDUCATIVE
DISUGUAGLIANZE ASSOLUTE
DISUGUAGLIANZE RELATIVE
indicano l’andamento, nel volgere
delle generazioni, della proporzione di
individui nati in ciascuna classe che
raggiungono i vari livelli di istruzione.
indicano le possibilità che i discendenti di un
gruppo sociale hanno di accedere ad un dato
livello del sistema scolastico piuttosto che ad
un altro, in rapporto alle corrispondenti
chances di altri gruppi.
L’approccio delle transizioni scolastiche e l’ipotesi
della selezione differenziale
L’approccio delle transizioni scolastiche raffigura il percorso di
acquisizione di ogni dato titolo di studio come una sequenza di
punti in transizione, in cui gli studenti e le proprie famiglie
decidono se continuare al livello scolastico superiore o
interrompere gli studi
Componente primaria
Abilità e motivazioni trasmessi dalla
classe di origine
Influenza della classe di origine
Componente secondaria
Risorse derivanti dalla classe di origine
I meccanismi di riproduzione delle disuguaglianze educative
BORDIEU
Le origini sociali hanno un’importanza così schiacciante che gli individui sono
spinti verso determinati esiti scolastici, per cui le scelte scolastiche possono
raffigurarsi come non-decisioni, pure manifestazioni individuali dell’azione di
vincoli, che obbligano determinati comportamenti scolastici.
BOUDON
Partendo da premesse metodologiche opposte di tipo individualistico,
interpreta le disuguaglianze educative, legate alle origini sociali, come l’esito
di una decisione assunta da attori razionali, che valutano in maniera
socialmente differenziata i costi e benefici di ogni possibile alternativa.
Bourdieu e la teoria della riproduzione culturale
Gli studenti delle classi superiori ad ottenere, in media, voti migliori e subiscono
meno bocciature. I rischi di fallimento educativo nelle medie superiori e
nell’università non sono omogeneamente distribuiti nella popolazione. Essi sono
tanto più elevati quanto più bassa è l’origine sociale degli aspiranti a un titolo di
studio e quanto minore è il livello di istruzione dei loro genitori.
La differenza di rendimento scolastico, che tende ad esistere tra i discendenti delle
diverse classi sociali è influenzata dal capitale culturale presente nella famiglia di
origine.
Il capitale culturale è rappresentato da una grande varietà di risorse, anche se
fondamentalmente omogenee: dalle abilità linguistiche ai beni culturali posseduti,
dalle conoscenze e informazioni a disposizione alle preferenze estetiche, dal
rapporto con scuola e cultura alle esperienze e credenziali educative.
Crescere in una famiglia istruita significa essere circondati sin dalla prima infanzia da
un universo di «cose colte» ed accumulare una serie di esperienze che inducono un
atteggiamento di naturalezza e di padronanza della cultura che «rende» a scuola.
La scuola fa propria la cultura delle classi dominanti.
Il sistema educativo esistente adotta implicitamente come standard di
riferimento la cultura delle classi elevate, per cui, le pratiche didattiche, sia
l’insegnamento così come la valutazione dell’apprendimento degli studenti, sono
permeate dalle convenzioni culturali delle classi dominanti. Se i docenti
riconoscono legittimità agli standard culturali delle classi superiori, gli studenti di
elevata estrazione sociale risultano avvantaggiati, dal momento che disporre di
tali standard significa avere una vera e propria risorsa di apprendimento, in grado
di facilitare la comprensione, l’acquisizione e l’esposizione dei contenuti didattici
Il sistema educativo contribuisce a riprodurre la stratificazione sociale ed a
legittimarla, assicurando la sua interiorizzazione e convincendo gli individui che essa
non è sociale ma naturale. L’obiettivo fondamentale della scuola è, quindi, quello
della riproduzione della struttura sociale esistente
L’ETHOS DI CLASSE
«Gli atteggiamenti delle diverse classi sociali, genitori o figli, e in particolare
modo gli atteggiamenti verso la scuola, la cultura scolastica e le prospettive
offerte dagli studi,[che] sono in gran parte l’espressione del sistema di
valori impliciti o espliciti che essi devono alla loro appartenenza sociale»
L’ethos di classe, che plasma in modo coerente e globale le strategie di
riproduzione sociale delle famiglie, discende dall’aggiustamento di
aspettative, aspirazioni e comportamenti alle condizioni oggettive
d’esistenza di ogni classe sociale
(L’INTERIORIZZAZIONE DELL’ESTERIORIZZAZIONE)
Le esigue probabilità oggettive di promozione sociale dei discendenti delle
classi inferiori, che vengono ricordate continuamente dai dati sugli
insuccessi scolatici dei ragazzi provenienti dal loro ambiente, sarebbero
interiorizzate sino a divenire aspettative soggettive di fallimento. Queste, a
loro volta, finiscono col deprimere le aspirazioni educative degli studenti di
bassa estrazione sociale.
BOUDON E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE
La differenza di ambizione scolastica esistente tra le varie classi sociali «è
difficilmente spiegabile partendo dalla concezione secondo la quale le subculture di classe sarebbero la determinante principale delle aspirazioni e di
comportamenti scolastici»
«La sopravvivenza di un individuo nel sistema scolastico dipende da un
processo di decisione razionale i cui parametri sono funzioni della posizione
sociale o posizione di classe»
«Il mondo non si vede allo stesso modo da tutti i punti di vista»
Gli elementi del calcolo razionale, vale a dire costi, benefici attesi e rischio,
alla base delle decisioni scolastiche, sono valutati dai soggetti decisori in
base alla propria collocazione sociale.
Dunque le scelte scolastiche sono razionali, nel senso che sono l’effetto di
scelte sorrette da «buone ragioni» dal punto di vista di chi le effettua,
piuttosto che il frutto di forze o cause sottratte al controllo dei soggetti
agenti.
Boudon concettualizza i percorsi educativi come alberi decisionali, nei quali i
soggetti si trovano, in ogni singolo anno, a dover ripetere la loro scelta nei
confronti della prosecuzione degli studi
Si tiene conto di tre fattori:
• i benefici attesi in termini di acquisizione di un futuro status sociale,
• i costi cioè le spese necessarie per il percorso scolastico,
• il rischio di fallimento scolastico dello studente
«La posizione sociale dà un diverso significato al beneficio, al rischio e al
costo corrispondenti all’acquisizione di un dato livello di istruzione»