Misurazione delle disuguaglianze salariali: lo "skill premium"

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Misurazione delle disuguaglianze salariali: lo "skill premium"
Commercio internazionale e disuguaglianze salariali
Di Paolo Epifani
Come si misurano le disuguaglianze salariali
L'indicatore sintetico delle disuguaglianze salariali più utilizzato in letteratura è dato dallo
skill premium, pari a ws/wu, in cui ws è il salario medio dei lavoratori qualificati (il
pedice s sta per skilled workers), e ws è il salario medio dei lavoratori non qualificati (il
pedice u sta per unskilled workers). Si noti che, poiché i lavoratori qualificati
percepiscono, in media, un salario maggiore dei lavoratori non qualificati (in quanto più
produttivi), ne consegue che un aumento dello skill premium implica un aumento delle
disuguaglianze salariali.
Per calcolare lo skill premium è necessario un semplice criterio di demarcazione tra
lavoratori qualificati e non qualificati (o, in termini meno crudi, tra lavoratori ad alta e a
bassa qualifica). Un ovvio criterio di demarcazione è costituito dal titolo di studio dei
lavoratori (i rapporti più utilizzati in letteratura sono quello tra lavoratori laureati e non, e
quello tra lavoratori in possesso e non di un titolo di istruzione secondaria). Tuttavia, per
la maggior parte dei paesi e dei settori produttivi non sono purtroppo disponibili dati sui
salari dei lavoratori classificati in base al titolo di studio. Per questo in letteratura si ricorre
generalmente ad una distinzione più grossolana, quella tra production e non production
workers (ossia tra lavoratori manuali e dirigenti e impiegati). Una giustificazione di questo
criterio è data dal fatto che il lavoro non manuale è generalmente intensivo in lavoro
qualificato. Non sorprende, pertanto, che i due criteri generino misure empiriche dello
skill premium altamente correlate.
Gli Stati Uniti sono il paese per il quale sono disponibili i dati più accurati sull'evoluzione
delle disuguaglianze salariali. E' utile pertanto riportare alcune cifre per dare un'idea
dell'ordine di grandezza del fenomeno. Le stime più recenti sono quelle di Katz e Autor
(2000). Essi riportano che, dal 1979 al 1995, il salario reale dei lavoratori con meno di 12
anni d'istruzione si è ridotto di circa il 20%, quello dei lavoratori con 12 anni di istruzione
si è ridotto di oltre il 13%, e quello dei lavoratori con 16 e 17 anni di istruzione è aumentato
dell'1%. Solo il salario reale dei lavoratori con 18 o più anni di istruzione è aumentato
sensibilmente, del 14%. Queste poche cifre danno un'idea sufficientemente precisa della
rilevanza del fenomeno. Risultati analoghi si ottengono, inoltre, per Regno Unito,
Australia, Canada, Giappone, Svezia e Hong Kong utilizzando come proxy dello skill
premium il salario relativo dei lavoratori non manuali nel comparto manifatturiero.