In ogni vocazione è in gioco l`amore indiviso».
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In ogni vocazione è in gioco l`amore indiviso».
N. 2 – Febbraio 2015 Esce otto volte l’anno www.acs-italia.org «Siamo chiamati a sperimentare e mostrare che Dio è capace di colmare il nostro cuore e di renderci felici, senza bisogno di cercare altrove la nostra felicità». - Papa Francesco dalla Lettera Apostolica per l’Anno della Vita consacrata (29 novembre 2014-2 febbraio 2016) Carità e Grazia: Dio è sempre al centro. «chi può capire, capisca». Con queste parole Gesù tronca il difficile dibattito su matrimonio e verginità, indicandoci che, in questo caso, la ragione da sola non basta. Entrambe le forme di vita sono qualcosa di sublime che si può comprendere pienamente soltanto attraverso la fede. In ogni vocazione è in gioco la pienezza di vita, l’amore indivisibile. Nel matrimonio, inizialmente, un tale amore appare del tutto ovvio: «Niente e nessuno ci può dividere» è il Credo degli innamorati. Ma la vita di tutti i giorni porta ben presto alla luce i limiti e i difetti dell’altro. Anche l’amore coniugale vive della Grazia; con la forza dell’amore Divino esso può crescere fino a diventare immenso. Questo richiede molti sacrifici e grandi sforzi, necessari per superare le difficoltà. È qui che si accomunano intimamente matrimonio e verginità. La vita nel celibato, nella povertà e nell’obbedienza si presentasulle prime ardua e non conforme alla natura.“Sacerdote o suora” sono parole che subito ci fanno pensare a regole severe e ad alte mura che devono impedire i piaceri della vita. Servire disinteressa- mente i più poveri tra i poveri, lavorare in scuole e ospedali per la gloria di Dio, pregare per il bene del mondo nel segreto della clausura: tutto questo, certo, suona molto bene e degno di lode, però, ai nostri giorni,esercita a stento un’ attrazione sui giovani. Qual è, infatti, la vera ed effettiva attrattiva della vita coniugale, alle proprietà e a una volontà propria. Come nel matrimonio, la persona consacrata è prima di tutto una persona innamorata che, in forza della Grazia di Dio, vorrebbe vivere solo per Lui, appartenere solo a Lui e donare tutto a Lui. Cari amici, in ogni numero dell’Eco di questo Anno che la Chiesa ha dedicato alla Vita consacrata, vi presenteremo uomini e donne consacrati a Dio, pieni di coraggio edi abnegazione amorosa che hanno bisogno del vostro aiuto per poter servire la Chiesa. La loro vera missione e la loro forza sono l’amore per Gesù e la fedeltà alla sua chiamata: «Seguimi!». Quelli in grado di capirla sono sempre meno. C’è bisogno di matrimoni che mettano Dio al centro, Lui che è l’Amore. C’è bisogno di padri e di madri che sappiano pregare, dicendo «Signore, i nostri figli appartengono a Te. Dacci la grazia di poterti donare una vocazione religiosa». «In ogni vocazione è in gioco l’amore indiviso». consacrata? Sono il servizio al prossimo, la missione in Paesi lontani, la vita contemplativa nel silenzio? Madre Teresa lo spiega chiaramente alle sue suore: «La vostra vocazione non è prendersi cura degli ammalati nell’ospedale, insegnare o altro ancora […] la nostravocazione èappartenere a Gesù con la piena convinzione che niente e nessuno può dividerci dall’amore di Cristo. Il lavoro da noi svolto è il nostro amore per Gesù diventato azione viva». Vi benedico con gratitudine, Abbandonare tutto per il Regno di Dio non significa quindi servire gli uomini o combattere per i valori cristiani. Tutto questo sarebbe troppo poco per rinunciare alla vita P. Martin M. Barta Assistente Ecclesiastico 1 Su o r e Indicano la strada per giungere a Dio Catechista, sorella, madre: Nune Titojan con uno dei suoi protetti. In tutto il mondo sono circa 900.000 le persone appartenenti a un Ordine religioso cattolico o a un Istituto di vita consacrata. Quasi quattro quinti sono donne. ACS aiuta le religiose in tutto il mondo. Nune Titojan è una di esse. cura dei 12.000 fedeli della parrocchia di Ashmyany. Lo scorso anno i cresimandi sono stati 600. Battesimi e cresime sono sempre un rischio in un Paese ancora profondamente comunista. Suor Nune sa bene che il Sacramento da solo non basta. La Grazia è importante, ma dopo aver ricevuto il Sacramento Ecuador: «L’incontro con arriva la lotta per rimanere costanti nella fede. Cristo vi porterà verso i più I suoi genitori erano insegnanti, il padre ad- In questo, molto dipende dalla preparazione poveri» (Papa Francesco). dirittura preside, ed entrambi erano comuni- al Sacramento. Suor Nune ha scritto i testi sti. Vivevano in Georgia. Nune fuggì di casa per la catechesi. Si serve dei catechismi uffiperché i genitori non accettavano la sua vo- cialmente approvati dalla Chiesa, tra cui diocesi di Sambir-Drohobych, Ucraina, cazione religiosa, una vita consacrata a Dio. «YouCat» o «Io Credo» di ACS. risale al periodo comunista (1957). A Si recò a Mosca e da lì in Polonia, speriquell’epoca si dedicavano all’adorazione mentò la vita delle suore cattoliche, entrò a Per le religiose questo lavoro richiede perenne di Dio. Oltre questo non potefar parte della congregazione delle Missio- molti spostamenti nei diversi centri della vano fare. Oggi le suore, che nel fratnarie della Sacra Famiglia e, infine, giunse parrocchia. La gente non può muoversi e tempo sono diventate una ventina, allora è il profeta che va alla montagna… gestiscono un orfanotrofio, si occupano in Bielorussia. Abbiamo promesso a suor Nune e alle sue del catechismo domenicale, organizzano È qui che vive la sua vocazione. Ad consorelle 10.000 euro per acquistare pellegrinaggi e ritiri spirituali per i gioAshmyany ha trovato una nuova famiglia se- un’automobile. Il lavoro missionario deve vani e, nei periodi di ferie, si occupano condo le parole di Cristo: «Chiunque fa la rimanere in movimento. dei ragazzi dell’Ucraina dell’Est. volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre» (Mt La fondazione della Congregazione Il lavoro aumenta, hanno bisogno di più 12,50). Insieme a tre altre suore si prende Suore Adoratrici dell’Eucaristia nella spazio e per questo da sei anni hanno avviato i lavori di restauro della vecchia «Uscite dal vostro nido verso le Casa Generalizia a Sambir. Ma ora non periferie dell’uomo e della donna hanno più il denaro per il tetto. Un terzo di oggi»: per le suore in Egitto quedelle suore vive con una piccola pensione sta esortazione del Papa è espedi appena 100 euro al mese, la diocesi rienza quotidiana. Voi aiutate le stessa è povera. Le suore pregano, condiverse Congregazioni a tradurre fortano, insegnano, assistono. Indicano la nella realtà questa esortazione, ad strada che porta a Dio e meritano il cielo, esempio attraverso i corsi di formama manca loro il denaro. Abbiamo prozione per l’opera missionaria. messo loro 10.000 euro per il tetto. • 2 Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Nella gioia del Signore: le suore in Ecuador sono attive nella produzione delle ostie. In periferia: le suore si prendono cura di tutti, anziani, ammalati e ragazzi. sono figli di Dio», afferma suor Vittoria. Dall’Italia, è venuta come missionaria in Ecuador giovanissima, a 21 anni. Era il 1956. Per tutta la vita ha lavorato per questi figli di Dio, imparando la lingua degli Circa 120 anni fa, i primi missionari Shuar e gestendo un collegio per ragazze. giunsero nel bacino dell’Amazzonia al- A dorso di mulo ha scalato le montagne, l’altezza dell’odierno Vicariato aposto- sempre con il Rosario in mano «pregando lico di Mendez, in Ecuador. Dieci anni la Santissima Vergine Madre che mi propiù tardi arrivarono le prime suore. teggesse dalle bestie feroci, dai nubifragi e Oggi nella zona sono 90 religiose ap- dai serpenti». Ha portato ai nativi la Parola partenenti a nove Congregazioni. di Dio, ha condiviso con loro tetto e cibo. Al servizio di Dio nella foresta Il territorio è vastissimo e il lavoro in questa vigna del Signore non finisce mai. Metà degli abitanti sono nativi, molti vivono nelle montagne o nella foresta e sono le suore ad andare da loro. «Perché anche loro Questi popoli sono tra gli sconfitti dell’era moderna. Nello scontro tra culture, i giovani perdono, insieme agli usi e ai costumi degli antenati, anche una parte della loro identità. Spesso quel che rimane sono rot- tami umani. Suor Vittoria e le consorelle si prendono cura principalmente delle ragazze e della loro formazione affinché non cadano nelle mani di sfruttatori e trafficanti di droga. «Vogliamo che sentano il calore dell’amore di Dio», raccontano. È così che guariscono le ferite dell’anima, è così che le ragazze ritrovano la loro dignità di esseri umani. Oggi, anche questo è il lavoro missionario. Nell’ambito di questa vasta opera, di questo servizio all’uomo, dove la catechesi non è imposta, ma fa parte di tutto il resto in modo naturale, ACS offre un aiuto irrinunciabile: quello per il sostentamento delle religiose che, nel caso delle 90 suore di Mendez, vuol dire 16.000 euro. Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre. • 3 ons V it a c acrat a Mostrare il volto di Cristo Padre nostro: «La preghiera di Gesù è la mia preghiera preferita – afferma suor Marie Catherine – ci tiene uniti». E le piace pregare anche l’Angelus, «vedo con il cuore Dio che si è fatto uomo ed è venuto da noi». Vivere l’unità fa parte del carisma delle Serve di Cristo. La Congregazione è stata fondata da suor Marie Catherine, nove anni or sono. Prima di allora era stata superiora generale delle Figlie del Sacro Cuore di Maria per l’intera Africa Occidentale, un lavoro di responsabilità estremamente logorante. Per recuperare le forze trascorre un periodo piuttosto lungo in Francia, durante il quale partecipa a un seminario sull’islam in cui, nel corso della preghiera, sente l’esortazione di Cristo: «Mostra il mio vero volto al mondo islamico». Medita sul significato di queste parole... Conosce l’Africa Occidentale, ha vissuto in Senegal. Ma sente che Dio le vuole affidare un compito altrove, «costruiscimi una casa affinché il mio amore prenda forma tra i musulmani». E capisce, sempre attraverso la preghiera, che questo altrove è il Niger. Si reca in pellegrinaggio a Lisieux da Santa Teresa del Bambin Gesù, Chiamata a operare in Niger: suor Marie Catherine Kingbo. Dottore della Chiesa e Santa Patrona della missione. Al ritorno, la sua certezza si rafforza. «Non so perché dovesse essere il Niger», dice. Ma sa che quella è la strada da seguire e si ricorda di un vescovo che vive nella zona desertica di Maradi. vasta diocesi che gli è affidata ci sono pochissime suore; i cristiani non raggiungono neanche lo 0,5% della popolazione complessiva. Povertà e fame sono una realtà quotidiana. All’inizio, le Serve di Cristo erano due. Oggi sono 10 e le novizie 11. Si recano nei villaggi, distribuiscono generi Il vescovo Ambroise da tempo chiedeva alimentari, specialmente alle mamme con nelle sue preghiere l’invio di un aiuto. Nella bambini malnutriti; organizzano Corsi per migliorare l’igiene, la situazione sanitaria e scolastica; insegnano a leggere e a scrivere, oltre all’economia domestica; concedono anche micro-crediti. Nel frattempo, si prendono cura di circa 150 villaggi con oltre 25.000 abitanti. Nessuno lo avrebbe fatto se Dio non avesse inviato le Serve di Cristo. «La gente ha fiducia in noi, vedono quello che facciamo», racconta suor Marie Catherine. Quello che non dice è che la gente vede nelle opere di misericordia il volto di Cristo. Da un po’ di tempo in alcuni villaggi si vuole sapere qualcosa di più di Gesù, «gli anziani hanno organizzato un incontro e ci hanno chiesto come diventare cristiani». A Il bebè ha finalmente messo su un po’ di peso! Le suore misurano così il successo questo ci pensa il vescovo. Le suore continella lotta contro la malnutrizione. nuano a mostrare il volto di Cristo attra4 Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Motori della Provvidenza Si tratta sempre dell’uomo nella sua pienezza. Religioni e ideologie politicizzate vogliono penetrare in modo totalitario la cultura e il modo di vivere. Di contro, la fede in Cristo libera. In Tunisia La dignità delle donne: grazie alle suore, sono rispettate nel lavoro di casa e dei campi. verso azioni concrete: ci sono gli affamati e le suore danno loro da mangiare, ci sono gli assetati e le suore danno loro da bere. Visitano le giovani che, spesso per sfuggire ai matrimoni imposti – alcune vengono costrette a sposarsi a 11 anni – finiscono nella prostituzione; combattono per la dignità delle donne; visitano gli ammalati di lebbra. Senza le Serve di Cristo ci sarebbe meno vita nella savana di Maradi. L’emblema della Congregazione raffigura la lavanda dei piedi, «vogliamo servire in tutta umiltà». Il rapporto con i musulmani è buono, «anche noi viviamo in povertà e questo unisce», afferma. Ma anche qui si sente l’influenza del fanatismo, «qualcuno è infastidito dalla croce che le nostre ragazze portano al collo». Ma il Sultano della regione e gli anziani dei villaggi sono dalla parte di suor Marie Catherine. Le sono immensamente grati. Per le suore è stata costruita, presso la chiesa, una Casa Madre con annesso un edificio per le novizie. Siete stati voi ad aiutarle (30.000 euro). Ma stanno arrivando altri progetti. A Maradi la povertà è grande. Ma è grande anche l’amore delle suore. • Le Serve del Signore e della Vergine di Matara cercano, nello spirito di libertà e di servizio agli altri, di diffondere l’amore del Vangelo tra gli uomini. Vivono dal 2005 in Tunisia, hanno sperimentato i disordini della Rivoluzione e la radicalizzazione della gente. Una cosa particolarmente importante è la sicurezza: servirsi dei mezzi pubblici utilizzati quasi solo da uomini, attraversare da sole a piedi Tunisi e le zone periferiche, ma anche prendere un taxi, può essere pericoloso. Ma i bambini delle comunità attendono la suora che insegni loro il catechismo; gli anziani e ammalati aspettano una loro visita che li conforti e li tiri un pochino su di morale. Queste attività pastorali di per sé già stancanti, in un ambiente culturalmente ostile ai cristiani diventano anche rischiose. Abbiamo promesso loro di finanziare l’acquisto di una nuova automobile con 11.400 euro. Consentirà Culture e imperi vanno e vengono: il loro di offrire a più persone, in sicu- Regno di Cristo, invece, rimane, anche rezza, la verità che rende liberi. qui a Tunisi. • In Libano Per le Suore missionarie del Santissimo Sacramento di Biblos che gestiscono una scuola con 1.200 studentesse provenienti da 30 villaggi, il problema più grande è rappresentato dall’orfanotrofio. È annesso alla scuola e ospita 80 bambine. «Viviamo della Provvidenza Divina», scrive la madre superiora, suor Laure Trad. Senza le suore queste bambine non andrebbero a scuola, non riceverebbero né educazione né amore. Ma le suore possono svolgere il loro servizio solo con il sostegno di altri. È qui che la Provvidenza ha messo in gioco noi. Siamo, per così dire, il suo motore. Perché per le loro Donano il futuro: le suore traggono nuova forza dalla preghiera e la trasmettono con amore agli altri. molteplici attività pastorali – con le ragazze, i profughi, gli anziani nelle zone rurali e i poveri a Biblos – le suore hanno bisogno di una macchina affidabile che ha un costo di 19.000 euro. Le offerte ricevute saranno destinate ai progetti presentati o a progetti analoghi, sostenendo anche l’opera pastorale di Aiuto alla Chiesa che Soffre. • 5 «Grazie a voi possiamo restare» In alcune regioni della Siria i cristiani prendono il coraggio a due mani per tornare alle loro case: «Questa è la nostra patria». A Nebek, vicino Homs, non hanno trovato altro che macerie e mura distrutte dalle fiamme. La ricostruzione «senza la vostra solidarietà non sarebbe stata possibile», scrive suor Huda Fadoul. In particolare, non avrebbero resistito in inverno senza riscaldamento, vestiti caldi e medicine. Intere famiglie sono riuscite a sopravvivere grazie al vostro aiuto immediato. Grazie ad ACS hanno potuto comprare il materiale per ricostruire. Anche se qua e là si spara ancora, loro restano. Sono pieni di gratitudine. Suor Huda scrive: «Grazie alla vostra generosità possiamo convincere anche altri a rimanere e sperare in un futuro migliore. Non solo ci avete reso possibile vivere ancora nella nostra terra natia, ma ci avete anche ridato la nostra dignità». Sofferenza, amore e gratitudine – Le vostre lettere L’obolo della vedova Ho più di 90 anni e vivo di una piccola pensione per vedove. Attingo ai miei risparmi per inviarvi un’offerta da destinare ai cristiani in Iraq. - Una benefattrice dalla Francia - zioni e sostiene la vita, indipendentemente da quale parte del cavo essa si trovi. Contate sulla mia preghiera e su un modesto contributo nel nome di Gesù Cristo. - Un benefattore dal Brasile - Trasferimento di energia Con grande gioia constato che nella mia vita ACS è stata uno strumento di Dio. Vi ho conosciuto guardando la televisione, da dove avete lanciato un appello per aiutare i poveri e dimenticati di questo mondo. Ho iniziato a collaborare. Ai miei occhi la vostra Opera funziona come un cavo elettrico che collega la presa, cioè la persona con l’energia vitale, a coloro cui manca tale energia per agire nel mondo. Ma non solo: l’energia ricevuta torna indietro alla presa sotto forma di ringraziamenti e preghiere e unisce i cuori in un unico corpo. In conclusione, è Dio che si muove in entrambe le dire- Destini che toccano il cuore Sono sempre commosso dalle storie riportate ne «L’Eco dell’Amore» e voglio conservare per sempre il numero di ottobre. L’intervista con monsignor Jeanbart mi ha profondamente toccato. Vorrei poter credere che l’agonia vissuta da cristiani e non solo, in Siria e Iraq possa finire. Spero di poter rileggere l’articolo tra cinque anni constatando che la situazione è migliorata per i cristiani, grazie al coraggio e alla fedeltà di persone come monsignor Jeanbart. Vi invio la mia offerta destinata questa volta ai cristiani di Siria e Iraq. - Un benefattore dall’Australia - Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) - Sede Nazionale: Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma Tel. 06.6989.3911 - mail: [email protected] - Bressanone: Via Hartwig 9 - 39042 Bressanone Milano: Corso Monforte 1 - 20122 MI - Tel. 02.7602.8469 - Siracusa: Via Pompeo Picherali 1 Piazza Duomo 5 (Recapito postale) - 96100 SR - Tel. 0931.412.277 Offerte: CCP N. 932004 - Bonifico bancario - Banca Prossima - IBAN: IT 67 L 033 5901 6001 0000 0077 352 - Swift Code/BIC: BCITITMX - Codice Fiscale 80241110586 I suoi dati personali sono utilizzati al fine di promuovere le iniziative di Aiuto alla Chiesa che Soffre. Ai sensi del D.L. 196/2003, lei potrà esercitare i relativi diritti, rivolgendosi ad «Aiuto alla Chiesa che Soffre» - Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma. 6 Johannes Heereman, Presidente esecutivo Cari amici , nell'arcidiocesi di Colonia alla quale appartengo, operano attualmente 270 sacerdoti. Nel 2022 saranno probabilmente solo 120. Anche il numero dei seminaristi è in calo. Questa drammatica tendenza si riscontra in tutta Europa. La situazione vocazionale per la vita consacrata non è diversa. In Africa e Asia cresce di contro il numero delle vocazioni e con le vostre offerte aiutiamo a costruire e ampliare seminari e conventi. Non si può più ignorare questa controtendenza. La chiamata di Dio risuona anche nei Paesi ricchi, ma non viene ascoltata. I genitori, ma anche le parrocchie, si sentono sempre meno in grado di trasmettere la fede. In molti Paesi utilizziamo il motto «affinché la fede rimanga viva». Questo vale per noi anche in quei luoghi in cui la Chiesa soffre, perché il suo messaggio non viene più ascoltato, mentre si estende sempre più la povertà spirituale. Per questo sosteniamo la diffusione di moderni strumenti di catechesi come YouCat e, a breve, anche di un nuovo Catechismo per bambini. Grazie alla vostra generosità e al numero crescente di donatori non dobbiamo limitare gli aiuti laddove la Chiesa soffre. La fede deve vivere, ovunque. L’Eco dell’Amore N. 2 - Febbraio 2015 - Direttore responsabile: Mons. Sante Babolin - Redazione: Jürgen Liminski - Editore: Aiuto alla Chiesa che Soffre - Piazza San Calisto 16 - 00153 Roma - Con approvazione ecclesiastica - Registrazione del Tribunale di Roma N. 481 del 24 novembre 2003 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/MI/2013