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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Dicembre 2014 - numero 77
Sommario
Editoriale
Più volte da queste colonne abbiamo
chiesto la riforma con R maiuscola,
ovvero quella che investe ed abbatte
la burocrazia.
Si discute di tutto, meno di questo.
Il paese ha bisogno come l’aria
che respira, di una burocrazia che
sia, come minimo, non ostile.
Le code che in questi giorni vediamo
fuori dagli uffici comunali dedicate al
pagamento di IMU e TASI ne sono
la prova.
Se ad IMU e TASI aggiungiamo
la TARI, pagata il mese scorso,
l’insieme delle difficoltà e completa.
La
somma
delle
tre
età
delle
tre
tasse
corrisponde
all’imposta
unica
comunale.
verrebbe da dire che l’aggettivo unica
in lingua italiana intende qualcosa di
radicalmente diverso.
I
nostri
legislatori
sono,
evidentemente, dotati di una
non indifferente dose di ironia.
Come già sostenuto in passato, è
dovere del contribuente pagare le
imposte, ma è altrettanto doveroso far
sì che il pagamento delle medesime
non sia un percorso ad ostacoli.
Detto questo vi è poi da sottolineare
un altro aspetto che non è per niente
secondario, ovvero l’entità dei
versamenti.
Ogni
anno
che
passa
il
pagamento è sempre più pesante.
La ventilata riforma del catasto è un
ulteriore segnale dell’inasprimento
fiscale che ci attende sulla casa.
Si dice che il gettito resterà invariato.
Quante volte abbiamo sentito questa
affermazione, quante volte è stata
smentita dai fatti?
Con tutta probabilità sarà così anche
questa volta.
Speriamo che, almeno, non sia
astrusa e che i nostri burocrati non
si impegnino troppo a rendere
complicato ciò che non lo dovrebbe
essere.
Nonostante tutto, tanti auguri a tutti.
Manerbio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3
Manerbio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4
Manerbio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 5
Offlaga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6
San Gervasio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
Pontevico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8
Pontevico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9
Pavone Mella. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10
Orzinuovi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11
Dialetto - Territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12
Calendario Bresciano . . . . . . . . . . . . . . . » 14
Ricette. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15
Rubriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16
Direzione: Stefania Brunelli
Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova
(Bs)
Stampa: Tiber spa - Brescia
Pubblicazione mensile
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In questo periodo, così complicato per tanti, speriamo che le sante feste possano
portare un poco di serenità in tutti i cuori!
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Pag. 2
Luglio-Agosto 2014
Manerbio
Dicembre 2014
MANERBIO CENTRO
D’ECCELLENZA?
Ha sorpreso non poco, compreso il
sindaco Alghisi, la classifica sulla qualità
della vita pubblicata dal Giornale
di Brescia e ripresa dall’emittente
Teletutto secondo la quale Manerbio è
al primo posto fra i centri nei quali si
vive meglio nella provincia bresciana.
Non è specificato su quali parametri la
classifica è stata compilata. Forse hanno
influito le immagini del passato di un
paese assurto a città mentre l’industria
Marzotto ridimensionava la sua presenza
per avviare la chiusura, com’è avvenuto,
del complesso per la produzione tessile
lasciando nel centro urbano centomila
metri quadrati d’area.
Manerbio, è vero, registra un esagerato
numero di istituti bancari e per
qualcuno che vive altrove si ha il senso
di un’enclave elvetica della finanza.
A Manerbio invece la crisi morde. La
piccola impresa dell’artigianato si è
consumata, i manerbiesi in cerca di
occupazione migrano verso altri lidi. In
paese (ma perchè insistere a definirlo
“città”?) esistono solo il complesso di
Linea Verde dei fratelli Battagliola (col
marchio “Dimidisì) e pochi altri che
tra molte difficoltà riescono a resistere
all’ondata negativa. C’è l’ospedale
che solo la testardaggine di pochi
animosi è riuscita a salvare quando se
ne prospettava la chiusura. Tutto il
resto è deserto nel commercio come
nei siti produttivi. Anche qui d’estate
fa caldo, d’inverno fa freddo. La Caritas
è diventata meta di persone in cerca
di sbarcare il lunario. Sono orgogliosi
della posizione in classifica solo gli
attuali amministratori miracolati dalle
beghe interne di formazioni politiche
nelle quali i personalismi e le ambizioni
personali hanno prevalso sul concetto di
bene comune. Intanto i cittadini sono
oberati dal massimo dei tributi da versare
al bilancio comunale per il quale in
palazzo Luzzago si pensano gabelle una
dopo l’altra nell’illusione di ripianare il
grosso debito del quale da tempo se ne
scrive ed è realtà documentata.
I DEBITI DEL COMUNE DI
MANERBIO
Secondo rilievi della Corte dei Conti
il Comune di Manerbio è carico di
debiti per 2.618.200 euro. In proposito
l’amministrazione
manerbiese
ha
approvato il piano di equilibrio
finanziario pluriennale per il rientro dei
debiti, provvedimento che ha evitato
il default (fallimento) del Comune per
onerosi costi che si riferiscono a gestioni
del passato durante le quali sono stati
assunti 126 mutui. Che sono ora da
pagare. In giunta sono ottimisti. C’è
solo da indicare ai contribuenti come
verranno affrontate le spese future.
Certamente sarà ancora il contribuente
Concerto in San Lorenzo
In occasione del 90° anniversario di
fondazione della Schola Cantorum “Santa
Cecilia”, la Parrocchia “San Lorenzo” di
Manerbio domenica 7 dicembre alle ore
21 propone il “Concerto di Santa Cecilia”
per soli, coro, organo, tromba e orchestra
d’archi. Partecipano: Schola Cantorum
“Santa Cecilia” diretta da Virginio
Mariotti; Coro “Il Discanto” diretto da
Daniele Scolari: Gea Gelmetti, soprano, e
Nicola Bonini, tenore. L’orchestra: Silvia
Colli (primo violino), Gianandrea Guerra
(secondo violino); Valentina Soncini
(viola); Marcello Scandelli (violoncello);
Carlo Sgarro (contrabbasso); Fabio Carioni
(tromba) - Virginio Mariotti (organo).
In programma musiche di Bruckner,
Franck, Perosi, Bach, Haydn, Fauré,
Ponchielli, Mozart, Marcello e Andrea
Tambalotti.
Il Rotary per l’Oncologia
Taglio del nastro all’ospedale di Manerbio,
con la benedizione di mons. Tino Clementi,
parroco della comunità di San Lorenzo
Martire, per la consegna della nuova cappa
a flusso laminare per la preparazione dei
farmaci chemioterapici che permette
agli operatori del reparto di oncologia di
lavorare in piena sicurezza nel delicato
momento della preparazione delle infusioni
di chemioterapici. La nuova struttura ha
sostituito quella da tempo in uso, ormai
obsoleta rispetto alle esigenze. L’attrezzatura
è stata donata dal Rotary Manerbio, dalla
onlus Adamo e dalla famiglia Abrami di
Verolanuova in memoria di papà Renato,
socio rotariano, mancato alcuni anni fa
come testimonia la targa scoperta nei locali
dell’Oncologia. Breve la cerimonia cui ha
partecipato il direttore generale dell’Azienda
Ospedaliera, Marco Votta a fianco del
dott. Giuseppe Colosini, direttore del
reparto e presidente della Onlus Adamo,
il presidente del Rotary Manerbio dott.
Benvenuto Antonini con il delegato del
governatore del Rotary 2050, dott. Nedo
Brunelli., medici ed infermieri del reparto.
La nuova struttura ha “accresciuto e
continua a migliorare modelli organizzativi
che permettono di garantire un ambiente
sempre più rispondente alle necessità
dei pazienti” dichiara il dott. Colosini”,
mentre il direttore generale Marco Votta
sottolinea come la “donazione è un’altra
testimonianza dell’importanza del lavoro
svolto dall’Oncologia di Manerbio che
ha dato vita ad un profondo legame con
il territorio”. “L’idea di fare qualcosa per
l’Oncologia - aggiunge il dott. Antonini
– è nata dell’incontro con Giuseppe
Colosini e i suoi collaboratori durante
il quale sono state evidenziate alcune
priorità dell’organizzazione. L’iniziativa
è pienamente in linea con la missione
del nostro sodalizio che vede il proprio
territorio al centro dell’azione del Rotary”.
Dicembre con la LUM
GIOVEDÌ 11 DICEMBRE ore 15.15
Attualità
Gli organismi internazionali.
Relatore: dott. Carlo Muzzi
GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ore 15.15
Musica
Armonie natalizie con canti e musiche... a
sorpresa
Pianista: Stefano GHISLERI
Cantante: Veronica GASPARINI
Pag. 3
a provvedere pur gravato del massimo
delle imposte locali e da tasse aggiuntive
che raddoppiano i costi dei servizi.
PARCHEGGI GRATIS
La giunta comunale di Manerbio
ha deliberato il parcheggio gratuito
negli spazi disegnati col colore bleu.
Il beneficio dal 7 dicembre fino al 6
gennaio 2015, giorno della Befana. La
decisone sbandierata come un dono di
Natale. Ma forse in palazzo Luzzago
si sono resi conto che le tariffe fissate
per i parcheggi rendono poco o nulla.
Rende forse meglio l’occhio elettronico
all’incrocio del Purtù dove pare
vengono fotografate anche le biciclette
che passano con il rosso. Difficile però
individuare i ciclisti trasgressori.
FERRI VECCHI IN VENDITA
Il Comune vende due scuolabus Iveco,
nello stato in cui trovano al prezzo
complessivo di 5 mila (mille per uno
quattro mila per l’altro). Per questo
è indetta l’asta e l’assegnazione sarà
al miglior offerente con il metodo
dell’offerta segreta che dovrà pervenire
all’Ufficio protocollo del Comune di
Manerbio entro le ore 12 del giorno 9
dicembre. Nello stesso giorno l’asta avrà
luogo alle ore 14,30. Come dire che
tutto fa brodo, anche due vecchi veicoli
da restaurare.
LE RENDITE DEI CONSIGLIERI
REGIONALI
Nel 2013 fra i dieci politici bresciani
di casa al Pirellone (http://www.
consiglio.regione.lombardia.it/
prova-dichiarazione-sulla-situazionereddituale) per i nove mesi di
attività, risulta il «Paperone» della
schiera Mauro Parolini, assessore al
Commercio e Turismo con 414 mila
euro l’anno compreso il reddito della
sua attività professionale che non
ha mai abbandonato. Michele Busi
di Patto Civico, è la Cenerentola,
dichiarando solo la paga base (67.539
euro). Alberto Cavalli di Forza Italia nel
2013 ha presentato una dichiarazione
di 128.535 euro, mentre il camuno
Fabio Angelo Fanetti (Lista Maroni) ha
guadagnato un assegno di 81.494 euro.
Gian Antonio Girelli del Pd ha superato
la soglia dei 150 mila euro. Mentre il
pentastellato Gianpietro Maccabiani ha
avuto entrate per 81.690 euro (diecimila
da reddito dipendente).
Donatella
Martinazzoli della Lega ha riscosso
76.107 euro, qualche migliaia di euro
in meno rispetto al collega di partito
Fabio Rolfi che ha guadagnato 82.218
euro. Sotto la soglia degli 80 mila euro:
Alessandro Sala (lista Maroni) 79.893,
il pd Corrado Tomasi 101.783 euro.
Per quanto riguarda la giunta Regionale
Viviana Beccalossi di Fratelli d’Italia
ha dichiarato 86.739 euro, superata di
diecimila euro da Simona Bordonali
della Lega con 96.068.
Pag. 4
Manerbio
La tubercolosi a Manerbio tra le due guerre
La malnutrizione e le scarse condizioni
igieniche sono le cause principali favorenti
la malattia della popolazione: dopo la
spagnola, infatti, un’altra epidemia colpisce
i bresciani, il vaiolo, che mieterà numerose
vittime e durerà fino al 1920.
Il vaiolo è una malattia infettiva contagiosa
che grazie all’uso delle vaccinazioni è stata
debellata e dichiarata eradicata ormai in
tempi lontani.
Subito dopo la conclusione della Grande
Guerra, Manerbio è flagellata dalla TBC.
Oltre alle cause generali sopraccitate
è
necessario
premettere
che
la
diffusione dell’infezione era favorita
dalla promiscuità della vita familiare e
dall’alimentazione, soprattutto nell’Italia
contadina di allora, con latte infetto.
Infatti i microbatteri prevalentemente
implicati sono tre di provenienza umana,
bovina ed aviaria. È da sottolineare anche
che la TBC è malattia globale perché
interessa tutti gli apparati del corpo umano.
Le misure igieniche preventive ebbero i
primi risultati importanti in particolare
quando si applicarono i procedimenti
di standardizzazione, pastorizzazione
e sterilizzazione del latte, nonché dalla
prevenzione nelle stalle che venivano
progressivamente dichiarate esenti da
TBC.
Vaccinazione, terapie farmacologiche
chirurgiche appartengono ad una storia
più recenteE tuttora la lotta continua per
la presenza di ceppi resistenti e nuovi.
Presso l’ospedale locale, in ragione delle
ristrettezze di bilancio, non vi è un reparto
dedicato ai tubercolotici, per cui le loro
cure vengono effettuate solo a Brescia.
Per tali ragioni, il bilancio comunale è
gravato di un costo di circa lire 10.000
annue da corrispondere all’ospedale
cittadino.
Quando una famiglia viene colpita da un
morto per TBC essa è obbligata a bruciare
ogni masserizia.
Due erano le cure tradizionalmente
erogate: un vitto abbondante e dei bagni.
Per il caso manerbiese vi era la ritrosia dei
malati non cronici ad utilizzare biancheria
fornita dal nostro ospedale che non era
disinfettata.
Tale stato di cose durerà fino a che,
dopo alcuni anni, l’ospedale di Manerbio
acquisterà un’autoclave di disinfestazione.
Infatti nel 1924 il Commissario prefettizio
Arrigo Stagnani procede all’acquisto di
un’opportuna autoclave di disinfestazione
oltre a dotare l’Ospedale di un pozzo
artesiano capace di pompare 3.000 litri
orari di acqua finalmente potabile.
Il fenomeno non è solo locale ma ha
un’incidenza nazionale.
Nel 1926 viene emanata una Circolare del
Finalmente un’asta con un
risultato concreto
Più volte proposta è finalmente approdata
al risultato positivo la vendita all’asta del
fabbricato proprietà comunale in piazza
Cesare Battisti centrale del contesto
urbano. Il piano terra dell’immobile è
stato assegnato al sindacato Cisl che ha
offerto 315mila euro, il miglior rilancio
sulla base d’asta proposta in 314mila euro.
La somma incassata verrà impegnata per
porre freno al degrado di alcuni edifici
pubblici (scuole elementari, medie e
relativa palestra, asilo Ferrari e Marzotto
e recinzione), al miglioramento dei manti
asfaltati in situazioni di forte criticità ed
all’illuminazione pubblica di strade del
centro quali le vie Roma e IV Novembre.
Tutti interventi progettati per concludere
entro giugno del prossimo anno, come
informa l’assessore Giandomenico Preti.
Senza fretta dunque considerato che chi va
piano arriva sano e lontano alla meta.
Ministro degli Interni volta a promuovere
la Festa del Fiore per la giornata
antitubercolare al fine di raccogliere fondi.
Manerbio è in prima fila.
Si costituisce un Comitato promotore
composto da alcuni insegnanti, da Mary
Colturi e da Goffredo Volpi.
Come prima iniziativa organizza per il 6
giugno 1926 una cerimonia della vendita
del fiore benefico a vantaggio dei fanciulli
tubercolotici.
Bilancio dell’iniziativa è di lire 850.
Nel novembre 1927 viene istituito un
Dispensario antitubercolare ambulatoriale
presso l’Ospedale di Manerbio.
Nell’aprile successivo si apre presso
l’Ospedale una sala per accogliere i malati
di tubercolosi.
Per far fronte a questo nuovo servizio le
suore ospitaliere da sette passano ad otto.
L’azione di propaganda è incessante.
Dina Ghirardi, Segretaria del Fascio
femminile, è in prima linea.
Citiamo alcune iniziative intraprese.
Il 6 dicembre 1928, per iniziativa di
Dina Ghirardi, il professor Giuseppe
Stradiotti, direttore degli Ospedali Riuniti
di Cremona, tiene una conferenza sulla
tubercolosi.
Nell’aprile 1935 il professor Betti,
direttore dell’Ospedale civile di Brescia, è
il relatore di una conferenza contro la TBC
Dicembre 2014
presso il Teatro comunale, alla presenza
del Podestà, Emilio Antonioli, della
Fiduciaria provinciale dei Fasci femminili,
Dina Ghirardi, del Segretario del Fascio,
Giuseppe Bassani, dell’Ufficiale sanitario,
dottor Giuseppe Volpi e dell’arciprete.
Il 17 aprile 1937 è la volta di Egidio Fiori
a tenere una conferenza di propaganda
antitubercolare.
Il mese successivo tocca al prof. Cesare
Uberti presso il Teatro comunale essere
il relatore di una conferenza sulla lotta
contro la tubercolosi.
Nell’aprile 1938 il Podestà, Emilio
Antonioli, con la collaborazione del
Fascio femminile e della GIL, organizza
una giornata di propaganda e di raccolta
di offerte in favore della lotta contro la
tubercolosi.
Per avere coscienza della rilevanza
dell’epidemia facciamo riferimento ai dati
forniti dal medico provinciale.
In provincia, nel 1940, i malati di TBC
sono 2.167.
L’anno successivo si registra un
incremento.
Da 2.167 i malati di tubercolosi diventano
2.394 con un incremento di circa il 10%.
A Manerbio sono invece 35, di cui 23
maschi e 12 femmine con un tasso di
densità tubercolare pari al 4,1%.
Lettere al direttore
Alcune criticità viabilistiche a Manerbio
Con la presente si intende segnalare agli
Uffici competenti comunali e rendere
pubbliche alcune situazioni di viabilità
assai critiche e pericolose, accomunate
dall’assenza e dalla scarsissima visibilità
della segnaletica orizzontale.
L’incrocio tra via Carlo Marx e via
Roncagnani crea dubbi e, a seconda degli
utenti della strada, interpretazioni diverse
sulla precedenza (utilissima sarebbe una
rotatoria anche a posatura mobile ed
estemporanea per prova).
Analoga situazione esiste all’incrocio tra
via De Gasperi e viale della Stazione dove
è difficile pensare che la piccola immissaria
abbia precedenza sulla grande strada
principale.
Diverso, ma non meno importante,
l’incrocio tra via Cadorna e via XX
Settembre, speculare a quello di via Volta
con via San Martino: nel primo è assente la
visibilità e manca il dissuasore di velocità
che invece ci sono nel secondo.
La situazione poco più avanti in direzione
piazza Italia si acuisce perchè si scontrano
alcune situazioni che sono in primo luogo
la strada che si restringe, poi l’immissione
della stessa sulle due vie Marsala e
vicolo del Gesù, una porzione di via XX
Settembre privata che si immette nella
stessa via, priva di regolamentazione
(passo carraio?), l’esistenza di parcheggi
inseriti nella zona più stretta, l’assenza
praticamente di un marciapiede su un
lato mentre sull’altro è disagevole l’utilizzo
perchè tutelato da transenne in ferro e qui,
come quasi su tutta la via, mancano le
strisce pedonali di attraversamento in senso
laterale; aggiungasi il parcheggio selvaggio
estemporaneo, le biciclette contromano o
su marciapiede, l’utenza bancomat di una
banca ed il quadro di estremo disagio e
pericolo è così presentato.
Non si deve tralasciare inoltre di segnalare
che non esiste alcun luogo riservato
all’handicap nemmeno da parte del servizio
bancario (elevato di quota rispetto al piano
stradale) e che la servitù carraia esistente è
come se non lo fosse.
La presente lettera intende focalizzare
l’attenzione con alcuni esempi fra i più
ecclatanti, ma altri, troppo numerosi per
elencarli comunque esistono.
Fra le domande che si possono porre in caso
di incidenti: a chi va la responsabilità o la
sua ripartizione?
Non pare che siano rispettati né il Codice
Civile né il Codice della Strada.
Lettera firmata
Manerbio
Interpellanza sulle bollette del GAS Il 1859 dei Francesi
a Solferino
Dicembre 2014
Il Sottoscritto Consigliere comunale,
Alberto Zucchi, con la presente interpella
il Signor Sindaco al fine di conoscere quali
azioni intende intraprendere nei confronti
della Società “Gas Sales Srl”, Società
erogatrice del metano alla stragrande
maggioranza delle famiglie manerbiesi.
L’intervento è reso indispensabile a causa
delle innumerevoli lagnanze che i cittadini
hanno avanzato in questi anni.
Le fatture recapitate ai cittadini contengono
consumi mai effettuati, specie nelle stagioni
autunnali.
Si è giunti al paradosso che la fattura di
questi giorni, di oltre 100 euro, è riferita ad
un consumo mai effettuato.
Non solo, la fattura precedente esponeva
un consumo che ancora oggi non è ancora
stato raggiunto.
Alle lamentele dei cittadini l’impiegata
della “Gas Sales Srl” ha risposto che avendo
modificato il sistema di fatturazione non è
possibile emettere note di credito.
Tutto ciò è intollerabile e rende necessario
un forte e pronto intervento da parte delle
Istituzioni nei confronti della Società.
Attendo con fiducia assicurazioni da parte
del Signor Sindaco per un suo pronto
intervento a tutela dei cittadini.
La vicenda delle bollette è veramente uno
scandalo cui le autorità devono porre
rapidamente rimedio.
Il bosco del Canalòt
Su invito di un membro del Consiglio
Comunale (maggioranza) ho partecipato
a due incontri sullo sviluppo che
l’Amministrazione intende dare al Bosco
Canalòt.
Premetto che “Canalòt” è l’ultimo nome
assegnato ad un’area che in precedenza
ebbe il nome di lungargine Valsecchi,
Peschiera, poi Parco Mella: è invece il
nome dialettale di “Canalotto” cioè di un
vaso irriguo costruito oltre cinquecento
anni fa in legno e nell’ottocento in ferro
che scavalca appunto il fiume e porta
l’acqua del vaso Ruzza per irrigare i campi
destra Mella: questo vaso tra l’altro si
alimenta e beneficia nella sua portata di un
sollevamento idraulico posto alla base del
ponte. Il primo incontro è stato in parte di
ricognizione dell’area più volte boscata e in
parte una perorazione difensiva a posteriori
dell’ultima, come più volte espresso
attraverso questo giornale, costosa e infelice
piantumazione. Il secondo incontro, dopo
breve parentesi interlocutoria, dove ho
ribadito le critiche, è stato caratterizzato
dalla raccolta dei nomi dei volontari che
intendono operare per il mantenimento del
bosco.
In questo incontro sono state illustrate le
quattro fasi che caratterizzano il coraggioso
intervento ed ho anche appreso che la
sovrabbondante piantumazione è dovuta
al finanziamento che l’acconssentiva ed al
progetto che l’agronoma aveva impostato
con la Regione. È stato anche comunicato
che ci saranno controlli di addetti
provinciali, che alcune zone saranno a parco
ed altre a bosco, che l’area è utilizzabile ma
non è ancora pagata: insomma un marasma
burocratico, e con questo si può annoverare
una nuova arboreopatia, data l’assenza di
coordinamento.
La zoonizzazione proposta infine non
risolve il problema parco attrezzato/
bosco perchè l’uno prevede un tipo di
mantenimento, il secondo un altro.
L’erba sfalciata, le foglie, i piccoli rami
secchi come pure la vegetazione del
sottobosco non vanno rimossi e insaccati
perchè ne sono l’humus essenziale.
La vifauna poi sceglie i luoghi di
riproduzione aldilà delle nostre intenzioni,
delle assegnazioni di luogo e delle eventuali
casette/alcova che saranno poste in essere.
Avviene così che per rispettare la normativa
e i percorsi burocratici del finanziamento
non avremo l’auspicato bosco in quanto
l’alto-fusto piantumato ravvicinato non ha
speranza di crescita né spazio vitale.
Comunque per il momento se volete vedere
o percorrere un parco barra/bosco guardate
gli alti-fusti esistenti e il viale d’ingresso e
non le nano-piante sottostanti.
Nelle sue vesti attuali appare più un’azienda
vivaistica a cui attingere per risparmiare e
alberare altre aree di Manerbio.
Lasciamo ai fiumi golene, lanche, morte,
spiaggia e ghiaie; basta con le ratio-irrazionali
regimentazioni: i risultati
si constatano proprio in
questi giorni piovosi.
Da ultimo e sempre in
forma di suggerimento,
è auspicabile che non
si rimuovano tronchi e
grosse ramature secche
in quanto vi albergano
e nidificano i picchi,
rapaci diurni e notturni,
averle ecc. ecc.
M.Dr.G.B.Bisetti
Sabato 6 dicembre alle ore 15.30 nel teatro
“Memo Bortolozzi” la presentazione del
libro di Gianluigi Valotti, “Solferino 1859;
i francesi ricoverati a Manerbio”. Leggerà
alcuni brani del libro l’attore Sergio Isonni.
La pubblicazione è dedicata all’Ospedale
Oncologico “Laudato sì” di Rivoltella del
Garda e parte dell’incasso sarà devoluto
alla sua costruzione (mantenendo vivo il
ricordo di don Pierino Ferrari, morto il
31 agosto 2011 fondatore e presidente
della cooperativa sociale Raphaël,
dell’Associazione Comunità Mamré e della
Fondazione Laudato sì’ onlus). Il prof.
Gianni Quaresmini ha curato la prefazione
Pag. 5
del libro. Moderatore l’editore Davide
Sardini che aprirà la riunione.
Un regalo a teatro
Nel Piccolo Teatro “Memo Bortolozzi”, il
gruppo “Chèi dè Manèrbe” ha presentato:
Al Regàl. Lo spettacolo è stato annunciato
con il programma tutto in dialetto. “Chi
l’à fat? Luigi Damiani e Silvio Morotti,
Per chi? Per Memo e “Chèi dè Manèrbe”;
‘Ndoél che i la fa? Al “SÒ TEATRO”; ‘N
725
Feriti
al giorno
10
Morti
al giorno
che dé? 30 Noèmber 2014; A che ùra? A
le sich e mèza dè la séra; Chi ga sarà? Zènt
che ga öl bé; E dòpo? Mangióm on bucù
‘nsèma. L’entràda era gratis - L’uscìda:
àch.” Iniziativa di successo, e non poteva
essere, altrimenti per il ricordo permanente
di Memo e la bravura del gruppo.
51
Disabili
al giorno
Offlaga
SULLE RIVE DEL PIAVE: UNA
MOSTRA PER RICORDARE
Pag. 6
L’eco della Grande Guerra, con le sue
cruenti battaglie l’elevatissimo dispendio
di vite immolate alla rabbia del nemico e a
quella del freddo delle montagne sembrava
ormai lontana, quasi si fosse stancata di
rimandare il suono delle tante voci pronte a
farsi testimonianza di un passato doloroso.
Voci silenziose capaci di trasformarsi
in grido accorato: quello degli uomini,
giovani uomini, chiamati alle armi, spesso
alla morte, quello straziante delle mamme,
mogli, fidanzate lasciate sole a combattere
l’altra battaglia, quella contro la trepidante
attesa quotidiana che poi un giorno si
trasforma in doloroso vuoto. Un’eco che
sembrava lontana ma … era solo sopita...
Oggi che si celebrano i cento anni dallo
scoppio della Prima Guerra Mondiale, il
primo conflitto che coinvolse il mondo
intero, quell’eco torna a farsi forte . Ecco
allora che una foto sbiadita, una lettera
scritta con calligrafia incerta ma con il
cuore colmo di dolore, una vecchia divisa
consunta, una gavetta ammaccata iniziano
a raccontare restituendo voce ai suoi
protagonisti, avvicinandoci ad un passato
non poi così lontano, restituendo forza
e vitalità alla preziosa eredità dei nostri
nonni o bisnonni.
Sono davvero numerose le iniziative che
ormai da mesi si susseguono anche nelle
comunità della nostra provincia, così
come nel resto dell’Italia, per ricordare la
Grande Guerra, le sue luci, le sue ombre,
le tante storie di chi, quella guerra, l’ha
combattuta, vissuta, sofferta ... Anche il
Comune di Offlaga ha voluto rendere
omaggio a questa ricorrenza aprendo la
splendida galleria di Palazzo Barbisoni per
ospitare la mostra documentale “19151918 Sulle rive del Piave da Offlaga,
Cignano e Faverzano”.
L’esposizione, curata dallo storico locale
Alessandro Tomasini, è stata inaugurata
il 9 novembre scorso in occasione delle
celebrazioni per la Festa dell’Unità
nazionale e delle Forze armate; a tagliare
il nastro dopo il saluto del sindaco e del
curatore il 95enne presidente della sezione
cignanese dell’Associazione combattenti e
reduci, Giuseppe Brunelli.
Una mostra che ha voluto essere prima
di tutto un omaggio ai tanti giovani delle
tre comunità bruscamente strappati ai loro
LA MOSTRA A FAVERZANO
La mostra verrà spostata a Faverzano dal
12 al 14 dicembre con orario 9-12 e 1518.
La mostra verrà inaugurata alle ore 20,30
dell’11 dicembre con una conferenza
dal titolo “1914: L’Italia non entra in
guerra!” tenuta dall’arch. Michelangelo
Tiefenthaler.
Dicembre 2014
affetti, alla giovinezza ed alla vita; quelli
i cui nomi sono stampati indelebili sulla
pietra dei monumenti e quelli, e non sono
pochi, i cui nomi invece solo oggi sono
riaffiorati dalla polvere della memoria
grazie ad un accanito lavoro di ricerca tra
lettere, cartoline, antichi documenti…
Tre le sezioni previste dal percorso proposto
ai visitatori: l’affascinate esposizione di 14
divise storiche dell’Arma dei Carabinieri,
messe a disposizione dal Maresciallo Capo
Daniele Trevisani, Comandante della
Stazione dei Carabinieri di Manerbio;
quella riservata ai reperti bellici provenienti
da tre collezionisti locali ed infine la
corposa sezione dedicata al materiale
storico-documentale frutto delle ricerche
del curatore, Alessandro Tomasini.
Una raccolta che Tomasini spera di
ampliare certo che nei vecchi bauli, nelle
soffitte o sul fondo dei cassetti delle nostre
case giacciano dimenticati foto, lettere,
diari, oggetti, pronti a far riaffiorare nomi,
date, avvenimenti che aiutino a ricostruire
la storia di chi ci ha preceduto in modo
da poter ricordare con orgoglio il loro
sacrificio.
La mostra, rimasta a disposizione del
pubblico sino al 22 novembre scorso, ha
suscitato l’interesse e l’apprezzamento
dei visitatori; davvero numerosi infatti i
cittadini e gli appassionati che non hanno
voluto perdere l’occasione di immergersi
in un importante pezzo della storia italiana
e di scoprire come anche le piccole storie
di vita locale da sempre si intreccino con i
grandi eventi della Storia e contribuiscano
a raccontarla…
Stefania Brunelli
Dicembre 2014
San Gervasio
Allevatori di serie A ed allevatori di serie B
Nelle
Commissioni
Comunali
la
maggioranza vota Sì all’UNANIMITA’
alla realizzazione di 2 nuovi capannoni
con dimensioni tali da renderli idonei
ad accogliere 3.700 posti stalla per una
produzione di circa 9.000 suini annui,
oltre a quelli allevati negli altri 6 capannoni
già esistenti.
Esaminando i fatti emerge chiaramente
che la vicenda ha contorni decisamente
anomali:
1) L’allevatore nel mese di luglio presenta
al Comune la richiesta di ampliamento e
riorganizzazione del proprio allevamento,
consistente nella costruzione di due nuove
porcilaie di mq 3710, un impianto di
trattamento reflui e una nuova vasca
di stoccaggio liquami di 1984 mq,
impegnando complessivamente ulteriori
19.200 mq di area;
2) l’Amministrazione Comunale tiene
nascosto il progetto al punto che né il
Sindaco Morandi né il Vice Sacchi si
presentano alla conferenza di servizi
convocata dalla Provincia per il 15 Ottobre,
incontro necessario per esprimere il parere
obbligatorio del Comune.
3) I componenti delle commissioni
Urbanistica e Ambiente del Comune
Rodolfo Vietina e Debora Migliorati,
visto il mancato rispetto delle norme
urbanistiche ed il forte impatto ambientale
del progetto chiedono la convocazione
delle commissioni ottenendo risposta
negativa;
4) Solo dopo la distribuzione a tutti
i Sangervasini, da parte del gruppo
Consigliare
di
opposizione,
della
informativa relativa alla richiesta di
ampliamento e a seguito delle notizie
apparse sulla stampa, vengono convocate le
Commissioni Comunali;
5) I membri delle Commissioni Comunali
nominati dalla maggioranza con i
Presidenti Scolari e consigliere comunale
di maggioranza (Ambiente) e Farina
(Urbanistica) dopo una discussione
alquanto superficiale su dati totalmente
falsati, hanno dato voto favorevole alla
realizzazione dell’ampliamento.
Durante la riunione i rappresentanti della
maggioranza hanno trattato l’argomento
Il presepe di via Parco
La tradizione del Presepe di via Parco
anche quest’anno allieta le festività dei
Sangervasini.
Federico Ambrosio, giovane molto attivo
nella realtà locale, con amici e volontari
hanno allestito, con alcune novità, lo
storico presepe.
A dare il via a questa tradizione fu Angelo
Canini, residente in via Parco, che
scomparve prematuramente all’affetto di
tutti quanti lo conobbero. La sua passione
per il presepe, per la creazione di parti
meccaniche, di decorazioni, non andarono
perse e furono accolte da Federico e da
altri amici che hanno reso il presepe di
“Angelo” un appuntamento annuale.
Notevole l’innovazione apportata da circa
3 anni a questa parte: scenografie create
con l’installazione di luci colorate a basso
consumo energetico hanno reso insolita
l’atmosfera del luogo .Con ulteriori luci led
è stata creata da Federico anche una nuova
capanna modificando la disposizione del
presepio rispetto agli anni precedenti.
Il comitato della chiesetta di via parco, di
cui Ambrosio fa parte, si è organizzato per
promuove il presepe, che accoglie diversi
visitatori del posto e non, anche grazie
alla creazione di un depliant fotocopiato
dall’amministrazione comunale.
Il risultato che ogni anno va a consolidarsi
è quello di aver sempre più affezionati, che
si avvicinano sia al comitato sia al presepe,
infatti quest’anno artigiani, aziende, attività
commerciali, privati, di San Gervasio e
dei comuni limitrofi, hanno contribuito
con le loro offerte ad abbattere i costi di
allestimento.
La possibilità di essere parte attiva in
quest’opera è ancora possibile, vi è la
possibilità di donare un contributo al
presepe contattando il comitato della
chiesetta di via parco.
La visita al presepe sarà possibile ogni giorno
senza limite d’orario dall’8 Dicembre 2014
al 11 Gennaio 2015.
senza considerare che l’ impianto è
assoggettato, per quantità di animali
allevati e per inquinanti prodotti, alle
procedure di Valutazione di Impatto
Ambientale (V.I.A.) e all’ Autorizzazione
Integrata Ambientale (A.I.A.). Inoltre, non
tengono conto dei cicli produttivi dei suini
che si realizzano in un anno, confondendo
il dato dei posti stalla con il numero di suini
allevati, dimostrando scarsa conoscenza
ed incompetenza riguardo alla materia in
discussione.
L’ opposizione consigliare ha espresso
sdegno e forte preoccupazione per
l’atteggiamento del Sindaco Morandi e
della sua maggioranza nell’aver sottaciuto
il progetto, per aver espresso nelle
Commissioni comunali il voto favorevole
Pag. 7
alla realizzazione delle nuove porcilaie,
favorendo in modo fin troppo palese
questo allevatore particolarmente affine
alla maggioranza. Il tutto in violazione
delle leggi vigenti, delle norme del
P.G.T.( approvato nella precedente
Amministrazione) e del Regolamento di
Igiene approvato dal Comune nel 2004, i
quali non consentono tale ampliamento.
E’ evidente come le logiche attuate dalla
maggioranza, tutt’altro che lineari e
trasparenti, creino disparità di trattamento
rispetto ad altri allevatori, ai quali le
precedenti Amministrazioni rispettando
le regole, non avevano autorizzato i loro
allevamenti.
I Latini direbbero che tutti sono uguali ma
qualcuno è più uguale di altri.
Le parole del silenzio
Catapultata nella Pianura Padana dallo
splendido sole e dallo splendido mare
della Calabria, sua terra d’origine, Raffaela
Lettieri svolge dagli anni settanta sino
al 2011 la professione di insegnante
elementare. Non è questo solo un lavoro
per lei, ma una passione che esercita con
amore infondendo sempre oltre che cultura
ai propri alunni anche i sani principi di chi
ama la vita in tutte le sue sfaccettature.
Nei vari posti di lavoro in cui si sposta,
fino all’amata sede di San Gervasio,
dove ultima la sua carriera di docente,
contribuisce all’instaurarsi di un clima
sereno, collaborativo, gioioso anche con
tutti i colleghi incontrati. Parallelamente
coltiva la passione di sempre, quella della
poesia, che le regala la soddisfazione di
svolgere laboratori di scrittura creativa con
i ragazzi, nonché quella di essere vincitrice
di concorsi che portano alla pubblicazione
delle sue poesie, piccole perle della
letteratura italiana contemporanea. Ecco
allora Le parole del silenzio prima raccolta
edita. In essa trovano spazio le liriche
composte da anni e sempre riservate
ad una stretta cerchia di amici; ricche
delle figure tipiche della poesia, quali
metafore, similitudini, personificazioni…
e al tempo stesso libere da vincoli metrici,
esse racchiudono la capacità lenticolare
dell’autrice di osservare la realtà e gli eventi
circostanti senza farsene travolgere, ma
essendone partecipe in modo profondo,
come chi ama fortemente la vita.
Pag. 8
Pontevico
Dicembre 2014
IV Novembre, una data ricca di significato
A Pontevico la centrale piazza
Mazzini ha ospitato anche
quest’anno
le
celebrazioni
dedicate al 4 novembre. La
manifestazione si è svolta
domenica 2 novembre ed ha
richiamato in piazza non solo
le autorità e le associazioni
dei combattenti, ma anche
gli studenti delle scuole del
paese. Proprio a questi ultimi
è stato rivolto un messaggio
ben preciso, visto che iniziative
di questo genere non devono
rimanere un semplice ricordo
del passato, ma acquistano il loro
valore più profondo se riescono
a trasmettere insegnamenti e
valori per il futuro. In questo
senso si è espresso il sindaco
Cultura e teatro
La stagione teatrale che sta proseguendo il
suo cammino a Pontevico non si concede
davvero soste. Gli appuntamenti culturali
di questo periodo, del resto, si susseguono
ad un ritmo veramente elevato e guardano
verso le ormai imminenti festività natalizie
e di fine anno con il preciso intento di
regalare all’intera comunità pontevichese
nuove sorprese. In questo senso sono ancora
molte le persone che stanno commentando
lo svolgimento più che positivo del
“Festival della commedia brillante”, che si
è svolto nel teatro comunale attraverso i tre
appuntamenti dell’8, 15 e 22 novembre.
Tre spettacoli, divertenti e coinvolgenti,
che hanno richiamato al Teatro Comunale
un pubblico veramente numeroso. Sempre
rimanendo in ambito culturale, merita
di essere citata la serata dedicata dalla
Biblioteca Comunale ai “Promessi Sposi”
di Alessandro Manzoni, letti, raccontati
ed interpretati da Alberto Branca e
Massimiliano Grazioli la sera di venerdì
5 dicembre. Una nuova proposta che si
è inserita all’interno delle serate letterarie
che hanno preso il via a Pontevico lo
scorso mese di novembre. Il tutto per un
vero e proprio “cerchio” che si completerà
alle 21 di sabato 6 dicembre, quando “Il
nodo teatro” presenterà lo spettacolo
“L’Hotel del libero scambio”. Anche in
questo caso la manifestazione è organizzata
dall’associazione per il teatro “Le muse” e
vuole proseguire nel filone delle commedie
brillanti che ha registrato un notevole
successo durante le tre tappe del festival
che si è tenuto a novembre. Un valido
motivo per tanti pontevichesi per ritrovarsi
nel loro bellissimo teatro e divertirsi a
seguire le esilaranti situazioni proposte da
una vicenda tutta da scoprire.
Musica in evidenza per le feste
Siamo ormai vicini alle feste natalizie e di
fine anno. Un periodo che a Pontevico
propone diversi appuntamenti all’insegna
della cultura e della voglia di stare insieme.
Iniziative ormai tradizionali, tra le quali
si pone in particolare evidenza la musica.
Proprio in questo senso riveste particolare
attesa il “Concerto di Natale” che verrà
ospitato la sera di sabato 20 dicembre
dalla Chiesa Abbaziale pontevichese. Il
programma inizierà alle 21 e verrà eseguito
dal Corpo Bandistico “Alessandro Vatrini”
che è riuscito in questi anni a trasformare
questa proposta in una serata in grado di
coinvolgere l’intera comunità. L’ingresso
sarà naturalmente libero, così come sarà
libero quello al Teatro Comunale la
sera di domenica 28 dicembre (pure in
questo caso l’inizio è fissato alle 21) per
assistere a “Danza e cori in opera”. Altra
proposta di indubbio rilievo, organizzata
dall’associazione per il teatro “Le muse”,
con la partecipazione della Corale S.
Cecilia e della Scuola di danza classica di
Pontevico. Il canto e la danza, grazie a
queste due realtà che ormai da anni portano
avanti queste discipline con entusiasmo
e competenze in terra pontevichese,
daranno vita ad una serata davvero ricca di
emozioni e mostreranno una volta di più
al pubblico presente il loro volto migliore.
Senza dubbio due iniziative da non perdere
per chi intende offrire un valore ed un
significato ben preciso ai giorni dedicati
alle festività natalizie.
Roberto Bozzoni, che, prendendo spunto
dall’anniversario della fine della Prima
Guerra Mondiale, ha ribadito: “Fermarsi
a guardare questi avvenimenti ha un
significato prezioso se si riesce a trarne
insegnamenti per la nostra vita di tutti
i giorni e per il futuro. Il 4 novembre, in
particolare, ci deve far capire non solo
che la guerra è un male assoluto che non
possiamo né accettare né sottovalutare, ma,
soprattutto, si tratta di un pericolo che noi
stessi, con il nostro impegno giorno per
giorno, dobbiamo cercare di allontanare e
cancellare. La guerra non è certo la strada
per risolvere i problemi che, al contrario,
aggrava nel modo che ci hanno insegnato
i nostri predecessori. Sono altre le vie per
costruire il futuro e per superare le difficoltà
ed è proprio questo il principale messaggio
che il 4 novembre trasmette a tutti noi e
alle nuove generazioni in modo del tutto
speciale”.
Pontevico
Dicembre 2014
Pag. 9
Il Borgo presenta il 13° presepio
Anche quest’anno a Pontevico torna quella
che sta diventando una tradizione davvero
speciale. In effetti il quartiere Borgo
presenta il suo ormai famoso presepio che
verrà inaugurato ufficialmente sabato 13
dicembre alle ore 17 e rimarrà aperto fino
a gennaio. Una vera e propria opera d’arte,
che festeggia il suo tredicesimo anno di vita
e che viene realizzato dai giovani del Borgo
in stretta collaborazione con gli adulti e i
volontari del Comitato di Ripa d’Oglio. Il
tutto prendendo spunto da quello che in
origine (era l’inverno del 2002) sembrava
poco più di un gioco ed è invece riuscito
a trasformarsi in un autentico fiore
all’occhiello non solo per tutto il quartiere,
ma pure per l’intero paese. Una tradizione
sempre più sentita che pone in particolare
evidenza
l’altrettanto
consolidato
appuntamento del giorno di S. Stefano,
quando il presepio viene benedetto dal
parroco e omaggiato dal sindaco e dalle
autorità locali durante quella che diventa
poi una bella festa che riunisce l’intera
comunità pontevichese.
Giacomo Bazzoni nominato
vicepresidente nazionale di
Federsanità ANCI
“Al di là del muro”
perchè 25 anni fa è caduto
molto più di un confine
Ha riscosso notevole interesse e richiamato
un pubblico davvero nutrito “Al di là del
muro”, lo spettacolo che è andato in scena
al Teatro Comunale di Pontevico lo scorso
sabato 29 novembre. La rappresentazione
è cominciata alle 10 ed inizialmente si è
rivolta in modo particolare ai ragazzi delle
scuole, ma è stata seguita con motivato
interesse anche da numerosi adulti,
coinvolti dal racconto legato alle vicende
che venticinque anni fa hanno portato
alla storica caduta del muro di Berlino e a
tutti i cambiamenti veramente epocali che
ne sono susseguiti. L’apprezzata proposta
è stata rappresentata da alcuni
componenti del Corpo Bandistico
“Alessandro Vatrini” ed ha cercato di
trasferire in forma teatrale le riflessioni
che cercano di comprendere ed
approfondire in tutti i suoi aspetti
questo evento dell’89 che ha costituito
una tappa fondamentale della storia
contemporanea. La fine dell’epoca
dei blocchi contrapposti e di tutte
le vicende collegate alla cosiddetta
“Guerra Fredda”, la nascita di una nuova
Europa e di un modo senza dubbio diverso
di vedere le vicende contemporanee. Tutto
questo (e molto altro ancora), come è
stato raccontato da “Al di là del muro”,
affonda le sue radici in queste gesto
simbolico e concreto al tempo stesso che
non ha cambiato profondamente soltanto
la storia di Berlino e della Germania, ma
ha dato il via ad un nuovo mondo che sta
tuttora tentando di prendere la sua forma
definitiva, abbattendo le barriere e il filo
spinato della violenza, dell’odio e della
divisione.
Giacomo Bazzoni, personaggio ben
conosciuto a Pontevico, dove riveste
tra l’altro il ruolo di presidente e
amministratore delegato di una realtà
di assoluto rilievo come la cooperativa
“Il Gabbiano” (che da lavoro a circa
1300 dipendenti), è stato nominato
vicepresidente nazionale di Federsanità
Anci. Un incarico, quello attribuito a
Bazzoni all’interno dell’associazione che
raggruppa le aziende sanitarie e i comuni
sparsi lungo tutto il territorio nazionale,
che riveste particolare prestigio non solo
a livello personale, ma costituisce a buon
diritto un valido motivo d’orgoglio per
l’intera comunità che il neo-vicepresidente
rappresenta: “Per me si tratta – è stato il
commento a caldo dello stesso Bazzoni –
di una soddisfazione grandissima. Posso
definirlo il coronamento di una vita di
lavoro e di tutti i sacrifici profusi in tutti
questi anni. Quando il presidente nazionale
dell’Anci, Piero Fassino, il sindaco di
Torino, ha formulato la sua proposta,
indicando quelli che sarebbero dovuti
essere i cinque vicepresidenti destinati a
comporre l’ufficio di presidenza insieme al
presidente Lino Del Favero, il mio primo
pensiero è stata l’incredulità. Sono stati
inseriti nomi illustri che rappresentano
grandi città ed importanti realtà del nord
e del sud dell’Italia. In questo quintetto,
pur nel mio piccolo, sono stato messo
anch’io che certo non rappresento
metropoli. Un onore che cercherò di
valorizzare al massimo, dando tutto me
stesso per portare avanti il mio impegno
ed i progetti seguiti in questi anni”. Una
situazione ed una carica di entusiasmo
della quale potranno beneficiare anche la
realtà bresciana e la natìa Pontevico: “A
questi livelli vengono trattate questioni
nazionali e di sistema – prosegue Giacomo
Bazzoni – Per far capire di che cosa si
tratta, basti pensare che lo scorso anno
il nostro organismo ha stanziato somme
per 108 miliardi, decidendo questioni
e progetti di importanza nazionale, sia
per il presente che per il futuro. Detto
questo, posso comunque ribadire che
anche in ambiti così elevati Brescia e
tutto il suo territorio continueranno a
rivestire per me l’importanza che hanno
avuto in tutti questi anni. Non intendo
certo abbandonare il cammino che è stato
portato avanti in questo lungo periodo a
costo di notevoli sacrifici e di tantissimo
impegno. Cercherò di far sentire la voce di
Brescia e dei bresciani ai vertici nazionali
di un organismo importante come
Federsanità Anci e farò tutto il possibile
per farmi ascoltare”.
Pag. 10
Pavone Mella
Visita istituzionale del Prefetto
Brassesco Pace
“… Pavone del Mella non è affatto immune
ai problemi che ogni comunità civile si
trova ad affrontare. La crisi economica che
attanaglia l’intera nazione ha colpito anche
il nostro Comune.
Aziende, artigiani, negozi che chiudono,
famiglie che hanno perso la loro tranquillità
economica e che ogni mese devono far
quadrare i conti con sempre maggiore
difficoltà.
Debbo dire che abbiamo trovato forte
baluardo in aziende solide e strutturate le
quali, attente ai bisogni del paese, hanno
fatto si che la disoccupazione del nostro
comune sia più contenuta. Importanti
inoltre la tenacia, la caparbietà e resistenza
dei nostri concittadini che in ogni settore
non si sono mai persi d’animo. Gente
laboriosa quella Pavonese!”
Eloquenti le parole con le quali il
Sindaco Mariateresa Vivaldini, in seduta
straordinaria del Consiglio Comunale, ha
accolto il Prefetto Livia Narcisa Brassesco
Pace nel corso della visita istituzionale
tenutasi mercoledì 19 novembre.
Una mattinata sentita e partecipata
che ha visto presenti autorità religiose,
civili, militari e i rappresentanti delle
numerose associazioni pavonesi che da
anni collaborano sinergicamente con
l’Amministrazione Comunale.
I bambini e ragazzi dei diversi ordini
scolastici, accompagnati da insegnati
e Dirigente Scolastico, hanno avuto
l’opportunità di interfacciarsi con il mondo
delle istituzioni attraverso un confronto
costruttivo e al contempo istruttivo.
La Dottoressa Brassesco Pace ha mostrato
la propria vicinanza alla nostra comunità
con fare brillante, senza trascendere
nel politicismo, intessendo un discorso
coinvolgente e mai scontato.
Gli anni di esperienza e la professionalità
che la contraddistinguono sono, oltre alla
passione, i punti di forza che Le permettono
di operare in questo difficile momento.
Lo scopo del Suo intervento è stato proprio
quello di mostrare la vicinanza delle
istituzioni anche alle piccole realtà come la
nostra.
Al termine dell’incontro il Prefetto ha
avuto modo di visitare, in compagnia
dell’Amministrazione
Comunale,
la
tardogotica Chiesetta di S.Rocco, le Serre
dell’Az. Florovivaistica Baronchelli e
l’azienda FMB. Anche in queste occasioni
ha manifestato una reale attenzione ed
interesse nei confronti degli interlocutori,
sfoggiando un’impeccabile e sorprendente
preparazione nei diversi ambiti coinvolti.
Il Consigliere Delegato alla Cultura
Gloria Baronchelli
[email protected]
Dicembre 2014
IV NOVEMBRE,
il valore della ricorrenza tra
scuola e cittadinanza
Nell’anno che segna il Centenario
dell’inizio della Prima Guerra Mondiale,
l’amministrazione comunale di Pavone
del Mella ha dato il via alle celebrazioni
del Quattro Novembre come il giorno
dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Il primo appuntamento si è rivolto agli
studenti della Scuola Secondaria di Primo
Grado; una scelta non casuale quella di
partire proprio dalla Scuola, quale ente
educativo in cui si può e si deve concorrere
alla formazione di generazioni che
riconoscano nella libertà il sacrificio e la
dedizione di coloro che hanno combattuto
per la costruzione della nostra identità
nazionale.
Un incontro da leggersi come un’occasione
formativa per riscoprire il significato storico
della ricorrenza, grazie alla testimonianza
dei rappresentanti delle Associazioni
d’Arma Pavonesi.
Da qui, l’intenzione di offrire ai ragazzi
ampi spazi di parola e di pensiero su ciò che
a volte dai libri si fatica a comprenderne il
senso, un momento di raccoglimento che
si connota di un significato più alto: dare
ai nostri figli la voglia di guardare al futuro
con gli occhi della speranza, gli stessi che
hanno visto gli orrori della guerra ma, al
contempo, hanno rivolto lo sguardo verso
il futuro con la volontà di ripartire, dando
una svolta al nostro Paese.
Con la stessa solerte dedizione si è svolta la
commemorazione aperta alla cittadinanza
che ha visto presenziare i vertici delle
Forze dell’Ordine e le Associazioni
Combattentistiche. Ricorrenza solennizzata
dalla S. Messa e conclusa con la cerimonia
di consegna dei riconoscimenti ai Caduti
in Guerra, di cui il Sindaco Mariateresa
Vivaldini ha evocato il dolore e il sacrificio
con un pensiero commosso e di profonda
gratitudine per coloro che, ha ribadito,
hanno scelto di difendere la Patria, le
Istituzioni, la libertà e la democrazia.
Così il messaggio del Sindaco si è spinto
oltre la celebrazione, nell’intento di
divenire momento di riflessione poiché,
come ha affermato con veemenza, “la pace
è una responsabilità di tutti che segna la
nostra dignità personale”.
Il Consigliere Delegato alla Pubblica
Istruzione
Valentina Meneghel
Orzinuovi
Dicembre 2014
Pag. 11
I cento anni della Grande Guerra
Ricorre proprio nell’anno in corso il
Centenario dell’inizio di quella che
siamo soliti indicare come Prima Guerra
Mondiale, ma che in realtà era allora
conosciuta e definita Grande Guerra, e
questo almeno per due motivi: per il suo
immane coinvolgimento di Nazioni e
per la distruzione che aveva comportato,
distruzione sconosciuta a tutti i conflitti
precedenti, ma anche, più semplicemente,
perché solo dopo il verificarsi dell’altra
gigantesca guerra del 1939-1945, la
Grande Guerra divenne automaticamente
la “prima” di tale livello mondiale.
E’ anche vero, come tutti sanno, che la
nostra Italia entrò in quella guerra solo nel
1915, ma per la maggior parte dei Paesi
europei proprio il 1914 contraddistinse
l’inizio ufficiale del conflitto. Quella guerra
segnò profondamente sia il nostro Paese
che l’intera Europa, ridisegnando frontiere,
cancellando imperi secolari, rimescolando
popoli, abbattendo regimi con rivoluzioni
che avrebbero cambiato la storia.
Diversi sono i Comuni che hanno ricordato
il Centenario, certo non per esaltare
quella guerra, ma per ricordare e rendere
il dovuto omaggio ai propri concittadini
che vennero chiamati a prendere parte
a quell’immane conflitto. In Orzinuovi
pare non essere stato fatto nulla in tal
senso, anche se, nella fatidica giornata del
4 novembre, è stato comunque ricordato
il 96° Anniversario della conclusione
vittoriosa della Grande Guerra, sotto gli
auspici della Amministrazione Comunale e
della Associazione Combattenti, Reduci e
Simpatizzanti di Orzinuovi e di Barco, con
la posa della classica corona di alloro alla
base del Monumento posto nei giardini,
proprio di fronte alla storica Porta di S.
Giorgio.
La Associazione Nazionale Combattenti e
Reduci di Orzinuovi è stata fondata, nella
Il fenil della Motta di
ORZINUOVI
Sulla destra della strada che da Orzinuovi
conduce verso Coniolo, poco oltre il fenil
Brigia, sorge un cascinale quasi speculare
rispetto al precedente, con ingresso
costituito infatti da un cancello posto a
distanza… chilometrica dal complesso
dell’edificio vero e proprio. Si tratta del
Fenil della Motta, il cui nome deriva
dalla sua collocazione sopra una piccola
elevazione del terreno, rilievo che doveva
essere certo più evidente nei secoli passati.
I primi dati documentati su questo fenile
risalgono agli Estimi catastali della fine
del 1500, quando viene indicato come
proprietà della Illustrissima Signora
Giulia Martinengo. Tale possessione,
detta appunto La Motta, era allora gestita
da alcuni massari: si trattava dei fratelli
Francesco, Vincenzo e Battista Mantovano
- certo un soprannome che ne tradiva il
luogo di provenienza - e di Giovanni Paolo
Lazarone - non facciamo invece ipotesi
sull’origine di questo soprannome - con i
propri figli Antonio, Deffendo e Casarino,
quest’ultimo sordo e muto.
Nell’Estimo del 1641 il complesso appare
di proprietà del conte Cesare Martinengo
figlio del conte Lellio, e certo, se non
figlio, almeno parente della precedente
Giulia. Veniva allora così descritto:
“Fenile da Massaro, con Ara, et Horto in
contrada della Motta, di tratti sei di stalle
et fenili, con due corpi di casa, con stanza
a basso, et superiori, qual Horto, confina a
mattina la strada a mezzo dì, sera et monte
il Conte Carlo Camillo Martinengo”. Era
dunque confinante con altre proprietà
dei Martinengo, se si tiene anche conto
del fatto che la vicina cascina Cerudina
era anch’essa un possesso di questa nobile
casata.
Anche nel secolo successivo La Motta
rimane ai Martinengo, tanto che proprietari
del “Fenile detto la Motta” a metà del 1700
risultano i Nobili fratelli Signori conti
Carlo e Lellio Martinengo. Tale situazione
si mantiene anche agli inizi del 1800 con
i figli del Carlo predetto, Giorgio e Luigi
Martinengo.
Solo a metà del 1800 il fenil Motta muta
la sua proprietà plurisecolare, passando
in possesso alla famiglia Legnazzi che
fra il 1700 ed il 1800 risultava anche
proprietaria, in diversi momenti, dei fenili
dell’Angelo Custode, Angriano, Inferno,
della Madonna del Carnerio (verso
Coniolo), della Madonna di Caravaggio
(verso Roccafranca), di S. Francesco di
Sotto…. (segue)
Dario Ghirardi
sua struttura attuale, nel 1946, mentre
da pochi anni è avvenuta la fusione con
la Associazione Combattenti del vicino
Barco. Alla Associazione dei Combattenti
vera e propria, come già abbiamo avuto
occasione di ricordare, si è affiancata la
struttura dei Simpatizzanti, svolgendo il
compito primario di mantenere vivo il
ricordo dei Caduti in guerra e conservare
i valori patriottici che col tempo rischiano
di essere dimenticati e misconosciuti.
Dario Ghirardi
Lettere al direttore
Spett/le Direzione,
in merito all’Articolo “ Il fenil Brigia di
Orzinuovi” apparso sul numero di Novembre 2014 ,desidererei fare alcune precisazioni:
-Il cognome esatto della famiglia proprietaria della cascina dovrebbe essere Fenil
BRIGGIA con due G e non BRIGIA; infatti tale famiglia estintasi nel 1929 ( L’ultimo Briggia era un certo Flaminio mio
prozio,non ebbe prole e la casata si estinse)
. Egli discendeva da una nobile famiglia
di origini veneziane insediatasi a Brescia
nella seconda metà del 1300, era una fa-
coltosa famiglia di commercianti di tessuti
e lane secondo quanto attestato negli estimi
del tempo.
Col tempo divennero ricchi possidenti nel
bresciano, con proprietà a Gussago,Torbole
Casaglia,Quinzano,Brescia (con palazzo
in via Musei,divenuto dopo la vendita nel
1938, palazzo Pasero).
Esatta la descrizione dello stemma di
famiglia,l’originale è tutt’ora in mio possesso.
Cordiali saluti
Maurizio Cavaciocchi
Il nostro dialetto - Territorio
Angelo Maria Canossi,
CIGOLE,
poeta della Brescianità
problemi dell’educazione
Pag. 12
Dicembre 2014
Le distrazziù dé don Giàcom
Le distrazioni di don Giacomo
Dòn Giàcom ‘l’è ‘n bu prét, ma ‘n po’ distrat,
e quac vólte ghè càpita magare
dè ciciarà ‘na mìgola stunat,
magare ‘ntat chè ‘l’è ‘n confessionale.
Don Giacomo è un buon prete, ma un po’
distratto,
e qualche volta gli capita magari
di chiacchierare una briciola stonato,
magari mentre è in confessionale.
“Ho - gli dice una ragazza - ho un peccato
che mi vergogno a dirglielo, signor Vicario …
Ieri sera il mio moroso mi ha baciato …”
“Oh - dice il prete - è questo qui il grande
affare?”
“E’ - le risponde - che l’ho baciato anch’io,
ed è allora che lui m’ha preso sotto l’ascella
e mi avrebbe sbaciucchiata anche più
copiosamente
se non mi fosse arrivata addosso la nonna
a gridare: Mi faccio una marcia meraviglia …”
“Ah - dice il prete - ah, vecchia scostumata!”
“Ghó - la ghè dis ‘na s-cèta - ghó ‘n pecat
chè ghó vergògna a dìghel, siòr Vicare …
Gerséra ‘l mé murus èl m’ha basat …”
“Ö - ‘l dis èl prét - él chest sté grand afare?”
“’L’è - la respond - chè ‘l’ho basat á mé,
a ché lü alura ‘l m’ha ciapat sót sèa
e ‘l m’hârès sbasotat amò piö bé
sé nó mè fös riät adòs la nóna
a usà: Mè ‘n fó ‘na marsa maraèa …”
“Ah - ‘l dis èl prét - ah, vècia buzeróna!”
Due incontri nel mese di dicembre nel
salone al piano terra di palazzo Cigola
Martinoni, a Cigole su problemi psicologici,
di comportamento e le forme di disagio
nell’infanzia e nell’adolescenza. IL primo
venerdì 5 dicembre ore 20,30 su “Rabbia,
aggressività, violenza nell’età evolutiva”
analizzando le motivazioni di questi
fenomeni e come affrontarli efficacemente
là dove esplodono. IL secondo, venerdì 11
dicembre alle ore 20,30 sviluppando temi
riguardanti “Internet, tablet e cellulari”
ponendo l’interrogativo “quando il gioco
si fa pericoloso?”. Relatori dell’iniziativa
è lo psicologo terapeuta Pierangelo Ferri,
professionista con varie esperienze nelle
questioni educative del quale si sono
avvalsi enti pubblici e privati per affrontare
le problematiche che generalmente
coinvolgono la società contemporanea.
VEROLA, Civiltà Bresciana
(buzeróna = sgualdrina, meretrice, ecc.)
San Paolo, concorso fotografico
“Brescia, suggestioni di una città”
Il Circolo Culturale “Don Emilio
Verzeletti” organizza in concomitanza
con la rassegna artistica “Feste con l’Arte”,
fissata per il periodo natalizio, un concorso
fotografico dal titolo Brescia, suggestioni
di una città.
La città di Brescia è a torto poco conosciuta,
soprattutto dai bresciani. Infatti, accanto
ai luoghi più famosi come Piazza del
Duomo, Piazza della Loggia o il Castello,
sono presenti anche angoli suggestivi,
come le numerose fontane, i resti della
basilica romana, le statue d’epoca romana
agli angoli delle strade, chiese nascoste da
palazzi, cortili e corti, piazze e vicoli, lontani
dagli itinerari turistici, dalle vie dello
shopping e dalla movida notturna. Non
dimentichiamo che parte del centro storico
della città, cioè il Complesso monastico di
Santa Giulia, San Salvatore e Santa Maria
in Solario, insieme all’area archeologica
romana composta dal Capitolium e dai
resti del Foro, sono stati iscritti nel 2011
nel patrimonio mondiale Unesco con il
sito seriale Longobardi in Italia: i luoghi
del potere.
Le fotografie in concorso saranno esposte
al pubblico nella Sala della torretta del
Municipio di San Paolo nelle stesse date
e orari delle altre mostre della rassegna
“Feste con l’Arte”, cioè nei pomeriggi
dei giorni festivi dalle ore 15 alle ore 19.
Tuttavia, nel caso non venga raggiunto
un numero minimo di partecipanti, il
concorso diventerà una semplice mostra
fotografica. L’ingresso per la mostra di
“Feste con l’Arte” sarà come sempre libero
e gratuito.
Maggiori informazioni riguardo al
concorso si possono trovare sul nostro
sito www.circoloverzeletti.it nella sezione
dedicata: qui è possibile anche scaricare
il pdf con il regolamento e le modalità di
iscrizione.
Francesco Alghisi
Assemblea congiunta a Verolanuova delle
associazioni che fanno riferimento alla
Fondazione Civiltà Bresciana, presente il
presidente mons. Antonio Fappani, ed i
coordinatori dei rispettivi sodalizi: dott.
Alberto Vaglia, della città, e arch. Dezio
Paoletti, della Bassa e del parco dell’Oglio.
E’ stata occasione per il bilancio dell’attività
dell’anno sociale alla conclusione, sugli
itinerari di località nelle quali personalità
bresciane hanno operato lasciando opere
importanti sulla loro presenza nella Capitale
come a Venezia ed in altre regioni italiane.
Sulla medesima traccia il programma degli
Amici della Bassa per il prossimo semestre
del 2015, periodo nel quale ricorre il 500°
anniversario della beata Paola Gambara
che anche a Verolanuova ci si prepara
a celebrare con l’accoglienza della teca
contenente il “corpus incorruptus” che
sarà trasferita da Bene Vegienna, la città
nella quale Paola Gambara visse la sua
tormentata esperienza matrimoniale. Tra i
programmi del sodalizio un pellegrinaggio
ai luoghi della Prima Guerra Mondiale
e nella “Venezia Ellenica” per conoscere,
in collaborazione con le Comunità
Elleniche di Brescia e Cremona, quanto la
cultura greca ha influito nella Serenissima
Repubblica.
All’assemblea hanno partecipato esponenti
di realtà con le quali le due associazioni
hanno cordialità di rapporti: Giuseppe
Rossetti di Corte de’ Frati; Laura Cottarelli,
avvocato; Madi Ventura degli Amici
della Bici; Ivan Speziali della Pro Loco di
Travagliato.
Gli Amici della Fondazione, sono stati
ricevuti in palazzo Gambara sede del
municipio dalla vice sindaco dott.sa Maria
Carlotta Bragadina (in foto), mentre lo
storico ing. Sandro Guerrini si è fatto carico
della descrizione storico-architettonica
del palazzo, e delle costruzioni Disciplina,
castel Merlino e della basilica di San
Lorenzo Martire per cui i partecipanti
all’assemblea hanno avuto modo di
conoscere tradizioni ed arte di Verolanuova
che ha il suo apice nei dipinti del Settecento
Veneto conservati nella parrocchia, dal
Tiepolo al Celesti ed altri per cui il tempio
ha la dimensione di preziosa pinacoteca nel
bel mezzo della pianura. Gli Amici della
città hanno raggiunta Verolanuova con un
viaggio in pullman che all’andata ha fatto
sosta a Fenili Belasi e Pontegatello, mentre
al ritorno, dopo il pranzo al Diamante, la
comitiva ha sostato a palazzo Luzzago di
Bassano Bresciano, sul cui portale sono
i medaglioni degli agronomi Agostino
Gallo e Camillo Tarello che nel 500 del
millennio passato hanno dato impulso con
i loro scritti alle vicende dell’agricoltura del
loro tempo.
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Calendario
C ALEN DAR IO B R ESCIANO: D I C E M B R E
1 LUNEDI’
S. ELIGIO
A dézèmbèr èl fiocä e ‘l fa frèd: empissä ‘l camì
e preparä ‘l scaldalèt.
A dicembre nevica e fa freddo: accendi il
camino e prepara lo scaldaletto.
2 MARTEDI’
S. BIBIANA
An nivùs an frutùs.
Anno nevoso anno fruttuoso.
3 MERCOLEDI’
S. FRANCESCO SAVERIO
Trè ghèbé fa ‘na piöestä.
Tre (giorni di) nebbia fanno una pioggetta.
4 GIOVEDI’
S. BARBARA
Quant ‘l fiòcä sö la fòjä, l’è anvérèn che fa òjä.
Quando nevica sulla foglia, è un inverno
che invoglia.
5 VENERDI’
S. DALMAZIO DI PAVIA
Ón vésé ‘l crès ‘n frèsä.
Un vizio cresce in fretta.
10 MERCOLEDI’
MADONNA DI LORETO
‘L pèrdèr l’è fradèl dèl piansèr.
Il perdere è fratello del piangere.
11 GIOVEDI’
S. DAMASO
Òm che rìt e ca che rògnä nó sta a fidàt.
Non ti fidare dell’uomo che ride e del cane
che ringhia.
12 VENERDI’
S. EULALIA DI ASTI
Chi j-è dèl méstér i pöl di ‘l so parér.
Chi è del mestiere può ben dire il suo
parere.
13 SABATO
S. LUCIA
La nòt dè Santä Lüssiä l’è la pö lóngä ché ghè
siä.
La notte di Santa Lucia è la più lunga che
ci sia.
15 LUNEDI’
S. MARIA CROCIFISSA DI ROSA
Bèlä fomnä, catìf có.
Bella donna, cattiva testa.
16 MARTEDI’
S. ADELAIDE
Vardéf dè lé fómné che parlä latì e dè ón nòbil póarì.
Guardatevi dalle donne che sanno di latino
e da un nobile poverino.
17 MERCOLEDI’
S. LAZZARO
L’è sèmpèr l’öltèm bicér che fa ciapà la balä.
E’ sempre l’ultimo bicchiere che fa
ubriacare.
18 GIOVEDI’
S. GRAZIANO
A spalé óltadé, paròlé cambiadé.
A spalle voltate, parole cambiate.
19 VENERDI’
S. FAUSTA
Chi ‘nprèstä, ‘l pèrt la crèstä.
Chi presta, perde la cresta.
6 SABATO
S. NICOLA DI BARI
La néf désémbrinä tré més la confinä.
La neve dicembrina tre mesi (in casa) ti
confina.
20 SABATO
SS. EUGENIO E MACARIO
Parlà mal e èrbä catìä i tàcä sènsä fadigä.
Parlar male ed erba cattiva attecchiscono
senza fatica.
7 DOMENICA
S. AMBROGIO DI MILANO
Chi asèn nas, asèn mör.
Chi asino nasce, asino muore.
21 DOMENICA
S. PIETRO CANISIO
Chi t’hà róbàt la àcä ‘l pöl róbàt anche ‘l védèl.
Chi ti ha rubato la mucca può rubarti
anche il vitello.
8 LUNEDI’
L’IMMACOLATA CONCEZIONE
A ‘ndà al mulì s’anfarinä.
Ad andare al mulino ci si infarina.
9 MARTEDI’
S. SIRO
Chi ga la rògnä ‘l sé la graté.
Chi ha la rogna se la gratti.
14 DOMENICA
S. GIOVANNI DELLA CROCE
Chèi ché dè sérä i fa ‘l liù, dè matinä po’ i fa
‘l pultrù.
Chi di sera fa il leone, al mattino poi fa il
poltrone.
22 LUNEDI’
S. FRANCESCA CABRINI
Le fómné lé fa alì le sö risù có la lènguä, óngé
e lagrimù.
Le donne fan valere le proprie ragioni con
la lingua, unghie e lacrimoni.
23 MARTEDÌ
S. GIOVANNI DA KETTY
Dicembre 2014
‘Ndóè ghè vì ghè ghèt.
Dove c’è vino c’è baccano.
24 MERCOLEDI’
S. ADELE
‘Ndóè ghè dè bù la carétà, nó sa dìs quàt sa dà.
Dove c’è davvero la carità non si dice
quanto si dà.
25 GIOVEDI’
SANTO NATALE
Aligrìä ògné mal la cassä viä.
L’allegria ogni male caccia via.
26 VENERDI’
SANTO STEFANO
‘L Signur ‘l dà ‘l frèt sécónt i pagn.
Il Signore dà il freddo secondo i panni.
27 SABATO
S. GIOVANNI APOSTOLO
‘L prim an dè matrémóné l’arès majàdä, ‘l
sécónt ma só tróàt pintìt dè nó ilä majadä.
Il primo anno di matrimonio l’avrei
mangiata, il secondo mi son trovato pentito
di non averla mangiata.
28 DOMENICA
SS. MARTIRI INNOCENTI
I òm i völ ó ‘l bigaröl che ulä, ó campanè chè sunä.
Gli uomini vogliono o il grembiule che
vola, o campane che suonano.
29 LUNEDI’
S. DAVIDE PROFETA
A San Tómàs da la bócä a ‘l nas.
A San Tommaso dalla bocca al naso
(piccolo allungamento del giorno).
30 MARTEDI’
S. EUGENIO
Amicissiä ricónciliadä l’è minèsträ riscaldadä.
Amicizia riconciliata è minestra riscaldata.
31 MERCOLEDI’
SAN SILVESTRO
Fàt èl batès, töcc i völ déèntà cómpàr.
Fatto il battesimo tutti vogliono essere il
padrino.
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Ricette
Dicembre 2014
Pag. 15
Cuci n a b r es c ia n a : D olc i
Continuamo la pubblicazione delle ricette
di alcuni dolci della tradizione bresciana:
CHISÖL NOSTRANO
Ingredienti: 500 g di farina, 200 g di
zucchero, 200 g di strutto, 3 uova, una
bustina di lievito, una manciata di uvetta,
1 limone grattugiato, un goccio di latte e
rhum o marsala.
Procedimento: montare lo zucchero con
le uova intere e la scorza grattugiata del
limone; aggiungere la farina setacciata, un
goccio di latte e la bustina di lievito. Nel
frattempo avrete messo a bagno l’uvetta nel
rhum o marsala, la sgocciolate, la infarinate
leggermente e l’aggiungete all’impasto.
Mettere l’impasto in una tortiera imburrata
e infarinata e fate cuocere in forno a 200°
per 30 minuti. Una versione più povera
detta “chisulì” nel bresciano e “pipasener”
nel mantovano prevede un impasto di sola
farina, latte, zucchero e sale, da cuocersi in
una teglia coperta sotto e sopra di cenere
calda.
sciroppata, possibilmente di due o tre
qualità q. b., una crema inglese fatta con
2 tuorli d’uovo, 2 cucchiai di zucchero, 1
Ingredienti: 1 barattolo di marmellata cucchiaino di fecola di patate, 2 dl di latte
di castagne, 2 uova intere, 1 tuorlo, 1 e vanillina.
bicchiere di latte, 100 g di zucchero, 50 g di
marron-glacès sminuzzati, 50 g di amaretti Procedimento: fate la pasta frolla e lasciatela
e 1 bicchierino o di rhum o di cognac o di riposare al fresco per mezz’ora, poi spianatela
maraschino.
dello spessore di pochi millimetri e rivestite
una tortiera unta di burro. Punzecchiate il
Procedimento: mettete le due uova intere fondo con una forchetta e copritela prima
e il tuorlo in una terrina e sbattetele fino con un foglio di carta oleata e poi con
a quando saranno ben montate, quindi uno strato di fagioli secchi, in modo da
aggiungetevi il latte, lo zucchero e la cuocerla senza che la pasta abbia a gonfiarsi.
marmellata di castagne. Lavorate tutto Cuocetela in forno per circa 20 minuti.
insieme per qualche minuto, in modo da Intanto tagliuzzate la frutta sciroppata e
amalgamare bene i vari ingredienti. Mettete preparate la crema inglese. Quando tutti gli
i marron-glacès sminuzzati e gli amaretti ingredienti sono pronti, togliete i fagioli e
schiacciati a marinare con il bicchierino di la carta dalla tortiera, coprite il fondo con
liquore. Quando quest’ultimo sarà stato la frutta, versateci sopra la crema inglese
assorbito, versate tutto nelle castagne e e rimettete la crostata in forno caldo per
mescolate. Ungete di burro uno stampo circa 10 minuti. Quando la crema si sarà
a pareti alte, spolveratelo di zucchero, solidificata, levate la tortiera dal forno e
versateci dentro il composto e cuocete lasciate raffreddare il dolce.
il dolce a bagnomaria, in forno a calore
moderato, per circa 45 minuti. Al momento
di mandare in tavola, sformatelo sul piatto
BUDINO DI SEMOLINO
di portata.
Ingredienti: 120 g di semolino, 1/4 di l di
latte, 2 cucchiai di zucchero, 25 g di burro,
CROSTATA CON FRUTTA
2 uova, 25 g di uva sultanina, 25 g di cedro
SCIROPPATA
candito, 1 bicchierino di rhum e la scorza
di 1 limone.
Ingredienti (per la pasta frolla): 200 g di Ingredienti (per la salsa di marmellata): 1
farina, 100 g di burro, 2 tuorli d’uovo, 100 barattolo di marmellata di fragole o lamponi
g di zucchero.
o ribes, 1 dl di acqua e 2 bicchierini di
Ingredienti (per il ripieno): frutta rhum.
BUDINO DI MARMELLATA DI
CASTAGNE
Domande alla nutrizionista:
Procedimento: mettete al fuoco, in una
casseruola bassa e larga, il latte con il burro,
lo zucchero e la scorza di limone, appena
VOGLIO ASSAGGIARE LA VERDURA!
alza il bollore versateci dentro a pioggia
il semolino. Mescolatelo subito con un
Sogno o realtà
Come possiamo convertire i nostri figli
cucchiaio di legno e fatelo cuocere fino
utopistica? For- e convincerli a consumare frutta e vera quando si staccherà dalle pareti della
se molti di voi
dura senza urla o pianti? Un consiglio
casseruola. Fuori dal fuoco mescolateci uno
riconoscono
che do spesso è quello di presentarli in
per volta i tuorli d’uovo, il cedro tagliato a
questa frase urmodo giocoso e fantasioso.
dadini e l’uvetta precedentemente mondata
lata dai proprio
e messa a bagno nel rhum; da ultimo
Le zucchine della varietà rotonda col
figli, altri la veaggiungete gli albumi d’uovo montati a
“cappello”
diventano
ripiene
di
carne,
dono come un
oppure
le
pesche
a
metà
ripiene
di
ciocneve fermissima. Ungete di burro uno
incubo od una
colato
ed
amaretti
sono
un
ottimo
fine
stampo da budini, cospargetelo di zucchero,
imposizione.
pasto da consigliare al posto di merenversateci dentro l’impasto e cuocete il dolce
Infatti spesso
ai bambini non dine confezionate piene di grassi saturi. a bagnomaria in forno caldo per circa 45
minuti. Intanto fate la salsa di marmellata
piace né frutta né verdura. Questo proOppure
polpette
di
carne
ripiene
di
zucblema, tuttavia , diventerà importante
mettendo a bollire per qualche minuto gli
chine carote o spinaci sono un secondo
in adolescenza ed in età adulta dove
ingredienti sopra elencati. Al momento di
frutta e verdura sono indispensabili gra- e contorno unito.
mandare in tavola, sformate il dolce sul
zie al loro potere antiossidante e sono
piatto da portata e sopra versateci la salsa
Cerchiamo quindi di farli abituare fin
ricchi di oligoelementi essenziali per la
calda.
da piccini a sapori nuovi, senza impovita.
sizioni traumatiche che si porteranno
avanti per tutta la vita.
TORTA DI PRUGNE E UVETTA
Minervium di Via Verdi n.64 tel. 030/9937552
La dott.ssa Subacchi riponde alle Vs domande
scrivendo a: [email protected]
Riceve a: MANERBIO (BS) Ambulatorio
CREMONA Cell. 366 4759134
CREMA Cell. 366 4759134
Ingredienti: 200 g di prugne secche senza
noccioli, 50 g di uvetta sultanina, 2 cucchiai
di rhum, 2 cucchiai di zucchero, 1 pastella
fatta con 100 g di farina, 100 g di zucchero,
1/4 di l abbondante di latte, 4 uova, 1
cucchiaio di “acqua di fior d’arancio”
oppure 1/2 bustina di vanillina e sale q. b.
Procedimento: lavate le prugne, asciugatele,
tagliatele a dadini e mettetele in una terrina.
Mondate l’uvetta, lavatela e mescolatela alle
prugne, quindi aggiungete 2 cucchiai di
zucchero e 2 cucchiai di rhum, mescolate
e lasciate marinare la frutta per 30 minuti.
A parte preparate intanto la pastella: battete
le uova come per la frittata, aggiungete lo
zucchero e poi, poco per volta, la farina che
avrete stemperato con il latte, aggiungete
anche una presa di sale e l’acqua di fior
d’arancio o la vanillina, quindi mescolate
la pastella alle prugne e all’uvetta e versate
il composto in una tortiera unta di burro
e cosparsa di farina. Cuocete il dolce in
forno ben caldo per circa 1 ora. Quando
è cotto sformatelo, lasciatelo raffreddare e
cospargetelo di zucchero.
DUCHESSA MANDORLATA
Ingredienti: 2 uova intere, 4 tuorli, 150 g di
zucchero, 150 g di mandorle, 150 g di farina
setacciata, scorza di limone grattugiata e un
pezzettino di arancio candito tritato.
Procedimento: mettete le mandorle
nell’acqua bollente per qualche minuto,
sbucciatele, asciugatele e pestatele nel
mortaio assieme ad 1 cucchiaio di zucchero.
Mettete tutti i tuorli d’uovo in una
casseruola con lo zucchero e lavorateli con
una frusta; quando saranno ben montati
e bianchi uniteci le mandorle pestate, la
scorza di limone grattugiata e l’arancio
candito tritato, la farina, che farete cadere
da un colino e da ultimo gli albumi montati
a neve. Ungete una tortiera, infarinatela e
riempitela con l’impasto. Fate cuocere
in forno a calore moderato per circa 40
minuti. Si raccomanda di non aprire il
forno per i primi 20 minuti di cottura.
Provate la cottura bucando la pasta con
uno stecchino di legno: se esce asciutto vuol
dire che è cotta. Sformatela su una gratella e
lasciatela raffreddare.
Pag. 16
Rubriche
Il nostro dialetto
Dicembre 2014
PASTICCINI
GRECI ALLE
MANDORLE
Termini in via d’estinzione
Lésaröl: licciolo (attrezzo da telaio).
Lèsca: scansafatiche.
Lèsna: avaro.
Letéra: testata del letto, lettiera delle stalle.
Leturì: leggio.
Léza: treggia, slitta da carico trascinata su
neve o fango.
Lésna (lisna): ferro appuntito per forare il
cuoio.
Libèl: libello, scritto polemico o
diffamatorio.
Licinsì: locale di campagna ove si vende
vino di produzione propria, osteria.
Licù: avido, adulatore, leccone.
Lifrucù: mangione, ingordo.
Ligansa: diceria lunga e noiosa, tiritera.
Lighignà: sofisticare, cavillare, stiracchiare.
Lignöl: linea del seminato, solco.
Ligös: sfaccendato.
Lilù: fannullone.
Limbrochì: proteggi petto per lavorare col
trapano.
Lìmito: guarnello, tessuto daccia e
bambagia per uso fodera o sottoveste senza
maniche e scollata.
Lindinù: grossa lendina, spossato, fiacco,
floscio, uomo lercio, pidocchioso.
Lingéra: fiacca, uomo furbo, scaltro,
astuto, malavitoso.
Linsì: sboccare i recipienti troppo pieni.
Lipröca: pirofila, termine di disprezzo per
la donna.
Lipröch: scimunito, merendone.
Lirù: fiacco, nato stanco, floscio.
Liscù: zoticone, ignorante, stolto,
squattrinato.
Lisèt: attrezzo di bosso e acciaio che il
calzolaio usa per lucidare e lisciare suole e
tacchi di cuoio.
Lìsna: vedi sopra.
Lisnù: spilorcio, fannullone, taccagno,
perditempo.
Listù: listone, lastra di pietra che funge da
cordolo del marciapiede.
Livreàt: colui che porta la livrea, cortigiano,
servitore.
Lizimbrì, (desembrì): gracile, fragile,
leggerissimo come una vela.
Loàta: ingordo, mangione.
Loatà: mangiare a quattro ganasce.
Loatì, loatù: lupetto, lupaccio.
Löbbia: poggiolo, terrazzo, loggia.
Lòbia, lobiàs: sistemare, maritare.
Löcia: girare all’indietro gli occhi, spiare,
star per morire, adocchiare.
Loéra: utero, ovaio dei polli.
Fanno parte del patrimonio
gastronomico ellenico questi
delicati dolcetti, che hanno
il vantaggio di conservarsi
a lungo, ben chiusi in una
biscottiera metallica.
Ingredienti:
150 g di burro ammorbidito, 200 g di
zucchero a velo, 1 bicchierino di acqua
di fiori d’arancio o di cognac, 300 g di
farina (del tipo a lievito incorporato), 40
mandorle pelate e olio per la placca.
Preparazione:
Mettete nel recipiente del robot da cucina il
burro a pezzetti e 150 g di zucchero a velo.
Azionate l’apparecchio a intermittenza per
una decina di minuti: il composto dovrà
diventare molto chiaro, quasi bianco.
Profumate la preparazione con l’acqua
di fiori d’arancio o il cognac, mescolate
di nuovo azionando il robot per pochi
secondi, poi trasferite il composto in una
terrina.
Aggiungete la farina a pioggia e mescolate:
l’impasto non dovrà risultare né troppo
sodo né troppo molliccio.
Lavorando con le mani, ricavate
dall’impasto tante palline grandi come
noci. Appiattitele leggermente e guarnitele
al centro con una mandorla.
Sistemate i pasticcini a distanza regolare
su una placca unta con un velo d’olio
e cuoceteli per 25-30 minuti in forno
preriscaldato a 120 °: saranno pronti
quando avranno assunto un colore
delicatissimo, quasi rosato.
Staccate i pasticcini dalla placca con una
spatolina e fateli raffreddare su una griglia
prima di spolverizzarli con lo zucchero a
velo rimasto e servirli.