Le celebrazioni della Madonna del Rosario

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Le celebrazioni della Madonna del Rosario
Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Ottobre 2009 - numero 20
Editoriale
Questo numero de “La Pianura” esce
con una tiratura di 30.000 copie,
divenendo così il mensile breciano
più diffuso.
Oltre a Manerbio, Offlaga, Bassano,
San Gervasio, Cigole, Pontevico ed
Alfianello, il nostro giornale viene
distribuito per la prima volta anche
a Leno, Pavone Mella, Gottolengo e
Verolanuova con il sistema del porta
a porta in tutte le case. Col prossimo
numero copriremo anche Ghedi,
raggiungendo le 35.000 copie.
Le ragioni di questa scelta di forte
espansione sono inerenti alle richieste che ci sono pervenute al fine di
allargare il bacino della distribuzione.
Esplicare le ragioni di questa richiesta
equivarrebbe ad una autoglorificazione.
La redazione ha avuto necessariamente un’iniezione di forze nuove e
questo fatto ci sprona a continuare
sulla strada intrapresa nel 2007 con
aumentato entusiasmo.
Un benvenuto ai nuovi lettori!
Sommario
Offlaga. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3
San Gervasio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4
Calendario bresciano. . . . . . . . . . . . . . . . . » 6
Modi di dire. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7
La torre civica di Manerbio . . . . . . . . . . . » 8
Territorio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10
Leno. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11
Bassano. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12
Territorio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13
Manerbio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15
Verolanuova. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16
Inaugurazione della nuova parte di restauri al
Castello di Padernello
mercoledì 14 Ottobre alle ore 17:00
Le celebrazioni della Madonna del Rosario
“Non virtus, non arma, non duces, sed
Maria Rosarii victores nos fecit.”, ovvero,
non il valore, nè le armi, nè i condottieri,
bensì la Madonna del Rosario ci ha fatto
vincitori!
Così il Senato veneziano attribuì la vittoria
delle armi cristiane a Lepanto alla “Madonna del Rosario”.
Il culto della Madonna del Rosario fu istituito da Gregorio XIII convertendo l’ori-
ginaria intitolazione alla “Madonna della
Vittoria”.
L’intitolazione alla Madonna di questa vittoria non è, ovviamente, casuale.
Innanzitutto la battaglia di Lepanto (7
Ottobre 1571) avvenne in un giorno tradizionalmente dedicato alle confraternite
del Rosario, ulteriormente papa Pio V che
aveva lanciato la crociata contro i Turchi,
ebbe una visione alle 12 del giorno stesso
nella quale ha visto la Madonna
che gli annunciava la vittoria
contro i Turchi ed ha fatto suonare le campane.
San Pio V, al secolo Antonio
Ghislieri, era entrato nella
Chiesa tra i Domenicani che
avevano sempre avuto un legame particolare con la Madonna
dall’apparizione della stessa a
San Domenico.
L’importanza della battaglia
fu epocale per diversi motivi.
Fu il primo segnale di arresto
dell’espansione turca nel bacino del mediterraneo, dopo una
lunga serie di conquiste (Kossovo, Albania, Salonicco, Costantinopoli, Belgrado, Rodi
ed infine Cipro) che facevano
sembrare il pericolo turco imminente e, soprattutto, inarrestabile, tanto da costringere il
papa ad invocare la crociata.
Ricordiamo che meno di trent’anni dopo,
nel 1600, Vienna venne sottoposta per
la seconda volta all’assedio delle truppe
turche.
La vittoria, non era insperata, ma di difficile riuscita in quanto la flotta turca era più
numerosa di quella cristiana e sotto un’unica guida, almeno nominalmente, mentre
la flotta cristiana era una flotta composita
sotto l’egida di don Giovanni d’Austria,
figlio naturale dell’imperatore Carlo V, che
anche questa volta diede ottima prova di sè
e della sua capacità di prendere decisioni
poi condivise da tutti.
La parte del leone, nell’esercito cristiano,
la fece Venezia con le sue 116 galee, ma
soprattutto con le uniche 6 galeazze, l’arma
più incisiva della battaglia, su di un totale
di 209 galee.
La Repubblica Veneziana per arruolare le
forze necessarie rastrellò risorse in tutto il
territorio e Brescia non si sottrasse all’allestire una sua galea oltre che con uomini e
contribuzioni volontarie.
Per una più dettagliata spiegazione del
contributo della nostra pianura allo sforzo
bellico, rimandiamo all’articolo comparso
sul numero di Ottobre dell’anno scorso in
cui siamo riusciti a citare i nomi dei marinai che vi hanno partecipato.
Dal 1572 ad oggi si continua a celebrare sia
la vittoria, ma soprattutto la protezione che
la Madonna offre alla nostra pianura.
Direzione: Vania Boglioli
Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino,11-Verolanuova (Bs)
Stampa: La Compagnia della Stampa - Roccafranca (Bs)
Pubblicazione mensile
E-mail: [email protected]
Autorizzazione N° 50 del Tribunale di Brescia
del 06/12/2007
RR
iccardo
egosa
UTÚER
Utúer: grand maèstro dèl penèl…
che tè fé sfogio dei pô bèi cùlur
Utúer, che tè ‘mpienésset la cantìna,
che tè portét le tetole e ‘l vi nôf…
M’importa niènt se ghè la néf visìna,
m’emporta niènt se ‘n tera gh’è ‘l paviûc
se mai che tàche a sènter quàc dulùr…
Ma tè perdune: per i tò culùr!!!
OTTOBRE
Ottobre: grande artista del pennello…
che fai sfoggio dei più bei colori
Ottobre, che riempi la cantina,
che porti le “tetole”* e il vino nuovo…
non m’importa nulla se la neve s’avvicina
non m’importa nulla se per terra c’è la fanghiglia
se mai comincio a sentire qualche dolore…
Ma ti perdono: per i tuoi colori!!!
*tetole: castagne lessate con la buccia.
E BALÙ!
Miga créder se i vè dis:
ona bàla töcc i dé;
j-è balù, vé ‘l dìse mé.
E BUGIARDI
Non credete se vi dicono:
una balla tutti i giorni;
son bugiardi, ve lo dico io.
Ottobre 2009
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Camminata nel Bosco del Lusignolo per beneficenza
Una raccolta di fondi per San Gervasio ONLUS
“Camminare nel verde fa bene e fa del bene”,
questo è il motto della prima Camminata
nel Bosco del Lusignolo tenutasi domenica
27 settembre a San Gervasio Bresciano.
Una iniziativa benefica organizzata da Nord
Zinc S.p.A. in collaborazione con il Comune di San Gervasio Bresciano e l’Associazione Volontari per San Gervasio Onlus. Ed
è proprio quest’ultima la beneficiaria della
Camminata, pensata per raccogliere fondi
a favore dei servizi socio-assistenziali svolti
da 23 volontari. L’attività principale è il
trasporto delle persone anziane, e non solo,
presso le strutture ospedaliere del territorio
per effettuare visite, terapie o prestazioni
sanitarie. L’espletamento del servizio è reso
possibile dal pulmino, messo a disposizione
dal Comune, attrezzato con sedia a rotelle,
che può trasportare fino a sette persone.
Le prenotazioni si effettuano presso la sede
dell’Associazione, in via Barbara Ferrazzi a
San Gervasio, il martedì e il venerdì dalle
10.00 alle 11.00. Inoltre, l’Associazione
offre un servizio di sicurezza presso la scuola elementare e media, tutti i giorni dalle
7.30 alle 8.00, per aiutare, in particolare,
i genitori che devono andare al lavoro. I
volontari, infine, consegnano il pranzo agli
anziani che sono seguiti dall’ufficio Servizi
sociali del Comune, mentre una persona si
preoccupa di misurare la pressione a chi lo
richiede.
I fondi, raccolti proponendo una quota di
iscrizione alla Camminata, che comprendeva maglietta della manifestazione e pic-nic,
permetteranno all’Associazione di dotarsi
di attrezzature basiche per svolgere e organizzare la propria attività.
Più di un centinaio di persone, provenienti anche da altri paesi, si è così ritrovato
alle 10.00 nel piazzale antistante la sede di
Nord Zinc S.p.A., in via Industriale nella
zona periferica del paese. Presenti anche le
istituzioni: l’Assessore ai servizi sociali Sacchi Giacomo, l’Assessore alla cultura Prestini Pierangelo, il Consigliere comunale
Pini Pierangelo e il Consigliere provinciale
Giampaolo Mantelli. Il percorso, della lunghezza di circa 4 Km, si è concluso alla Santella mariana del Bosco del Lusignolo dove
un ricco pic-nic ha accolto i partecipanti.
La Camminata nel Bosco del Lusignolo fa parte della serie di appuntamenti e
manifestazioni previsti dal calendario per
celebrare i dieci anni di vita della Nord Zinc
S.p.A,. Nonostante la costante attenzione
che l’azienda pone alle proprie prestazioni
ambientali e sociali, il 2009 è caratterizzato
da un particolare impegno verso la comunità locale. La camminata benefica è infatti
solo una delle numerose attività promosse
durante il corso dell’anno; ricordiamo il
progetto <<Il mio amico cavallo>> a cui
hanno partecipato, tra aprile e maggio, centotrenta bambini della scuola elementare
di San Gervasio, e il <<Nord Zinc Volley
Cup>> torneo di pallavolo svoltosi nel
mese di luglio presso il Centro Parrocchiale
Paolo VI.
Le fotografie della Camminata sono visionali sul blog aziendale, visitabile collegandosi a www.nordzinc.com/blog.
Pianura
Offlaga
La
Ottobre 2009
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Quando la vittoria è per la vita!
Come è più dolce e piena la vittoria quando
sai di avere combattuto con tutte le tue forze e, contro ogni previsione, raccogli i frutti
della tua fatica.
Lo sa bene Ermanno Manenti, offlaghese
d’origine, manerbiese di residenza.
La sua storia non è quella, pur sempre interessante, che potrebbe raccontare un atleta
qualsiasi, ma piuttosto quella di un uomo
normale che, giocoforza, è stato chiamato a
diventare “testimonial della vita”.
Ermanno l’agosto scorso in Australia ha
infatti conquistato la medaglia d’oro nella
20 km di ciclismo su strada disputatasi sulla
Gold Coast.
Tuttavia questa vittoria, che deve essere
sommata al quinto posto ottenuto nella
cronometro individuale, non è la “semplice” vittoria di un atleta ben preparato, perché Ermanno l’ha ottenuta nell’ambito dei
World Transplant Games, la competizione
mondiale riservata ai trapiantati.
Dopo una giovinezza trascorsa come molti
altri ragazzi tra la scuola, la passione per il
calcio e la bicicletta e gli amici Ermanno,
dopo il servizio militare scopre di avere
contratto, non si saprà mai come, una seria
forma di epatite.
Comunque tutto sembra essere sotto controllo, seguendo le cure e affiancato dal
prof. Andri, Ermanno per un bel po’ di
anni prosegue la sua vita senza particolari
difficoltà: il lavoro, la famiglia, lo sport.
Nel frattempo però la sua malattia si cronicizza, le sue condizioni peggiorano fino
a quando nel 2004 scopre che l’unica soluzione alla patologia che gli viene diagnosticata è il trapianto di fegato.
Inizia il calvario delle visite specialistiche
sostenute a Pisa e dopo un iter estremamente complesso e doloroso, nel novembre del
2006, il suo nome viene inserito nella lista
di chi è in attesa di trapianto.
La sua vita, come quella della moglie Antonella e dei figli Stefano e Michele cambiano
radicalmente, anche per il lento ma progressivo peggioramento delle sue condizioni.
Tuttavia, la sua voglia di vivere e la capacità
di affrontare, per quanto possibile, con
ottimismo, questa prova, unite al sostegno
della sua famiglia lo aiutano ad arrivare al
giorno della tanto attesa telefonata con la
quale gli viene confermata la disponibilità
di un fegato compatibile.
La notte tra il 3 e il 4 gennaio 2007
all’ospedale di Pisa, Ermanno viene sottoposto al trapianto; l’intervento riesce
perfettamente.
Per quanto la ripresa e l’adattamento alla
montagna di farmaci anti-rigetto siano
duri, tanto dal punto di vista fisico quanto
psicologico, Ermanno sa che la sua non
è sofferenza ma un
ritorno alla vita;
decide quindi di
combattere con il
sorriso sulle labbra.
Trova la forza necessaria in se stesso,
nelle persone che con amore
lo accudiscono e negli amici
che non gli fanno mancare
il loro affetto.
I suoi sorrisi sono tutti per
loro; la sua riconoscenza è
per chi, con la sua morte,
gli ha permesso di tornare
alla vita.
Così Ermanno supera
brillantemente la fase più
critica, quella del post trapianto.
Mentre si trova ancora a
Pisa, grazie ad un giovane
amico trapiantato, viene a
conoscenza dell’A.N.E.D.
l’Associazione Nazionale
Emodializzati, che promuove attività sportive e
non per trapiantati.
Ermanno non perde tempo,
si tessera, ma nonostante il
desiderio di risalire in sella
alla due ruote sia forte, solo
nel 2008 inizierà a fare alcune passeggiate.
Nella primavera del 2009, sponsorizzato
dal gruppo di tifosi della “Vecchia Guardia” di Salò riceve una bicicletta nuova di
zecca e inizia gli allenamenti per partecipare al Campionato Italiano organizzato
dall’ANED.
Nel maggio scorso, in terra novarese, Ermanno conquista il terzo posto sia nella
20 km su strada che nella cronometro individuale.
La soddisfazione è tanta ma non è sufficiente a placare il suo entusiasmo e la voglia di
dimostrare a tutti che è possibile tornare
alla vita e tornarvi meglio di prima.
Così, sempre seguito dalla moglie e dall’amico e “manager” ad honorem Cesare, il 20
agosto scorso si imbarca su un volo che
da Malpensa lo porta a Singapore e da lì
raggiunge Brisbane, in Australia, per partecipare ai World Transplant Games.
Per Ermanno Manenti è un trionfo, conquista infatti la medaglia d’oro nella 20 km
battendo i 50 partecipanti della sua categoria provenienti da tutto il mondo.
“Una vittoria davvero desiderata e nella
quale speravo” - spiega Manenti- “per me
è stata una gioia immensa e una doppia
vittoria: contro gli avversari, estremamente
forti; e contro la malattia”.
Una vittoria che Ermanno dedica alla moglie, ai figli, alle persone vicine e, prima
di tutto, al donatore del suo nuovo fegato
che naturalmente è sconosciuto ma che è
sempre con lui.
Parla al plurale Manenti, “noi ci siamo allenati” “…noi abbiamo vinto” e non è una
plurale maiestatis quello che usa.
“Il risultato agonistico è comunque importante ma ciò che più conta è il messaggio
che questa vittoria porta con sé” – conclude Manenti - “È importante credere
nel trapianto e riuscire ad affrontarlo con
serenità.
È l’unica possibilità per tornare alla vita e
ad una vita normale fatta di lavoro,affetti,
passioni e speranze”.
Ed è la “speranza” la chiave di volta necessaria per affrontare al meglio quella che certo,
sotto molteplici aspetti, è un’esperienza
drammatica e destabilizzante.
L’obiettivo da raggiungere, in questo caso,
è la vita e “il trapianto è vita” e non solo per
gli altri, perché domani su quella lista d’attesa potrebbe esserci il nostro nome.
Questo non dovremmo scordarcelo mai e
soprattutto quando una storia come quella
di Ermanno Manenti ci insegna che un nostro gesto di generosità può offrire a qualcun altro un’altra occasione… per la vita.
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Pianura
S. Gervasio
La
Ottobre 2009
Il Water Ski San Gervasio alla Terminati i restauri della
ribalta europea
chiesa delle Casacce
Nuove soddisfazioni per lo sci nautico
bresciano. Ai Campionati Europei Giovani
di Orthez in Francia, appena concluso, il
Club Water Ski San Gervasio ha conquistato l’Oro di squadra e altre cinque medaglie portando l’Italia ancora una volta sul
gradino più alto del podio.
Lo comunica con un pizzico d’orgoglio
Giampaolo Mantelli, presidente provinciale Sci nautico, ideatore e promotore
del laghetto artificiale adiacente al parco
acquatico Le Vele e alle strutture ricettive
del Parco del Lusignolo inaugurato ufficialmente nel giugno 2006 a San Gervasio
Bresciano. “Questi risultati assieme alla
Medaglia d’oro dei giochi del Mediterraneo, il bronzo in slalom e in combinata agli
Europei Under 21 di Matteo Luzzeri, e alle
numerose conquiste degli anni precedenti,
hanno un significato molto importante per
il nostro club, ad oggi il più medagliato
dell’ultimo ventennio – commenta Mantelli –. Una conferma del lavoro svolto,
della serietà e professionalità dei nostri
tecnici e dirigenti, ma anche della qualità
della nostra struttura”.
Il centro di San Gervasio, è sede del Centro
federale di Sci nautico, il secondo della
giovane storia della FISN (Federazione
italiana di sci Nautico). Già teatro di numerose gare nazionali ed internazionali fra
cui gli Europei Under 21 svolti nel 2007
(al quale hanno partecipato 25 nazioni con
85 atleti) ospiterà i prossimi mondiali Juniores che si svolgeranno dal 4 all’8 Agosto
2010 (previste 45 nazioni). In lizza con il
Messico e la Svezia, la struttura San Gervasina è stata ritenuta dai massimi esperti
come la migliore al mondo ove praticare lo
sci nautico. Le sfide su queste acque sono
sempre molto avvincenti. Le particolari
caratteristiche organolettiche dell’acqua e
le sponde del laghetto infatti permettono
Le medaglie ai
campionati Europei
Alessandro Paci: Oro in salto
Marialuisa Pajini: Argento in figure
Marialuisa Pajini:Bronzo in salto
Arieta Kaldis: Bronzo in slalom
Arieta Kaldis: Bronzo in figure
agli atleti di raggiungere record.
“Si tratta di un ulteriore riconoscimento
alla location ben nota agli appassionati
di questa disciplina, ma soprattutto di un
evento eccezionale che permetterà a Brescia
e a San Gervasio in particolare, di ospitare
per la prima volta una manifestazione di
così alto livello, oltre che di farsi conoscere
a livello mondiale” aggiunge Giampaolo
Mantelli.
Per quanto riguarda invece il Club Water
Ski San Gervasio, presieduto da Fedele
Luzzeri - consigliere Federale e vicepresidente nazionale, basti dire che da quattro
anni è campione d’Italia, ovvero un polo di
altissimo livello, punto di riferimento per
tutta la nazione.
Nel frattempo la Scuola di Sci Nautico
a San Gervasio si rimbocca le maniche:
presente dal ’93 con atleti di alto livello,
sta svolgendo un’intensa attività didattica
con l’obiettivo di promuovere la disciplina.
Ha iniziato due anni fa con dei corsi di
avviamento allo sci nautico all’Università
di Scienze Motorie di Brescia (grazie alla
collaborazione di Ugo Ranzetti, presidente
Coni) e proseguito (con l’aiuto di Cristina
Finazzi – docente di filosofia dello sport)
estendendo l’impegno al Liceo di Trescore
Balneario (Bg), al Liceo di Sarnico (Bg) e
al Liceo di Manerbio oltre che alle Scuole
elementari e medie di San Gervasio.
Sono stati circa 200 gli studenti coinvolti
nei corsi finalizzati all’insegnamento teorico della disciplina e alle prove pratiche
che si sono svolte nei mesi estivi sotto le
tutele dei maestri federali Claudio Benatti
e Genadi Guralia.
“Tutti i ragazzi sono rimasti entusiasti
– spiega Fedele Luzzeri che è anche presidente della Scuola di Sci Nautico di San
Gervasio – ancor più quando sono venuti
a provare. Di sicuro questo è uno sport
che, anche se praticato a livello agonistico,
non toglie ore allo studio perché si pratica
in estate. Si tratta di una disciplina sana e
piacevole che contribuisce a formare il fisico dei nostri ragazzi. Lo sport è vita: aiuta
a crescere e a conoscere se stessi”.
“Mi auguro che i positivi riscontri che stiamo avendo siano solo l’inizio di un lungo
percorso di eventi che contribuiscano a
valorizzare la cultura dello sport e a dare
visibilità al nostro territorio – aggiunge
ancora il presidente provinciale MantelliL’attenzione per la pratica sportiva è molto
alta, così come è molto sentito il suo valore
formativo come cultura, come opportunità
di crescita e di “sana” socialità, soprattutto
per i giovani”.
San Gervasio Bresciano, è un comune
sempre caratterizzato da gente attiva,
vivace, amante del
proprio paese, delle
proprie origini, delle proprie tradizioni
e anche dei propri
beni culturali e architettonici.
In questi anni diversi gruppi rionali
si sono costituiti in
amicizia e sinergia per organizzare
eventi volti al recupero di edifici perlopiù religiosi. Ne
sono esempio il gruppo della chiesetta del
preziosissimo sangue, meglio conosciuta
come la chiesetta dei caduti o di via parco,
dove ogni anno viene allestito in periodo
natalizio un presepe per il Santo Natale,
ed il gruppo della festa delle Casacce, che
da quattordici anni porta avanti la propria
“mission” con passione e motivazione,
ossia la ristrutturazione della Chiesetta di
Santa Maria Assunta in località Casacce.
È proprio di questo gruppo e di questa
Chiesetta di cui si vuol scrivere. La storia
della Chiesetta nasce molti anni addietro,
agglomerata nel complesso di una cascina,
ora conosciuta come cascina Salera, divisa
a metà come proprietà tra due famiglie.
Una di queste due famiglie, diversi anni
fa, decide di vendere la proprietà, cedendo
la propria parte della Chiesetta alla parrocchia.
La famiglia restante, la Salera, decise di
tenere la seconda metà della chiesetta,
condividendola appunto con la parrocchia
stessa. Questa piccola chiesa è un punto
di riferimento importante per chi vive
nella frazione del comune sangervasino e
da anni ospita funzioni religiose a cadenza
regolare.
Con l’utilizzo la chiesetta inizia ad avere
bisogno di interventi importanti di manutenzione e così la famiglia Salera, con
il consenso della parrocchia, decide di
organizzare dal lontano 1995 una festa che
tuttora si tramanda di anno in anno, con
il solo fine di poter eseguire a piccoli passi
dei risanamenti delle varie parti.
Si iniziò così, in tutta semplicità, riprendendo anche una tradizione delle famiglie
che vivevano alle Casacce, quella della festa
del Ferragosto religioso, rivolta per l’ap-
Il lago artificiale di San Gervasio
Il lago di sci nautico fa parte di un progetto
territoriale più ampio che comprende un
imponente parco acquatico, “Le Vele”
(200 mila biglietti a trimestre), ed un
bosco di pianura “Parco del Lusignolo”,
tra i più grandi d’Italia.
L’insieme di queste strutture, fortemente
voluta dall’amministrazione dell’ex
sindaco Giampaolo Mantelli è la base di
una sinergia che sta attraendo l’interesse
di molte persone. Il lago, lungo 950m, è
caratterizzato da una prima parte larga
65 metri che si allarga a 100 metri. La
Club-House è un edificio di 800 metri
quadri con numerosi servizi: un ufficio,
spogliatoi, un immenso porticato che
circonda tutto l’edificio e l’appartamento
del custode. Al di sopra dell’edificio vi
è un grande balcone dove tutti possono
vedere la pratica dello sport.
punto a Santa Maria Assunta, alla quale è
stata dedicata la chiesa.
Le persone risposero bene all’iniziativa
proposta, una festa per il riassetto della
chiesetta, sia in fatto di partecipazione
al lieto evento, sia come collaborazione
attiva. Amici, parenti, residenti, si unirono in un gruppetto che supporta i Salera
nell’organizzazione e nel coordinamento
della manifestazione, nonché della gestione degli spazi e delle attrezzature, messi a
disposizione dalla famiglia stessa.
Il ricavato di questi quattordici anni ha
permesso il restauro e il riassestamento
di diverse parti, tra le più importanti è
doveroso ricordare: l’orologio e i suoi meccanismi con nuove campane che dopo anni
tornano a suonare, il tetto, la sacrestia, il
tabernacolo, l’altare, il pavimento, il campanile, le tinteggiature, le finestre, ecc…
Durante alcuni restauri sono stati ritrovati
anche interessanti reperti, di anni non
troppo lontani ed ancora ben impressi
nella nostra mente: lettere della seconda
guerra mondiale, che erano nascoste nel
tabernacolo. Queste lettere sono state inserite in un quadro ed esposte nell’abside.
Ogni anno, dopo aver sostenuto le spese
vive e di risanamento, il gruppo della festa
devolve il rimanente in denaro alla parrocchia per contribuire alle ingenti spese a cui
costantemente deve far fronte.
La chiesetta di Santa Maria Assunta è visitabile in occasione delle funzioni religiose
ed inoltre sono ben accetti nuovi visitatori
o volontari per le prossime edizioni della
festa a fine estate alle Casacce.
Pianura
S. Gervasio
La
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San Gervasio, don Brunelli I nuovi fenomeni
in parrocchia
Ha fatto ingresso a San Gervasio Bresciano don Vittorio Brunelli accompagnato
da gente della parrocchia San Giorgio di
Dello, dove ha esercitato il suo ministero
dal 1991 dopo essere stato vicario cooperatore a Gambara (1975-1978), essere
stato animatore nel Seminario vescovile
(1976-1971). Ora a San Gervasio accolto
nella parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio gremita di fedeli che si sono preparati
all’evento. Il saluto delle autorità locali e dei
giovani l’hanno accolto.
Don Vittorio ha ricevuto in consegna la
sua nuova parrocchia, ha celebrato la Messa circondato da numerosi sacerdoti della
zona, ed al Vangelo ha indirizzato il suo
messaggio di saluto alla gente di San Gervasio in parole chiare quanto esplicite sulla
sua nuova missione.
Egli ha rivolto un pensiero a don Giacomo,
che ha lasciato la parrocchia per l’infermità
e per la quale è stato costretto alla rinuncia,
ed ha invitato alla preghiera “per la sua malattia, perché sia forte nelle sue sofferenze e
con lui anche i malati del paese che conoscerò e visiterò” ha detto nel suo intervento
il nuovo parroco nel chiarire che si trova in
pace “non perché l’ho voluto, ma perché
mi hanno mandato, in onore di
Cristo e nel suo nome.
Io non sarei venuto a San Gervasio come non sarei andato da
nessun’altra parte.
Stavo bene dov’ero, forse stavo
fin troppo bene” ha detto ancora don Brunelli confermando la
sua obbedienza al Vescovo ma
affermando: “Io sono qui per
annunciare la Fede, sostenere
la Fede, far crescere la Fede,
rafforzare la Fede.
La Fede dovrebbe restare come
nostra convinzione sempre più
nel cuore ed al centro della nostra vita poiché niente vale più della Fede.
Io sono venuto qui con nessun particolare
piano, la mia unica guida sarà la celebrazione dell’atto liturgico, cioè il culto del Cristo
conosciuto, amato e celebrato, il culto alla
Madonna, ed ai Santi.
Io non sono qui - ha ribadito don Vittorio
- per insegnarvi a divertirvi.
A fare giochi siete bravissimi, capaci da
soli.
Ma sono qui poiché l’unica mia preoccupazione, e intento, è portarvi a Gesù Cristo.
Tutto il resto non m’interessa”.
Sono parole chiare di un sacerdote che
s’è assunto la guida della comunità con
la stessa passione e lealtà con le quali ha
assolto al compito assegnatogli quando lo
destinarono a Dello.
In modo egregio come hanno voluto testimoniare i dellesi salutandolo alla partenza.
Don Vittorio Brunelli è originario di Borgo
San Giacomo.
Conosce la pianura bresciana nella quale un
nuovo impegno lo attende.
Anzi è già iniziato.
Auguri!
Alle “Vele” un’estate alla grande
Oltre duecentomila presenze, il venti per
cento in più rispetto alla stagione precedente. Sono i numeri dell’affluenza alle Vele
di Casacce, riferiti da Ezio Stagnoli, con
la soddisfazione dell’imprenditore che ha
fatto centro, che ha saputo cioè creare un
ambiente unico in Lombardia tanto da indurlo a pensare ad altri progetti per ora solo
accantonati ma pronti per essere realizzati.
Si accenna all’area ancora libera nella quale
si vorrebbe creare un paesaggio che s’affaccia sulla distesa d’acqua simile a Portofino
il ridente complesso urbano delle Cinque
Terre. Un golfo incantevole riprodotto fra il
verde della campagna coltivata lombarda.
Una sconosciuta specie di fenomeni si aggira per San Gervasio: sono i nuovi amministratori comunali di maggioranza.
Sono saliti in cattedre brandendo la durlindana degli antichi cavalieri medievali,
quelli, per intenderci, intemerati e senza
macchia. Dopo aver esibito un respiro libero ad ogni piè sospinto, oggi si ritrovano ad
essere senza alcun respiro.
Per abbattere quel Moloch che risponde al
nome di Teresa, hanno scalato metaforicamente le mura di un castello fortificato
come si usava in quel tempo: con le scale ed
incuranti dell’olio bollente che i difensori
del castello versavano sulle loro teste.
Sprezzanti del pericolo conquistano finalmente il castello.
Il popolo si aspetta una dimostrazione di
fermezza, di coerenza con le motivazioni
proclamate ai quattro venti nei momenti
precedenti la scalata.
I nuovi fenomeni cosa non combinano,
invece? Deliberano la decadenza di una
delibera del 2005 e si dimenticano di notificarla ai diretti interessati.
Non solo: quando la Orus, proprietaria
dell’area, presenta la dichiarazione d’inizio
lavori nessuno dei nostri prodi segnala alla
ditta che la delibera era stata cassata.
I nuovi fenomeni dimostrano, così facendo,
che la loro mano destra non conosce quello
che fa la sinistra.
Se la delibera è decaduta, tutti gli atti conseguenti e dipendenti sono anch’essi decaduti e pertanto l’Orus non può dar corso
ai lavori. Se ciò fosse vero, perché i nuovi
fenomeni non lo comunicano all’Orus?
Ci verrebbe da dire: solo i fenomeni sanno
fare cose che i comuni mortali immaginano.
Cambiare per il gusto di
cambiare
Un gruppo di genitori degli alunni delle
scuole elementari e medie di San Gervasio
stanno, in questi giorni, raccogliendo le
firme per chiedere il ripristino della viabilità
inerente il plesso scolastico. Cosa è successo?
Per dimostrare che i nuovi amministratori
sono migliori dei precedenti, si è modificato
il sistema di parcheggio, nonché viario.
Così operando i parcheggi si sono dimezzati
e la sicurezza degli alunni messa a repentaglio. Infatti, con il parcheggio centrale gli
alunni devono attraversare la strada mentre
prima scendevano direttamente sul marciapiede. Chi è lo scienziato che ha inventato
questo nuovo modo?
Un premio a chi ce lo dirà!
Cats
L’accademia dell’arte e della musica Lino
Fassoli, nata a San Gervasio Bresciano nel
giugno 2008, inizia un nuovo anno accademico ricco di attività, escursioni giornaliere e corsi per adulti e bambini.
Dopo aver avviato durante il 2008/2009
corsi di musica e di arte quali: archi, chitarra, pianoforte, canto, solfeggio e fotografia,
oltre ad uscite di vario genere tra cui: Arena
di Verona in occasione di opere di notevole
importanza, città d’arte, come lo scorso 13
Settembre a Ferrara, è a riproporre i corsi
esistenti e delle interessanti novità in fase
di ultimazione.
In questa occasione è lieta di invitarvi alla
partecipazione al musical “Cats” prevista
per sabato 30 gennaio 2010 al teatro Allianz di Assago (Mi). La versione di questo
musical storico è in lingua italiana.
La partecipazione attraverso l’accademia,
prevede viaggio A/R San Gervasio B.no
- Assago (possibile partenza anche da Manerbio), biglietto di poltrona, da prenotare
entro il 13 Dicembre 2009 al costo di €
45,00 per i soci accademia, e € 50,00 per
i non soci.
Il viaggio è confermato solo con il raggiungimento del numero minimo di partecipanti e le prenotazioni sono confermate
solo con il versamento della quota di partecipazione.
Per informazioni inerenti all’accademia e
per prenotazioni, costi o adesioni all’associazione, aperte a tutti anche in qualità di
sostenitori simpatizzanti, contattare:
Nicola Bertoni 380 3935468 - Erminia
Micheletti 030 9934990 oppure scrivere a
[email protected]
Pag. 6
Pianura
Manerbio
La
Ottobre 2009
CALENDARIO BRESCIANO
a cura di Franco Piovani
Il nome Ottobre deriva dal latino Octobris.
È il decimo mese del calendario e conta 31
giorni.
Questo mese era consacrato a Marte, il dio
della guerra e della lotta e rappresentava
lo scontro dell’estate con l’inverno giunto
a prendere il possesso del proprio tempo
(mentre il mese di Marzo gli era dedicato al
dio del risveglio).
Per i Celti Cantlos era il dodicesimo e ultimo
mese del calendario; con Samonios (tempo
della semina) aveva inizio il nuovo anno.
In campagna il colore è quello caldo e malinconico delle foglie gialle e rosse, tipiche
dell’autunno, si raccolgono mele e pere invernali, le castagne sono finalmente mature
facendo esplodere i ricci, i suoni sono quelli
del vento che soffia tra gli alberi che si preparano al lungo letargo e delle greggi che si
preparano alla transumanza verso la valle.
1 GIOVEDÌ
S. Teresa del Bambin Gesù
Utuer l’è bél ma tè pronto l’ombrèl
Ottobre è bello ma tieni pronto l’ombrello
1994 - Manerbio: riprende l’attività del
Tribunale dell’ammalato.
Il presidente Ivo Ferraguti, a nome dei
promotori, assicura: “Risponderemo per
iscritto a tutti coloro che si rivolgono a
noi con le loro richieste”.
2 VENERDÌ
Ss. Angeli Custodi
Chi ‘nsomma ‘n utùer el mèda ‘n giogn
Chi semina in Ottobre, miete in Giugno
1870 - Lo stato d’Italia annette i territori
di Roma e dello Stato Pontificio. Roma
viene proclamata capitale d’Italia
1994 - Manerbio: all’oratorio riprende la
scuola per genitori sul tema “Formazione
alla vita di coppia” a cura della Parrocchia in collaborazione “Pro familia” e
segretariato diocesano per la pastorale
della famiglia.
3 SABATO
S. Gerardo Ab.
“Sarlóde dè zög crèdega póc”
Allodole che giocano, non crederci.
1990: Germania dell’Est e dell’Ovest
si riunificano dopo l’abbattimento del
muro di Berlino.
La capitale del nuovo stato tedesco tornerà ad essere Berlino.
4 DOMENICA
S. Francesco D’assisi
Patrono dell’Italia con Santa Caterina
da Siena
È luna piena: continuano giornate calde
e piacevoli
A Milzano festa della Madonna del Rosario
Oggi la Stramanerbio, manifestazione
podistica curata dalla Polisportiva Steam
Boiler, società di volontari per lo sport.
Per San Francèsc la nespola ‘n del sestèl
Per San Francesco la nespola nel cesto
1990 - Manerbio: dopo l’incendio nella
parrocchiale del 31 maggio 1989 si tirano le somme dei contributi raccolti per
riparare i danni.
In lire italiane vecchio conio: circa 70
milioni provengono dalle offerte dalle
comunità, 120 milioni sono stanziati
dall’amministrazione civica quale contributo straordinario. È possibile così
mettere mano ai restauri.
5 LUNEDÌ
S. Placido Martire
A San Francesc ‘nsomma el forment se tà òl
esser content
A San Francesco semina il frumento se
vuoi esser contento.
1582 - In Italia e in molti altri Paesi
cattolici viene introdotto il Calendario
Gregoriano: il giorno 5 Ottobre 1582
non esiste (il calendario fu spostato direttamente dal 4 al 15 Ottobre)
6 MARTEDÌ
S. Bruno Ab.
“La lèngua la ga miga l’òs, ma la spaca èl
dòs”
La lingua non ha osso, ma è in grado di
rompere la spina dorsale
1994 - Manerbio: il magistrato del Po
autorizza i lavori nel Mella dal ponte
sulla Statale fino all’infrastruttura del
Canalotto per porre rimedio alle disastrose piene del fiume.
in concomitanza con la sagra d’ottobre a
cura del Comune.
7 MERCOLEDÌ
N.S. Del Rosario
“ndò ‘l rìa ‘l pitùr scàpa anch’el Signùr”
“Dove arriva l’imbianchino va via anche
il Crocefisso”
1994 - Bovegno: nel concorso di poesia
“Angelo Canossi” bella affermazione di
Memo Bortolozzi, poeta dialettale manerbiese con l’opera “Not ‘n bianc”.
12LUNEDÌ
S. Serafino Capp.
‘mprèsta mai gna ‘n liber gnà caài
Non prestare mai né libri né cavalli
1427 - La battaglia di Maclodio rievocata dal Manzoni nell’ode: “S’ode a destra
uno squillo di tromba; a sinistra risponde
uno squillo…” - Il conte di Carmagnola
guidò alla vittoria l’esercito veneto.
1492 - Cristoforo Colombo approda
sulle sponde di quella che crede essere
la costa indiana, in realtà approda sulle
coste di quelle che verranno poi chiamate Americhe (dal nome dell’esploratore
italiano Amerigo Vespucci)
8 GIOVEDÌ
S. Pelagia
“A santa Giüstina, i durcc èn cuzìna”
A santa Giustina i tordi in cucina
1994 - Manerbio: inaugurazione di nuove attività nel centro commerciale Leone
che ha ampliato i propri spazi.
9 VENERDÌ
S. Dionigi, S. Ferruccio
“Tàia cürt, endömia lóng”
Taglia corto, vendemmia lungo
1994 - Manerbio: la prof. Vittorina Costanzi va in pensione e lascia la presidenza della scuola media Zammarchi. Le
subentra il prof. Francesco Rongaroli già
preside a San Paolo e Dello.
10SABATO
S. Daniele Comboni Vescovo Misisonario
La galina di oter la’mpegna la sò.
La gallina d’altri impegna la propria
1990 - Manerbio: incontro di basket
fra Telemarket e Corona Cremona a
beneficio del Comitato “salaam ragazzi
dell’olivo” che hanno in affido tredici
ragazzi palestinesi
13MARTEDÌ
S. Edoardo Re
“Fòmne e bò dei paés tò”
Donne e buoi dei paesi tuoi.
1990 - Manerbio: al museo civico mostra sui “Recenti ritrovamenti dell’età del
bronzo nella Bassa Bresciana” a cura del
gruppo storico archeologico.
14MERCOLEDÌ
S. Callisto I Papa
“Dio èl dà èl fiöl e ‘l sò caagnöl”
Dio dà il figlio e il cesto per custodirlo
1923 - Inaugurazione del campo sportivo dell’oratorio maschile con un incontro di calcio tra la Libertas di Manerbio
e l’Edera di Brescia.
L’incontro di calcio è preceduto da una
corsa sui 100 metri riservata ai giovani e
da una corsa di resistenza sui 2 km.
Il tutto nel quadro delle feste per la seconda di ottobre.
11DOMENICA
S. Firmino Vescovo
A Pralboino è Sagra per San Flaviano
“La mèsa l’è longa sè la diusiù l’è cürta”
La messa è lunga se la devozione è corta.
15GIOVEDÌ
S. Teresa D’avila
1994 - Manerbio: inaugurata in palazzo
Soffiantini la mostra “Omaggio a Mariano Fortuny” con esposizione di abiti
realizzati dagli studenti dell’istituto.
In contemporanea aperta la collettiva dei
pittori manerbiesi nel Centro culturale.
Due rassegne per mantenere la tradizione
“A santa Teresa sarlóde ‘n presa”
Nel giorno di santa Teresa bottino di
allodole.
16VENERDÌ
S. Edvige, S. Margherita A.
“A san Gal sè sùl sulèt nó fa, gh’ è tré més dè
malandà”
Pianura
Manerbio
La
Ottobre 2009
Se a san Gallo non c’è sole o solicello
seguiranno tre mesi di maltempo.
22 - GIOVEDÌ
S. Donato Vescovo
28MERCOLEDÌ
Santi Simone E Giuda Apostoli
1978 - Il polacco Karol Wojtyla eletto
papa col nome di Giovanni Paolo II
A san Simù serlode a montù.
A San Simone allodole a mucchi
1994 - Acquafredda: al manerbiese
Memo Bortolozzi il premio di poesia
con la lirica: “Il mio inverno”.
1994 - Diatriba tra Leno e Manerbio per
la questione degli ospedali. Gli infermieri contestano i trasferimenti programmati al commissario regionale Carmelo
Finocchio che prevedono riduzione dei
posti letto di Medicina e Chirurgia nelle
due strutture.
17SABATO
S. Ignazio D’a., S. Rodolfo
A làà ‘l co a l’asen sa tra via la lisia e opò ‘
saù
A lavare il capo all’asino si spreca la lisciva ed il sapone
1994 - Manerbio: in San Faustino si conclude la serie dei cinque concerti “Alla
scoperta delle chiese di Manerbio”.
La serata con il pianista Giovanni Rivadossi di Nave.
“A cassadùr vècc, s-ciòp dè ‘na petàca, ma
ca che ferma e nó sè stràca”
A cacciatore vecchio e fucile che non vale
una patacca, ma cane di ferma e che non
si stanca
23VENERDÌ
S. Giovanni Da C.
1990 - Manerbio: nel torneo di basket
di basket la Expert Brescia conquista
il primo posto precedendo nell’ordine
Verona, Gea Motor Manerbio e il Calendasco.
A fabricà e begà, sa consoma qel che sa gà
A fabbricare e litigare si rovina quel che
si possiede
1994 - Dello: la sagra del chiodino apre
con lo spettacolo “Mai stigà la tersa età”
tre atti in dialetto del manerbiese Memo
Bortolozzi
1997 - Offlaga: alla cascina La macchia
prendono il via i corsi di ippoterapia
realizzati in collaborazione con l’Anire,
l’associazione per la riabilitazione equestre.
29GIOVEDÌ
S. Ermelinda, S. Massimiliano, Il Sacro Pozzo Dei Martiri
24SABATO
S. Antonio M.C.
San Raffaele Arcangelo
Giornata delle Nazioni Unite
“La Proidènsa la vé quand meno sa la
spèta”
La Provvidenza arriva quando meno la si
aspetta.
1990 - Burrascosa riunione del consiglio
comunale sulla questione dei nomadi
a Manerbio. Il consigliere comunale
Franco Gazzaretti invita la giunta a “non
prestare ascolto alle voci di pochi intolleranti realizzando il progetto approvato
da due anni per il campo nomadi”.
18DOMENICA
S. Luca Evang.
A Bassano, Offlaga e Leno è Festa per la
Madonna del Rosario
A fala a ‘n sop ga ol ‘n drit
A farla ad uno zoppo ci vuole un dritto
30VENERDÌ
S. Germano Vescovo
1836 - brevettato il fiammifero
1929 - inizia la crisi della borsa di New
York: la cosiddetta “crisi del ‘29” sarà un
periodo oscuro che metterà in ginocchio
gli Stati Uniti, e non solo.
Luna nuova - L’aria fredda porterà brevi
piogge e nebbie notturne nelle valli
“Per san Löca, chi nò ga ‘nsurnàt, starlöca”
Per san Luca chi non ha seminato trasloca
1954 - la Texas Instruments annuncia la
prima radio a transistor
1990 - Verolanuova: Giuseppe Botturini
vince il torneo di tennis della Finchimica
col punteggio di 6-4, 6-4 su Costanzo
Lini.
Terzo Marino Masotti, quarto Piero
Bono.
25DOMENICA
S. Crispino, S. Filstro, S. Daria, San
Gaudenzio
A Cignano è Festa per la Quarta D’ottobre
Alle ore 3 si torna all’ora solare: gli orologi vanno spostati indietro di un’ora
San Crispino e San Ciprià metèga na guardia a ogni ulìf
San Crispino e San Crispiano a ogni
olivo un guardiano
19LUNEDÌ
S. Isacco M., S. Laura
“Chèl chè Dio ‘l völ l’è mai tròp”
Quello che Dio vuole non è mai troppo
1990 - Ghedi: al centro polifunzionale
in scena “Col cor e vergòt òter”, musiche
del complesso Batmen e la compagnia
Chèi dè Manèrbe con testi di Memo
Bortolozzi.
20 - MARTEDÌ
S. Irene
Quand a utuèr ‘l piof o ‘l trùna ‘l sarà ‘n
bù enverne
Quando a Ottobre piove e tuona l’invernata sarà buona
1990 - Manerbio: nel teatro civico relazione del prof. Luciano Pocar sull’archeologia del Messico centrale.
Iniziativa del gruppo storico archeologico e del civico Museo.
21MERCOLEDÌ
S. Orsola
De utùer sa ciàpa mìga ‘l pès chèl s’a mìga
nà trìglia
D’ Ottobre pesce non si piglia che non
sia la triglia;
1990 - Manerbio: fra le preoccupazioni
dei commercianti si parla di pedonalizzazione del centro storico.
“Non vogliamo esperimenti sulla nostra
pelle o finalizzati a spostare correnti di
traffico su nuove zone commerciali” le
ragioni degli interessati.
1888 - Due dodicenni, Tommaso Clerici
e Roberto Bonassi, si gettano nella Bassana e traggono in salvo una bambina,
Virginia Pigossi.
Vennero gratificati con una medaglia
di bronzo dal Premio Carini al merito
filantropico.
26LUNEDÌ
S. Evaristo Papa
Primo quarto di luna - Correnti dal Nord
porteranno il primo freddo e brinate.
A chi gà sàlta prèst la rabia a la svèlta la gà
pàsa
Chi si adira velocemente, velocemente si
calma.
1863 - fondata a Ginevra la Croce Rossa.
1936 - Germania e Italia annunciano
l’alleanza dell’”Asse Roma-Berlino”.
27MARTEDÌ
S. Fiorenzo V. Beata Teresa Eustochio
Verzeri
Nèbia a utùer e àqua à noèmber Vè sò ròbe
bùne dàl cièl
Nebbia a Ottobre e pioggia a Novembre
fanno scendere beni dal cielo
1798 - I cittadini di Brescia con 767 voti
contro 3 bocciano la nuova Costituzione
della Repubblica Cisalpina proposta dai
francesi.
“Sè ta ghét neènt dè fa, va ‘n cantina a
traasà”
Se non hai nulla da fare vai in cantina a
travasare.
1922 - Il re, Vittorio Emanuele III, incarica Benito Mussolini, duce del partito
fascista, di formare il Ministero.
31SABATO
S. Lucilla, S. Quintino
“Quand passa i söbiòcc, ghè ché l’inverno”
Quando passano gli uccelli fischiatori è
qui l’inverno.
1860 - Approvazione della legge elettorale sugli aventi diritto al voto.
Il diritto era riservato ai maschi maggiorenni di età non inferiore ai 25 anni,
alfabeti e che godevano dei diritti civili
e politici, che pagavano un censo annuo
di imposte dirette non inferiore a lire 40
o che possedevano le “capacità” previste
dalla legge.
Potevano essere elettori, anche non pagando l’imposta di lire 40, coloro che
appartenevano a determinate categorie
quali professori, insegnanti, ufficiali,
magistrati, ecc.
A comporre il censo concorreva (art.
2) qualsiasi tributo diretto pagato allo
Stato o alla Provincia (non poteva, invece, essere considerata la quota comunale); l’imposta prediale, la personale e
la mobiliare, le prestazioni fisse e quelle
professionali pagate per miniere e fucine,
i diritti di finanza imposti per l’esercizio
di uffici e professioni e altre simili.
Valevano pure, per l’iscrizione, la prova
di possedere da cinque anni, senza interruzione, 600 lire sul debito pubblico
(art. 7) e la pigione annua pagata per le
case, gli opifici, i magazzini e le botteghe.
In complesso 418.696 elettori su
22.182.377 abitanti pari al 1,9% della
popolazione.
L’iscrizione alle liste elettorali era affidata
ad un sistema misto:
All’iniziativa degli aventi diritto che dovevano presentarsi agli uffici comunali
per dimostrare il loro titolo di ammissione;
Ai consigli comunali ai quali era fatto
obbligo di inserire nelle liste anche coloro che notoriamente possedevano i
requisiti richiesti per essere elettori.
Pag. 7
MODI DI DIRE
Le nostre parole
a cura di P. V. T.
ANDARE (dial. ANDÀ)
Accade talvolta che per puro interesse o
per effettivo bisogno qualcuno si asservii a
qualche potente e come gli antichi servi che
seguivano pedissequamente il padrone così
i nostri si sottomettono ed è come ANDÀ
A PE DRE A CHI VA A CAAL (andare a
piedi dietro a chi va a cavallo) pronti magari
in caso di malaparata dovuta al decadimento del potente a fuggire a gambe levate cioè
ANDÀ COME ŒN CA SCOTAT (andare
come un cane scottato) per evitare di finire
in guai peggiori o cadere completamente in
miseria vale a dire ANDÀ A FAS BÛZERÀ
(andare a farsi buggerare) o ANDÀ ’N
TOCH (andare a pezzi), ANDÀ EN DEL
BALÛ (andare nel pallone) ANDÀ AL DE
SOT (andare al di sotto del limite) ANDÀ
EN MALÛRA (andare alla malora).
Può succedere a volte che a causa di un
brindisi di troppo non si riesca a seguire la
“diritta via” per cui si procede zigzagando e
al pari di una biscia ANDÀ A BISA BOA
quando entriamo nelle grazie di qualcuno
al punto che questi nei nostri confronti
diventi disponibile al massimo grado vuol
dire che GA ANDÒM A ITA (gli andiamo
a vita, gli facciamo buon sangue).
In caso di solenne arrabbiatura per cui si oltrepassano i limiti dell’autocontrollo si usa
dire ANDÀ ZO COME CIARA MATA.
Quando durante una riunione o un ricevimento ci annoiamo, e vogliamo eclissarci senza dare nell’occhio si dice filarsela
all’inglese che in bresciano si traduce ANDASEN DÀ ’L BAL DEL EMPIANTÛ
(andarsene piantando tutti in asso).
DARE (dial. DÀ)
Si dice che la curiosità sia femmina ma credo che anche i maschi non siano immuni
da questo difetto (?) perciò sono tanti quelli
che I DA DEL NAZ PER TŒT (danno
di naso dappertutto) cioè mettono il naso
ovunque.
Quelli che I DA DENTER ’N VERGOTA
(danno dentro in qualcosa) sono coloro che
iniziata un’opera si buttano dentro anima e
corpo per realizzarla nel più breve lasso di
tempo.
Quando invece si rinuncia definitivamente
ad un’impresa iniziata da tempo ecco che
si DÀ EL REEDÌS A VERGOTA (dare
l’arrivederci a qualcosa) pur essendo più
un addio che un arrivederci a ciò che si era
cominciato.
A volte si pensa di donare cose di pregio a
qualcuno che non conoscendone il valore
le sottovaluta e non ne fa un uso adatto per
cui questi dono sono sprecati ed è come
DÀ ’L FÉ AI AZEGN(dare il fieno agli
asini) o come dicevano i latini “proii cere
margaritas ante porcos” (gettare le perle
ai porci); di fronte ad una persona che in
modo lagnoso o petulante ci chiede dei
favori è opportuno DÀ SENTÛR COME
’L PAPA AI SCROCH (dare ascolto come
fa il papa con gli scrocconi) cioè fingere di
ascoltare ma non dare corso alle richieste
come si dice faccia il Papa che ascolta tutti
ma esaudisce i veri bisogni ignorando gli
scrocconi.
segue a pag. 9.
Pag. 8
Pianura
Manerbio
La
Ottobre 2009
La torre civica di Manerbio
a cura di Michelangelo Tiefenthaler
Mons. Paolo Guerrini ha pubblicato nel
libro “Manerbio. La Pieve e il Comune”
una serie di documenti che attestano l’inizio della costruzione della torre civica di
Manerbio, cui si rinvia per gli approfondimenti del caso.
Si chiama torre e non campanile per il semplice fatto che la proprietà dell’immobile è
del comune e non della parrocchia.
La parrocchia è soltanto proprietaria del
concerto di campane e non dell’immobile.
Il 1603 è l’anno della costruzione, subito
dopo l’arrivo del nuovo arciprete Tebaldo
Foresti in quanto il precedente era “troppo
basso, incomodo e cadente”.
Il 26 marzo 1603, presso la chiesa della
Disciplina, la Vicinia (l’allora comune)
costituisce un “sindacato”, ovvero una
commissione incaricata di seguire la costruzione della nuova torre.
Del sindacato fanno parte sia una rappresentanza degli abitanti di Manerbio
composta da Andrea Biscardi, Oratio Botto, Hipolito Pagano, Pietro Locadello,
Francesco Zintil, Zovan Testa, Sindici,
Lorentio Marì, Ambrosio Ribetto, Zoan
Antonio Zambello, Bernardino Balino,
Pietro Cavagner, Francesco Fregoso, Zuan
Fredi consilieri, che una delegazione dei
cittadini bresciani abitanti o proprietari
in Manerbio composta da Grumer Loda,
Filipo Loda, Bartolomeo Baratta, Francesco Rainer, Honoris Lorando, Hieronimo
Rampino.
Il 9 maggio 1603 don Hieronimo Iorci,
curato, stende una scrittura con la quale
si incaricano i “marengoni” Gio. Antonio
Avanzo, Domenico Bondi e Cristoforo da
Ogna, il primo di Brescia e gli altri due di
Rezzato, per la costruzione della torre.
I capimastri dovranno attenersi al modello
in legno custodito dall’arciprete ed al progetto conservato da Orazio Botti entrambi
predisposti dal cremonese Giuseppe Dattari, detto il Pizzafoco, architetto di fama.
La durata concordata per completare l’opera è fissata in cinque anni ed il corrispettivo
viene convenuto in 11.000 lire planet.
Il 7 settembre 1603 il sindacato si riunisce
presso la casa dell’arciprete per determinare
il contributo che gli abitanti di Manerbio
devono corrispondere per finanziare l’opera.
Si decide d’istituire una “taglia di berlingotti trei per Anima, berlingotti trei per Casa,
et berlingotti trei per piò di terra da esser
scossa la terza parte per il presente, et l’altra
terza parte per tutto il futuro prossimo Agosto
1604 dovendosi bonificare nella presente taglia quel tutto che si fosse fin’hora pagato o in
qualche modo datto fuora per conto di detta
torre, intendendo non dell’elemosine me ben
per conto delle taglie passati”.
Nonostante il fatto che la torre sia civica,
anche il clero manerbiese decide assoggettarsi alla taglia per non essere “escluso da
simil merito”.
Il Guerrini così racconta il proseguo della
fabbrica.
“Il cassiere Girolamo Rampini tenne regolarmente il registro dei pagamenti fatti ai due
capimastri di Rezzato, e poiché non correva
danaro o moneta, si dava l’equivalente in
natura, cioè lino, linosa, frumento, miglio, e
qualche raro zecchino tanto ai due soprastanti quanto all’oste che li albergava, e credo che
altrettanto facessero gli oblatori, specialmente
la povera gente di campagna che doveva pagare la imposta di tre berlingotti a testa.
L’ultima ricevuta di Cristoforo Ogna di Rezzato è del 25 febbraio 1610 e la liquidazione
dei conti avvenne l’11 giugno 1610, restando
qualche residuo debito del Comune e dei
Cittadini verso le due Scuole o Confraternite
del SS. Sacramento e della Madonna della
Neve che aveva dato a prestito dei capitali a
piccolo interesse.
I cittadini nobili (Luzzago) e i cittadini
bresciani abitanti o proprietari in Manerbio, che avevano contribuito alle spese della
fabbrica, per salvaguardare il loro diritto di
proprietà ebbero una chiave per la porta che
era vicino al nuovo campanile.
Una delle chiavi era presso i Luzzago, i quali
poterono duplicarla”.
In realtà l’opera non venne completata.
Il 1 novembre 1821 una nuova commissione si insedia per dar corso all’ultimazione
della torre.
La commissione è presieduta dal parroco
Lorenzo Ghirardi e da Trojano Gorno,
Ercole Luzzago, Giò. Batta Fiorentini e
Girolamo Boninsegna ed è partecipata da
Francesco Ruggeri, Giacomo Pedrioni,
Franco ed Evangelista Tenchini.
Con il 1 gennaio 1822 si inizia la raccolta
delle offerte.
Dal registro degli oblatori, conservato presso l’archivio parrocchiale, veniamo a sapere
che il primo e più consistente donatore è il
parroco, che si impegna a versare la somma
di lire italiane 40 per un triennio e per un
totale di lire italiane 120.
Alla data del 6 maggio 1826 la somma
complessiva raccolta con le offerte ammonta a lire milanesi 3.515:8:6.
La cifra non era sufficiente a coprire le spese e l’opera tarderà ad essere iniziata.
Nel 1842 un fulmine si abbatte sulla torre e
ne danneggia seriamente la sommità.
Il 7 settembre 1842 i deputati comunali
Gorno e Grazioli scrivono alla Fabbriceria
che hanno incaricato l’impresario edile
(perito murario è definito nella lettera)
Luigi Alghisi di eseguire una perizia circa
la solidità della cupola sormontante la torre
civica.
L’Alghisi, nella sua perizia, definisce la
cupola “in stato di pericolo, e di nessuna
durata”.
Sulla base del parere dell’Alghisi, la depu-
tazione comunale invita la Fabbriceria ad
intervenire prontamente per evitare un
probabilissimo crollo.
Tre giorni dopo la Fabbriceria risponde dichiarandosi impossibilitata ad intervenire
perché priva della necessaria autorizzazione
da parte delle superiori autorità.
Non solo, afferma che la spesa non è di
sua competenza, forte del parere dell’I.R.
Subeconomo di Leno perché la torre è
civica.
Passano tre mesi ed il 19 dicembre i deputati comunali Boninsegna, Gorno e Grazioli scrivono nuovamente alla Fabbriceria
comunicando che l’I. R. Commissario
Distrettuale di Leno, in esecuzione di un
decreto del 27 settembre dell’Imperial
Regia Deputazione Provinciale, invita i
fabbricieri a stipulare un contratto a cottimo, così da procedere alla demolizione
della pericolante cupola, con spese a carico
della Fabbriceria.
La Fabbriceria, a stretto giro di poste dieci
giorni dopo, dichiara di non disporre delle
necessarie lire austriache 333,54 risultanti
dal preventivo del “murajo” Alghisi.
A dimostrazione della propria situazione
finanziaria allega un aggiornato “Prospetto
dello stato attivo e passivo”.
Il prospetto evidenzia attività pari a lire
austriache 11.464 e passività pari a 11.548,
con un saldo passivo di lire austriache 84.
La querelle tra Comune e Fabbriceria non
ha fine.
Il 1 febbraio 1843 la Fabbriceria invia
all’I.R. Subeconomo di Leno una proposta.
Ribadendo che non dispone della cifra necessaria, ma ripromettendosi di fare delle
economie per l’anno in corso, propone
che le spese inerenti la demolizione della
cupola vengano ripartite a metà con la
deputazione comunale.
Il 6 marzo 1843 l’I. R. D. P. risollecita la
Fabbriceria ad intervenire immediatamente mediante la stipula di un contratto di
cottimo per la riparazione della cupola ed
invita la deputazione comunale a concorrere nella spesa in caso di appurata mancanza
di fondi da parte della Fabbriceria.
L’accordo è finalmente trovato.
Il 25 aprile 1843 i deputati comunali Boninsegna e Gorno comunicano alla Fabbriceria che l’impresario Luigi Alghisi è stato
liquidato con lire austriache 100 per la
demolizione della cupola e che, pertanto,
tocca alla Fabbriceria l’onere per la realizzazione del “copertume”, ovvero del tetto.
Il 27 settembre 1843 l’I. R. D. P., dopo
aver ricevuto dall’Ufficio Tecnico Provinciale il collaudo delle opere eseguite per
la torre e più precisamente la demolizione
della cupola e la realizzazione di una copertura provvisoria, autorizza la deputazione
comunale a pagare il 50% della spesa ammontante a lire austriache 237,06.
Ci siamo attardati a raccontare la diatriba
tra Comune e Fabbriceria per evidenziare
come le finanze pubbliche non fossero in
grado di sostenere spese improvvise.
Dopo che le opere di messa in sicurezza
della torre furono ultimate, la deputazione
comunale, spinta dalla necessità di ripristinare la sommità della torre e conscia delle
Pianura
Manerbio
La
Ottobre 2009
aspirazioni della popolazione che premeva
per completare l’opera, rompe gli indugi e
in data 13 maggio 1843, con propria lettera, incarica l’architetto Rodolfo Vantini
di predisporre il progetto per il completamento dell’opera.
La lettera è firmata dai deputati comunali
Boninsegna, Gorno e Grazioli e dai fabbricieri Luzzago, Tenchini e Gorno.
Nella lettera si chiede “di innalzare sopra
questa pubblica torre una cupola, ed a guglia, per rimpiazzo di quella testé demolita
siccome minacciava di cadere”.
Il 18 settembre 1843 i medesimi deputati
e fabbricieri inviano una seconda lettera
al Vantini per sollecitare la redazione del
progetto.
Da questa lettera si evince che gli amministratori manerbiesi si erano già incontrati
con il Vantini ed avevano concordato il
da farsi.
Infatti, il primo sopralluogo del Vantini è
del 15 maggio, due giorni dopo la lettera
d’incarico.
In quell’occasione il Vantini proponeva una
cupola piramidale rivestita di piombo.
L’arch. Vantini era il migliore architetto
bresciano del tempo la cui fama aveva varcato la provincia ed aveva importanti lavori
anche a Milano.
Il Vantini, dopo aver compiuto dei sopralluoghi, consegna il progetto completo di
relazione, descrizione delle opere, capitoli
d’appalto, stima delle opere, prospetto riassuntivo dei materiali ed analisi dei prezzi.
Tutti gli elaborati del progetto portano la
data del 5 marzo 1844.
L’ammontare delle opere ammonta a lire
austriache 18.057,67.
Lasciamo a lui la parola per descrivere
le opere progettate, così da rendere più
evidente e più genuino l’insieme delle opere occorrenti per il completamento della
torre.
Riportiamo di seguito, integralmente, la
relazione di progetto.
Provincia di Brescia
Comune di Manerbio
Distretto XIII di Leno
Relazione
sul progetto pel compimento della Torre Comunale di Manerbio.
La torre pel cui compimento venne dalla Deputazione Comunale con lettera 13 Maggio
1843. incaricato il sottoscritto ad effettuarne
il progetto, trovasi attualmente costrutta fino
all’attica; e su questa avvi provvisoriamente
sovrapposto delle assi inclinate a due spioventi, da levarsi onde procedere all’esecuzione del
finimento che si propone di dare ad essa.
Nella visita locale tenutasi dal sottoscritto il
giorno 15. Maggio 1843. col concorso della
Deputazione Comunale si ebbe occasione di
notare nella parte eseguita, le seguenti mende,
che sarebbe opportuno di togliere nella circostanza del compimento della parte superiore
della torre stessa.
1. Il fusto non trovandosi in accordo con la
parte superiore della torre, perché il primo è
tutto in mattoni, e la seconda tutta ad intonaco, sarebbe mestieri per ottenere il detto
accordo, o di simulare in pietra, mediante
un intonaco le fascie verticali scendenti agli
angoli della torre, ovvero di simulare in mattoni la parte di dette fascie che fiancheggiano
gli archi della cella delle campane, il qual se-
condo partito ne sembra il più
semplice ed il più ragionevole.
2. Gli archi e finestroni della Cella delle campane, sono
troppo grandi, e quindi oltre
al riuscire ineleganti, lasciano
che le acque pluviali causate
dal vento, portino nocumento al castello delle campane.
Sarebbe quindi opportuno
di restringerne ed abbassarne
la luce, colla costruzione di
due archi, sostenuti da una
colonna nel mezzo, e da due
pilastri appoggiati ai piedritti
dell’arco attuale, come vedesi
nell’unito disegno.
3. Le imposte degli archi
sono di cotto e tutto che da
poco tempo eseguite, trovansi già guaste e mutilate, per
cui parerebbe opportuno, che
venissero ricostrutte in pietra
nella parte esterna.
4. Anche la cornice e la superiore balaustrata presentano un carattere di esilità, non
conveniente alla maschia robustezza di una torre.
Però sembra che sarebbe opportuno di sostituire alla detta cornice, quella che vedesi
nel predetto disegno delineata, riordinando
eziandio la superiore balaustrata.
5. L’attica sovrapposta alla cornice, non
presenta un ottagono regolare, ed inoltre diffetta di solidità, per cui si ritiene doversi ad
ogni modo rinnovare.
Tali opere vennero quindi comprese nella
compilazione del presente progetto, tenendone però separato calcolo a norma della
Deputazione Comunale, qualora avvisa
opportuno diferire l’esecuzione di taluna di
esse, ed anche ommetterle affatto.
In quanto poi alla costruzione della superiore piramide, che forma la parte principale
dell’incarico affidato allo scrivente, esso sperimenta dapprima che fosse più opportuno
eseguire la detta piramide in legno di larice
coperto esternamente con lamine di piombo,
ma fattone il disegno con tutti i particolari,
per poterne desumere il computo regolare
della spesa conobbe che questo ammontava
a lire £ 25.800, ed era di troppo superiore a
quella che il Comune era disposto di sostenere
per quest’opera.
Si pose quindi a fare nuove indagini, mirando all’utile scopo di combinare un decoroso
compimento alla torre, colle viste economiche
del Comune, e venne nella persuasione che
costruendosi tale piramide in mattoni, a qual
modo che praticatasi comunemente ne’ secoli
di mezzo, si riusciva a diminuire notabilmente la spesa, ed abbracciò un tale partito.
La saldezza ed il buon effetto che presentano
i finimenti delle torri antiche, costrutti nel
modo stesso che si propone nell’attuale progetto, ne fanno sicuri che si debba ottenere
un uguale risultato, in quello della torre di
cotesto Comune.
Solo vuolsi avvertire che le costruzioni di questo genere addomandano non pure scieltezza
di materiali, ma somma perizia e particolari
diligenze negli artefici a cui vengono affidate, per cui lo scrivente giudicherebbe assai
prudente partito accordare la esecuzione con
parziale contratto, ad un Capomastro di
sperimentata abilità, anziché avventurarla
ad un artefice mal sicuro con un pubblico
appalto.
L’importo totale delle opere da eseguirsi se-
Pag. 9
segue da pag. 7
condo le norme suindicate, ammonta come
dall’unita perizia a £ 18.057.67.
Rodolfo Vantini
Brescia 5. Marzo 1844
Il 3 gennaio 1846 il Vantini scrive una
lettera alla Deputazione comunale di Manerbio lamentandosi del fatto che il suo
onorario non era ancora stato pagato.
Come risulta evidente, per ciò che riguarda
la finanza comunale, non vi è niente di
nuovo sotto il cielo di Manerbio.
A parziale giustificazione dell’inadempienza del comune vi è la ricordata querelle con
la Fabbriceria.
La deputazione comunale sostiene che,
essendo l’incarico conferito al Vantini sottoscritto anche dai fabbricieri, il costo
dell’onorario deve essere ripartito a metà,
memore dell’analogo accordo stipulato
in occasione della messa in sicurezza della
torre.
Ma torniamo al progetto del Vantini.
Le opere eseguite, sulla base della documentazione esistente e della verifica de
visu, non furono in linea con il progetto
predisposto dall’architetto bresciano.
Anzi, è presumibile che l’intervento si limitò alla sistemazione della copertura ed
al rifacimento della balaustra.
La ragione era, con ogni probabilità, dettata dalle questioni economiche.
Il 26 marzo 1952 un altro fulmine si abbatte sulla torre danneggiando la balaustra
e la cella campanaria.
Il crollo delle macerie provocano dei danni
alle case di proprietà Zenucchini ed al negozio di stoffe di Cesare Pedrioni.
Da allora ad oggi i fulmini hanno risparmiato la nostra torre.
La torre ha subito un restauro negli anni
‘80 e l’attuale aspetto ne è la conseguenza.
La ricerca storica è stata condotta presso
l’Archivio Parrocchiale.
Nella pagina a sinistra: riproduzione del
progetto presentato dal Vantini, per gentile
concessione dell’Archivio Parrocchiale di
Manerbio.
Sopra: immagine di inizio novecento della
torre civica.
DIAVOLO (dial. DIAOL)
Il detto EL DIAOL L’ENSEGNA A FÀ
LE PIGNATE E MIGA I COERCC (il
diavolo insegna a fare le pentole e non i
coperchi) suona come monito per coloro
che compiono qualche malefatte perché
prima o dopo verranno scoperti per quanto possano credere di essere tanto furbi da
ritenersi persone che I LA FARÈS ACH AL
DIAOL (la farebbero anche al diavolo) SAÌ
DOE ’L DIAOL TÉ LA CÛA (sapere dove
il diavolo tiene la coda) è un modo di dire
riferito a qualcuno che è considerato tanto
sagace, furbo e conoscitore delle cose del
mondo appunto di sapere dove il diavolo
tiene la coda.
Tornando a chi si comporta male ecco il
detto LA FARINA DEL DIAOL LA VA
TŒTA EN CRŒSCA (la farina del diavolo va tutto in crusca) ossia ciò che si ottiene
in modo malevolo presto degenera e a alla
malora.
QUAND EL TÒ DIAOL L’È NASÌT, EL
MÉ L’ANDAA A SCHŒLA (quando il
tuo diavolo nasceva il mio andava a scuola)
e l’espressione usata da un adulto verso
qualcuno più giovane che ha tentato di abbindolare uno appunto più grande di lui.
A questo mondo però c’è qualcuno che
riesce a dare dei punti al diavolo: la donna,
tanto che si dice che LA FOMNA LA FA
LA PANADA AL DIAOL E PO LA GHÈ
LA FA MANGIÀ (la donna fa la panata
e al diavolo e poi gliela fa mangiare) nel
senso che con le sue arti ammaliatore riesce a convincere tutti compreso il diavolo
facendogli mangiare un piatto semplice
come la “panada” (pane cotto nell’acqua
con pochissimo condimento) credendo di
mangiare un manicaretto.
GALLINA (dial. GALINA)
La gallina, classico animale da cortile, entra
a buon diritto nella composizione di molti
detti e proverbi come il classico ANDÀ A
DORMÌ A L’ÛRA DELE GALINE (andare a dormire quando di vanno le galline)
cioè andare a dormire molto presto.
Per definire una situazione di eccesso di
abbondanza per cui uno può permettersi
di avere tutto perfino AIGA DEL LAT
DE GALINA (avere del latte di gallina) o
MANTIGNIS A LAT DE GALINA (mantenersi a latte di gallina) cioè possedere cose
inverosimili.
ESER GALINA ECIA (essere gallina vecchia) non è solo la condizione per fornire
un buon brodo ma anche il fatto di saperla
lunga sui fatti della vita per l’esperienza
maturata con l’età.
Se in un gruppo impegnato a realizzare un
progetto qualcuno si estranea o si interessa
ad altro è perché costui ha già raggiunto,
o sta per farlo, un proprio scopo per cui
è come LA GALINA CHE VA PER CA
E CHE L’A BECAT O LA BECARÀ (la
gallina che gira per casa o ha già beccato o
beccherà).
Quando una persona non riesce a mantenere un segreto si dice che EL GA MANGIAT
EL CUL DELA GALINA (ha mangiato il
culo della gallina) e chi fa notare agli altri
un fatto increscioso avvenuto in quel momento viene paragonato a LA PRIMA GALINA CHE CANTA LA GA FAT L’ŒF
(la prima gallina che canta ha fatto l’uovo)
in quanto chi si accorge per primo è spesso
indicato come l’autore del misfatto.
Pag. 10
Pianura
Territorio
La
Ottobre 2009
Il cardinal Bagnasco in visita a Pontevico
Pontevico 13 settembre 2009…
…È stato un evento storico per la comunità di Pontevico e per l’intera provincia di
Brescia, avere incontrato Sua E. il Cardinale
Angelo Bagnasco, presidente della CEI, in
occasione dell’evento conclusivo delle celebrazioni per il 400° anniversario dell’Abbazia di Pontevico.
Sua Eccellenza è “natus in Vico Pontevico,
apud Brixiam”. È nato Pontevichese e questo ci onora.
È stato si un luogo casuale, Pontevico, ma
per un cristiano, e noi siamo cristiani, il
giorno natale, l’accesso alla vita è il transito
gioioso verso la prima fonte di luce.
L’amministrazione rappresenta oggi un Comune di gente leale e laboriosa, taciturna e
responsabile, misurata nei gesti ma ferma
nei propositi, solidale nel bisogno e fedele
nella tradizione di partecipata cristianità.
Gente laboriosa, abituata ad affrontare con
determinata concretezza le sfide della vita
economica e sociale sempre più attenta ai
maggiori bisogni che purtroppo rendono
più difficili le soluzioni, ma certamente più
salda ed integrata con forme di aggregazioni, laiche e cattoliche insieme, dove trova
forma e sostanza il valore della solidarietà.
La sfida che viviamo, che affrontiamo e che
dobbiamo vincere è infatti ora, ed ancora di
più, quella di fondere armoniosamente le
nuove componenti del mercato dei nuovi
bisogni, con il dinamismo dell’economia,
nel rispetto dell’economia sociale, e per la
dignità di ogni essere umano.
Abbiamo aperto e possiamo aprire al nuovo,
e allo straniero senza rinunciare a noi stessi,
anzi rafforzando i nostri valori, con la difesa
forte e decisa della nostra identità e delle
nostre tradizioni, aperti mente e cuore a
chi cerca nel nostro Paese una possibilità
onesta di vita dignitosa, ma nel rispetto
delle regole.
Il Sindaco di Pontevico, dott. Roberto Bozzoni, omaggia il cardinal Bagnasco con una targa ricordo della sua
visita per il quarto centenario dell’abazia.
Alfianello, quattro secoli fa S. Carlo nel paese del b. Pavoni
Quando nel sedicesimo secolo Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano e poi cardinale, nel suo lungo giro per le diocesi
lombarde visitò la Bassa Bresciana Centrale
constatò che fra le trenta in cui venne a
fermarsi almeno una decina erano piccole
ed in condizioni inadatte, al ruolo ed al decoro di un tempio. Fra queste, “incongrua”
era definita la chiesa di Alfianello dei Santi
Ippolito e Cassiano che nel giro di pochi
anni venne costruita nuova.
Si mise mano ad un nuovo progetto per un
nuovo edificio.
Il cantiere fu allestito nel 1594 e nel 1609
la nuova parrocchiale apriva al culto.
Col passare dei secoli risultò ancora piccola
per la popolazione tanto verso la fine del
diciannovesimo secolo se ne decise l’ampliamento.
Correva l’anno 1893 quando la chiesa
venne riaperta con le opere d’arte realizzate in precedenza quali la pala dell’altare
maggiore di Francesco Paglia, una tela
sulla Circoncisione del Bonomi ed un’altra
rappresentante Sant’Antonio abate del
Gandino.
Ricorrendo quest’anno il 400° anniversario
domenica 27 settembre alle 18,30 il vesco-
vo della diocesi mons. Luciano Monari è
giunto in paese per celebrare l’evento.
“Abbiamo programmato una settimana di
preparazione – commenta il parroco don
Mauro Manuini alle prese con gli ultimi
dettagli delle iniziative.
“Ma la Chiesa che desideriamo celebrare
– prosegue – è quella Chiesa che con assiduità si ritrova a celebrare le meraviglie del
Signore nella nostra storia.
Don Raffaele Maiolini, insegnante di teologia fondamentale presso il seminario
diocesano, ci ha aiutato a comprendere
l’appartenenza alla Chiesa di Cristo mentre
don Giuseppe Fusari è intervenuto a spiegarci le linee architettoniche ed artistiche
della nostra chiesa parrocchiale” prosegue
il parroco che si è assicurato la collaborazione della Comunità Shalom per lo spettacolo andato in scena all’Oratorio.
La Messa celebrata dal vescovo Luciano
Monari è stato il momento conclusivo
delle iniziative per la gran parte localizzate
all’Oratorio dedicato al beato Lodovico
Pavoni che ad Alfianello è nato e del quale
nei mesi scorsi è stato inaugurato il busto
in bronzo collocato nella piazza del Municipio, dono degli ex allievi dei Pavoniani.
Pochi mesi ancora per la nuova tangenziale di Pavone
Pavone Mella avrà la tangenziale costituita
da una variante Sp 11, la Bagnolo-Seniga.
Si tratta di un raccordo diretto fra la strada
che scende da Brescia e quella che conduce
al territorio di Cigole; inoltrandosi dalla
Strada Longa pavonese che sbuca nei pressi
del ponte sul Mella al confine con Cigole.
La nuova strada sarà pronta per la fine di
aprile del prossimo anno e consentirà di
decongestionare il centro del paese soprattutto dal traffico pesante.
Il tracciato del nuovo percorso sarà lungo
un chilometro e settecento metri sul quale
il progetto prevede due rotatorie e di un
ponte sul vaso irriguo Molina.
Lo stato dei lavori è stato oggetto di un
sopralluogo dell’assessore ai Lavori pubblici
della Provincia Mauro Parolini accompagnato dal direttore del settore produttivo
Bortolo Perugini.
Per il Comune di Pavone erano presenti
il sindaco Piergiorgio Priori con il tecnico
comunale Luca Facchetti.
Il cantiere è stato aperto il giugno scorso ed
il lavoro prosegue con celerità nel rispetto
dei tempi previsti.
È soddisfatto il sindaco Priori: “Stiamo
coronando un progetto quello della tangen-
ziale, che era già stato ipotizzato dalle precedenti amministrazione agli inizi degli anni
‘90”. Il costo dell’opera, frutto di accordo
fra Provincia e Comune, al lordo è stimata
sui 2.700.000 di euro, di cui per due terzi
coperta dall’Ente provincia e un terzo a
carico nostro”.È un’operazione di rilievo,
di grande importanza sia per la percorrenza
dei mezzi che per la garanzia di sicurezza
data al paese, che significa anche miglioramento della condizione di vita.
Pianura
Leno
La
Ottobre 2009
Pag. 11
Leno, una nuova legislatura per continuare a crescere
Sono passati solamente tre mesi dalle elezioni amministrative eppure sembrano ormai un ricordo lontano, forse anche perché
l’attività dell’Amministrazione Comunale
non si è mai interrotta.
Molti e positivi sono stati i traguardi raggiunti insieme in questi anni e molti anzi
moltissimi sono i progetti ancora in costruzione e che stanno finalmente prendendo
forma.
Prima fra tutte senza dubbio la ristrutturazione del teatro comunale, che con tutta
probabilità entro natale potrà essere restituito ai lenesi dopo trenta anni di chiusura
e di degrado.
La nuova sala polifunzionale Comunale
con i suoi 190 posti a sedere e la galleria
si affiancherà al già esistente teatro par-
rocchiale situato presso l’oratorio e all’auditorium che sorgerà presso la nuova sede
di Cassa Padana nelle vicinanze dell’area
Italmark. La rinascita di Leno si può evidenziare anche attraverso l’esistenza di
tanti spazi dove le persone possono e potranno incontrarsi, dialogare, discutere per
progettare insieme il loro futuro e quello
della loro comunità.
È con grande orgoglio e dedizione che
continuiamo a portare avanti questo nostro progetto, questa nostra idea di paese
nonostante il periodo di crisi economica
che le nostre aziende e di conseguenza le
nostre famiglie stanno attraversando.
Credo però che sia proprio nei periodi più
difficili dove è necessario stringere i denti
e tirare fuori le idee migliori per far si che
non venga mai meno l’intelligenza e la
laboriosità,che nella storia, dalla più recente a quella più antica, hanno sempre
contraddistinto Leno, la sua gente e in
generale tutta la bassa bresciana.
È con questo augurio e con questo spirito che ci apprestiamo insieme a vivere
l’autunno alle porte.
Arrivederci al prossimo numero di questo nuovo mensile
dedicato alla nostra terra,
dalle pagine del quale
cercherò, con l’aiuto della redazione, di
informarvi puntualmente sui progetti e
le iniziative in cantiere.
Ricordato Linetti imprenditore illuminato
Recital di Antonio Piovanelli in memoria
di Giuseppe Linetti nel decimo anniversario della scomparsa, nel teatro comunale
di Lograto.
In platea la vedova, signora Fernanda con
la figlia ed il figlio e numerosi associati
all’Ucid bresciana della sezione di Manerbio.
Antonio Piovanelli, che è di Lograto, ha
voluto ricordare l’amico offrendo con ardore, passione ed impeto un’interpretazione dell’ “Incontro di Dante con Virgilio”
descritto dal Sommo Poeta nel primo canto della Commedia, e “L’incendio di Troia”
dal libro secondo dell’Eneide di Virgilio.
Coloro che hanno avuto la fortuna di
ascoltarlo, sono stati indotti alla considerazione come sia sempre valido il principio
“nemo propheta”, cioè nessuno è profeta
in patria.
E la sua patria dovrebbe essere la terra
bresciana dove pochi conoscono le doti
dell’artista e le sue qualità interpretative
al proscenio e nei teatri di posa cinematografici.
La sua principale attività nel mondo del
cinema è quella d’interprete e tra i lavori
più interessanti sono da citare la presenza nel cast del
film Novecento (1976) di
Bernardo Bertolucci dove
ha interpretato la parte di
Turo Dalco e
nel successivo
“ No v e c e n t o
parte seconda”
sempre di Bertolucci.
Piovanelli ha
frequentato
la scuola del
Piccolo Teatro
di Milano; si
è diplomato al
Centro Speri-
mentale di Cinematografia di Roma con
maestri come Orazio Costa e Toni Comello, dai quali ha imparato il lavoro dell’attore sulla poesia. Nel cinema ha lavorato coi
fratelli Taviani, Valentino Orsini, Alberto
Lattuada, Bernardo Bertolucci, Marco
Bellocchio, Giuliano Montaldo, Francesca
Archibugi.
In teatro ha lavorato con Luchino Visconti, Giorgio Strehler, Orazio Costa, Giancarlo Cobelli, Roberto Guicciardini, Cherif, Angelo Savelli, Giuseppe Bertolucci,
Luca Ronconi in ruoli da protagonista
come Woyzeck di Büchner, Riccardo II di
Shakespeare, il padre in Affabulazione di
Pasolini, e in Ruzante.
Da molti anni si sposta volentieri all’estero
come attore-ambasciatore della poesia italiana con performances su Dante, Catullo,
Michelangelo, Alfieri,Virgilio, Pasolini.
Negli ultimi anni è stato invitato da teatri,
centri di cultura e università di tutta Europa, Nord Africa e America del Sud.
Inoltre è ormai consuetudine che l’Università La Sapienza di Roma lo inviti a chiudere l’anno accademico con l’interpretazione
di brani delle tre cantiche della Divina
Commedia.
Brescia lo ignora, ma ora nel suo curricolum può inserire a pieno titolo e merito
il ricordo di Giuseppe Linetti che gli fu
lealmente amico perché uomo di profonda
umanità.
Linetti è stato fondatore della Cobo di
Leno, assurta ad industria di livello mondiale, e promotore della sezione Bassa Bresciana Centrale dell’Ucid, l’unione cristiana imprenditori e dirigenti.
“Era un amico che amava l’arte e la cultura come patrimonio delle cognizioni ed
esperienze acquisite tramite lo studio per
una specifica preparazione nei campi del
sapere” ha commentato Delfino Tinelli
intervenuto per ribadire la disponibilità
dell’imprenditore Linetti al quale è dedicato ogni anno il concorso che va alla scoperta di nuovi talenti nelle scuole bresciane.
Dal “Dominato Leonense” una campagna di formazione per reclutare risorse
umane per i servizi di soccorso gestiti
dalla Croce bianca di Leno. L’appello
è rivolto soprattutto ai giovani invitati
al corso di primo soccorso promosso in
collaborazione con il 118.
Le lezioni si terranno martedì e giovedì
dalle 20.15 alle 22.30 per una durata
di 120 ore. Dopo le prime 40 ore e
dopo un esame di idoneità svolto dalla
direttrice sanitaria dell’associazione
Antonella Prandini, l’aspirante soccorritore sarà abilitato ad accompagnare i
pazienti nei trasporti programmati.
Informazioni ai numeri:
393-0898699 e 030-906247.
Pag. 12
Pianura
Bassano
La
Ottobre 2009
Aspettando la Terza
Terminate le manifestazioni che hanno
animato il paese in occasione della Festa di
San Michele, patrono della comunità bassanese, si stanno preparando e si stringono
i tempi per la realizzazione di altri momenti di aggregazione e svago culturale.
Archiviata positivamente la Festa del
Giovane promossa ed organizzata dalla
Consulta Giovani, terminata la bella festa
dell’Anziano offerta agli anziani del paese
dal Gruppo Volontari per Bassano e nella
cui circostanza si è consegnata ufficialmente la cittadinanza onoraria alla sig.ra Savio
Alessandra (di origini bassanesi) vedova del
luogotenente Filippo Merlino tragicamente caduto a Nassirya, conclusa la stupenda
rassegna di trattori e macchine agricole
d’epoca promossa dalla locale sezione Coldiretti bassanese ora si guarda avanti.
L’occasione prossima sarà la Terza domenica di ottobre, festa religiosa che i bassanesi
celebrano in onore della Madonna quale ex
voto in ricordo della vittoria nella battaglia
di Lepanto (7 ottobre 1571) tra crociati
e mussulmani, una tradizione particolarmente tipica della bassa pur se vissuta nelle
singole comunità in domeniche diverse del
mese di ottobre.
Sempre con il patrocinio del Comune di
Bassano Bresciano, in collaborazione con
l’Assessorato alla Cultura delegato all’Assessore Giovanni Francesconi, è di scena
il Gruppo Artistico Culturale Bassanese
che attraverso il suo presidente Filipponi
Giacomina organizza per domenica 18
ottobre la manifestazione “ARTE & MOTORI 2009”.
A partire dalla mattina ore 9 saranno presenti le bancarelle del mercatino artigianale
nella piazza centrale antistante il comune,
mentre presso il Palazzo Comunale si potranno ammirare auto e moto d’epoca al
piano terra e più sopra, al primo piano,
saranno esposte tele e sculture di rinomati
artisti bresciani e lombardi tra cui spiccano
il nome del maestro scultore Remo Bombardieri e del pittore Fazio Lauria.
Poco distante dal Palazzo Comunale, ove
nell’occasione sarà consentito visitare la
cappella del venerabile Alessandro Luzzago, sarà possibile assistere nella magnifica
cornice del Palazzo Brunelli ad un estemporanea di pittura dove i citati artisti bresciani mostreranno le tecniche utilizzate
nella realizzazione delle loro opere.
Inaugurazione prevista alle ore 11 dopo la
S. Messa alla presenza delle autorità civili
e religiose.
Non resta quindi che andare a vedere ciò
che Arte & Motori 2009 offrirà ai bassanesi ed a quanti vorranno partecipare.
Presso l’oratorio femminile sarà allestita
la Pesca Parrocchiale il cui ricavato servirà
appunto a sostenere le opere parrocchiali.
Riprendono i corsi di violino
A settembre sono ricominciati a Bassano i
corsi di violino.
I corsi sono individuali, pertanto sono
adatti a tutte le età ed a ogni livello di preparazione dell’allievo.
Grazie all’ospitalità del nostro comune, il
costo del corso è contenuto al solo onorario del nostro insegnante.
Già in precedenza avevamo dedicato un
articolo a questa iniziativa, tesa a valorizzare uno strumento ricchissimo di storia
ma che ancora oggi è fondamentale nella
musica, compresa quella leggera.
Per info:
prof. Fabrizio Dall’Asta cell. 3394716321
(insegnante) oppure Angelo Guerreschi
cell. 3341620481 (organizzatore).
La schola cantorum a Torino
La Schola Cantorum di Bassano Bresciano
si è esibita nella chiesa del Palazzo Reale di
Torino, in occasione della gita organizzata
il 12 e 13 settembre 2009, circostanza che
ha visto la corale visitare anche la Basilica
di Superga e la villa reale di Venaria.
Cittadinanza onoraria per
la Sig.ra Savio
Ottobre 2009
Pag. 13
Acqua, Mella e rogge
a cura di Giovan Battista Bisetti
Prima di teorizzare, anche con un po’ di
fantasia ed elaborare previsioni vendute
per certe perché schematizzate all’interno
di un proprio credo, saggezza vorrebbe che
si sottoponessero a confronto, non solo
democratico, con altre meno calamitose e
rabbiose e pensare ai propri panni, da non
sciacquare comunque nel Mella.
I problemi idrici del pianeta hanno dimensioni che sfuggono anche agli esperti.
A proposito il problema Mella sta raggiungendo dimensioni temporali quanto meno
antiquarie e quindi il restauro integrale,
ma anche solo parziale, presenterebbe costi
elevatissimi e soprattutto pare impossibile
la soppressione di quei tarli cronici che perpetuano i danni e la situazione: è in primis
una questione pedagogica che dovrebbe
esser ricostruttiva di una sensibilità dispersa
o danneggiata da principi opportunistici,
equalitaristici, rivendicativi e modaioli di
più o meno recente insorgenza.
Chi, dei non più giovani, non ricorda il
Mella, le sue acque, le sue sponde prospere, amene, lussureggianti e ben tenute, i
ghiaioni, le “zapade”, le “paline”, gli invasi
e i sollevamenti dove caccia, pesca, nuoto e
voga primitiva su improvvisate ed empiriche imbarcazioni, a costruzione artigiana,
coesistevano senza disturbarsi.
Un locale “mare nostrum” è stato testimone
di spensierate vacanze, semplici, dove divertirsi era frutto di fantasia e spontaneità, non
imposto da mode né declinato da attuali
modelli globalizzati e strutture che uniformano tutto e che non ti fanno percepire né
accorgere se sei in montagna, al lago o al
mare, né in quale di questi del pianeta.
Le cause sono le consuete e ribadite: in
sintesi sovradimensionamento e concentrazione sul territorio tributario del fiume (da
nessuna programmazione tutelato) delle
più svariate attività umane e quindi perdita
da parte di quest’ultimo della capacità assorbente e di smaltimento, nonostante gli
attuali aiuti tecnologici.
Inutile sollevare, in modo ricorrente, e lamentoso, cose scritte e riscritte sul problema delle acque, degli argini inquinati,
ricolmi di rifiuti e oggetti a lungo tempo di
degradabilità, visibili e non visibili, senza
che nessuno abbia cambiato per un solo
momento le proprie abitudini inquinanti,
di spreco e di sperpero, nelle quali ci siamo
involuti.
La verità dice che, ormai si tratta di una situazione irrecuperabile perché la pietrificazione delle sponde per stabilizzarle ne ha distrutto la configurazione naturale in modo
irreversibile, ha sepolto una già esistente
stratificazione di rifiuti plastici, gommosi,
di laterizi vari e metalli ed altro ancora: ora
aspettiamo una nuova e ancora più varia e
inquinante stratificazione da seppellire.
La conseguenza è stata di non avere più un
fiume, ma un grande scarico a cielo aperto,
dove confluiscono fossi, rogge e seriole con
le stesse caratteristiche e che sono l’esempio constatabile della capillarizzazione
dell’inquinamento domestico industriale
manifatturiero e agricolo (vi scaricano gli
elettrodomestici, vi si lavano le autobotti,
le cisterne, i carro-botti, ecc. ecc.).
Certo, l’incomparabile bellezza della vegetazione superstite e i miracoli botanici,
anche minimi, stendono veli pietosi e una
coltre che sembrano attenuare la drammaticità del quadro diagnosticato.
Dopo questa divagazione sulle nostre acque, comunque pertinente, torniamo pure
a parlare d’acqua in genere, tema iniziale
dell’articolo, per dire che non si può ragionare al di fuori del pragmatismo, dello
status quo reale: teorizzare inimmaginabili
distribuzioni se non sovvertendo la già difficile e complessa evoluzione del sistema
Plauso ed applauso
Si plaude e si applaude alle grandi imprese
umane di ogni origine e colore, ed è cosa
giusta per eventi filtrati ed immuni eticamente, puliti.
Questo accade da sempre ed è patrimonio
genetico, etologico e spirituale dell’uomo.
La penetranza tangibile, l’espressività e la
fenomenologia percettibile del concetto
che ne sta alla base è però diversamente
manifestata a seconda dei tempi, dei luoghi, dei costumi, delle abitudini sociali
e dei modi di esternazione degli uomini
coinvolti nella vicenda e/o nell’evento.
Un’unitarietà nella distinzione almeno fra
i luoghi, i tempi e le finalità degli osanna
era data dall’essenza dei concetti alla base
di questi eventi: vita e morte.
Non può esserci equiparazione, anche solo
per contrapposizione della loro significatività tra questi contrari, a meno che non
si valutino sotto il profilo della visione
filosofica cristiana.
Pertanto se l’applauso scrosciante, sonoro
ed esultante va riservato alle cose della vita,
al contrario di quest’ultima, ne spetta invece uno più intimo, spirituale, controllato,
meditativo, riflessivo, composto, personale
e introspettivo, cioè un silenzioso plauso o
partecipazione di assenso meno spettaco-
lare ed esibita.
L’etimologia è analoga, ma la preposizione
che differenzia i due termini richiede ed
esige questo, così è nell’accezione comune.
Tutte le massime espressioni culturali,
sempre, come poesia e prosa, musica ed
arti varie hanno dedicato una tipologia
espressiva e dato un’impronta specifica, se
si vuole a volte anche manieristica, all’epifania concettuale terminologica; restando
perciò molto orientata nella tematica celebrativa: nulla di festoso e di banalizzante.
Coesistenza fra bandiere a mezz’asta, minuto di silenzio, saracinesca abbassate, volti chini intristiti e rigati di lacrime, il turbamento indotto dalle note del “Silenzio”,
che appunto a questo vuol richiamare (riflettere tra vita, morte ed ideali), stride con
il clamore globalizzante di un applauso,
diventato una costante di omologazione di
una nuova religione formale o fors’anche di
un rito esorcistico significativo di un profondo vuoto interno, ma di quest’ultimo
liberatorio.
Di un vuoto che nell’applauso rende indistinguibile bene e male, che parificandosi o
così resi parificati ne annulla gli intrinseci
valori che li rendono eticamente opposti,
assegnandoli al limbo dei Pilati di turno.
idrico, la cui complessità non è cancellabile
con colpi di spugna.
Complessità che non si può dipanare se
non attraverso conoscenze e studi spesso;
lunghissimi per interpretare al meglio ed
eseguire le possibilità di rimedio: non è
cosa che si risolve con proclami o nel breve
ambito di un articolo.
I contenuti, i problemi e le soluzioni tecniche sono oggetto costante di meeting libri
e dibattiti, a cui non è possibile accennare
nemmeno in modo sbrigativo, tanto è poliedrica la questione.
Perciò, al di là di un atteggiamento fortemente critico sui monopolizzatori e di chi
mal utilizza i beni fondamentali del pianeta,
usufruendone a proprio vantaggio più di
altri, proporrei affermazioni più prudenti
meno fondamentaliste che tengano conto
delle capacità, dei diritti doveri (non sarà
mai sufficientemente affermata la paritaria
reciprocità del concetto) e dei ruoli scaturiti
dalle vicende socio economiche preesistenti.
Le “tabule rase” sono il miglior terreno di
partenza, perché non condizionato, per
qualsiasi speculazione filosofica, ma non è
detto che la nuova costruzione speculativa
sia la migliore, non criticabile, più efficiente
e rispettosa dei principi, nonostante la buona finalità iniziale del progetto.
Chiedersi sempre se siamo così asettici e
razionali, da escludere l’istinto e l’emozione
e di conseguenza il proprio opportunismo/
individualismo in ogni momento dell’agire
e del realizzare: per altro se è vero che desideriamo una tabula rasa è perché non si
vuol essere condizionati dal preesistente o
anche perché il preesistente non ci va bene
(ecco la comparsa del proprio “io”!): così
però non costruiamo niente altro che una
cronologia di “io” perché anche il nostro io,
ora assoluto, avrà un successore.
Non è forse meglio un pragmatico rispetto
per chi ha pensato prima, anche modificando senza indulgenze alla luce del nuovo
sapere, piuttosto che una rivoluzione dagli
esiti non prevedibili e non scontati.
I disegni della natura non sempre paiono
provvidi, ma certamente meravigliosi; non
è forse più corretto meditare sulla nostra
capacità di comprenderli nella finalità, che
non vuol dire non conoscerli.
Se poi si vuole correggerli teniamo conto
della disparità delle forze in campo.
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Pianura
Territorio
La
Ottobre 2009
Far West
DERUBATI
Distratti da una messa in scena ben congegnata e poi derubati.
È l’amara esperienza vissuta l’altra mattina
dai gestori del bar Sport di Cignano.
Alle undici si sono presentate nel locale
sette persone adulte.
Mentre quattro uomini della comitiva consumavano un caffè, le tre donne che li accompagnavano hanno chiesto di utilizzare
la toilette.
La barista ha indicato la porta dei servizi
igienici senza immaginare che le ladre mascherate da clienti dal ballatoio del bagno
risalissero la scala interna per raggiungere
l’appartamento in uso ai gestori.
Le donne, dall’aspetto elegante e insospettabile, hanno rovistato nelle camere, rubando
oggetti preziosi. Tutto si è svolto in pochi
minuti: il tempo che i complici bevessero
il caffè distraendo la barista con qualche
banale domanda. La vittima si è accorta del
furto solo un’ora dopo.
A quel punto non ha potuto far altro che
denunciare l’accaduto alla stazione dei carabinieri di Manerbio.
I militari hanno anche effettuato un sopralluogo in zona per cercare senza risultato di
rintracciare la comitiva di ladri che si è allontanata su due auto di grossa cilindrata.
Lo stile del furto alimenta il sospetto che si
trattasse di nomadi.
DISOCCUPATI RAPINATORI
In manette due giovani cremonesi che erano finiti nella rete dei carabinieri per un
colpo a Pessina dopo le rapine alle Poste di
Fiesse e Seniga.
Le manette sono scattate per il 25enne di
Ostiano, Luigi Muto, ed il 22enne originario di Cremona. Entrambi disoccupati,
malviventi per bisogno, si sono lasciati attirare nel vortice dell’illecito. Complessivamente hanno razziato un paio di migliaia di
euro. Le telecamere delle poste di Seniga li
avevano ripresi nella loro prima incursione
nel Bresciano.
RAZZIA TOTALE
A Quinzano, una razzia totale di tutto
“quello che c’era da portare via”, dicono le
vittime del furto avvenuto nella casa della
famiglia Baselli, titolare dell’autosalone.
Una telecamera installata all’interno
dell’abitazione, che viene attivata non appena percepisce un movimento, ha ripre-
so tutta “l’impresa”. Nel video si vedono
distintamente i quattro, con i guanti, che
iniziano a rovistare in casa, dirigendosi poi
alla cassaforte che hanno asportato.
La banda ha rubato monili, oggetti preziosi, e una somma in euro.
INQUINAMENTO DEL RIO FIUME
Oltre un quintale e mezzo di sacchi per
concime trovati abbandonati nel canale Rio
Fiume, tra Verolanuova e Verolavecchia.
Se i funzionari dell’Arpa riusciranno a risalire all’azienda che li ha utilizzati saranno
guai per i titolari.
Lo auspicano in molti perché i sacchetti contenenti diserbanti e antiparassitari
agricoli, per un totale di oltre due quintali,
rappresentano un attentato all’ambiente.
L’amministrazione comunale di Verolavecchia fa sapere che provvederà a denunciare
i responsabili alla procura della Repubblica,
chiedendo il risarcimento dei danni ambientali e la giusta condanna per l’incomprensibile folle gesto: forse i prodotti fitosanitari erano scaduti, ma va ricordato che
tutte le aziende agricole sono convenzionate con le multiutility di riferimento per il
ritiro di rifiuti agricoli speciali e tossici.
GIOCHI PERICOLOSI
Nella scuola primaria di via Galliano 10, a
Manerbio la tranquillità è stata sconvolta
non solo per le maestre e per i loro alunni,
ma anche per i molti genitori, preoccupati
che l’episodio accaduto nel cortile possa
nascondere i germi nascenti di bullismo.
Un alunno di otto anni, durante la ricreazione, giocando con un rametto trovato
nel giardino ha colpito ad un occhio una
sua compagna di classe con un movimento
scomposto, si racconta, o imprudente leggerezza. La bimba è stata ricoverata all’ospedale di Manerbio per verificare eventuali
danni più gravi.
“Escludo categoricamente qualsiasi fenomeno di bullismo – interviene la direttrice della scuola signora Ferraboschi -. Si
è trattato di un drammatico incidente: il
bambino stava giocando con un rametto
trovato in giardino e ha colpito del tutto
accidentalmente la compagna.
Stavano giocando, non litigando”. Precisazioni a parte l’auspicio è che la bambina
guarisca presto e ritorni in classe nonostante il trambusto che s’è scatenato attorno
all’episodio.
I vent’anni dell’Associazione
“Amici della Civiltà Bresciana”
Gli aderenti all’associazione Amici Fondazione Civiltà Bresciana della Bassa e del
parco dell’Oglio hanno celebrato il XX°
anniversario dalla fondazione radunandosi
in palazzo Gambara di Verolanuova. Li ha
accolti nell’auditorium della civica biblioteca il presidente arch. Dezio Paoletti con il
Comitato di Coordinamento, unitamente
alla prof.ssa Maria Carlotta Bragadina, sindaco di Verolanuova, al dott. Stefano Dotti, assessore all’Ecologia ed Ambiente della
Provincia ed ai consiglieri provinciali arch.
Antonio Pagiaro e Giampaolo Mantelli.
Al presidente Onorario dell’associazione e
presidente oltre che promotore della Fondazione Civiltà Brescia, mons. Antonio
Fappani un particolare riconoscimento per
essere il più attento fra i bresciani della nostra storia. Premiato il sen. Guido Galperti,
che raccogliendo il testimone alla morte di
Vittorio Sora, ha guidato il sodalizio per
dieci anni e al presidente degli Amici di
Brescia, Nicola Vairano.
Altra testimonianza d’affetto e di stima a
ricordo di Vittorio Sora, indimenticabile
socio fondatore e primo presidente, consegnata alla vedova signora Arria Clerici
accompagnata dal nipotino. Inoltre riconoscenza espressa ai relatori di convegni e
conferenze: Luciano Anelli, Sandro Guerrini, Marida Brignani, Mario Marubbi,
Eugenio Zanotti. Ai soci: Luciano Rizzi,
Franco Piovani, Piergiuseppe Ricca, Gruppo d’imprese Lazzaroni di Berlingo; Associazione Cicloturistica Bresciana Amici
della Bici “Corrado Ponzanelli”, assessore
ai Lavori Pubblici della Provincia di Brescia ing. Mauro Parolini, Gruppo Storico
archeologico di Manerbio, Cassa Padana
Banca di Credito Cooperativo di Leno;
a coloro che hanno vissuto all’interno la
vita dell’associazione: Luca Ferremi, Lucia
Venturini e Maurizio Franzini sindaco di
Quinzano d’Oglio che ha messo a disposizione i locali per la sede dell’associazione.
L’iniziativa ha offerto ai convenuti la possibilità di visitare il maestoso palazzo Gambara sede del Municipio di Verolanuova,
mentre nella elegante galleria è stato servito
un rinfresco grazie alla disponibilità della
Cooperativa “Antica Terra” di Cigole che
ha fatto gustare prodotti assai significativi
e particolari espressi dal territorio.
Nella sua relazione il presidente Paoletti,
oltre a dar conto delle molte iniziative
realizzate in vent’anni ha confermato il
programma a breve del sodalizio assegnando il compito della raccolta delle adesioni
a: Nella, Rachele, Gianni e Grazia, come
sempre puntuali e dsponibili. Nei primi
tre giorni di ottobre (venerdì 2, sabato 3 e
domenica 4) è confermato il viaggio studio
fra “Istria e Dalmazia”. Sabato 10 ottobre
prevista una trasferta nell’area emiliana
sul tema: “Giulia Gambara, i Boiardo,
Nicolò dell’Abate ed altro ancora”, escursione di particolare interesse per conoscere
un aspetto inedito su una personalità dei
Gambara, stranamente sconosciuta nella
cultura bresciana; Giulia, moglie del conte
Giovanni Boiardo (del potente casato che
dominò la scena politica del circondario
di Scandiano dal 1423 al 1560, è stata
cognata di Matteo Maria Boiardo, autore
dell’Orlando innamorato. Nel programma
fissato l’incontro col prof. Giuseppe Adani
che farà da guida anche alla mostra “Nicolò
dell’abate alla corte dei Boiardo – il paradiso ritrovato”.
Domenica 25 ottobre, in calendario il
viaggio a Bene Vagienna (Cn), dove la Beata Paola Gambara andò in sposa al conte
Lodovico Antonio Costa. Il viaggio chiude
gli itinerari del grande ciclo “gambaresco”
iniziato quattro anni fa. Infine sabato 7
novembre: alla scoperta dell’ “architettura
rurale, e non solo, in Franciacorta” con
tappe all’abbazia di Rodengo, nella villapalazzo dei Soncini a Provezze (Provaglio
d’Iseo) e nell’azienda Ducco-Catturich a
Camignone di Passirano.
Pianura
Manerbio
La
Ottobre 2009
La “Seconda”
In preparazione alla “Seconda” la festa più
importante dell’anno nella quale la comunità celebra la Madonna del Rosario (12
ottobre) la Parrocchia ha proposto la “Peregrinatio Mariae” ricordando il 1949, anno
del congresso mariano della Bassa Bresciana. Manerbio fu al centro di imponenti
manifestazioni di Fede, come domenica
scorsa, 27 settembre, quando la statua della
“Madonna Pellegrina”, trasportata su un
elicottero atterrato nello spazio dell’Oratorio, è giunta nella comunità manerbiese accolta dai vescovi emeriti Giacomo Capuzzi
e Bruno Foresti, salutata dall’arciprete
mons. Tino Clementi, dal sindaco Cesare
Meletti, a nome della comunità civica, e da
vari esponenti delle associazioni che fanno
capo alla Chiesa. Con il corteo aperto dagli
scouts la Madonna è stata trasportata in
San Lorenzo. Da qui, nei giorni successivi,
ha raggiunto diversi quartieri. Il 9 ottobre
al tramonto da piazza Bianchi la statua della Beata Vergine Maria è riconsegnata alla
comunità di Breno da dove era partita.
Il 12 ottobre Manerbio farà festa per la “Seconda” una ricorrenza voluta da Papa Pio
V in omaggio alla Vergine il cui intervento
all’alba del 7 ottobre 1571 fu ritenuto determinante per la vittoria della Lega Santa guidata da Don
Giovanni d’Austria (che fece
ammainare tutte le singole bandiere per innalzare lo stendardo
con l’immagine del Redentore
Crocifisso mentre una croce
venne levata su ogni galea) sulla
flotta ottomana di Mehemet
Alì Pascià. Lo scontro avvenne
nelle acque di Lepanto, porto
della costa ionica, situato di
fronte al Peloponneso, non distante da Corfù.
Notizie dall’amministrazione
Lavori sulla rotatoria in corrispondenza
dell’Ospedale di Manerbio.
La nuova Amministrazione di Manerbio
appena insediata, ha cercato di riallacciare
i rapporti con la Regione, la Provincia e i
Comuni limitrofi. In particolare con la Provincia di Brescia e, precisamente con l’Assessore ai Lavori Pubblici Mauro Parolini, si
è approfondita la domanda presentata a suo
tempo dal Comune di Manerbio relativa
alla realizzazione della rotatoria in fondo
a Via Roncagnani funzionale all’accesso
all’Ospedale di Manerbio.
In data 12.09.2009 la Provincia di Brescia
ha trasmesso una nota protocollata al n.
12981 con cui comunica che ha finanziato, per un importo di euro 350.000,00
la suddetta Rotatoria, inviando il Progetto Esecutivo ed il bando di gara relativo
alle opere così suddivise: importo lavori a
corpo € 1.200,00 importo lavori a misura € 255.800,00, Oneri per la sicurezza
€ 8.000,00 altri interventi (illuminazione,
iva, spese tecniche ecc.) € 85.000,00.
È veramente un buon risultato, considerato che i lavori di questa rotatoria sono
veramente necessari visto che risolvono
l’annoso problema dell’incrocio pericoloso
tra la S.P. 45 bis e la via Roncagnani.
Il semaforo che regola gli attraversamenti, infatti era stato posizionato in modo
provvisorio il 17 agosto 2000 per dare una
soluzione tempestiva al problema della
pericolosità ed accidentalità dell’incrocio.
Oggi si trova ancora lì e crea lunghe code
sulla provinciale, causando spesso incidenti
o tamponamenti a catena. Gli accordi con
la Provincia per la messa in sicurezza dell’attraversamento risalgono al 1997 momento
in cui si è siglato il “Protocollo d’Intesa per
interventi di miglioramento della sicurezza
del transito nei territori dei Comuni di
Manerbio ed Offlaga” tra i seguenti Enti:
Provincia di Brescia, ANAS, i Comuni di
Manerbio ed Offlaga, la Società Autostrade
Centropadane Spa. Oggi si realizza concretamente questa importante opera: l’Ammi-
nistrazione Comunale, a nome dei propri
cittadini, ringrazia tutti gli Enti che hanno
contribuito, in particolare l’Assessore ai
LL.PP. della Provincia di Brescia Mauro
Parolini, per non avere disatteso le sollecitazioni del nuovo Sindaco Meletti che ha,
nella collaborazione fra i diversi Enti, un
perno importante del proprio programma.
La Seconda di Ottobre.
La Seconda di Ottobre ha origine dalla
storica Battaglia di Lepanto che venne
combattuta il 7 Ottobre 1571, riportava la
schiacciante vittoria dei Cristiani a danno
dell’impero Ottomano. Tale vittoria fu attribuita alla protezione della Vergine Maria,
tanto che nell’anniversario della stessa fu
fissata la festa della Madonna del Rosario.
Da allora, a ricordo dei numerosi cittadini
manerbiesi che vi parteciparono, si festeggia con una serie di iniziative religiose, culturali e storiche. Infatti durante questa festa
era consuetudine comprare vestiti nuovi,
pulire la casa, e invitare i parenti, ai quali
secondo rito, veniva servita l’anatra ripiena
detta “l nedrot”. È partendo da questa tradizione che il Sindaco Cesare Meletti e l’Assessore al Commercio Daniela Valentini,
hanno promosso la partecipazione al bando
regionale dei “Distretti del Commercio”
facendosi capofila di un progetto ampio e
innovativo con Bassano Bresciano e Verolanuova, comuni che festeggiano la stessa
festività mariana. Ed è proprio in virtù delle
priorità fissate dal programma del Sindaco
Meletti, in particolare Lavoro e Sicurezza
che si sta cercando di reperire fondi regionali per lo sviluppo del Commercio che a
Manerbio offre lavoro a circa 900 addetti.
Quindi l’assessorato al Commercio e quello
alla Cultura si sono attivati per organizzare
una serie di manifestazioni, coinvolgendo
i commercianti, alcuni stand gastronomici
e gli operatori del museo che nel week end
della Seconda di Ottobre daranno vita a tre
giornate di lieti eventi.
Infatti venerdì 9 Ottobre 2009 la sera re-
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Cultura a… Parigi
Dal sito Internet del Comune di Manerbio:
“L’Assessorato realizza attività di promozione e diffusione della cultura cercando
di stimolare e incentivare, attraverso idonee ed efficaci iniziative, la conoscenza di
varie forme espressive”. Il riferimento è al
settore cultura che il sindaco ha affidato ad
una giovane la quale, frequentando studi
a Parigi (la capitale della Francia), sembra
“distratta” dai suoi impegni universitari.
Infatti ha dirottato ad un’impiegata il compito di prendere appuntamenti. E così a
fine agosto, in prossimità dell’apertura della
stagione, ad un dirigente della Virtus (società del calcio frequentata da almeno 500
atleti piccoli e grandi. Chissà se la signorina
ne è al corrente?) ha fissato l’incontro a
metà settembre. Troppo tardi per risolvere
problemi logistici urgenti della società.
Questo per quanto riguarda lo sport. Per la
cultura, settore pure affidato alla signorina
pare che la nostra amministrazione abbia
fatto un salto di qualità. Prima avevamo un
assessore che è “scaduto”. Durante l’estate
non s’è vista l’ombra di una iniziativa. Che
so? Un Memo a leggere le sue poesie in
piazza (che per la verità è stato protagonista
di una serata nei giardini delle Ville, ma
per la sola iniziativa di giovani del posto),
quattro “pifferi” (ci scusino gli interessati) a
far musica negli angoli sperduti della nostra
città (città, cosa?), un improvvisato gioco
della tombola (non servono altro che le
cartelle in distribuzione ovunque) in piazza
che piace tanto alle signore di una certa
età. Insomma iniziative a costo zero come
fanno i comuni a noi vicini.
Unico accenno di cultura sono state le proiezioni di pellicole anche importanti nel
cortile del palazzo comunale. Ma quelle
erano state programmate prima, dall’assessore che non sapeva di doversi occupare di
Cultura. Speravamo in qualcosa di meglio.
Ma a quanto pare siamo caduti dalla padella nel braciere acceso nel camino del fatuo,
che fa solo fumo e niente arrosto. (f.pio.)
Ancora sulla palazzina
del tennis
Riceviamo e pubblichiamo
Un anno fa, il 19 settembre 2008, il Comune di Manerbio non ha rinnovato alla
ns/ società il contratto di locazione per il ristorante La Palazzina, al piano superiore del
circolo Tennis Club, in via Verdi. Motivo:
“I locali servivano per scopi istituzionali”.
Non ne facemmo un dramma. Pretendemmo, ottenendolo, il rispetto delle norme che
ci assegnavano un’indennità pari a diciotto
mensilità del canone d’affitto. Nulla di più.
Da parte sua l’amministrazione comunale
di quel tempo, da allora non introitò più
nulla per l’affitto che negli anni della gestione della nostra famiglia aveva regolarmente
incassato. Era il settembre 2008. È passato
un anno e nelle casse del Comune sono
venuti a mancare duemila euro al mese.
Inutile il tentativo della stessa giunta di quel
periodo di consegnare ad altri i locali del
ristorante, ancora chiuso. Ma questo è fatto
che non ci riguarda e non sta a noi rivangare. Ci interessano invece le dichiarazioni
dell’assessore allo Sport di quel tempo del
quale il signor Mario Selleri, firmatario della nota pubblicata nel numero di settembre
2009 del vostro periodico, secondo le quali
“il locale è stato fatto liberare – è scritto
testualmente – per presunte irregolarità e il
comune non può permettere di avere in una
sua proprietà qualsiasi dubbio di illegalità”.
Siamo rimasti allibiti per una simile motivazione. Quali “illegalità”? L’assessore di quel
tempo ha insinuato dubbi che farebbe bene
a riversare su altri suoi amici (o compagni?)
che, all’ombra della rasserenante atmosfera
del parco del tennis sono protagonisti ogni
giorno di sfide a carte, od altri giochi, che,
nella normalità, i pubblici esercizi devono
rendere noto indicando l’elenco dei giochi
proibiti, accanto alla licenza rilasciata dalla
Questura. Ci pare un azzardo l’affermazione riferita per giustificare un errore (la
disdetta unilaterale del contratto) da parte
della giunta cui l’assessore apparteneva. Perciò stiamo valutando come andare a fondo
della questione. Intanto riteniamo nostro
diritto esigere una pubblica smentita dai
responsabili delle affermazioni riferite circa
le presunte illegalità. Nella malaugurata
ipotesi che questo non si verifichi saremo
costretti a chiedere conto nelle sedi opportune delle insinuazioni avanzate sul nostro
conto, insinuazioni che respingiamo categoricamente, fortemente lesive dell’onore
e della serietà della nostra famiglia mai
messi in dubbio da chicchessia in decenni
di onesto lavoro nella gestione di un locale
pubblico.
SOCIETÀ LA PALAZZINA
steranno aperti gli esercizi commerciali fino
alle ore 23.00 in uno shopping day ricco di
sfilate, musica dal vivo e aperitivi all’aperto
detti: “della seconda”, Sabato 10 Ottobre
2009 ci sarà un evento importante per
Manerbio, che si è realizzato grazie alla collaborazione con la biblioteca Queriniana di
Brescia, che è l’inaugurazione della mostra
“Omaggio alla Vergine Maria nell’arte della
raffigurazione miniata”, presso il Museo
Civico ove sono previste visite guidate ai
manoscritti che proseguiranno anche nelle
giornate di domenica e lunedì (giorno riservato alle scuole), Domenica 11 Ottobre
2009 invece, il parco comunale verrà aperto
ai cittadini che potranno gustare prodotti
agricoli locali e visitare le bancarelle degli
hobbisti, mentre durante tutto il fine settimana i ristoratori di Manerbio, serviranno
il menù tradizionale con piatti a base del
famoso “l nedrot”.
La Sagra della “Seconda di Ottobre – sapori
tradizioni e cultura” vede coinvolte una
serie di realtà presenti nel nostro Comune
che sono la Pro-Loco di Manerbio che
sponsorizza economicamente e ci aiuta
materialmente nell’organizzazione, l’Associazione A.N.C. di Manerbio che presterà
come sempre un valido servizio di vigilanza
in collaborazione con il nostro Corpo di
Polizia Locale e l’Associazione Steam Boiler
che durante lo shopping day ci allieterà, in
Piazza Italia, con castagne e vin brulè.
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Pianura
Verolanuova
La
Ottobre 2009
Verola, un nuovo museo della civiltà rurale
Un museo sulla civiltà rurale per Verolanuova e Verolavecchia è stato realizzato al
“Bersaglio”, località dell’Agenzia del Demanio Militare, in uso fino alla fine degli
anni ‘50 del secolo scorso quale poligono
di tiro a disposizione di militari e civili,
per lo più cacciatori, dagli anni Ottanta
in totale abbandono. Il “Bersaglio si trova
in riva allo Strone, il corso d’acqua che
attraversa la pianura da Scarpizzolo fino a
Pontevico con un percorso di soli dodici
chilometri. Il posto è singolare circondato
da alberi d’alto fusto, in mezzo alla campagna coltivata, immerso nel verde. Ci si
arriva da Verolanuova percorrendo via De
Amicis e quindi via Isola Caprera, e solo
in bicicletta passando per il caratteristico
borgo di Scorzarolo di Verolavecchia e percorrendo la pista ciclabile che fiancheggia
la Ghiacciaia.
Ora è visitabile ogni fine settimana, sabato
e domenica, dalle 17 alle 19, accessibi-
le anche su prenotazione telefonando al
numero: 030 932113; risponde Francesco Barbieri promotore dell’iniziativa con
amici quali: Francesco Barbieri (Sepel),
Emilio Zanolini, Battista Bertoni, Sergio
Barneschi, Sergio Abrami, Bruno Fontana,
Ernesto (Tino) Cremaschini.
Con loro collaborò il compianto prof.
Pietro Maffezzoni che ha esperito le indagini preliminari necessarie ad accertare
proprietà e confini della località dell’antico
poligono.
La struttura rinnovata è stata inaugurata
con intervento dei sindaci dei due paesi
confinanti: Maria Carlotta Bragadina di
Verolanuova e Sergio Zanetti di Verolavecchia, oltre ad altre autorità locali con l parroco mons. Luigi Bracchi per un momento
di riflessione e preghiera.
“Il Museo storico della memoria verolese
è un pregio per la realtà locale – ha affermato Maria Carlotta Bragadina, sindaco
di Verolanuova - perché è frutto di un’accurata ricerca e di una passione storica per
il proprio paese di gente comune, persone
semplici e genuine, amanti del passato
che hanno un grande spirito di iniziativa
e sperano di poter ampliare con il tempo
la collezione per mostrarla alle giovani
generazioni”.
Tutto il materiale in esposizione nella quattro stanze del “Bersaglio” è frutto di donazioni. Ma la raccolta è aperta al contributo
di altri strumenti usati un tempo per pescare, lavorare la terra, andare a scuola, lavorare in cucina (coltelli, pentole, e attrezzi per
la realizzazione del burro), nei laboratori
di falegnameria e di calzoleria, accanto ad
altri strumenti necessari alla cardatura e
alla filatura della lana. In una delle quattro
stanze di quello che oggi è definito “Museo
della memoria storica verolese” è conservata una camera da letto dove accanto ai vestiti tipici indossati in tempi passati ci sono
i vecchi ferri da stiro da scaldare sulle braci,
le macchine per cucire e la “moscaröla” di
legno e rete in cui si conservavano salumi e
formaggi al riparo degli insetti.
Il museo è già compreso negli itinerari per
visite sul territorio curate dalla Pro loco
Verolavecchia in collaborazione con l’Associazione Terra & Civiltà.
Visite guidate che si effettueranno probabilmente ogni domenica mattina (sabato
pomeriggio per la parrocchiale) previa
prenotazione.
Gli interessati dovranno quindi prenotarsi
entro il giorno prima; partecipazione libera
e gratuita.
LA MERAVIGLIA
DI OGNI GIORNO