MA tesi e BA tesina di letteratura italiana: norme redazionali e

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MA tesi e BA tesina di letteratura italiana: norme redazionali e
MA tesi e BA tesina di letteratura italiana: norme redazionali e
tipografiche
1. Il testo
Il testo comprende le seguenti parti :
1.1.la copertina [solo per la tesi di Master]
1.2.il frontespizio
1.3.l’introduzione
1.4.il testo corrente, diviso in capitoli, suddivisi a loro volta in sezioni
1.5.la conclusione
1.6.la bibliografia
1.7.eventuali appendici
1.8.eventuali elenchi d’abbreviazioni o d’illustrazioni
1.9.l’indice del lavoro
1.10.
un riassunto in neerlandese
2. L’impaginazione
La scelta del tipo e delle dimensioni del carattere tipografico (Arial,
Times, Garamond…) è libera, e lo stesso vale per la spaziatura (1,5 o
1,15 ecc.), anche se per motivi di leggibilità è raccomandabile evitare
la spaziatura semplice.
3. L’uso dei caratteri
3.1.il carattere normale per il testo corrente è “tondo” (« Regular »)
3.2.il corsivo (carattere leggermente inclinato) si usa come elemento
distintivo all’interno del testo, in particolare per
 parole straniere e dialettali non entrate nell'uso comune;
 parole o espressioni evidenziate;
 nell’analisi linguistica o stilistica, si mettono in corsivo i
termini analizzati in quanto tali: es.: il termine gentilezza
significa chiaramente…
 titoli di libri, di capitoli, di saggi o contributi in volume, come
anche i titoli di articoli in riviste [i titoli di riviste e quotidiani,
invece, vanno tra virgolette – si veda infra per qualche
esempio]
 titoli di opere d’arte: film, composizioni musicali, pièces
teatrali, quadri e sculture.
 nomi propri di navi, aeroplani, … se sono nomi individuali
l'Andrea Doria, lo Spirit of St. Louis, la Nina, la Pinta, la Santa
Maria; il nome della serie o della marca si scrive in tondo (la
Sojuz, la Mercedes,…)
3.3.conviene evitare il grassetto nel testo di una tesi; lo si può
utilizzare invece per titoli.
4. Le citazioni
Le citazioni sono brani presi direttamente e letteralmente da un altro
testo. I passi citati vanno sempre chiaramente indicati e la fonte
bibliografica va indicata in nota.
Si distinguono
4.1. Le citazioni in corpo: sono brani inseriti direttamente nel corpo
del testo, e delimitati da virgolette. Si possono usare le virgolette
italiane («») o quelle inglesi (“ ”); non bisogna però mescolare
entrambi i tipi. Le citazioni in corpo sono di solito citazioni
piuttosto brevi, o anche singole parole.
4.2. Le citazioni fuori corpo: hanno una formattazione diversa da
quella del testo corrente (carattere più piccolo, leggermente
rientrato rispetto ai margini del testo corrente). Le citazioni fuori
corpo sono di solito brani più estesi. Per le citazioni fuori corpo
NON si usano le virgolette.
Alcune osservazioni sull’uso di citazioni
1. Un uso eccessivo di citazioni ostacola la lettura del testo.
Conviene pertanto limitarsi ai brani che è necessario
riportare integralmente. Un’alternativa è la parafrasi o il
riassunto (indicando comunque la fonte bibliografica in
nota).
2. La citazione all'interno di un'altra citazione va indicata con
un tipo di virgolette diverso da quello usato per il primo
livello. Esempi:
«""»
3.
4.





5.



“‘’”
La citazione all’interno di una citazione fuori corpo viene
messa fra le virgolette usate per la citazione in corpo: “ ” o «
».
Eventuali interventi nella citazione:
omissione: segnalare con la sigla […] o (…)
aggiunte: tra parentesi quadre. Le aggiunte possono essere
parole o lettere che mancano nell’originale, o termini
necessari per una buona comprensione del testo
errori e sviste nell’originale vengono riportati e segnalati
con [sic]. Le lacune vengono indicate con [xxx]
se si vogliono evidenziare certi termini nella citazione, si
può ricorrere al corsivo, purché lo si indichi alla fine della
citazione o in nota (nostro il corsivo; il corsivo è nostro;
cors. agg.; corsivo aggiunto)
adattamento della persona grammaticale e dei pronomi
personali: mettere la forma in corsivo. Es.: «Bontempelli ha
usato queste formule “per proteggersi da certe critiche”»
(l’originale è scritto in prima persona; con l’adattamento si
evita la rottura sintattica tra testo corrente e citazione)
Altri tipi di virgolette:
il tipo di virgolette non usato per la citazione si può usare
per espressioni improprie, enfatiche, ironiche,…
(es.: se si usano virgolette «» per le citazioni, si possono
usare le virgolette “ ” per le espressioni ironiche)
gli apici o le virgolette singole si usano poi nelle analisi o
annotazioni linguistiche per racchiudere i significati di voci
straniere, dialettali, gergali e simili, anche in forma
giustapposta, ossia senza interpunzione fra il termine in
esame e la sua spiegazione.
5. Le note
5.1.Si distinguono le note di contenuto (in cui si riportano
informazioni supplementari, illustrazioni, commenti vari, che
altrimenti rischiano di ostacolare troppo la lettura o la struttura
argomentativa del testo) e le note di riferimento (in cui si
riportano i riferimenti bibliografici dei testi citati o parafrasati nel
corpo del testo).
5.2.Sono preferibili le note a piè di pagina, ma sono consentite anche
le note in fondo a ogni capitolo o in fondo alla tesi; si tenga
presente comunque che la consultazione delle note in fondo è più
faticosa.
5.3.L’apparato delle note è un sistema, con rinvii interni. Pertanto è
importante usare un formato coerente per le note, ed usarlo in
modo univoco, adottando le seguenti regole:
5.3.1. La prima volta che un’opera viene citata, si menziona il
riferimento bibliografico esteso. Ecco alcuni esempi :
 riferimento ad una monografia :
Franco Musarra, Risillabare Ungaretti, Roma/Leuven,
Bulzoni/Leuven University Press, 1993, p. 2.
 riferimento ad un articolo in una rivista
Franco Musarra, Dell’iterazione quale costituente
ritmico in Montale, in «Revue des Etudes Italiennes»,
XLIV (1998), 3-4, p. 275. [Rivista con numerazione
per annata]
Franco Musarra, Suffissi alterativi in italiano, in
«Levende Talen», 362 (1981), pp. 494-500. [Rivista
con numerazione continuata]
 un saggio o un capitolo in un volume dello stesso
autore
Franco Musarra, I cerchi insulari in Bonaviri, in Id.,
Scrittura della memoria memoria della scrittura.
L’opera narrativa di Giuseppe Bonaviri,
Firenze/Leuven, Franco Cesati Editore/Leuven
University Press, 1999, p. 37.
 un saggio in un volume di miscellanea
Franco Musarra, L’ironia come forza generativa in
Pirandello, in Aa. Vv., Pirandello. Poetica e poresenza,
Roma/Leuven, Bulzoni/Leuven University Press, p.
218.
Franco Musarra, La memoria esistenziale e la
memoria letteraria in Lucio Piccolo e Tomasi di
Lampedusa, in Natale Tedesco (a cura di), Lucio
Piccolo Giuseppe Tomasi. Le ragioni della poesia e le
ragioni della prosa, Palermo, Flaccovio Editore, 1999,
pp. 24-25.
 un sito internet (indicare la data di consultazione e la
data dell’ultima modifica).
www. italinemo.it (ultima modifica : 16 gennaio
2005; consultato il 13 maggio 2005).
5.3.2. Per un’opera citata precedentemente (ma non nella nota
subito prima), si usa un riferimento abbreviato o forma di
rimando:
Franco Musarra, I cerchi insulari in Bonaviri, cit., p. 39.
5.3.3. Se un’opera citata è identica a quella citata nella nota
precedente, si può usare un riferimento abbreviato :
Ivi, p. 40.
5.3.4. Se anche la pagina è identica si usa :
Ibid. (o varianti Ib. o Ibidem)
Alcune osservazioni
1. Per i nomi degli autori si usa a volte il MAIUSCOLETTO (facoltativo)
2. Si possono usare i nomi puntati (U. Eco) o i nomi estesi
(Umberto Eco); entrambi gli usi sono consentiti, ma è
importante evitare le oscillazioni.
3. Per testi citati ripetutamente (ad es. un romanzo analizzato) si
può eventualmente adoperare un sistema di sigle /
abbreviazioni (es. di una prima nota: «U. Eco, Il nome della
rosa, Milano, Bompiani, 1980 – d’ora in poi NR, seguito dal
numero della pagina»; nelle note successive si troverà quindi
«NR, p. 18», «NR, p. 20», ecc.).
4. È consentito usare anche il sistema « data +nome: n. di
pagina » (il cosiddetto « sistema americano », es. ECO 1980:
20), ma in quel caso anche la bibliografia va organizzata nello
stesso modo.
6. La bibliografia
Si può optare per un elenco alfabetico unico, o per un elenco
organizzato per categorie di scritti. Se la bibliografia è piuttosto lunga
(più di una pagina) è preferibile la seconda soluzione.
I criteri di suddivisione della bibliografia si stabiliscono in funzione
dell’argomento. Per la bibliografia di uno studio monografico (dedicato
ad un solo autore), è indicata la seguente suddivisione: (1) opere
dell’autore (eventualmente suddivise per genere : poesia, prosa,
saggistica) (2) studi sull’autore, (3) opere di carattere generale. Per uno
studio dedicato ad un argomento teorico o concettuale si possono
scegliere altri criteri.
Alcune osservazioni
1. Il primo criterio è l’ordine alfabetico dei nomi degli autori, il
secondo criterio è la cronologia.
2. Opere di miscellanea si possono classificare o sotto la sigla Aa.
Vv., o sotto il nome del primo curatore.
3. In generale si menzionano tutti gli studi che sono stati
importanti ed utili durante la preparazione e la stesura del
lavoro. Si possono anche menzionare opere che non sono citate
in modo esplicito nel corpo del testo ; inversamente si possono
omettere dalla bibliografia opere citate solo occasionalmente
nel corpo del testo.
4. Non è necessario citare opere di consultazione generiche
(dizionari, enciclopedie ; che si consulti anche qualche dizionario
nel corso della stesura di una tesi è piuttosto evidente.