IL GRUPPO 85 anni di storia per renner herrmann
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IL GRUPPO 85 anni di storia per renner herrmann
pubblicazione privata a periodicità variabile distribuita in proprio da Renner Italia spa o dalla sua rete vendita. numero tre estate 2011 IL GRUPPO 85 anni di storia per renner herrmann UNO DI NOI italo monduzzi il primo pensionato SPORT al fianco di granamica e juventus academy RENNER ITALIA COMPANY TO WATCH 2011 nel settore pitture e vernici per l’industria VERNICI RENNER ITALIA Oltre la tua generazione. Proteggiamo ciò che amiamo, rispettiamo l'ambiente, custodiamo nel tempo le cose importanti. Per te e per il tuo futuro. Via Ronchi Inferiore, 34 - 40061 Minerbio (BO) Italy - T. +39 051 6618 211 F. +39 051 6606 312 www.renneritalia.com direttore LUIGI MAESTRAMI coordinatore LUCA FOTIA editore RENNER ITALIA SPA via ronchi inferiore 34 - 40061 minerbio (bologna) tel +39 051 6618211 fax +39 051 6606 312 art director FRANCESCO VARONE progetto grafico e impaginazione ALTRAFORMA www.altraforma.net stampa CANTELLI ROTOWEB numero tre estate 2011 pubblicazione privata a periodicità variabile distribuita in proprio da Renner Italia spa o dalla sua rete vendita. 04 CHI SIAMO Gruppo Renner Herrmann Una solida certezza 07 LA RICERCA Le vernici igienizzanti e gli ioni Silver Defense 08 LA SQUADRA Il Sud raccontato da Enrico Buonanno 10 IL PERSONAGGIO Italo Monduzzi Il primo pensionato 11 ATLETICA LEGGERA Bertolin, Cenacchi e Nannetti, maratoneti a Stoccolma AZIENDA SANA IN CORPORE SANO La nostra azienda è stata definita “Company to watch 2011”, ovvero impresa modello nell’ambito del settore vernici per legno. Il riconoscimento conferitoci dal prestigioso istituto Databank – Cerved Group, gruppo leader in Italia nel campo della business information, ci gratifica. Il diploma è stato assegnato per aver ottenuto una performance di vendita al di sopra della media settoriale e un buon livello EBITDA/ricavi. Ma anche perché abbiamo consolidato una posizione di leadership nel settore; conquistato uno o più punti di vantaggio competitivo sui principali fattori critici di successo; acquisito un elevato potenziale di crescita nel breve e medio termine; attuato particolari strategie di innovazione. La nostra è un’azienda sana. Che suda ogni giorno per mantenersi tale in un momento assai complesso. Mentre chiudiamo questo numero di Renner Style (fine luglio), Confindustria lancia l’allarme: crescita nulla e consumi fermi in Italia nel terzo trimestre 2011. Districarsi, emergere e distinguersi in questo contesto industriale dipende solo da noi. Il terzo numero di Renner Style dedica buona parte delle sue pagine allo sport. Dalla sponsorizzazione della Granamica, società calcistica di Granarolo, Minerbio e Ca’ de Fabbri, alla spedizione in Svezia di una pattuglia di renneristi per la Maratona di Stoccolma. Dalla divisa logata Renner Italia del ciclismo Due Torri alla scoperta, tra le fila del nostro collaudo dei prodotti a solvente, di un vero e proprio campione delle arti marziali. È un’azienda che ci piace fotografare quella che corre, combatte, dà tutto, getta il cuore oltre l’ostacolo. Un’azienda che stacca la spina per la pausa estiva con fiducia. Buone ferie a tutti. Luigi Maestrami direttore commerciale Italia CHI SIAMO tempo di lettura: 4’ 00’’ Il Gruppo Renner Herrmann 85 anni di storia 2.000 dipendenti 06 Questo racconto ha inizio in un vecchio magazzino del quartiere dei naviganti a Porto Alegre, in Brasile, nel lontano 1927. C’era una volta una piccola società, la Renner Koepke & Cia. Ltda., che estraeva pigmenti in un macinacaffè. Da allora son trascorsi 85 anni, il macinino si è trasformato nei laboratori per vernici con la tecnologia più all’avanguardia e quella minuscola realtà si è via via ingigantita, fino a diventare il solido Gruppo Renner Herrmann. La giovane storia di Renner Italia, dunque, s’innesta in un albero dalle radici profonde. In principio le attività del Gruppo Renner Herrmann si concentrarono esclusivamente sulla formulazione e la produzione di vernici. Un settore, quest'ultimo, che resta la principale fonte di fatturato del gruppo. Oggi, però, Renner Herrmann - con 2.000 dipendenti e un fatturato che nel 2010 ha raggiunto quota 500 milioni di dollari - vanta credibilità e solidità in segmenti tra loro assai differenti come quello degli imballaggi metallici, della riforestazione, dei derivati del latte, dei mobili e del legname. Con 10 impianti industriali dislocati in 6 paesi e attraverso canali di distribuzione presenti in 65 nazioni, le imprese di Renner Herrmann si distinguono non solo per l'innegabile qualità dei loro prodotti, ma anche per la sostenibilità ecologica degli stessi. Le realtà industriali che, oltre a Renner Italia, sono raggruppate in Renner Herrmann sono Renner Sayerlack, madre nobile di Renner Italia, che da San Paolo vanta la leadership del settore vernici per legno sull’intero continente, Metalgrãfica Renner, Renner Protective Coatings, Flosul Madeiras, Iby Móveis, e Relat S.A. In queste pagine scopriamo le altre realtà del gruppo. Riferimento internazionale per tinte e vernici per il legno A più di 40 anni dalla nascita, Renner Sayerlack in America Latina è la maggiore azienda produttrice di vernici per il legno. Renner Sayerlack controlla il pacchetto azionario di maggioranza di Renner Italia e all'interno della Renner Global Alliance, network mondiale specializzato nella produzione e nella distribuzione delle migliori vernici per il legno, è impegnata sul fronte delle Americhe. Certificati ISO 9001, gli stabilimenti di Renner Sayerlack sono ubicati nello stato di São Paulo (Brasile). L'azienda è altamente specializzata in prodotti per l'industria mobiliera a cui ha dedicato un intero Laboratorio ricerca e sviluppo. Renner Sayerlack ha chiuso il 2010 con 114 milioni di euro di fatturato e conta di sfondare il tetto dei 130 milioni a conclusione di quest’anno solare. Più di 43.000 le tonnellate di vernici vendute. Nel 2011 l’azienda punta a incrementare la produzione di quasi 3.000 tonnellate. Infine, sono 720 i dipendenti impiegati. LINEA DI PRODOTTI Renner Sayerlack vanta più di 12.000 formule di prodotti per il decoro, la protezione e la manutenzione del legno e dei suoi derivati. Fortemente sensibile alle tematiche della sostenibilità ambientale, l'azienda è ben presto divenuta leader nella produzione di tinte e vernici a base acqua e a base acqua UV. Attraverso il Progetto SIM (Soluzioni Illimitate per il Legno), Renner Sayerlack incentiva i clienti a superare ogni limite per trasformare un qualsiasi pezzo di legno in un prodotto capace di incantare. Per questo motivo, l'azienda agisce da partner assumendo l'impegno di creare e sviluppare prodotti unici. Il cartello industriale di cui fa parte Renner Italia. Vocazioni e potenzialità da scoprire nelle sintetiche schede in queste pagine Tradizione e qualità negli imballaggi metallici. Specialista nella fornitura di imballaggi metallici per qualsiasi impresa, Metalgráfica Renner in 70 anni di attività si è costruita una precisa reputazione. E cioè quella di un'azienda capace di offrire prodotti di elevata qualità con massima puntualità nelle consegne. L’impresa vanta certificazione IS0 9001 e opera sul territorio brasiliano con due impianti industriali. LINEA DI PRODOTTI Metalgráfica Renner produce taniche da 3,6 litri; confezioni da 18 e 20 litri; barattoli quadrati e omologati (risoluzione ANTT 420) da 18 litri; barattoli da 1 litro, 5 litri, 0,16 e 0,32 litri; barattoli con diametro di 0,99 mm; barattoli decorativi di vari modelli, misure e formati. Offre anche prodotti unici e differenziati come il Tampa Security®, sistema di chiusura esclusivo con anello da tirare e membrana flessibile in plastica, per facilitare l’apertura del coperchio e ridurre i rischi di lesioni e ossidazioni sulle estremità taglienti. Un altro prodotto esclusivo e unico è il barattolo conico a due pezzi, un imballaggio multifunzionale con chiusura a vuoto e senza cuciture. Il barattolo a due pezzi riduce l’area di immagazzinaggio di barattoli vuoti fino all'82% grazie alla sua configurazione conica. Questo imballaggio ha vinto il primo premio nella categoria alimenti/due pezzi nell’edizione 2010 del "Can of The Year Awards / The Canmaker Magazine", considerato il riconoscimento più importante del mondo per il settore. Alte prestazioni contro la corrosione. Renner Protective Coatings produce vernici e rivestimenti anti corrosivi di ultima generazione. L'azienda, che fa della ricerca e dello sviluppo uno dei propri pilastri, opera in collaborazione con i più qualificati enti certificatori e possiede le certificazioni ISO 9001 e ISO 14001. Renner Protective Coatings, nel quadro del rispetto delle legislazioni internazionali in materia, si propone di prevenire e ridurre gli impatti ambientali ed ecologici. Questo atteggiamento è stato riconosciuto con l’omologazione IMO/PSPC (International Maritime Organization/Performance Standard for Protective Coatings). Si tratta di una norma internazionale da ottemperare per accedere alla fornitura di vernici in cantieri impegnati nella costruzione di navi con peso lordo superiore alle 500 tonnellate. L'omologazione IMO/PSPC è garanzia di protezione anticorrosiva dei serbatoi di zavorra e accredita Renner Protective Coatings come fornitrice globale. LINEA DI PRODOTTI Da più di 45 anni Renner Protective Coatings fornisce una linea completa di prodotti e sistemi anticorrosivi per la protezione di navi, piattaforme marittime, impianti portuali, complessi chimici e petrolchimici, siderurgici, imprese generatrici e distributrici di energia, fabbricanti di beni di capitale, centrali e industrie in generale, costantemente esposte ad agenti aggressivi e corrosivi. >>> CONTINUA A PAG 6 Legni e mobili prodotti all'insegna della sostenibilità ambientale. Flosul ha più di 50 anni di tradizione nella produzione di eucalipti e pini per le più diverse finalità. La sua riserva forestale è stata la prima del Rio Grande do Sul e una delle prime del Brasile a ricevere il marchio internazionale di certificazione di gestione responsabile FSC (Forest Stewardship Council). Le foreste Flosul vengono gestite con le più moderne tecniche di piantagione. L'azienda mantiene dei programmi di ottimizzazione e di produttività attraverso la selezione e la clonazione di alberi superiori e la pianificazione giudiziosa dei raccolti basata su un continuo inventario forestale. Creata nel 2009, la Iby è il braccio della Flosul dedicato alla produzione di mobili secondo le moderne tendenze mondiali di design ed è al 100% concepita e pianificata per agire nel rispetto dell'ambiente. Così, come la Flosul, la Iby Móveis utilizza nella fabbricazione dei suoi prodotti legni di altissimo livello provenienti da foreste gestite secondo rigorosi standard internazionali e certificate col timbro FSC. Iby Móveis applica sui suoi mobili tinte e vernici a base acqua. >>> SEGUE DA PAG 5 LINEA DI PRODOTTI Flosul lavora con le linee di legno tagliato, legno trattato e prodotti forestali che vengono utilizzati dall'industria mobiliera, da quella edile, o per la generazione di energia e l'innesco di processi industriali come la produzione di MDF (pannelli di fibre di media densità) e cellulosa. Iby mette a disposizione una linea completa di mobili di qualità per la casa e il giardino. Realizza inoltre progetti per aree commerciali e aziendali. Trasforma il siero di latte in opportunità. Relat è stata costituita nel 2008 e ha inaugurato la propria fabbrica di ultima generazione nel 2010. Ha l'obiettivo di trasformare l'inquinante siero di latte liquido (proveniente dalle latterie) in siero di latte in polvere. L'azienda conta su una moderna unità industriale che lavora ogni giorno circa 1.200.000 litri di siero a partire dagli scarti della mozzarella e del siero dolce, trasformandoli in elementi reimpiegabili dall'industria degli alimenti. Relat è la maggiore azienda di lavorazione del siero di latte della regione sud e una delle maggiori del Brasile, e il suo impianto industriale è localizzato nell'epicentro di un grande bacino lattiero. LINEA DI PRODOTTI Il siero di latte in polvere Relat è commercializzato in confezioni da 25 kg. A causa della concentrazione dopo la trasformazione, il prodotto ottenuto può essere facilmente immagazzinato e trasportato. La polvere proveniente è utilizzata nella fabbricazione di alimenti. L'industria panificatrice ne fa biscotti, pani e paste. Il siero di latte in polvere fa parte anche della composizione di gelati, cioccolate, bibite isotoniche, bibite lattee e latti modificati. Nell'alimentazione animale il suo utilizzo è molto importante nella composizione dei mangimi. RICERCA E SVILUPPO tempo di lettura: 2’ 00’’ Uno scudo d'argento per il legno Gli ultimi ritrovati del Laboratorio R&S - acqua per interni. Due additivi che inibiscono la crescita e la proliferazione dei germi. Il chimico Marco Mobili: soluzioni per ambienti altamente sensibili all’igiene Gli ultimi nati nel Laboratorio ricerca e sviluppo per prodotti all'acqua da esporre all'interno sono gli additivi Silver Defense. AY M433, per finiture a base acqua, e AF M466, per finiture a base solvente, trasformano le vernici per il legno in una formidabile barriera contro i nemici dell'igiene. «Questi prodotti – spiega il chimico Marco Mobili (nella foto) – sono ideali per aree ad alti standard igienici. Mentre eravamo impegnati a formularli pensavamo sia a locali aperti al pubblico che, per particolarità di servizio, presentino esigenze igienizzanti, sia in locali privati che, per una più marcata salubrità degli ambienti, richiedano attitudini igienizzanti». Quindi, non solo studi dentistici, sale d'attesa presso studi medici, asili e scuole, luoghi di culto, palestre, piscine, saune, centri estetici, luoghi in cui è consentita la somministrazione di alimenti come ristoranti, mense, panetterie, bar, frutterie; ma anche camerette, bagni, cucine, parquet, cucce per animali d'affezione… Ma come funziona il principio attivo alla base di questi portentosi ritrovati? Gli ioni di argento, a contatto con un ampio spettro di microbi e batteri, ne impediscono la crescita e la riproduzione. Gli additivi Silver Defense dispiegano la loro efficacia nel momento in cui un microrganismo entra in contatto con gli ioni di argento presenti sulla superficie del legno protetto da vernici Renner Italia. Le caratteristiche igienizzanti resistono nel tempo: dalla miscelazione con la finitura per tutta la durata del rivestimento, e dunque sia nello stato liquido che solido. In effetti, per la loro natura minerale, gli ioni d'argento mantengono inalterata la propria condizione giacché incapaci di evaporare. Inoltre, in quanto incapsulate in una matrice vetrosa, queste microparticelle non possono essere asportate durante la pulizia del manufatto in legno. Al contempo, i potenti additivi Silver Defense non alterano le caratteristiche delle vernici relative alla pericolosità per la salute e all'idoneità al contatto con gli alimenti. Silver Defense, come ogni gamma studiata dal Laboratorio ricerca e sviluppo di Renner Italia, pone al centro della sua formulazione il rispetto per l'uomo e l'ambiente. È lunga la lista dei microorganismi “disarmati” dai Silver Defense Renner Italia: Staphylococcus aureus (MRSA), Enterococcus faecalis (VRE), Bacillus subtilis, Streptococcus faecalis, Streptococcus pyrogenes, Cor ynebacterium xerosis, Microcuccus luteus, Listeriamonocytogenes, Listeria welshimeri, Escherichia coli (ESBL), Enterobacter aerogenes, Legionella pneumophila, Pseudomonas aeruginosa, Salmonella enteritidis, Salmonella typhimurium, Klebsielle aeruginosa, Salmonella typhimurium, Vibrio parahaemolyticus, Aspergillus niger, Penicillium funiculosum, Chaetomium globosum, Gliocladium virens, Aureobasidium pullulans, Cladosporium cladosporoides, Penicillium citrinum, Candida albicans, Saccharomyces cerevisiae, Chlorella pyrenoidosa, Scenedesmus quadricauda, Selenastrum capricornutum, Oocystis vulgaris, Skeletonema costatum. COMMERCIALE ITALIA tempo di lettura: 3’ 00’’ Se Vitiello è megl'e Buffon Buonanno racconta il suo Sud Intervista al capoarea nel Mezzogiorno Alcuni protagonisti della forza vendita nel Mezzogiorno immortalati durante la riunione agenti 2011 “Quando vieni al Sud piangi due volte: quando arrivi e quando te ne vai”. Enrico Buonanno, in realtà, dispensa solo sorrisi e alla citazione tratta dal film "Benvenuti al Sud”, campione ai botteghini di un anno fa, non sembra attribuire molta importanza. «Persiste l'idea che la parte meridionale del Paese sia un mero luogo di vacanza - riflette a voce alta il capoarea Renner Italia -. In realtà per Renner Italia il Sud è esattamente come il Nord: una terra in cui si lavora, si lavora e si lavora. La clientela, giù per lo Stivale, va conquistata e fidelizzata con le stesse ricette impiegate altrove. Qualità totale dei prodotti ed efficienza dei servizi. E poche chiacchiere». La squadra capitanata da Buonanno è molto affiatata e ogni elemento ha caratteristiche che rendono particolarmente variegato il patrimonio umano di Renner Italia versione Mezzogiorno. Enrico, è un gruppo molto ben amalgamato il tuo… «Sì. Un gruppo molto ben assortito che presenta elementi che hanno caratteristiche complementari tra loro. Insieme, formano una compagine capace di affrontare ogni sfida. Proprio come una collaudata squadra di calcio». Ti propongo un gioco. Attribuiamo un ruolo a ogni elemento. Permetterà a chi ci legge di conoscere un po' di più chi fa circolare i prodotti Renner Italia al Sud. «Ci sto». Ciro Vitiello. Mister, dove lo fai giocare? «In porta. È un giocatore che sa incassare i fendenti nei momenti difficili. Con un pizzico di follia. Qualche tempo fa leggevo che Gianluigi Buffon, portiere azzurro campione del mondo, durante 08 le partite parlava da solo. Ecco, da questo punto di vista Vitiello è uguale uguale a Buffon…». Somaticamente siamo piuttosto distanti, però... E se dico Aldo Aversa? «Aldo è un cursore di fascia. Fa la spola tra la difesa e l'attacco, tra la Calabria e la Sicilia, copre tutto il settore. Ha dei numeri e, come tutti gli estrosi, è un po' permaloso. Lo vedo bene come ala sinistra. Per citare un suo mito del passato, essendo lui catanzarese, direi che è il Massimo Palanca della Renner. Gli mancano solo i baffi». Ottavio e Donato Romanelli. «Ottavio l'Archimede di centrocampo e Donato il Buono. Come Gattuso hanno sette polmoni. Non si risparmiano mai. A centrocampo, con loro, la concorrenza non passa». Pierluigi Macchia. «Difensore centrale vecchio stile. Il nostro Pietro Vierchowod. Rissoso quanto basta. O palla, o stinco». Parliamo della pattuglia dei calabresi. Tonino Belvedere, Francesco Esposito, Adriano Ruffo, Piero Salerno e Nunzio Picarelli. Ovvero la Colora. «In quanto cosentini, masticano poco di calcio. Anche se hanno il grosso pregio, generalmente, di simpatizzare per il Napoli. Una dote che uno come me non può trascurare. In effetti, soltanto uno di loro non ha a cuore le sorti azzurre e, proprio per questo motivo, in una ideale squadra sarei tentato di fargli fare molta panchina». Non mi sembra un buon motivo. «Il Napoli è una cosa seria. Sul Napoli non tratto». Passiamo alla Sardegna. Cosa pensi di Nicola Sanna? Enrico Buonanno «Qui siamo al cospetto del centravanti: il Gigi Riva di Renner Italia. Bomber indiscusso. Capocannoniere della Rio Verde con 17 punti vendita conquistati nel 2010. È uno di quegli attaccanti che getta il cuore oltre l'ostacolo, senza paura dell'avversario». E' il turno di Massimo Colomasi. «Se Aversa è l'ala sinistra, Colomasi è il suo dirimpettaio di destra. Con Aversa condivide permalosità e generosità. È decisamente il suo erede». Michele Campopiano. «Tanto di cappello: è numero 10, senza dubbio numero 10. Elegante come nessun altro, la sua visione di gioco gli permette di anticipare le mosse e gli assist vincenti». Franco Occhipinti. «Dà colore alla squadra. È un giocatore eclettico. Un jolly». Il trio siculo composto da Saverio Mirrione, Vincenzo Leto e Daniele Zumbo. «Giovani fluidificanti per una linea mediana dinamica ed effervescente. Figli d'arte dal sicuro avvenire». E Pierluigi Rizzi? «Barese, estro, colpi di testa. Se provi a confinarlo nella clausura del ritiro, non ci riesci. Praticamente Cassano». Agatino Pignataro. «Libero vecchio stile: ultimo baluardo prima di Vitiello in porta». Libero, stopper, ala… Mister, hai un gergo decisamente obsoleto. In panchina più che Mourinho, ricordi Ottavio Bianchi. «E chi ha detto che Mourinho sia meglio del mitico Bianchi?». Luca Fotia SPORT PER TUTTI Le nuove divise dell'Asd 2 Torri di Bologna Il logo Renner Italia campeggia sulle nuove sgargianti divise rossoblù dell'Asd 2 Torri di Bologna. Come anticipato nel precedente numero di Renner Style, la nostra azienda ha deciso di sostenere la società dilettantistica con sede a Pianoro che si prefigge di rimuovere, attraverso il ciclismo, le barriere causate dalla disabilità. Così, il nostro marchio è già stato avvistato sulle strade dei Campionati nazionale, regionale e provinciale 2011 di cicloturismo, del Giro delle Valli bolognesi e di quelle di Comacchio e del Gran fondo permanente che si corre tra Valle Savena, Reno, Samoggia, Idice e Sillaro. Il primo pensionato made in Renner Italia Il baffo di Italo Monduzzi taglia l'agognato traguardo, ma non lo perderemo di vista Alla mattina presto sparge buon umore canticchiando il meglio (o il peggio, dipende dall'umore di chi l'ascolta) del repertorio della musica leggera italiana. Macchinetta del caffè come fronte del palco, bicchiere in mano e Maledetta primavera di Loretta Goggi intonata sotto i baffoni. Italo Monduzzi è il primo pensionato made in Renner Italia. Va in pensione e, a dirla tutta, non ci mancherà. Non si fraintenda: non ne avremo nostalgia per il semplice motivo che, da consulente, non lo perderemo di vista. Bazzicherà sempre via Ronchi Inferiore. Naturalmente quando la sua bravura di tecnico non lo costringerà a prestare manualità e intelligenza ai clienti. Direttamente a domicilio. Per farsi strappare due battute, il per nulla schivo Italo Monduzzi si fa braccare un mesetto abbondante. È pieno di impegni, dice. L'agenda fitta fitta. Battute di pesca e pennichelle. E poi c'è la storia del suo cachet: «Quanto mi paghi se ti rilascio un'intervista?». Neanche fosse una rockstar. «Italo Monduzzi, nato a Imola il 20 dieci 1955, coniugato, codice fiscale MND…». No, fermo. Non ci interessa. È l'intervista del primo pensionato Renner Italia. Non un controllo della Guardia di Finanza. Facciamo le cose in ordine. Dal primo aprile 2011, dunque, ha tagliato l'agognato traguardo. Come ha vissuto i primi mesi dopo il giro di boa? «Il primo mese e mezzo me lo sono concesso di dolce far niente». Panchina, giornale e bocciofila? «Pennichella, full immersion in famiglia, in centro in bicicletta, pesca. Ma ora riprendo a collaborare come consulente». Quarant'anni di lavoro e non sentirli. «I primi dieci da un artigiano, poi 24 anni e 9 mesi per la 3L, che è una delle più grosse cooperative produttrici di infissi, come responsabile della verniciatura. Infine, nel 2004 sono approdato a Minerbio». Dopo 34 anni di attività, una scelta coraggiosa. «Mia suocera non si capacitava. Non capiva il perché di quella decisione a un passo dalla pensione. Però, quello del tecnico d'assistenza era un lavoro che mi era già stato proposto 25 anni prima e mi stuzzicava. All'epoca non avevo potuto accettare perché i tempi 10 erano incompatibili con la quotidianità del padre di famiglia. A cinquant'anni, con i figli grandi, mi son detto: ma sì, facciamolo. Conoscevo Benni, Carrelli, Nanni… Riponevo troppa stima in loro per non dire sì. Il resto l'ha fatto Aldrovandi». Come lo vede il futuro di Renner Italia? «Roseo. Ma molto dipenderà dalla mentalità. Quest'azienda crescerà, ma è importante che non perda lo spirito che ne ha animato i primi passi. Continuate così». Dall'alto della sua esperienza, quale consiglio si sente di dare alla nuova leva di tecnici? «Mantenere un cliente non è semplice. Deve avere fiducia in coloro che curano l'assistenza. Per questo, ai miei colleghi mi sento di dire soltanto che l’approccio è importante: ascoltare, ascoltare e ascoltare. Senza mai sentirsi arrivati. Se fai il tuo lavoro onestamente, si percepisce. Il lavoro onesto paga sempre e determina la creazione di rapporti umani, prima ancora che professionali». Non ha ancora 56 anni ed è già in pensione. La posso definire un “baby pensionato”? Se lavorasse nel pubblico impiego, Renato Brunetta l'additerebbe a privilegiato… «Dopo 40 anni di lavoro, la pensione uno se l’è sudata». Parliamo del suo futuro. «Tre giorni alla settimana lavorerò ancora per Renner Italia». E nei restanti quattro? «D’estate pescherò in mare, dato che l'attività in lago si è conclusa. Poi, a casa c'è sempre qualche lavoro da fare. Mi occuperò di restauro e riparazioni di vario genere». Ne approfitti per pubblicare un annuncio che reciti: “Baby pensionato, specializzato, offresi gratuitamente per piccoli lavori domestici”! «Assolutamente no. Sono tutte attività di carattere hobbistico che svolgerò per me stesso». Peccato. Avevo giusto una persiana un po' deteriorata. Italo, ultima riflessione: un buon proposito per gli anni della pensione. Ad esempio: smettere di fumare. «Con calma. Non vorrei dare troppa importanza alla cardiologa che mi ha fatto il tagliando dei 55 anni». Bertolin, Filippide rennerista a Stoccolma Il chimico copre i 42.195 metri della maratona scandinava in 3h11’. Un risultato fantastico. Cenacchi e Nannetti, nella delegazione bolognese, arrivano al traguardo in 4h27’ Si dice che la storia la facciano i vincitori. Ora, il non agonista Lorenzo Bertolin lo scorso 28 maggio non ha tagliato per primo il traguardo della prestigiosa Maratona di Stoccolma. Per la cronaca, tanto per cambiare primo è arrivato un etiope: Shumi Gerbaba (2h14’17’’). Tuttavia, con un dignitosissimo 3h11’00’’, il giovane chimico è indubbiamente il vincitore del derby d’atletica interno a Renner Italia. Pertanto, non ce ne vorranno Tommaso Cenacchi e Michele Nannetti, che completavano (insieme a Tiziano Buffadini out per un infortunio) la spedizione in Svezia, se la 33ª edizione della gara scandinava la facciamo commentare allo Speedy Gonzales nostrano. Bertolin è stato capace di anticipare di un’ora e sedici minuti gli altri due podisti bolognesi. Un’eternità che merita una domanda. Lorenzo, come hai trascorso tutto quel tempo in solitudine? «Bah, ho preso una birra e mangiato un hamburger. In qualche modo dovevo pur ammazzare il tempo…Però, non ho sofferto la solitudine». Hai temuto, dopo sessanta giri d’orologio, che Cenacchi e Nannetti non arrivassero al traguardo? «Devo dire che i due lamentavano mille acciacchi. Però, ho sempre fortemente creduto che ce la facessero». Qual era il tempo limite che ti eri dato prima di contattare il più vicino pronto soccorso per verificare la presenza di Cenacchi e Nannetti tra i degenti da riabilitare? «Ero troppo impegnato a bere birra per pensare a quest’eventualità. E poi, ripeto: ero fiducioso che completassero 42.195 metri della maratona». Un incrollabile ottimismo… «Derivante più che altro dalla preparazione atletica che i due avevano fatto con me». In effetti, prima di quella data vi si vedeva occupare l’ora di pausa pranzo con l’attività sportiva. «Ci siamo allenati quattro giorni alla settimana per due, tre ore al giorno. Almeno due volte alla settimana correvamo nove chilometri insieme. E poi non dimenticavamo di dedicare parte delle nostre fatiche alla velocità». Devi ancora compiere 30 anni. Ammetterai che l’età ha giocato un ruolo fondamentale e fatto da spartiacque tra te, Nannetti e Cenacchi. «Non saprei. Io sono un mostro di pigrizia. Corro da pochissimo. Ho anche un’ernia del disco e il podismo mi aiuta a non sentire dolore». Qualsiasi medico sconsiglia la corsa a chi soffre di ernia del disco… «Che dire? Io funziono al contrario». Perché avete scelto proprio la Maratona di Stoccolma? «La decisione è stata presa da Michele Nannetti. Un po’ per la temperatura fresca, un po’ perché Nannetti pretende di correre soltanto maratone con più di 15.000 partecipanti. Al di sotto di quella cifra non le prende nemmeno in considerazione». Quali sono i prossimi appuntamenti in calendario? «Stavamo pensando di iscriverci alla Maratona di Amsterdam o di San Pietroburgo nel 2012». Sei proprio sicuro che i criteri di scelta della competizione sportiva dipendano dal numero dei partecipanti e non dallo standard di bellezza femminile? «Confermo che la nostra è una valutazione che dipende esclusivamente dal numero di partecipanti». Sarà… Ultimo quesito: cosa vi rimarrà di questa esperienza di Stoccolma? «Una straordinaria esperienza vissuta insieme e la bellezza di una città ricca di storia e con un centro storico fantastico da percorrere con le scarpe da runner ai piedi». ULTIM’ORA - Al momento dell'invio di questo giornale alle stampe, Tommaso Cenacchi e Michele Nannetti, venuti a conoscenza dell'intervista di Lorenzo Bertolin, hanno rivendicato il diritto di replica che gli verrà accordato nel prossimo numero. SPONSORIZZAZIONI tempo di lettura: 3’ 30’’ Al fianco di Asd Granamica e Juventus Academy 12 Il teatro di Palazzo Minerva di Minerbio ha celebrato l'adesione dell'Associazione Sportiva Dilettantistica Granamica, a partire dalla stagione 2011/12, al progetto Juventus National Academy. Granamica, club nato dalla fusione delle realtà calcistiche delle comunità di Granarolo, Minerbio e Ca' de Fabbri, nel prossimo triennio potrà vantare sulle proprie divise anche il marchio Renner Italia. La nostra azienda ha inteso porre ancora una volta l'accento sulla propria responsabilità sociale e sull'impegno per il territorio in cui hanno sede gli stabilimenti produttivi. Renner Italia continuerà così a sostenere lo sport, inteso come fattore aggregante, e in particolar modo il prezioso mondo dei vivai. Da ieri, dunque, Granamica è ufficialmente parte della prestigiosa rete di scuole calcio bianconere dislocate sul territorio nazionale. Con l'avvio di questa importante collaborazione, i circa 300 baby calciatori tra i 6 e i 12 anni potranno avere accesso ai valori, alla metodologia d'apprendimento e ai servizi offerti dalla blasonata Juventus. «Siamo positivamente colpiti dalla intraprendenza della dirigenza e dalla fattura degli impianti sportivi a disposizione della Granamica - ha spiegato Andrea Maccaron, responsabile progetti Italia di Juventus Soccer School -. Il nostro obiettivo sarà innanzitutto quello di formare, attraverso gli stage in programma a Vinovo e a Torino, la squadra dei tecnici. Vogliamo che i bambini crescano con quelli che sono i valori dello sport in cui la Juventus si riconosce. Prim'ancora che l’aspetto tecnico, a noi interessa quello umano perché, per una giovane promessa che magari riuscirà un giorno a mettere piede in uno stadio di serie A, ci saranno tanti altri ragazzi che non ce la faranno e che dovranno comunque avere imparato a coltivare uno spirito vincente senza dimenticare l'utilità e la normalità della sconfitta».Tra i servizi offerti dalla Juventus National Academy la supervisione in loco dell'équipe bianconera che affronterà tematiche tecnico-didattiche, ma anche gestionali; la possibilità di disputare amichevoli con i parietà juventini; l’organizzazione di raduni in presenza di osservatori; la partecipazione al torneo Academy Cup. In più, ogni bambino potrà vestire le divise della Juventus National Academy. L’iniziativa è stata salutata con favore dai due sindaci di Minerbio, Lorenzo Minganti, e Granarolo, Loretta Lambertini. Il presidente del l'area giovanile dell'Asd Granamica, Enrico Sabattini, a suggello dell'intesa con la Juventus ha ricevuto in dono una maglia autografata da Alessandro Del Piero. Infine, il legame tra Renner Italia e Granamica sarà ancora più stretto grazie alla presenza in panchina della prima squadra (militante nel campionato dilettantistico di Seconda categoria) di Gianni Mazzoni, responsabile del reparto produttivo aziendale. Mazzoni, l'anno scorso alla guida tecnica del Calderara di Reno, ha intrapreso la nuova avventura con entusiasmo e fiducia in un campionato di buon livello. Della pattuglia Renner Italia negli spogliatoi della Granamica anche il centrocampista Mattia Menarini. E CON MAZZONI SI PUNTA ALLA PROMOZIONE Il responsabile degli impianti alla guida tecnica della prima squadra La prima squadra dell'Asd Granamica si affida all'esperienza e alla voglia di vincere del nostro responsabile degli impianti: Gianni Mazzoni. Sarà lui, infatti, a guidare dalla panchina la compagina del comprensorio. «Puntiamo a sbancare il campionato dilettanti di seconda categoria - non ne fa mistero Mazzoni -. È una squadra decisamente costruita per far bene. Avrebbe in sé le potenzialità per vivere un dignitoso campionato di prima categoria. Quindi, nella divisione inferiore non possiamo che puntare a recitare un ruolo da capolista». Mazzoni porta in dote con sé lo zoccolo duro del Calderara di Reno, l'anno scorso in prima categoria. Otto elementi che andranno a rinfoltire la rosa. «Ragazzi che conosco bene – sottolinea l'allenatore – e che mi danno grossa affidabilità». Prima del Calderara, Mazzoni aveva diretto compagini come il Molinella, il Malba e la Pianorese. Sempre in categorie superiori. Quella di quest'anno è una bella sfida anche a livello personale: contribuire con il suo lavoro ad accrescere la visibilità sportiva del territorio nel panorama dilettantistico emiliano. Non perdendo mai di vista, comunque, l'essenza dello sport: ovvero divertirsi. «Fosse per me giocherei con moduli spiccatamente offensivi, con la difesa a tre – conclude Mazzoni -. Tuttavia, bisogna fare i conti con il patrimonio tecnico che l'organico propone e cucire lo schema tattico addosso alla squadra a disposizione». Cinquantaduenne, nel suo passato di calciatore Mazzoni ha vestito la divisa delle giovanili del Bologna e quella del Castel Maggiore, del Sant'Agata e del Pianoro, arrivando a calcare i manti erbosi dell'Eccellenza. Per la Granamica fischio d'inizio del campionato 2011/2012 fissato il 12 settembre. La stagione avrà il suo prologo con la Coppa Emilia il 5 settembre. TANTI AUGURI A I migliori auguri dall'azienda per i compleanni di: AGOSTO Benni Lorenzo, Brunelli Maurizio, Di Sparano Dario, Diop Modou, Mastromarino Iolanda, Morselli Michele, Nanni Gabriele, Schiavina Claudia, Stracciari Alberto, Vacca Giorgio, Zagano Carlo, Zamboni Pamela. Sopra la schermata tratta dal sito della Juventus Academy che attesta l’affiliazione della A.S.D. Granamica. Nella pagina a sinistra, il sindaco di Minerbio, Lorenzo Minganti, parla alla platea durante la presentazione del progetto. A destra, la rivista della Asd Granamica (edizione luglio 2011) SETTEMBRE Baronio Jenny, Borghi Ugo, Bovi Maurizio, Colomasi Massimo, Dell’Ova Claudio, Franco Alessandra, Lavarini Lorenzo, Nannetti Michele, Nardo Giuseppe, Pagnoni Enrico, Scarito Giuseppe, Sissa Andrea, Tigrini Alessandra. OTTOBRE Bertolin Lorenzo, Carillo Carlo,Cenacchi Tommaso, Ciminnisi Massimo, Colotti Domenico, Ferrara Francesca, Ferri Mirko, Garnaoui Abdelmjid, Magli Barbara, Magri Gianpietro, Manservisi Stefano, Menarini Mattia, Mugellesi Catia, Parmeggiani Ritamaria, Pavani Mirco, Rapposelli Franca, Sanna Nicola, Tugnoli Andrea, Zanasi Davide. ARTI MARZIALI tempo di lettura: 2’ 00’’ Metti Karate Kid al controllo qualità Storia di Manuel Morale, campione nazionale sul tatami, ragazzo con la passione del solvente in Renner Italia A guardarlo indaffarato nel reparto del controllo qualità nello stabilimento di via Ronchi Inferiore 7, non scommetteresti una puntata in mensa che dietro il sorriso buono di Manuel Morale si celi una poderosa macchina da guerra. Ti aspetti di sorprenderlo mentre mette la cera e toglie la cera, mette la cera e toglie la cera… E invece no. Se ne va in giro con i legnetti e non prova neanche a spezzarli in due parti perfettamente uguali con un colpo di mano. Tuttavia, il longilineo biondo classe 1991, da qualche mese nel gruppo guidato da Luigi Benni, è uno dei migliori karateka del panorama internazionale. Curriculum di tutto rispetto quello del ventenne: cintura nera terzo dan, campione nazionale nella categoria fino a 75 chilogrammi, recentemente si è piazzato settimo al Campionato mondiale. Il tutto sotto l'egida della Fekam, la Federazione europea karate e arti marziali. «Il sogno nel cassetto, nonostante la battuta d’arresto di maggio a Lignano Sabbiadoro - confessa Manuel Morale -, resta diventare il più forte al mondo nella mia categoria. In quest’ottica continuerò ad allenarmi e a perseverare fino al prossimo appuntamento fissato nel 2013». Manuel ha dovuto arrendersi ai quarti di finale contro il suo omologo romeno. In precedenza era andato spedito con due secchi 8-0 e 6-0. Sul tatami rimetterà piede nell’immediato: a ottobre lo attendono i campionati europei in Ungheria e i Campionati mondiali juniores di Caorle. «Sì, senza dimenticare la Coppa Europa per club di settembre», competizione all’interno della quale difenderà i colori rossoblù dell'Asd Karate Bologna. Un impegno importante «anche perché in Italia le società del Nord, fatta eccezione per quelle venete, non annoverano karateka importanti come quelle meridionali. 14 Nel Mezzogiorno questo sport è sicuramente più apprezzato e praticato». Un onore e un onere in più, dunque. Quello di far brillare le due torri in un ambito in cui la città felsinea non ha mai recitato la parte del leone. Quella del karate è una passione che Manuel si porta dietro fin dall’infanzia. Già a quattro anni coltivava l'interesse per le arti marziali e la filosofia che sta alla base di queste nobili discipline: «Per me karate significa accrescimento dell'autostima, consapevolezza dei miei mezzi e capacità di autocontrollo - rivela il tecnico collaudatore -. È merito di mio padre che mi ha trasmesso l’amore per il kimono». In effetti, Manuel è figlio di Luciano Morale, da ultimo avvicendatosi con Raffaele Montenero alla guida tecnica della rappresentativa azzurra. «Al contrario di quanto si potrebbe pensare - mette le mani avanti l'atleta -, la nomina di mio padre ad allenatore della nazionale potrebbe crearmi solo degli imbarazzi. Proprio in quanto mio genitore pretende molto di più da me che dagli altri». Sul piano lavorativo, Manuel si dice felice anche del suo nuovo lavoro e di Renner Italia: «Mi trovo bene qui. Sono sicuro che sia la mia strada», sorride sotto lo sguardo compiaciuto del chimico Luca Palmieri che se lo coccola: «È il mio erede», annuisce bluffando sulle sue capacità di combattente. Bonacci e il rock dell’export Di giorno è impegnatissimo sul fronte tecnico/commerciale dei mercati esteri. Di notte imbraccia la chitarra e si trasforma Il Paolo Nutini della Bassa non è biondo, non è alto e neanche ricco e famoso. Però, con la voce e la chitarra ci sa fare almeno quanto con i poliuretanici. Ti dà appuntamento in una piovosa serata di aprile al Sottotetto Sound Club, ai più noto come Casalone di San Donato (Bologna). Il tempo di una birra ed è già sul palco a collegare fili e ad accordare strumenti. Impiega un minuto abbondante a scandire il nome della band. Il a fait boum!, no, non così, con la U tra BO e la M, spiega al presentatore della mini rassegna di turno. Tutti lì a chiedersi dove siano andati i tempi di una volta, per Giunone, quando un complesso musicale lo si poteva presentare senza rischiare una lussazione alla mandibola. Ma il gusto per i nomi difficili Bonacci & Co. lo portano dietro fin dal 2009 quando si facevano chiamare Big doubts and small patatoes, grandi dubbi e piccole patate, materiale per i rispettivi analisti. Mai banali gli Il a fait boum!. Come il loro sound. Carezza la chitarra e il dottor Domenico Bonacci si trasforma in mister Il a fait boum!: un insospettabile instillatore di ballate. Un rock acustico che talvolta richiama alle orecchie i neozelandesi The Veils, talaltra scomoda con un comprensibile timore di blasfemia un certo Bob Dylan. Pezzi come Naked trees o I should stand up (alcuni dei quali pubblicati e fruibili sulla pagina Facebook del gruppo) si fanno godere. Così, man mano che il piccolo concorso Emergenza Rock entra nel vivo, il passaparola tra gli stabilimenti di Minerbio si fa fitto fitto. E sempre più colleghi Renner Italia decidono di finire sotto il palco sgangherato del Sottotetto a verificare con le loro orecchie se sia vero che il folletto dell'export sia davvero bravo come dicono. Purtroppo, però, le kermesse canore sono fatte per dare i voti. E in finale Il a fait boum! devono rinunciare al primo premio e cioè staccare un biglietto per esibirsi sul prestigioso palco dell'Alcatraz di Milano. Poco male. C'è la consapevolezza di essere arrivati a un passo e soprattutto un album, quello dell'esordio, quasi ultimato. A settembre vedrà la luce il cd omonimo. Distribuzione? «Porta a porta», chiarisce Domenico, che poi aggiunge: «Le mie giornate dovrebbero essere di 48 ore: non ho mai tempo a sufficienza per provare. E poi, come dice l'export manager Manuel Siragna, devo stare sul pezzo e cioè concentrarmi sulle vernici anche nel mio tempo libero». Utilizzare le latte come percussioni potrebbe costituire un ragionevole punto d'incontro. www.15annirenner.com GARAN ZIA 8 ANNI DAL 2012 CON IL PROGRAMMA WORLDWIDE RENNER ITALIA GARANTISCE ALMENO 15 ANNI LE FINESTRE E ALMENO 8 ANNI GLI OSCURANTI Via Ronchi Inferiore, 34 - 40061 Minerbio (BO) Italy - T. +39 051 6618 211 F. +39 051 6606 312 www.renneritalia.com