IL GRUPPO 85 anni di storia per renner herrmann

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IL GRUPPO 85 anni di storia per renner herrmann
pubblicazione privata a periodicità variabile distribuita in proprio da Renner Italia spa o dalla sua rete vendita.
numero tre
estate 2011
IL GRUPPO
85 anni di storia per
renner herrmann
UNO DI NOI
italo monduzzi
il primo pensionato
SPORT
al fianco di granamica
e juventus academy
RENNER ITALIA COMPANY TO WATCH 2011
nel settore pitture e vernici per l’industria
VERNICI RENNER ITALIA
Oltre la tua
generazione.
Proteggiamo ciò che amiamo,
rispettiamo l'ambiente,
custodiamo nel tempo le cose importanti.
Per te e per il tuo futuro.
Via Ronchi Inferiore, 34 - 40061 Minerbio (BO) Italy - T. +39 051 6618 211 F. +39 051 6606 312 www.renneritalia.com
direttore LUIGI MAESTRAMI
coordinatore LUCA FOTIA
editore RENNER ITALIA SPA via ronchi inferiore 34 - 40061 minerbio (bologna)
tel +39 051 6618211 fax +39 051 6606 312
art director FRANCESCO VARONE
progetto grafico e impaginazione ALTRAFORMA www.altraforma.net
stampa CANTELLI ROTOWEB
numero tre
estate 2011
pubblicazione privata a periodicità variabile distribuita in proprio da Renner Italia spa o dalla sua rete vendita.
04 CHI SIAMO
Gruppo Renner Herrmann
Una solida certezza
07 LA RICERCA
Le vernici igienizzanti
e gli ioni Silver Defense
08 LA SQUADRA
Il Sud raccontato
da Enrico Buonanno
10 IL PERSONAGGIO
Italo Monduzzi
Il primo pensionato
11 ATLETICA LEGGERA
Bertolin, Cenacchi e Nannetti,
maratoneti a Stoccolma
AZIENDA SANA
IN CORPORE SANO
La nostra azienda è stata definita “Company to watch
2011”, ovvero impresa modello nell’ambito del settore
vernici per legno.
Il riconoscimento conferitoci dal prestigioso istituto
Databank – Cerved Group, gruppo leader in Italia nel
campo della business information, ci gratifica. Il diploma
è stato assegnato per aver ottenuto una performance di
vendita al di sopra della media settoriale e un buon livello
EBITDA/ricavi. Ma anche perché abbiamo consolidato
una posizione di leadership nel settore; conquistato uno o
più punti di vantaggio competitivo sui principali fattori
critici di successo; acquisito un elevato potenziale di
crescita nel breve e medio termine; attuato particolari
strategie di innovazione. La nostra è un’azienda sana. Che
suda ogni giorno per mantenersi tale in un momento assai
complesso. Mentre chiudiamo questo numero di Renner
Style (fine luglio), Confindustria lancia l’allarme: crescita
nulla e consumi fermi in Italia nel terzo trimestre 2011.
Districarsi, emergere e distinguersi in questo contesto
industriale dipende solo da noi. Il terzo numero di Renner
Style dedica buona parte delle sue pagine allo sport.
Dalla sponsorizzazione della Granamica, società
calcistica di Granarolo, Minerbio e Ca’ de Fabbri, alla
spedizione in Svezia di una pattuglia di renneristi per la
Maratona di Stoccolma.
Dalla divisa logata Renner Italia del ciclismo Due Torri alla
scoperta, tra le fila del nostro collaudo dei prodotti a
solvente, di un vero e proprio campione delle arti marziali.
È un’azienda che ci piace fotografare quella che corre,
combatte, dà tutto, getta il cuore oltre l’ostacolo.
Un’azienda che stacca la spina per la pausa estiva con
fiducia. Buone ferie a tutti.
Luigi Maestrami
direttore commerciale Italia
CHI SIAMO
tempo di lettura: 4’ 00’’
Il Gruppo Renner Herrmann
85 anni di storia
2.000 dipendenti
06
Questo racconto ha inizio in un vecchio
magazzino del quartiere dei naviganti a Porto
Alegre, in Brasile, nel lontano 1927.
C’era una volta una piccola società, la
Renner Koepke & Cia. Ltda., che estraeva
pigmenti in un macinacaffè. Da allora son
trascorsi 85 anni, il macinino si è trasformato
nei laboratori per vernici con la tecnologia
più all’avanguardia e quella minuscola realtà
si è via via ingigantita, fino a diventare il solido
Gruppo Renner Herrmann.
La giovane storia di Renner Italia, dunque,
s’innesta in un albero dalle radici profonde. In
principio le attività del Gruppo Renner
Herrmann si concentrarono esclusivamente
sulla formulazione e la produzione di vernici.
Un settore, quest'ultimo, che resta la
principale fonte di fatturato del gruppo.
Oggi, però, Renner Herrmann - con 2.000
dipendenti e un fatturato che nel 2010 ha
raggiunto quota 500 milioni di dollari - vanta
credibilità e solidità in segmenti tra loro assai
differenti come quello degli imballaggi
metallici, della riforestazione, dei derivati del
latte, dei mobili e del legname.
Con 10 impianti industriali dislocati in 6 paesi
e attraverso canali di distribuzione presenti in
65 nazioni, le imprese di Renner Herrmann si
distinguono non solo per l'innegabile qualità
dei loro prodotti, ma anche per la
sostenibilità ecologica degli stessi. Le realtà
industriali che, oltre a Renner Italia, sono
raggruppate in Renner Herrmann sono
Renner Sayerlack, madre nobile di Renner
Italia, che da San Paolo vanta la leadership
del settore vernici per legno sull’intero
continente, Metalgrãfica Renner, Renner
Protective Coatings, Flosul Madeiras, Iby
Móveis, e Relat S.A. In queste pagine
scopriamo le altre realtà del gruppo.
Riferimento internazionale per tinte e vernici per il legno
A più di 40 anni dalla nascita, Renner Sayerlack in America Latina è la maggiore
azienda produttrice di vernici per il legno. Renner Sayerlack controlla il pacchetto
azionario di maggioranza di Renner Italia e all'interno della Renner Global Alliance,
network mondiale specializzato nella produzione e nella distribuzione delle migliori
vernici per il legno, è impegnata sul fronte delle Americhe. Certificati ISO 9001, gli
stabilimenti di Renner Sayerlack sono ubicati nello stato di São Paulo (Brasile). L'azienda
è altamente specializzata in prodotti per l'industria mobiliera a cui ha dedicato un
intero Laboratorio ricerca e sviluppo. Renner Sayerlack ha chiuso il 2010 con 114 milioni
di euro di fatturato e conta di sfondare il tetto dei 130 milioni a conclusione di
quest’anno solare. Più di 43.000 le tonnellate di vernici vendute. Nel 2011 l’azienda
punta a incrementare la produzione di quasi 3.000 tonnellate. Infine, sono 720 i
dipendenti impiegati.
LINEA DI PRODOTTI
Renner Sayerlack vanta più di 12.000 formule di prodotti per il decoro, la protezione e la
manutenzione del legno e dei suoi derivati. Fortemente sensibile alle tematiche della
sostenibilità ambientale, l'azienda è ben presto divenuta leader nella produzione di
tinte e vernici a base acqua e a base acqua UV. Attraverso il Progetto SIM (Soluzioni
Illimitate per il Legno), Renner Sayerlack incentiva i clienti a superare ogni limite per
trasformare un qualsiasi pezzo di legno in un prodotto capace di incantare. Per questo
motivo, l'azienda agisce da partner assumendo l'impegno di creare e sviluppare
prodotti unici.
Il cartello industriale di cui fa parte Renner Italia.
Vocazioni e potenzialità da scoprire nelle sintetiche schede in queste pagine
Tradizione e qualità negli imballaggi metallici.
Specialista nella fornitura di imballaggi metallici per
qualsiasi impresa, Metalgráfica Renner in 70 anni di
attività si è costruita una precisa reputazione. E cioè
quella di un'azienda capace di offrire prodotti di
elevata qualità con massima puntualità nelle
consegne. L’impresa vanta certificazione IS0 9001 e
opera sul territorio brasiliano con due impianti
industriali.
LINEA DI PRODOTTI
Metalgráfica Renner produce taniche da 3,6
litri; confezioni da 18 e 20 litri; barattoli quadrati e
omologati (risoluzione ANTT 420) da 18 litri; barattoli
da 1 litro, 5 litri, 0,16 e 0,32 litri; barattoli con
diametro di 0,99 mm; barattoli decorativi di vari
modelli, misure e formati. Offre anche prodotti unici
e differenziati come il Tampa Security®, sistema di
chiusura esclusivo con anello da tirare e membrana
flessibile in plastica, per facilitare l’apertura del
coperchio e ridurre i rischi di lesioni e ossidazioni sulle
estremità taglienti. Un altro prodotto esclusivo e
unico è il barattolo conico a due pezzi, un
imballaggio multifunzionale con chiusura a vuoto e
senza cuciture. Il barattolo a due pezzi riduce l’area
di immagazzinaggio di barattoli vuoti fino all'82%
grazie alla sua configurazione conica. Questo
imballaggio ha vinto il primo premio nella categoria
alimenti/due pezzi nell’edizione 2010 del "Can of
The Year Awards / The Canmaker Magazine",
considerato il riconoscimento più importante del
mondo per il settore.
Alte prestazioni contro la corrosione.
Renner Protective Coatings produce vernici e
rivestimenti anti corrosivi di ultima generazione.
L'azienda, che fa della ricerca e dello sviluppo uno
dei propri pilastri, opera in collaborazione con i più
qualificati enti certificatori e possiede le
certificazioni ISO 9001 e ISO 14001. Renner
Protective Coatings, nel quadro del rispetto delle
legislazioni internazionali in materia, si propone di
prevenire e ridurre gli impatti ambientali ed
ecologici. Questo atteggiamento è stato
riconosciuto con l’omologazione IMO/PSPC
(International Maritime Organization/Performance
Standard for Protective Coatings). Si tratta di una
norma internazionale da ottemperare per
accedere alla fornitura di vernici in cantieri
impegnati nella costruzione di navi con peso lordo
superiore alle 500 tonnellate. L'omologazione
IMO/PSPC è garanzia di protezione anticorrosiva dei
serbatoi di zavorra e accredita Renner Protective
Coatings come fornitrice globale.
LINEA DI PRODOTTI
Da più di 45 anni Renner Protective Coatings
fornisce una linea completa di prodotti e sistemi
anticorrosivi per la protezione di navi, piattaforme
marittime, impianti portuali, complessi chimici e
petrolchimici, siderurgici, imprese generatrici e
distributrici di energia, fabbricanti di beni di
capitale, centrali e industrie in generale,
costantemente esposte ad agenti aggressivi e
corrosivi.
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CONTINUA
A PAG 6
Legni e mobili prodotti all'insegna della
sostenibilità ambientale.
Flosul ha più di 50 anni di tradizione nella produzione
di eucalipti e pini per le più diverse finalità. La sua
riserva forestale è stata la prima del Rio Grande do
Sul e una delle prime del Brasile a ricevere il marchio
internazionale di certificazione di gestione
responsabile FSC (Forest Stewardship Council). Le
foreste Flosul vengono gestite con le più moderne
tecniche di piantagione. L'azienda mantiene dei
programmi di ottimizzazione e di produttività
attraverso la selezione e la clonazione di alberi
superiori e la pianificazione giudiziosa dei raccolti
basata su un continuo inventario forestale.
Creata nel 2009, la Iby è il braccio della Flosul
dedicato alla produzione di mobili secondo le
moderne tendenze mondiali di design ed è al
100% concepita e pianificata per agire nel rispetto
dell'ambiente. Così, come la Flosul, la Iby Móveis
utilizza nella fabbricazione dei suoi prodotti legni di
altissimo livello provenienti da foreste gestite
secondo rigorosi standard internazionali e
certificate col timbro FSC. Iby Móveis applica sui
suoi mobili tinte e vernici a base acqua.
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SEGUE
DA PAG 5
LINEA DI PRODOTTI
Flosul lavora con le linee di legno tagliato, legno
trattato e prodotti forestali che vengono utilizzati
dall'industria mobiliera, da quella edile, o per la
generazione di energia e l'innesco di processi
industriali come la produzione di MDF (pannelli di
fibre di media densità) e cellulosa.
Iby mette a disposizione una linea completa di
mobili di qualità per la casa e il giardino. Realizza
inoltre progetti per aree commerciali e aziendali.
Trasforma il siero di latte in opportunità.
Relat è stata costituita nel 2008 e ha inaugurato la
propria fabbrica di ultima generazione nel 2010.
Ha l'obiettivo di trasformare l'inquinante siero di latte
liquido (proveniente dalle latterie) in siero di latte in
polvere. L'azienda conta su una moderna unità
industriale che lavora ogni giorno circa 1.200.000
litri di siero a partire dagli scarti della mozzarella e
del siero dolce, trasformandoli in elementi
reimpiegabili dall'industria degli alimenti.
Relat è la maggiore azienda di lavorazione del siero
di latte della regione sud e una delle maggiori del
Brasile, e il suo impianto industriale è localizzato
nell'epicentro di un grande bacino lattiero.
LINEA DI PRODOTTI
Il siero di latte in polvere Relat è commercializzato in
confezioni da 25 kg. A causa della concentrazione
dopo la trasformazione, il prodotto ottenuto può
essere facilmente immagazzinato e trasportato.
La polvere proveniente è utilizzata nella
fabbricazione di alimenti.
L'industria panificatrice ne fa biscotti, pani e paste. Il
siero di latte in polvere fa parte anche della
composizione di gelati, cioccolate, bibite
isotoniche, bibite lattee e latti modificati.
Nell'alimentazione animale il suo utilizzo è molto
importante nella composizione dei mangimi.
RICERCA E SVILUPPO
tempo di lettura: 2’ 00’’
Uno scudo d'argento per il legno
Gli ultimi ritrovati del Laboratorio R&S - acqua per interni.
Due additivi che inibiscono la crescita e la proliferazione dei germi.
Il chimico Marco Mobili: soluzioni per ambienti altamente sensibili all’igiene
Gli ultimi nati nel Laboratorio ricerca e
sviluppo per prodotti all'acqua da
esporre all'interno sono gli additivi Silver
Defense. AY M433, per finiture a base
acqua, e AF M466, per finiture a base
solvente, trasformano le vernici per il
legno in una formidabile barriera contro i nemici
dell'igiene.
«Questi prodotti – spiega il chimico Marco Mobili (nella
foto) – sono ideali per aree ad alti standard igienici.
Mentre eravamo impegnati a formularli pensavamo sia
a locali aperti al pubblico che, per particolarità di
servizio, presentino esigenze igienizzanti, sia in locali
privati che, per una più marcata salubrità degli ambienti,
richiedano attitudini igienizzanti».
Quindi, non solo studi dentistici, sale d'attesa presso studi
medici, asili e scuole, luoghi di culto, palestre, piscine,
saune, centri estetici, luoghi in cui è consentita la
somministrazione di alimenti come ristoranti, mense,
panetterie, bar, frutterie; ma anche camerette, bagni,
cucine, parquet, cucce per animali d'affezione…
Ma come funziona il principio attivo alla base di questi
portentosi ritrovati?
Gli ioni di argento, a contatto con un ampio spettro di
microbi e batteri, ne impediscono la crescita e la
riproduzione.
Gli additivi Silver Defense dispiegano la loro efficacia nel
momento in cui un microrganismo entra in contatto con
gli ioni di argento presenti sulla superficie del legno
protetto da vernici Renner Italia.
Le caratteristiche igienizzanti resistono nel tempo: dalla
miscelazione con la finitura per tutta la durata del
rivestimento, e dunque sia nello stato liquido che solido.
In effetti, per la loro natura minerale, gli ioni d'argento
mantengono inalterata la propria condizione giacché
incapaci di evaporare.
Inoltre, in quanto incapsulate in una matrice vetrosa,
queste microparticelle non possono essere asportate
durante la pulizia del manufatto in legno.
Al contempo, i potenti additivi Silver Defense non alterano
le caratteristiche delle vernici relative alla pericolosità per
la salute e all'idoneità al contatto con gli alimenti. Silver
Defense, come ogni gamma studiata dal Laboratorio
ricerca e sviluppo di Renner Italia, pone al centro della
sua formulazione il rispetto per l'uomo e l'ambiente.
È lunga la lista dei microorganismi “disarmati” dai Silver
Defense Renner Italia: Staphylococcus aureus (MRSA),
Enterococcus faecalis (VRE), Bacillus subtilis,
Streptococcus faecalis, Streptococcus pyrogenes,
Cor ynebacterium xerosis, Microcuccus luteus,
Listeriamonocytogenes, Listeria welshimeri, Escherichia
coli (ESBL), Enterobacter aerogenes, Legionella
pneumophila, Pseudomonas aeruginosa, Salmonella
enteritidis, Salmonella typhimurium, Klebsielle aeruginosa,
Salmonella typhimurium, Vibrio parahaemolyticus,
Aspergillus niger, Penicillium funiculosum, Chaetomium
globosum, Gliocladium virens, Aureobasidium pullulans,
Cladosporium cladosporoides, Penicillium citrinum,
Candida albicans, Saccharomyces cerevisiae, Chlorella
pyrenoidosa, Scenedesmus quadricauda, Selenastrum
capricornutum, Oocystis vulgaris, Skeletonema
costatum.
COMMERCIALE ITALIA
tempo di lettura: 3’ 00’’
Se Vitiello
è megl'e Buffon
Buonanno racconta
il suo Sud
Intervista al capoarea
nel Mezzogiorno
Alcuni protagonisti della forza vendita nel Mezzogiorno
immortalati durante la riunione agenti 2011
“Quando vieni al Sud piangi due volte: quando arrivi e quando te
ne vai”. Enrico Buonanno, in realtà, dispensa solo sorrisi e alla
citazione tratta dal film "Benvenuti al Sud”, campione ai botteghini
di un anno fa, non sembra attribuire molta importanza.
«Persiste l'idea che la parte meridionale del Paese sia un mero
luogo di vacanza - riflette a voce alta il capoarea Renner Italia -. In
realtà per Renner Italia il Sud è esattamente come il Nord: una
terra in cui si lavora, si lavora e si lavora. La clientela, giù per lo
Stivale, va conquistata e fidelizzata con le stesse ricette impiegate
altrove. Qualità totale dei prodotti ed efficienza dei servizi. E
poche chiacchiere».
La squadra capitanata da Buonanno è molto affiatata e ogni
elemento ha caratteristiche che rendono particolarmente
variegato il patrimonio umano di Renner Italia versione
Mezzogiorno.
Enrico, è un gruppo molto ben amalgamato il tuo…
«Sì. Un gruppo molto ben assortito che presenta elementi che
hanno caratteristiche complementari tra loro. Insieme, formano
una compagine capace di affrontare ogni sfida. Proprio come
una collaudata squadra di calcio».
Ti propongo un gioco. Attribuiamo un ruolo a ogni elemento.
Permetterà a chi ci legge di conoscere un po' di più chi fa
circolare i prodotti Renner Italia al Sud.
«Ci sto».
Ciro Vitiello. Mister, dove lo fai giocare?
«In porta. È un giocatore che sa incassare i fendenti nei momenti
difficili. Con un pizzico di follia. Qualche tempo fa leggevo che
Gianluigi Buffon, portiere azzurro campione del mondo, durante
08
le partite parlava da solo. Ecco, da questo punto di vista Vitiello è
uguale uguale a Buffon…».
Somaticamente siamo piuttosto distanti, però...
E se dico Aldo Aversa?
«Aldo è un cursore di fascia. Fa la spola tra la difesa e l'attacco, tra
la Calabria e la Sicilia, copre tutto il settore. Ha dei numeri e,
come tutti gli estrosi, è un po' permaloso. Lo vedo bene come ala
sinistra. Per citare un suo mito del passato, essendo lui
catanzarese, direi che è il Massimo Palanca della Renner. Gli
mancano solo i baffi».
Ottavio e Donato Romanelli.
«Ottavio l'Archimede di centrocampo e Donato il Buono. Come
Gattuso hanno sette polmoni. Non si risparmiano mai. A
centrocampo, con loro, la concorrenza non passa».
Pierluigi Macchia.
«Difensore centrale vecchio stile. Il nostro Pietro Vierchowod.
Rissoso quanto basta. O palla, o stinco».
Parliamo della pattuglia dei calabresi. Tonino Belvedere,
Francesco Esposito, Adriano Ruffo, Piero Salerno e Nunzio
Picarelli. Ovvero la Colora.
«In quanto cosentini, masticano poco di calcio. Anche se hanno il
grosso pregio, generalmente, di simpatizzare per il Napoli. Una
dote che uno come me non può trascurare. In effetti, soltanto uno
di loro non ha a cuore le sorti azzurre e, proprio per questo motivo,
in una ideale squadra sarei tentato di fargli fare molta panchina».
Non mi sembra un buon motivo.
«Il Napoli è una cosa seria. Sul Napoli non tratto».
Passiamo alla Sardegna. Cosa pensi di Nicola Sanna?
Enrico Buonanno
«Qui siamo al cospetto del centravanti: il Gigi Riva di Renner Italia.
Bomber indiscusso. Capocannoniere della Rio Verde con 17 punti
vendita conquistati nel 2010. È uno di quegli attaccanti che getta
il cuore oltre l'ostacolo, senza paura dell'avversario».
E' il turno di Massimo Colomasi.
«Se Aversa è l'ala sinistra, Colomasi è il suo dirimpettaio di destra.
Con Aversa condivide permalosità e generosità. È decisamente il
suo erede».
Michele Campopiano.
«Tanto di cappello: è numero 10, senza dubbio numero 10.
Elegante come nessun altro, la sua visione di gioco gli permette di
anticipare le mosse e gli assist vincenti».
Franco Occhipinti.
«Dà colore alla squadra. È un giocatore eclettico. Un jolly».
Il trio siculo composto da Saverio Mirrione, Vincenzo Leto e
Daniele Zumbo.
«Giovani fluidificanti per una linea mediana dinamica ed
effervescente. Figli d'arte dal sicuro avvenire».
E Pierluigi Rizzi?
«Barese, estro, colpi di testa. Se provi a confinarlo nella clausura
del ritiro, non ci riesci. Praticamente Cassano».
Agatino Pignataro.
«Libero vecchio stile: ultimo baluardo prima di Vitiello in porta».
Libero, stopper, ala… Mister, hai un gergo decisamente
obsoleto. In panchina più che Mourinho, ricordi Ottavio Bianchi.
«E chi ha detto che Mourinho sia meglio del mitico Bianchi?».
Luca Fotia
SPORT PER TUTTI
Le nuove divise
dell'Asd 2 Torri
di Bologna
Il logo Renner Italia campeggia sulle nuove sgargianti
divise rossoblù dell'Asd 2 Torri di Bologna.
Come anticipato nel precedente numero di Renner
Style, la nostra azienda ha deciso di sostenere la
società dilettantistica con sede a Pianoro che si
prefigge di rimuovere, attraverso il ciclismo, le barriere
causate dalla disabilità.
Così, il nostro marchio è già stato avvistato sulle strade
dei Campionati nazionale, regionale e provinciale
2011 di cicloturismo, del Giro delle Valli bolognesi e di
quelle di Comacchio e del Gran fondo permanente
che si corre tra Valle Savena, Reno, Samoggia, Idice e
Sillaro.
Il primo pensionato made in Renner Italia
Il baffo di Italo Monduzzi taglia l'agognato traguardo, ma non lo perderemo di vista
Alla mattina presto sparge buon umore canticchiando il meglio (o il
peggio, dipende dall'umore di chi l'ascolta) del repertorio della
musica leggera italiana. Macchinetta del caffè come fronte del
palco, bicchiere in mano e Maledetta primavera di Loretta Goggi
intonata sotto i baffoni.
Italo Monduzzi è il primo pensionato made in Renner Italia. Va in
pensione e, a dirla tutta, non ci mancherà.
Non si fraintenda: non ne avremo nostalgia per il semplice motivo
che, da consulente, non lo perderemo di vista. Bazzicherà sempre via
Ronchi Inferiore. Naturalmente quando la sua bravura di tecnico non
lo costringerà a prestare manualità e intelligenza ai clienti.
Direttamente a domicilio.
Per farsi strappare due battute, il per nulla schivo Italo Monduzzi si fa
braccare un mesetto abbondante. È pieno di impegni, dice.
L'agenda fitta fitta. Battute di pesca e pennichelle. E poi c'è la storia
del suo cachet: «Quanto mi paghi se ti rilascio un'intervista?».
Neanche fosse una rockstar.
«Italo Monduzzi, nato a Imola il 20 dieci 1955, coniugato, codice
fiscale MND…».
No, fermo. Non ci interessa. È l'intervista del primo pensionato
Renner Italia. Non un controllo della Guardia di Finanza. Facciamo
le cose in ordine. Dal primo aprile 2011, dunque, ha tagliato
l'agognato traguardo. Come ha vissuto i primi mesi dopo il giro di
boa?
«Il primo mese e mezzo me lo sono concesso di dolce far niente».
Panchina, giornale e bocciofila?
«Pennichella, full immersion in famiglia, in centro in bicicletta, pesca.
Ma ora riprendo a collaborare come consulente».
Quarant'anni di lavoro e non sentirli.
«I primi dieci da un artigiano, poi 24 anni e 9 mesi per la 3L, che è una
delle più grosse cooperative produttrici di infissi, come responsabile
della verniciatura. Infine, nel 2004 sono approdato a Minerbio».
Dopo 34 anni di attività, una scelta coraggiosa.
«Mia suocera non si capacitava. Non capiva il perché di quella
decisione a un passo dalla pensione. Però, quello del tecnico
d'assistenza era un lavoro che mi era già stato proposto 25 anni prima
e mi stuzzicava. All'epoca non avevo potuto accettare perché i tempi
10
erano incompatibili con la quotidianità del padre di famiglia. A
cinquant'anni, con i figli grandi, mi son detto: ma sì, facciamolo.
Conoscevo Benni, Carrelli, Nanni… Riponevo troppa stima in loro per
non dire sì. Il resto l'ha fatto Aldrovandi».
Come lo vede il futuro di Renner Italia?
«Roseo. Ma molto dipenderà dalla mentalità. Quest'azienda
crescerà, ma è importante che non perda lo spirito che ne ha
animato i primi passi. Continuate così».
Dall'alto della sua esperienza, quale consiglio si sente di dare alla
nuova leva di tecnici?
«Mantenere un cliente non è semplice. Deve avere fiducia in coloro
che curano l'assistenza.
Per questo, ai miei colleghi mi sento di dire soltanto che l’approccio è
importante: ascoltare, ascoltare e ascoltare. Senza mai sentirsi
arrivati. Se fai il tuo lavoro onestamente, si percepisce. Il lavoro onesto
paga sempre e determina la creazione di rapporti umani, prima
ancora che professionali».
Non ha ancora 56 anni ed è già in pensione. La posso definire un
“baby pensionato”? Se lavorasse nel pubblico impiego, Renato
Brunetta l'additerebbe a privilegiato…
«Dopo 40 anni di lavoro, la pensione uno se l’è sudata».
Parliamo del suo futuro.
«Tre giorni alla settimana lavorerò ancora per Renner Italia».
E nei restanti quattro?
«D’estate pescherò in mare, dato che l'attività in lago si è conclusa.
Poi, a casa c'è sempre qualche lavoro da fare. Mi occuperò di
restauro e riparazioni di vario genere».
Ne approfitti per pubblicare un annuncio che reciti: “Baby
pensionato, specializzato, offresi gratuitamente per piccoli lavori
domestici”!
«Assolutamente no. Sono tutte attività di carattere hobbistico che
svolgerò per me stesso».
Peccato. Avevo giusto una persiana un po' deteriorata. Italo, ultima
riflessione: un buon proposito per gli anni della pensione. Ad
esempio: smettere di fumare.
«Con calma. Non vorrei dare troppa importanza alla cardiologa che
mi ha fatto il tagliando dei 55 anni».
Bertolin, Filippide rennerista a Stoccolma
Il chimico copre i 42.195 metri della maratona scandinava in 3h11’. Un risultato fantastico.
Cenacchi e Nannetti, nella delegazione bolognese, arrivano al traguardo in 4h27’
Si dice che la storia la facciano i vincitori. Ora, il non agonista Lorenzo
Bertolin lo scorso 28 maggio non ha tagliato per primo il traguardo
della prestigiosa Maratona di Stoccolma. Per la cronaca, tanto per
cambiare primo è arrivato un etiope: Shumi Gerbaba (2h14’17’’).
Tuttavia, con un dignitosissimo 3h11’00’’, il giovane chimico è
indubbiamente il vincitore del derby d’atletica interno a Renner
Italia. Pertanto, non ce ne vorranno Tommaso Cenacchi e Michele
Nannetti, che completavano (insieme a Tiziano Buffadini out per un
infortunio) la spedizione in Svezia, se la 33ª edizione della gara
scandinava la facciamo commentare allo Speedy Gonzales
nostrano. Bertolin è stato capace di anticipare di un’ora e sedici
minuti gli altri due podisti bolognesi. Un’eternità che merita una
domanda.
Lorenzo, come hai trascorso tutto quel tempo in solitudine?
«Bah, ho preso una birra e mangiato un hamburger. In qualche
modo dovevo pur ammazzare il tempo…Però, non ho sofferto la
solitudine».
Hai temuto, dopo sessanta giri d’orologio, che Cenacchi e
Nannetti non arrivassero al traguardo?
«Devo dire che i due lamentavano mille acciacchi. Però, ho
sempre fortemente creduto che ce la facessero».
Qual era il tempo limite che ti eri dato prima di contattare il più
vicino pronto soccorso per verificare la presenza di Cenacchi e
Nannetti tra i degenti da riabilitare?
«Ero troppo impegnato a bere birra per pensare a
quest’eventualità. E poi, ripeto: ero fiducioso che completassero
42.195 metri della maratona».
Un incrollabile ottimismo…
«Derivante più che altro dalla preparazione atletica che i due
avevano fatto con me».
In effetti, prima di quella data vi si vedeva occupare l’ora di
pausa pranzo con l’attività sportiva.
«Ci siamo allenati quattro giorni alla settimana per due, tre ore al
giorno. Almeno due volte alla settimana correvamo nove chilometri
insieme. E poi non dimenticavamo di dedicare parte delle nostre
fatiche alla velocità».
Devi ancora compiere 30 anni. Ammetterai che l’età ha giocato
un ruolo fondamentale e fatto da spartiacque tra te, Nannetti e
Cenacchi.
«Non saprei. Io sono un mostro di pigrizia. Corro da pochissimo. Ho
anche un’ernia del disco e il podismo mi aiuta a non sentire dolore».
Qualsiasi medico sconsiglia la corsa a chi soffre di ernia del
disco…
«Che dire? Io funziono al contrario».
Perché avete scelto proprio la Maratona di Stoccolma?
«La decisione è stata presa da Michele Nannetti. Un po’ per la
temperatura fresca, un po’ perché Nannetti pretende di correre
soltanto maratone con più di 15.000 partecipanti. Al di sotto di
quella cifra non le prende nemmeno in considerazione».
Quali sono i prossimi appuntamenti in calendario?
«Stavamo pensando di iscriverci alla Maratona di Amsterdam o di
San Pietroburgo nel 2012».
Sei proprio sicuro che i criteri di scelta della competizione sportiva
dipendano dal numero dei partecipanti e non dallo standard di
bellezza femminile?
«Confermo che la nostra è una valutazione che dipende
esclusivamente dal numero di partecipanti».
Sarà… Ultimo quesito: cosa vi rimarrà di questa esperienza di
Stoccolma?
«Una straordinaria esperienza vissuta insieme e la bellezza di una
città ricca di storia e con un centro storico fantastico da percorrere
con le scarpe da runner ai piedi».
ULTIM’ORA - Al momento dell'invio di questo giornale alle stampe,
Tommaso Cenacchi e Michele Nannetti, venuti a conoscenza
dell'intervista di Lorenzo Bertolin, hanno rivendicato il diritto di replica
che gli verrà accordato nel prossimo numero.
SPONSORIZZAZIONI
tempo di lettura: 3’ 30’’
Al fianco di Asd Granamica
e Juventus Academy
12
Il teatro di Palazzo Minerva di Minerbio ha
celebrato l'adesione dell'Associazione
Sportiva Dilettantistica Granamica, a partire
dalla stagione 2011/12, al progetto Juventus
National Academy. Granamica, club nato
dalla fusione delle realtà calcistiche delle
comunità di Granarolo, Minerbio e Ca' de
Fabbri, nel prossimo triennio potrà vantare
sulle proprie divise anche il marchio Renner
Italia.
La nostra azienda ha inteso porre ancora una
volta l'accento sulla propria responsabilità
sociale e sull'impegno per il territorio in cui
hanno sede gli stabilimenti produttivi. Renner
Italia continuerà così a sostenere lo sport,
inteso come fattore aggregante, e in
particolar modo il prezioso mondo dei vivai.
Da ieri, dunque, Granamica è ufficialmente
parte della prestigiosa rete di scuole calcio
bianconere dislocate sul territorio nazionale.
Con l'avvio di questa importante
collaborazione, i circa 300 baby calciatori tra
i 6 e i 12 anni potranno avere accesso ai
valori, alla metodologia d'apprendimento e
ai servizi offerti dalla blasonata Juventus.
«Siamo positivamente colpiti dalla
intraprendenza della dirigenza e dalla
fattura degli impianti sportivi a disposizione
della Granamica - ha spiegato Andrea
Maccaron, responsabile progetti Italia di
Juventus Soccer School -. Il nostro obiettivo
sarà innanzitutto quello di formare,
attraverso gli stage in programma a Vinovo e
a Torino, la squadra dei tecnici. Vogliamo
che i bambini crescano con quelli che sono i
valori dello sport in cui la Juventus si
riconosce. Prim'ancora che l’aspetto
tecnico, a noi interessa quello umano
perché, per una giovane promessa che
magari riuscirà un giorno a mettere piede in
uno stadio di serie A, ci saranno tanti altri
ragazzi che non ce la faranno e che
dovranno comunque avere imparato a
coltivare uno spirito vincente senza
dimenticare l'utilità e la normalità della
sconfitta».Tra i servizi offerti dalla Juventus
National Academy la supervisione in loco
dell'équipe bianconera che affronterà
tematiche tecnico-didattiche, ma anche
gestionali; la possibilità di disputare
amichevoli con i parietà juventini;
l’organizzazione di raduni in presenza di
osservatori; la partecipazione al torneo
Academy Cup.
In più, ogni bambino potrà vestire le divise
della Juventus National Academy.
L’iniziativa è stata salutata con favore dai due
sindaci di Minerbio, Lorenzo Minganti, e
Granarolo, Loretta Lambertini.
Il presidente del l'area giovanile dell'Asd
Granamica, Enrico Sabattini, a suggello
dell'intesa con la Juventus ha ricevuto in
dono una maglia autografata da Alessandro
Del Piero.
Infine, il legame tra Renner Italia e
Granamica sarà ancora più stretto grazie alla
presenza in panchina della prima squadra
(militante nel campionato dilettantistico di
Seconda categoria) di Gianni Mazzoni,
responsabile del reparto produttivo
aziendale.
Mazzoni, l'anno scorso alla guida tecnica del
Calderara di Reno, ha intrapreso la nuova
avventura con entusiasmo e fiducia in un
campionato di buon livello.
Della pattuglia Renner Italia negli spogliatoi
della Granamica anche il centrocampista
Mattia Menarini.
E CON MAZZONI SI PUNTA ALLA PROMOZIONE
Il responsabile degli impianti alla guida tecnica della prima squadra
La prima squadra dell'Asd Granamica si affida all'esperienza e alla voglia di vincere del nostro responsabile degli impianti: Gianni Mazzoni.
Sarà lui, infatti, a guidare dalla panchina la compagina del comprensorio.
«Puntiamo a sbancare il campionato dilettanti di seconda categoria - non ne fa mistero Mazzoni -. È una squadra decisamente costruita
per far bene. Avrebbe in sé le potenzialità per vivere un dignitoso campionato di prima categoria. Quindi, nella divisione inferiore non
possiamo che puntare a recitare un ruolo da capolista».
Mazzoni porta in dote con sé lo zoccolo duro del Calderara di Reno, l'anno scorso in prima categoria. Otto elementi che andranno a
rinfoltire la rosa. «Ragazzi che conosco bene – sottolinea l'allenatore – e che mi danno grossa affidabilità».
Prima del Calderara, Mazzoni aveva diretto compagini come il Molinella, il Malba e la Pianorese. Sempre in categorie superiori. Quella di
quest'anno è una bella sfida anche a livello personale: contribuire con il suo lavoro ad accrescere la visibilità sportiva del territorio nel
panorama dilettantistico emiliano. Non perdendo mai di vista, comunque, l'essenza dello sport: ovvero divertirsi. «Fosse per me giocherei
con moduli spiccatamente offensivi, con la difesa a tre – conclude Mazzoni -. Tuttavia, bisogna fare i conti con il patrimonio tecnico che
l'organico propone e cucire lo schema tattico addosso alla squadra a disposizione». Cinquantaduenne, nel suo passato di calciatore
Mazzoni ha vestito la divisa delle giovanili del Bologna e quella del Castel Maggiore, del Sant'Agata e del Pianoro, arrivando a calcare i
manti erbosi dell'Eccellenza. Per la Granamica fischio d'inizio del campionato 2011/2012 fissato il 12 settembre. La stagione avrà il suo
prologo con la Coppa Emilia il 5 settembre.
TANTI AUGURI A
I migliori auguri dall'azienda per i compleanni di:
AGOSTO
Benni Lorenzo, Brunelli Maurizio, Di Sparano Dario, Diop
Modou, Mastromarino Iolanda, Morselli Michele, Nanni
Gabriele, Schiavina Claudia, Stracciari Alberto, Vacca
Giorgio, Zagano Carlo, Zamboni Pamela.
Sopra la schermata tratta dal sito
della Juventus Academy che attesta
l’affiliazione della A.S.D. Granamica.
Nella pagina a sinistra,
il sindaco di Minerbio, Lorenzo Minganti,
parla alla platea durante
la presentazione del progetto.
A destra, la rivista
della Asd Granamica
(edizione luglio 2011)
SETTEMBRE
Baronio Jenny, Borghi Ugo, Bovi Maurizio, Colomasi
Massimo, Dell’Ova Claudio, Franco Alessandra, Lavarini
Lorenzo, Nannetti Michele, Nardo Giuseppe, Pagnoni
Enrico, Scarito Giuseppe, Sissa Andrea, Tigrini Alessandra.
OTTOBRE
Bertolin Lorenzo, Carillo Carlo,Cenacchi Tommaso,
Ciminnisi Massimo, Colotti Domenico, Ferrara Francesca,
Ferri Mirko, Garnaoui Abdelmjid, Magli Barbara, Magri
Gianpietro, Manservisi Stefano, Menarini Mattia, Mugellesi
Catia, Parmeggiani Ritamaria, Pavani Mirco, Rapposelli
Franca, Sanna Nicola, Tugnoli Andrea, Zanasi Davide.
ARTI MARZIALI
tempo di lettura: 2’ 00’’
Metti
Karate Kid
al controllo qualità
Storia di Manuel Morale,
campione nazionale sul tatami,
ragazzo con la passione
del solvente in Renner Italia
A guardarlo indaffarato nel reparto del controllo
qualità nello stabilimento di via Ronchi Inferiore 7, non
scommetteresti una puntata in mensa che dietro il
sorriso buono di Manuel Morale si celi una poderosa
macchina da guerra. Ti aspetti di sorprenderlo mentre
mette la cera e toglie la cera, mette la cera e toglie la
cera… E invece no. Se ne va in giro con i legnetti e non
prova neanche a spezzarli in due parti perfettamente
uguali con un colpo di mano.
Tuttavia, il longilineo biondo classe 1991, da qualche
mese nel gruppo guidato da Luigi Benni, è uno dei
migliori karateka del panorama internazionale.
Curriculum di tutto rispetto quello del ventenne:
cintura nera terzo dan, campione nazionale nella
categoria fino a 75 chilogrammi, recentemente si è
piazzato settimo al Campionato mondiale. Il tutto
sotto l'egida della Fekam, la Federazione europea
karate e arti marziali.
«Il sogno nel cassetto, nonostante la battuta d’arresto
di maggio a Lignano Sabbiadoro - confessa Manuel
Morale -, resta diventare il più forte al mondo nella
mia categoria. In quest’ottica continuerò ad
allenarmi e a perseverare fino al prossimo
appuntamento fissato nel 2013».
Manuel ha dovuto arrendersi ai quarti di finale contro il
suo omologo romeno. In precedenza era andato
spedito con due secchi 8-0 e 6-0. Sul tatami rimetterà
piede nell’immediato: a ottobre lo attendono i
campionati europei in Ungheria e i Campionati
mondiali juniores di Caorle.
«Sì, senza dimenticare la Coppa Europa per club di
settembre», competizione all’interno della quale
difenderà i colori rossoblù dell'Asd Karate Bologna. Un
impegno importante «anche perché in Italia le
società del Nord, fatta eccezione per quelle venete,
non annoverano karateka importanti come quelle
meridionali.
14
Nel Mezzogiorno questo sport è sicuramente più
apprezzato e praticato». Un onore e un onere in più,
dunque. Quello di far brillare le due torri in un ambito in
cui la città felsinea non ha mai recitato la parte del
leone.
Quella del karate è una passione che Manuel si porta
dietro fin dall’infanzia. Già a quattro anni coltivava
l'interesse per le arti marziali e la filosofia che sta alla
base di queste nobili discipline: «Per me karate
significa accrescimento dell'autostima,
consapevolezza dei miei mezzi e capacità di
autocontrollo - rivela il tecnico collaudatore -. È
merito di mio padre che mi ha trasmesso l’amore per
il kimono». In effetti, Manuel è figlio di Luciano Morale,
da ultimo avvicendatosi con Raffaele Montenero alla
guida tecnica della rappresentativa azzurra.
«Al contrario di quanto si potrebbe pensare - mette le
mani avanti l'atleta -, la nomina di mio padre ad
allenatore della nazionale potrebbe crearmi solo
degli imbarazzi. Proprio in quanto mio genitore
pretende molto di più da me che dagli altri».
Sul piano lavorativo, Manuel si dice felice anche del
suo nuovo lavoro e di Renner Italia: «Mi trovo bene qui.
Sono sicuro che sia la mia strada», sorride sotto lo
sguardo compiaciuto del chimico Luca Palmieri che
se lo coccola: «È il mio erede», annuisce bluffando
sulle sue capacità di combattente.
Bonacci e il rock dell’export
Di giorno è impegnatissimo sul fronte tecnico/commerciale dei mercati esteri.
Di notte imbraccia la chitarra e si trasforma
Il Paolo Nutini della Bassa non è biondo, non è alto e neanche ricco e
famoso. Però, con la voce e la chitarra ci sa fare almeno quanto con
i poliuretanici.
Ti dà appuntamento in una piovosa serata di aprile al Sottotetto
Sound Club, ai più noto come Casalone di San Donato (Bologna).
Il tempo di una birra ed è già sul palco a collegare fili e ad
accordare strumenti.
Impiega un minuto abbondante a scandire il nome della band. Il a
fait boum!, no, non così, con la U tra BO e la M, spiega al
presentatore della mini rassegna di turno.
Tutti lì a chiedersi dove siano andati i tempi di una volta, per Giunone,
quando un complesso musicale lo si poteva presentare senza
rischiare una lussazione alla mandibola.
Ma il gusto per i nomi difficili Bonacci & Co. lo portano dietro fin dal
2009 quando si facevano chiamare Big doubts and small patatoes,
grandi dubbi e piccole patate, materiale per i rispettivi analisti.
Mai banali gli Il a fait boum!. Come il loro sound. Carezza la chitarra e
il dottor Domenico Bonacci si trasforma in mister Il a fait boum!: un
insospettabile instillatore di ballate. Un rock acustico che talvolta
richiama alle orecchie i neozelandesi The Veils, talaltra scomoda
con un comprensibile timore di blasfemia un certo Bob Dylan.
Pezzi come Naked trees o I should stand up (alcuni dei quali
pubblicati e fruibili sulla pagina Facebook del gruppo) si fanno
godere.
Così, man mano che il piccolo concorso Emergenza Rock entra nel
vivo, il passaparola tra gli stabilimenti di Minerbio si fa fitto fitto.
E sempre più colleghi Renner Italia decidono di finire sotto il palco
sgangherato del Sottotetto a verificare con le loro orecchie se sia
vero che il folletto dell'export sia davvero bravo come dicono.
Purtroppo, però, le kermesse canore sono fatte per dare i voti.
E in finale Il a fait boum! devono rinunciare al primo premio e cioè
staccare un biglietto per esibirsi sul prestigioso palco dell'Alcatraz di
Milano.
Poco male. C'è la consapevolezza di essere arrivati a un passo e
soprattutto un album, quello dell'esordio, quasi ultimato. A settembre
vedrà la luce il cd omonimo.
Distribuzione? «Porta a porta», chiarisce Domenico, che poi
aggiunge: «Le mie giornate dovrebbero essere di 48 ore: non ho
mai tempo a sufficienza per provare. E poi, come dice l'export
manager Manuel Siragna, devo stare sul pezzo e cioè
concentrarmi sulle vernici anche nel mio tempo libero». Utilizzare le
latte come percussioni potrebbe costituire un ragionevole punto
d'incontro.
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