Senza dirigenti non c`è industria

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Senza dirigenti non c`è industria
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AGOSTO/SETTEMBRE 2014 anno LXVII
Senza dirigenti
non c’è industria
Proposte per una nuova
Federmanager
+ Dirigenti
+ Industria
+ Italia
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OCUS MANAGEMENT
Le persone
al centro del successo
Lo dice la classifica dei best workplaces
che neanche quest’anno parla italiano.
Anche se…
Chiara Tiraboschi
d
Servizio Comunicazione ALDAI
iceva Flaubert “il successo
è una conseguenza, non
un obiettivo” e la nuova
classifica di Great Place to
Work®, il ranking delle imprese dove si lavora meglio, sembra confermarlo pienamente.
Presente in quasi cinquanta Paesi del
mondo, l’Istituto Americano Great Place
to Work® ha appena pubblicato la classifica europea 2014 dei Best Workplaces,
stimata valutando oltre 800 aziende in
19 Paesi e giungendo con questa alla
sua dodicesima edizione.
Lo studio dimostra una tendenza che è
andata sempre più consolidandosi negli
anni: stiamo assistendo ad un miglioramento del clima di lavoro in Europa,
complice l’aumento dell’indice di fiducia
dei lavoratori nei confronti della propria
azienda, prerogativa fondamentale per
il conseguimento dei risultati e degli
obiettivi aziendali.
Il fattore fiducia non è però l’unico elemento a rendere l’ambiente lavorativo
un best workplace, un altro tratto fondamentale di “eccellenza” è la concezione
delle risorse intese come individui, un
approccio che può sembrare scontato,
ma che non è comune e che guarda alla
valorizzazione delle competenze e del
capitale umano come chiave di volta di
un’ottimale gestione aziendale.
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DI
La classifica 2014 europea di Great Place
to Work® incorona Microsoft per il quarto anno consecutivo la miglior azienda
nel contesto delle multinazionali: una
realtà che sembra fare scuola, un modello a cui ispirarsi grazie alla sua capacità
di diventare precursore dei tempi. Commenta così il risultato ottenuto Carlo
Purassanta, AD di Microsoft Italia: “I singoli manager, da noi, con il loro dipartimento e le loro persone, hanno la possibilità di interpretare le politiche e di renderle
vive. In generale, cerchiamo di creare un
contesto favorevole alla persona e ritengo
che questa politica sia particolarmente
favorevole alle donne, che sono più attente alle condizioni dell’ambiente di lavoro.
Una donna che ha ambizioni professionali da noi si trova bene”.
Un tema, quello del management femminile, particolarmente sentito anche da Cisco, prima classificata nel ranking italiano
di Great Place to Work® nella sezione SME
(small&medium, cioè realtà con meno
di 500 dipendenti). Agostino Sansoni,
AD di Cisco, afferma: “Da sempre lavoriamo sul tema delle donne in azienda e da
quest’anno abbiamo cominciato a concentrarci sulla diversità generazionale.”
Il successo è una conseguenza,
non un obiettivo.
Dirigenti Industria AGOSTO/SETTEMBRE 2014
Gustave Flaubert
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E l’Italia? Anche se le imprese tricolore
non brillano - nessuna azienda italiana si
è infatti classificata tra le migliori -, l’indice di fiducia dei Best Workplaces nel
Bel Paese sta crescendo. Le aziende che
si confermano migliori continuando ad
investire sul capitale umano, aumentano la forza delle loro relazioni interne e
puntano sulle loro persone per competere sui mercati.
Nella classifica italiana 2014 è interessante l’ingresso di due nuove realtà particolarmente distintive: il Made in Italy
più prezioso fa il suo ingresso grazie a
Bottega Veneta punta di diamante del
nostro “saper fare artigianale” e Loccioni,
azienda marchigiana che opera tra design e tecnologia.
La chiave del capitale umano come
passpartout per il successo viene con-
fermata anche da Marco Bizzarri, AD
di Bottega Veneta: “In un settore a basse
barriere tecnologiche come quello in cui
operiamo, il vero valore aggiunto è infatti
dato dalle persone e dalla continua ricerca
di miglioramento e innovazione derivante
dalla stretta collaborazione tra i singoli”.
Dello stesso pensiero anche Renzo Libenzi, AD di Loccioni: “Abbiamo ribaltato un paradigma - sostiene Libenzi - non è
la persona a disposizione del lavoro, ma il
lavoro a disposizione della persona”.
Dato come assunto che la gestione delle risorse umane è diventata un fondamentale fattore competitivo, rimane da
capire come mai il nostro Paese faccia
fatica ad inserirsi nei primi posti del ranking dei Best Workplaces. Evidentemente alle aziende nazionali il benessere del
personale sembra interessare meno.
DI
Tutti d'accordo...???
Dirigenti Industria AGOSTO/SETTEMBRE 2014
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Le persone al centro del successo
Great Place to Work® Italia ha reso nota
la classifica dei Best Workplaces che
vede, a fianco di alcuni consolidamenti,
l’ingresso di significativi nuovi settori.
Sono 96 le aziende partecipanti nel 2013,
con più di 22.000 collaboratori coinvolti.
Le liste sono due: 12 Large Companies
per organizzazioni con 500 dipendenti
e oltre e 23 Small Medium Enterprises
(SME) con un numero di dipendenti
compreso tra 50 e 499. Pubblichiamo
le classifiche dei migliori ambienti di
lavoro Large Companies
e Small Medium Enterprises (SME).
Alessandro Zollo
Ma è davvero così? L’ho chiesto direttamente ad Alessandro Zollo, AD di Great
Place to Work® Italia.
Dr. Zollo, la vostra nuova
indagine conferma una tendenza
generale: gli ambienti di lavoro
sia in Europa sia in Italia stanno
migliorando. Tuttavia nessuna
impresa italiana si è classificata
tra le migliori. Come giudica
questo fatto?
Ci sono due lenti con cui guardare a
questi risultati. La prima è molto positiva. Il livello di fiducia all’interno delle
aziende che partecipano a Great Place
to Work® a livello italiano ed europeo
sta aumentando negli anni. Considerato il diretto impatto che questo indice ha sulle performance finanziarie,
ci dimostra che finalmente alcuni capi
azienda (circa 100, le aziende premiate in Europa, su più di 2300, le aziende partecipanti) hanno capito quanto
conta investire sul loro vero asset fondamentale: i loro collaboratori.
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2014 Best Workplaces Italia
Large Companies
1. Microsoft Italia - 767 dipendenti
Settore: Information Technology
2. Tetra Pak Packaging Solutions S.p.A. - 826 dipendenti
Settore: Manufacturing & Production - Machinery and equipment
3. FedEx Express - 1807 dipendenti
Settore: Transportation - Package Transport
4. Eli Lilly Italia Spa - 1090 dipendenti
Settore: Biotechnology & Pharmaceuticals - Biotechnology
5.Bricoman - 667 dipendenti
Settore: Retail
6. EMC Computer System Italia - 511 dipendenti
Settore: Information Technology - Storage/Data Management
7.Sanofi - 2636 dipendenti
Settore: Biotechnology & Pharmaceuticals - Pharmaceuticals
8.Quintiles - 645 dipendenti
Settore: Health Care - Services
9. Bottega Veneta Italia - 571 dipendenti
Settore: Manufacturing & Production - Leather and leather products
10.Mediamarket - 6725 dipendenti
Settore: Retail - Computers/electronics
11.ABBVIE - 1191 dipendenti
Settore: Biotechnology & Pharmaceuticals - Pharmaceuticals
12. Markas Srl - 4833 dipendenti
Settore: Social Services and Government Agencies - Business Services
La seconda, purtroppo, è negativa. Quello che in Europa si è capito da tempo, e
che le multinazionali estere con sedi in
Italia hanno interiorizzato e dimostrano
da anni con i loro comportamenti, non
ha ancora fatto breccia né nell’imprenditoria né nel management delle aziende
italiane. A parte qualche caso come Bottega Veneta, Loccioni, Welcome Italia e
pochi altri, anche in Italia la preponderanza straniera è molto marcata. Ultimamente stiamo registrando maggior interesse e partecipazione, speriamo che
non sia un fuoco di paglia!
Fare industria all’estero e fare
industria in Italia. Sono due
mondi diversi o al contrario due
realtà complementari?
Sono, come spesso accade, entrambi. Due
mondi diversi in termini di cultura manageriale e imprenditoriale come ho accennato poc’anzi ma due realtà complementari in termini di capacità e conoscenza dei
mercati, sviluppo di soluzioni innovative,
capacità di risoluzione dei problemi, visio-
Dirigenti Industria AGOSTO/SETTEMBRE 2014
ne d’insieme. Non è un caso che le realtà
italiane che mantengono questo Paese
ancora vivo sono quelle che esportano
e competono all’estero. Se solo lavorassero altrettanto bene sulle loro persone,
avremmo veramente un vantaggio competitivo poco replicabile. Abbiamo così
tanto talento, che se solo riuscissimo a rispettarci di più, saremmo quasi imbattibili.
Oggi le aziende che vogliono
vincere le sfide della
competitività esigono persone
capaci di lavorare in piena
autonomia e negli interessi
dell’azienda, prerogative che si
ritengono naturali ed insite nei
dirigenti. È corretto dire quindi
“più manager, più industria”?
Si, ma dipende dai manager. L’Italia fatica a fare il passaggio generazionale tra il
modello imprenditoriale brianzolo, per
così dire degli anni 70, (intendiamoci,
meraviglioso per quell’epoca) e la realtà
che esporta nei mercati di tutto il mondo,
soprattutto in quelli in crescita. Le nuove
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2014 Best Workplaces Italia
SME (Organizzazioni con meno di 500 collaboratori)
1. Cisco Systems - 409 dipendenti
Settore: Telecommunications
2. W.L. Gore e Associati srl - 101 dipendenti
Settore: Manufacturing & Production - Medical devices
3.Loccioni - 357 dipendenti
Settore: Manufacturing & Production - Machinery and equipment
4. Hitachi Data Systems Italia - 70 dipendenti
Settore: Information Technology - Storage/Data Management
5. National Instruments - 74 dipendenti
Settore: Manufacturing & Production - Electronics
6. Mars Italia SpA - 229 dipendenti
Settore: Manufacturing & Production - Food products
7. PepsiCo Italia - 187 dipendenti
Settore: Manufacturing & Production
8.SAS - 338 dipendenti
Settore: Information Technology - Software
9. S.C. Johnson Italy - 155 dipendenti
Settore: Manufacturing & Production - Chemicals
10. Zeta Service - 102 dipendenti
Settore: Professional Services
11.ConTe.it - Admiral Group plc - 493 dipendenti
Settore: Financial Services & Insurance - Auto Insurance
12. Edwards Lifesciences Italia S.p.A. - 53 dipendenti
Settore: Health Care - Medical sales/distribution
13. Volkswagen Financial Services - 316 dipendenti
Settore: Financial Services & Insurance - Banking/Credit Services
14. JT International Italia - 134 dipendenti
Settore: Professional Services
15. Mellin - Danone Baby Nutrition - 258 dipendenti
Settore: Manufacturing & Production - Food products
16. Royal Canin Italia - 86 dipendenti
Settore: Retail - Specialty
17. Grunenthal Italia - 183 dipendenti
Settore: Biotechnology & Pharmaceuticals - Pharmaceuticals
18. Medtronic Italia SpA - 449 dipendenti
Settore: Health Care - Medical sales/distribution
19. Corio Italia S.r.l. - 93 dipendenti
Settore: Construction & Real Estate - Property Management
20. Jobrapido Srl - 79 dipendenti
Settore: Media - Online Internet Services
21. Biogen Idec Italia - 80 dipendenti
Settore: Biotechnology & Pharmaceutical
22. Welcome Italia - 114 dipendenti
Settore: Telecommunications
23. Novaterra Zeelandia S.p.A. - 77 dipendenti
Settore: Manufacturing & Production - Food products
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organizzazioni hanno bisogno di avere
manager capaci di raggiungere gli obiettivi aziendali grazie a persone che danno
il meglio di se stesse e lavorano insieme
come una squadra coesa, il tutto all’interno di un clima di fiducia che rende tutto
molto, molto più semplice. Sarebbero sicuramente anche dei Great Place to Work®.
Quindi sì, più manager più industria, ma
"questi manager", non manager qualsiasi.
Alla luce di una situazione non
facile per il nostro Paese, quale
pensa possa essere il ruolo
giocato dai manager per favorire
il rilancio del sistema industria e
quindi del sistema Italia?
I manager in Italia hanno un po’ il compito dei figli che devono staccarsi dai loro
genitori. C’è bisogno di abbandonare le
strade che hanno portato al successo i
nostri padri e costruirne di nuove. L’ex
Ministro Giannini ci ricorda spesso che la
generazione dei nostri giovani manager
è quella più preparata, più cosmopolita,
che parla più lingue e più pronta a viaggiare che l’Italia abbia mai avuto (si parla
spesso della “generazione erasmus”).
È contemporaneamente la meno pagata, quella a cui viene data minore responsabilità e che non può sbagliare.
Purtroppo in Italia non passa ancora la
cultura dell’errore; sì, dell’errore. Per dare
un dato: il 75% delle persone delle nostre
Best Companies italiane 2014 afferma
"I responsabili riconoscono che gli errori commessi in buona fede fanno parte
dell’attività lavorativa". Alcune di queste
aziende addirittura celebrano le persone
che hanno sbagliato o fallito perché hanno rischiato ed hanno permesso a tutti di
imparare qualcosa in più. Non c’è giudizio o macchia indelebile, non c’è paura.
I nostri manager, oggi più che mai, hanno la paura (a volte il terrore) di fare scelte anche rischiose perché vedono tanti
propri colleghi e amici che hanno pagato cara la loro autonomia decisionale e
la volontà di assumersi le loro responsabilità. Il problema è che così non andiamo da nessuna parte.
I giovani manager del domani non hanno
avuto una grande guerra o una grande
depressione da cui ripartire ma una lenta
decrescita che li ha accomodati in poltrona. Ora è il momento di alzarsi, sbagliare,
imparare e tornare a rendere questo Pae■
se un Great Country to Live.
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