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27 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 4 OTTOBRE 2015 Le storie Bergamo senza confini Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della Comunità Bergamasca. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per tre mesi l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected]. L’iniziativa Regista a New York Dagli spot Lindt al documentario su Berengo Gardin Max Losito. Regista, 43 anni, da Curno alla Grande Mela Specializzato nel settore «food» e «table top» Ora sta lavorando a un’opera sul grande fotografo ESTELLA BELTRAMELLI Da Curno a New York con un’unica passione, quella per l’immagine e le sue mille declinazioni. Massimo Losito, Max per tutti, 43 anni, bergama sco, è regista e fotografo «incon fondibile» – ci viene da dire – per i suoi i baffi alla Salvador Dalì che coltiva ormai da quasi 15 anni. Dopo la Losito International Films con sede a Curno, nasce a New York la Imagery Lab creata tre anni fa insieme a un socio americano. Due case di produ zione video specializzate in «ta ble top», cioè in riprese ad alta velocità con effetti speciali di cibo, bevande e oggetti. Il biscot to al cioccolato con il morbido cuore di ripieno fondente, la frutta che si tuffa candida nello yogurt, il design sensuale dell’ul timo profumo della maison fran cese, tutto finto, o quasi. Il cioccolato liquido, vellutato e dai riflessi intensi, è una ricetta chimica segreta, le tavolette so no in resina, così come molti degli altri ingredienti che vengo no riprodotti in scala, spesso in dimensioni più grandi rispetto all’originale. Queste scene e tut te le altre suggestioni del mira bolante mondo della pubblicità che «stanno sul tavolo» per gli addetti ai lavori si chiamano ap punto «table top» e Max ne è il regista. Lui con l’immagine ci nasce, il padre Giuseppe è un fotografo di food e lavora per le principali riviste italiane di cucina. L’inizio è, come sempre, un atto di corag gio e spensieratezza. «Avevo 17 anni e mio padre che doveva fo tografare i piatti delle ricette del la settimana di Guida Cucina, edito da Mondadori, era amma lato. Mia mamma Laura studiava le ricette e preparava i piatti, che poi mio padre fotografava. Quel giorno l’ho sostituito io e non se n’è accorto nessuno». Poi Max si diploma come geometra e rien trato dal servizio militare pre stato nel Battaglione San Marco, inizia a sentire la passione per i video. «Seguivo i matrimoni, ma la noia mi assaliva. Oltretutto face n n Gianni è generoso, umile, e a 85 anni non si stanca mai di cogliere la vita in uno scatto» MAX LOSITO FOTOGRAFO E REGISTA vo video per persone che non li capivano – sorride – e ho mollato subito. In quegli anni andavano per la maggiore i corsi video di cucina e noi ne abbiamo prodot to uno, tutto in famiglia. Mia mamma a inventare ricette, io e mio padre alla regia. Direi che è andato bene, l’abbiamo proposto alla Mondadori che lo ha acqui stato: 300 mila copie distribuite in allegato al mensile “Sale e pe pe” e sponsorizzato dalla Kraft». Da lì un altro passo: realizzare un video con scene di food da presentare alle case di produzio ne milanesi e poco dopo arriva il primo lavoro firmato Plasmon. A oggi sono circa 150 gli spot girati dalla Losito International Films e da Imagery Lab, soprat tutto per il mercato estero. «Ho lavorato per tutti i Paesi europei, Indonesia, i Paesi arabi, Israele, Turchia, Stati Uniti, Messico e Brasile e altri ancora». Tra i mar chi principali per cui ha lavorato nel mondo si possono citare: Lindt, Milka (per la Russia), Oreo, Ferrero, Nivea, Heineken, Coca cola. Carte d’Or, Calgonit, Kellogg’s, Nestlè. Senza dubbio Max sa guarda re lontano ed è infatti uno dei primi a lasciare la pellicola per passare al digitale. «Il mercato, quello europeo in particolare, è in continuo cambiamento e ne gli ultimi anni il trend non è stato positivo. Ho deciso di cambiare direzione e di affrontare il mer cato americano, che offre lavori più importanti con disponibilità di budget più elevati. Il primo spot è stato per la “Dove” e l’ab biamo girato in 3D, con riprese in contemporanea di due teleca mere messe a distanza oculare, con un sistema sofisticato di au tomazioni. È stato un lavoro molto complesso anche dal pun to di vista organizzativo, ma ben Bergamo senza confini è un progetto de riuscito grazie alla collaborazio ne della producer italiana Elena Quiri. Poi abbiamo girato uno spot per la vodka “Cîroc”, il brand del cantante rap Puff Dad dy. Fortunatamente è andato be ne, i creativi erano un po’ preoc cupati. Si aspettavano da un mo mento all’altro di vederlo entra re armato di pistola. Pare pro prio che sia un po’ irascibile il ragazzo». In tutto questo Max non tra scura l’altra vena pulsante: la fo tografia. Tenendosi sempre in contatto con il circolo fotografi co «Bergamo 77» di Borgo Santa Caterina, si dedica alla street photography, lo scatto d’istinto che coglie gli attimi di vita sul palcoscenico della strada. Fini scono in mostra in Normandia, organizzata dall’associazione culturale francese «La fabbrica quoi», le sue immagini sulla ri volta degli Indignados di Zuccot ti Park a New York. Sarà invece pronto per gennaio un grande lavoro, il film documentario su uno dei pilastri della fotografia italiana, il maestro Gianni Be rengo Gardin. «Si intitolerà “My life in a cli ck”, 120 minuti, tutto in bianco e nero. Il materiale l’ho raccolto in sette anni, tra il 2008 e il 2014 – racconta – andando a casa sua, seguendolo in giro per l’Italia e all’estero. Ci sono poi le testimo nianze dei suoi amici e colleghi che ho avuto il piacere di incon trare: Sebastião Salgado e Josef Koudelka a Parigi, Erwitt Elliot a New York, Renzo Piano a Ge nova, Ferdinando Scianna e an che Gabriele Basilico, che avevo intervistato un anno prima della sua morte . Gianni ha già visto il montaggio e gli è piaciuto molto, ora lo stiamo finalizzando. L’ul timo passaggio sono state le mu siche, scritte dai compositori Fa in collaborazione con 1 2 3 1.Max Losito con il fotografo Gianni Berengo Gardin: il regista bergamasco che vive a New York ha girato un documentario di 120 minuti sul noto fotografo italiano, s’intitola «My life in a click» e verrà presentato a inizio 2016; 2. Alcuni momenti delle riprese del documentario con Berengo Gardin; 3. Max Losito ha 43 anni e ha uno studio con un socio americano in cui gira spot per i grandi marchi: tra gli altri quelli della Lindt, Dove, Plasmon, ma anche per il rapper americano Puff Daddy brizio Campanelli e Enrico Gol doni ed eseguite dall’orchestra della radio sinfonica ungherese di 60 elementi, che abbiamo re gistrato di recente a Budapest. Il risultato è strabiliante. Ottimo il lavoro del montatore Nicola Rota, che ha saputo davvero tira re fuori il meglio dalle 40 ore di materiale girato». Che persona è Gianni Beren go Gardin? «Estremamente pia cevole, molto generosa e umile, forse anche troppo – racconta –. Ha 85 anni e continua a fotogra fare come faceva 50 anni fa, ti rando fuori immagini di altissi ma qualità, i suoi scatti sono di ventati 260 libri, una produzio ne immensa che a volte, anche lui, dimentica di avere. Gli ave vano chiesto dei ritratti di perso naggi famosi da esporre in una mostra e lui convinto a dire no, che non ne aveva mai fatti. Poi dall’archivio ne sono usciti 200. È stato in tutto il mondo e spesso quello che racconta, gli aneddoti, i dettagli, sono perle di vita. La sua passione per la fotografia si respira a tal punto da diventare anche contagiosa. L’ha trasmes sa anche a Nicola, che dopo aver lavorato per così tanto al mon taggio si è comprato una Nikon e adesso fotografa in bianco e nero». «My life in a click» sarà pronto all’inizio del prossimo anno. Ne sentiremo parlare an cora, molto presto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA Sul sito web TUTTE LE STORIE DAL MONDO LE PUOI TROVARE SU: www.ecodibergamo.it