012_017 Puledri Pmu
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012_017 Puledri Pmu
CAVALLO L’altra faccia degli Usa C’era una volta in America NELLA CALIFORNIA PIÙ BELLA E DEFILATA, LONTANA DAGLI STUDIOS E DAI CLAMORI DELLA RIBALTA, ANIMALI FARM LAVORA PER RIDARE DIGNITÀ AI “FIGLI” DEL PMU E PER SALVARE LORO LA VITA Testo e foto di Giovanni Alberini 12 i America ne abbiamo vista tanta, spesso anche senza esserci mai stati. Dai film di John Ford a quelli di Peckinpah, a quelli gloriosi senza gloria di Sodenbergh, Penn e Moore, tutti ci hanno mostrato facce diverse di quello che per molte vie è uno dei paesi più “grandi” del mondo. Alla fine, con presunzione, ci siamo quasi convinti di conoscerne ogni risvolto, Eppure... Eppure, proprio perché tanto estesi ed eterogenei, gli Stati Uniti serbano sempre qualche sorpresa. C’è sempre qualcosa nella realtà di questo enorme paese che sfugge e si nasconde. Anzi, si riserva di mostrare l’ennesimo minuscolo tassello del proprio mosaico solo agli occhi dei più curiosi. Tasselli preziosi come Animali Farm di Santa Maria, nella contea di Santa Barbara, letteralmente a pochi minuti d’auto dall’oceano californiano. D A sinistra, uno dei branchi che vivono attualmente ad Animali Farm. I cavalli che godono al momento delle attente cure di Jennifer e Cheryl in attesa di adozione sono circa cinquanta. Nelle foto a destra, in alto, le infaticabili “altre metà del cielo” della farm californiana; al centro la casa confinante con i paddock; sotto, uno degli ospiti “in transito” UN PO’ PIÙ DI UNA SCELTA Lo scopo primario di Animali Farm è salvare, recuperare e trovare una casa per i cavalli che sono stati e sono tutt’ora impiegati nella produzione dei farmaci che fondano il proprio principio attivo sugli estrogeni coniugati naturali estratti dall’urina delle fattrici gravide (Pregnant Mare Urine, da cui Pmu), e vengono somministrati, con diversi nomi commerciali (non citabili in dettaglio per le leggi che regolano la pubblicità dei farmaci ma dei quali possiamo benissimo chiedere al nostro medico o farmacista...), alle donne per compensare i disagi della menopausa. In pratica si tratta di un centro “rescue” che, in un paese dove ancora recentemente i legislatori si sono espressi contro la pratica della macellazione equina per il consumo alimentare, si vive una sorta di schizofrenia in merito allo sfruttamento del cavallo, che ne dilata i confini fino alle porte del Canada. Le fattrici impiegate per la produzione dell’ormone necessario alla composizione del farmaco, massicciamente prodotto da industrie statunitensi e distribuito in tutto il mondo (Italia compresa), risiedono principalmente in Canada e i loro puledri (allevati praticamente in batteria visto che per produrre il suddetto ormone, contenuto nell’urina, la femmina deve essere necessariamente gravida) vengono venduti in larga misura ai macelli che esportano poi la carne equina proprio in Europa. Colpa del Canada? No di certo, nel continente della libertà per antonomasia ogni paese ha diritto di regolarsi come crede. Colpa degli allevatori? Negativo. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di semplici e onesti farmer che devono guadagnarsi la pagnotta e che con gli introiti delle “Pmu” riescono a mandare avanti altri rami dei loro allevamenti. Colpa del farmaco? Difficile (o forse troppo facile) puntare il dito sulla comunità scientifica se, in buona fede, si considera che nel bene e nel male la ricerca ha come obiettivo il benessere dell’uomo. Insomma, come spesso accade in questi casi, per non scadere nel fazioso gioco delle parti, trovare un colpevole è sempre affare molto complesso e delicato. L’unica cosa che - ci viene da dire - rimane inequivocabile è che di sicuro non è colpa delle cavalle, né tanto meno dei loro molti puledri. Di norma bruttarelli (non è bello ciò che è bello...), allevati senza un criterio se non quello di mantenere la fattrice gravida, questi piccini in qualche modo “figli” della scienza non hanno grosse aspettative. Sono tanti (troppi), dal look poco ambizioso e soprattutto non sono in molti a sapere della loro drammatica esistenza. La brutta storia delle Pmu mu sta per Pregnant Mare Urine, letteralmente urina di fattrice gravida. Dall’urina di dette fattrici si estrae un estrogeno coniugato naturale che costituisce il principio attivo per farmaci diffusamente destinati alle donne in menopausa. Quando vediamo come i cinesi estraggono la bile direttamente dagli orsi vivi tenuti in gabbia siamo tutti pronti alla sollevazione di massa... Eppure di come si arrivi all’estrogeno coniugato (in qualsiasi nome commerciale sia proposto) sappiamo poco. E forse preferiamo così. Beh, visto che noi stiamo con i cavalli sentiamo il dovere di spiegarlo, per quanto possa risultare sgradevole. Seppur ben nutrite e abbeverate, le fattrici, gravide destinate alla produzione Pmu, al posto di trascorrere la gravidanza al prato come raccomandato in tutti i libri, passano approssimativamente 150 giorni della gesta- P I cavalli di Animali Farm vivono prevalentemente in recinti collettivi e dividono i pasti senza alcun problema. Nel solo 2004, Jennifer e Cheryl hanno trovato casa per ben 260 di loro zione legate in stalle (non scuderie di sicuro!) organizzate in poste da un metro di larghezza circa. In mezzo alle gambe posteriori, in prossimità della vulva, viene sospeso un raccoglitore per le urine (nella foto a sinistra) che, appeso al soffitto con coppie di tubolari elastici, rimane in posizione in virtù del fatto che la cavalla non può muoversi. Né sdraiarsi, né deambulare. 150 giorni sono 5 mesi! A marzo le fattrici vengono mandate al prato. A maggio partoriscono. A giugno vengono nuovamente ingravidate. A settembre le si separa dai puledri che vengono immediatamente venduti e il processo riparte da capo. Il tutto, a questo punto, per ottenere un principio attivo che da oltre un ventennio divide la comunità scientifica: c’è chi afferma che la terapia sostitutiva ormonale che utilizza gli estrogeni coniugati naturali presenti effetti collaterali quali cancro al seno, disfunzioni cardiache, demenza, aumento della pressione, patologie alla cistifellea... Per non parlare del fatto che, anche per coloro che invece legittimamente credono in tale terapia, adesso c’è la possibilità di avere valide alternative visto che gli stessi estrogeni (forse addirittura migliori) possono essere sintetizzati dalla soia o da altre piante. Il tutto senza infliggere inutili sofferenze e senza essere inconsapevole origine di un “caso” di coscienza. Meditate donne. E parlatene ai vostri dottori! 15 Senza perdere la tenerezza ennifer Johns e Cheryl Forbes sono le braccia e le menti di Animali Farm, la piccola realtà di Santa Maria (California) che dal 1999 si occupa del recupero delle fattrici Pmu e dei loro puledri tra Stati Uniti e Canada. Nel loro lavoro, duro e di tutti i giorni, c’è poco spazio per gli eccessi e i romanticismi. C’è così tanto da fare che non c’è proprio il tempo per cedere alle emozioni. Entrambe lavorano a tempo pienissimo per creare le migliori situazioni per dare una casa ai cavalli che comprano in Canada. Nel febbraio del 2003 sono state riconosciute come organizzazione no-profit e ogni singolo dollaro che ricavano dalle adozioni viene reinvesto (spesso anche prima di essere incassato!) per acquistare/salvare nuovi cavalli e mantenere al meglio quelli che stazionano nella farm di Tepusquet Road. Da quando Jennifer e Cheryl hanno deciso di dedicare le proprie vite ai cavalli da salvare, ovvero dal ‘99 al 2004, ne hanno sistemati 600. Altri 200 hanno trovato casa grazie al loro lavoro entro ottobre 2005. Ed è solo una minuscola goccia in un oceano. Ad aiutarle sono intervenuti alcuni sponsor: c’è chi ha fornito loro le recinzioni, chi ha acquistato i cavalli, chi presta la propria mano d’opera. Magari, con poco, potremmo fare qualcosa anche noi... The Animali Farm, 3401 Tepusquet Rd. Santa Maria, CA 93454 www.theanimalifarm.com J Sopra, Cheryl e alcuni dei non-equini di Animali Farm. Sotto, Jennifer, ex assicuratrice e ora rescuer a tempo pieno Così, ogni anno, decine di migliaia finiscono a ingrossare le fila dei soggetti all’asta destinati al macello. Decine di migliaia. Tranne quelli che, grazie all’intervento di centri “rescue” come Animali Farm, vengono acquistati e condotti negli States per tentare la via, tutta in salita, dell’adozione. IL PARADOSSO DEI NUMERI Gli estrogeni coniugati naturali sono una realtà farmacologica fin dai lontani anni ‘40, epoca in cui iniziò il business delle fattrici “Pmu”. In oltre sessant’anni di 16 Non solo America ell’era della globalizzazione, l'industria farmaceutica è mondiale, i farmaci sono mondiali, i loro principi attivi sono mondiali, ciò che accade alle fattrici Pmu è mondiale... Tutto mondiale tranne due cose: informazione e solidarietà. Se volete ampliare i vostri orizzonti anche su questi fronti vi consigliamo di vistare alcuni siti internet che, molto seriamente, offrono piena documentazione. Oltre a quello di Animali Farm (www.theanimalifarm.com), c’è quello ufficiale dell’associazione che da anni si batte per la dignità delle fattrici Pmu (www.pmurescue.org) e che fornisce link a carattere scientifico dove reperire ogni sorta di informazione. Su entrambi i siti è poi possibile contribuire fattivamente al lavoro di “rescue” e prendere visione di quanto si sta facendo oltre oceano per risolvere un problema che, non dimentichiamolo, è un po’ anche nostro. N ricerca - impensabile immaginare il numero di cavalli coinvolti nel processo - lo stato delle cose è necessariamente mutato e ora, per la precisione a partire dall’ottobre del 2004, molte industrie farmaceutiche hanno optato per principi attivi estraibili da alcune piante. Se ciò da un lato fa tirare un respiro di sollievo guardando al futuro, nell’immediatezza del presente ci si trova di fronte a numeri davvero impressionanti: 300 dei 410 ranch in cui si raccoglieva il prezioso “liquido” hanno di fatto perso i propri contratti e oltre 25-30mila fattrici si sono improvvisamente trovate “disoccupate”. Anzi, con minime prospettive di vita. Poco selezionate, non produttive e assolutamente non competitive rispetto al vasto mercato dei cavalli da sella, molte hanno avuto come grazie l’avvio al macello. Alcuni rancher, quelli che hanno potuto, hanno cercato di trovare loro un mercato come soggetti da diporto o, abba- stanza frequentemente, si sono rivolti a centri come Animali Farm che, con ogni mezzo, continuano a prodigarsi per rendere dignità a questi animali. Se da un lato quindi c’è ancora molto da fare per mettere la parola fine alla produzione animale degli estrogeni coniugati naturali - si stima che oltre 35mila fattrici siano ancora impiegate a tale scopo - bisogna procedere con progetti che tengano conto della relativa produzione di puledri (anche loro intorno ai 35mila all’anno, se la matematica non è un’opinione, l’83% dei quali, solo in Canada, è oggi destinata al macello) e all’eventuale futuro da offrire alla sfortunate mamme nel caso l’industria farmaceutica decida di modificare la propria fonte di approvvigionamento in modo radicale. E, siatene certi, anche nel Gran Paese, la parola progetto è inequivocabilmente legata a quella di dollari, che tanto per cambiare non sono mai abbastanza E questa è forse la cosa che suscita la maggiore amarezza: loro, le brutte magnifiche Pmu, nella loro breve vita e in quella ancora più breve dei loro sfortunati puledri, non chiedono niente. Sono solo lì per dare. ■ 17