Torrentismo ed esplorazione geografica All`interno

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Torrentismo ed esplorazione geografica All`interno
Bollettino4.2
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NOTIZIARIO DELLA ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING
maggio 2000
Via Fazioli 10, 60123 ANCONA. Corrispondenza: c/o Mail Boxes c.p. 130, Via Cardeto 4, 60123 Ancona. Tel. 071-52680
e-mail: [email protected] internet: http://www.canyoning.it
Torrentismo ed
esplorazione geografica
Mi chiedo spesso se la gente sappia o immagini cosa sia il
torrentismo. I morti dell'estate scorsa ne hanno offerto un'immagine tutt'altro che lusinghiera: uno "sport estremo", roba dapazzi scatenati, ... Qualche giornalista ci ha descritto come paranoici votati al suicidio ...
Noi appassionati sappiamo che le cose non stanno così, se
non per alcuni esaltati che comunque non rimangono sani e
vivi a lungo. Così in questo articolo vorrei accennare ad un
aspetto ignorato dai mass-media, ma che considero fondamentale per il torrentismo (e soprattutto per il MIO torrentismo): l'esplorazione geografica.
Che c'entra la geografia con il torrentismo? La gente probabilmente penserà che l'esplorazione geografica sia ai nostri
giorni un fatto compiuto. Abbiamo i satelliti che (a detta dei telegiornali) sorvegliano ogni lembo del nostro pianeta, e sono in
grado di osservarne i dettagli con risoluzioni dell'ordine del
metro. C'è gente perfino in Antartide: anzi, ogni anno qualcuno
ne compie la traversata a piedi, in slitta, ... Perciò cosa vuoi che
ci sia da esplorare oggi? Visitare, se mai! magari virtualmente,
con Piero Angela che ci fa vedere per la duecentomilionesima
volta i leoni, le giraffe, gli gnu, i pinguini ...
Invece ci sono mondi da scoprire su questo pianeta, strade
mai percorse fatte di acqua e roccia, strade costruite dall'acqua
e dai terremoti nel corso delle ere geologiche.
Sono i canyon, i tratti invisi bi li e sconosciuti dei torrenti,
incassati nelle pieghe delle montagne e delle colline, nascosti
dalla vegetazione. Noi li chiamiamo anche "forre". Non sono in
AIC Associazione Italiana Canyoning
All’interno
- Protoc ollo d’ intes a con l a Soc ieta’ Spel ol ogi ca i tali ana
- la scuola Italiana Canyoning, e’ nata!
- i corsi estivi dell’AIC
- l’as s emblea annual e a Mar sagl ia (PC) il 1 7-06-2000
- l’itinerario 1: il Rio Corborant
- l’itinerario 2: Sa Fosca
- i materiali: la muta in neoprene
Africa (non solo) ma vicino le nostre case, dietro i paesi. Eppure
mai nessuno li ha percorsi, nessuno ne conosce l'esistenza.
Non esistono sulle carte, non esistono nella coscienza e nella
memoria della gente del posto. Le strade li evitano, i sentieri si
tengono lontani da essi.
Sono relativamente pochi i casi in cui ti accorgi che c'è un
canyon. La maggior parte delle volte osservi unicamente una
val le b oscosa , e n ul la p iù , ma l í d entr o c'è u n ca nyo n.
Così noi appassionati di canyoning facciamo esplorazione
geografica, scopriamo e documentiamo luoghi sconosciuti ai
cartografi e alla gente del posto. E la nostra associazione, ha
creato e aggiorna il Catasto delle Forre d'Italia. Ogni anno scopriamo nuovi canyon, ogni anno la conoscenza geografica
dell'Italia aumenta grazie alla nostra opera.
Attualmente il Catasto ha 350 voci, di cui 300 sono canyon
(50 sono torrenti che sembrano canyon ma che di fatto non lo
sono). Tanti? pochi? abbiamo scoperto quasi tutto? tutto è ancora da scoprire?
Per provare a rispondere a questa domanda mi servo della
statistica. Prendo una carta topografica IGM in scala 1:50000,
rappresentante una zona collinare che ho esaminato a fondo.
Scelgo una carta che non contenga una zona eccezionalmente
ricca di forre, nè una zona che non ne contenga af fatto: insomma una zona "media" che possa fare da campione statistico.
Quindi conto le forre che ci sono: 6.
Poi vedo di quante carte si compone la cartografia IGM
dell'Italia in scala 1:50000 : sono 650.
Supponendo che la metà di esse riguardino zone di pianura,
o di mare, o di roccia non adatta alla formazione dei canyon
(che richiedono terreni rocciosi compatti) ...325 * 6 = 1950.
Ci sono 1600 forre ancora da scoprire in Italia. Per trovarle
sarà necessario esplorare migliaia di torrenti mai percorsi prima
d'ora.
Michele Angileri
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Protocollo d’intesa SSI-AIC
fra la Società Speleologica Italiana (SSI) e l'Associazione
Italiana Canyoning (AIC),
sugli scambi in materia di speleologia e torrentismo SSI e
AIC rappresentano rispettivamente la struttura speleologica
e quella del torrentismo in Italia.
La SSI riconosce nella AIC l'associazione rappresentante
le attività inerenti il torrentismo in Italia e si impegna a non
sottoscrivere analoghi protocolli con altre associazioni nazionali di torrentismo italiane.
L'AIC riconosce nella SSI l'associazione rappresentante
le attività inerenti la speleologia in Italia e si impegna a non
sottoscrivere analoghi protocolli con altre associazioni nazionali di speleologia italiane.
I firmatari si impegnano a sviluppare gli scambi fra le due
associazioni, in particolare per quello che riguarda le attività
esplorative, scientifiche, culturali, didattiche, tecniche, associative nei due rispettivi domini d'interesse , con particolare
riguardo all'ambiente carsico. Questi scambi saranno coordinati dagli organi direttivi delle due parti firmatarie, eventualmente tramite le rispettive commissioni tecniche specialistiche.
La SSI designa come proprio organo tecnico delegato la
Commissione Forre.
Le commissioni tecniche delle due parti firmatarie s'informe ra nno mu tuame nte e di re tta mente d ell e lo ro a tti vità.
I responsabili delle commissioni tecniche potranno assistere in persona o per un loro rappresentante all'assemblea
o incontro nazionale dell'altra parte firmataria.
Ogni parte firmataria deciderà sulle man ifestazion i a lle
quali intende mandare un suo rappresentante e tratterà con
le strutture interessa te le condizion i d i parteci pazione. Le
persone partecipanti a nome delle strutture dovranno avere
un mand ato scritto. Nessuna d ell e par ti fi rmatar ie po tr à
essere impegnata per delle persone che intervengono a titolo personale e/o senza mandato riconosciuto.
I membri delle due parti firmatarie beneficiano della reciprocità in materia di:
- iscrizione e partecipazione agli stages tecnici organizzati dalle due associazioni;
- sottoscrizione alle rispettive pubblicazioni ed accesso
privi legi ato ai ser vi zi rivol ti a gli a sso ci ati del le ri sp ettive
entità.
Questo accordo è firmato al fine di ufficializzare e sviluppare le relazioni amichevoli fra speleologi e torrentisti italiani,
in particol are per le comuni finalità di esplorazione, documentazione e salvaguardia ambientale.
Ha durata di un anno e viene tacitamente rinnovato salvo
disdetta formale di una delle due parti.
Il Presidente
IlPresidente
della SSI
dell’AIC
Mauro Chiesi
Michele Angileri
Il protocollo d’intesa qui riportato é quello ufficiale che
sarà sottoscritto dalle parti entro il mese di maggio 2000.
La Scuola Italiana Canyoning
di Maurizio Biondi
E' nata !
Da questo momento la AIC ha una sua scuola di torrentismo. Faccio, per chi non fosse al corrente di tutti i passaggi,
una breve cronistoria dei fatti che hanno portato a questo traguardo.
All' ini zi o c'er a il CA OS... poi venn e la AIC che , sulle
prime, decise di non dotarsi di una scuola e di non volersi
occupare di didattica del torrentismo lasciando questo compito alle iniziative dei propri associati.
Con il passar e del tempo, tuttavia, questa ide a ini ziale
venne abbandonata e, nell'assemblea dello scorso anno, si
decise di dare il via ad un gruppo di lavoro che gettasse le
basi per lo sviluppo di una nostra scuola caratterizzata da fattori quali tecniche all'avanguardia, la massima sicurezza, un
alto livel lo te cn ico e fo rmativo digl i i str utto ri, l 'unifor mi ta '
didattica ed il massimo rispetto per l'ambiente. In altre parole,
l' obbiettivo che ci si e' posto e' quello di diffondere la cultura
di un torrentismo sano, sicuro e coinvolgente.
In conside razione del fatto che la Ecol e Fran cai se de
Descente de Canyon ha una piu' che decennale e comprovata autorevolezza in materia e che la sua linea ispiratrice e'
perfettamente con verg ente con la nostra, si e' pensato di
doma ndare la lo ro col labora zio ne per formare, valu tar e e
selezionare le persone che avrebbero dato il via al nostro
ambizioso progetto. Come tutti sapete, sulla base delle can-
didature pervenute, e' stato da noi selezionato un gruppo di
10 persone da sottoporre allo stage formativo-valutativo con
alcuni tra i piu' competenti ed esperti istruttori della gia' citata
scuola francese.
Tale stage ha avuto luogo nei giorni scorsi ed ha costitui to, per che vi ha partecipato e per la AIC tutta, un'eccezionale
e spe ri en za di gr an de a ccre scime nto te cni co- di da ttico .
Facendo tesoro delle accurate schede di valutazione individuale fornite dai francesi su ciascuno dei partecipanti sono
state scelte 7 p ersone idon ee a forma re l o sta ff ini ziale di
istruttori e, nell' ambito di questi, si sono individuati 3 elementi di spicco adatti anche a ricoprire il ruolo di formatori (ossia
gli istruttori degli istruttori). Questi i nomi:
Maurizio Biondi, Marco Geri, Roberto Recchioni, (formatori), Roberto Coppo, Dario Ferro, Carlo Gatti, Stefano Rossi
(istruttori).
Terminato lo stage e' seguita, con la partecipazione del
Presidente e di due membri del CD, una accorata discussione dove sono stati decisi il regolamento e l'organ izzazione
della scuola stessa. Il sottoscritto é stato eletto Direttore della
Scuola.I primi impegni ai quali la neonata scuola andra' a far
fronte saranno un corso base e uno di perfezionamento nel
mese di giugno,un corso speciale "a tema" sull' attrezzamento del le for re nel mese di l uglio,un corso di prep arazione
istruttori nel mese di luglio.
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Rio Corborant
Itinerari
di Roby Jarre
BAGNI DI VINADIO - VALLE STURA (CN)
Ahi !! …… il discensore sull’alluce….e il suo moschettone
dov’è?.. la corda da 38, quella da 22 (era una 60 ma poi una
pietra…), la zavorra cioè il sacchetto da armo che serve solo
quando non l’hai, lo portiamo così non piantiamo neanche uno
spit, le fettucce marce da armo, perché non si usano quelle
buone? Perché servono, è ovvio, il materiale da risalita, quello
d’emergenza….. e il buonsenso ??…
- Ehi! Cesare!, hai dimenticato di portare qualche chilo di
buonsenso!!
- Sche rzi?, sai ben e che l’h o fin ito p rima d i sposar mi.
Potrei chiedere a Betto… no, perderei troppo tempo a spiegargli cos’è e tutto sommato non ho le idee ben chiare in proposito.
- Ehi voi ! (rivolto agli altri), avete un po’ di buonsenso da
mettere nel sacco?
- No, se no non saremmo mica qui.
Acc… il mio era finito da anni, quel poco che mi restava l’avevo usato per disintossicarmi dal la speleol ogia e non era
nea nche ba sta to ta nt’ è ver o che ogn i ta nto ci ri casco.
Pazienza, anche oggi ne faremo a meno.
Sono le 9 di mattina, al primo ponte sul Corborant, ci stiamo
cambiando per la discesa e in mutande, nell’aria frizzante, controlliamo il materiale.
Perché non si controlla prima? Per 2 ovvi motivi: 1) perché
non abbiamo buonsenso, 2) perché si spera lo facciano gli altri.
E mentre le rare macchine di passaggio rallentano al nostro
strano spettacolo, indossiamo le mute bucate e tutto i l resto
della ferraglia.
Carlo, con fare da lupo solitario, guarda il torrente scorrere
fra le rocce e arriccia il naso annusando l’aria come chi, con
modi da professionista, cerca di valutare una situazione. La
realtà e ben diversa: sta per starnutire, si è preso il raffreddore
solo guardando l’acqua. E così, tra uno scivolone e un accidenti, ci incamminiamo giù dalla riva e poi per il torrente che non
s’ingorgia per almeno un quarto d’ora (o più se siete particolarmente imbranati); un paio di salti dai massi e alcuni scivoli scavati nella roccia rompono la monotonia.
La progressione non presenta particolari difficoltà tecniche
neppure con acqua abbondante, fin qui siete in tempo ad uscire
senza grossi sforzi, riguadagnando la strada sulla sinistra ed in
breve le auto, se l’acqua vi semb ra tropp a, fatelo: ol tr e vi
costerà fatica e sicuramente qualcosa di più se siete particolarmente sfigati.
Un paio di splendidi scivoli, prodromi della parte più interes sante, ed un tronco di traverso, portano ad un piano inclinato
piuttosto verticale di 10 m circa da scendersi con almeno una
25 passata su un alberello. L’uso della corda si può evitare saltando al centro della pozzetta mediana e quindi nel laghetto
sotto (fattibile anche in scivolata), questa cosa consigliabile in
periodo di magra potete farla anche con portate superiori e vi
accorgerete che l’unica differenza è che con poca acqua gli altri
vi daranno dello scemo mentre con tanta sarete voi a darvelo.
Dal laghetto il torrente si butta con una bella cascatona in un
ampio e profondo laghetto, la via migliore per raggiungerlo risale un poco tra i massi in riva destra e con una corda ad un albe-
ro si scende sulle sue rive
Il passaggio alternativo, sulla riva opposta, è inclinato e per
l’acqua vaporizzata dalla cascata, scivoloso nella parte bassa
da dove ci si può tuffare da altezze variabili dai 3 ai 6 metri circa
(ma forse non ne vale la pena).
Un corto percorso orizzontale e le pareti si chiudono con un
breve canyon. Un grosso masso incastrato dà origine ad un
salto di circa 9 metri da cui se ne intravede un successivo poco
oltre.
Al ber i pe r pi azza re u na cor da : n essun o…. ar mi
naturali:….idem…., tuffarsi non se ne parla neppure Non sappiamo cosa c’è sotto, l’acqua sembra bassa e comunque non
tutti salterebbero.
- Carlo! Passami il sacchetto da armo…
Smartelliamo per 15 minuti, piantiamo uno spit, uno solo e
finalmente si può procedere.
- Cesare, qui ci vuole uno che sappia il fatto suo, scenderesti a vedere com’è e dove si può armare?, noi rimaniamo sopra
così se non si passa ti tiriamo su.
Ci riposiamo per molti minuti in quell’ambiente idilliaco e
rilassante cullati dallo sciacquio del torrente e dal canto degli
uccelli mentre Cesare più in basso, sale sui massi, ridiscende,
saggia la roccia, risale nuovamente a controllare in un frenetico
andirivieni, ci vogliono delle persone così operose, ma poi l’in canto finisce….
- Criste!… lassù cosa fate ??? dormite ??
- No.. no, dimmi, cosa c’è?
- Il sacchetto da armo e anche qualcuno che venga ad aiutarmi, ho trovato dove passare. Aveva trovato il punto migliore
dove chiodare, era anche il peggiore: tutta l’acqua passava di lì.
Erano 10 metri scivolosi e bagnatissimi, non troppo verticali
che portano su una pozza scura e profonda; quasi al fondo, un
poco a destra (orografica) c’è un provvidenziale gradino che
permette di togliersi dal getto d’acqua e sganciarsi dalla corda
prima di andare oltre.
La forra prosegue con un saltino di 3 metri e, dopo un
meandro, si allarga nell’ultima parte riconoscibile da una spiaggetta di sabbia piena di spazzatura che offre notevoli spunti per
foto r icordo e d i gruppo, specie se, come noi, la usate per
addobbarvi come alberi di Natale.
La progressione in discreta pendenza è ora su massi in un
ambiente aperto dominato dall’alta parete rocciosa della riva
destra, mentre l’acqua scompare e riappare più volte. Avete
ancora delle buone occasioni per farvi male tra i massi, atten zione. Un saltino di 4 metri è l’ultimo punto dove usare la corda.
Non molto più in basso ancora un salto è possibile(delicato),
circa 2,5 metri ed intravvediamo già il ponte crollato della vecchia strada e la nostra auto parcheggiata. E’ ancora presto,
non ci resta che salire in fretta in macchia recuperare le auto a
monte e correre alle gole di S.Anna dovremmo riuscire a scen dere anche quelle in giornata, sono abbastanza brevi e qua vicino. Le chiavi della macchina….
- Danilo, le chiavi….
- Ma gua rd a che no n le h o io , l e ho d ate a d A l d o …
- Aldo…non fare il deficiente dobbiamo ancora fare S.Anna.
- ……No oo!!!…… sono ne lle macch ine a mo nte …….
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Sa Fosca
Itinerari
di Roberto Schenone
Più o meno tutti, agli inizi dell'attività torrentistica, abbiamo
sceso forre che, indipendentemente dalla loro difficoltà, ci ponevano di fronte al semplice ma spinoso dilemma: “… ma se succede qualcosa, chi se ne accorge e nel caso, chi ci tira fuori da
qui? E come?”. Poi, col passare degli anni e dei canyon, certe
domande degli albori svaniscono o si sfumano, si impara a
prendere piccole ma fondamentali precauzioni, si va sempre
meglio giù per torrenti, tutto sembra più facile, ogni tanto persino noioso.
Ma per fortuna esistono posti come Sa Fosca dove, improvvisamente, mi ritrovo di fronte a certe questioni irrisolte… “chi mi
tira fuori di qui?” o risolvibili… “mancherà ancora molto?”, “cosa
mi aspetta adesso?”. Insieme a queste domande riemergono
stati d’animo che, una vol ta arrivato alla fine, mi regalano le
stesse sensazioni di quella prima volta che, dopo essere stato
al Rio Lerca con il canottino e le corde dinamiche, tornando a
casa mi sentivo potente come un dio ed allo stesso tempo rilassato e soddisfatto, incurante del domani.
Ma cosa ha di particolare questa forra che, dai 600 metri di
altitudine della partenza fino alla meravigliosa spiaggia di Sa
Calobra, taglia il calcare del versante nord della cordillera settentrionale dell’isola di Mallorca? E’ lunga, severa, bellissima,
continua, profonda, isolata e, cosa che colpisce incredibilmente
chi, come me, non e’ speleologo, ha un tratto di 600 metri in cui
le altissime pareti si richiudono, formando una vera e propria
grotta acquatica, dove regnano il buio ed il si lenzio e dove,
dopo un bel po’ di tempo, torno a pormi le fatidiche domande.
Sa Fosca da sola vale il viaggio… e pazienza se poi non riesco a fare il Mortitx per il brutto tempo o se l’acqua scarseggia
dopo un inverno di siccità, un altro posto così, dove lo trovo?
GORG BLAU Y SA FOSCA
Percorso i mpegnativo ma imper dibile. Si attraversa una
forra calcarea profondissima, caratterizzata da un tratto in cui le
pareti si chiudono sopra le nostre teste, formano una grotta di
circa 600 metri di lunghezza, dove la pila frontale e’ indispensabile. Sentiero di rientro sul fondo del maestoso e spettacolare
Tor rent de Pare is ed ar rivo sulla spi aggia di S a Calo bra.
Difficoltà: TD
Dislivello : 500 m (600 - 100)
Lunghezza : circa 5 km
Tempi: 10' + 8h’+ 2h 15’
Doppie: una trentina, quasi tutte obbligatorie, piu' alta 25
metri, Ancoraggi: buoni, fix e catene, Materiale: almeno 2 corde
da 5 0, mute , fro ntal e, S capp ato ie : nessu na se mpl ice
Periodo: tutto l’anno, molto meglio a primavera, con acqua.
Navetta: 12 km, Cartografi a: IGN 1:25.000 de Son Marc
644-III, Sa Calobra 643-IV, Selva 671-I
Accesso: da Palma raggiungere Inca sulla C-713 dirigendosi
verso la parte nord-est dell'isola. Da Inca prendere la strada C710 che si dirige al Monastero del Lluc, e giunti al bivio per il
monastero continuare in direzione Soller. Giunti ad un altro bivio
per Sa Calobr a, in corri spondenza di un acquedotto e di un
chiosco, si posteggia la pri ma auto. La seconda auto si parcheggia invece a Sa Calobra, sul mare.
Avvicinamento: si passa sotto il ponte dell'acquedotto e si
ritorna per un centinaio di metri sulla strada, fino ad un sentiero
sulla sinistra che porta ad un mulino in disuso. Dopo qualche
minuto di marcia sul greto si raggiunge la prima pozza, dove si
indossano le mute.
De scr izion e: i l per co rso co mi ncia con una po zza che
costringe al primo bagno, poi l'acqua scompare per qualche
centinaio di metri e si ripresenta in corrispondenza di un bel
tuffo di 4 metri. Ancora un breve tratto di marcia e si arriva alla
forra vera e propria, che presenta una gran quantità' di salti ed
una maggiore verticalità', contemporaneamente l'ambiente si fa
sempre meno luminoso e la gola piu' profonda. Dopo 7/8 doppie
si ha un attimo di respiro e poi, di nuovo una bella successione
di calate (una dozzina) porta alla marmitta secca che costringe
ad alcuni passi di arrampicata per continuare il cammino. Qua si
trova sulla destra un ripido canale che puo' essere utilizzato
come scappatoia. Altre 6/7 calate di altezza media ed ecco Sa
Fosca vera e propria, annunciata da una doppia di 20 metri che
porta ad un angolo a gomito che ci introduce nel buio piu' totale.
La grotta presenta una decina di bassi saltini, solo uno di questi
e' 20 metri, e numerosi laboriosi passaggi, la progressione e'
piuttosto faticosa, con anche qualche passaggio semisommerso. Sa Fosca termina con due risalti in mezzo a grandi blocchi e
si ritorna alla luce impr ovvisamente, cosi'come si e' entrati.
Ancora due doppie, con la forra che progressivamente si allarga
e si arriva alla confluenza nello spettacolare Torrent de Pareis,
sul fondo del quale si effettua il rientro.
Rientro: dall'uscita della forra si prende inizialmente un sentiero a destra che attraversa il letto secco del Pareis e scende,
con qualche disarrampicata scomoda, inizialmente in riva destra
e poi in riva sinistra. Dopo queste prime difficoltà' il letto si spiana e si continua con una lunga e comoda camminata fino alle
paludi che precedono la meravigliosa spiaggia di Sa Calobra.
La sezione é di Eduardo Gomez
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I corsi 2000 della Scuola Italiana Canyoning
SCUOLA ITALIANA CANYONING
Programma Corsi 2000
CORSO BASE CANYONING Direttore Marco Geri
26-30 Giugno Alpi Marittime (Francia)
OBIETTIVO DEL CORSO:
Il raggiungimento della piena autonomia individuale, nell'ambito
di un gruppo, nella percorrenza di una forra.
La durata del corso sarà di 5 giorni completi: 2 giornate in palestra e 3 discese canyoning
Iil costo del corso è di L. 300.000 e comprende il manuale tecnico della Scuola Francese di Canyoning.
CORSO PERFEZIONAMENTO CANYONING Direttore Roberto Recchioni
26-30 Giugno Alpi Marittime (Francia)
OBIETTIVO DEL CORSO:
Il raggiungimento di un elevato grado di autonomia nella conduzione di gruppo impegnato nella discesa di una forra di media
difficoltà.
La durata del corso sarà di 5 giorni completi (due giornate in
palestra e 3 discese canyoning) e di una mezza giornata di
completamento.
Iil costo del corso è di L. 300.000 e comprende il manuale tecnico della Scuola Francese di Canyoning.
CORSO PREPARAZIONE ISTRUTTORI Direttore Maurizio Biondi
24-29 Luglio Tolmezzo (UD)
OBIETTIVO DEL CORSO:
Saper condurre un gruppo di allievi in sicurezza con o senza
l’aiuto di un assistente. Saper insegnare le conoscenze tecniche
e generali del canyoning; saper organizzare e gestire un corso
di canyoning. Aver frequentato con profitto il corso di preparazione consentirà all’allievo di partecipare alla successiva fase
dell’esame per ottenere la qualifica di Istruttore Canyoning. La
durata del corso sarà di 6 giorni completi: 2 giornate in palestra
e 4 discese canyoning
Il costo del corso è di L. 350.000.
Le domande di partecipazione verranno accettate ad insindacabile giudizio della Commissione di Ammissione in base al numero di posti disponibili, ai curriculum presentati ed all’ordine cronologico di iscrizione al corso.
CORSO ATTREZZAMENTO CANYON
Direttore Maurizio Biondi
15-17 Luglio Tolmezzo (UD)
OBIETTIVO DEL CORSO:
Saper attrezzare correttamente un canyon in una condizione di
gruppo che percorre una gola e si trova a dover integrare/modi-
ficare gli ancoraggi esistenti. Saper attuare un corretto attrezzamento "definitivo" di una gol a mediante sistemi inviolabili ed
avendo l'obiettivo di rendere tale percorso idoneo alla fruizione
collettiva
La durata del corso sarà di 3 giorni completi e prevede 3 discese canyoning.
ISCRIZIONI:Il costo del corso è di L. 200.000 e comprende il
materiale di cui alla nota (2).
RE QUISITI DI PA RT E C I PAZIONE PE R TUTTI I CORSI:
1. essere socio AIC
2. saper nuotare
3. età minima 16 anni (per il corso base), 18anni per tutti gli altri
4. certificato medico di idoneità all’attività sportiva non agonistica
5. curriclum tecnico per il corso di perfezionamento, preparazione istruttori e attrezzamento canyon.
AT T R E Z Z ATURA: PER I CORSI “BASE” E “PERFEZIONAMENTO” TUTTA L’ATTREZZATURA PERSONALE TRANNE LE
SCARPE DA TREKKING ED I CAL ZARI IN NE OPRENE
POTRANNO ESSERE NOLEGGIATI PRESSO L’ORGANIZZAZIONE PREVIA PRENOTAZIONE AL MOMENTO DELL’ISCRIZIONE, AL COSTO DI L. 100.000 (Euro 51,65).
ISCRIZIONI ED INFORMAZIONI:
Il costo di ciascun corso comprende: uso dei materiali collettivi,
mater iale didattico, assicurazione infortuni . Nella quota non
sono compresi i trasporti locali che dovranno essere organizzati tra i partecipanti con le auto private.
La sistemazione logistica sarà in alberghetti o campeggio, ai
partecipanti saranno date tutte le informazioni.
Per info: e-mail: [email protected]. oppure presso il Direttore
della Scuola Maurizio Biondi tel. 040/9380008 0338/9946046
Per iscriversi è necessario inviare i propri dati anagrafici (data di
nascita, residenza, telefono, e-mail) unitamente alla ricevuta del
versamento di L. (VEDI VARI CORSI) sul c/c 11855608 (intestato a A.I.C. Via Fazioli 10, 60123 ANCONA), l’autodichiarazione
di saper nuotare ed il proprio curriculum tecnico entro il 7 giugno presso l’indirizzo postale: Associazione Italiana Canyoning,
c/o Mail Boxes, Via Cardeto 4 60121 ANCONA o via fax al n.
071/2080726.
CORSO DIDATTICO
Docente Paolo Madonia
VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI PIENA IN FORRA: CORSO
TEORICO-PRATICO
2-3 Settembre Marsaglia (PC)
1° g ior no: lezi one teor ica con eserci tazion e car togr afica
2° giorno: uscita in forra con discussione finale.
Costo: L. 100.000 comprensivo di pernottamento, colazione e
cena del sabato, dispensa didattica.
Iscrizione entro il 31 luglio.
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La seconda pelle
Materiali
di Gianluca Biagini
Chi pratica torrentismo sa quanto peculiare e impegnativa
possa essere questa di attività e di conseguenza quanto par ticolari debbano essere i materiali e le attrezzature utilizzati.
Imbraghi, calzature, corde, sacche, tutto viene sottoposto
a sollecitazio ni d ure e an che se d ella migl iore qualità può
arrivare a reggere una sola impegnativa stagione, tutto questo a scapito del portafogli ma ancor di più della sicurezza,
cito come esempio calzature che si aprono a metà canyon
oppure meravigliose mute colabrodo.
Una soluzione definitiva a tutto que sto ovviamente non
esiste e anche se entrassimo in forra vestiti di un’armatura
medioevale, ammesso di riuscire a restare a galla, finiremmo
prima o poi per fare la ruggine.
Esiste tuttavia una serie di piccoli accorgimenti che pos sono cambiare di molto il nostro andare in forra e che riguardano tutti gl i ele me nti del l’attre zzatu ra. Le tecniche e l e
attrezzature per torrentismo sono in continua evoluzione, vedi
ad esempio il nuovo kit boule di Resurgence (1); abbiamo a
disposizione ottimi imbraghi e sacchi, discreti i caschi e le
calzature.
Le mute isotermiche invece sono ancora da mettere bene
a fuoco, semplicemente si ignora l’attrezzo, lo sfoglio di alcuni cataloghi di note ditte di vendita per corrispondenza sia italiane che francesi conferma questa mia idea.
È opinione diffusa che sulla muta " da sub" si debba e si
possa assolutamente risparmiare. Mediamente il torrentista
acquista la sua muta nel classico negozio pesca sub come se
ne trovano in tutta Italia, il commesso, disinformato anche lui,
all a par ola tor ren tismo bia sci ca q ual cosa a pro posi to d i
canoe o gommoni e propone i suoi modelli di muta, i classici:
apnea, ARA, semistagna. Ognuno di questi modelli è studiato
per un suo uso specifico, ma sempre per un impiego di tipo
natatorio subacqueo e possono essere impiegati per un uso
torrentistico di tipo diciamo domenicale, ma per un utilizzo più
impe gnativo come nel ca so di lun ghe percorren ze, acq ue
fredde, uscite successive per più giorni dovremo rivolgerci
sicuramente a qualcosa di diverso.
Queste combinazioni isotermiche, le mute, sono confezionate con un ti po particolare di gomma, il neopr ene, la loro
capacità isotermica è data dallo spessore e dalla loro aderen za al corpo.
Il neoprene è una mescola di gomma e aria, viene confezionato in fogli di dive rso spe ssore e diversa foderatura. Il
neoprene base è privo di foderatura e si presenta con un lato
liscio e uno spaccato, cioè con le cellule di aria aperte. È pos sibile confezionare mute con questo tipo di neoprene incollandolo e ottenendo cosi vestiti di eccezionale aderenza ed
elasticità, pote nzialmente ottimi per un uso torrentistico ma
assolutamente fragili e delicati.
Esiste poi il monofoder ato che è un neop rene liscio o
spaccato su di un lato e foderato sull’altro, questo permette di
cucir e la mu ta e d i con fe rirl e quind i ma ggio re resistenza
andando a perdere però in elasticità.
Entrambe questi due tipi di combinazione sono di aderenza eccezionale ma di complicata vestizione necessitando di
talco od acqua saponata per facilitarne lo scorrere sulla pelle.
Esiste anche un monofoderato spalmato in metalite che permette una vestizione più agevole.
Abbiamo per ultimo il bifoderato, cioè rivestito su entrambe i lati, robusto, facile da calzare, economico e diffuso ma
sicuramen te il meno elastico di tutti. Il più co mune ha una
foderatura esterna in nylon mentre quella interna è in plush,
ciò si traduce in discreta resistenza e buon potere termico.
I fogli possono essere di vario spessore, non tutto il neoprene è ugu ale, in co mmercio abbi amo d ive rse q ualità, il
migli ore è d i fabbricazione giappon ese, un nome per tutti,
Yamamoto. La quantità di aria miscelata all’interno del neo prene ne determina la densità e di conseguenza l’elasticita,
po ssi amo sc eg li e re tr a b assa , med ia , al ta d en si tà.
Assortimento questo fornito solo da artigiani che producono
alta qualità quindi non chiedetelo al pescasub all’angolo perché potreste causargli una crisi mistica.
Premesso tutto questo tiriamo fuori la nostra muta dalla
sacca e andiamo a vedere quali caratteristiche dovrà avere
per soddisfare pienamente le nostre esigenze.
Caratteristica principale è l’isolamento termico che in questo tipo di combinazioni è dato dallo spessore e dall’aderenza. Mediamente utilizziamo il 5 mm ma con un buon neopre ne possiamo arri vare anche a 6, 7, mm ( testato personalmente ) senza sentirsi eccessivamente legati . L’aderenza è
una caratteristica fondamentale, una muta larga determina un
volume d acqua e un ricambio eccessivi con conseguente
perdita di calore, ricordiamoci infatti che l’acqua ha una conducibilità termica che è 20 volte superiore a quella dell’ aria
ne consegue che un corpo immerso disperde calore 20 volte
più rapidamente che se fosse esposto all’aria. Per ovviare ad
un eccessivo ricambio di acqua la maggior parte delle mute
in co mmercio vien e ven duta co n l e notissi me gu arnizio ni
acquastop, rispetto al presunto vantaggio che danno rendono
difficol tosa la vestizione e sono le prime a r ompersi, se la
nostra muta è d i buon a ma nifattura po ssia mo b enissimo
farn e ameno (testato) se nza che il suo potere isolante ne
risulti compromesso.
In caso di acque molto fredde la giacca chiusa ,cioè priva
di cerniera, è la più indicata, la si può abbinare ad un bermuda di neoprene calzato al di sopra del tutto per limitare le infiltrazioni. È possibile inoltre calzare un sottomuta in neoprene
o ancora meglio un intimo sintetico molto aderente tipo lycra
o capilene che assorbe poca acqua e asciuga rapidamente
(testato).
Re sistenza e pr ote zio ne son o a ltr e d ue car atteri stiche
importanti per una muta da canyoning. La prima è data dallo
spessore del neoprene; mentre la resistenza viene messa a
dura prova durante le nostre discese e i modi per proteggerle
sono i più svariati. La tuta speleo calzata al di sopra è una
delle soluzioni applicate ma bisogna considerare il peso ed il
volume in più e e l’ingombro nei tratti a nuoto soprattutto se in
presenza di corrente. Le toppe sono un’altra soluzione, quelle
in neoprene sono buone le altre durano poco.
In Francia, nei negozi specializzati, è possibile acquistare
una particolare resina nera, il Polyglute, che applicata a pennello sui punti da proteggere conferisce maggior resistenza
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senza irrigidire troppo il neoprene (testato). Si applicano tre
o q uattr o man i, attenzion e a far asciuga re bene tra una
mano e l’altra e alla temperatura che non deve essere inferi or e a i 2 0 gr ad i a lt ri men ti l a r esi na è tr op po de nsa .
Eccezionale è invece la foderatura antitaglio da lavoro della
Eliosub (2), non aggiungo altro, provatela.
Vestibilità, versatilità ed elasticità. Per soddisfare questi
requisiti il neoprene usato dovrà essere di buona qualità e a
media o meglio ancora bassa densità, la giacca con cerniera aperta completa( da escludere le sternali) per favorire, se
necessario, una buona ventilazione, gli acquastop assenti,
la coda di castoro con alamaro.
Infine l’annosa e dolorosa questione delle piaghe dietro
gomiti e ginocchia, che fare? Intanto dietro i gomiti vengono
se si ete solo voi a recu perare e a far su la corda, quindi
alternanza. Per le ginocchia non si può certo fare a meno di
camminare quindi: la buona manifattura viene prima di ogni
cosa, attenzione allora alle pieghe superflue e alle cuciture
che cascano proprio nei punti dolenti, il neoprene che viene a
cascare in queste zone deve essere il più aderente e unifor me possibile, ginocchia e gomiti preformati penso che possano essere una buona soluzione. Possiamo inoltre proteggerci
calzando sintetici lunghi a pelle e spalmando creme protettive
tipo Isolex Pro 2( si trova solo in Francia).
In ultimo un accenno a protezioni stagne( dry suit) tipo
vela o windsurf ( assolutamente da scartare le subacquee) ,
non ho esp erienza diretta in uso torren tistico an che se le
conosco bene in altri ambiti, nel caso decidiate di usarle in
forra, come ho già visto fare, devono essere accompagnate
da un adeguato giubbotto di galleggiamento in quanto in caso
di rottura accidentale possono trasformarsi in una vera e propria trappola
.(1):www.resurgence.fr
(2):www.eliosub.it
Notizie
a cura della redazione
SSI. Siamo giunti alla firma di un protocollo d’intesa con
la Società Speleologica Italiana (il cui testo e’ riportato nel
notiziario). Si tratta di un importante accordo con un’associazione che raggruppa qualche migliaio di speleologi (e la
spelelologia é la madre putativa del canyoning). Cosa porterà l’accordo ? la possibilità ai soci dell ’una e de ll’altr a di
partecipare ai relativi stage, corsi, aggiornamenti, lo scambio delle pubblicazioni, libri e riviste, la possibilità di condurre progetti di ricerca, di studio, didattici, in maniera congiunta. Tutto il resto si vedrà strada facendo, ma le premesse
sono ottime.
CAI. i rapporti con il CAI (se la Speleologia e’ la madre,
il CAI é un padre che si disinteressa un po’ dei figli) ci sono,
ed é già un risultato, visto l’immobilismo dell’elefante negli
a nni passa ti. Questi r apporti si stanno sviluppan do sia a
l i vel lo ce ntr a le , con la Comm issi o ne Cen tr al e p er la
Speleologia e con la Scuola nazionale di Speleologia, sia a
livello locale con alcune sezioni.
I temp i d i carb urazione per mette re in mo to qua lsi asi
progetto sono lunghi, però siamo ottimisti, abbiamo visto un
ricambio di facce che non ci dispiace affatto.
Rapporti con la EFC (Ecole Francaise de Descente de
Canyon). La Scu ola e la FFS (Fed erazione Francese di
Speleologia) ci hanno fatto da tutori nell’importante passo di
mettere in pie di la scuo la; g rande pr ofe ssion alità e d oti
umane ci hanno aiutato sensibilmente e li ringraziamo pubblicamente. I nostri contatti con tinuano e sono in progetto
a lcun e occasion i di i nterscambi o; pro bab ilme nte l’a nno
prossimo ripeteremo l’esperienza degli stage misti (allievi e
istruttori francesi e allievi e istruttori italiani).
Assicurazione. Finalmente siamo in grado di fornire un
assicurazione ai nostri soci, e quindi possiamo dare un servizio completo all’aspirante torrentista, dai corsi all’assicuraz io n e, al l a po ssi b il i tà di fa r e att iv ità i n co mp ag n ia .
L’assicurazione é la stessa che usano i nostri amici francesi della FFS, quindi copre i rischi del torrentismo e di tutte
le attività correlate e anche le spese di recupero in caso di
incidente all’estero.
Catasto. Il responsabile Giuliano Belluco (che scherzosamente si autodefinisce l’OdC l’Omino del Catasto), continuamente aggi orna le sch ede co mba ttendo un a b attagl ia
contro la pigrizia dei torrentisti, i quali magari si fanno 12 ore
di forra ma non hnno voglia di perdere 10 minuti per catastare la stessa. Il Catasto é un bene di tutti, e sarebbe una
buona cosa di prendere l’abitudine di annotare per ogni uscita, lo stato degli armi, l’acqua, ecc.
Stiamo per entrare nel progetto del Catasto Europeo, un
grande archivio di forre, di Francia, Spagna e Italia, in tre lingue e soprattutto disponibile a tutti.
Finora l’accesso al Catasto é stato riservato ai soci, ma
questo non é perché vogliamo tenerci stretto un bene che é
di tutti ma prima di liberalizzare l’accesso vorremmo che si
chiarisse i l suo uso: conosciti vo, scientifico, dida ttico, ma
NON sostitutivo di una topo-guida.
In Italia ancora troppi sono quelli che si improvvisano torrentisti, che a malapena sanno utilizzare una corda doppia...
Monografie. E’ in uscita le guida all’Italia del Nord-Est ;
Incidenti. E’ sempre in corso l’indagine statistica d egli
incidenti in forra a cura di Roberto Jarre; si tratta di compilare una scheda informativa e anonima sugli incidenti e mancati i ncidenti. Si sp era di ricavarn e indicazioni u til i ai fi ni
del la si cu rezza . La scheda può essere richiesta direttamente
all’AIC .
Internet. E’ sempre il nostro principale mezzo di comunicazione, sia fra i soci che con l’esterno; le pagine curate da Stefano Rossi
sono visitate da chiunque voglia sapere qualcosa sul torrentismo.
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Le associazioni
affiliate alla AIC
-
Toboga Club, c/o Roberto Recchioni, Viale della Vittoria
11 - 60 1 23 A n co na , te l . 07 1 /5 26 8 0. e- ma il :
[email protected]
-
Cica Rude Clan, c/o Roberto Schen one, Viale Po nte
dell’ Ammiraglio 34/3 - 16148 Genova, tel.010/37743 47
e-mail: [email protected]
-
G ru pp o Sp el eo log ico Lecce se ‘Nd ro ni co, Vi a de gl i
A ca ya 1 - 03 1 00 L e cce , t el . 08 3 2/- 3 0 27 5 8
0338/8335011, e-mail: [email protected]
-
-
Associazione Sportiva Acquatrek c/o Piergiorgio Magrini,
Via S.Cabrini 9, 35133 Padova
-
E tnacan yoni ng c/o Di ego Leo nar di, Via E . L ong o 8,
95019 Zafferana (CT), tel. 095/7081995 - 0339/2272925
e-mail: [email protected]
-
Mo nrosa Raftin g, loc. Gia re, 130 20 Ba lmuccia (V C)
0163/75298, 02/9102155. e-mail:[email protected]
-
Coop. La Mong olfie ra, Via del Parco 27, 0 5036 Narn i
Scalo (TR), tel. 0744/737535 0335/5700552
Segnavia, Viale S.Avendrace 59 - 09122 Cagliari (CA)
tel 079/278900. e-mail: [email protected]
-
De utsch er Can yoni ng Ver ein , c/o Alfon s Za unh ube r
Clemenstr.78 Munchen (Germany)
-
NoLi mi tsBoys, c/o Mar tin elli Gi ovanni Via Rosmini 6,
Riva del Garda (TN)
-
-
Grip - Gruppo Sport e Natura, c/o Salvatore Pinna, Via
Coghinas 12, Sassari. e-mail: [email protected]
B il lo G rou p c/o Pa olo Spr ea fico, V.l e Matteo tti 19 3
1810 0 Imperia,tel/fax 0183/71067. e-mail:[email protected]
-
-
S po rts in Op en S pa ce, 29 02 0 Mar sag li a (P C), te l.
0523/934300. e-mail: [email protected]
Associazione Sportiva Olympic Rock, Via Zanatti 7/1 34100 Trieste, tel. 0339/6900659 0368/3500049 e-mail:
[email protected]
-
Hydrotecniques, Via delle Ande, 1 - 20151 Milano
tel.fax. 02/38008023. e-mail: [email protected]
-
Gruppo Speleologico Specus, Via Santa Gilla 15 09100
Cagliari
-
A cqu e Ve rti ca li, c/o Fra ncesco Cavalli Via P etrarca,
Asti, tel. 0141/532041
-
-
E xp l or e , Vi a S. Val e nti n o 70 , 0 51 0 0 Ter n i, tel .
0744/277150 0330/883721. e-mail: [email protected]
Ve rti cal Ad ven tu re s, fr azi on e fab br ica 1 68 - 11 0 2 0
Ch ampde pra z Ver res (AO ) tel. 01 61/99 036 7 e-mai l:
[email protected]
-
Wet Way, Vial e Rover eto, 4 4 - 3 8066 Riva d. Gard a
(TN) tel. 0464.552453 e-mail: [email protected]
Incontri
Il programma dettagliato delle inziative dell’associazione
é r ip o r tat o su l no str o sit o we b : www.ca n yon i n g.i t.
In particolare segnaliamo:
- le uscite sociali, in varie date e varie zone d’Italia che si
protrarranno per tutta la stagione. E’ l’occasione di conoscere e avvici,arsi all’associazione.
- l’assemblea annuale dei soci il 17 giugno 2000, presso
il centro Sports in Open Space a Marsaglia (PC), oltre che
una riunione e’ anche una festa torrentistica;
- il raduno torrentistico in Valdossola, Piemonte, insieme
a francesi e spagnoli per esplorare forre e divertirci insieme;
- l’annuale raduno speleo a novembre a Bora, in Friuli, al
quale parteciperemo i forze;
e poi altro e altro ancora....
L’im pos tazi one grafica del notiz iario e’ di C orr ado C onc a,
la tes sera per l’anno in corso é disegnata da Luc a Dallari
il logo dell’AIC é di Gaetano Peluso
COORDINATORI REGIONALI
Sono le persone alle quali rivolgersi per avere informazione,
organizzare incontri, promuovere eventi...
Abruzzo: Andrea Monti, tel. 0347-2424164
Calabria : Primo Galiano, tel. 0985-21476 0338-2236744
Lazio: Michele Angileri, tel. 0761-509186
Emilia: Martino Frova, tel. 0523-934300 0338-9996287
Friuli: Maurizio Biondi, tel. 040-9380008 0338-9946046
Liguria: Roberto Schenone, tel. 010-3774347
Lombardia: Giuliano Belluco, tel. 02-6134032
Marche: Annamaria Pinotti, tel. 071-52680 0347-4539078
Piemonte: Roberto Jarre, tel. 0171-261906 0171-634386
Puglia: Stefano Rossi, tel. 0832-493962 0338-8335011
Sardegna: Corrado Conca, tel. 079-278900 0347-2903101
Sicilia: Paolo Madonia, tel. 0330-671808 0347-1450942
Umbria: Angela Torri, tel. 0339-3452455