Tuffi - Associazione Italiana Canyoning

Transcript

Tuffi - Associazione Italiana Canyoning
associazione italiana
.it
NOTIZIARIO dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING >
> la SNC compie dieci anni
presente passato e futuro della scuola
> il giro del mondo in 80 forre
cosa ci riserva il futuro
> tuffi
sicurezza prima di tutto!
aprile 2010
24
numero
canYoning
24
numero
ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING
www.canyoning.it ^ [email protected]
sede c/o Gruppo Speleo Stroncone piazza della Libertà 1 ^ 05039 ^ Stroncone (TR)
l’editoriale
Entro mercoledì, massimo 400 parole. Luca è perentorio nel fornirmi
le indicazioni per la stesura di questo editoriale ed io che, primo
sono in ferie, secondo non ho certo il dono della sintesi, mi sento
improvvisamente compresso e vincolato tra la scelta di scrivere
una cazzata immane o approfittarne per lanciare un forte segnale.
Scelgo, ovviamente (ma mica tanto) la seconda ipotesi e conio
immantinente lo slogan: l’Associazione deve crescere.
Partendo dal presupposto che quanto è stato fatto dalla sua
fondazione ad oggi rappresenta un eccellente risultato e se a questo
aggiungiamo che il nuovo Direttivo sta alacremente procedendo con
la messa in opera del suo programma, non si può non considerare
che presto ci troveremo di fronte ad un bivio importante. Da
una parte avremo un’associazione che pur arrivando a funzionare
decentemente ha difficoltà ad espandersi, dall’altra la possibilità
di progredire, cercare nuove collaborazioni e, perché no, finanche
l’ipotesi di confluire in organismi più grandi e importanti in
cui e con cui fare massa critica per lo sviluppo di nuovi e più
importanti progetti. È indubbio che di fronte a qualsivoglia
questione l’opinione e la forza di 600 persone rappresentano un peso
insufficiente, mentre la forza di una associazione ‘madre’ che ne
conti qualche milione è tutt’altra faccenda. L’unico vero problema
è riuscire a garantire e mantenere in toto la propria autonomia ed
identità. Questo è il motivo per cui nella valutazione dei vari
soggetti stiamo andando coi piedi di piombo.
Ma lo scenario che si prefigura e che mi piace immaginare è
questo: una AIC che confluisca in una associazione più grande che
sia in grado di darci strumenti, sostegno e forza per sviluppare
ulteriormente i nostri progetti ed affrontarne di nuovi. A partire
proprio dalla determinazione del soggetto a cui rivolgerci (UISP,
CAI, altre associazioni…) il cammino è lungo e non privo di
difficoltà ma auspico che in questa valutazione si lascino da parte
pregiudizi e vecchi rancori e, pur senza ignorare il passato e
le precedenti esperienze, si giunga a maturare una scelta in un
clima di ragionevolezza in cui si metta al primo posto il bene
dell’Associazione (e magari del torrentismo più in generale) e non
meri interessi personali.
Penso ad un’associazione, riconosciuta dallo Stato, che ci accolga
e ci permetta di utilizzare strumenti fiscali più vantaggiosi così
da poter finalmente reperire risorse economiche di maggiore entità.
Un’associazione a cui la nostra disciplina non sia sconosciuta e con
la quale iniziare uno scambio di conoscenze ed abilità operative (se
io ho un euro e tu hai un euro e ce li scambiamo, dopo lo scambio
abbiamo sempre un euro a testa. Se tu hai un’idea ed io ho un’idea
e decidiamo di scambiarcele dopo ognuno di noi avrà due idee!.
Un’associazione quindi con cui condividere esperienze e con la quale
iniziare a studiare nuovi percorsi, anche formativi. In quest’ottica
anche la nostra scuola potrebbe beneficiare non poco della
commistione di nuovi elementi didattici, attraverso un rinnovamento
che porti all’assimilazione di quelle parti non ancora affrontate
e che ritengo però importantissime quali la progressione in acqua
bianca, le tecniche di tuffo (anch’esso inteso come progressione e
non solo come elemento ludico), le tecniche di primo soccorso e non
ultimo, l’integrazione con percorsi formativi che abbiano un occhio
di riguardo per l’aspetto pedagogico ed educativo. I tempi sono
maturi? Io penso di si.
marco risoli ^ presidente AIC
in queste pagine ^ rio Cuestis ^ chiusaforte ^ udine^ foto alessandro marchi
in copertina
fosso Campione ^ gola di Prodo ^ terni
foto pietro torellini
redazione
luca dallari
daniele geuna
francesco michelacci
marta tosco
hanno collaborato
sara morando
marco risoli
laura samsò
roberto schenone
contatti
c/o daniele geuna
via madonnina 5
10065 pinerolo ^ to
[email protected]
re a l i z z a z i o n e g r a f i c a
dallarik >< graphics
indice
zoom
previsioni sul futuro
04
indagine
tuffi, da quanto e come
06
notizie
varie ed ambientali
9
editoria
pubblicazioni
10
associazione
la SNC compie 10 anni
11
tecnica
la tri-longe
12
associazione
raduno AIC Ossola 2010
12
associazione
assicurazione
13
agenda
360° info
14
retrospettiva
forra del vinadia
15
associazione
organigramma e contatti
16
proviamo a indovinare dove
ci porterà il futuro del torrentismo
bul
ga
ucr ria
ai
tur na
ch
geo ia
rg
arm ia
en
aze ia
rba
ira igian
n
dividendo il mondo in 3 aree di diverso interesse
a
ani
rom hia
c
vac
slo osnia
b
afghanistan
tagikistan
Kirghizistan
norvegia
islanda
alaska
scozia
canada
azzorre
USA
(Monti Appalachi)
jamaica
usa
(Washington,
California, Utah
Colorado, Arizona,
New Mexico)
tahiti
portogallo
giappone
corea
dominica
marocco
colombia
serbia
albania
oman
algeria
yemen
venezuela
mexico
galles
mongolia
libano
taiwan
cina
giordania
israele
etiopia
cuba
nepal
uganda
costa rica
india
tanzania
pakistan
madagascar
bolivia
nuova caledonia
zambia
equador
brasile
cile
borneo
australia
nuova zelanda
canYoning
argentina
4
quelle in cui c’è già qualcosa di esplorato ma poco conosciuto, di
cui si possono trovare notizie su internet o tramite i locali e che
non richiedono spedizioni impegnative
quelle in cui c’è ancora
quasi tutto da esplorare e
molto poco da ripetere e che
richiedono un approccio tipo
spedizione
e quelle in cui sicuramente c’è
molto da esplorare ma di cui non
si hanno notizie
canYoning
sudafrica
lesotho
peru’
5
Negli ultimi anni si assiste ad un crescente numero di tuffi da altezze considerevoli,
dai 15 ai 25 metri e oltre. è innegabile che la possibilità di pubblicizzare e dare
risonanza a queste performance semplicemente postando un video in rete stia
contribuendo ad accrescerne il numero e, inevitabilmente, anche il rischio connesso.
Tuffi da altezze usuali, diciamo intorno ai 5 metri, possono avere conseguenze
negative non trascurabili se affrontati o eseguiti malamente; viene da sé che rischi e
conseguenze aumentano in modo esponenziale da altezze oltre i 15 metri.
Qui affrontiamo l’argomento analizzando due aspetti solo apparentemente slegati dal
torrentismo che servono pero’ ad analizzare molto bene i problemi: quello puramente
tecnico dell’esecuzione di un tuffo da altezza e quello medico.
Il condimento a questa analisi sono tutte le criticità dipendenti dall’ambiente forra.
A voi le conclusioni dato che, come dicono negli U.S.A., your safety is your
responsability.
>>
>>>>
Cosa significa tuffarsi con consapevolezza e pieno controllo da oltre 25 metri, partenza, esecuzione ed ingresso in
acqua?
Ce lo dice Vyacheslav “Slava” Polyeshchuk tuffatore professionista.
Come si diventa tuffatori professionisti?
Quasi tutti i tuffatori professionisti, che conosco io, hanno cominciato
ad allenarsi dall’età di 6-8 anni.Le altezze sono: 1, 3, 5, 7.5, 10 metri.
Di solito la carriera si finisce a 25-30 anni. Poi molti sono passati a fare
gli spettacoli di tuffi alla fine dei quali ci si tuffa dai 25 metri più o meno.
Avendo tanti anni di tuffi alle spalle si impara a tuffarsi correndo meno
rischi. E poi esistono le gare dei tuffi dalle grandi altezze, tra 20 e 31 metri.
Quale è stata la tua carriera? Come hai iniziato e quando hai deciso
di smettere?
La mia carrriera è stata piu meno quella descritta. Mi ha scelto il mio
allenatore a scuola all’età di 8 anni e il primo spettacolo l’ho fatto a 28
anni, mentre la prima gara l’ho affrontata a 30 anni)
Da che altezza un tuffo si può considerare pericoloso?
Io penso che un tuffo da un’altezza superiore ai 15 metri può essere
pericoloso se eseguito male.
Da quanti metri un tuffo viene considerato da grande altezza?
Le gare dei tuffi dalle grandi altezze si fanno dai 25 metri in su.
Come ci si deve preparare per effettuare questi tuffi?
Sicuramente salire piano, metro dopo metro, così si impara a non
sbilanciarsi. Importantissima è la preparazione fisica; l’impatto da 20
metri può essere molto duro.
Il tuffo del torrentista è sempre a candela, quali sono le parti del corpo
che sollecitiamo maggiormente?
Tuffandosi a candela, se l’entrata non è perfetta, si rischiano l’osso
sacro, la schiena, le costole, i denti e la lingua (molti tuffatori usano la
protezione dei pugili).
Durante un tuo salto i soccorsi sono immediati, nel caso dei
torrentisti il soccorso può arrivare il giorno dopo. Da uomo
“spericolato” come sei, è saggio “rischiare” un salto?
La regola n.1 dei tuffatori è “mai tuffarsi da soli”. Mi è
capitato di vedere gente che, sbagliando un tuffo
complicato, è svenut anche da 5 metri, figuriamoci da 25. E svenire in aqua,anche per due
secondi, senza avere qualcuno vicino, non è
il massimo..
Che problemi fisici si possono riscontrare
tuffandosi da grandi altezze (muscolatura,
orecchie, scheletro)?
I traumi piu diffusi sono stiramenti muscolari e dei tendini. Suguono le fratture
delle ossa.
I torrentisti si tuffano da altezze varie,
con partenze a volte scivolose, scarsa
visibilità e una pozza di ricezione con
sassi sul fondo; dalla tua esperienza quali
sono i rischi maggiori che corriamo?
Una gara di tuffi (o un allenamento) non si
comincia mai senza almeno due sub in acqua e un’ambulanza pronta
ad intervenire.
E naturalmente occorre aver prima studiato il fondo.
Scheda atleta
canYoning
Vyacheslav “Slava” Polyeshchuk
6
Nato in Ucraina il 25-08-1966
Attualmente vive in Italia a Ravenna dove è istruttore di nuoto e tuffi
Altezza: 1.82m
Peso: 73kg
Prima gara nel 1994 in Belgio
Risultati Sportivi: 2009 VIII posto ai Red Bull Cliff Diving World Series;
1996 vincitore della Cliff Diving World Cup
Luoghi preferiti per tuffarsi: Furore, Italia e Acapulco, Messico
Tuffo Preferito: Dive-fly front
Le conseguenze di un tuffo sbagliato possono essere
gravi e permanenti, ecco cosa ne pensa Paolo Franzi,
chirurgo ortopedico
Quando l’amico Luca Dallari mi ha chiesto un parere ortopedico sui
rischi che un fisico poco allenato corre in un tuffo da 20-30 metri,
ho ripensato alle mie brevi esperienze di speleologo risalenti a circa
10 anni fa. Allora ero allenato, giocavo ancora a livello agonistico nel
Cus Genova di pallamano facendo 3 allenamenti alla settimana, ma
nonostante questo il mettermi alla prova in una disciplina cui non ero
abituato mi causava grossi problemi. Faticavo molto di più rispetto a
chi, pur meno allenato di me, si trovava a compiere i miei stessi tragitti
in grotta su e giù per le corde, perché i miei compagni di avventura
praticavano speleologia da anni. L’entusiasmo di una disciplina per
me nuova e appassionante come la speleologia mi portava a non
arrendermi, a cercare di stare al passo con gli altri, a volte facendo
passi un po’ più lunghi della gamba, trovandomi in situazioni di
rischio dovute alla mia
inesperienza.
Credo che anche
nel Canyoning esista questo rischio.
Chi si affaccia
a questa disciplina può trovarsi ad
affrontare
situazioni che richiedono una
preparazione
fisica adeguata. In particolare i tuffi
da più di 10
metri di altezza espongono il corpo a
sollecitazioni enormi, e devono essere
affrontati da persone esperte e non da
esordienti o da escursionisti “della domenica”.
L’entrata in acqua in un tuffo da 10 metri di
altezza avviene a circa 50 km/h e in meno di un
secondo si ha una decelerazione fino a zero km/h.
Tralasciando gli aspetti dovuti alla traumatologia dovuta
all’impatto con rocce o con un fondo troppo basso, che sono
ovvi, mi soffermo sugli aspetti dei pericoli dovuti ad un’entrata in
acqua in assetto corporeo scomposto.
L’impatto con l’acqua a velocità simili o superiori espone i muscoli e le
articolazioni a sollecitazioni abnormi che devono essere assorbite in
pochi decimi di secondo.
La spalla è l’articolazione che più delle altre può risentire di questo,
essendo l’articolazione più mobile del corpo umano, ma proprio per
questo più debole e più soggetta a traumatismi quali lesioni tendinee
e lussazioni (più un’articolazione è mobile, meno è stabile). La
lussazione di un’articolazione è la perdita dei rapporti articolari tra le
ossa che la compongono, che ha bisogno di un intervento esterno
per tornare alla sua normalità (manovra di riduzione
della lussazione).
Un’ entrata in acqua scomposta, ad esempio
con un braccio abdotto (allargato rispetto
all’asse del corpo), può provocare una
lussazione di spalla che in acqua può avere
conseguenze molto pericolose. Il trovarsi in acque non propriamente
tranquille con un forte dolore alla spalla e l’impossibilità di utilizzare
l’arto superiore può causare anche la morte.
Nell’affrontare tuffi da 20 e più metri, non va sottovalutato il
concetto dell’elasticità muscolare, che deve essere massima ed in
grado di assorbire lo shock traumatico dato dall’impatto con l’acqua.
Un fisico non ben allenato accumula nei muscoli acido lattico, e ciò li
rende meno elastici. L’improvvisa decelerazione che si ha nell’impatto
con l’acqua da altezze elevate può causare lesioni in muscoli già
infarciti di acido lattico (e quindi meno elastici, meno disposti ad
assorbire l’energia sprigionata dall’entrata in acqua), specie quando
l’entrata in acqua avvenga in uno stato di tensione muscolare, dovuta
ad un assetto non propriamente corretto o dalla paura; le lesioni
muscolari possibili variano dalla semplice contrattura a veri e propri
strappi o stiramenti, che renderanno la prosecuzione dell’escursione
molto meno agevole (anche per i compagni che si troveranno nella
condizione di dover aiutare un soggetto non più al 100% della propria
integrità fisica).
Anche la colonna vertebrale subisce nei tuffi sollecitazioni importanti,
che a lungo andare possono causare discopatie o vere e proprie ernie
del disco. I dischi vertebrali sono dei cuscinetti ammortizzatori posti
tra una vertebra e l’altra, che danno elasticità alla nostra schiena
e permettono un certo grado di movimento. Sono composti da un
guscio esterno più resistente (anulus fibroso) e da una parte interna
Scheda MEDICO
Dott. Paolo Franzi
Nato a Genova il 28-08-1969
Laureato in Medicina e Chirurgia
Specialista in Ortopedia dal 2002;
Libero professionista: svolge la sua attività chirurgica
nel campo della chirurgia del ginocchio e della spalla nelle
cliniche Villa Serena e Villa Montallegro a Genova, Villa Igea
ad Acqui Terme (AL) e S. Rita a Montecatini Terme (PT).
Contatti: 338 2780896; [email protected]
più malleabile (nucleo polposo), atta ad assorbire gli shock. E’ proprio
la parte più interna, il nucleo polposo, che, facendosi strada attraverso
un anulus fibroso reso lasso da fenomeni degenerativi o traumatici,
causa l’ernia del disco. Nel suo tragitto l’ernia discale può incontrare
strutture nobili come i nervi (soprattutto lo sciatico a livello lombare
e i nervi che formano il plesso brachiale a livello cervicale) causando
dolore detto “radicolare”, come ad esempio la sciatalgia.
Anche in questo caso l’improvvisa decelerazione causata dall’impatto
con l’acqua da altezze superiori ai 10 metri, può causare danni ai
dischi intervertebrali che si troveranno compressi tra la vertebra
sovrastante e quella sottostante come tra l’incudine ed il martello,
causando lesioni all’anulus fibroso che potranno sfociare in vere e
proprie ernie del disco.
Per evitare tutto questo bisogna affrontare le discipline estreme
con il fisico ben allenato e con gradualità, affrontando gli ostacoli in
sicurezza, meglio se accompagnati da persone esperte. Un tuffo da
venti metri è tanta roba, e non importa se su internet ho visto il video
di un tipo che lo eseguiva come se fosse su un trampolino da 1 metro!
Lo spirito di emulazione e l’adrenalina possono portarci ad affrontare
ostacoli che non sono (ancora) alla nostra altezza, ma che potranno
essere superati tranquillamente in futuro, continuando ad allenarci
ed eseguendo un passo alla volta. Se voglio buttarmi in acqua da 25
metri lo posso fare, ma prima devo sapere esattamente quello che sto
facendo e quindi devo aver eseguito in precedenza tuffi da 5, da 7, da
10… 15…20 metri in tutta sicurezza, per non mettere in pericolo me e
gli amici compagni di avventura. Nelle forre come in grotta, il minimo
incidente può diventare grave e mettere in pericolo un intero gruppo di
persone. Una banale distorsione alla caviglia può non essere banale
se mi trovo dentro ad un fiume in mezzo ad un monte o a 100 metri di
profondità in una grotta… tutto è relativo!
L’allenamento è importante sia per rendere il nostro corpo più pronto
ad assorbire gli shock dovuti ad un tuffo da altezza elevata, sia per
renderci più lucidi nel valutare i pericoli. La stanchezza è nemica della
sicurezza!
>>>
canYoning
Tuffi sicurezza prima di tutto!
>>
7
>>>>
>>
Naturalmente il tuffo da grandi altezze è cosa assai diversa dal
saltare da 20 metri e più nel torrentismo.
Nel primo caso le difficoltà tecniche risiedono fondamentalmente nelle
evoluzioni che il tuffatore svolge durante la caduta e nel suo ingresso
in acqua; nel secondo è il contesto a dettare le maggiori criticità.
Moltissime sono le variabili che influenzano i salti nell’attività di
canyoning: l’area da cui si effettua il salto, che può essere inclinata,
scivolosa, difficile da raggiungere in equilibrio; la traiettoria fino al
punto di ingresso in acqua, che spesso prevede unalunga parabola
per evitare rocce sottostanti, rami sporgenti o per raggiungere in
precisione uno specifico punto dove il fondo sia tale da consentire un
accettabile atterraggio; la visibilità del punto d’atterraggio stesso, a
volte nascosto dietro a sporgenze rocciose o frasche; l’acqua in cui ci
si immerge, soggetta in alcuni casi a correnti vorticose, quasi sempre
fredda e spesso turbolenta; l’equilibrio del torrentista, imprevedibilmente modificato dall’attrezzatura appesa in cintura e a volte alterato
dal cappuccio in neoprene che spesso i saltatori utilizzano per meglio
proteggersi all’impatto.
In ultimo vanno valutate le differenze che riguardano la sicurezza
generale: nel caso di tuffi da grandi altezze è sempre necessario poter
sondare la pozza di ricezione ad evitare che elementi sotto il pelo
dell’acqua, invisibili dall’alto per riflesso o torbidezza, possano impat-
interviste di Luca
tare con il saltatore; inoltre occorre naturalmente
considerare tutti i problemi di soccorso connessi allo
svolgimento dell’attività torrentistica in zone normalmente difficili da raggiungere per
i mezzi di supporto il cui intervento
è complesso anche da invocare.
Dallari
intervento conclusivo di Bruno
Messa
nelle pagine precedenti dagli archivi degli intervistati
in questa pagina da sinistra verso destra:
Vincenzo Cazarres - Richiusa
Marco Risoli - Riolan
Massimo Tognacci - Barbaira
Per ulteriori informazioni sui tuffi da grandi altezze : www.marmeeting.com
Si ringraziano per la collaborazione: Vyacheslav “Slava” Polyeshchuk, Oreste Varese e Paolo Franzi
CAI E TORRENTISMO
In data 28 novembre 2009 il Il
Comitato Centrale di Indirizzo
e di Controllo del Club
Alpino Italiano ha riconosciuto la
specializzazione in torrentismo per gli
Istruttori di Speleologia adeguatamente
formati. Al gruppo di lavoro (a cui
appartengono parecchi soci AIC) che si sta
occupando dell’evoluzione del torrentismo
all’interno del CAI auguriamo buon lavoro
(e buone forre).
GORGS I BARRANCS DEL PALLARS
JUSSÀ
È il titolo della nuova guida, edita da
David Espinal, Laura Samsó and Joan
Lluís Haro, che ha come obiettivo i canyon
della zona di Pallars Jussà, una comarca
della provincia di Lleida, nei Pirenei
Ocidentali.
Autori: David Silvestre, Laura Samsó and
Joan Lluís Haro
32 forre recensite con immagini a corredo,
100 pagine, in formato A5.
http://www.barranquismo.eu
FUTURA HAND
“Revolutionary Ascender”, questo è il
concetto alla base della nuova maniglia
Kong: realizzata in lega d’alluminio pesa
125 grammi, all’incirca la metà di una
tradizionale maniglia, e ha ingombri
ridotti all’essenziale. Innovativo anche
il tipo di impugnatura con la mano che
avvolge la corda.
Adatta a corde da 8 a
12.7 mm.
PROCANYON
Sono 7 i progetti approvati per il 2010 e
riguardano le forre di:
Callora (Molise), Baes e Fiumenero
(Lombardia), Piscina Irgas, Sa Spendula
e Pitrisconi (Sardegna) e Comboè (Valle
D’aosta. Quest’ultimo è stato approvato
con riserva in base alla reperibilità di fondi
che ne consentano la realizzazione.
Sono invece rinviati agli anni successivi i
progetti relativi a:
Rio Nero-Schwarzenbach (Bolzano),
Spinasanta (Lazio), Antolina (Piemonte) e
Mengasca
(Lombardia).
I materiali necessari
all’attrezzamento
di Sa Spendula e
Pitrisconi verranno
offerti dal Gruppo Spaccaforra, quelli
necessari all’attrezzamento di Fiumenero
verranno offerti dal Gruppo Banda Bauscia.
A loro un grazie da parte dell’AIC.
PARCO NAZIONALE DOLOMITI BELLUNESI
La storia dell’interdizione delle forre del Parco Nazionale delle Dolomiti
Bellunesi risale al novembre 2000, data in cui viene approvato l’attuale Piano di
Gestione del Parco. L’allora neonata AIC comincia da subito a porsi il problema ma
è a luglio 2005 che appaiono i primi spunti di discussione sulla mailing list ufficiale
dell’associazione e bisognerà attendere l’inizio del 2008 per arrivare ad organizzare
un incontro ufficiale con la Direzione del Parco e meglio comprendere e discutere
dei motivi che portano a questa proibizione. Motivi assolutamente chiari e non
discutibili: il Parco rappresenta una delle poche aree italiane di
vera wilderness ed il regolamento vigente ne proibisce quasi ogni attività al suo
interno. Nasce da quell’occasione un continuo e serio confronto (giunto fino ai nostri
giorni, in vista del rinnovo dell’attuale regolamento che ha scadenza decennale
ovvero quest’anno) e che, su richiesta dello stesso Ente, porta alla preparazione di
una completa e corposa documentazione sui canyons della zona a suffragio delle
nostre richieste di “liberalizzarne” la fruizione. Documentazione che
viene presentata ufficialmente a fine 2008 durante un incontro che segnerà un
altro momento importante nella trattativa poiché il Parco ne recepisce i contenuti
e si rende disponibile a valutare una possibile “apertura”. L’anno successivo viene
prodotta e consegnata la documentazione in digitale e contemporaneamente il
Parco redige la prima bozza del nuovo Master Plan, che include, oltre al Piano per
il Parco, anche il Regolamento del Parco, il Piano Pluriennale per lo Sviluppo Socio
Economico, il Piano per il paesaggio e il Piano di Gestione del SIC/ZPS, oltre al Piano
di interpretazione ambientale. In questa parte del Piano però risulterebbe ammessa
la percorrenza delle sole Val Clusa e Val de Piero, pertanto ci siamo immediatamente
riattivati e chiesto un nuovo incontro che si è tenuto in data 18 febbraio presso la
sede del Parco. Incontro in cui lo staff si è mostrato ancora una volta
disponibile a raggiungere un accordo che presumibilmente, o almeno
questo è quello a cui aspiriamo, preveda l’apertura di almeno 5-6 forre
delle oltre venti presenti nel territorio. È comunque ragionevole pensare che la
percorrenza delle suddette sarà condizionata da diversi fattori, quali ad esempio
la stagionalità (compatibilità con i periodi di nidificazione o deposizione di uova
di pesci e anfibi) e che in aree di particolare rilevanza naturalistica l’accesso possa
essere a ‘numero chiuso’ o comunque subordinato ad autorizzazioni da parte
dell’Ente. Proprio in questi giorni stiamo organizzando un ulteriore incontro in
cui presentare le nostre proposte specifiche e stabilire l’iter burocratico da seguire
affinché possano essere integrate nel Piano definitivo la cui approvazione definitiva
è prevista per l’autunno del 2010.
Siamo fiduciosi che questa nuova stagione di collaborazione col Parco porti a
fruttuosi risultati e apra la strada ad ulteriori forme di cooperazione, fino a quel
momento raccomandiamo a tutti i torrentisti, soci e non, di attenersi scrupolosamente ai divieti attualmente in vigore anche per
evitare di compromettere queste lunghe ed importanti trattative. [M.R.]
LA DEFINIZIONE DELLA “MISSION” AIC
8
Patagonia, azienda eco-oriented che dichiara una lunga storia nelle
innovazioni sostenibili, ha messo in catalogo una innovativa muta dall’anima
verde.
A differenza del neoprene comune, il cui processo produttivo è basato sull’utilizzo di
derivati del petrolio, la gomma delle mute umide di Patagonia è prodotta partendo
da materie derivanti dal calcare. Oltre a questo il processo produttivo prevede
l’utilizzo di tessuti in lane merinos non candeggiate e di poliestere riciclato.
Anche le protezioni delle ginocchia seguono questa linea verde, utilizzando siliconi
anziché cloruro di polivinile, il famigerato PVC, per intenderci.
Assolutamente da verificare che la muta sia adatta ad un uso torrentistico rma
rappresenta di certo un passo significativo verso l’adozione di tecnologie e tecniche
di fabbricazione alternative.
http://www.patagonia.com/web/eu/environmentalism?slc=en_GB&sct=IT&
Come ogni azienda che si rispetti nell’epoca storica del MEDIA-EVO (questa
definizione meriterebbe di passare alla storia ndr) anche l’Associazione Italiana
Canyoning avrà d’ora in poi un suo statement a definire ed esplicitare quella che è
la sua mission - fare torrentismo e farlo in sicurezza Lo slogan sarà il corollario del raduno AIC 2010 che, come si legge a pagina 12,
sarà incentrato sul tema della sicurezza in senso ampio.
canYoning
canYoning
IL NEOPRENE DIVENTA VERDE
9
compie dieci
anni la
> i numeri
aprile 2000, nasce la SNC
7 il numero del primo nucleo di istruttori
33 il totale delle persone che sono o sono state
istruttori della SNC
27 il numero di istruttori attualmente iscritti in ruolo
(24 operativi e 3 in stand-by)
440il totale delle persone che, a qualunque titolo, hanno
seguito uno o più corsi SNC (340 maschi e 104
femmine)
114 il numero dei corsi tenuti dalla SNC ad oggi
> i corsi
i corsi svolti divisi per tipo
È di prossima pubblicazione Canyonisme en Bavière et au Tyrol, la nuova guida di
Werner Baumgarten, in tedesco, francese ed inglese su questa poco conosciuta (torrentisticamente
parlando) regione alpina. La guida propone 54 itinerari a cavallo tra la Baviera ed il Tirolo.
“Con questa guida transfrontaliera vi presento una regione che con poche eccezioni è praticamente
sconosciuta per il canyoning. Una regione che però dispone di attrattive non trascurabili, percorsi
per principianti accanto ai percorsi per i più sportivi ed esperti, il tutto in torrenti con acqua
abbondante e molto pulita. Troviamo anche alcune discese molto isolate e di grande bellezza.”
W.B.
Torrentismo in Sardegna di Corrado Conca, edizioni Segnavia
Sempre all’anno scorso risale la riedizione, interamente rivista e ampliata, della vecchia guida
pubblicata nel lontanissimo 1993. Ora conta 176 pagine per 28 forre, con fotografie, carte e
profili. € 18.00, formato cm 12,5x20.
6
4
49
3
29
9
2
2
1
1
1
7
10
7
iniziazione
base
1° livello
perfezionamento
2° livello
3° livello
grandi verticali
attrezzamento
rischio di piene
stage internazionale con EFC
stage perfezionamento tecnico
preparazione istruttori
esame istruttori
aggiornamento istruttori
‘31
‘54
‘86
‘88
l’anno di nascita dell’allievo più anziano
l’anno di nascita dell’allieva più anziana
l’anno di nascita dell’allievo più giovane
l’anno di nascita dell’allieva più giovane
Ne abbiamo fatte di forre insieme. In parte da INT, in parte da allievo, seguo la SNC dal lontano 2001. Allora feci il corso di perfezionamento, corso
che oggi non è più nel palinsesto didattico, o meglio, è stato soppiantato
da quello di secondo livello. Molte cose sono cambiate e la crescita è stata
esponenziale, non c’è dubbio. Forse molti di quelli che stanno leggendo
non se ne rendono conto, ma se oggi c’è una maggiore sicurezza nel
modo di andare per forre, lo si deve anche al lavoro svolto da SNC in
questi 10 anni.
Io ci credo ed è anche per questo che ne faccio parte.
Alex De Simoni
Il mio essere istruttore è sempre stato fortemente influenzato dall’essere
anche, quasi senza soluzione di continuità, nel Consiglio Direttivo di AIC.
Tenere un corso per me ha sempre significato svolgere un lavoro che
andasse oltre l’aspetto tecnico. Spesso ho cercato di insegnare agli allievi
anche la mia visione del torrentismo e dell’associazione, oltre ad invogliarli
a farsi coinvolgere nella vita associativa. Questo è il motivo per cui ho
sempre preferito svolgere corsi locali, in cui il rapporto con gli allievi (con
chi decide di continuare) prosegue anche dopo la fine del corso.
Inoltre in questo tipo di corsi, che si svolgono nei weekend, non si corre il
pericolo di parlare di canyoning 5 giorni di seguito per 16 ore al giorno!
Roberto Schenone
> il passato
10 anni fa la realtà didattica in Italia era
appannaggio di organizzazioni locali, in cui
ciascuno trasmetteva la propria cultura
torrentistica, necessariamente limitata, mentre
a livello nazionale il tutto si esauriva in corsi di
“approfondimento” o “specializzazione”.
Per questo, nel 1999, l’AIC creò un gruppo di
lavoro che gettasse le basi per lo sviluppo di una
scuola di torrentismo, caratterizzata da tecniche
all’avanguardia, sicurezza, alto livello tecnico e
formativo degli istruttori, uniformità didattica
e tutela dell’ambiente. La creazione della Scuola
passa per uno stage italo-francese che costituì,
nel ’99, un primo contatto tra le rispettive
culture torrentistiche e che diede luogo l’anno
successivo ad un secondo stage, con istruttori
e dirigenti dell’Ecole Française de Descente de
Canyon, i quali esaminarono i candidati scelti dal
direttivo AIC ed individuarono i primi 7 istruttori
della nascente scuola. Questi definirono quindi
struttura, regolamenti, iter formativi e standard
tecnici della SNC.
> il presente
La Scuola Nazionale Canyoning punta su rigore
tecnico e severità di attuazione dell’iter formativo
in modo da consentire all’AIC di porsi, in questo
senso, ai vertici nazionali.
Grazie a continui aggiornamenti la scuola ha
potuto imporsi come il più rigoroso ed avanzato
organo didattico in Italia.
L’attuale organizzazione, modificata all’inizio del
2009, prevede due figure con percorsi formativi,
prerogative e oneri differenti: gli Istruttori di
Torrentismo, che possono tenere corsi fino al 1°
livello, e gli Istruttori Nazionali di Torrentismo.
L’offerta didattica prevede corsi di tipo ed
impegno crescente, da quelli di avvicinamento a
quelli di 3° livello, fiore all’occhiello della scuola.
Oltre a questi ci sono i corsi tematici ed i corsi/
esame per gli aspiranti istruttori.
Ad oggi la SNC conta 27 elementi, 6 dei quali
costituiscono l’organo direttivo della scuola,
tracciandone le linee didattiche.
> il futuro
Ampliamento del palinsesto didattico, continuo
aggiornamento delle tecniche, collaborazioni
internazionali e promozione di un torrentismo
sicuro e consapevole sono gli obiettivi che
continuerà a perseguire la SNC.
Appuntamento importante per la divulgazione
degli standard tecnici è la realizzazione del
manuale tecnico, ormai in fase avanzata di
lavoro, che costituirà sia il punto di arrivo di
un lavoro decennale sia la base per lo sviluppo
futuro.
canYoning
Dopo una lunga gestazione dovuta alla verifica e
alla discesa di tutti i percorsi è in libreria per la casa
editrice Versante Sud Canyoning nelle Alpi
Occidentali di Daniele Geuna e Dino Ruotolo.
Una lunga corsa attraverso 69 forre delle alpi
occidentali suddivise, per l’occasione, in 8 distretti.
67 rilievi topografici corredano la guida; per
ogni distretto un’introduzione geografico-storica,
cenni di geologia, foto a profusione e cartine
riassuntive con la posizione dei canyon di tutte le
zone prese in esame. Decine gli inediti e i
percorsi esplorati da pochissimo, nessuna pretesa di
completezza, non mancano le valli con ancora molto
da esplorare (oggetto di una futura pubblicazione),
certamente una panoramica approfondita di una
zona ancora ricca di sorprese.
l’acqua funziona è
uno degli obiettivi
di questo manuale,
diretto agli sportivi
di ogni livello,
[..] cmanti delle
forre dato che,
presto o tardi,
finiranno per
affronterarne
uno con
molta acqua.”
J.A.O.B.
scuola nazionale canyoning
se pensate che i percorsi di buona parte dell’Italia del nord ovest siano ancora avvolti nelle nebbie padane o siete stufi di fare km
di code in Liguria (sapeste come sono stufi i liguri..) oppure per quest’anno 15 volte nel Bodengo possono bastare, allora scrivete
una letterina di ringraziamento a Daniele Geuna e Dino Ruotolo, autori di una nuova guida con più di 60 itinerari, per la maggior
parte in Piemonte e Valle d’Aosta. Ancor meglio della letterina è comprare la guida.
Risale a fine 2009 la pubblicazione
di Manual de aguas
vivas en barrancos di José
Antonio Ortega Becerril.
Questa l’intro a cura dell’autore:
“Nella discesa in acqua bianca –
una delle tecniche più difficili del
torrentismo – è di importanza
fondamentale la conoscenza di fattori
di idrologia e di strumenti per leggere
i movimenti dell’acqua che si creano
davanti ai nostri occhi.
Imparare a leggere il modo in cui
11
juri montese ^ a cura della scuola nazionale canyoning
tecnica
la trilonge
La longe è il principale sistema di sicurezza
che adoperiamo nella progressione su
corda, evitando di riassumerne le numerose
situazioni di utilizzo, si può sintetizzarne la
funzione ordinaria nella catena di sicurezza
come quella di vincolarci ad un attacco od ad
una linea di sicura ed eventualmente, in caso
di caduta/scivolata, trattenere il carico, dove
il carico siamo noi.
Comunemente usiamo la longe in modalità
statica stando appesi ad essa, ma viste le sue
potenzialità di impiego, questa deve essere in
grado di avere un comportamento dinamico,
ovvero quello di sopportare una caduta che
la mandi istantaneamente in tensione.
In situazioni straordinarie quale
l’autosoccorso diretto la longe collega uomo–
uomo, va da sé che il sistema longe debba
essere, ed in effetti è, il sistema più potente
che ci portiamo addosso, a condizione che
sia ben confezionato.
Per inquadrare correttamente il discorso,
vediamo quali sono le forze in gioco.
In qualsiasi tipo di progressione, (alpinismo,
falesia, ferrata, speleologia, canyoning) la
variabile che in caso di caduta su una corda
determina la forza d’arresto o forza shock,
ovvero la forza che si registra quando la
corda entra bruscamente in carico, è il fattore
di caduta.
Il fattore di caduta è il rapporto tra l’altezza
di caduta (il tratto che il corpo descrive da
quando parte a quando viene trattenuto
dalla corda) e la lunghezza di corda che
deve sopportare quel volo. Escludendo le vie
ferrate dove il valore aumenta in funzione
della distanza tra gli ancoraggi, il fattore di
caduta varia da 0 a 2 :
Fc=0 : quando il corpo è appeso staticamente
ad un’estremità della corda vincolata, sull’altra
estremità, all’attacco (roccia);
Fc=2 : quando il corpo, sempre legato ad
1
il ramo corto, tendendo la longe verso l’alto,
la testa del moschettone deve arrivare sotto
al mento.
Considerando quanto detto sopra, una
caratteristica fondamentale della longe è la
capacità di assorbire energia (prodotta da
un volo), pertanto l’orientamento della SNC
è quello di escludere sistemi tipo daisy chain
e longe con cordino in dyneema o kevlar,
inadatti a tale scopo.
Questa scelta, volutamente prudenziale,
riduce la scelta tra i tipi di longe a due casi:
• longe prefabbricata in nastro con cuciture
a rottura programmata
• longe autocostruita con corda dinamica
intera
un’estremità della corda, si trova in verticale
sopra l’attacco con la corda tesa verso il
basso.
Grossolanamente possiamo dire che si ha
fattore di caduta 1 quando l’imbrago della
persona a cui è legata un’estremità della
corda (longe) ed il punto di attacco dove è
vincolata l’altra estremità della corda, sono
alla stessa altezza.
Nella progressione torrentistica si usa
come riferimento il fattore 1, tale valore non
andrebbe mai superato e per verificarlo non
serve alcun calcolo, basta guardare se il
moschettone della longe si trova più in alto
dell’imbrago (OK), o più in basso (NO).
In realtà la situazione di superare il fattore
1 non è per niente rara, anzi, avviene in
moltissimi mancorrenti, dove dopo esserci
allongiati camminiamo tranquillamente in
piedi con la longe tesa verso il basso. A onor
del vero il mancorrente stesso rappresenta un
ulteriore elemento elastico che assorbirebbe
il volo… però…
Considerando il fattore di caduta pari a 1
ed un peso di 90 kg del corpo, si è stabilito
convenzionalmente, in quanto il valore è
precauzionalmente gonfiato, che la forza
massima registrabile sia di 1.100 kgp (circa
11 kN).
Per avere margini di sicurezza nel tempo, visto
che il materiale si usura, tutto quello a cui ci
appendiamo deve resistere almeno fino a 22
kN, a parte i bloccanti meccanici che hanno
un comportamento diverso.
Tornando alla classica (bi)longe, questa deve
avere due rami di lunghezza differente (a “Y”
asimmetrica) con un moschettone a ghiera
sul lato lungo ed un moschettone anche
non a ghiera sul lato corto. Il ramo lungo
deve essere quanto lo sbraccio di ognuno
ed il moschettone deve essere manovrabile
anche appesi nel vuoto, mentre per regolare
Longe prefabbricata in nastro con
cuciture a rottura programmata
Questo sistema prevede due tipi di cucitura,
uno che chiude l’anello di fettuccia e che non
è fatto per saltare, e cuciture che accoppiano
i due lati di fettuccia per ogni ramo, che invece
sono predisposte per scucirsi in presenza
di forti carichi e quindi ridurre la forza di
arresto.
Le longe prefabbricate hanno il difetto
di avere lunghezze prestabilite e quindi
non perfettamente tarate sulle dimensioni
di ognuno, inoltre se la fettuccia finisce
accidentalmente nel croll, la rimozione
potrebbe essere complessa.
Longe autocostruita con corda dinamica
intera
Questa è la longe per definizione.
Per confezionarla occorre adoperare
corde dinamiche omologate “intera”, i quali
presentano sulle estremità della bobina o
della matassa il simbolo
Questo modello, proprio grazie ad i nodi
alle estremità, ha una grande capacità di
dissipare energia sfruttando il cosiddetto
“effetto longe”, ovvero la caratteristica che
con spezzoni di corda lunghi fino a cm 100
con nodi alle estremità, in caso di caduta,
diventa significativa la presenza del nodo il
quale strozzandosi crea sfregamenti tra le
spire dissipando energia, con il risultato finale
2
di abbassare la forza d’arresto e sollecitare
meno la catena di sicurezza.
L’effetto longe aumenta con la complessità
strutturale del nodo.
Il difetto di questo tipo di longe è che i nodi
sono punti preferenziali, perché sporgono, di
usura e che richiedono vari tentativi prima di
trovare le lunghezze ottimali, infatti a seconda
del tipo di corda e di nodi che utilizziamo per le
asole, una volta bagnati ed in carico abbiamo
allungamenti ogni volta diversi.
Sempre in merito al comportamento delle
corde dinamiche usate per fare le longe
occorre chiarire quanto segue: come già
detto, in extrema ratio le longe devono
trattenere un volo, pertanto dovranno avere
un comportamento il più elastico possibile
al fine di non sollecitare troppo la catena di
sicurezza, di cui il nostro corpo è un anello.
Tale elasticità, a parità di materiale si può
ottenere diminuendo il diametro della corda,
pertanto una longe con corda diametro 11 mm
non è migliore di una con diametro 9 mm, anzi
è il contrario.
Attenzione! 9 mm è il diametro minimo
oltre il quale non si può scendere per il
confezionamento di longes.
Un’ottimizzazione del sistema longe
autocostruita con corda dinamica, adottata
dalla SNC, è la tri-longe ottenibile con un Nodo
5
3
Corona Rinforzato.
Tale nodo ha come risultato
due rami singoli e due asole,
il tutto regolabile al centimetro, con i due
rami singoli si realizzeranno il tratto lungo e
quello corto, un’asola, come meglio indicato
di seguito, è destinata all’attacco sull’imbrago
e la seconda asola, opportunamente corta,
sarà il terzo punto eventuale di attacco.
I vantaggi della trilonge sono che il Corona
Rinforzato funziona da nodo di assorbimento
aumentando l’effetto longe e abbiamo inoltre
un ulteriore punto di vincolo molto corto.
Mi sono preso la libertà di chiamarlo
Corona Rinforzato in quanto il manuale di
4
Ashley annovera il Nodo
Corona al n° 1097, il quale è
estremamente simile a quello
della trilonge ma, analizzato con attenzione,
ha una struttura diversa, infatti ha entrambe
le asole che in caso di scorrimento, anche
singolarmente, portano allo scioglimento
del nodo, mentre nel nostro solo un’asola
in caso di scorrimento scioglie il nodo e, per
scongiurare questo rischio, è l’asola che
vincoleremo all’imbrago.
La costruzione riportata qua sopra è da
intendersi indicativa, ognuno troverà la sua
manualità.
te
men o
a
r
sicu entism
r
tor
Si terrà in val Bognanco l’8° Raduno Internazionale di torrentismo targato AIC che avrà come protagoniste le bellissime forre della val
d’Ossola. Il raduno inizierà sabato 14 agosto e si concluderà 8 giorni dopo, domenica 22. I dettagli sono stati ormai definiti e sul sito dedicato potrete trovare
tutte le informazioni a riguardo, oltre alla possibilità di iscriversi on-line fin da subito.
Novità importante del prossimo raduno sarà l’aspetto tematico che farà da contorno a tutti gli eventi in calendario.
Nello slogan creato per l’occasione ’sicuramente torrentismo’ è condensato l’obiettivo primario del raduno; Ossola 2010 vuole infatti essere l’occasione
per riflettere sul tema della sicurezza nell’affrontare la discesa di una forra che, specialmente durante un evento come un raduno che coinvolge centinaia
di persone, rimane di frequente in secondo piano.
Sicurezza al primo posto quindi e rispetto dell’ambiente come tema affiancato, a corollario dell’impegno degli organizzatori e dell’Associazione.
Per ricordarsi sempre che il torrentismo esiste solo perchè esistono dei posti meravigliosi come le forre che vanno
preservati e rispettati, in primo luogo da noi che ne siamo frequentatori privilegiati.
Appuntamento a Bognanco dunque!
Essere socio dell’Associazione Italiana Canyoning dà la possibilità di sottoscrivere un contratto di assicurazione particolarmente vantaggioso. Dal 2010 Inter Hannover, tramite lo Studio Mangano
s.r.l. di Roma, garantisce la copertura di responsabilità civile a seguito di danni causati a terzi, rischi di decesso, spese di rimpatrio salma, invalidità permanente, rimboorso spese mediche, spese di
ricerca e salvataggio. Oltre all’attività di canyoning, l’assicurazione garantisce anche speleologia, alpinismo, arrampicata sportiva.
Tutte le formule prevedono, solo in caso di ricovero in strutture SSN, la corresponsione di un’indennità di ricovero di € 25,00 al giorno per un massimo di 30gg sinistro/anno.
Le 2 formule sono proposte con copertura sul territorio italiano o, in alternativa, europeo. I dettagli per il rinnovo in ultima pagina.
TABELLA GARANZIE
Responsabilità civile
FORMA A | ITALIA
FORMA A | EUROPA
FORMA B | ITALIA
FORMA B | EUROPA
€ 500.000,00
€ 500.000,00
€ 500.000,00
€ 500.000,00
€ 15.000,00
€ 15.000,00
€ 30.000,00
€ 30.000,00 (franchigia 5%)
€ 30.000,00 (franchigia 5%)
€ 60.000,00 (franchigia 5%)
€ 30.000,00
€ 60.000,00 (franchigia 5%)
Rimborso spese mediche
€ 2.500,00 (franchigia 250,00 €)
€ 2.500,00 (franchigia 250,00 €)
€ 5.000,00 (franchigia 250,00 €)
€ 5.000,00 (franchigia 250,00 €)
Spese di rimpatrio salma
€ 1.500,00
€ 1.500,00
€ 1.500,00
€ 1.500,00
€ 750,00 (franchigia 75,00 €)
€ 750,00 (franchigia 75,00 €)
€ 1.500,00 (franchigia 100,00 €)
€ 1.500,00 (franchigia 100,00 €)
€ 75,00
€ 94,00
€ 135,00
€ 169,00
Infortuni (caso morte)
Infortuni (caso invalidità permanente)
Spese di ricerca e salvataggio
Costo della Polizza
canYoning
ING
ON
ON
EI
TAL
IANA CANY
ON
canYoning
IANA CANY
ASSOCIAZI
12
TAL
G
ASSOCIAZIO
EI
IN
N
> assicurazione polizza del torrentista
13
fosso di Pito, acquasanta terme ^ ascoli piceno ^ foto pietro torellini
Circolo Speleologico e Idrologico Friulano [email protected]
Ho letto con interesse l’articolo sul notiziario n° 21 su Ignazio Piussi, la prima discesa
della forra del Vinadia e su coloro che hanno iniziato questa attività. Spulciando nella
biblioteca del nostro circolo ho trovato alcuni interessanti notizie sull’esplorazione della
forra del Vinadia fine secolo XIX - inizio XX: una relazione di Angelo Coppadoro su “In
Alto” 1898 ed una visita alla forra di G.B. De Gasperi in Mondo Sotterraneo nel 1904.
2° RASSEMBLEMENT
CANYON ARDÉCHOIS
L’AFC (Association Française de
Canyon) e l’ ICAN (International
Canyoning Association & Network)
organizzano il secondo incontro di
torrentismo in Ardéche, a Bourg
Saint Andéol, in programma
dal 22 al 24 maggio 2010.
vertikeaux.unblog.fr
REZOPHONIC
Rezophonic è un progetto
musicale/sociale organizzato nel
2006 basato sulla realizzazione di
un CD, con brani cantati e suonati
da diversi artisti italiani, il cui
ricavato verrà devoluto all’African
Medical and Research Foundation
(AMREF). Obiettivo del progetto è
sensibilizzare l’opinione pubblica
sul problema delle risorse
idriche. Il brano “Nell’acqua”,
scritto e interpretato da Caparezza
con Cristina Scabbia e Roy Paci,
sosterrà AMREF Italia nella
realizzazione di pozzi d’acqua
nel Kajiado, ai confini fra Kenia e
Tanzania, una delle regione più
aride del mondo.
Adalberto D’Andrea
storia del canyoning
forra del Vinadia
IN CARNIA
Al Barranco del Vinadia
CORSO DI GRANDI PORTATE
Messo in calendario per la prima
settimana di giugno dalla Ecole
Française de descente
de Canyon nella nostrana val
d’Ossola, lo Stage de Haut
Niveau è una buona occasione
per affrontare un argomento che la
SNC al momento non offre nel suo
palinsesto didattico.
NEGOZIO ON LINE
Libri, manuali, felpe e t-shirt, tutto
acquistabile sul negozio on line,
nel sito web AIC all’indirizzo
www.canyoning.it/acquistiaic
GORGS 2010
Dal 25 al 27 giugno si svolgerà
la VII edizione del raduno
internazionale Gorgs, organizzato
dalla FEEC catalana in
collaborazione con la federazione
catalana di speleologia (FCE). Sede
del raduno sarà Pont de Suert,
in Alta Ribagorza, Catalunia, in
provincia di Lleida.
NUOVE NOMINE
INCARICHI SOCIALI
Un benvenuto a Mirco
Lazzari e Guido Armaroli
rispettivamente nuovi Coordinatori
Regionali di Umbria e
Lombardia.
[email protected]
[email protected]
RADUNI & INCONTRI
IN ITALIA
Sui Monti della Laga (RI) il 29/30
maggio, tra trekking, grigliate
e discesa del fosso di Ortanza,
uscita sociale all’Orrido di Botri
(LU), 5/6 giugno, e poi a Upega
(CN) il 10/11 luglio per Forrock
2010. Infine a Bognanco (VB)
per il raduno internazionale AIC
Ossola 2010
[www.aic-ossola2010.com]
> associazione
AGENDA > info a 360°
Partiti da Avaglio (comune di Lauco) verso
le 9 del mattino, il 13 ottobre coll’amico
Leonardo Verona, di là, diretto a visitare
las fuas di Vinaj, come chiamano lassù il
famoso barranco del rio Vinadia.
Conduce a Vinaio una mulattiera, che sal
dapprima il fianco meridionale del monte
Falchia, attraversa quindi una bellissima
valle boscosa, e dopo d’essersi unita con
quella che viene da Lauco, con rapida discesa giunge al ponte sul rio Dongeaga, dove
comincia il lavorio di scavo che l’acqua ha
fatto nella roccia; la
strada ripida quindi
conduce a Vinajo, che
si trova sul confluente del Dougeaga già nominato (che discende
dal Cucàs) e del
rio Chias, che viene dall’Arvènis.
Dalle ultime case
del paese si abbassa un sentiero
fino al Dongeaga e
propriamente là dove
una grande cascata
con un salto di 12 metri
precipita in un abisso
di circa 8 o 9 metri di
diametro.
Qui facciamo colazione (ore 11). La temperatura era di 10°, mentre
quella dell’acqua 9,8°, di
poco differenti. Poi legato
colla corda mi spenzolai
sull’abisso. Meraviglioso è il lavoro dell’acqua;
pare impossibile che abbia
potuto in tal modo
scavare la roccia,
i cui strati sono oriz-
zontali paralleli. Durante la siccità si può
scendere fino al basso della cascata, ma
noi dovemmo rinunciarvi, perché causa le
recenti pioggie il rio era molto ingrossato.
Il torrente procede quindi per una strettissima via che non si può seguire; per ciò
risalimmo per dirigersi verso il punto, dove
il Chiàs unendosi al Dongeaga forma la
Vinadia propriamente detta.
Si discende per circa cinquanta metri in
questo luogo non senza un po’ di fatica e
giunti al basso si presenta uno spettacolo
meraviglioso. Da ovest viene il Dongeaga
e pare esca di sotterra, da nord il Chiàs;
sul punto in cui si uniscono, ergesi in
mezzo a questo immenso burraco una
specie di campanile naturale isolato, formato di tanti strati orizzontali, alto circa
a destra: Micoli e De Gasperi fotografati all’interno della forra
a sinistra: Scansioni delle riviste In Alto e Mondo sottorraneo
quaranta metri, sulla cui cima vegeta un
albero. È chiamato la torre di Meni da l’ors,
perché vuole la leggenda che, circa 50 anni
fa, in quel luogo questo Meni abbia ucciso
l’ultimo orso. Dalle pareti sud cade una
cascatella dall’altezza di 50 metri circa.
Quindi la Vinadia prosegue internandosi
verso est, fra i due monti Forcadan a sud
e Felett a nord. La mia curiosità però fu
delusa perché l’abbondanza delle acque
impedì il proseguire. Rassegnato quindi,
maledicendo alla pioggia ed ai rivi che
la raccolgono, dovetti rinunciare alla
parte più emozionante dell’esplorazione
e ritornarmene col fido compagno di dove
eravamo venuti.
Poi tornammo ad Avaglio per Lauco, passando per Allegnidis e Chiaujans, dove esistono, a quanto alcuni dicono, delle tombe
antiche, che però non mi fermai
a visitare.
canYoning
dalla rivista “In Alto” del 1898
15
Associazione Italiana Canyoning www.canyoning.it
Scuola Nazionale Canyoning “Federico Tietz” [email protected]
Associazione Italiana Canyoning
Presidente Marco Risoli ([email protected])
Vice-Presidente Roberto Schenone ([email protected])
Segretario Bruno G. Messa ([email protected])
Tesoriere Milena Argiolas ([email protected])
Consiglieri Daniele Geuna ^ Francesco Radicchi ^ Mauro Santa-Maria
Commissione catasto Paolo Bolis ^ Francesco Cacace ([email protected])
Commissione scientifica Paolo Madonia ([email protected])
Ufficio stampa Piero Golisano ^ Christian Roccati ([email protected])
Ufficio editoria Cosimo La Gioia ([email protected])
Contatti aziende Milena Argiolas ([email protected])
Ufficio assicurazioni Sara Morando ([email protected])
Contatti internazionali Rosemarie Siegl ([email protected])
Ambiente ed ecologia Mauro Santamaria ([email protected])
Merchandising Luca Dallari ([email protected])
Ufficio Coordinatori Regionali Daniele Geuna ([email protected]) ^
Francesco Radicchi ([email protected])
Redazione notiziario Luca Dallari ^ Daniele Geuna ^ Francesco Michelacci ^
Marta Tosco ([email protected])
Gestione Sito Web Paolo Giannelli ^ Roberto Schenone ^ Cosimo La Gioia
([email protected])
Istruttori Formatori > Maurizio Biondi (Direttore) ^ Marco Biasioni ^ Roberto
Coppo ^ Erwin Kob (ViceDirettore) ^ Roberto Recchioni ^ Giovanni Pizzorni
Istruttori > Francesco Berti ^ Marcello Carli ^ Marco Cellitti ^ Alessandro Cerise
^ Jvan Chemello ^ Marco Cipriani ^ Filippo Dall’Aglio ^ Luca Dallari ^ Alessandro
De Simoni ^ Martino Frova ^ Carlo Gatti ^ Diego Leonardi ^ Maria Franca Lepre
^ Uberto Liuzzo ^ Roberto Locatelli ^ Cristiano Massoli ^ Francesco Michelacci
^ Juri Montese ^ Andrea Nadali ^ Mattia Pilato ^ Salvatore Ribichesu ^ Stefano
Rossi ^ Dino Ruotolo ^ Gabriella Russo ^ Marco Saccardo ^ Roberto Schenone ^
Romy Siegl ^ Paolo Spreafico
iscrizione
Quote associative per l’anno sociale 2010
- socio singolo 30 euro
- socio minorenne figlio di socio singolo 15 euro
- socio sostenitore quota libera (minimo 100 euro in regalo la Felpa AIC)
- gruppi locali e associazioni 200 euro, comprendente una tessera intestata
al gruppo più 8 tessere singole intestate a 8 soci del gruppo; la quota di
iscrizione per ulteriori soci è di 15 euro
Il pagamento può essere effettuato nei tre seguenti modi:
1. pagamento online > si può accedere direttamente al sistema sicuro di pagamento
online e pagare con Paypal, VISA, MASTERCARD, POSTEPAY all’indirizzo:
www.canyoning.it/iscrizioni/iscrizioniaic.htm
2. CCP (bollettino postale) > versare l’importo dovuto sul CCP n. 11855608 intestato ad Associazione Italiana Canyoning, Piazza della Libertà 1, 05039 Stroncone
(TR) specificando la causale “quota sociale 2010” e darne comunicazione via mail
o sms alla Segreteria ([email protected] ^ cell 333 3908515).
3. CCB (bonifico bancario) > versare l’importo dovuto sul conto BANCOPOSTA
11855608 - ABI 07601 - CAB 02600 - CIN “M” - IBAN: IT95 M 07601 02600
000011855608 – SWIFT: BPPIITRRXXX presso BANCOPOSTA Ufficio Genova
Centro Via Dante 4B/N, intestato ad Associazione Italiana Canyoning, specificando
nell’ordine di bonifico la causale “quota sociale 2010” e darne comunicazione via
mail o sms alla Segreteria ([email protected] ^ cell 333 3908515).
Nei casi 2 e 3 si consiglia di conservare la ricevuta dell’avvenuto pagamento.
Nel caso 1 invece la notifica è automatica.
negozio online> > >
Le persone a cui rivolgersi per avere informazioni, organizzare incontri, promuovere
eventi. Per ognuno di loro è attivo un indirizzo e-mail del tipo: [email protected]
Emilia Alessandro Marchi ^ tel 328 7576453
Romagna Francesco Michelacci tel 347 9186715
Friuli Venezia Giulia - Carnia Sebastiano Broili tel 348 6965069
Friuli Venezia Giulia Romy Siegl tel 347 4349947
Lazio Fabio Ferranti tel 339 7548906
Liguria Eva Trasforini ^ tel 349 5792407
Lombardia Guido Armaroli ^ tel 328 2920011
Molise Gianni Di Salvo ^ tel 333 9056966
Piemonte - TO e CN, Canavese, Monferrato Dino Ruotolo tel 335 6110291
Piemonte - Val Sesia, VC, NO, Verbano-Cusio-Ossola Paolo Testa tel 347 0436933
Puglia Fausto Meleleo tel 333 3464460
Sardegna Silvia Campanelli tel 338 1608573
Sicilia Diego Leonardi tel 329 9188187
Trentino Alto Adige Marcello Carli ^ tel 338 5293554
Umbria Mirco Lazzari tel 339 8324904
Valle d’Aosta Andrea Mantovani tel 335 5431143
Veneto - Verona Francesco Cacace tel 348 3398199
Veneto - Vicenza e Bellunese Jvan Chemello tel 347 5968595
associazioni affiliate
Scuola Nazionale Canyoning
line> > >
coordinatori regionali
A.S.D. M&N – Movimento e Natura Volpiano (TO) ^ www.movimentoenatura.it ^ tel 011 9882022
A.S.D. i Lemuri GA Ceresara (MN) ^ www.lemuri.org ^ [email protected]
Associazione Aqua Varese ^ www.euforione.altervista.org ^ tel 0332 813001
Banda Bauscia Milano ^ [email protected] ^ cell 349 1835818
CAI Sezione Alpi Marittime Imperia ^ [email protected] ^ tel 0183 273509
Campo Base Isernia ^ campobaseonlus.spaces.live.com ^ [email protected]
CanyonEast Udine ^ [email protected] ^ cell. 348 6965069
Club CAI Perugia Etruscanyonig Corciano (PG) ^ [email protected] ^ cell. 335 7957808
Compagnia Canyoning CAI Pinerolo (TO) ^ [email protected] ^ tel 0121.202711
Eddyline Campertogno (VC) ^ www.eddyline.it ^ tel 0163 775114
Etna Canyoning Giarre (CT) ^ www.etnaadventure.it ^ cell 329 9188187
Etna Discovery Tremestieri Etneo (CT) ^ www.slamtour.it ^ tel 095 7125514
G.S. CAI Varallo Varallo (VC) ^ www.caivarallo.it ^ cell 347 0436933
G.S. Stroncone Stroncone (TR) ^ www.stronconespeleocanyon.com ^ cell 347 1379633
GOA Canyoning Genova ^ www.cailiguregenova.it ^ cell 347 5171573
Grigue Canyoning Recco (GE) ^ www.griguecanyoning.org ^ [email protected]
Gruppo Canyoning Ranciga Morbegno (SO) ^ [email protected] ^ cell 335 8031018
Gruppo Escursionistico H2otto Cesenatico (FC) ^ [email protected] ^ cell 347 9186715
Gruppo Grotte ‘’Emilio Roner’’ CAI SAT Rovereto (TN) ^ www.gruppogrotte.it ^ cell 347 3667873
Gruppo Speleoforristico Besenello Besenello (TN) ^ www.speleocanyon.it ^ cell 349 4442044
Gruppo Speleologico CAI Malo Malo (VI) ^ www.speleomalo.it ^ cell 347 5968595
Gruppo Speleologico Leccese ’Ndronico Lecce ^ www.ndronico.it ^ cell 338 8947823
Gruppo Zompafossi Montefranco (TR) ^ [email protected] ^ cell 347 7009897
MKF Vara Sestri Levante (GE) ^ www.arrampicate.it ^ cell 347 7009897
Monrosa Canyoning Balmuccia (VC) ^ www.monrosarafting.it ^ cell 347 3200303 / 340 6638975
Mountain Live Storo (TN) ^ [email protected]
Piemonte Canyoning Torino ^ [email protected] ^ cell 335 6110291
Slow Canyon Team Roma ^ [email protected] ^ cell 335 7516223
Spaccaforra Sardegna Canyoning Sassari ^ [email protected] ^ cell 329 6111324
Tiahuanaco Bolzano ^ www.tiahuanaco.it ^ [email protected]
Toboga Club Latina ^ [email protected] ^ cell 335.7881237
Parco Naturale
Regionale del Beigua
negozio online > > >
Parco Naturale
Regionale dell’Aveto
Parco Naturale
Regionale di Portofino
negozio online> > >
negozio online >
> negozio online
Sul sito internet dell’Associazione Italiana Canyoning è possibile acquistare libri, manuali, felpe e t-shirt tramite il negozio on line.
Per i soci AIC il prezzo dei libri è scontato rispetto a quello di copertina.
Per acquisti cumulativi da parte di gruppi le spese di spedizione si riducono.
Contattare preventivamente l’Ufficio Editoria [email protected] prima di effettuare il versamento. www.canyoning.it/acquistiaic
corsi > > >
corsi > > >
corsi > > >
corsi > > >
corsi > > >
corsi > > >
> corsi AIC
Sul sito internet dell’Associazione Italiana Canyoning si può trovare il calendario dei corsi nazionali e locali della Scuola Nazionale Canyoning in
programma per il 2010
www.canyoning.it/scuola/scuolacorsi.htm#current
azioni > > >
assicurazioni > > >
assicurazioni > > >
assicurazioni> > >
assicurazion
> assicurazione polizza del torrentista
Essere socio dell’Associazione Italiana Canyoning dà la possibilità di sottoscrivere un contratto di assicurazione con Inter Hannover, tramite lo
Studio Mangano s.r.l. di Roma. Per tutte le informazioni e le condizioni generali della polizza: www.canyoning.it/polizza2010/polizza.htm oppure
e-mail [email protected]
La responsabilità dei contenuti degli articoli è dei rispettivi autori che non sempre esprimono la linea di pensiero dell’Associazione Italiana Canyoning e della redazione di canYoning.
Chiunque individui all’interno di canYoning articoli coperti da copyright è pregato di contattare la redazione indicando le fonti originali dei lavori. Per collaborare scrivere a [email protected].