MARCHE. LE SCOPRIRAI ALL`INFINITO Lo spot con Dustin
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MARCHE. LE SCOPRIRAI ALL`INFINITO Lo spot con Dustin
MARCHE. LE SCOPRIRAI ALL’INFINITO Lo spot con Dustin Hoffman che fa conoscere le Marche leggendo l’Infinito di Giacomo Leopardi Al centro dello spot ci sono le Marche: le strade antiche, le colline, i borghi, le piazze, i teatri. Un uomo legge una delle poesie più note della letteratura italiano, l’Infinito di Giacomo Leopardi, la cui emozionalità è strettamente legata alle visioni, alle luci, ai colori della terra marchigiana. L’uomo legge la poesia camminando, cerca di capire e pronunciare bene la lingua non stando fermo, dietro una scrivania, ma immergendosi nella terra che ha visto nascere questo capolavoro; legge, riprova, si arrabbia, vuole assolutamente penetrare la lingua, il sentimento di questa poesia, l’anima di questa terra e riprova e riprova. Nel sottofondo le note sublimi del Tancredi di Rossini, che accompagnano il silenzio di questa meditazione nuova che l’uomo cerca per sé: l’uomo cerca emozioni, vuole fare un’esperienza nuova, e leggere l’Infinito nelle Marche che l’hanno generato è un’esperienza nuova, formidabile, ma difficile e faticosa. Ma ne vale la pena. Provare e alla fine sorridere, la poesia è mia, le Marche sono la mia meta faticosamente conosciuta, capita e raggiunta. Dustin Hofmann diventa così il simbolo mediatico del nuovo turista, colui che cerca l’esperienza nuova, una terra da scoprire e da amare. Giorno dopo giorno, all’Infinito. Il protagonista dello Spot è L’Infinito di Leopardi, Dustin Hoffman è il sublime demiurgo che interpreta e dà vita a una nuova, inedita e superiore immagine delle Marche. Non abbiamo ricercato uno spot patinato, dalla fotografia strabiliante, evocatore di terre da sogno: abbiamo fatto uno spot con al centro la nostra regione, sublimata. Abbiamo voluto dare l’idea delle Marche per suscitare la voglia di venirci a trovare e a conoscere. Le Marche, dopo avere puntato su protagonisti marchigiani come Roberto Mancini, Valentina Vezzali, Valentino Rossi hanno deciso di cambiare rotta: non più personaggi ma la volontà precisa di mettere al centro le Marche. Ecco un commento di una donna marchigiana internauta, che vive a Milano, nel suo blog: “Chisseneimporta se non pronuncia bene le parole, questa poesia ce l'abbiamo tutti nelle ossa, e vederlo passeggiare per le colline attorno a casa mia mentre impara la parte per il teatro mi da un campanilistico piacere”. Jonathan Galassi, I Canti e il New York Times Jonathan Galassi, il celebre editore americano ( è presidente di Farrar, Straus and Giroux di New York ) e traduttore ufficiale in inglese delle opere di Giacomo Leopardi (oltre che di Leopardi è traduttore in inglese anche di Eugenio Montale) recentemente insignito del premio Giacomo Leopardi 2012 durante una cerimonia presso il Centro nazionale di studi leopardiani a Recanati, ha tradotto I Canti in lingua inglese nel 2010. L’anno successivo (2011) I Canti figuravano tra i migliori cento libri più importanti in America pubblicata dal New York Times. Lo Zibaldone per la prima volta in lingua inglese in USA e Inghilterra nel 2013 Definito da Nietzsche a Beckett come una delle massime figure letterarie dell’Italia, considerato da molti il più grande poeta italiano dopo Dante, Leopardi fu un vorace lettore, uno scolaro prodigioso esperto di lingue antiche e moderne: i suoi commenti sulla religione, filosofia, storia, antropologia, astronomia letteratura, poesia, l’amore confluirono nello Zibaldone, riconosciuto come uno dei libri fondamentali della letteratura moderna. Lo Zibaldone è il diario personale che raccoglieva gli appunti scritti tra il 1817 e il 1832 da Giacomo Leopardi. Il poderoso volume è ora disponibili anche in lingua inglese: di 2591 pagine è edito da Farrar, Straus and Giroux di New York con la cura di Michael Caesar e Franco D’Intino del Leopardi Centre in Birmingham. Hanno lavorato al progetto una squadra di traduttori professionisti inglesi e americani che hanno collaborato tra loro, sotto la supervisione di Franco D’Intino, docente di Letteratura italiana e contemporanea alla Sapienza e Direttore del ‘Leopardi Centre’ presso l’Università di Birmingham, e da Michael Caesar della University of Birmingham, nonché sotto gli auspici del Centro Nazionale di Studi Leopardiani. L’opera non è soltanto una traduzione, ma una vera e propria “edizione” in lingua inglese, che comprende apparati critici e filologici, note, indici e una lunga introduzione. Il progetto si è basato su una approfondita attività di ricerca riguardante due problemi teorici cruciali connessi con la composizione del testo: l’uso delle citazioni e lo status dello Zibaldone all’interno dell’estetica romantica e post-romantica. Il lavoro di ricerca su questi filoni, e i due convegni che ne sono stati l’esito (rispettivamente presso l’ex facoltà di Studi orientali della Sapienza di Roma e l’Università di Birmingham), si sono svolti nell’ambito di una ricerca premiata dall’Arts & Humanities Research Council. L'opera è già stata pubblicata negli Stati Uniti da parte della casa editrice Farrar Straus & Giroux, mentre per quanto riguarda la Gran Bretagna è stata pubblicata a partire dal mese di agosto dalla casa editrice Penguin con il titolo “Zibaldone. The notebooks of Giacomo Leopardi”. In occasione della pubblicazione dello Zibaldone in America, la Scuola Italiana di New York, in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura, ospita il 30 ottobre 2013 l’opera teatrale sulle Operette Morali di Mario Martone, vincitrice anche del prestigioso Premio UBU. a cura di Luisa Ferretti
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