F. Mannoni su Il Giornale di Brescia – 31 Ottobre 2016
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F. Mannoni su Il Giornale di Brescia – 31 Ottobre 2016
24 SoeZZ58L9z3GlVAZ0Es+4699nC/IiW8uGjF0eszOHfk= Lunedì 31 ottobre 2016 · GIORNALE DI BRESCIA CULTURA&SPETTACOLI [email protected] Intervista Da oggi in libreria «L’arte di essere fragili» «Ci ha insegnato come fiorire nelle difficoltà» Per Alessandro D’Avenia i poeti hanno la capacità di intercettare quello che noi perderemo nel giro di pochi anni. La loro grandezza è l’essere estemporanei e per questo diventano contemporanei. Leopardi veniva schernito per il tipo di poesia che scriveva. «Nessuno commenta D’Avenia - aveva capito che quei versi sarebbero serviti nei secoli a venire, per riappropriarci di quello ch’egli, con grandissima pazienza, delinea in tutta la sua opera e che avremmo perso: l’infinito, la nostra capacità di sognare, di lottare, di fiorire in mezzo alle difficoltà. Ma tutte queste cose Leopardi ce le restituisce nei suoi versi». sa quanto abbiamo bisogno di poesia. Credo che la sua opera serva a questa nostra epoca dalle passioni tristi per trovare nuovamente il fuoco per ogni età della vita. Come può essere d’esempio per un giovane del nostro tempo uno «sfigato» come Leopardi? Leopardi è tutto il contrario di uno «Anche per i ragazzi del XXI secolo». Lo scrittore Alessandro D’Avenia // PH. MARTA D’AVENIA sfigato. Insegnandolo da tanti anni, ho notato che il suo effetto sui ragazzi è lo stesso che ha fatto a me quando avevo 17 anni. Spesso lo ingiuriamo con formule di comodo, facendolo passare come un rappresentante del pessimismo e non cogliendo il fuoco, la bellezza, la forza che c’è nei suoi versi. Versi che hanno il pregio di non nascondere le oscurità della vita, ma che al contempo sono in cerca di quella luce che riscatta. Quanto s’è immedesimato nel destinatario della lettera leopardiana? Totalmente. L’immedesimazione è un dato di fatto, perché quando leggiamo i grandi non siamo noi a leggerli, ma sono loro che leggono noi. Ogni volta che sono in confidenza con un autore di riferimento è come se chiacchierassi con un amico che mi fa cogliere aspetti della realtà che non vedevo. La fragilità è un handicap o un dono per capire più nel profondo noi stessi? Leopardi ci fa capire, attraverso il suo testamento ne «La Ginestra», che siamo chiamati a fiorire anche nel deserto. Io sono stanco di un’epoca in cui è titolato a vivere solo chi è perfetto, bellissimo e senza difetti: in questa corsa di tutti essere fragili» (Mondadori, 216 pagine, verso una perfezione che non arriva Francesco Mannoni 19 euro, in libreria proprio da oggi) in mai c’è un duro affanno. Invece la conoscenza di «Come Leopardi può nostra umanità è bella perché è fragile. salvarti la vita». Il libro diventerà anche Fragilità non come qualcosa da uno spettacolo teatrale, affinché commiserare, ma come condizione di lessandro D’Avenia parla ognuno «possa sperimentare che la incompiutezza che ci sprona a una in modo ispirato e notte dei desideri è ogni notte e che la bellezza maggiore. commosso: «Con questo letteratura salva la vita solo quando Il suo libro non è un romanzo né un libro ho voluto siamo disposti ad ascoltarla davvero». saggio: come possiamo definirlo? rispondere alla sfida D’Avenia, che cosa l’ha Non volevo scrivere una nuova storia lanciata da Leopardi maggiormente attratta dell’opera di Leopardi, ma capire come aveva letto quando nello "Zibaldone", nell’aprile leopardiana? tutte le età dell’esistenza: lui «In lui, che del 1827, accennò al desiderio di C’era una specie di che ha avuto una vita molto scrivere una "Lettera a un giovane del profezia, e ogni vero poeta è considero il più fragile, è morto a soli 38 anni ventesimo secolo": non la scrisse, ma anche profeta. Non perché e ha dovuto vivere più in grande poeta per me, che ho sempre amato e Leopardi fosse uno che fretta, più in profondità. moderno, c’era Leopardi avrebbe voluto ammirato il poeta recanatese, è come vedeva in anticipo delle se l’avesse spedita. E questa lettera sventure, ma perché vedeva scrivere un poema in prosa e una specie di inesistente ho immaginato di riceverla le cose come stanno in versi sulle età della vita. profezia» proprio io, nato 150 anni dopo, nel realmente. Perciò io, quel Non ci riuscì, ed io trasformo secolo in cui il poeta si sentiva giovane del ventesimo secolo il suo progetto in una Alessandro D’Avenia proiettato». a cui Leopardi ha destinato possibile realizzazione scrittore Così lo scrittore siciliano - famoso per tutto ciò che ha scritto, dividendo il libro in capitoli «Bianca come il latte, rossa come il rilancio la palla ai miei coetanei, ma che sono proprio le età critiche sangue» e altri romanzi - è entrato in anche a tutti i ragazzi del XXI secolo. dell’esistenza: l’adolescenza come arte relazione epistolare con Giacomo Perché? di sperare; la maturità come arte di Leopardi, «a distanza di migliaia di ore» Leopardi, nonostante le fragilità della morire; l’arte di essere fragili, una parte e con un’approfondita analisi che, oltre sua vita, ha sempre lottato per della vita che Leopardi inventa e che a celebrare un’arte sublime, svela mantenere vivo il fuoco che ne ha fatto sembra meravigliosa; e poi il morire inediti contenuti e trasforma «L’arte di il più grande poeta moderno. E Dio solo come arte di rinascere. // La risposta a quella «Lettera ad un giovane del XX secolo» mai scritta D’AVENIA A LEOPARDI: «CARO AMICO TI SCRIVO...» A L’ultimo Magris: istantanee di vita e la vita colta in un’istantanea Privato intimo e convivenza civile in una serie di attimi e situazioni che descrivono il nostro tempo Racconti Claudio Baroni [email protected] nicadolce-amara quando l’ambiente dell’istantanea è quello accademico. Rivelatori gli episodi del grande giurista che si appisola durante la solenne assemblea in toga, e quello dei docenti che si accapigliano per i crediti da assegnare ai propri corsi. Grandezza e piccineria si mescolano nella vita di ogni giorno: che dire della moglie e della figlia di Thomas Mann che il primo novembre 1939 non osano disturbare lo scrittore, ritirato nel suo studio, per dirgliche la radio ha appenaannunciato lo scoppio della Seconda guerra mondiale? Al tavolo di un’osteria del Carso o in una galleria d’arte a New York, sulla spiaggia di Barcola o a Istanbul: immagini di una vita e attimi che aiutano a comprenderne il senso. Claudio Magris gioca con la memoria, ripesca ricordi e aneddoti, dialoga con i suoi lettori in velata complicità, allineando le sue «Istantanee» appena pubblicate da La nave di Teseo Trieste e il mare. L’ambiente privilegiato per osservare il (178 pagine, 18 euro). Dopo un romanzo universa- mondo, per Claudio Magris, è le come «Non luogo a procede- Barcola, la stretta scogliera che re», un ritorno al racconto e costeggia la strada verso Trieall’episodio, per lo scrittore tri- ste. Mare che va subito in proestino - il richiamo a «Microco- fondità e invita ad immergersi, spiaggia domestica smi» viene imme«La pubblicità, di lunghe giornate diato - ma con uno estive; e concentrastile essenziale e lecome to d’umanità, a savigato di pura novii quaresimali perla osservare. tà. Le citazioni di una volta, Bullismo e coragall’inizio del volugio, sogni e noia, inme, come quasi ci ricorda che sempre dovrebbe siamo polvere» differenza e solidarietà si intrecciano accadere, possono fra l’umanità spoessereun’utile chiaglia e stesa al sole. ve di accesso ai teIl filo conduttore sti. A comiciare daldi queste immagini la definizione di si coglie forse nella «istantanea» tratta fatica dello stare indal Grande dizionasieme: quando si è rio della lingua itainesorabilmente liana: «... eseguita uno di fronte all’alcon un tempo di Claudio Magris tro, o davanti ad esposizione molto scrittore e saggista uno sportello brevesenza l’impiego di un sostegno...». Sono dell’incomprensibile burocraquindi immagini che sfuggono zia, o su un convoglio Frecciaalla corsa della nostra quotidia- bianca affollato, e sempre nità, non sono scattate con il te- quando la nostra piccola quielefonino e pronte per essere te viene disturbata... Viviamo condivise o cancellate, assomi- in un mondo carico di acredigliano di più a quelle fotografie ne. Come dice un prete del Card’antan con i bordi seghettati. so all’omelia della messa di PaEppure sanno cogliere l’attimo squa: «Se mi guardo intorno, fuggente meglio di un selfie, se guardo voi, non vedo facce sanno penetrare nello spirito da resurrezione, ma piuttosto da calvario, tristanzuole e indel tempo. grugnite». Facce più frustrate e Cronologia. Rigorosamente po- diffidenti che aperte e gioiose. ste secondo un ordine cronolo- E neppure ci accorgiamo che gico, spesso ricavate da articoli la pubblicità, nel mostrarci la e commenti pubblicati su pagi- soluzione ai problemi più perne di giornale, dall’aprile 1999 sonali, ogni giorno dagli scheragli inizi di luglio del 2016, of- mi sostituisce i quaresimali di frono un ampio ventaglio di una volta e ci rammenta che ambienti e sensazioni. Si va lottiamo inutilmente contro il dall’intimità dei rapporti di tempo,siamo destinati alla polcoppia e di famiglia all’analisi vere. Una venatura sottile di amadei comportamenti sociali, con grande rispetto per le per- rezza percorre le bellissime pasone ma senza alcuna indul- gine di Claudio Magris. La citagenza nel mettere in risalto le zione finale di Aldo Palazzecontraddizioni del nostro stare schi non lascia scampo: «La al mondo. C’è poi una vena iro- morte fu istantanea». // /