Le varianti di A Silvia
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Le varianti di A Silvia
Dal Manoscritto al Capolavoro Scheda Le varianti di A Silvia Gli studi di Gianfranco Contini hanno mostrato come Leopardi elaborò sul testo di A Silvia una serie di correzioni. I cambiamenti avvennero in due direzioni: Leopardì sostituì – come del resto anche in altre circostanze e su altri testi – la desinenza dell’imperfetto -eva in -ea; ma soprattutto lavorò su alcuni termini del campo semantico della memoria, un tema fondamentale nella sua poetica, attraverso ripetuti aggiustamenti del verso iniziale Silvia, rimembri ancora. Il termine sovvienti presente nella prima edizione dei Canti (Firenze, Piatti, 1831) venne sostituito più tardi da rammenti (nell’edizione Starita, Napoli, 1835) e infine da rimembri. Quest’ultima variante venne posta da Leopardi in una copia della Starita che poi servì per la stampa dell’edizione definitiva delle poesie pubblicata postuma nel 1845 (Firenze, Le Monnier). Il testo manoscritto consente di stabilire la data della prima composizione, avvenuta a Pisa il 19-20 aprile 1828. «La scomparsa di sovvienti 1 è legata alla presenza di sovviemmi 32. [...] E intanto rimembri compare solo in una correzione autografa della Starita, la quale aveva rammenti, cioè un verbo non meno istantaneo (e più familiare) del sovvienti rimasto fino all’edizione Piatti (Firenze 1831). Mi par dunque evidente che la grande trovata di Leopardi s’innesti, quasi per eterogenesi dei fini [ndr. raggiungimento non lineare o intenzionale di certi obiettivi], su un movimento negativo: evitare la ripetizione, sia pure a qualche intervallo». G. Contini, Implicazioni leopardiane, in Varianti e altra linguistica, Torino, Einaudi, 1979 (I ediz. 1970), p. 45. «Perché Leopardi corregge splendeva in splendea? L’opposizione possiede un doppio carattere: tonale, in quanto la desinenza in -eva è prosasticamente normale, [...] inadatta alla nobiltà della contemplazione; fonosimbolico, in quanto l’iato che la desinenza in -ea contiene a fin di verso fissa la durata della contemplazione». G. Contini, Implicazioni leopardiane, cit., p.42. Altri inserimenti vengono aggiunti successivamente alla prima stesura ai vv. 17-18 Ove il tempo mio primo E di me si spendea la miglior parte, riprendendo l’usus scribendi della desinenza in -ea.