Febbraio 2012 - Nievo

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Febbraio 2012 - Nievo
CARPE DIEM
Cogli
l’attimo
Il giornalino del Plesso Nievo
ANNO XVIII N° 3 Febbraio 2012
27 Gennaio: ricordare che questo è stato
Sessantasettesimo anniversario dall’apertura dei cancelli di Auschwitz
Giorno della Memoria. Giorno per non dimenticare. Giorno per onorare, giorno per punire.
Giorno per ricordare. Ricordare cosa? A chi? Tutti noi sappiamo la risposta: il 27 gennaio e` il
giorno in cui tutti noi abbiamo il dovere di ricordare l'Olocausto, la Shoah, forse il piu` grande e
folle genocidio della storia di cui si e` a conoscenza. Perche` lo ricordiamo? Per non
dimenticare, risposta ovvia. A molti sembrera` impossibile dimenticare una tale tragedia, ma
cosi` non e`: ci sono persone che cominciano a negarne l'esistenza, o a sminuire la gravita` di
quanto e` accaduto, formando cio` che viene chiamato Negazionismo.
Uno dei piu` grandi e famosi autori che scrissero della loro esperienza si suicido` di fronte alla
tendenza negazionista, non potendo sopportare il solo pensiero che tutto poteva ripetersi,
sparito dalla memoria di ognuno di noi: si tratta di Primo Levi. Con il Giorno della Memoria
ricordiamo a noi stessi e insegniamo alle generazioni dopo di noi a pensare sempre la strage di
uomini, donne e bambini tra il 1938 e il 1945. Furono uccisi circa sei milioni di Ebrei nei
campi di sterminio, i piu` famosi dei quali furono Treblinka, Sobibor e Belzec, che furono i
primi ad essere dotati di camere a gas.
Noti anche Auschwitz-Birkenau, Dachau, Buchenwald, Sachsenausen, Mauthausen-Gusen e
infine Bergen-Belsen, dove mori` Anna Frank.
Gli Ebrei non furono gli unici ad essere deportati e uccisi: i primi furono gli oppositori politici,
poi vennero i disabili, gli zingari, i ragazzi ritenuti “asociali”, gli omosessuali e i preti che si
opponevano. Tutti questi vennero deportati dal 1933, gli Ebrei dal 1938. Un deportato viene
letteralmente spogliato di ogni diritto: non e` piu` una persona, ma un animale, una cavia da
laboratorio utilizzabile per qualsiasi tipo di esperimento, come fece, per esempio, Mengele, che
condusse` ricerche di una tale atrocita` su esseri umani da sembrare assurdi e irreali.
Non dobbiamo dimenticare per rispetto nei confronti di quelle persone che di rispetto non ne
ricevettero mai, perche` dimenticando e negando, contro le prove concrete, senza cognizione
di causa, senza sapere neanche lontanamente cosa hanno passato rinchiusi in quel lager
o in quella camera a gas, facciamo loro un torto forse ancor piu` grande di quello che
hanno ricevuto quando vennero spogliati di qualsiasi diritto senza il minimo di rispetto
della loro persona. Ricordare è un dovere perchè dimenticare è fin troppo facile.
Chiara Possenti III D
carpe diem
12° giorno della memoria
SHOAH: NON SOLO GENOCIDIO DI EBREI
Il termine “Shoah” in ebraico significa “catastrofe,
disastro” e venne utilizzato per la prima volta in
Palestina nel 1938. Venne da allora usato per
definire il genocidio di ebrei, omosessuali, rom,
comunisti, dissidenti tedeschi, pentecostali e
Testimoni di Geova. In realtà questa parola viene
spesso vista come sinonimo di olocausto, anche se
non lo è perché il termine Shoah si riferisce allo
sterminio solo degli ebrei, mentre olocausto allo
sterminio sì degli ebrei ma anche delle classi sociali
che ho elencato prima. Le eliminazioni di massa
seguivano uno schema ben preciso, infatti venivano
scritti elenchi di possibili, presenti e future vittime
che venivano poi prelevate e portate via. In seguito
perché queste eliminazioni potessero avvenire più
velocemente sono stati sviluppati numerosi metodi
come l’avvelenamento e le camere a gas, bisogna
aggiungere che i nazisti fecero parecchi esperimenti
sui cadaveri di uomini e bambini. I campi di
concentramento dove veniva chiusa tutta l gente
“indesiderata” erano sparsi per tutta l’Europa, ma si
trovavano per la maggior parte in Germania. In
alcuni campi venivano combinati lavoro schiavistico
e sterminio, come ad esempio nel campo AushwitzBirkenau. All’arrivo nei campi, i prigionieri
venivano divisi in due gruppi, quelli troppo deboli
venivano direttamente mandati nelle camere a gas e i
loro corpi venivano bruciati, mentre gli altri
venivano “spediti” a lavorare nelle fabbriche poste
dentro o vicino al campo. Molti prigionieri erano
obbligati a raccogliere i cadaveri, tagliare i capelli ai
nuovi prigionieri e a lavorare allo sfruttamento dei
corpi. Ai cadaveri venivano estratti persino i denti
d’oro: nei campi si conservava tutto, nulla doveva
essere buttato o sprecato, ogni cosa sarebbe servita.
Il trasporto delle persone ai campi di
concentramento avveniva molto spesso attraverso
vie ferroviarie, senza acqua ne cibo, centinaia di
prigionieri ammassati con un piccolo spiffero che
permetteva loro di respirare. L’Antisemitismo era
purtroppo una cosa comune nell’Europa degli anni
’20-’30, e venne esposto in un libro di Adolf Hitler,
che inizialmente venne ignorato ma si cominciò a
prestare attenzione al pensiero di Hitler quando
acquistò potere politico. Questa politica portò alla
disfatta definitiva. Ho voluto sottolineare la parola
“persone” perché in questa Guerra di massacri, gli
ebrei e tutti gli altri prigionieri, più che come tali,
sono stati trattati come schiavi, come bestie da
lavoro. Lo sterminio avvenuto durante Seconda
Guerra Mondiale, è una cosa irreparabile, al quale
non si potrà MAI porre rimedio, perché togliere la
vita alle persone, senza alcun motivo è la cosa più
grave e terribile che possa esistere. Spero che ciò
che ho scritto vi rimanga impresso, perché il ricordo
della Shoah, dell’Olocausto, dell’Antisemitismo e di
questa Guerra terribile non svanisca mai …
Francesca Mino 3°D
I CARNEFICI: mostri o uomini comuni?(Fondazione Camis de Fonseca 26 gennaio 2012)
Come può un solo uomo nuocere a tanti? Forse non può, forse è stato solo una scintilla, pronta a far
esplodere gli animi degli uomini. Ma allora questi uomini chi erano, chi erano coloro che alla minima
esortazione erano pronti ad uccidere persino i vicini di casa? Forse erano uomini comuni, la mia mente si
rifiuta di accettare che un uomo qualunque poteva diventare un assassino come se niente fosse, perché
“erano ordini”. Eppure è così, sono stati compiuti degli studi su questi uomini ed è stato scoperto che
singolarmente non avrebbero mai compiuto simili atrocità. Allora cosa li spinge a fare ciò? Semplice, la
massa. Intesa come insieme di persone che compiono la stessa azione. Il vecchio trucco del “se lo fa lui lo
faccio anche io”. Hitler è riuscito attraverso la massa a trasformare la repulsione per la violenza di certi
uomini in senso del dovere: io devo fare questo, perché lo fa anche lui. Quando gli ufficiali spiegarono,
quasi piangendo, che il loro compito era quello di rastrellare le città già occupate, ovvero uccidere donne,
bambini e anziani senza pietà, dissero: “Chi non se la sente faccia un passo indietro, non gli verrà fatto alcun
male, verrà trasferito a svolgere altre mansioni.” Quasi nessuno fece un passo indietro.
Nina Zibetti, 3D
carpe diem
12° giorno della memoria
LA SHOAH: STERMINARE CON METODO
Con il termine Shoah venne ufficialmente indicato lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti.
Questo termine venne usato per la prima volta nel 1938. La Shoah è un genocidio, ovvero un’azione
che è finalizzata alla distruzione di un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso.
Oltre sei milioni di ebrei (secondo alcune fonti tedesche), giovani, vecchi, neonati e adulti, furono
uccisi dalla violenza nazista. La Shoah si sviluppò in cinque diverse fasi:
- la privazione dei diritti civili dei cittadini ebrei;
- la loro espulsione dai territori della Germania;
- la creazione di ghetti circondati da filo spinato, muri e guardie armate nei territori conquistati dal
Terzo
Reich, dove gli ebrei furono costretti a vivere separati dalla società e in precarie
condizioni sanitarie ed economiche;
- i massacri delle Einsatzgruppen, squadre di riservisti incaricate di eliminare ogni oppositore del
nazismo nei territori conquistati dell’Ucraina e della Russia, durante le azioni di rastrellamento;
- la deportazione nei campi di sterminio in Polonia dove, dopo un’immediata selezione, gli ebrei
venivano o uccisi subito con il gas o inviati nei campi di lavoro e sfruttati fino all’esaurimento delle
forze, per essere poi comunque eliminati. Queste tappe possono essere suddivise in due periodi
storici, dal 1933 al 1940, quando il nazismo vide la soluzione della questione ebraica
nell’emigrazione e dal 1941 al 1945, quando vennero attuati la deportazione e lo sterminio.
Nonostante siano stati gli ebrei le principali vittime, la follia dei nazisti si scatenò anche contro gli
oppositori politici, gli zingari, gli omosessuali e le persone vittime di disfunzioni o ritardi mentali.
Delsedime Vittoria 3D
Leggere per non dimenticare: Il
In occasione della celebrazione del “Giorno della
memoria” avvenuta lo scorso 27 gennaio, vorrei
proporvi la lettura di un classico moderno, “Il
giardino dei Finzi-Contini” di G. Bassani. G.
Bassani nasce a Bologna ma, vive la sua infanzia e
giovinezza a Ferrara, nella quale conoscera`
l’emarginazione nel ghetto ebraico, posto nel cuore
storico della citta`. Il romanzo racconta il delicato e
struggente amore adolescenziale tra il protagonista
narrante e una giovane fanciulla della ricca
borghesia ebrea ferrarese, ambientato negli anni del
fascismo e delle leggi razziali. La vicenda si svolge
dentro i confini del giardino, del campo da tennis e
della villa appartenenti alla nobile famiglia dei
Finzi-Contini. Sara` proprio la dura crudelta` delle
leggi razziali a fare aprire i cancelli della loro villa,
situata ai margini di Ferrara, ad un gruppo di
coetanei dei loro figli, Micol e Alberto. Il libro e` un
susseguirsi di avvenimenti, alcuni davvero
divertenti, altri dolcissimi ed emozionanti; ed e`
Giardino dei Finzi-Contini
attraverso questi momenti che si sviluppa il tenero e
tacito sentimento d’amore tra il protagonista e
Micol, affascinante ragazza molto imprevedibile ed
enigmatica. Al termine della lettura, resta l’amarezza
per il terribile destino toccato a questa povera
fanciulla ed alla sua famiglia, inghiottiti dalla morte
in un lager nazista nel 1943, ad esclusione di Alberto
morto di tumore un anno prima. Ho avuto
l’occasione di leggere questo romanzo durante le
vacanze estive ai lidi ferraresi. La visita al ghetto
ebraico di Ferrara, perfettamente conservato, mi ha
fatto rivivere con profonda partecipazione quelle
pagine cosi` coinvolgenti. Consiglio vivamente la
lettura di questo romanzo che, attraverso questa
bella storia di amicizia, rende omaggio alla memoria
di tutti coloro che sono morti nei campi di
concentramento.
Diletta Zanin IID
carpe diem
12° giorno della memoria
“GLI EBREI QUESTI SCONOSCIUTI”
(Dall’incontro con la Fondazione Camis De Fonseca – martedì 24 gennaio
2012)
Gli ebrei hanno una cultura molto diversa dalla nostra: prima di tutto per essere
ebreo bisogna avere una madre ebrea perché è lei che ti ha partorito/a. Il loro
monoteismo comprende circa 630 precetti da rispettare tutti i giorni. Analizziamone
alcuni:
CUCINA:
-
- Non si possono mangiare
carne e latte insieme perché la carne rappresenta la
madre e il latte il figlio. Infatti, in casa, hanno due
cucine: una per la carne e una per i latticini;
Non si possono mangiare i pesci senza squame e
pinne (crostacei molluschi…);
Non si possono mangiare gli animali senza lo
zoccolo rotto (maiali, equini…);
Molti ristoranti hanno la cucina “kosher” (adatto, buono in Yiddish) che rispetta i principi della
cucina ebraica.
SCRITTURA: da destra a sinistra come i mussulmani. Nell’alfabeto non ci sono vocali sostituite da segni
e puntini.
CALENDARIO: Le feste sono diverse dalle nostre e avvengono anche in date diverse. Per esempio hanno
due natali, il capodanno avviene nel 2° plenilunio dopo il solstizio d’inverno, hanno una festa in più
l’Hannukkah, la Festa delle luci per ricordare la libertà di culto ricevuta dai Greci nel 165 a.C. Il Sabato loro
sono obbligati a non fare niente. Preparano i pasti, accendono le luci, puliscono la casail Venerdì.
Alcune TRADIZIONI:
-
Quando si sposano rompono un bicchiere;
Quando fanno un figlio ricevono un “bonus” e per questo molti hanno più di 7/8 figli;
Se un figlio ebreo non vuole praticare l’ebraismo la famiglia lo rinnega e lo caccia. Dovrà cambiare
nome e cognome e, in teoria, non potrebbe sposarsi con una/o ebrea/o;
Gli ebrei hanno un patto di sangue con Dio quindi rispettano tutti i precetti.
Sofia Oldano II A
carpe diem
testimonianze
CHI E’ ALESSANDRO RONCAGLIO
(Antifascista,
deportato
a
Mathausen, dopo
la
guerra,
testimone
e
fondatore
del
Centro Culturale
Deportazione e
Resistenza)
A
quell’epoca
ero
solo
un
ragazzino,
e
venni arrestato il 14 gennaio 1945, era una domenica
e io avevo solo 17 anni. Alle 7 e 30 del mattino ero
all’interno del rifugio in cui io e la famiglia stavamo
con altri amici antifascisti. Io, mio padre e altri
maschi, veniamo catturati e portati alla caserma di
Via Asti. Il giorno dopo ci trasferiscono al carcere
minorile, in corso Unità Sovietica. Poche ore dopo ci
viene fatto il processo. Con noi c’erano altre 22
persone, 11 persone vengono fucilate, 4 rilasciati per
mancanza di prove e i restanti imprigionati nella
caserma di Via Asti. Io e mio padre eravamo in
quest’ultimo gruppo. Ritorniamo quindi nella
caserma di Via Asti, dove conosciamo il padre del
nostro sindaco: Eugenio Fassino, che era come noi
un partigiano. Nella caserma stiamo circa tre giorni e
poi ci portano all’albergo Nazionale, in Via
Roma.Subito dopo prendiamo il treno e andiamo
prima a Milano, al carcere minorile, e poi a Trento,
in una scuola utilizzata come carcere. Da Trento
andiamo a Bolzano dove ci mettono su un carro per
bestiame. Su questo carro restiamo per circa quattro
giorni, e arriviamo sulle rive di un fiume che dopo
scopriremo essere il Danubio. Ci viene ordinato di
incolonnarci e di salire per una ripida collina. In
cima a questa collina c’era il forte di Mauthausen.
Una volta arrivati al forte, veniamo ispezionati, per
controllare eventuali armi nascoste, e ci viene
assegnato un numero. Da quel momento, dentro il
forte non verremo più chiamati per nome, ma per il
numero che ci è stato assegnato.Ci spogliano di
tutto, inclusi i gioielli, e veniamo rasati sulla nuca e
depilati su tutto il resto del corpo. ci viene praticato
un taglio sulla testa, che era un marchio di
riconoscimento per i prigionieri di Mauthausen.
Veniamo quindi buttati su una doccia, prima
bollente e poi gelida, per farci soffrire
maggiormente, e ci vengono dati dei vestiti uguali
per tutti. Veniamo trasportati tutti alla “mensa” dove
mangiamo una brodaglia che i tedeschi chiamavano
cammella. Finalmente arriviamo alla cella, che era
condivisa con una decina di persone. Per dormire
stavamo sdraiati sulla paglia e durante il giorno
lavoravamo continuamente. Io, visto che era giovane
non dovevo andare a lavorare, ma stavo tutta la
giornata in cella. Dopo alcuni giorni viene fatto un
appello, che chiamava decine e decine di persone per
andare a lavorare in un campo vicino a Mauthausen.
Mio padre era tra quelle persone, io invece no. Dieci
giorni dopo, però viene fatto un altro appello, e in
questo vengo chiamato anche io. Il campo di lavoro,
era un piccolo paesino vicino a Mauthausen, e per
dormire stavamo in una baracca. Un mio amico, mi
disse che nella baracca affianco c’era mio padre.
Non lavoravamo mai negli stessi orari e quindi non
riuscivo ad incontrarlo. Un giorno ci venne ordinato
di non andare a lavorare e ci rinchiusero dentro alla
baracca. In lontananza sentivamo degli spari. Dopo
poco capiamo che erano gli spari degli alleati, che
stavano venendo a liberarci. Il 5 maggio, finalmente
ci liberano e quel giorno trovo mio padre morto,
nella baracca affianco. Io ero ferito e quindi prima di
partire vengo portato al Lager 48, che era stato
trasformato in un ospedale. Vengo curato da un
bravo dottore torinese e prendo il treno per Torino.
Arriva all’una di notte, e alla stazione c’è solo un
signore che mi aspetta. È il direttore dell’hotel
Genio, che si trova all’angolo tra Via Nizza e Corso
Vittorio, che mi ospita nel suo albergo. La mattina
quando mi sveglio prendo i tram numero sette e
finalmente ritorno a casa, acclamato da tutti: i miei
amici e parenti.
Classe III B
carpe diem
Vegan: una scelta
I
vegani
non
sono
extraterrestri, abitanti di un
pianeta lontano. Secondo il
Rapporto Euripes 2011
vegerariani e vegani in
Italia sono il 6.7% della
popolazione.
Alcuni
pensano che vegano e
vegetariano abbiano lo
stesso significato, ma non è
così. Infatti, i vegetariani
includono nella loro alimentazione alcuni cibi di
origine animale come i latticini, le uova e il
miele. I vegani invece non utilizzano alcun
prodotto
di
origine
animale
né
nell’alimentazione
né
nell’abbigliamento,
avendo cura pertanto di scegliere calzature e
abbigliamento che non contengano pelle,
pelliccia, seta o lana. Le ragioni che spingono
ad adottare uno stile di vita vegano sono
molteplici. Innanzitutto il rispetto e l’amore
verso tutti gli animali, allevati oggigiorno in
condizioni di estrema crudeltà. Anche il rispetto
per l’ambiente che ci circonda è alla base di
questa scelta. E’ vero che la carne ed i prodotti
di origine animale accompagnano da secoli
l’essere umano,ma mai in passato sono stati
utilizzati in simili quantità. Le tradizionali
tecniche di allevamento sono state sostituite da
allevamenti intensivi. Gli animali sono stati
allontanati dai pascoli e vivono rinchiusi in
enormi stalle dove vengono alimentati con
mangimi, cereali e semi oleosi. Questi ultimi
vengono coltivati come monoculture in enormi
appezzamenti con l’uso di pesticidi e tutto ciò
causa enormi danni ambientali. In media sono
necessari infatti dai 7 ai 16 chilogrammi di
cereali per ottenere un chilogrammo di carne
bovina. Cio’ significa che una bistecca da 200
grammi mangiata da una sola persona equivale
a proposito di…
di vita consapevole
alla quantità di cereali cotti
necessari per nutrirne 50. Inoltre,
per produrre un solo chilogrammo
di carne sono necessari circa
2/3000 litri di acqua utilizzata sia
per il consumo da parte degli
animali, ma soprattutto per
coltivare le enormi quantità di
cereali
destinate
alla
loro
alimentazione e per la pulizia di
stalle e macelli. Anche i liquami
provenienti dagli allevamenti sono molto
inquinanti perché carichi di nitrati, antibiotici e
ormoni. E’ bene ricordare inoltre che la pesca
intensiva è un pericolo per il delicato ecosistema
dei mari e degli oceani. Alcuni penseranno che
essere vegani significhi mangiare solo verdura,
rischiando così di seguire un regime di
alimentazione povero e noioso, ma non è così.
Le proteine vengono assunte attraverso i legumi,
il calcio dalle verdure a foglia verde, dai
broccoli e dai cavoli e il ferro dai legumi, dai
cereali integrali e dalla frutta secca. Inoltre, la
cucina vegana fa ampio utilizzo di tofu
(formaggio di soia), seitan (proteina del
frumento), semi oleosi (zucca, girasole) e alghe.
A dimostrazione che l’alimentazione vegana, se
ben curata, è completa sono numerosi
personaggi sportivi che hanno fatto questa scelta
come il campione olimpico Carl Lewis, la
tennista Martina Navratilova, il maratoneta
Scott Jurek, la campionessa olimpica di scherma
Dorina Vaccaroni. Numerosi sono infine i
personaggi storici e moderni che hanno
decantato i benefici della dieta vegan come la
scienziata Margherita Hack, il professor
Umberto Veronesi, i cantanti Moby, Prince e
Paul McCartney e, in tempi piu’ remoti
Pitagora, Leonardo Da Vinci e Gandhi.
Fiammetta Pirro 1A
carpe diem
a proposito di…
DIRITTO AL CIBO E SQUILIBRI MONDIALI Il mondo presenta un
fenomeno che si sta sempre più mostrando ai nostri occhi: la spaccatura tra
paesi del nord e del sud del mondo.
Il divario è evidente , ma secondo me soprattutto
nell’alimentazione. Ci sono al mondo circa 840
milioni di persone che vivono con meno di un
dollaro al giorno e non hanno il necessario per
sopravvivere. La denutrizione nei paesi poveri causa
la morte di quasi 16.400 bambini sotto i cinque anni
ogni giorno. Due miliardi di persone sono
malnutrite, ossia la loro alimentazione è carente di
alcune sostanze, nella maggior parte dei casi sono
proteine, contenute in legumi e carne, molto cara per
molte famiglie che si nutrono quindi di cereali, meno
costosi e in grado di sfamare più bocche. La
malnutrizione è anche causata dalla globalizzazione
che diffonde sul mercato mondiale prodotti
industriali a basso costo, e trascura la produzione
locale più sana. Essendo 2.800 le calorie che
basterebbero al nostro sostentamento, un’equa
divisione della produzione alimentare mondiale
basterebbe a sfamare tutti, anzi ce ne fornirebbe il
doppio. E pensare che il numero delle persone
denutrite equivale quello delle persone in
sovrappeso. Tra questi ben 300 milioni sono obesi.
L’obesità è una di quelle tante malattie dette “del
benessere”, dovuta ad abitudini alimentari scorrette e
all’assunzione eccessiva di carne e grassi,
all’inattività fisica, all’uso di alcool e droghe. Queste
malattie portano con sé serie patologie
cardiovascolari e il diabete, assai diffuse nella nostra
società. Le cause di questo squilibrio sono tante: il
neocolonialismo, l’analfabetismo, gli sprechi, lo
sfruttamento intensivo, i disastri ambientali… È una
catena che non avrà mai fine se non si raggiungerà
una giustizia sociale, con particolare attenzione ai
bambini e alle donne, che portano sulle loro spalle il
carico più pesante delle disuguaglianze. L’
ingiustizia globale deve essere combattuta partendo
dalle sue radici che hanno permesso a noi di
progredire e ad altri no: il colonialismo prima e il
neocolonialismo adesso, con le sue monocolture per
l’esportazione. Il nord è così ricco solo grazie al
sud, perché è lì che c’è la maggioranza delle materie
prime . Il Nord si è appropriato e si appropria tuttora
della maggior parte delle risorse del Sud. Dovremmo
anche cambiare le nostre abitudini alimentari e
diminuire il consumo di carne. Infatti per produrre
una caloria animale ce ne vogliono dieci di cereali.
In questo modo si produce un alimento che possono
permettersi in pochi grazie allo sfruttamento di
terreno che, con la coltivazione di cereali, potrebbe
sfamare moltissime persone. Un altro problema
collegato è il disboscamento della foresta pluviale
per ricavarne legno pregiato o sfruttare miniere o
perché non si hanno più spazi disponibili per
coltivare. Questo terreno è poco fertile e quindi le
coltivazioni possono durare al massimo due-tre anni.
Inoltre sta sparendo la biodiversità, che permetteva
alle popolazioni più povere di essere al sicuro dalle
carestie e di mangiare più sano. Non possiamo non
pensare allo spreco di soldi nella produzione di armi,
risorse che potrebbero essere usate per aiuti
umanitari, per sfamare interi villaggi e
nell’istruzione, e lo spreco di cibo di cui siamo tutti
responsabili. Ogni anno in Europa buttiamo nella
spazzatura il 15% della carne e il 10% del pane e
della pasta messi in tavola. Nel complesso si tratta di
un milione e mezzo di tonnellate di cibo buttato.
Eliminare gli sprechi non è soltanto eticamente
giusto ma necessario: per garantire ad ogni abitante
della Terra lo stile di vita occidentale servirebbero
quattro pianeti. Questo squilibrio globale deve
essere eliminato e questo si può fare solo cambiando
radicalmente il modo di vivere e di produrre. La crisi
che sta interessando anche i paesi ricchi fa capire
che solo uno sviluppo sostenibile, cioè attento
all’ambiente, alla giustizia sociale e all’equità può
salvare il genere umano. Da una parte ci sono le
grandi scelte della politica e degli aiuti umanitari e
dall’altra ci sono le nostre piccole scelte, che
possono essere per esempio un appoggio al
commercio Equo-Solidale e le adozioni a distanza.
Per chi ne vuole sapere di più: Iarrera Pilotti ,
Facciamo geografia, vol 3, Zanichelli, 2006.
Assandri Mutti, Il rifugio segreto, vol 3, Zanichelli,
2009. Diritto al cibo, a cura di Altromercato. Patel, I
padroni
del
cibo,
Feltrinelli,
2008
Luca Santavicca 3F
carpe diem
a proposito di…
LA BAMBINA 7 MILIARDI E’ il 31 ottobre 2011. E’ una
femmina, è asiatica.
A Manila l’Onu ha conferito il simbolico primato di “baby sette miliardi” alla piccola Danica. Nata
prematura, per il suo “record” ha ricevuto una borsa di studio e i genitori una somma sufficiente ad aprire un
negozio. Il primato è conteso da Nargis, una bimba nata nello stato indiano dell’Uttar Pradesh, che è stata
accolta come “baby sette miliardi” dall’Ong Plan India, impegnata nella difesa dei diritti dei minori e nella
lotta all’aborto selettivo, che nel Paese contribuisce a una distorsione di 893 femmine per ogni 1000 maschi.
La crescita demografica Per secoli l’homo sapiens
è cresciuto pochissimo. Per arrivare a un miliardo,
nel 1800, abbiamo impiegato 250 mila anni. La vera
crescita comincia con la rivoluzione industriale, nel
1913 l’Europa aveva più abitanti della Cina. Da lì è
stata un’impennata: abbiamo scalato i gradini dei
miliardi successivi nel 1959, 1975, 1987, 1998 e
infine 2011. Secondo l’Onu, arriveremo a quota otto
miliardi nel 2025 e a dieci nel 2083 anche se ora nel
mondo si fanno meno figli rispetto al passato,
specialmente nei paesi più ricchi. Nel 2050 Europa,
Usa e Canada non avranno che dodici abitanti su
cento, la metà del 1800. A ridurre le nascite sono
scuola, sanità e benessere, poiché donne istruite e
con una vita decente scelgono meno gravidanze. Ma
anche in Cina la politica “un figlio per famiglia” fa
si che la popolazione cinese declini. Nei Paesi ricchi
la popolazione cala, ma non abbastanza da
compensare la crescita nel resto del mondo. Infatti
Si potranno sfamare tutti? Si calcola che nel 2025
le popolazioni in via di sviluppo consumeranno il
doppio dell’acqua rispetto al 2007 e la produzione di
cibo aumenterà del 70%. Quindi con l’aumentare
della popolazione sorgono delle domande spontanee:
la Terra sarà in grado di sfamare e sostenere ad un
livello di vita decente tutte queste persone? Davanti
a questo problema si confrontano due gruppi. I
“neomalthusiani”, da Malthus (il filosofo che
calcolava che nel 700 non avremmo avuto più di che
sfamarci), convinti appunto che il mondo non possa
sopportare così tante persone. Propongono di istruire
le famiglie, migliorare le condizioni di vita nei paesi
poveri e la pianificazione famigliare per frenare la
crescita. L’altro gruppo, i “pro life”, è formato dalla
Chiesa cattolica e altre istituzioni religiose o laiche
contrarie all’intromissione dell’uomo nelle questioni
della vita. Ma se si considera che attualmente ogni
la popolazione mondiale continua a crescere molto
nei Paesi in via di sviluppo, perché le nascite
aumentano e la mortalità infantile diminuisce, grazie
alle scoperte della medicina. Nei paesi poveri la
popolazione sta crescendo di più anche perché molti
vivono in villaggi dove l’aiuto dei più giovani nei
lavori agricoli diventa molto importante e poi, dato
che la mortalità infantile è elevata, è una sorta di
“assicurazione” contro la possibile scomparsa degli
altri figli. Inoltre le ragazze vengono date in sposa e
diventano madri da molto giovani, non avendo i
metodi contraccettivi moderni a disposizione. Per
forza in una famiglia con sei, sette, otto figli la
maggior parte è condannata a una vita
nell’indigenza. I genitori non possono garantire
un’adeguata alimentazione, salute ed istruzione. E
così analfabetismo e malattia passano di generazione
in generazione.
anno nascono 75 milioni di persone in più di quelle
che muoiono non si può sottovalutare il fatto che la
popolazione in aumento mette grande pressione su
un pianeta che è già sul precipizio della catastrofe
ambientale. L’agricoltura viene già sfruttata oltre i
limiti. Si sta disboscando sempre di più per avere
nuovi campi e per irrigarli le falde acquifere si
stanno prosciugando. I gas serra emessi nelle attività
agricole sono decisivi nel cambiamento climatico. I
fertilizzanti stanno avvelenando i fiumi e
innumerevoli specie animali sono a rischio di
estinzione, private del loro habitat naturale.La
popolazione povera tende ad andare a vivere in città,
ingrandendo a dismisura le periferie di baracche di
lamiera, senza acqua corrente, né fogne o altri
servizi,
aumentando le situazioni di rischio
ambientale.
Luca Santavicca 3 F
carpe diem
a proposito di…
La Globalizzazione spiegata dai genitori
Io: Cos’è la globalizzazione?
Mamma: La globalizzazione è la concezione del mondo
senza frontiere, un'unica grande comunità che permette a tutti
di essere in contatto anche a distanza di migliaia di
chilometri. Globalizzazione è usata anche in ambito culturale.
Questo termine venne usato per la prima volta a partire dagli
anni ’80 da economisti per fare riferimento agli aspetti
economici delle aziende. È importante riguardo al tema
economico e finanziario, il quale fa sì che le varie imprese di
vari stati siano unite tra loro. Ci sono poi i gruppi no-global, i
quali
pensano
che
la
globalizzazione
comporti
l’impoverimento dei paesi più arretrati a favore delle
multinazionali.
Io: Secondo te è positiva o negativa? Perché?
Mamma: La globalizzazione, come ogni cosa, ha i suoi pro e contro. È positiva perché aumentano i
posti di lavoro, si riducono i costi dei prodotti e ne aumenta la qualità, si comunica più velocemente
grazie alle numerose tecnologie e migliorano i metodi di governo. Però penso sia negativa causa
sfruttamento lavorativo, aumento di migrazioni, omogeneizzazione culturale, inquinamento
dell’ambiente compreso l’effetto serra, aumento del debito estero nei paesi meno avanzati,
impoverimento dei poveri e arricchimento dei ricchi. Tutto sommato penso che la globalizzazione
sia positiva perché è un progresso nella storia dell’uomo e del mondo, anche se ha parecchi aspetti
negativi.
Io: Noi italiani siamo coinvolti in questo processo di globalizzazione?
Mamma: Sì, credo proprio che l’Italia sia coinvolta nel processo della globalizzazione, in fondo si
chiama così proprio perché coinvolge tutto il mondo. Inoltre, molte imprese italiane portano le loro
produzioni in paesi esteri più poveri, contribuendo da una parte allo sviluppo del paese coinvolto,
ma contemporaneamente riducendo i posti di lavoro nel nostro paese, il che non è una cosa positiva.
Io: Qual è il fatto che più dimostra il nostro coinvolgimento?
Mamma: Basti pensare alle importazioni dei prodotti cinesi a
basso costo, alla comunicazione con il resto d’Europa, ma
soprattutto all’attuale crisi economica. Le banche cercano di
reggersi in piedi a vicenda poiché, a differenza di quanto accadeva
anni fa, se crolla un’azienda di una nazione, ne risentono in
maniera negativa tutte le altre collegate a quell’impresa.
carpe diem
sport
PASSIONE TENNIS
Finalmente ho un po’ di tempo libero per parlarvi
della mia passione sportiva. Vorrei raccontarvi di
due campioni mondiali di tennis: FEDERER e
NADAL, fuoriclasse del mio sport preferito.
Roger Federer, conosciuto in tutto il mondo, è nato a
Basilea da papà svizzero e mamma sudafricana. Ha
circa trent’anni ed è sposato con una ex giocatrice di
tennis, Miroslava Vavrinec. E’ stato il numero uno
al mondo per più anni ed ha vinto sedici titoli nei
tornei del GRANDE SLAM . Durante la partita
Roger ha sempre un comportamento irreprensibile,
cioè non urla, non si arrabbia ma soprattutto è un
grande tennista corretto ed un grande sportivo.
Rafael Nadal è conosciuto anche lui in tutto il
mondo, è stato pure lui numero uno nella classifica
A.T.P. E’ nato nell’isola di Maiorca ed è un po’ più
giovane di Roger. Molto corretto in campo come
Federer, chiede scusa all’avversario se fa un colpo
di fortuna ed è anche lui un grandissimo sportivo,
inoltre, cosa rara, si complimenta sempre con
l’avversario se fa punti particolarmente di classe.
Tra di loro c’è stata, e c’è tuttora, una grande
competizione; hanno vinto e perso tra loro
alternativamente, ma è nata anche una grande
amicizia. Mi piace Nadal perché è vivace e
simpatico, sempre con divise da tennis colorate ed
allegre. Sul campo è un’impareggiabile macchina
per fare grandi punti. Federer mi piace perché è
molto sobrio e misurato, ha un tennis brillantissimo
e di grandissima classe. E’ molto molto divertente
giocare a tennis, ma anche guardare questi due
grandi campioni.
Anastasia
Conte, 1^ E
IL MIO SPORT.......
Ciao, sono Alessia della 1 A e vorrei parlarvi dello sport che pratico ormai da 6 anni : la Ginnastica Ritmica.
La Ginnastica Ritmica è una disciplina olimpica facente parte della Ginnastica. Questo sport è solo
femminile e può essere di squadra o individuale. Le ginnaste individuali
devono sostenere esercizi di circa 1,30 minuti l'uno con quattro attrezzi tra
cerchio, palla, clavette, nastro e fune. Per la squadra invece gli esercizi
sono due di durata maggiore, circa 2,30 minuti: nella prima prova, le
ginnaste hanno tutte lo stesso attrezzo, mentre nella seconda prova
vengono usati due tipi di attrezzi, stabiliti dalla Federazione Internazionale
Ginnastica. Ogni esercizio deve essere accompagnato dalla musica, che è
considerata parte integrante dell'esercizio stesso. La competizione avviene
attraverso delle prove a punteggio, il quale è assegnato da una giuria.
Questo punteggio è dato da tre componenti che sono: le "Difficoltà" (di
corpo o di attrezzo), "Composizione", "Esecuzione"; ognuna di queste
componenti è valutata da un giudice diverso. La somma di tutti questi dati
dà il punteggio finale. Negli ultimi anni la fama di questo sport è cresciuta
tantissimo, grazie anche al fatto che la squadra italiana ha vinto diverse competizioni internazionali. Le
nostre "Farfalle" (così sono soprannominate le ginnaste della Nazionale Italiana) hanno vinto per tre anni
consecutivi l'oro ai Mondiali, sono tuttora campionesse mondiali in carica. Tutti gli sport fatti a livello
agonistico richiedono grandi sacrifici, però questi sacrifici vengono ripagati dai risultati ottenuti in gara e
dall'affetto con il quale il pubblico accompagna le evoluzioni delle ginnaste. Anche io nel mio piccolo faccio
dei sacrifici, che però mi hanno permesso di ottenere insieme alla mia squadra il titolo di Campionesse
italiane A.I.C.S. categoria allieve a Napoli nel Giugno 2011. Ecco, questo è il mio sport e io lo amo. E' stato
il mio passato, è il mio presente e forse sarà anche il mio futuro.
Alessia I A
carpe diem
speciale natura
SOS NATURA POLARE
Voglio parlarvi di una grande strage di animali che avviene nel Polo Nord, dove
centinaia, anzi, migliaia di orsi muoiono a causa dello scioglimento dei ghiacci
provocato dall'innalzamento della temperatura terrestre. Inoltre, un'altra causa
della morte degli orsi è la scarsità del loro cibo preferito: le foche. A causa
dell'inquinamento delle acque, le alghe non si formano più impedendo così ai
gamberetti ed altri molluschi di nutrirsi. Di conseguenza le sardine che si
nutrono di molluschi vengono decimate facendo così mancare il nutrimento alle
foche. Questa alterazione della catena alimentare tende a peggiorare sempre di
più. Per questo motivo ho fondato un club nel tentativo di mandare fondi alle
associazioni ecologiste. Facendo un mercatino che vende oggetti creati da noi
oppure usati, prendiamo il ricavato e lo mandiamo alle associazioni da noi scelte:abbiamo già fatto una
donazione di € 50 per il WWF e di € 20 per “Save the children”. Sarei molto felice se qualcuno volesse
entrare in questo club e partecipare al mercatino!
Margherita Data-Blin 1 A
UN AMICO SPECIALE ...
Quasi ogni sera d’estate, dopo cena, andavo con mia
mamma a portare a passeggio il mio cane Tobi. Cosi’
un giorno ho conosciuto... ....provate a indovinare
chi...Io ero a Borgio Verezzi, un piccolo paesino ricco
di siepi in fiore, e in una di queste siepi...,c’era sempre
un essere, con un’allegria
che attirava; ma se mi
avvicinavo troppo si zittiva. La cosa si e’ ripetuta
cosi’ per tutta l’estate,qualche passo in piu’ e subito il
silenzio e quando mi riallontanavo ricominciava ad
esprimere la sua gioia. Anche la sera prima di partire,che sono andata a salutarlo,la stessa
situazione..e.., appena mi allontanavo ricominciava il suo allegro: ..”cri,cri,cri “.., che ha rallegrato
tutta la mia estate. Quel “Grillino” e’ diventato il mio amico speciale. Ora voglio gridare: “che
dono meraviglioso e’ la natura!”
Martina Cassio 2^D
carpe diem
passione lettura
Emilio Salgari: un autore “vecchio”?
Tra i ragazzi della nostra età è molto frequente la lettura di libri fantasy, di
autori moderni per lo più inglesi o americani. Si tratta di letture che cercano
di attrarre l’attenzione dei ragazzi ricreando ambienti fantastici dove fare
agire personaggi anch’essi sotto diversi aspetti straordinari. Qualche
decennio fa, invece, quando la lettura fantasy ancora non esisteva (a parte
“Il Signore degli Anelli” di Tolkien, capolavoro del genere ma che non è
mai stato un libro espressamente per ragazzi), i nostri coetanei leggevano
soprattutto i libri di Emilio Salgari. Oggi questi libri possono ancora
piacere? Senz’altro sì. Narrano di luoghi molto diversi tra loro, dalle isole
del mare dei Caraibi, all’arcipelago della Malesia, alle giungle dell’India, al Far West, all’Africa,
all’Oriente, e svelano avventure di personaggi affascinanti: pirati, corsari, avventurieri, tutti
accomunati dall’essere, a loro modo, dei galantuomini. Le loro avventure sono sempre mozzafiato e
fanno andare la fantasia oltre ogni limite. La cosa curiosa è che Emilio Salgari, a parte qualche
viaggio nel Mediterraneo, non si mosse mai dall’Italia: da Verona, dove nacque nel 1862, da
Genova e Torino, dove visse e morì suicida nel 1911. Egli frequentava le biblioteche, leggeva libri e
riviste di viaggi e da questi traeva gli spunti per descrivere ambienti lontani e misteriosi, dove i
personaggi che inventava vivevano mille avventure. La lettura dei suoi libri è tutt’ora
divertentissima, anche se furono scritti molti anni fa. Può essere utile fornire una breve rassegna dei
titoli più importanti, ricordando che egli scrisse moltissime altre opere, perché era povero e traeva
dalla scrittura ciò che gli serviva per vivere: “Le Tigri di Mompracem”, “I Misteri della Jungla
Nera”, “I Pirati della Malesia”, “Le Due Tigri”, “Il Re del mare”, “Alla conquista di un impero”,
“Sandokan alla riscossa”, “Il Corsaro Nero”, “La Regina dei Caraibi”, “Jolanda, la figlia del
Corsaro Nero”, “Il figlio del Corsaro Rosso”, “Gli ultimi filibustieri”.
Giovanni Scovazzo I A
Letto per voi: Ellen Potter Olivia Kidney e l’accademia dei passaggi
Titolo originale: Olivia Kidney and the Exit Academy Edizioni Fabbri Editori. –
2006. 257 pagine. Genere: romanzo - suspence
Il romanzo è ambientato a New York e la protagonista è una bambina di dodici
anni, di nome Olivia che, come troppo spesso le accade, si trova nuovamente a
traslocare in un nuovo appartamento di un nuovo palazzo per via del licenziamento del padre. Suo
padre, George, di lavoro fa il custode, ma non essendo troppo abile viene spesso mandato via ed è
costretto ogni volta a trovare un nuovo lavoro in un nuovo palazzo. Questa volta, però, Olivia si
trova ad avere a che fare con un padrone di casa molto eccentrico che vive in un palazzo il cui piano
terra, completamente allagato, è più simile ad una laguna, infatti viene loro incontro la prima volta
con una barca a remi. Intorno a lui vivono altre persone altrettanto particolari che si comportano in
modo spesso strano, che alla fine però la faranno sentire a casa sua, sensazione che per Olivia è
stata sconosciuta per lungo tempo. Anche Olivia è una bambina abbastanza originale, riservata,
spesso scontrosa, senza amici, ma in grado di parlare con lo spirito del fratello maggiore morto.
L’intero libro è un susseguirsi di eventi quasi fantastici e surreali che avranno un senso solo alla
fine, mantenendo il lettore costantemente “sulle spine” stuzzicandone la curiosità.
Viola Troisi, I A
carpe diem
per ridere un po’…
BARZELLETTE COMPILATION
Qual è il colmo per un
bassotto? Non essere
all’altezza
E quello per un pilota?
CAPIRE AL VOLO
PER UN COMICO?
PRENDERE IL LAVORO
TROPPO SUL SERIO
PER UN LIBRO DI
ARITMETICA?
COSA CADE DI INVERNO SULLE PISTE
SENZA FARSI MALE ?
LA NEVE!
DOVE SI TROVA IL GALEOTTO? TRA LE GALESETTE E LE
GALENOVE
E’ POSSIBILE PER UNA GALLINA FARE UN UOVO DURO?
CERTO, SE LAVORA SODO!
UNA MELA DICE AL GIUDICE:-PARLERò SOLO IN PRESENZA DEL
MIO AVOCADO!QUAL’ E’ LA DIFFERENZA FRA UN AUTO E UNA
MOTO?CHE L’AUTO SI METTE IN MOTO MA LA MOTO
NON SI METTE IN AUTO!
NON AVERE PROBLEMI
COSA FA UNA CASSIERA CON
2 AUTOMOBILINE? LO
SCONTRINO
COME SI CHIAMA IL
CAMPIONE DI RALLY
ITALIANO?
GUIDO FORTE!
QUAL è IL PASSATO DI VERDURA?
IO VERDURAI,TU VERDURASTI, EGLI
VERDURO’
COME SI CHIAMA L’ESPERTO
DI PREISTORIA? DINO SAURO
UN RAPINATORE ENTRA IN UNA BANCA
ESCLAMANDO, CON DUE MOLLETTE IN MANO:FERMI TUTTI O VI STENDO!
COME SI CHIAMA L’ESPERTO
DI ANIMALI DELLA GIUNGLA?
.
RINO CERONTE!
UN CONTADINO SEMINA IL MAIS MA IL
RACCOLTO AVVIZZISCE. IL GIORNO DOPO
PIANTA I CARDI E IL RACCOLTO FIORISCE.
MORALE: MEGLIO CARDI CHE MAIS!
Riccardo Bosella IA
carpe diem
per ridere un po’…
IL SOLITO PIERINO
PIERINO PIANGE DAVANTI ALL LAVANDINO E IL PADRE CHIEDE A PIERINO:- PERCHE’ PIANGI?E PIERINO RISPOSE:- MI è CADUTO UN CUBETTO DI GHIACCIO NELL’ ACQUA CALDA E NON
RIESCO PIU’ A RITROVARLO!!!PIERINO AL PAPA’:-PAPA’!! È SCESO IL TERMOMETRO! IL PAPA’:- DI QUANTO?- PIERINO- DI CIRCA DIECI METRI… MI è
CADUTO DAL BALCONE!!
SE VI SONO PIACIUTE LE BATTUTE NON PREOCCUPATEVI . RIDERE FA BENE ALLA SALUTE!! !
Riccardo Bosella IA
In nave,il comandante urla:
"Marinaioooo...spiega le
vele...!"Dunque...le vele sono dei
pezzi di tela triangolare e
servono...".
"Mamma",dice Pierino,"ho fame,è
pronta la pasta?"."Devi
aspettare,tesoro, è a metà cottura"."E
tu dammi la metà già cotta!".
Cosa disse Garibaldi alle sue Camicie
rosse alla finedella guerra in
Sicilia?
o
Grazie Mille!
qual è il colmo per una fata?
Prendere il colpo della strega!
Matilde Torrero I D
14 gennaio 2012
II open day:
“La scuola mi è piaciuta
tanto e le attività mi sono
sembrate molto divertenti”.
Anna Magliano
S.E “
*La colazione dell'alpino? Pane, burro e
Marmolada!
*Sapete cosa fanno gli elefanti fra le 2
e le 3? Lezione di paracadutismo!
E sapete perchè i coccodrilli sono
piatti? Perchè vanno in giro per la
giungla tra le 2 e le 3!
*Cos'è quella cosa che fa 999 tic e 1
tuc?
Un millepiedi con una gamba di legno!
*La salsiccia dice al coltello:- Cosa
provi per me? - - Affetto! *Un dino, due dini, tre dini... Chi sono?
I conta-dini!
Pierino dice al papà: - Papà, è più
lontana la luna o Londra? - Il papà gli
risponde, con aria un po' seccata: - La
vedi la luna? E Londra la vedi? *Il principe alla principessa: - I miei
omaggi! E il pastore, alla principessa: - I miei
formaggi! –
* -Buongiorno! Mi chiamo Birò, vuole
provare la mia invenzione? - Si grazie! Io mi chiamo Gigliottìn,
Vuole provare la mia? *- Nella sua vita vedo poche malattie...
- Oh povero me! Sono un medico! *- Papà, perchè non mi compri più i
coriandoli? - Perchè l'anno scorso li hai buttati via
tutti! –
Guido Spina IA
carpe diem
interno nievo
La classe musicale:
PASSIONE E IMPEGNO
Per me era un sogno riuscire a suonare uno
strumento che avesse un suono dolce e
piacevole e promettendomi che ce l’avrei fatta
ho cominciato a suonare uno strumento molto
difficile che non avrei mai pensato di poter
prendere in mano e cominciare a suonare,
posso dire che me la cavo.
Ho inseguito questo sogno con la mia migliore
amica Alberica, che, come me, ci mette molto
impegno e insieme credo che faremo molta
strada. Ovviamente non siamo sole, ci sono
altre quattro compagne: Ludovica, Fiammetta,
Caterina e Margherita. Sono tutte molto
simpatiche e anche
molto brave. Non ci siamo solo noi ma tutta la
classe suona uno strumento, noi sei il violino,
altri sei il flauto traverso: Cecilia, Silvia,
Alessia, Mark, Arianna e Chelsea. Anna,
Viola, Riccardo, Guido, King ed Emma
suonano il pianoforte. Poi ci sono i chitarristi
che si chiamano Giovanni, Tommaso, Filippo,
Sara, Giulia e Alessandro. La nostra classe è
quella che lavora di più nella scuola perchè
abbiamo tutti un’ora in più al pomeriggio, un
pomeriggio per ogni strumento; il
venerdì, invece, facciamo orchestra, a me
piace molto quando ci troviamo tutti per
suonare insieme perchè sono contenta di far
parte di un piccolo gruppo di strumentisti. I
professori sono molto bravi e insegnano molto
bene, la mia insegnante di violino si chiama
Maria Camilla Ormezzano ed è sempre allegra
e spiega con molta sicurezza e impegno che
trasmette anche a noi allieve. Durante l’ora di
orchestra dirige, invece, il professor Vitarelli il
quale insegna pianoforte; i chitarristi vengono
seguiti dal professor Ferrara e i flauti dal
professor Desantis. Spero di non smettere mai
di amare la musica, di divertirmi sempre e
proseguire impegnandomi al massimo su
questo cammino.
Sofia Testa I A
IL CIELO di Margherita Gossi, 1^E
Il cielo è come un bravo attore,
cambia colore in tutte le ore,
rosso, azzurro e arancione,
incanta tutti, animali e persone,
ma a volte quando è brutto e piovoso,
di un grigio noioso,
nessun bambino può andare a giocare
e sognare di volare,
lontano, lontano,
per porgere una mano,
a tutti i bambini che hanno bisogno
di trovare un sogno,
che li renda felici,
come quando si va in bici.
carpe diem
speciale scuola
Andare a Scuola in
Germania
Io e la mia amica Valentina abbiamo deciso di continuare le interviste ai ragazzi che vanno a scuola in un
paese diverso dal nostro !!!! Abbiamo visto la scuola in Belgio e adesso voliamo in Germania e intervistiamo
mio cugino Riccardo che va nella scuola Europea di Berlino.
1. Innanzitutto a che ora inizi e finisci la scuola ? Incomincio la scuola alle 8 e finisco alle 16 tranne il
mercoledì e il Venerdì che finisco alle 14:15
2.Quanti anni state a scuola ? Allora ci sono : 3 anni di scuola materna- 6 anni di scuola elementare- non ci
sono le scuole medie – 6 anni di scuole superiori- e poi se uno vuole c’è l’università.
3. Le vacanze sono uguali alle nostre ? No, noi abbiamo le vacanze estive che durano solo 6 settimane e il
3 di Agosto ricomincia la scuola , poi invece a Natale abbiamo solo 1 settimana e mezza e 2 settimane a
Pasqua ,abbiamo però 2 settimane in Autunno e una settimana a Febbraio.
4.Ho sentito che i voti ve li danno diversi da noi ? Hai ragione infatti a noi i voti sono dall’ 1 al 6 .
5.Le tue materie sono tutte in tedesco o anche in altre lingue ? Le lingue straniere che studio sono inglese
e francese . Tutte le materie le faccio in tedesco tranne storia-geografia-scienze che invece le faccio in
tedesco .
6.Nelle lezione cambiate aule? Si, perché ne abbiamo 3:una solo nostra dove facciamo tedesco e le altre
materie, la seconda è quella dove si fa francese e la terza è quella per fare gli esperimenti di scienze .
7. Avete delle materie diverse da quelle abituali? Si, lavoriamo al microscopio dove analizziamo gli
animali !
Alessia Bruno I B
UN GIOCO ENIGMISTICO
V E R O o F A L S O ? Rispondi alle affermazioni Vero o Falso e inserisci nelle caselle la lettera corrispondente.
Troverai un nome !
a cura di Davide Mesturino I D
1
2
3
4
5
6
7
V=a
8
9
1
il femore è un osso del braccio?
2
la porpora era una sostanza ricavata da
3
nella bandiera italiana il colore rosso è vicino all’asta
V=b
F=i
4
il ghiozzo è un piccolo pesce commestibile
V=g
F=o
5
il procione è detto anche orsetto lavatore
V=m
F=s
6
la cremagliera è un dolce a base di crema pasticcera
V=e
F=i
7
per misurare le variazioni del livello dell’acqua, si usa il flusiometro V = s
F=r
8
il morello è u cavallo dal pelo nero
V=r
F=s
9
la glottide è una colla molto potente
V=o
F=a
V=n
F=e
F=l
carpe diem
giallo che passione
Il Teschio di Sangue (Thriller a Puntate - 3° Puntata)
I poliziotti erano tra i vicoli oscuri a
cercare qualche indizio; Phil Lawnser,
un giovane poliziotto, entrato a far
parte del Police Department di New
York da pochi mesi, era alquanto
nervoso all’idea di essere solo a
cercare indizi in oscuri vicoli; in ogni
angolo nei quali si poteva celare il
Serial Killer Nessuno: un rumore di passi gli fece
gelare il sangue ma, illuminando con la lampada, si
tranquillizzò vedendo chi era: - ah, è lei, d … - ma
colui che credeva un amico non si rivelò tale, infatti
un aguzzo pugnale gli perforò la magra pancia,
lasciandoli un grosso buco nelle carni e, in quei
pochi minuti che gli restavano, si sentì mettere a
nudo il petto, e tracciare un profondo solco su di
esso. Quando ebbe termine la tortura lui non sentiva
più niente: la morte gli aveva aperto le braccia e lo
aveva portato con sé. La notte era giovane, ma le
nuvole e la pioggia oscuravano tutto, e l’assassino si
muoveva agilmente rimanendo nell’ombra: eccolo,
un altro agente, un’altra vittima, un'altra ingenua
preda che non sospetta di nulla, ma come gli altri si
fida della persona sbagliata, rimanendo trafitto
dall’affilato coltello, e un dolore lancinante sulpetto
un teschio fu l’ultima cosa che sentì. L’assassino si
muoveva nel buio, furtivamente, saltando di ombra
in ombra: dei passi, un uomo con una pistola in
mano avanzava – oh, eccola, d … - ma anche quel
poliziotto credeva nella persona sbagliata, e lo capì
quando un pugnale gli perforò le membra, una mano
gli tappò la bocca e il pugnale che gli aveva
perforato le membra uscì dalle carni e si spostò sul
petto, tracciando anche su di lui un profondo solco
raffigurante un teschio di sangue. Arrivò la mattina,
e tutto il quartiere era isolato con scorte di agenti che
tenevano sotto controllo l’area. Verso le 11:00 del
mattino Ronald si svegliò, si guardò intorno: era in
una stanza d’ospedale, con Henry ancora
addormentato nel letto accanto; entrò nella stanza il
dottore, che svegliò Henry e diede i vestiti ad
entrambi, spiegando: - Signor Prime, lei è
stato colpito alla gamba da un proiettile
che non ha raggiunto l’osso, e che ieri sera
abbiamo estratto; mentre lei, signor
Raymen, è stato colpito di striscio dal
proiettile, ma ci dovrà delle spiegazioni per
i numerosi tagli che aveva addosso quando
è stata ritrovata ieri notte, mentre
zoppicando si dirigeva verso la discoteca. Si
vestirono e, saliti in auto Henry spiegò a Ronald che
l’assassino l’aveva attaccato ma aveva risparmiato
anche lui. Arrivati, si diressero sulla scena del
crimine; tra i quartieri, seguendo un poliziotto che
gli indicò la via, arrivarono sulla Via Della Morte:
c’erano tre agenti assassinati, entrambi con il petto
scoperto, tre teschi inflitti su di esso e sulla pancia
tre grossi buchi; da un camion parcheggiato più
avanti dal rimorchio colava sangue: i due si
avvicinarono ed Henry, con un grido improvviso: ma è mia moglie!! – disse Henry, precipitandosi sul
cadavere, piangendone la terribile morte. - oh tu,
Nessuno! Me la pagherai per aver ucciso la mia
amata! Vedrai di cosa sono capace! - . Finì la
giornata, e Ronald tornò a casa sua, arrabbiato ma
anche spaventato dallo spettacolo lo spettacolo a cui
aveva assistito che testimoniava le capacità micidiali
dell’assassino, ma decise di non pensarci più –
sebbene fosse cosa difficile - .Arrivò al suo
condominio, salì le scale verso il suo appartamento,
e vide la sua scortache gli faceva da guardia da dopo
il suo scontro con l’assassino e, salutandole, entrò in
casa. La porta era aperta, un gran vantaggio per
l’assassino, che così non avrebbe dovuto sfondarla;
entrò, nel condominio della sua vittima, colui che
quella notte avrebbe dovuto morire. Saliva le scale
con passo felpato simile a quello di un gatto; saltava
ogni pianerottolo, ma a metà di una rampa si fermò,
perché quello era il piano della sua nuova preda; tirò
fuori dalla tasca un affilato pugnale, e se lo fece
passare nella manica, nascosto alla vista ma pronto
per l’uso. (continua alla pagina seguente…)
carpe diem
La sua corsa felina sulle scale si era
fermata, e ora le saliva normalmente, e
vide il pianerottolo: due guardie ne
controllavano l’entrata ma lui,
consapevole del fatto che all’ultimo
momento avrebbe tradito loro, non si
preoccupò di nascondersi ai loro occhi,
e si avvicinò senza alcun timore. Le due guardie non
ebbero il tempo di dire qualsiasi parola, perché
l’assassino gli squarciò le gole, con un taglio netto,
ma prima che morissero, ad entrambe scoprì il petto
e con molta violenza, per perforare i possenti
muscoli, tracciò su entrambe un teschio di sangue, e
il pianerottolo venne sporcato dallo scuro e denso
sangue. Sfilò dalla tasca della guardia moribonda,
con la gola squarciata, le chiavi dell’appartamento,
ed entrò lentamente; vide l’agente Prime seduto in
salotto: sarebbe stato troppo semplice ucciderlo così:
lui voleva uno scontro alla pari. Un colpo riecheggiò
nella stanza, e un proiettile si conficcò nel muro:
Ronald prese la pistola e si girò di scatto, puntandola
contro l’aggressore: eccolo, Nessuno, al loro terzo
incontro, con la sua vittoria nei due precedenti
incontri; sul polso dell’assassino c’era del sangue
fresco che usciva da una ferita appena fatta: - non
puoi sfuggirmi adesso. Non hai scampo. – disse
Ronald con un sorriso beffardo. Ma sulla bocca
dell’assassino, unica parte del volto visibile, si
dipinse un sorrisetto e, sparando un altro colpo nel
muro, approfittò della distrazione di Ronald per
giallo che passione
sparargli un colpo in pieno stomaco. Un
istante, un momento, una frazione di
secondo, bastò questo a far schiacciare il
grilletto della pistola di Nessuno, che prese
di sorpresa Ronald: il proiettile uscì dalla
canna in metallo, trapassando da parte a
parte Ronald, facendo uscire dallo sbocco
d’uscita uno schizzo di nero sangue: Ronald si
inginocchiò, tossì sangue; tossì ancora e ancora, e il
sangue che sputava tossendo si univa a quello che
perdeva dai due fori del proiettile; si sdraiò a terra,
con la pancia all’aria, cercando di appoggiarsi con la
schiena al divano e, con gli occhi sgranati, guardava
l’assassino avvicinarsi con il pugnale in mano: addio Ronald Prime, ci si rivede all’inferno.
Ricordati di me, ricordati di NESSUNO!!! Riprese
conoscenza, e riuscì a vedere l’assassino che se ne
andava con il pugnale insanguinato e poi, con le
ultime forze, si trascinò verso il telefono: ad ogni
movimento perdeva sangue, ogni movimento,
seppur con un’avanzata di poca distanza, gli
sembravano chilometri, ad ogni movimento gli si
annebbiava la vista un poco di più ma, arrivato al
telefono, tirò il filo della ricarica e lo fece cadere a
terra e, con il fiato che aveva, chiamò Henry: - A …
aiuto … - e con le sue ultime parole cadde a terra,
con gli occhi sgranati, ad inalare i suoi ultimi respiri.
(Fine)
Jacopo Margaglia, II D
carpe diem
Antibes
Juan-les-Pins
e
PICASSO, o più semplicemente Antibes (in
greco antico Antipolis, in occitano Antíbol), è un
comune francese di 72.412 abitanti situato nel
dipartimento delle Alpi Marittime nella regione della
Provenza-Alpi-Costa Azzurra. La vita della città è
molto animata e colorata in ogni periodo dell'anno,
con i suoi mille ristorantini da tutti i prezzi, i negozi,
i locali, le botteghe d'arte, i variopinti mercatini.
Negli ultimi centocinquanta anni molti pittori,
impressionisti e no, scelsero di soggiornare ad
Antibes per un certo tempo per ritrarre i suoi
paesaggi e la sua luce incomparabile: il più
importante fu sicuramente Pablo Picasso, ma anche
Nicolas De Staël, che vi trovò prematuramente la
morte, Claude Monet e Paul Signac, Hans Hartung.
All’artista spagnolo è stato dedicato un museo, il
primo interamente dedicato all’artista. Il Museo
Picasso è situato nell’antichissimo palazzo
Grimaldi, nella città vecchia di Antibes ed è
affacciato sul mare, in posizione dominante. E’ stato
oggetto di una recente e sapiente ristrutturazione
durata due anni che vale già di per sé una visita.
L’antico castello Grimaldi fu edificato nel 1385
dalla famiglia Grimaldi, che lo tenne fino alla fine
del 1600 quando passò, insieme alla città ed al porto,
speciale arte
sotto il controllo del re di Francia. Alla fine della
seconda guerra mondiale il castello venne acquistato
dalla città di Antibes che ne fece un museo. “Se
volete vedere i Picasso d'Antibes, è ad Antibes che
dovete vederli”. Il Museo Picasso espone disegni,
tele, sculture e ceramiche che esprimono la gioia di
vivere di Picasso e testimoniano il suo periodo felice
ad Antibes, dal 1945 al 1948. In realtà, Picasso
risiede ad Antibes solo per due mesi (settembreottobre 1946), con la sua giovane compagna e musa,
Françoise Gilot, dove gli viene proposto di lavorare
al Castello Grimaldi. E' proprio il fotografo e amico
dell'artista che propone a Dore de la Souchère, il
sovrintendente del museo, di negoziare con Picasso
una donazione al Museo in cambio del permesso di
utilizzare un ampio salone del secondo piano come
atelier. Picasso entusiasta, in cambio si offrì di
decorare il castello e dalla metà di settembre alla
fine di novembre del 1946 realizza numerose opere,
disegni e dipinti tra cui Les Clés d’Antibes. Nel
1947 dipinse sempre per il Museo anche Ulisse e le
Sirene. I dipinti riflettono la povertà del dopo guerra
ma esprimono anche la gioia di vivere in un paese di
nuovo libero. A seguito del suo soggiorno nel 1946,
Pablo Picasso ha lasciato ad Antibes 23 dipinti e 44
disegni. Tra i dipinti più famosi:” La Joie de vivre”,
“Satiro”, “Donna con ricci di mare”, “ la Capra”. Il
22 settembre 1947 vede l’apertura ufficiale della
Sala Picasso al primo piano, con il primo gruppo di
opere prodotte ad Antibes nella stanza ovest in
presenza di una grande folla. Il 7 settembre 1948
segna l’apertura al pubblico di una nuova raccolta
dedicata a Picasso: Ceramiche - Pittura - Disegno.
Il 23 Febbraio 1957, Pablo Picasso riceve
ufficialmente il titolo di cittadino onorario della città
di Antibes, in una cerimonia presso lo Chateau
Grimaldi. Nel 1991, la donazione di Jacqueline
Picasso consente un ulteriore arricchimento delle
collezioni di Picasso, che consiste di 4 dipinti, 10
disegni, 6 stampe, 2 ceramiche. Dal 1952 al 2001,
vari doni e acquisti consentono l’acquisizione di
opere su carta, stampe e arazzi di Pablo Picasso.
Viola Troisi IA
carpe diem
personaggi
è nata il 31 luglio 1965 a Yate. I suoi genitori, Peter e Anne, si
sono conosciuti nel 1963 su un treno diretto ad Arbroah, entrambi
lavoravano nella marina e, ben presto, si sposarono. All’età di sei
anni Joanne iniziò a scrivere delle storie sui conigli per sua sorella
Dianne. Quando la famiglia si trasferì a Winterbourne Joanne
trovò due novi amici, Ian e Vikki, con cui divertirsi. Alle medie
frequentò la Wyedean School con i migliori voti e in seguito
s’iscrisse all’università di Exeter. Dopo la laurea trovò diversi
lavori come segretaria e nelle pause si dedicava alla sua vera
passione. La scrittrice faceva spesso il tragitto Manchester - Londra in treno e durante il
viaggio leggeva e scriveva. Un giorno il treno ebbe un guasto e Joanne, troppo stanca per
leggere o scrivere, osservò la campagna e improvvisamente ebbe l’ispirazione per il
personaggio di Harry Potter e della scuola di magia. Quando arrivò a King’s Cross aveva già
abbozzato nella sua mente le basi della storia di “Harry Potter”. Lavorò sulla storia per molti
mesi, ma la morte della madre, a causa della sclerosi multipla, la interruppe. Gli anni
seguenti furono terribili per lei. Abbandonò la stesura della storia per parecchio tempo fino a
quando, nel 1990, si trasferì in Portogallo per fare l’insegnante d’inglese. Questo lavoro le
piaceva e le lasciava del tempo libero per scrivere. Poco dopo si sposò con un giornalista
televisivo che, però, stava spesso lontano da casa causando dei problemi nella relazione. Nel
1992 Joanne scoprì di essere incinta e nel 1993 nacque Jessica. L’arrivo della bambina però
non salvò il matrimonio e Joanne rimase sola. Allora la sorella Dianne la invitò a Edimburgo
e così Joanne fece nuovamente le valige, ma non vi rimase a lungo perché si trasferì Londra
in cerca di un impiego per mantenere la figlia. Alla fine decise di prendersi un anno di pausa
e di dedicarsi alla stesura del libro. Con i soldi che aveva poteva permettersi solo un
monolocale per lei e la bambina e per scrivere si rifugiava nel Nicholson Café. Nel 1994 il
romanzo fu finito, Joanne cominciò quindi a cercare un agente per la pubblicazione e, dopo
diversi tentativi, ne trovò uno: Christopher Little. L’agente contattò diverse case editrici
mentre Joanne iniziò a lavorare come insegnante. Infine, nel 1996, la Bloomsbury Press
decise di pubblicare il libro. In poco tempo il romanzo ebbe successo, altre case editrici le
fecero richiesta e Joanne decise di mettere all’asta il manoscritto, che fu acquistato da Arthur
A. Levine. “Harry Potter e la pietra filosofale” aveva avuto molto successo e quindi Joanne
scrisse il seguito “Harry Potter e la camera dei segreti”. I libri divennero molto famosi e
decise quindi di scrivere altri cinque romanzi: “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”,
“Harry Potter e il calice di fuoco”, “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”, “Harry Potter e il
Principe Mezzosangue” e infine “Harry Potter e i Doni della Morte”. In seguito pubblicò tre
libri riguardanti la saga, ma dedicò i profitti a un’associazione di beneficenza. Attualmente
Joanne vive a Edimburgo con il marito Neil Murray e i figli Jessica, David e Mackenzie.
Lorenza Maffei, IG
carpe diem
creatività
All’Inferno con Dante il “frignone”
Ravenna, 11.10.1300
Caro diario,
ti scrivo dalla barella dell’ospedale di Ravenna accanto al mio amico, Dante, che ti saluta.
Ci è successa una cosa veramente strana che ti voglio raccontare. Ieri stavamo passeggiando quando è
passata Beatrice che ci ha salutato e, come tutte le volte, Dante si è imbambolato e ho dovuto cercare di
portarlo via con la forza;c’ero quasi riuscito quando ho sentito una forte botta in testa, alla nuca, poi credo
di essere caduto e ho iniziato a vedere tanti pallini rosso scuro su sfondo bianco e mi sono ritrovato in
mezzo a tantissimi alberi neri. Ad un tratto si è avvicinato un vecchio con la barba lunga e gli occhi verdi. Io
ho pensato “che strano signore“ mentre Dante,che con le parole è bravo, ha iniziato a dire: “Maestro, dove
mi trovo?” e altre cose che non ti racconto perché sono incomprensibili a noi terrestri. Poi, il vecchio,
vedendo che non avevo idea di chi fosse, mi ha detto, con il tono con cui ci si rivolge a uno stupido che era
Virgilio, una specie di poeta e che ci avrebbe guidato in un posto deprimente e triste e che quindi ci avrebbe
fornito di maschere anti-gas e tanti fazzoletti. Zoppicando ci ha guidati fino ad un portone con un’insegna
robotica come bocca che ripeteva: “Lasciate ogni speranza o voi che entrate.” Già qui Dante ha iniziato a
piangere, è sempre stato un frignone fin dall’asilo e ha finito metà dei fazzoletti, cosa che non avrebbe fatto
se avesse saputo quanto avrebbe pianto poi. Oltrepassata la porta c’era un palazzo di marmo tutto buio con
almeno venti piani senza scale. A questo punto mi sono pizzicato, sai, magari funziona, ma non era così
come a teatro. Nel primo piano c’erano delle culle con dentro dei vecchini minuscoli, ma non erano neonati
perché piangevano e non erano per nulla carini.Nel secondo e terzo piano dall’alto c’era un vento
incredibile e si sentivano rumori di baci e lamenti. Dante ha fermato due poveretti facendosi raccontare
come erano arrivati fin lì e finita la storia ha pianto e ha finito i fazzoletti.
Nel piano sotto si sentiva una puzza bestiale di fango e zolfo; alcuni uomini grassi si agitavano e si sentiva
ogni loro movimento perché avevano la pelle incrostata di fango; a questo punto abbiamo messo le
maschere anti-gas. Ho avuto paura ma non quanto Dante: credevo che per il buio mi avesse scambiato per
un anti stress perché continuava a stritolarmi la mano!
Comunque a un certo punto siè acceso un faro su un signore che, appena si è avvicinato, ho capito essere
mio nonno, quello che mi aveva insegnato a scrivere e contare. Era imbronciato come lo ricordavo e, pensa,
appena l’ho visto ho capito che eravamo nel girone dei golosi. Mi ha salutato normalmente: “Ciao Pintus,
scendi con me al piano di sotto?” Io ho risposto di sì e ho chiesto cosa ci fosse sotto anche se lo supponevo.
Il nonno era pieno di pene.
“Stiamo andando nel girone dei fumatori di nascosto, ti ricordi che nascondevo i sigari nel salotto? Ecco
devo scontare quel peccato e quello di essere stato scontroso e permaloso, ma io dico non è vero che…”.
Pensa che protesta anche quando è all’Inferno!
Io la sala dei fumatori di nascosto non la ricordo, forse per la botta o perché non ho una buona memoria,
ma mi sembra fosse una montagna enorme piena di neve fresca avvolta in una nuvola di fumo di sigari, pipa
e sigarette e i fumatori dovevano scalarla ma si stancavano subitofermandosi, non avendo fiato a
sufficienza;però chi si fermava doveva ricominciare.
Il nostro accompagnatore disse che aveva fretta e che doveva andare a sbrigare delle commissioni, ma
Dante lo ha implorato di accompagnarci, però è scomparso e noi ci siamo ritrovati qui nella barella da dove
ti scrivo.
Dante vuole fare un libro di questa storia, la “commedia” la chiamerà, dice che diventerà un poeta famoso;
io non ci credo, abbiamo scommesso, staremo a vedere. Arriva l’infermiera devo andare, ciao
Pintus
Alice Aldè, 2^E
carpe diem
curiosità
“Guiness World Records 2012”
L’ultima edizione dei “Guinness World records”
include dei records davvero sorprendenti. Prima di
tutto bisogna sapere che i records vengono esaminati
da giurie di esperti e selezionati ogni anno tra
migliaia di proposte e coprono un gran numero di
aree. Troviamo per esempio records relativi allo
sport, alla tecnologia, allo spirito di avvenuta, alla
forza umana, alle abilità e talenti, alla natura,
all’universo, e molto altro. Tra i records piu’ golosi
troviamo la pizza piu’ grande disponibile in
commercio, un’enorme pizza quadrata larga 1.37
metri per lato ed inclusa nel menu della pizzeria Big
Mama’s and Papa’s a Los Angeles. Questa pizza
puo’ sfamare fino a cento persone e puo’ essere
ordinata per la consegna a casa al prezzo di 199,99
dollari piu’ tasse. Un altro record goloso tutto
italiano è il cono gelato piu’ grande (2.81 metri di
altezza) realizzato nell’arco di trenta ore di lavoro
tra il 21 e il 22 gennaio 2011 a Rimini. Di tutt’altra
natura alcuni records relativi alle imprese estreme,
decisamente pericolose. Per esempio il tunnel di
fuoco piu’ lungo attraversato in moto (metri 60.96),
record effettuato dal motociclista acrobatico
americano Clint Ewin. Impressionate anche il piu’
estremo e pericoloso degli sport, il banzai skydiving.
Nato in Giappone, consiste nel volare a 3.000 metri
di altitudine, lanciare il paracadute fuori dall’aereo,
aspettare due secondi e quindi saltare. Molto
interessanti anche i records raggiunti grazie alla
forza fisica e alla resistenza del corpo umano. Per
esempio 46001 flessioni in 24 ore oppure 1145
blocchi di cemento rotti in un minuto da un atleta
turco di taekwondo o ancora 20 minuti e 10 secondi
di apnea nella vasca degli squali, record effettutato
da un atleta danese, o ancora 46 minuti e 7 secondi
trascorsi immerso in un mucchio di neve da parte di
un temerario cinese. Sicuramente apprezzati nelle
nostre case sarebbero il signor John Harrold (UK)
che riusci’ ad abbinare 34 calze in 17 paia nell’arco
di un minuto o la signora Louise Dooey (UK) che in
8 ore rese splendenti la quantità incredibile di 2250
oggetti tra piatti, scodelle, pentole e posate!
Affascinanti sono infine i records relativi alla
tecnonogia, all’ingegneria e allo sport che sono
anche la testimonianza del progresso e hanno un
grande impatto anche sulla società e sul nostro modo
di vivere. Basti ricordare per esempio i record
raggiunti nel 2011 da Google e da Facebook oppure
l’inaugurazione del ponte piu’ lungo (114 km) sulla
ferrovia Pechino Shangai inaugurato nel giugno
2011. In conclusione ho trovato il volume molto
interessante e divertente e lo consiglio vivamente.
Fiammetta Pirro 1 A
IL FUNAMBOLO
Funambolismo… se penso a questa parola mi viene in mente quanto soffro di vertigini e quanto siano pazzi
quelli che camminano tranquillamente su una corda sospesa nell’aria. Philippe Petit è uno di questi. Un
giorno al povero Philippe era venuta una caria al dente. Dal dentista c’erano molte riviste di cui una
rappresentava una nuova costruzione: le torri gemelle. Philippe, senza farsi vedere, strappò una pagina dalla
rivista e lasciò perdere la caria. Sì, faceva male ma nulla era più importante di lasciarsi scappare un sogno.
Questo pazzo sogno di un ragazzo con i capelli rossi e le lentiggini era di fare funambolismo tra le torri
gemelle. Ma purtroppo non erano ancora state costruite. Sembrerebbe che le torri gemelle siano state
costruite apposta per lui. Nell’attesa della costruzione lui si allenava a Notre-Dame tra le cime della
cattedrale e a Sidney tra le guglie dell’Opera house. Il grande giorno stava per arrivare e la tensione per
Philippe saliva sempre di più. Dopo mille contrattempi Philippe attraversò la corda dei suoi sogni e dopo 45
minuti sulla corda scese e venne arrestato. I poliziotti intervenuti sul posto rimasero comunque a bocca
aperta di fronte ad un tale spettacolo. Avrebbero portato in galera più volentieri un delinquente. E se volete
fare funambolismo anche voi vi auguro buona fortuna ma.... attenti al vento.
Anna Blangino 1A
carpe diem
inventafavole
IL CIGNO E IL GABBIANO
Un cigno e un gabbiano andarono in un lago a pescare la cena per la
famiglia. Il gabbiano, riempito un cesto, si preparò per tornare a casa.
Il cigno, invece, che voleva sempre dimostrare di essere il migliore e
voleva sempre di più, non si accontentò di un cesto solo ma ne riempì
ben tre.
Lungo il ritorno, però, stravolto dall’enorme peso, il cigno lasciò
cadere i tre cesti e tutti i pesci andarono perduti e la sua famigli restò
senza cena.
Il gabbiano, vista la situazione, invitò il cigno e la sua famiglia a cena a casa sua.
Questa favola insegna a non desiderare più di quello di cui si ha bisogno e di condividere quello che
si ha con chi ha meno di noi.
Chi troppo vuole nulla stringe.
Francesco Frola, 1^E
LA VOLPE E IL CASTORO
Un castoro viveva in un bosco abitato da molte volpi. Un giorno uscì dalla sua tana per andare a
bere ad un fiume vicino a casa sua, quando incontrò una volpe astuta che gli disse: “Se tu mi segui
ti darò più di un bicchiere d’acqua, ti offrirò grandi ricchezze”.
Il castoro, credendo di fare un affarone, accettò.
La volpe gli disse: “Portami a casa tua, voglio vedere dove mettere le tue grandi
ricchezze”. E indicò al castoro dov’era la propria casa dicendo: “Tu vai a vedere
dentro casa mia quante ricchezze ti darò!”, ma la volpe, appena il castoro si fu
incamminato, incominciò a rubare tutti i suoi beni.
Questa favola insegna a non fidarsi degli sconosciuti e neanche dei più furbi.
Ludovico Riccardi, 1^E
IL LEONE E IL TOPO
Un leone molto vecchio e un topino molto piccolo desideravano entrambi mangiare la mela più rossa
dell’albero, ma il leone era troppo vecchio per saltare e il topino troppo piccolo per raggiungere la mela.
Il topino chiese aiuto al leone, ma il leone arrogante rifiutò.
Il topino disse: “L’unione fa la forza, mettiamoci insieme e saremo tutti e due felici”
Il leone accettò la proposta: il topo si arrampicò sulla schiena del leone e riuscì così a prendere la mela.
I due animali si divisero il frutto e rimasero per sempre amici.
Lodovica Piacenza, 1^E
IL TOPO E LA LUNA
Un topo, una sera, mentre passeggiava per il bosco, vide in una pozzanghera il
riflesso di una “cosa” rotonda che assomigliava ad un bel pezzo di formaggio, in
realtà era la luna piena!
Voleva averla a tutti i costi per vantarsi con i suoi amici.
Passò tutta la notte a costruire un “aggeggio” per raggiungere il suo prelibato bocconcino.
Dopo molto lavoro salì sulla navicella che però non riuscì a superareneanche la cima dell’albero a fianco a
lui, precipitò e il topo fece una brutta fine.
Chi troppo vuole nulla stringe.
Martina Canale, 1^E
carpe diem
inventafavole
LO SCOIATTOLO E IL CORVO
Un piccolo scoiattolo si aggirava per il bosco alla ricerca di cibo per
l’inverno; a un certo punto vide due noci sotto un grosso albero e
decise di andare a prenderle. Quando stava per raccoglierle si accorse
che sotto un pino molto più lontano c’era un cesto pieno di arachidi e
noci. Allora ignorò le due noci e cominciò a correre e saltare per
andare a prendere il grosso bottino.
Mentre, però, era quasi arrivato vide una bambina che, seduta dietro
l’albero, si alzò e raccolse il paniere pieno di noci. Lo scoiattolo, deluso, decise di ritornare a
prendere le due noci che gli restavano. Nel frattempo, però, anche le due noci erano scomparse:
dall’alto, un corvo le aveva viste, prese e portate via con sé.
Lo scoiattolo che troppo volle nulla strinse.
Anastasia Conte, 1^E
IL GATTO E IL TOPO
Un gatto ed un topo, amici da molto tempo, quando decisero di mettere su famiglia, costruirono le
loro abitazioni vicine. Durante un periodo di scarso cibo, il gatto, senza pensare alle conseguenze
delle sue azioni, divorò i figlioletti del topo, dopo averlo allontanato con una scusa. Il topo, quando
tornò nella sua tana e si accorse di quello che aveva fatto il gatto, non poté fare nulla contro
quest’ultimo più forte di lui se non maledirlo per l’azione che aveva compiuto. Bisogna scegliere
con oculatezza i propri amici poiché l’istinto è più forte della ragione.
Lucrezia Piovano, 1^E
LO SQUALO E LE ACCIUGHE
In un mare profondo profondo viveva un enorme squalo,
così grosso da poter mangiare un naviglio in un sol boccone.
Da tempo le acciughe erano diventate il pasto preferito del
grosso pescecane e ciò non piaceva loro, dato che passavano
la giornata a scappare dal grosso predatore, lasciandoci tre
volte su quattro la lisca. Un giorno, però, la Grossa Anziana
Acciuga tenne un discorso:-Mie giovani e care acciughine,
non avete ancora capito che solo mettendoci insieme
riusciremo a formare un potente esercito e sconfiggere quel
tonno troppo cresciuto? Forza, organizziamo un piano!-e cos
ìfecero. Karl, il pesce più veloce del gruppo, avrebbe dovuto provocare lo squalo, costringendolo a
farsi inseguire (ovviamente il pesciolino avrebbe avuto la meglio, essendo veloce) fino al punto
prestabilito, dove sarebbe dovuto spuntare l'esercito dei pesci, pronto ad attaccare lo squalo. Il
Piano funzionò a meraviglia: il predatore venne ucciso e da quel momento capirono che solo
collaborando si possono affrontare i problemi con successo.
Andrea Venia, 1^E
carpe diem
IL CAPODANNO CINESE 2012
Yahan Kellouh è il mio
migliore amico. Abita a Pechino, è alto, ha dei bellissimi
capelli a caschetto neri come il
carbone che talvolta si permettono di coprire gli occhi a
mandorla, ma la cosa che mi stupisce di più del suo carattere è l’incredibile rispetto che ha nei confronti di
qualsiasi cosa tipico della sua nazione. Pensate che due anni fa mi aveva invitato da lui, in Cina. Ecco, io mi
sono sentito davvero inutile quando (un giorno in cui egli mi stava mostrando le vie principali della sua città)
dopo mezz’ora di cammino mi sono reso conto che tutti mi stavano guardando male perché non raccoglievo
le cartacce che vedevo attorno a me. Poi, da quella vacanza in Cina, non l’ho più rivisto né sentito. Fino al 31
dicembre, a mezzanotte, quando mi ha chiamato per farmi gli auguri un po’in anticipo, diceva. Mi sono
chiesto perché mai stesse parlando di anticipo, ho ricontrollato la data sull’orologio, ma non pareva esserci
alcun errore: era proprio l’ultimo di Dicembre e Pippo Baudo stava facendo il conto alla rovescia alla tv.
-Perché mai parli di anticipo?-gli ho chiesto io.
- Dovresti sapere,-mi ha risposto.-che quest’anno noi il capodanno lo festeggiamo un po’più tardi di voi: il
23 Gennaio.- Gli ho chiesto cosa intendesse per “Quest’ anno” ed egli mi ha risposto che la data cambia ogni
volta, a seconda di quando si verifica la prima luna nuova dell’anno.
-Quindi, se ho ben capito, tale data si verificherà al dodicesimo novilunio del 2011.-ho fatto io in un patetico
sfoggio della mia cultura. Yahan mi ha però specificato che in realtà il capodanno cinese è molto più
complicato di quello italiano anche per altri motivi. Ad esempio mi ha spiegato che ogni cambiamento dell’
anno rappresenta un passaggio da un segno zodiacale ad un altro. Quindi, io e lui (pur essendo nati uno ad
Aprile e l’altro a Dicembre) saremmo dello stesso segno zodiacale: il drago.
-Già, ma non è finita: per la prima volta dal 2000 l’anno del drago si ripete! Nel 2012! Sì, è il nostro
“secondo compleanno” per la tradizione cinese.-mi ha in seguito riferito Yahan. Inoltre mi ha spiegato che
secondo la mitologia cinese, il capodanno non è altro che un modo per sfuggire a Nian, un mostro “molto
impressionabile” solito uscire ogni dodici mesi per predare esseri umani. Per questo motivo a capodanno si è
soliti festeggiare con luci, botti e fuochi d’artificio: per spaventare il Nian e distrarlo dalla sua caccia. Se ci
tenete a saperlo, vi elencherò alcuni dei più sorprendenti riti praticati in Cina per festeggiare il capodanno, da
loro chiamato chùnjié: Festa di Primavera.
1. Le feste più impensabili sono la Festa delle Lanterne (yuànxiàojié) e la Danza del Drago. La prima
festeggiata il quindicesimo giorno: le famiglie escono di casa e si mettono a passeggiare
tranquillamente con in mano una lanterna da venti chili; nella seconda invece, un manichino
rappresentante un leone si muove per le strade annunciato dai tamburi.
2. Pensate che, anziché regalarsi videogiochi come fanno tutte le persone normali, i cinesi a capodanno
usano consegnarsi delle buste. Buste rosse (lai shi). Dentro mettono soldi in piccole quantità, solo
monete da pochi yuan. Però, ci sono delle condizioni se volete regalarle a degli amici: il numero
delle monete deve essere pari, altrimenti state consegnando denaro in occasione di un funerale e
potreste beccarvi un ceffone. Il numero delle monete non può essere 4 o un multiplo, per via di una
certa assonanza con il termine “morte” (in cinese mandarino), fa eccezione l’otto, considerato dai
cinesi di buon auspicio: una scelta standard per un piccolo dono.
3. Se volete addobbare la vostra casa per la ricorrenza, potete scegliere se esporre dei piccoli ninnoli
(dei minuscoli oggetti ornamentali) raffiguranti dei pesci, il più tradizionale è il Koy, una specie di
carpa, o dei simpatici lingotti d’oro ed argento, gli yambao, considerati porta fortuna specialmente in
questo periodo. Un’altra ottima scelta è l’esposizione di boccioli di prugno asiatico (méizi) o di altri
fiori allegri e colorati come il grisantemo.
4. I piatti tipici per festeggiare il nuovo anno sono pesce e pollo, soprattutto il pesce, in modo da
avanzarne per questioni scaramantiche; un tradizionale gioco di parole cinese è infatti “Niàn Niàn yòu
y’ù”, che significa “Ci sia sovrabbondanza quest’anno” e in cinese sovrabbondanza si pronuncia come
pesce. E per dolce … nian gao per tutti! (offro io)
-Insomma,- mi ha infine detto Yahan.-Spero vivamente che tu abbia imparato qualcosa. Buon anno, anzi:
buon nònglì xìnniàn, Giulio … Giulio Frangioni I F
carpe diem
ricordando il 2011
COME SARA’ IL 2012? SPERIAMO MEGLIO DEL 2011
14 GENNAIO: messo alle corde da un movimento di
protesta che da settimane infiamma la Tunisia, il
presidente Ben Ali, al potere da 23 anni, abbandona il
Paese rifugiandosi, in Arabia Saudita.
11 FEBBRAIO: Honsi Mubarak, presidente dell’Egitto,
è il secondo leader travolto dalla Primavera Araba. Dopo
30 anni di dominio si dimette eviene processato.
15-16 FEBBRAIO: A Bengasi, la seconda città della
Libia, manifestanti scendono in piazza per protestare
contro l'arresto di un attivista per i diritti umani. E' la
scintilla che, di lì a poco, darà inizio in numerose città del
Paese a una rivolta contro il regime del colonnello
Muammar Gheddafi.
11 MARZO: Un terremoto di intensita' 8,9 gradi
Richter colpisce il nord ovest del Giappone, provocando
un devastante tsunami che si abbatte sulle coste
nordorientali del Paese. Il disastro provoca circa 20mila
tra morti e dispersi, dando origine a una crisi nucleare
nell'impianto di Fukushima.
Responsabile di entrambi i gesti e' il 33enne Anders
Behring Breivik, estremista di destra.
23 LUGLIO: La cantante Amy Winehouse muore, per
abuso di alcool. Aveva 27 anni.
29 AGOSTO: Berlusconi continua a mettere a punto la
manovra. L’Italia è sotto attacco speculativo, la borsa
crolla e lo spread tocca livelli storici. Le misure risultano
insufficienti.
11 SETTEMBRE: a New York si celebrano i 10 anni
dell’attentato che ha distrutto le Torri Gemelle.
23 SETTEMBRE: il CERN di Ginevra rivoluziona
(forse) la fisica: la materia con i neutrini può superare la
luce. Se dimostrato, si dovranno riscrivere i libri di fisica.
5 OTTOBRE: Steve Jobs , fondatore della Apple, padre
dell’iphone e dell’ipad. Era da tempo malato di cancro.
20 OTTOBRE: il leader libico Muammar Gheddafi
viene catturato dai ribelli a Sirte e ucciso.
15 MARZO: La Primavera Araba contagia anche la
Siria, dove i cittadini scendono in piazza contro il regime
di Bashar al-Assad.
23 OTTOBRE: Muore in Malesia nel circuito di Sepagn,
a 24 anni, Marco Simoncelli, campione della 250,
supposto erede di Valentino Rossi.
17 MARZO: in Italia si celebrano i 150 anni dell’unità.
25 OTTOBRE: Vengono raggiunti i sette miliardi di
persone sulla terra.
29 APRILE: In diretta televisiva, davanti a un pubblico
di oltre un miliardo di persone, viene celebrato a
Westminster Abbey il 'matrimonio dell'anno' tra il
principe William e Kate Middleton. I coniugi assumono
il titolo di duca e duchessa di Cambridge.
2 MAGGIO: Il leader di al Qaeda Osama bin Laden,
ritenuto responsabile degli attentati alle Torri Gemelle,
viene ucciso in un raid dalle teste di cuoio americane nel
suo nascondiglio in Pakistan. L'evento viene celebrato
negli Usa.
7 MAGGIO: il Milan vince il suo 18° scudetto della sua
storia.
12- 13 GIUGNO: i quattro referendum su acqua, servizi
pubblici, nucleare e legittimo impedimento passano a
maggioranza. Dopo Fukushima, l’Italia abbandona il
nucleare.
22 LUGLIO: La Norvegia viene sconvolta da una doppia
strage: una bomba esplode a Oslo uccidendo 8 persone,
mentre sull'isola di Utoya un uomo armato massacra 69
ragazzi durante una convention dei giovani laburisti.
26 OTTOBRE: A causa di piogge eccezionali avvengono
frane e inondazioni in Liguria e in Sicilia.
3 NOVEMBRE: da ricercatori francesi per la prima volta
al mondo viene invertito il processo di invecchiamento
cellulare.
12 NOVEMBRE:Silvio Berlusconi, dà le dimissioni da
Presidente del Consiglio.
18 NOVEMBRE Nasce il governo tecnico guidato dal
professor Mario Monti
13 DICEMBRE: Con una cerimonia solenne, finisce
ufficialmente la guerra in Iraq, che durava dal 2003. Le
truppe americane lasciano il paese.
17 DICEMBRE: Muore il dittatore nord-coreano Kim
Jong Il, al potere dal 1994.
Alessandro e Mattia Agosto II B.