Febbraio 2012 - Nievo
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Febbraio 2012 - Nievo
CARPE DIEM Cogli l’attimo Il giornalino del Plesso Nievo ANNO XVIII N° 3 Febbraio 2012 27 Gennaio: ricordare che questo è stato Sessantasettesimo anniversario dall’apertura dei cancelli di Auschwitz Giorno della Memoria. Giorno per non dimenticare. Giorno per onorare, giorno per punire. Giorno per ricordare. Ricordare cosa? A chi? Tutti noi sappiamo la risposta: il 27 gennaio e` il giorno in cui tutti noi abbiamo il dovere di ricordare l'Olocausto, la Shoah, forse il piu` grande e folle genocidio della storia di cui si e` a conoscenza. Perche` lo ricordiamo? Per non dimenticare, risposta ovvia. A molti sembrera` impossibile dimenticare una tale tragedia, ma cosi` non e`: ci sono persone che cominciano a negarne l'esistenza, o a sminuire la gravita` di quanto e` accaduto, formando cio` che viene chiamato Negazionismo. Uno dei piu` grandi e famosi autori che scrissero della loro esperienza si suicido` di fronte alla tendenza negazionista, non potendo sopportare il solo pensiero che tutto poteva ripetersi, sparito dalla memoria di ognuno di noi: si tratta di Primo Levi. Con il Giorno della Memoria ricordiamo a noi stessi e insegniamo alle generazioni dopo di noi a pensare sempre la strage di uomini, donne e bambini tra il 1938 e il 1945. Furono uccisi circa sei milioni di Ebrei nei campi di sterminio, i piu` famosi dei quali furono Treblinka, Sobibor e Belzec, che furono i primi ad essere dotati di camere a gas. Noti anche Auschwitz-Birkenau, Dachau, Buchenwald, Sachsenausen, Mauthausen-Gusen e infine Bergen-Belsen, dove mori` Anna Frank. Gli Ebrei non furono gli unici ad essere deportati e uccisi: i primi furono gli oppositori politici, poi vennero i disabili, gli zingari, i ragazzi ritenuti “asociali”, gli omosessuali e i preti che si opponevano. Tutti questi vennero deportati dal 1933, gli Ebrei dal 1938. Un deportato viene letteralmente spogliato di ogni diritto: non e` piu` una persona, ma un animale, una cavia da laboratorio utilizzabile per qualsiasi tipo di esperimento, come fece, per esempio, Mengele, che condusse` ricerche di una tale atrocita` su esseri umani da sembrare assurdi e irreali. Non dobbiamo dimenticare per rispetto nei confronti di quelle persone che di rispetto non ne ricevettero mai, perche` dimenticando e negando, contro le prove concrete, senza cognizione di causa, senza sapere neanche lontanamente cosa hanno passato rinchiusi in quel lager o in quella camera a gas, facciamo loro un torto forse ancor piu` grande di quello che hanno ricevuto quando vennero spogliati di qualsiasi diritto senza il minimo di rispetto della loro persona. Ricordare è un dovere perchè dimenticare è fin troppo facile. Chiara Possenti III D carpe diem 12° giorno della memoria SHOAH: NON SOLO GENOCIDIO DI EBREI Il termine “Shoah” in ebraico significa “catastrofe, disastro” e venne utilizzato per la prima volta in Palestina nel 1938. Venne da allora usato per definire il genocidio di ebrei, omosessuali, rom, comunisti, dissidenti tedeschi, pentecostali e Testimoni di Geova. In realtà questa parola viene spesso vista come sinonimo di olocausto, anche se non lo è perché il termine Shoah si riferisce allo sterminio solo degli ebrei, mentre olocausto allo sterminio sì degli ebrei ma anche delle classi sociali che ho elencato prima. Le eliminazioni di massa seguivano uno schema ben preciso, infatti venivano scritti elenchi di possibili, presenti e future vittime che venivano poi prelevate e portate via. In seguito perché queste eliminazioni potessero avvenire più velocemente sono stati sviluppati numerosi metodi come l’avvelenamento e le camere a gas, bisogna aggiungere che i nazisti fecero parecchi esperimenti sui cadaveri di uomini e bambini. I campi di concentramento dove veniva chiusa tutta l gente “indesiderata” erano sparsi per tutta l’Europa, ma si trovavano per la maggior parte in Germania. In alcuni campi venivano combinati lavoro schiavistico e sterminio, come ad esempio nel campo AushwitzBirkenau. All’arrivo nei campi, i prigionieri venivano divisi in due gruppi, quelli troppo deboli venivano direttamente mandati nelle camere a gas e i loro corpi venivano bruciati, mentre gli altri venivano “spediti” a lavorare nelle fabbriche poste dentro o vicino al campo. Molti prigionieri erano obbligati a raccogliere i cadaveri, tagliare i capelli ai nuovi prigionieri e a lavorare allo sfruttamento dei corpi. Ai cadaveri venivano estratti persino i denti d’oro: nei campi si conservava tutto, nulla doveva essere buttato o sprecato, ogni cosa sarebbe servita. Il trasporto delle persone ai campi di concentramento avveniva molto spesso attraverso vie ferroviarie, senza acqua ne cibo, centinaia di prigionieri ammassati con un piccolo spiffero che permetteva loro di respirare. L’Antisemitismo era purtroppo una cosa comune nell’Europa degli anni ’20-’30, e venne esposto in un libro di Adolf Hitler, che inizialmente venne ignorato ma si cominciò a prestare attenzione al pensiero di Hitler quando acquistò potere politico. Questa politica portò alla disfatta definitiva. Ho voluto sottolineare la parola “persone” perché in questa Guerra di massacri, gli ebrei e tutti gli altri prigionieri, più che come tali, sono stati trattati come schiavi, come bestie da lavoro. Lo sterminio avvenuto durante Seconda Guerra Mondiale, è una cosa irreparabile, al quale non si potrà MAI porre rimedio, perché togliere la vita alle persone, senza alcun motivo è la cosa più grave e terribile che possa esistere. Spero che ciò che ho scritto vi rimanga impresso, perché il ricordo della Shoah, dell’Olocausto, dell’Antisemitismo e di questa Guerra terribile non svanisca mai … Francesca Mino 3°D I CARNEFICI: mostri o uomini comuni?(Fondazione Camis de Fonseca 26 gennaio 2012) Come può un solo uomo nuocere a tanti? Forse non può, forse è stato solo una scintilla, pronta a far esplodere gli animi degli uomini. Ma allora questi uomini chi erano, chi erano coloro che alla minima esortazione erano pronti ad uccidere persino i vicini di casa? Forse erano uomini comuni, la mia mente si rifiuta di accettare che un uomo qualunque poteva diventare un assassino come se niente fosse, perché “erano ordini”. Eppure è così, sono stati compiuti degli studi su questi uomini ed è stato scoperto che singolarmente non avrebbero mai compiuto simili atrocità. Allora cosa li spinge a fare ciò? Semplice, la massa. Intesa come insieme di persone che compiono la stessa azione. Il vecchio trucco del “se lo fa lui lo faccio anche io”. Hitler è riuscito attraverso la massa a trasformare la repulsione per la violenza di certi uomini in senso del dovere: io devo fare questo, perché lo fa anche lui. Quando gli ufficiali spiegarono, quasi piangendo, che il loro compito era quello di rastrellare le città già occupate, ovvero uccidere donne, bambini e anziani senza pietà, dissero: “Chi non se la sente faccia un passo indietro, non gli verrà fatto alcun male, verrà trasferito a svolgere altre mansioni.” Quasi nessuno fece un passo indietro. Nina Zibetti, 3D carpe diem 12° giorno della memoria LA SHOAH: STERMINARE CON METODO Con il termine Shoah venne ufficialmente indicato lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti. Questo termine venne usato per la prima volta nel 1938. La Shoah è un genocidio, ovvero un’azione che è finalizzata alla distruzione di un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso. Oltre sei milioni di ebrei (secondo alcune fonti tedesche), giovani, vecchi, neonati e adulti, furono uccisi dalla violenza nazista. La Shoah si sviluppò in cinque diverse fasi: - la privazione dei diritti civili dei cittadini ebrei; - la loro espulsione dai territori della Germania; - la creazione di ghetti circondati da filo spinato, muri e guardie armate nei territori conquistati dal Terzo Reich, dove gli ebrei furono costretti a vivere separati dalla società e in precarie condizioni sanitarie ed economiche; - i massacri delle Einsatzgruppen, squadre di riservisti incaricate di eliminare ogni oppositore del nazismo nei territori conquistati dell’Ucraina e della Russia, durante le azioni di rastrellamento; - la deportazione nei campi di sterminio in Polonia dove, dopo un’immediata selezione, gli ebrei venivano o uccisi subito con il gas o inviati nei campi di lavoro e sfruttati fino all’esaurimento delle forze, per essere poi comunque eliminati. Queste tappe possono essere suddivise in due periodi storici, dal 1933 al 1940, quando il nazismo vide la soluzione della questione ebraica nell’emigrazione e dal 1941 al 1945, quando vennero attuati la deportazione e lo sterminio. Nonostante siano stati gli ebrei le principali vittime, la follia dei nazisti si scatenò anche contro gli oppositori politici, gli zingari, gli omosessuali e le persone vittime di disfunzioni o ritardi mentali. Delsedime Vittoria 3D Leggere per non dimenticare: Il In occasione della celebrazione del “Giorno della memoria” avvenuta lo scorso 27 gennaio, vorrei proporvi la lettura di un classico moderno, “Il giardino dei Finzi-Contini” di G. Bassani. G. Bassani nasce a Bologna ma, vive la sua infanzia e giovinezza a Ferrara, nella quale conoscera` l’emarginazione nel ghetto ebraico, posto nel cuore storico della citta`. Il romanzo racconta il delicato e struggente amore adolescenziale tra il protagonista narrante e una giovane fanciulla della ricca borghesia ebrea ferrarese, ambientato negli anni del fascismo e delle leggi razziali. La vicenda si svolge dentro i confini del giardino, del campo da tennis e della villa appartenenti alla nobile famiglia dei Finzi-Contini. Sara` proprio la dura crudelta` delle leggi razziali a fare aprire i cancelli della loro villa, situata ai margini di Ferrara, ad un gruppo di coetanei dei loro figli, Micol e Alberto. Il libro e` un susseguirsi di avvenimenti, alcuni davvero divertenti, altri dolcissimi ed emozionanti; ed e` Giardino dei Finzi-Contini attraverso questi momenti che si sviluppa il tenero e tacito sentimento d’amore tra il protagonista e Micol, affascinante ragazza molto imprevedibile ed enigmatica. Al termine della lettura, resta l’amarezza per il terribile destino toccato a questa povera fanciulla ed alla sua famiglia, inghiottiti dalla morte in un lager nazista nel 1943, ad esclusione di Alberto morto di tumore un anno prima. Ho avuto l’occasione di leggere questo romanzo durante le vacanze estive ai lidi ferraresi. La visita al ghetto ebraico di Ferrara, perfettamente conservato, mi ha fatto rivivere con profonda partecipazione quelle pagine cosi` coinvolgenti. Consiglio vivamente la lettura di questo romanzo che, attraverso questa bella storia di amicizia, rende omaggio alla memoria di tutti coloro che sono morti nei campi di concentramento. Diletta Zanin IID carpe diem 12° giorno della memoria “GLI EBREI QUESTI SCONOSCIUTI” (Dall’incontro con la Fondazione Camis De Fonseca – martedì 24 gennaio 2012) Gli ebrei hanno una cultura molto diversa dalla nostra: prima di tutto per essere ebreo bisogna avere una madre ebrea perché è lei che ti ha partorito/a. Il loro monoteismo comprende circa 630 precetti da rispettare tutti i giorni. Analizziamone alcuni: CUCINA: - - Non si possono mangiare carne e latte insieme perché la carne rappresenta la madre e il latte il figlio. Infatti, in casa, hanno due cucine: una per la carne e una per i latticini; Non si possono mangiare i pesci senza squame e pinne (crostacei molluschi…); Non si possono mangiare gli animali senza lo zoccolo rotto (maiali, equini…); Molti ristoranti hanno la cucina “kosher” (adatto, buono in Yiddish) che rispetta i principi della cucina ebraica. SCRITTURA: da destra a sinistra come i mussulmani. Nell’alfabeto non ci sono vocali sostituite da segni e puntini. CALENDARIO: Le feste sono diverse dalle nostre e avvengono anche in date diverse. Per esempio hanno due natali, il capodanno avviene nel 2° plenilunio dopo il solstizio d’inverno, hanno una festa in più l’Hannukkah, la Festa delle luci per ricordare la libertà di culto ricevuta dai Greci nel 165 a.C. Il Sabato loro sono obbligati a non fare niente. Preparano i pasti, accendono le luci, puliscono la casail Venerdì. Alcune TRADIZIONI: - Quando si sposano rompono un bicchiere; Quando fanno un figlio ricevono un “bonus” e per questo molti hanno più di 7/8 figli; Se un figlio ebreo non vuole praticare l’ebraismo la famiglia lo rinnega e lo caccia. Dovrà cambiare nome e cognome e, in teoria, non potrebbe sposarsi con una/o ebrea/o; Gli ebrei hanno un patto di sangue con Dio quindi rispettano tutti i precetti. Sofia Oldano II A carpe diem testimonianze CHI E’ ALESSANDRO RONCAGLIO (Antifascista, deportato a Mathausen, dopo la guerra, testimone e fondatore del Centro Culturale Deportazione e Resistenza) A quell’epoca ero solo un ragazzino, e venni arrestato il 14 gennaio 1945, era una domenica e io avevo solo 17 anni. Alle 7 e 30 del mattino ero all’interno del rifugio in cui io e la famiglia stavamo con altri amici antifascisti. Io, mio padre e altri maschi, veniamo catturati e portati alla caserma di Via Asti. Il giorno dopo ci trasferiscono al carcere minorile, in corso Unità Sovietica. Poche ore dopo ci viene fatto il processo. Con noi c’erano altre 22 persone, 11 persone vengono fucilate, 4 rilasciati per mancanza di prove e i restanti imprigionati nella caserma di Via Asti. Io e mio padre eravamo in quest’ultimo gruppo. Ritorniamo quindi nella caserma di Via Asti, dove conosciamo il padre del nostro sindaco: Eugenio Fassino, che era come noi un partigiano. Nella caserma stiamo circa tre giorni e poi ci portano all’albergo Nazionale, in Via Roma.Subito dopo prendiamo il treno e andiamo prima a Milano, al carcere minorile, e poi a Trento, in una scuola utilizzata come carcere. Da Trento andiamo a Bolzano dove ci mettono su un carro per bestiame. Su questo carro restiamo per circa quattro giorni, e arriviamo sulle rive di un fiume che dopo scopriremo essere il Danubio. Ci viene ordinato di incolonnarci e di salire per una ripida collina. In cima a questa collina c’era il forte di Mauthausen. Una volta arrivati al forte, veniamo ispezionati, per controllare eventuali armi nascoste, e ci viene assegnato un numero. Da quel momento, dentro il forte non verremo più chiamati per nome, ma per il numero che ci è stato assegnato.Ci spogliano di tutto, inclusi i gioielli, e veniamo rasati sulla nuca e depilati su tutto il resto del corpo. ci viene praticato un taglio sulla testa, che era un marchio di riconoscimento per i prigionieri di Mauthausen. Veniamo quindi buttati su una doccia, prima bollente e poi gelida, per farci soffrire maggiormente, e ci vengono dati dei vestiti uguali per tutti. Veniamo trasportati tutti alla “mensa” dove mangiamo una brodaglia che i tedeschi chiamavano cammella. Finalmente arriviamo alla cella, che era condivisa con una decina di persone. Per dormire stavamo sdraiati sulla paglia e durante il giorno lavoravamo continuamente. Io, visto che era giovane non dovevo andare a lavorare, ma stavo tutta la giornata in cella. Dopo alcuni giorni viene fatto un appello, che chiamava decine e decine di persone per andare a lavorare in un campo vicino a Mauthausen. Mio padre era tra quelle persone, io invece no. Dieci giorni dopo, però viene fatto un altro appello, e in questo vengo chiamato anche io. Il campo di lavoro, era un piccolo paesino vicino a Mauthausen, e per dormire stavamo in una baracca. Un mio amico, mi disse che nella baracca affianco c’era mio padre. Non lavoravamo mai negli stessi orari e quindi non riuscivo ad incontrarlo. Un giorno ci venne ordinato di non andare a lavorare e ci rinchiusero dentro alla baracca. In lontananza sentivamo degli spari. Dopo poco capiamo che erano gli spari degli alleati, che stavano venendo a liberarci. Il 5 maggio, finalmente ci liberano e quel giorno trovo mio padre morto, nella baracca affianco. Io ero ferito e quindi prima di partire vengo portato al Lager 48, che era stato trasformato in un ospedale. Vengo curato da un bravo dottore torinese e prendo il treno per Torino. Arriva all’una di notte, e alla stazione c’è solo un signore che mi aspetta. È il direttore dell’hotel Genio, che si trova all’angolo tra Via Nizza e Corso Vittorio, che mi ospita nel suo albergo. La mattina quando mi sveglio prendo i tram numero sette e finalmente ritorno a casa, acclamato da tutti: i miei amici e parenti. Classe III B carpe diem Vegan: una scelta I vegani non sono extraterrestri, abitanti di un pianeta lontano. Secondo il Rapporto Euripes 2011 vegerariani e vegani in Italia sono il 6.7% della popolazione. Alcuni pensano che vegano e vegetariano abbiano lo stesso significato, ma non è così. Infatti, i vegetariani includono nella loro alimentazione alcuni cibi di origine animale come i latticini, le uova e il miele. I vegani invece non utilizzano alcun prodotto di origine animale né nell’alimentazione né nell’abbigliamento, avendo cura pertanto di scegliere calzature e abbigliamento che non contengano pelle, pelliccia, seta o lana. Le ragioni che spingono ad adottare uno stile di vita vegano sono molteplici. Innanzitutto il rispetto e l’amore verso tutti gli animali, allevati oggigiorno in condizioni di estrema crudeltà. Anche il rispetto per l’ambiente che ci circonda è alla base di questa scelta. E’ vero che la carne ed i prodotti di origine animale accompagnano da secoli l’essere umano,ma mai in passato sono stati utilizzati in simili quantità. Le tradizionali tecniche di allevamento sono state sostituite da allevamenti intensivi. Gli animali sono stati allontanati dai pascoli e vivono rinchiusi in enormi stalle dove vengono alimentati con mangimi, cereali e semi oleosi. Questi ultimi vengono coltivati come monoculture in enormi appezzamenti con l’uso di pesticidi e tutto ciò causa enormi danni ambientali. In media sono necessari infatti dai 7 ai 16 chilogrammi di cereali per ottenere un chilogrammo di carne bovina. Cio’ significa che una bistecca da 200 grammi mangiata da una sola persona equivale a proposito di… di vita consapevole alla quantità di cereali cotti necessari per nutrirne 50. Inoltre, per produrre un solo chilogrammo di carne sono necessari circa 2/3000 litri di acqua utilizzata sia per il consumo da parte degli animali, ma soprattutto per coltivare le enormi quantità di cereali destinate alla loro alimentazione e per la pulizia di stalle e macelli. Anche i liquami provenienti dagli allevamenti sono molto inquinanti perché carichi di nitrati, antibiotici e ormoni. E’ bene ricordare inoltre che la pesca intensiva è un pericolo per il delicato ecosistema dei mari e degli oceani. Alcuni penseranno che essere vegani significhi mangiare solo verdura, rischiando così di seguire un regime di alimentazione povero e noioso, ma non è così. Le proteine vengono assunte attraverso i legumi, il calcio dalle verdure a foglia verde, dai broccoli e dai cavoli e il ferro dai legumi, dai cereali integrali e dalla frutta secca. Inoltre, la cucina vegana fa ampio utilizzo di tofu (formaggio di soia), seitan (proteina del frumento), semi oleosi (zucca, girasole) e alghe. A dimostrazione che l’alimentazione vegana, se ben curata, è completa sono numerosi personaggi sportivi che hanno fatto questa scelta come il campione olimpico Carl Lewis, la tennista Martina Navratilova, il maratoneta Scott Jurek, la campionessa olimpica di scherma Dorina Vaccaroni. Numerosi sono infine i personaggi storici e moderni che hanno decantato i benefici della dieta vegan come la scienziata Margherita Hack, il professor Umberto Veronesi, i cantanti Moby, Prince e Paul McCartney e, in tempi piu’ remoti Pitagora, Leonardo Da Vinci e Gandhi. Fiammetta Pirro 1A carpe diem a proposito di… DIRITTO AL CIBO E SQUILIBRI MONDIALI Il mondo presenta un fenomeno che si sta sempre più mostrando ai nostri occhi: la spaccatura tra paesi del nord e del sud del mondo. Il divario è evidente , ma secondo me soprattutto nell’alimentazione. Ci sono al mondo circa 840 milioni di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e non hanno il necessario per sopravvivere. La denutrizione nei paesi poveri causa la morte di quasi 16.400 bambini sotto i cinque anni ogni giorno. Due miliardi di persone sono malnutrite, ossia la loro alimentazione è carente di alcune sostanze, nella maggior parte dei casi sono proteine, contenute in legumi e carne, molto cara per molte famiglie che si nutrono quindi di cereali, meno costosi e in grado di sfamare più bocche. La malnutrizione è anche causata dalla globalizzazione che diffonde sul mercato mondiale prodotti industriali a basso costo, e trascura la produzione locale più sana. Essendo 2.800 le calorie che basterebbero al nostro sostentamento, un’equa divisione della produzione alimentare mondiale basterebbe a sfamare tutti, anzi ce ne fornirebbe il doppio. E pensare che il numero delle persone denutrite equivale quello delle persone in sovrappeso. Tra questi ben 300 milioni sono obesi. L’obesità è una di quelle tante malattie dette “del benessere”, dovuta ad abitudini alimentari scorrette e all’assunzione eccessiva di carne e grassi, all’inattività fisica, all’uso di alcool e droghe. Queste malattie portano con sé serie patologie cardiovascolari e il diabete, assai diffuse nella nostra società. Le cause di questo squilibrio sono tante: il neocolonialismo, l’analfabetismo, gli sprechi, lo sfruttamento intensivo, i disastri ambientali… È una catena che non avrà mai fine se non si raggiungerà una giustizia sociale, con particolare attenzione ai bambini e alle donne, che portano sulle loro spalle il carico più pesante delle disuguaglianze. L’ ingiustizia globale deve essere combattuta partendo dalle sue radici che hanno permesso a noi di progredire e ad altri no: il colonialismo prima e il neocolonialismo adesso, con le sue monocolture per l’esportazione. Il nord è così ricco solo grazie al sud, perché è lì che c’è la maggioranza delle materie prime . Il Nord si è appropriato e si appropria tuttora della maggior parte delle risorse del Sud. Dovremmo anche cambiare le nostre abitudini alimentari e diminuire il consumo di carne. Infatti per produrre una caloria animale ce ne vogliono dieci di cereali. In questo modo si produce un alimento che possono permettersi in pochi grazie allo sfruttamento di terreno che, con la coltivazione di cereali, potrebbe sfamare moltissime persone. Un altro problema collegato è il disboscamento della foresta pluviale per ricavarne legno pregiato o sfruttare miniere o perché non si hanno più spazi disponibili per coltivare. Questo terreno è poco fertile e quindi le coltivazioni possono durare al massimo due-tre anni. Inoltre sta sparendo la biodiversità, che permetteva alle popolazioni più povere di essere al sicuro dalle carestie e di mangiare più sano. Non possiamo non pensare allo spreco di soldi nella produzione di armi, risorse che potrebbero essere usate per aiuti umanitari, per sfamare interi villaggi e nell’istruzione, e lo spreco di cibo di cui siamo tutti responsabili. Ogni anno in Europa buttiamo nella spazzatura il 15% della carne e il 10% del pane e della pasta messi in tavola. Nel complesso si tratta di un milione e mezzo di tonnellate di cibo buttato. Eliminare gli sprechi non è soltanto eticamente giusto ma necessario: per garantire ad ogni abitante della Terra lo stile di vita occidentale servirebbero quattro pianeti. Questo squilibrio globale deve essere eliminato e questo si può fare solo cambiando radicalmente il modo di vivere e di produrre. La crisi che sta interessando anche i paesi ricchi fa capire che solo uno sviluppo sostenibile, cioè attento all’ambiente, alla giustizia sociale e all’equità può salvare il genere umano. Da una parte ci sono le grandi scelte della politica e degli aiuti umanitari e dall’altra ci sono le nostre piccole scelte, che possono essere per esempio un appoggio al commercio Equo-Solidale e le adozioni a distanza. Per chi ne vuole sapere di più: Iarrera Pilotti , Facciamo geografia, vol 3, Zanichelli, 2006. Assandri Mutti, Il rifugio segreto, vol 3, Zanichelli, 2009. Diritto al cibo, a cura di Altromercato. Patel, I padroni del cibo, Feltrinelli, 2008 Luca Santavicca 3F carpe diem a proposito di… LA BAMBINA 7 MILIARDI E’ il 31 ottobre 2011. E’ una femmina, è asiatica. A Manila l’Onu ha conferito il simbolico primato di “baby sette miliardi” alla piccola Danica. Nata prematura, per il suo “record” ha ricevuto una borsa di studio e i genitori una somma sufficiente ad aprire un negozio. Il primato è conteso da Nargis, una bimba nata nello stato indiano dell’Uttar Pradesh, che è stata accolta come “baby sette miliardi” dall’Ong Plan India, impegnata nella difesa dei diritti dei minori e nella lotta all’aborto selettivo, che nel Paese contribuisce a una distorsione di 893 femmine per ogni 1000 maschi. La crescita demografica Per secoli l’homo sapiens è cresciuto pochissimo. Per arrivare a un miliardo, nel 1800, abbiamo impiegato 250 mila anni. La vera crescita comincia con la rivoluzione industriale, nel 1913 l’Europa aveva più abitanti della Cina. Da lì è stata un’impennata: abbiamo scalato i gradini dei miliardi successivi nel 1959, 1975, 1987, 1998 e infine 2011. Secondo l’Onu, arriveremo a quota otto miliardi nel 2025 e a dieci nel 2083 anche se ora nel mondo si fanno meno figli rispetto al passato, specialmente nei paesi più ricchi. Nel 2050 Europa, Usa e Canada non avranno che dodici abitanti su cento, la metà del 1800. A ridurre le nascite sono scuola, sanità e benessere, poiché donne istruite e con una vita decente scelgono meno gravidanze. Ma anche in Cina la politica “un figlio per famiglia” fa si che la popolazione cinese declini. Nei Paesi ricchi la popolazione cala, ma non abbastanza da compensare la crescita nel resto del mondo. Infatti Si potranno sfamare tutti? Si calcola che nel 2025 le popolazioni in via di sviluppo consumeranno il doppio dell’acqua rispetto al 2007 e la produzione di cibo aumenterà del 70%. Quindi con l’aumentare della popolazione sorgono delle domande spontanee: la Terra sarà in grado di sfamare e sostenere ad un livello di vita decente tutte queste persone? Davanti a questo problema si confrontano due gruppi. I “neomalthusiani”, da Malthus (il filosofo che calcolava che nel 700 non avremmo avuto più di che sfamarci), convinti appunto che il mondo non possa sopportare così tante persone. Propongono di istruire le famiglie, migliorare le condizioni di vita nei paesi poveri e la pianificazione famigliare per frenare la crescita. L’altro gruppo, i “pro life”, è formato dalla Chiesa cattolica e altre istituzioni religiose o laiche contrarie all’intromissione dell’uomo nelle questioni della vita. Ma se si considera che attualmente ogni la popolazione mondiale continua a crescere molto nei Paesi in via di sviluppo, perché le nascite aumentano e la mortalità infantile diminuisce, grazie alle scoperte della medicina. Nei paesi poveri la popolazione sta crescendo di più anche perché molti vivono in villaggi dove l’aiuto dei più giovani nei lavori agricoli diventa molto importante e poi, dato che la mortalità infantile è elevata, è una sorta di “assicurazione” contro la possibile scomparsa degli altri figli. Inoltre le ragazze vengono date in sposa e diventano madri da molto giovani, non avendo i metodi contraccettivi moderni a disposizione. Per forza in una famiglia con sei, sette, otto figli la maggior parte è condannata a una vita nell’indigenza. I genitori non possono garantire un’adeguata alimentazione, salute ed istruzione. E così analfabetismo e malattia passano di generazione in generazione. anno nascono 75 milioni di persone in più di quelle che muoiono non si può sottovalutare il fatto che la popolazione in aumento mette grande pressione su un pianeta che è già sul precipizio della catastrofe ambientale. L’agricoltura viene già sfruttata oltre i limiti. Si sta disboscando sempre di più per avere nuovi campi e per irrigarli le falde acquifere si stanno prosciugando. I gas serra emessi nelle attività agricole sono decisivi nel cambiamento climatico. I fertilizzanti stanno avvelenando i fiumi e innumerevoli specie animali sono a rischio di estinzione, private del loro habitat naturale.La popolazione povera tende ad andare a vivere in città, ingrandendo a dismisura le periferie di baracche di lamiera, senza acqua corrente, né fogne o altri servizi, aumentando le situazioni di rischio ambientale. Luca Santavicca 3 F carpe diem a proposito di… La Globalizzazione spiegata dai genitori Io: Cos’è la globalizzazione? Mamma: La globalizzazione è la concezione del mondo senza frontiere, un'unica grande comunità che permette a tutti di essere in contatto anche a distanza di migliaia di chilometri. Globalizzazione è usata anche in ambito culturale. Questo termine venne usato per la prima volta a partire dagli anni ’80 da economisti per fare riferimento agli aspetti economici delle aziende. È importante riguardo al tema economico e finanziario, il quale fa sì che le varie imprese di vari stati siano unite tra loro. Ci sono poi i gruppi no-global, i quali pensano che la globalizzazione comporti l’impoverimento dei paesi più arretrati a favore delle multinazionali. Io: Secondo te è positiva o negativa? Perché? Mamma: La globalizzazione, come ogni cosa, ha i suoi pro e contro. È positiva perché aumentano i posti di lavoro, si riducono i costi dei prodotti e ne aumenta la qualità, si comunica più velocemente grazie alle numerose tecnologie e migliorano i metodi di governo. Però penso sia negativa causa sfruttamento lavorativo, aumento di migrazioni, omogeneizzazione culturale, inquinamento dell’ambiente compreso l’effetto serra, aumento del debito estero nei paesi meno avanzati, impoverimento dei poveri e arricchimento dei ricchi. Tutto sommato penso che la globalizzazione sia positiva perché è un progresso nella storia dell’uomo e del mondo, anche se ha parecchi aspetti negativi. Io: Noi italiani siamo coinvolti in questo processo di globalizzazione? Mamma: Sì, credo proprio che l’Italia sia coinvolta nel processo della globalizzazione, in fondo si chiama così proprio perché coinvolge tutto il mondo. Inoltre, molte imprese italiane portano le loro produzioni in paesi esteri più poveri, contribuendo da una parte allo sviluppo del paese coinvolto, ma contemporaneamente riducendo i posti di lavoro nel nostro paese, il che non è una cosa positiva. Io: Qual è il fatto che più dimostra il nostro coinvolgimento? Mamma: Basti pensare alle importazioni dei prodotti cinesi a basso costo, alla comunicazione con il resto d’Europa, ma soprattutto all’attuale crisi economica. Le banche cercano di reggersi in piedi a vicenda poiché, a differenza di quanto accadeva anni fa, se crolla un’azienda di una nazione, ne risentono in maniera negativa tutte le altre collegate a quell’impresa. carpe diem sport PASSIONE TENNIS Finalmente ho un po’ di tempo libero per parlarvi della mia passione sportiva. Vorrei raccontarvi di due campioni mondiali di tennis: FEDERER e NADAL, fuoriclasse del mio sport preferito. Roger Federer, conosciuto in tutto il mondo, è nato a Basilea da papà svizzero e mamma sudafricana. Ha circa trent’anni ed è sposato con una ex giocatrice di tennis, Miroslava Vavrinec. E’ stato il numero uno al mondo per più anni ed ha vinto sedici titoli nei tornei del GRANDE SLAM . Durante la partita Roger ha sempre un comportamento irreprensibile, cioè non urla, non si arrabbia ma soprattutto è un grande tennista corretto ed un grande sportivo. Rafael Nadal è conosciuto anche lui in tutto il mondo, è stato pure lui numero uno nella classifica A.T.P. E’ nato nell’isola di Maiorca ed è un po’ più giovane di Roger. Molto corretto in campo come Federer, chiede scusa all’avversario se fa un colpo di fortuna ed è anche lui un grandissimo sportivo, inoltre, cosa rara, si complimenta sempre con l’avversario se fa punti particolarmente di classe. Tra di loro c’è stata, e c’è tuttora, una grande competizione; hanno vinto e perso tra loro alternativamente, ma è nata anche una grande amicizia. Mi piace Nadal perché è vivace e simpatico, sempre con divise da tennis colorate ed allegre. Sul campo è un’impareggiabile macchina per fare grandi punti. Federer mi piace perché è molto sobrio e misurato, ha un tennis brillantissimo e di grandissima classe. E’ molto molto divertente giocare a tennis, ma anche guardare questi due grandi campioni. Anastasia Conte, 1^ E IL MIO SPORT....... Ciao, sono Alessia della 1 A e vorrei parlarvi dello sport che pratico ormai da 6 anni : la Ginnastica Ritmica. La Ginnastica Ritmica è una disciplina olimpica facente parte della Ginnastica. Questo sport è solo femminile e può essere di squadra o individuale. Le ginnaste individuali devono sostenere esercizi di circa 1,30 minuti l'uno con quattro attrezzi tra cerchio, palla, clavette, nastro e fune. Per la squadra invece gli esercizi sono due di durata maggiore, circa 2,30 minuti: nella prima prova, le ginnaste hanno tutte lo stesso attrezzo, mentre nella seconda prova vengono usati due tipi di attrezzi, stabiliti dalla Federazione Internazionale Ginnastica. Ogni esercizio deve essere accompagnato dalla musica, che è considerata parte integrante dell'esercizio stesso. La competizione avviene attraverso delle prove a punteggio, il quale è assegnato da una giuria. Questo punteggio è dato da tre componenti che sono: le "Difficoltà" (di corpo o di attrezzo), "Composizione", "Esecuzione"; ognuna di queste componenti è valutata da un giudice diverso. La somma di tutti questi dati dà il punteggio finale. Negli ultimi anni la fama di questo sport è cresciuta tantissimo, grazie anche al fatto che la squadra italiana ha vinto diverse competizioni internazionali. Le nostre "Farfalle" (così sono soprannominate le ginnaste della Nazionale Italiana) hanno vinto per tre anni consecutivi l'oro ai Mondiali, sono tuttora campionesse mondiali in carica. Tutti gli sport fatti a livello agonistico richiedono grandi sacrifici, però questi sacrifici vengono ripagati dai risultati ottenuti in gara e dall'affetto con il quale il pubblico accompagna le evoluzioni delle ginnaste. Anche io nel mio piccolo faccio dei sacrifici, che però mi hanno permesso di ottenere insieme alla mia squadra il titolo di Campionesse italiane A.I.C.S. categoria allieve a Napoli nel Giugno 2011. Ecco, questo è il mio sport e io lo amo. E' stato il mio passato, è il mio presente e forse sarà anche il mio futuro. Alessia I A carpe diem speciale natura SOS NATURA POLARE Voglio parlarvi di una grande strage di animali che avviene nel Polo Nord, dove centinaia, anzi, migliaia di orsi muoiono a causa dello scioglimento dei ghiacci provocato dall'innalzamento della temperatura terrestre. Inoltre, un'altra causa della morte degli orsi è la scarsità del loro cibo preferito: le foche. A causa dell'inquinamento delle acque, le alghe non si formano più impedendo così ai gamberetti ed altri molluschi di nutrirsi. Di conseguenza le sardine che si nutrono di molluschi vengono decimate facendo così mancare il nutrimento alle foche. Questa alterazione della catena alimentare tende a peggiorare sempre di più. Per questo motivo ho fondato un club nel tentativo di mandare fondi alle associazioni ecologiste. Facendo un mercatino che vende oggetti creati da noi oppure usati, prendiamo il ricavato e lo mandiamo alle associazioni da noi scelte:abbiamo già fatto una donazione di € 50 per il WWF e di € 20 per “Save the children”. Sarei molto felice se qualcuno volesse entrare in questo club e partecipare al mercatino! Margherita Data-Blin 1 A UN AMICO SPECIALE ... Quasi ogni sera d’estate, dopo cena, andavo con mia mamma a portare a passeggio il mio cane Tobi. Cosi’ un giorno ho conosciuto... ....provate a indovinare chi...Io ero a Borgio Verezzi, un piccolo paesino ricco di siepi in fiore, e in una di queste siepi...,c’era sempre un essere, con un’allegria che attirava; ma se mi avvicinavo troppo si zittiva. La cosa si e’ ripetuta cosi’ per tutta l’estate,qualche passo in piu’ e subito il silenzio e quando mi riallontanavo ricominciava ad esprimere la sua gioia. Anche la sera prima di partire,che sono andata a salutarlo,la stessa situazione..e.., appena mi allontanavo ricominciava il suo allegro: ..”cri,cri,cri “.., che ha rallegrato tutta la mia estate. Quel “Grillino” e’ diventato il mio amico speciale. Ora voglio gridare: “che dono meraviglioso e’ la natura!” Martina Cassio 2^D carpe diem passione lettura Emilio Salgari: un autore “vecchio”? Tra i ragazzi della nostra età è molto frequente la lettura di libri fantasy, di autori moderni per lo più inglesi o americani. Si tratta di letture che cercano di attrarre l’attenzione dei ragazzi ricreando ambienti fantastici dove fare agire personaggi anch’essi sotto diversi aspetti straordinari. Qualche decennio fa, invece, quando la lettura fantasy ancora non esisteva (a parte “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, capolavoro del genere ma che non è mai stato un libro espressamente per ragazzi), i nostri coetanei leggevano soprattutto i libri di Emilio Salgari. Oggi questi libri possono ancora piacere? Senz’altro sì. Narrano di luoghi molto diversi tra loro, dalle isole del mare dei Caraibi, all’arcipelago della Malesia, alle giungle dell’India, al Far West, all’Africa, all’Oriente, e svelano avventure di personaggi affascinanti: pirati, corsari, avventurieri, tutti accomunati dall’essere, a loro modo, dei galantuomini. Le loro avventure sono sempre mozzafiato e fanno andare la fantasia oltre ogni limite. La cosa curiosa è che Emilio Salgari, a parte qualche viaggio nel Mediterraneo, non si mosse mai dall’Italia: da Verona, dove nacque nel 1862, da Genova e Torino, dove visse e morì suicida nel 1911. Egli frequentava le biblioteche, leggeva libri e riviste di viaggi e da questi traeva gli spunti per descrivere ambienti lontani e misteriosi, dove i personaggi che inventava vivevano mille avventure. La lettura dei suoi libri è tutt’ora divertentissima, anche se furono scritti molti anni fa. Può essere utile fornire una breve rassegna dei titoli più importanti, ricordando che egli scrisse moltissime altre opere, perché era povero e traeva dalla scrittura ciò che gli serviva per vivere: “Le Tigri di Mompracem”, “I Misteri della Jungla Nera”, “I Pirati della Malesia”, “Le Due Tigri”, “Il Re del mare”, “Alla conquista di un impero”, “Sandokan alla riscossa”, “Il Corsaro Nero”, “La Regina dei Caraibi”, “Jolanda, la figlia del Corsaro Nero”, “Il figlio del Corsaro Rosso”, “Gli ultimi filibustieri”. Giovanni Scovazzo I A Letto per voi: Ellen Potter Olivia Kidney e l’accademia dei passaggi Titolo originale: Olivia Kidney and the Exit Academy Edizioni Fabbri Editori. – 2006. 257 pagine. Genere: romanzo - suspence Il romanzo è ambientato a New York e la protagonista è una bambina di dodici anni, di nome Olivia che, come troppo spesso le accade, si trova nuovamente a traslocare in un nuovo appartamento di un nuovo palazzo per via del licenziamento del padre. Suo padre, George, di lavoro fa il custode, ma non essendo troppo abile viene spesso mandato via ed è costretto ogni volta a trovare un nuovo lavoro in un nuovo palazzo. Questa volta, però, Olivia si trova ad avere a che fare con un padrone di casa molto eccentrico che vive in un palazzo il cui piano terra, completamente allagato, è più simile ad una laguna, infatti viene loro incontro la prima volta con una barca a remi. Intorno a lui vivono altre persone altrettanto particolari che si comportano in modo spesso strano, che alla fine però la faranno sentire a casa sua, sensazione che per Olivia è stata sconosciuta per lungo tempo. Anche Olivia è una bambina abbastanza originale, riservata, spesso scontrosa, senza amici, ma in grado di parlare con lo spirito del fratello maggiore morto. L’intero libro è un susseguirsi di eventi quasi fantastici e surreali che avranno un senso solo alla fine, mantenendo il lettore costantemente “sulle spine” stuzzicandone la curiosità. Viola Troisi, I A carpe diem per ridere un po’… BARZELLETTE COMPILATION Qual è il colmo per un bassotto? Non essere all’altezza E quello per un pilota? CAPIRE AL VOLO PER UN COMICO? PRENDERE IL LAVORO TROPPO SUL SERIO PER UN LIBRO DI ARITMETICA? COSA CADE DI INVERNO SULLE PISTE SENZA FARSI MALE ? LA NEVE! DOVE SI TROVA IL GALEOTTO? TRA LE GALESETTE E LE GALENOVE E’ POSSIBILE PER UNA GALLINA FARE UN UOVO DURO? CERTO, SE LAVORA SODO! UNA MELA DICE AL GIUDICE:-PARLERò SOLO IN PRESENZA DEL MIO AVOCADO!QUAL’ E’ LA DIFFERENZA FRA UN AUTO E UNA MOTO?CHE L’AUTO SI METTE IN MOTO MA LA MOTO NON SI METTE IN AUTO! NON AVERE PROBLEMI COSA FA UNA CASSIERA CON 2 AUTOMOBILINE? LO SCONTRINO COME SI CHIAMA IL CAMPIONE DI RALLY ITALIANO? GUIDO FORTE! QUAL è IL PASSATO DI VERDURA? IO VERDURAI,TU VERDURASTI, EGLI VERDURO’ COME SI CHIAMA L’ESPERTO DI PREISTORIA? DINO SAURO UN RAPINATORE ENTRA IN UNA BANCA ESCLAMANDO, CON DUE MOLLETTE IN MANO:FERMI TUTTI O VI STENDO! COME SI CHIAMA L’ESPERTO DI ANIMALI DELLA GIUNGLA? . RINO CERONTE! UN CONTADINO SEMINA IL MAIS MA IL RACCOLTO AVVIZZISCE. IL GIORNO DOPO PIANTA I CARDI E IL RACCOLTO FIORISCE. MORALE: MEGLIO CARDI CHE MAIS! Riccardo Bosella IA carpe diem per ridere un po’… IL SOLITO PIERINO PIERINO PIANGE DAVANTI ALL LAVANDINO E IL PADRE CHIEDE A PIERINO:- PERCHE’ PIANGI?E PIERINO RISPOSE:- MI è CADUTO UN CUBETTO DI GHIACCIO NELL’ ACQUA CALDA E NON RIESCO PIU’ A RITROVARLO!!!PIERINO AL PAPA’:-PAPA’!! È SCESO IL TERMOMETRO! IL PAPA’:- DI QUANTO?- PIERINO- DI CIRCA DIECI METRI… MI è CADUTO DAL BALCONE!! SE VI SONO PIACIUTE LE BATTUTE NON PREOCCUPATEVI . RIDERE FA BENE ALLA SALUTE!! ! Riccardo Bosella IA In nave,il comandante urla: "Marinaioooo...spiega le vele...!"Dunque...le vele sono dei pezzi di tela triangolare e servono...". "Mamma",dice Pierino,"ho fame,è pronta la pasta?"."Devi aspettare,tesoro, è a metà cottura"."E tu dammi la metà già cotta!". Cosa disse Garibaldi alle sue Camicie rosse alla finedella guerra in Sicilia? o Grazie Mille! qual è il colmo per una fata? Prendere il colpo della strega! Matilde Torrero I D 14 gennaio 2012 II open day: “La scuola mi è piaciuta tanto e le attività mi sono sembrate molto divertenti”. Anna Magliano S.E “ *La colazione dell'alpino? Pane, burro e Marmolada! *Sapete cosa fanno gli elefanti fra le 2 e le 3? Lezione di paracadutismo! E sapete perchè i coccodrilli sono piatti? Perchè vanno in giro per la giungla tra le 2 e le 3! *Cos'è quella cosa che fa 999 tic e 1 tuc? Un millepiedi con una gamba di legno! *La salsiccia dice al coltello:- Cosa provi per me? - - Affetto! *Un dino, due dini, tre dini... Chi sono? I conta-dini! Pierino dice al papà: - Papà, è più lontana la luna o Londra? - Il papà gli risponde, con aria un po' seccata: - La vedi la luna? E Londra la vedi? *Il principe alla principessa: - I miei omaggi! E il pastore, alla principessa: - I miei formaggi! – * -Buongiorno! Mi chiamo Birò, vuole provare la mia invenzione? - Si grazie! Io mi chiamo Gigliottìn, Vuole provare la mia? *- Nella sua vita vedo poche malattie... - Oh povero me! Sono un medico! *- Papà, perchè non mi compri più i coriandoli? - Perchè l'anno scorso li hai buttati via tutti! – Guido Spina IA carpe diem interno nievo La classe musicale: PASSIONE E IMPEGNO Per me era un sogno riuscire a suonare uno strumento che avesse un suono dolce e piacevole e promettendomi che ce l’avrei fatta ho cominciato a suonare uno strumento molto difficile che non avrei mai pensato di poter prendere in mano e cominciare a suonare, posso dire che me la cavo. Ho inseguito questo sogno con la mia migliore amica Alberica, che, come me, ci mette molto impegno e insieme credo che faremo molta strada. Ovviamente non siamo sole, ci sono altre quattro compagne: Ludovica, Fiammetta, Caterina e Margherita. Sono tutte molto simpatiche e anche molto brave. Non ci siamo solo noi ma tutta la classe suona uno strumento, noi sei il violino, altri sei il flauto traverso: Cecilia, Silvia, Alessia, Mark, Arianna e Chelsea. Anna, Viola, Riccardo, Guido, King ed Emma suonano il pianoforte. Poi ci sono i chitarristi che si chiamano Giovanni, Tommaso, Filippo, Sara, Giulia e Alessandro. La nostra classe è quella che lavora di più nella scuola perchè abbiamo tutti un’ora in più al pomeriggio, un pomeriggio per ogni strumento; il venerdì, invece, facciamo orchestra, a me piace molto quando ci troviamo tutti per suonare insieme perchè sono contenta di far parte di un piccolo gruppo di strumentisti. I professori sono molto bravi e insegnano molto bene, la mia insegnante di violino si chiama Maria Camilla Ormezzano ed è sempre allegra e spiega con molta sicurezza e impegno che trasmette anche a noi allieve. Durante l’ora di orchestra dirige, invece, il professor Vitarelli il quale insegna pianoforte; i chitarristi vengono seguiti dal professor Ferrara e i flauti dal professor Desantis. Spero di non smettere mai di amare la musica, di divertirmi sempre e proseguire impegnandomi al massimo su questo cammino. Sofia Testa I A IL CIELO di Margherita Gossi, 1^E Il cielo è come un bravo attore, cambia colore in tutte le ore, rosso, azzurro e arancione, incanta tutti, animali e persone, ma a volte quando è brutto e piovoso, di un grigio noioso, nessun bambino può andare a giocare e sognare di volare, lontano, lontano, per porgere una mano, a tutti i bambini che hanno bisogno di trovare un sogno, che li renda felici, come quando si va in bici. carpe diem speciale scuola Andare a Scuola in Germania Io e la mia amica Valentina abbiamo deciso di continuare le interviste ai ragazzi che vanno a scuola in un paese diverso dal nostro !!!! Abbiamo visto la scuola in Belgio e adesso voliamo in Germania e intervistiamo mio cugino Riccardo che va nella scuola Europea di Berlino. 1. Innanzitutto a che ora inizi e finisci la scuola ? Incomincio la scuola alle 8 e finisco alle 16 tranne il mercoledì e il Venerdì che finisco alle 14:15 2.Quanti anni state a scuola ? Allora ci sono : 3 anni di scuola materna- 6 anni di scuola elementare- non ci sono le scuole medie – 6 anni di scuole superiori- e poi se uno vuole c’è l’università. 3. Le vacanze sono uguali alle nostre ? No, noi abbiamo le vacanze estive che durano solo 6 settimane e il 3 di Agosto ricomincia la scuola , poi invece a Natale abbiamo solo 1 settimana e mezza e 2 settimane a Pasqua ,abbiamo però 2 settimane in Autunno e una settimana a Febbraio. 4.Ho sentito che i voti ve li danno diversi da noi ? Hai ragione infatti a noi i voti sono dall’ 1 al 6 . 5.Le tue materie sono tutte in tedesco o anche in altre lingue ? Le lingue straniere che studio sono inglese e francese . Tutte le materie le faccio in tedesco tranne storia-geografia-scienze che invece le faccio in tedesco . 6.Nelle lezione cambiate aule? Si, perché ne abbiamo 3:una solo nostra dove facciamo tedesco e le altre materie, la seconda è quella dove si fa francese e la terza è quella per fare gli esperimenti di scienze . 7. Avete delle materie diverse da quelle abituali? Si, lavoriamo al microscopio dove analizziamo gli animali ! Alessia Bruno I B UN GIOCO ENIGMISTICO V E R O o F A L S O ? Rispondi alle affermazioni Vero o Falso e inserisci nelle caselle la lettera corrispondente. Troverai un nome ! a cura di Davide Mesturino I D 1 2 3 4 5 6 7 V=a 8 9 1 il femore è un osso del braccio? 2 la porpora era una sostanza ricavata da 3 nella bandiera italiana il colore rosso è vicino all’asta V=b F=i 4 il ghiozzo è un piccolo pesce commestibile V=g F=o 5 il procione è detto anche orsetto lavatore V=m F=s 6 la cremagliera è un dolce a base di crema pasticcera V=e F=i 7 per misurare le variazioni del livello dell’acqua, si usa il flusiometro V = s F=r 8 il morello è u cavallo dal pelo nero V=r F=s 9 la glottide è una colla molto potente V=o F=a V=n F=e F=l carpe diem giallo che passione Il Teschio di Sangue (Thriller a Puntate - 3° Puntata) I poliziotti erano tra i vicoli oscuri a cercare qualche indizio; Phil Lawnser, un giovane poliziotto, entrato a far parte del Police Department di New York da pochi mesi, era alquanto nervoso all’idea di essere solo a cercare indizi in oscuri vicoli; in ogni angolo nei quali si poteva celare il Serial Killer Nessuno: un rumore di passi gli fece gelare il sangue ma, illuminando con la lampada, si tranquillizzò vedendo chi era: - ah, è lei, d … - ma colui che credeva un amico non si rivelò tale, infatti un aguzzo pugnale gli perforò la magra pancia, lasciandoli un grosso buco nelle carni e, in quei pochi minuti che gli restavano, si sentì mettere a nudo il petto, e tracciare un profondo solco su di esso. Quando ebbe termine la tortura lui non sentiva più niente: la morte gli aveva aperto le braccia e lo aveva portato con sé. La notte era giovane, ma le nuvole e la pioggia oscuravano tutto, e l’assassino si muoveva agilmente rimanendo nell’ombra: eccolo, un altro agente, un’altra vittima, un'altra ingenua preda che non sospetta di nulla, ma come gli altri si fida della persona sbagliata, rimanendo trafitto dall’affilato coltello, e un dolore lancinante sulpetto un teschio fu l’ultima cosa che sentì. L’assassino si muoveva nel buio, furtivamente, saltando di ombra in ombra: dei passi, un uomo con una pistola in mano avanzava – oh, eccola, d … - ma anche quel poliziotto credeva nella persona sbagliata, e lo capì quando un pugnale gli perforò le membra, una mano gli tappò la bocca e il pugnale che gli aveva perforato le membra uscì dalle carni e si spostò sul petto, tracciando anche su di lui un profondo solco raffigurante un teschio di sangue. Arrivò la mattina, e tutto il quartiere era isolato con scorte di agenti che tenevano sotto controllo l’area. Verso le 11:00 del mattino Ronald si svegliò, si guardò intorno: era in una stanza d’ospedale, con Henry ancora addormentato nel letto accanto; entrò nella stanza il dottore, che svegliò Henry e diede i vestiti ad entrambi, spiegando: - Signor Prime, lei è stato colpito alla gamba da un proiettile che non ha raggiunto l’osso, e che ieri sera abbiamo estratto; mentre lei, signor Raymen, è stato colpito di striscio dal proiettile, ma ci dovrà delle spiegazioni per i numerosi tagli che aveva addosso quando è stata ritrovata ieri notte, mentre zoppicando si dirigeva verso la discoteca. Si vestirono e, saliti in auto Henry spiegò a Ronald che l’assassino l’aveva attaccato ma aveva risparmiato anche lui. Arrivati, si diressero sulla scena del crimine; tra i quartieri, seguendo un poliziotto che gli indicò la via, arrivarono sulla Via Della Morte: c’erano tre agenti assassinati, entrambi con il petto scoperto, tre teschi inflitti su di esso e sulla pancia tre grossi buchi; da un camion parcheggiato più avanti dal rimorchio colava sangue: i due si avvicinarono ed Henry, con un grido improvviso: ma è mia moglie!! – disse Henry, precipitandosi sul cadavere, piangendone la terribile morte. - oh tu, Nessuno! Me la pagherai per aver ucciso la mia amata! Vedrai di cosa sono capace! - . Finì la giornata, e Ronald tornò a casa sua, arrabbiato ma anche spaventato dallo spettacolo lo spettacolo a cui aveva assistito che testimoniava le capacità micidiali dell’assassino, ma decise di non pensarci più – sebbene fosse cosa difficile - .Arrivò al suo condominio, salì le scale verso il suo appartamento, e vide la sua scortache gli faceva da guardia da dopo il suo scontro con l’assassino e, salutandole, entrò in casa. La porta era aperta, un gran vantaggio per l’assassino, che così non avrebbe dovuto sfondarla; entrò, nel condominio della sua vittima, colui che quella notte avrebbe dovuto morire. Saliva le scale con passo felpato simile a quello di un gatto; saltava ogni pianerottolo, ma a metà di una rampa si fermò, perché quello era il piano della sua nuova preda; tirò fuori dalla tasca un affilato pugnale, e se lo fece passare nella manica, nascosto alla vista ma pronto per l’uso. (continua alla pagina seguente…) carpe diem La sua corsa felina sulle scale si era fermata, e ora le saliva normalmente, e vide il pianerottolo: due guardie ne controllavano l’entrata ma lui, consapevole del fatto che all’ultimo momento avrebbe tradito loro, non si preoccupò di nascondersi ai loro occhi, e si avvicinò senza alcun timore. Le due guardie non ebbero il tempo di dire qualsiasi parola, perché l’assassino gli squarciò le gole, con un taglio netto, ma prima che morissero, ad entrambe scoprì il petto e con molta violenza, per perforare i possenti muscoli, tracciò su entrambe un teschio di sangue, e il pianerottolo venne sporcato dallo scuro e denso sangue. Sfilò dalla tasca della guardia moribonda, con la gola squarciata, le chiavi dell’appartamento, ed entrò lentamente; vide l’agente Prime seduto in salotto: sarebbe stato troppo semplice ucciderlo così: lui voleva uno scontro alla pari. Un colpo riecheggiò nella stanza, e un proiettile si conficcò nel muro: Ronald prese la pistola e si girò di scatto, puntandola contro l’aggressore: eccolo, Nessuno, al loro terzo incontro, con la sua vittoria nei due precedenti incontri; sul polso dell’assassino c’era del sangue fresco che usciva da una ferita appena fatta: - non puoi sfuggirmi adesso. Non hai scampo. – disse Ronald con un sorriso beffardo. Ma sulla bocca dell’assassino, unica parte del volto visibile, si dipinse un sorrisetto e, sparando un altro colpo nel muro, approfittò della distrazione di Ronald per giallo che passione sparargli un colpo in pieno stomaco. Un istante, un momento, una frazione di secondo, bastò questo a far schiacciare il grilletto della pistola di Nessuno, che prese di sorpresa Ronald: il proiettile uscì dalla canna in metallo, trapassando da parte a parte Ronald, facendo uscire dallo sbocco d’uscita uno schizzo di nero sangue: Ronald si inginocchiò, tossì sangue; tossì ancora e ancora, e il sangue che sputava tossendo si univa a quello che perdeva dai due fori del proiettile; si sdraiò a terra, con la pancia all’aria, cercando di appoggiarsi con la schiena al divano e, con gli occhi sgranati, guardava l’assassino avvicinarsi con il pugnale in mano: addio Ronald Prime, ci si rivede all’inferno. Ricordati di me, ricordati di NESSUNO!!! Riprese conoscenza, e riuscì a vedere l’assassino che se ne andava con il pugnale insanguinato e poi, con le ultime forze, si trascinò verso il telefono: ad ogni movimento perdeva sangue, ogni movimento, seppur con un’avanzata di poca distanza, gli sembravano chilometri, ad ogni movimento gli si annebbiava la vista un poco di più ma, arrivato al telefono, tirò il filo della ricarica e lo fece cadere a terra e, con il fiato che aveva, chiamò Henry: - A … aiuto … - e con le sue ultime parole cadde a terra, con gli occhi sgranati, ad inalare i suoi ultimi respiri. (Fine) Jacopo Margaglia, II D carpe diem Antibes Juan-les-Pins e PICASSO, o più semplicemente Antibes (in greco antico Antipolis, in occitano Antíbol), è un comune francese di 72.412 abitanti situato nel dipartimento delle Alpi Marittime nella regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra. La vita della città è molto animata e colorata in ogni periodo dell'anno, con i suoi mille ristorantini da tutti i prezzi, i negozi, i locali, le botteghe d'arte, i variopinti mercatini. Negli ultimi centocinquanta anni molti pittori, impressionisti e no, scelsero di soggiornare ad Antibes per un certo tempo per ritrarre i suoi paesaggi e la sua luce incomparabile: il più importante fu sicuramente Pablo Picasso, ma anche Nicolas De Staël, che vi trovò prematuramente la morte, Claude Monet e Paul Signac, Hans Hartung. All’artista spagnolo è stato dedicato un museo, il primo interamente dedicato all’artista. Il Museo Picasso è situato nell’antichissimo palazzo Grimaldi, nella città vecchia di Antibes ed è affacciato sul mare, in posizione dominante. E’ stato oggetto di una recente e sapiente ristrutturazione durata due anni che vale già di per sé una visita. L’antico castello Grimaldi fu edificato nel 1385 dalla famiglia Grimaldi, che lo tenne fino alla fine del 1600 quando passò, insieme alla città ed al porto, speciale arte sotto il controllo del re di Francia. Alla fine della seconda guerra mondiale il castello venne acquistato dalla città di Antibes che ne fece un museo. “Se volete vedere i Picasso d'Antibes, è ad Antibes che dovete vederli”. Il Museo Picasso espone disegni, tele, sculture e ceramiche che esprimono la gioia di vivere di Picasso e testimoniano il suo periodo felice ad Antibes, dal 1945 al 1948. In realtà, Picasso risiede ad Antibes solo per due mesi (settembreottobre 1946), con la sua giovane compagna e musa, Françoise Gilot, dove gli viene proposto di lavorare al Castello Grimaldi. E' proprio il fotografo e amico dell'artista che propone a Dore de la Souchère, il sovrintendente del museo, di negoziare con Picasso una donazione al Museo in cambio del permesso di utilizzare un ampio salone del secondo piano come atelier. Picasso entusiasta, in cambio si offrì di decorare il castello e dalla metà di settembre alla fine di novembre del 1946 realizza numerose opere, disegni e dipinti tra cui Les Clés d’Antibes. Nel 1947 dipinse sempre per il Museo anche Ulisse e le Sirene. I dipinti riflettono la povertà del dopo guerra ma esprimono anche la gioia di vivere in un paese di nuovo libero. A seguito del suo soggiorno nel 1946, Pablo Picasso ha lasciato ad Antibes 23 dipinti e 44 disegni. Tra i dipinti più famosi:” La Joie de vivre”, “Satiro”, “Donna con ricci di mare”, “ la Capra”. Il 22 settembre 1947 vede l’apertura ufficiale della Sala Picasso al primo piano, con il primo gruppo di opere prodotte ad Antibes nella stanza ovest in presenza di una grande folla. Il 7 settembre 1948 segna l’apertura al pubblico di una nuova raccolta dedicata a Picasso: Ceramiche - Pittura - Disegno. Il 23 Febbraio 1957, Pablo Picasso riceve ufficialmente il titolo di cittadino onorario della città di Antibes, in una cerimonia presso lo Chateau Grimaldi. Nel 1991, la donazione di Jacqueline Picasso consente un ulteriore arricchimento delle collezioni di Picasso, che consiste di 4 dipinti, 10 disegni, 6 stampe, 2 ceramiche. Dal 1952 al 2001, vari doni e acquisti consentono l’acquisizione di opere su carta, stampe e arazzi di Pablo Picasso. Viola Troisi IA carpe diem personaggi è nata il 31 luglio 1965 a Yate. I suoi genitori, Peter e Anne, si sono conosciuti nel 1963 su un treno diretto ad Arbroah, entrambi lavoravano nella marina e, ben presto, si sposarono. All’età di sei anni Joanne iniziò a scrivere delle storie sui conigli per sua sorella Dianne. Quando la famiglia si trasferì a Winterbourne Joanne trovò due novi amici, Ian e Vikki, con cui divertirsi. Alle medie frequentò la Wyedean School con i migliori voti e in seguito s’iscrisse all’università di Exeter. Dopo la laurea trovò diversi lavori come segretaria e nelle pause si dedicava alla sua vera passione. La scrittrice faceva spesso il tragitto Manchester - Londra in treno e durante il viaggio leggeva e scriveva. Un giorno il treno ebbe un guasto e Joanne, troppo stanca per leggere o scrivere, osservò la campagna e improvvisamente ebbe l’ispirazione per il personaggio di Harry Potter e della scuola di magia. Quando arrivò a King’s Cross aveva già abbozzato nella sua mente le basi della storia di “Harry Potter”. Lavorò sulla storia per molti mesi, ma la morte della madre, a causa della sclerosi multipla, la interruppe. Gli anni seguenti furono terribili per lei. Abbandonò la stesura della storia per parecchio tempo fino a quando, nel 1990, si trasferì in Portogallo per fare l’insegnante d’inglese. Questo lavoro le piaceva e le lasciava del tempo libero per scrivere. Poco dopo si sposò con un giornalista televisivo che, però, stava spesso lontano da casa causando dei problemi nella relazione. Nel 1992 Joanne scoprì di essere incinta e nel 1993 nacque Jessica. L’arrivo della bambina però non salvò il matrimonio e Joanne rimase sola. Allora la sorella Dianne la invitò a Edimburgo e così Joanne fece nuovamente le valige, ma non vi rimase a lungo perché si trasferì Londra in cerca di un impiego per mantenere la figlia. Alla fine decise di prendersi un anno di pausa e di dedicarsi alla stesura del libro. Con i soldi che aveva poteva permettersi solo un monolocale per lei e la bambina e per scrivere si rifugiava nel Nicholson Café. Nel 1994 il romanzo fu finito, Joanne cominciò quindi a cercare un agente per la pubblicazione e, dopo diversi tentativi, ne trovò uno: Christopher Little. L’agente contattò diverse case editrici mentre Joanne iniziò a lavorare come insegnante. Infine, nel 1996, la Bloomsbury Press decise di pubblicare il libro. In poco tempo il romanzo ebbe successo, altre case editrici le fecero richiesta e Joanne decise di mettere all’asta il manoscritto, che fu acquistato da Arthur A. Levine. “Harry Potter e la pietra filosofale” aveva avuto molto successo e quindi Joanne scrisse il seguito “Harry Potter e la camera dei segreti”. I libri divennero molto famosi e decise quindi di scrivere altri cinque romanzi: “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”, “Harry Potter e il calice di fuoco”, “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”, “Harry Potter e il Principe Mezzosangue” e infine “Harry Potter e i Doni della Morte”. In seguito pubblicò tre libri riguardanti la saga, ma dedicò i profitti a un’associazione di beneficenza. Attualmente Joanne vive a Edimburgo con il marito Neil Murray e i figli Jessica, David e Mackenzie. Lorenza Maffei, IG carpe diem creatività All’Inferno con Dante il “frignone” Ravenna, 11.10.1300 Caro diario, ti scrivo dalla barella dell’ospedale di Ravenna accanto al mio amico, Dante, che ti saluta. Ci è successa una cosa veramente strana che ti voglio raccontare. Ieri stavamo passeggiando quando è passata Beatrice che ci ha salutato e, come tutte le volte, Dante si è imbambolato e ho dovuto cercare di portarlo via con la forza;c’ero quasi riuscito quando ho sentito una forte botta in testa, alla nuca, poi credo di essere caduto e ho iniziato a vedere tanti pallini rosso scuro su sfondo bianco e mi sono ritrovato in mezzo a tantissimi alberi neri. Ad un tratto si è avvicinato un vecchio con la barba lunga e gli occhi verdi. Io ho pensato “che strano signore“ mentre Dante,che con le parole è bravo, ha iniziato a dire: “Maestro, dove mi trovo?” e altre cose che non ti racconto perché sono incomprensibili a noi terrestri. Poi, il vecchio, vedendo che non avevo idea di chi fosse, mi ha detto, con il tono con cui ci si rivolge a uno stupido che era Virgilio, una specie di poeta e che ci avrebbe guidato in un posto deprimente e triste e che quindi ci avrebbe fornito di maschere anti-gas e tanti fazzoletti. Zoppicando ci ha guidati fino ad un portone con un’insegna robotica come bocca che ripeteva: “Lasciate ogni speranza o voi che entrate.” Già qui Dante ha iniziato a piangere, è sempre stato un frignone fin dall’asilo e ha finito metà dei fazzoletti, cosa che non avrebbe fatto se avesse saputo quanto avrebbe pianto poi. Oltrepassata la porta c’era un palazzo di marmo tutto buio con almeno venti piani senza scale. A questo punto mi sono pizzicato, sai, magari funziona, ma non era così come a teatro. Nel primo piano c’erano delle culle con dentro dei vecchini minuscoli, ma non erano neonati perché piangevano e non erano per nulla carini.Nel secondo e terzo piano dall’alto c’era un vento incredibile e si sentivano rumori di baci e lamenti. Dante ha fermato due poveretti facendosi raccontare come erano arrivati fin lì e finita la storia ha pianto e ha finito i fazzoletti. Nel piano sotto si sentiva una puzza bestiale di fango e zolfo; alcuni uomini grassi si agitavano e si sentiva ogni loro movimento perché avevano la pelle incrostata di fango; a questo punto abbiamo messo le maschere anti-gas. Ho avuto paura ma non quanto Dante: credevo che per il buio mi avesse scambiato per un anti stress perché continuava a stritolarmi la mano! Comunque a un certo punto siè acceso un faro su un signore che, appena si è avvicinato, ho capito essere mio nonno, quello che mi aveva insegnato a scrivere e contare. Era imbronciato come lo ricordavo e, pensa, appena l’ho visto ho capito che eravamo nel girone dei golosi. Mi ha salutato normalmente: “Ciao Pintus, scendi con me al piano di sotto?” Io ho risposto di sì e ho chiesto cosa ci fosse sotto anche se lo supponevo. Il nonno era pieno di pene. “Stiamo andando nel girone dei fumatori di nascosto, ti ricordi che nascondevo i sigari nel salotto? Ecco devo scontare quel peccato e quello di essere stato scontroso e permaloso, ma io dico non è vero che…”. Pensa che protesta anche quando è all’Inferno! Io la sala dei fumatori di nascosto non la ricordo, forse per la botta o perché non ho una buona memoria, ma mi sembra fosse una montagna enorme piena di neve fresca avvolta in una nuvola di fumo di sigari, pipa e sigarette e i fumatori dovevano scalarla ma si stancavano subitofermandosi, non avendo fiato a sufficienza;però chi si fermava doveva ricominciare. Il nostro accompagnatore disse che aveva fretta e che doveva andare a sbrigare delle commissioni, ma Dante lo ha implorato di accompagnarci, però è scomparso e noi ci siamo ritrovati qui nella barella da dove ti scrivo. Dante vuole fare un libro di questa storia, la “commedia” la chiamerà, dice che diventerà un poeta famoso; io non ci credo, abbiamo scommesso, staremo a vedere. Arriva l’infermiera devo andare, ciao Pintus Alice Aldè, 2^E carpe diem curiosità “Guiness World Records 2012” L’ultima edizione dei “Guinness World records” include dei records davvero sorprendenti. Prima di tutto bisogna sapere che i records vengono esaminati da giurie di esperti e selezionati ogni anno tra migliaia di proposte e coprono un gran numero di aree. Troviamo per esempio records relativi allo sport, alla tecnologia, allo spirito di avvenuta, alla forza umana, alle abilità e talenti, alla natura, all’universo, e molto altro. Tra i records piu’ golosi troviamo la pizza piu’ grande disponibile in commercio, un’enorme pizza quadrata larga 1.37 metri per lato ed inclusa nel menu della pizzeria Big Mama’s and Papa’s a Los Angeles. Questa pizza puo’ sfamare fino a cento persone e puo’ essere ordinata per la consegna a casa al prezzo di 199,99 dollari piu’ tasse. Un altro record goloso tutto italiano è il cono gelato piu’ grande (2.81 metri di altezza) realizzato nell’arco di trenta ore di lavoro tra il 21 e il 22 gennaio 2011 a Rimini. Di tutt’altra natura alcuni records relativi alle imprese estreme, decisamente pericolose. Per esempio il tunnel di fuoco piu’ lungo attraversato in moto (metri 60.96), record effettuato dal motociclista acrobatico americano Clint Ewin. Impressionate anche il piu’ estremo e pericoloso degli sport, il banzai skydiving. Nato in Giappone, consiste nel volare a 3.000 metri di altitudine, lanciare il paracadute fuori dall’aereo, aspettare due secondi e quindi saltare. Molto interessanti anche i records raggiunti grazie alla forza fisica e alla resistenza del corpo umano. Per esempio 46001 flessioni in 24 ore oppure 1145 blocchi di cemento rotti in un minuto da un atleta turco di taekwondo o ancora 20 minuti e 10 secondi di apnea nella vasca degli squali, record effettutato da un atleta danese, o ancora 46 minuti e 7 secondi trascorsi immerso in un mucchio di neve da parte di un temerario cinese. Sicuramente apprezzati nelle nostre case sarebbero il signor John Harrold (UK) che riusci’ ad abbinare 34 calze in 17 paia nell’arco di un minuto o la signora Louise Dooey (UK) che in 8 ore rese splendenti la quantità incredibile di 2250 oggetti tra piatti, scodelle, pentole e posate! Affascinanti sono infine i records relativi alla tecnonogia, all’ingegneria e allo sport che sono anche la testimonianza del progresso e hanno un grande impatto anche sulla società e sul nostro modo di vivere. Basti ricordare per esempio i record raggiunti nel 2011 da Google e da Facebook oppure l’inaugurazione del ponte piu’ lungo (114 km) sulla ferrovia Pechino Shangai inaugurato nel giugno 2011. In conclusione ho trovato il volume molto interessante e divertente e lo consiglio vivamente. Fiammetta Pirro 1 A IL FUNAMBOLO Funambolismo… se penso a questa parola mi viene in mente quanto soffro di vertigini e quanto siano pazzi quelli che camminano tranquillamente su una corda sospesa nell’aria. Philippe Petit è uno di questi. Un giorno al povero Philippe era venuta una caria al dente. Dal dentista c’erano molte riviste di cui una rappresentava una nuova costruzione: le torri gemelle. Philippe, senza farsi vedere, strappò una pagina dalla rivista e lasciò perdere la caria. Sì, faceva male ma nulla era più importante di lasciarsi scappare un sogno. Questo pazzo sogno di un ragazzo con i capelli rossi e le lentiggini era di fare funambolismo tra le torri gemelle. Ma purtroppo non erano ancora state costruite. Sembrerebbe che le torri gemelle siano state costruite apposta per lui. Nell’attesa della costruzione lui si allenava a Notre-Dame tra le cime della cattedrale e a Sidney tra le guglie dell’Opera house. Il grande giorno stava per arrivare e la tensione per Philippe saliva sempre di più. Dopo mille contrattempi Philippe attraversò la corda dei suoi sogni e dopo 45 minuti sulla corda scese e venne arrestato. I poliziotti intervenuti sul posto rimasero comunque a bocca aperta di fronte ad un tale spettacolo. Avrebbero portato in galera più volentieri un delinquente. E se volete fare funambolismo anche voi vi auguro buona fortuna ma.... attenti al vento. Anna Blangino 1A carpe diem inventafavole IL CIGNO E IL GABBIANO Un cigno e un gabbiano andarono in un lago a pescare la cena per la famiglia. Il gabbiano, riempito un cesto, si preparò per tornare a casa. Il cigno, invece, che voleva sempre dimostrare di essere il migliore e voleva sempre di più, non si accontentò di un cesto solo ma ne riempì ben tre. Lungo il ritorno, però, stravolto dall’enorme peso, il cigno lasciò cadere i tre cesti e tutti i pesci andarono perduti e la sua famigli restò senza cena. Il gabbiano, vista la situazione, invitò il cigno e la sua famiglia a cena a casa sua. Questa favola insegna a non desiderare più di quello di cui si ha bisogno e di condividere quello che si ha con chi ha meno di noi. Chi troppo vuole nulla stringe. Francesco Frola, 1^E LA VOLPE E IL CASTORO Un castoro viveva in un bosco abitato da molte volpi. Un giorno uscì dalla sua tana per andare a bere ad un fiume vicino a casa sua, quando incontrò una volpe astuta che gli disse: “Se tu mi segui ti darò più di un bicchiere d’acqua, ti offrirò grandi ricchezze”. Il castoro, credendo di fare un affarone, accettò. La volpe gli disse: “Portami a casa tua, voglio vedere dove mettere le tue grandi ricchezze”. E indicò al castoro dov’era la propria casa dicendo: “Tu vai a vedere dentro casa mia quante ricchezze ti darò!”, ma la volpe, appena il castoro si fu incamminato, incominciò a rubare tutti i suoi beni. Questa favola insegna a non fidarsi degli sconosciuti e neanche dei più furbi. Ludovico Riccardi, 1^E IL LEONE E IL TOPO Un leone molto vecchio e un topino molto piccolo desideravano entrambi mangiare la mela più rossa dell’albero, ma il leone era troppo vecchio per saltare e il topino troppo piccolo per raggiungere la mela. Il topino chiese aiuto al leone, ma il leone arrogante rifiutò. Il topino disse: “L’unione fa la forza, mettiamoci insieme e saremo tutti e due felici” Il leone accettò la proposta: il topo si arrampicò sulla schiena del leone e riuscì così a prendere la mela. I due animali si divisero il frutto e rimasero per sempre amici. Lodovica Piacenza, 1^E IL TOPO E LA LUNA Un topo, una sera, mentre passeggiava per il bosco, vide in una pozzanghera il riflesso di una “cosa” rotonda che assomigliava ad un bel pezzo di formaggio, in realtà era la luna piena! Voleva averla a tutti i costi per vantarsi con i suoi amici. Passò tutta la notte a costruire un “aggeggio” per raggiungere il suo prelibato bocconcino. Dopo molto lavoro salì sulla navicella che però non riuscì a superareneanche la cima dell’albero a fianco a lui, precipitò e il topo fece una brutta fine. Chi troppo vuole nulla stringe. Martina Canale, 1^E carpe diem inventafavole LO SCOIATTOLO E IL CORVO Un piccolo scoiattolo si aggirava per il bosco alla ricerca di cibo per l’inverno; a un certo punto vide due noci sotto un grosso albero e decise di andare a prenderle. Quando stava per raccoglierle si accorse che sotto un pino molto più lontano c’era un cesto pieno di arachidi e noci. Allora ignorò le due noci e cominciò a correre e saltare per andare a prendere il grosso bottino. Mentre, però, era quasi arrivato vide una bambina che, seduta dietro l’albero, si alzò e raccolse il paniere pieno di noci. Lo scoiattolo, deluso, decise di ritornare a prendere le due noci che gli restavano. Nel frattempo, però, anche le due noci erano scomparse: dall’alto, un corvo le aveva viste, prese e portate via con sé. Lo scoiattolo che troppo volle nulla strinse. Anastasia Conte, 1^E IL GATTO E IL TOPO Un gatto ed un topo, amici da molto tempo, quando decisero di mettere su famiglia, costruirono le loro abitazioni vicine. Durante un periodo di scarso cibo, il gatto, senza pensare alle conseguenze delle sue azioni, divorò i figlioletti del topo, dopo averlo allontanato con una scusa. Il topo, quando tornò nella sua tana e si accorse di quello che aveva fatto il gatto, non poté fare nulla contro quest’ultimo più forte di lui se non maledirlo per l’azione che aveva compiuto. Bisogna scegliere con oculatezza i propri amici poiché l’istinto è più forte della ragione. Lucrezia Piovano, 1^E LO SQUALO E LE ACCIUGHE In un mare profondo profondo viveva un enorme squalo, così grosso da poter mangiare un naviglio in un sol boccone. Da tempo le acciughe erano diventate il pasto preferito del grosso pescecane e ciò non piaceva loro, dato che passavano la giornata a scappare dal grosso predatore, lasciandoci tre volte su quattro la lisca. Un giorno, però, la Grossa Anziana Acciuga tenne un discorso:-Mie giovani e care acciughine, non avete ancora capito che solo mettendoci insieme riusciremo a formare un potente esercito e sconfiggere quel tonno troppo cresciuto? Forza, organizziamo un piano!-e cos ìfecero. Karl, il pesce più veloce del gruppo, avrebbe dovuto provocare lo squalo, costringendolo a farsi inseguire (ovviamente il pesciolino avrebbe avuto la meglio, essendo veloce) fino al punto prestabilito, dove sarebbe dovuto spuntare l'esercito dei pesci, pronto ad attaccare lo squalo. Il Piano funzionò a meraviglia: il predatore venne ucciso e da quel momento capirono che solo collaborando si possono affrontare i problemi con successo. Andrea Venia, 1^E carpe diem IL CAPODANNO CINESE 2012 Yahan Kellouh è il mio migliore amico. Abita a Pechino, è alto, ha dei bellissimi capelli a caschetto neri come il carbone che talvolta si permettono di coprire gli occhi a mandorla, ma la cosa che mi stupisce di più del suo carattere è l’incredibile rispetto che ha nei confronti di qualsiasi cosa tipico della sua nazione. Pensate che due anni fa mi aveva invitato da lui, in Cina. Ecco, io mi sono sentito davvero inutile quando (un giorno in cui egli mi stava mostrando le vie principali della sua città) dopo mezz’ora di cammino mi sono reso conto che tutti mi stavano guardando male perché non raccoglievo le cartacce che vedevo attorno a me. Poi, da quella vacanza in Cina, non l’ho più rivisto né sentito. Fino al 31 dicembre, a mezzanotte, quando mi ha chiamato per farmi gli auguri un po’in anticipo, diceva. Mi sono chiesto perché mai stesse parlando di anticipo, ho ricontrollato la data sull’orologio, ma non pareva esserci alcun errore: era proprio l’ultimo di Dicembre e Pippo Baudo stava facendo il conto alla rovescia alla tv. -Perché mai parli di anticipo?-gli ho chiesto io. - Dovresti sapere,-mi ha risposto.-che quest’anno noi il capodanno lo festeggiamo un po’più tardi di voi: il 23 Gennaio.- Gli ho chiesto cosa intendesse per “Quest’ anno” ed egli mi ha risposto che la data cambia ogni volta, a seconda di quando si verifica la prima luna nuova dell’anno. -Quindi, se ho ben capito, tale data si verificherà al dodicesimo novilunio del 2011.-ho fatto io in un patetico sfoggio della mia cultura. Yahan mi ha però specificato che in realtà il capodanno cinese è molto più complicato di quello italiano anche per altri motivi. Ad esempio mi ha spiegato che ogni cambiamento dell’ anno rappresenta un passaggio da un segno zodiacale ad un altro. Quindi, io e lui (pur essendo nati uno ad Aprile e l’altro a Dicembre) saremmo dello stesso segno zodiacale: il drago. -Già, ma non è finita: per la prima volta dal 2000 l’anno del drago si ripete! Nel 2012! Sì, è il nostro “secondo compleanno” per la tradizione cinese.-mi ha in seguito riferito Yahan. Inoltre mi ha spiegato che secondo la mitologia cinese, il capodanno non è altro che un modo per sfuggire a Nian, un mostro “molto impressionabile” solito uscire ogni dodici mesi per predare esseri umani. Per questo motivo a capodanno si è soliti festeggiare con luci, botti e fuochi d’artificio: per spaventare il Nian e distrarlo dalla sua caccia. Se ci tenete a saperlo, vi elencherò alcuni dei più sorprendenti riti praticati in Cina per festeggiare il capodanno, da loro chiamato chùnjié: Festa di Primavera. 1. Le feste più impensabili sono la Festa delle Lanterne (yuànxiàojié) e la Danza del Drago. La prima festeggiata il quindicesimo giorno: le famiglie escono di casa e si mettono a passeggiare tranquillamente con in mano una lanterna da venti chili; nella seconda invece, un manichino rappresentante un leone si muove per le strade annunciato dai tamburi. 2. Pensate che, anziché regalarsi videogiochi come fanno tutte le persone normali, i cinesi a capodanno usano consegnarsi delle buste. Buste rosse (lai shi). Dentro mettono soldi in piccole quantità, solo monete da pochi yuan. Però, ci sono delle condizioni se volete regalarle a degli amici: il numero delle monete deve essere pari, altrimenti state consegnando denaro in occasione di un funerale e potreste beccarvi un ceffone. Il numero delle monete non può essere 4 o un multiplo, per via di una certa assonanza con il termine “morte” (in cinese mandarino), fa eccezione l’otto, considerato dai cinesi di buon auspicio: una scelta standard per un piccolo dono. 3. Se volete addobbare la vostra casa per la ricorrenza, potete scegliere se esporre dei piccoli ninnoli (dei minuscoli oggetti ornamentali) raffiguranti dei pesci, il più tradizionale è il Koy, una specie di carpa, o dei simpatici lingotti d’oro ed argento, gli yambao, considerati porta fortuna specialmente in questo periodo. Un’altra ottima scelta è l’esposizione di boccioli di prugno asiatico (méizi) o di altri fiori allegri e colorati come il grisantemo. 4. I piatti tipici per festeggiare il nuovo anno sono pesce e pollo, soprattutto il pesce, in modo da avanzarne per questioni scaramantiche; un tradizionale gioco di parole cinese è infatti “Niàn Niàn yòu y’ù”, che significa “Ci sia sovrabbondanza quest’anno” e in cinese sovrabbondanza si pronuncia come pesce. E per dolce … nian gao per tutti! (offro io) -Insomma,- mi ha infine detto Yahan.-Spero vivamente che tu abbia imparato qualcosa. Buon anno, anzi: buon nònglì xìnniàn, Giulio … Giulio Frangioni I F carpe diem ricordando il 2011 COME SARA’ IL 2012? SPERIAMO MEGLIO DEL 2011 14 GENNAIO: messo alle corde da un movimento di protesta che da settimane infiamma la Tunisia, il presidente Ben Ali, al potere da 23 anni, abbandona il Paese rifugiandosi, in Arabia Saudita. 11 FEBBRAIO: Honsi Mubarak, presidente dell’Egitto, è il secondo leader travolto dalla Primavera Araba. Dopo 30 anni di dominio si dimette eviene processato. 15-16 FEBBRAIO: A Bengasi, la seconda città della Libia, manifestanti scendono in piazza per protestare contro l'arresto di un attivista per i diritti umani. E' la scintilla che, di lì a poco, darà inizio in numerose città del Paese a una rivolta contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi. 11 MARZO: Un terremoto di intensita' 8,9 gradi Richter colpisce il nord ovest del Giappone, provocando un devastante tsunami che si abbatte sulle coste nordorientali del Paese. Il disastro provoca circa 20mila tra morti e dispersi, dando origine a una crisi nucleare nell'impianto di Fukushima. Responsabile di entrambi i gesti e' il 33enne Anders Behring Breivik, estremista di destra. 23 LUGLIO: La cantante Amy Winehouse muore, per abuso di alcool. Aveva 27 anni. 29 AGOSTO: Berlusconi continua a mettere a punto la manovra. L’Italia è sotto attacco speculativo, la borsa crolla e lo spread tocca livelli storici. Le misure risultano insufficienti. 11 SETTEMBRE: a New York si celebrano i 10 anni dell’attentato che ha distrutto le Torri Gemelle. 23 SETTEMBRE: il CERN di Ginevra rivoluziona (forse) la fisica: la materia con i neutrini può superare la luce. Se dimostrato, si dovranno riscrivere i libri di fisica. 5 OTTOBRE: Steve Jobs , fondatore della Apple, padre dell’iphone e dell’ipad. Era da tempo malato di cancro. 20 OTTOBRE: il leader libico Muammar Gheddafi viene catturato dai ribelli a Sirte e ucciso. 15 MARZO: La Primavera Araba contagia anche la Siria, dove i cittadini scendono in piazza contro il regime di Bashar al-Assad. 23 OTTOBRE: Muore in Malesia nel circuito di Sepagn, a 24 anni, Marco Simoncelli, campione della 250, supposto erede di Valentino Rossi. 17 MARZO: in Italia si celebrano i 150 anni dell’unità. 25 OTTOBRE: Vengono raggiunti i sette miliardi di persone sulla terra. 29 APRILE: In diretta televisiva, davanti a un pubblico di oltre un miliardo di persone, viene celebrato a Westminster Abbey il 'matrimonio dell'anno' tra il principe William e Kate Middleton. I coniugi assumono il titolo di duca e duchessa di Cambridge. 2 MAGGIO: Il leader di al Qaeda Osama bin Laden, ritenuto responsabile degli attentati alle Torri Gemelle, viene ucciso in un raid dalle teste di cuoio americane nel suo nascondiglio in Pakistan. L'evento viene celebrato negli Usa. 7 MAGGIO: il Milan vince il suo 18° scudetto della sua storia. 12- 13 GIUGNO: i quattro referendum su acqua, servizi pubblici, nucleare e legittimo impedimento passano a maggioranza. Dopo Fukushima, l’Italia abbandona il nucleare. 22 LUGLIO: La Norvegia viene sconvolta da una doppia strage: una bomba esplode a Oslo uccidendo 8 persone, mentre sull'isola di Utoya un uomo armato massacra 69 ragazzi durante una convention dei giovani laburisti. 26 OTTOBRE: A causa di piogge eccezionali avvengono frane e inondazioni in Liguria e in Sicilia. 3 NOVEMBRE: da ricercatori francesi per la prima volta al mondo viene invertito il processo di invecchiamento cellulare. 12 NOVEMBRE:Silvio Berlusconi, dà le dimissioni da Presidente del Consiglio. 18 NOVEMBRE Nasce il governo tecnico guidato dal professor Mario Monti 13 DICEMBRE: Con una cerimonia solenne, finisce ufficialmente la guerra in Iraq, che durava dal 2003. Le truppe americane lasciano il paese. 17 DICEMBRE: Muore il dittatore nord-coreano Kim Jong Il, al potere dal 1994. Alessandro e Mattia Agosto II B.