Novembre 2012 - Istituto Nievo

Transcript

Novembre 2012 - Istituto Nievo
CARPE DIEM
Cogli l’attimo
Il giornalino del Plesso Nievo
ANNO XIX N° 1
UNA SCUOLA TANTI PROGETTI
Nonostante la crisi e i tagli la nostra scuola continua a
“formare” cittadini responsabili, tolleranti e solidali
aderendo a numerose iniziative e proposte.
“FACE TO FAITH”, promosso dalla fondazione dell'ex Primo
Ministro inglese Tony Blair. Si tratta di un ampio progetto
educativo rivolto ai giovani tra i 12 e i 17 anni, che
coinvolge gli studenti di diciannove paesi, tra cui U.S.A.,
Australia, India, Giordania, Libano, Kosovo, Ucraina ed
Italia. (pag 2)
“SAVE THE CHILDREN” Attività che serve a risvegliare la
coscienza delle persone che non hanno rispetto per i meno
fortunati. Invece si può fare qualcosa fin da quando siamo
bambini a donare anche solo 2 euro per salvare un bambino
come noi. (pag. 3)
LA PROTEZIONE CIVILE, UNA DIMOSTRAZIONE di CIVILTA’;
tende e unità cinofile nel cortile della scuola. (pag. 4)
MERCATINO di NATALE, 12 e 13 dicembre 2012
E nei prossimi numeri…
novembre 2012
CARPE DIEM ANNO XIX
RIENTRO ALLA GRANDE
Numero 1: 28 pagine!!!
Grazie a tutti gli alunni, e non, che
hanno collaborato per questo
strepitoso inizio.
Ricordiamo che gli articoli per
essere pubblicati, devono recare il
nome degli autori, che possono poi
scegliere di rimanere anonimi.
Inoltre è necessario limitare i
contributi ad una sola pagina di
testo, altrimenti sarà necessario
fare degli spiacevoli “tagli” o,
peggio ancora non pubblicare
alcuni articoli.
Continuate a leggere e a scrivere
per il Vostro storico e irripetibile
giornalino scolastico.
La
Redazione
LABORATORIO SUL PENSIERO CRITICO, la filosofia spiegata
ai ragazzi, un metodo per sviluppare tecniche di
apprendimento e ragionamento.
LA SCUOLA ADOTTA UN MONUMENTO, per conoscere,
vivere ed apprezzare il territorio e la città in cui viviamo.
ULTIMI GIORNI PER LA RACCOLTA di
MATERIALE SCOLASTICO
A PASSO DI RESISTENZA anno secondo si chiamerà
RESISTENTISSIMA, le nostre classi terze “occuperanno”, l’ex
rifugio antiaereo del Monte dei Cappuccini.
In favore degli scolari emiliani colpiti
dal terremoto e del progetto UNICEF.
RIEMPITE DI GENEROSITA’ I
CONTENITORI NELL’ATRIO!!!
carpe diem
progetto convivenza civile
Un progetto “speciale” nella nostra scuola
La nostra classe quest'anno, con la 3 E del plesso Nievo, partecipa al progetto internazionale “Face to
Faith”, promosso dalla fondazione dell'ex Primo Ministro inglese Tony Blair. Si tratta di un ampio progetto
educativo rivolto ai giovani tra i 12 e i 17 anni, che coinvolge gli studenti di diciannove paesi, tra cui U.S.A.,
Australia, India, Giordania, Libano, Kosovo, Ucraina ed Italia.
Obiettivo del progetto è educare le generazioni del ventunesimo secolo a vivere in modo multietnico,
fornendo le competenze (collaborazione, ascolto attivo, apprendimento cooperativo, dibattito e pensiero
critico) per un dialogo interculturale ed interreligioso che permettano il confronto su argomenti come diritti
dell'uomo, ambiente, fede e religione. I principi di “Face to Faith” si racchiudono nella parola “Respect”,
alla base di qualsiasi convivenza civile.
R= rispetto per reciproche convinzioni, valori, atteggiamenti e religioni
E= educazione perché la conoscenza crei comprensione S= sicurezza, in un ambiente protetto ci si
confronta con maggior fiducia
P= prospettiva, per comprendere bisogna allargare i propri orizzonti
E= empatia per vedere il mondo con gli occhi altrui e magari sembrerà più bello
C= celebrazione, siam tutti speciali nella nostra unicità
T= tolleranza, mente e cuore aperti permettono di esplorare grandi idee.
Le attività previste ci permetteranno anche di fare valutazioni sulle informazioni che si trovano in
internet, sui condizionamenti dovuti all'ambiente e ai mezzi di comunicazione, discutere sulla fede,
far parte di “una cittadinanza mondiale rispettosa delle differenze” come ha detto Tony Blair. La
fase finale consisterà in una videoconferenza, attraverso Skype, in cui ci scambieremo, in inglese,
opinioni e punti di vista con una classe di un altro paese. Noi della 3 F abbiamo cominciato a
lavorare all'inizio del mese di ottobre e ci è stata assegnata una password personale per accedere
direttamente al sito del progetto. Con la professoressa di religione abbiamo discusso sul significato
di Fede, cominciato a lavorare sull'importanza del dialogo e sui principi fondamentali per riuscire a
tenere una conversazione o entrare in Empatia con persone di cultura o religione diversa. Con la
professoressa di Italiano stiamo facendo un interessante lavoro di cultura e geografia. Abbiamo
analizzato le religioni presenti nel mondo, la loro storia, i principi fondamentali, i testi sacri, le loro
caratteristiche e altro. Inoltre ci siamo informati sui conflitti e le guerre di religione del ventesimo
secolo. Troviamo questo progetto molto interessante e coinvolgente. Vi terremo informati.
2
Classe III F
carpe diem
progetto solidarietà
SAVE THE CHILDREN
divertente il significato di queste parole e il
problema che rappresentano nel terzo mondo.
Abbiamo imparato che non tutti i bambini del
mondo sono fortunati come noi che viviamo in
Italia. Magari qualcuno non ha acqua, o chi ne
ha ce l'ha sporca. Alcuni bambini vengono
obbligati a fare lavori troppo duri, o non hanno
una casa. Tutti i bambini hanno il diritto di poter
mangiare sano e bere acqua pulita, se stanno
male devono avere le medicine. Inoltre devono
poter giocare e andare a scuola. Io spero che
prima o poi il mondo cambi e tutti i bambini
possano avere questi diritti. Abbiamo anche
capito quanto cibo noi sprechiamo e quanto
poco cibo ci sia in altri paesi. Questa gita mi è
piaciuta e ho capito che possiamo fare sempre
qualcosa per chi ne ha bisogno. Questa nostra
presenza serve per fare capire alle persone di
come si vive in paesi come l’Africa dove si può
morire per un raffreddore. Abbiamo contribuito
con la nostra presenza a risvegliare la coscienza
delle persone che non hanno rispetto per i meno
fortunati. Invece si può fare qualcosa fin da
quando siamo bambini a donare anche solo 2
euro per salvare un bambino come noi. Gli
animatori hanno dato a ognuno di noi un
palloncino che abbiamo appeso sui tre totem
presenti nella piazza.
L'associazione SAVE
THE CHILDREN ci ha fatto capire che è
importante non sprecare nulla di quello che
abbiamo. D’ora in poi ci penseremo.
Venerdì 19 ottobre insieme ad un paio di classi
delle scuole Nievo e Matteotti ci siamo ritrovati
in piazza San Carlo per far sentire le nostre voci
in favore del progetto “Save The Children”.
Alcuni animatori dell’ associazione
ci
aspettavano per proporci delle attività. Ci hanno
smistato in 4 gruppi in cui erano presenti anche
ragazzi della Matteotti. Abbiamo praticato
diversi giochi a cui corrispondeva un problema
come lo spreco, la malnutrizione e l'urgenza.
Nel gioco che
simboleggiava l'urgenza,
consisteva in un gioco dove noi potevamo
capire quanto si possono aiutare i bambini. Si
prendevano delle palline blu che significavano
acqua pulita e dovevamo togliere le zanzare da
un bimbo disegnato e fare una smile face che
voleva dire che avevamo salvato un bambino. In
quello sulla malnutrizione un bambino veniva
bendato e gli altri lo guidavano verso delle
ciotole con dentro dei materiali che
rappresentavano alcuni elementi nutrizionali.
L'ultimo gioco dimostrava lo spreco. I volontari
dell'associazione ci hanno divisi in 2 gruppi: i
consumatori e i produttori. Un gruppo aveva
tanti consumatori che prendevano la spazzatura
e la portavano dai raccoglitori che la tenevano
in mano; l'altro gruppo aveva tanti raccoglitori e
pochi consumatori! Il fine era quello di far
notare che chi ha tanti consumatori e pochi
raccoglitori spreca di più mentre il caso
contrario fa notare come non ci sia spreco.
Questi giochi ci hanno insegnato in modo
Gregorio Comerro, Bianca Palici di Suni, Nicola
Bernardini, Filippo Tagna, Umberto Padovano,
Edoardo Vigo, Cecilia Durante, Francesco
Cavallini
1C
3
carpe diem
progett0 sicurezza
LA PROTEZIONE CIVILE, UNA DIMOSTRAZIONE di CIVILTA’
Ad ottobre, tutte le classi prime hanno assistito ad una dimostrazione della Protezione Civile svolta
presso il cortile della nostra scuola. Alcuni volontari ci hanno mostrato come si monta una tenda in
casi di emergenza come è accaduto in occasione dei terremoti che si sono verificati in Emilia
Romagna e in Abruzzo. La tenda che è stata montata nel cortile della scuola può ospitare sei
persone ma anche 8, 12 o 14 quando si ha bisogno di dimensioni più grandi. In seguito abbiamo
avuto la possibilità di entrare dentro la tenda e di porre delle domande ad esempio per casi
particolari come con persone claustrofobiche; ci hanno risposto che in questi casi cercano sempre
di posizionare le loro brandine il più vicino possibile all’uscita. In Italia la Protezione Civile è
composta solamente da persone volontarie a differenza dell’America. Ci siamo poi recati verso
l’unità mobile da cui si potevano sentire le comunicazioni che giungono dal centro operativo della
Protezione. In seguito ci hanno mostrato che sulla parte superiore del camper c’è una videocamera
che mostra tutto ciò che accade all’esterno. Il camper è diviso in due parti; in una si svolgono le
riunioni, nell’altra sono controllate le comunicazioni via radio e la videocamera. Penso che sia
molto importante il lavoro che svolgono questi uomini, perché senza il loro aiuto e le loro
prestazioni, nelle situazioni più gravi di emergenza, come alluvioni, terremoti, inondazioni… non
ci sarebbero aiuti adeguati e soprattutto veloci. Un grazie di cuore alla Protezione Civile!
Chiara Terrone 1C
La Protezione Civile
Le Tende Un gruppo di volontari, coordinato da un istruttore, ha
rapidamente montato, in mezz'ora, con dei pali una tenda capace
di ospitare 6 persone. La tenda aveva due grandi ingressi sigillati
da una chiusura lampo chiudibile. Aveva anche quattro finestre
dotate di zanzariera. Per ripararsi dalla pioggia era stato aggiunto
un strato di tessuto impermeabile e per ripararsi dall' freddo erano previsti due fori da cui far
passare un tubo di scarico dell'eventuale stufa. All'interno della tenda per una migliore protezione
dalle intemperie era stata montata una seconda tenda. Dopo invece, ci hanno fatto vedere l’unita
mobile. C’era di tutto: i computer ,la stampante e un contatore di luce. Sopra questo camper c’era
una antenna parabolica e una telecamera. Un vero e proprio
ufficio.
I Cinofili Il lunedì successivo sono venuti dei volontari delle
unità di Cinofile (amici dei cani). I cani, Pastori Tedeschi
erano 4 e si sono esibiti in numerosi esercizi guidati dai loro
istruttori. Un cane di nome Argo come il cani di Ulisse, è
stato,secondo me, il più bravo: si è sdraiato per terra quando
l'istruttore ha fatto finto di colpirlo con una pistola e ha saltato meravigliosamente nei cerchi di
fuoco. Per dare un premio ha questi cani avevano una pallina che gli lanciavano. Però il cane più
giovane non voleva dargliela più.
Alla fine dell’esibizione hanno fatto una scenetta dove un
istruttore faceva finta di essere un delinquente e il cane lo mordeva. Tutta l'esibizione è stata una
esperienza nuova ed entusiasmante!!!!!!
Classe I C
carpe diem
a proposito di…
I Disturbi Specifici di Apprendimento: una realtà
da conoscere meglio
Purtroppo troppo spesso le maestre della scuola
elementare non sono preparate per riconoscere i
sintomi di questi disturbi e quindi i bambini si
trascinano per anni attraverso un percorso scolastico
faticoso, deludente e mortificante. Per fortuna la
nostra scuola è conosciuta per essere una struttura
molto aggiornata e molto attenta ai problemi di
questi ragazzi ed è in grado di fornire insegnanti
preparati e tutti i supporti e gli strumenti
compensativi adatti. Infatti, se riconosciuti ed aiutati
correttamente, i ragazzi con DSA possono affrontare
i normali programmi scolastici imparando tutto
quello che apprendono i compagni e in molti casi
compensare con ottimi risultati le proprie difficoltà.
Però è importante lavorare su queste problematiche:
bisogna aiutare i ragazzi a costruire un percorso di
apprendimento “su misura”, che sarà sicuramente
molto impegnativo per loro e anche per le famiglie.
E’ un errore che comprometterà tutto il lavoro di
formazione del ragazzo sfruttare la difficoltà come
alibi per scarsi risultati, a volte determinati da poco
impegno. L’individuazione del problema di
apprendimento e la realistica comprensione del
percorso di studio più adatto da seguire devono
essere un punto partenza concreto e positivo verso il
massimo miglioramento possibile, non un limite
invalicabile. Pensate che studiando i DSA, si è
scoperto che molti personaggi famosi, alcuni dei
quali ritenuti addirittura dei geni, erano affetti da
disturbi di apprendimento, perché se n’è trovata
chiara traccia nei loro lavori: Leonardo da Vinci,
Isaac Newton, Albert Einstein, Napoleone
Bonaparte, Winston Churchill, Pablo Picasso, John
F. Kennedy, Ingvar Kamprad (fondatore di Ikea) e
molti molti altri.nAlla fine di questa sintetica
spiegazione, riporto alcune righe trovate per caso
leggendo, scritte da una mamma di un bambino
disprassico, che sono state lo spunto per la stesura di
tutto quanto avete letto e che meglio di ogni altra
parola descrivono questo tipo di difficoltà ed il
mondo meraviglioso che è dentro ogni bambino.
M.L.S.
Nelle
nostre
classi sentiamo
sempre più spesso
parlare di DSA o
di
Disturbi
Specifici di Apprendimento. Quasi tutti i ragazzi
hanno dei compagni che in forma più o meno
accentuata presentano questi problemi e quindi
hanno delle difficoltà nello svolgere alcune attività
scolastiche.
Ma cosa sono questi DSA?
Dislessia = difficoltà nella lettura e nella
comprensione del testo.
Disgrafia = difficoltà nella riproduzione di segni
alfabetici e numerici.
Disortografia = difficoltà della scrittura che non
rispetta le regole di trasformazione del linguaggio
parlato in linguaggio scritto.
Discalculia = difficoltà nelle abilità di calcolo
numeriche e aritmetiche.
Disprassia = è un disturbo che riguarda la
coordinazione e il movimento e che può comportare
problemi anche nel linguaggio.
Si tratta di difficoltà nell'apprendimento di alcune
abilità specifiche come, ad esempio, la lettura, la
scrittura e il far di conto, che non permettono una
completa autosufficienza nell'apprendimento. I
disturbi specifici di apprendimento si verificano in
soggetti che hanno intelligenza nella norma o anche
superiore, con caratteristiche fisiche e mentali nella
norma e con normale capacità di imparare.
Si possono “guarire” o migliorare i DSA?
Se i disturbi specifici di apprendimento vengono
diagnosticati precocemente, tipo in seconda o terza
elementare, è possibile seguire un percorso
riabilitativo con logopedisti e psicomotricisti che
permette un recupero anche ottimo di molti casi.
6
carpe diem
a proposito di…
IL MIO PICCOLO EROE
Ho lottato ogni mio
istante.
C’è una goccia di
sangue e sudore
su ogni riga che ho
tracciato
su ogni lettera che ho
letto.
Sono la sfera che da piccolo
cercavo ostinatamente
di infilare nel posto del cubo.
Sono il gessetto che scivola dalle mani
quando tento di scrivere bene.
Sono la bici che ondeggia forte
C’è un mondo dentro di me che
sotto le mie pedalate, ma non cade.
prepotente chiede di uscire
Sono le parole che non riesco a dire
ma la mia porta è piccina
i gesti che non riesco a fare.
e tutto si aggroviglia.
Desidero con tutte le mie forze
correre e volare
Sono l’armonia non riconosciuta
la ricetta nuova mai sperimentata.
con la facilità degli altri bimbi,
Sono il mondo nuovo da scoprire
ma i miei piedi inciampano
la favola da inventare.
e mi ingarbugliano la vita.
Sono tutto ciò che c’è di diverso da te
Sono un guerriero instancabile
ho conquistato ogni mio gesto.
In un mondo di righe dritte e perfette
io navigo a zig zag
suonando una melodia meravigliosa
ma non sono io che stono
semplicemente intono un canto
che tu non sai ascoltare…
(Marzia Z.)
con strumenti invisibili
a chi non sa capirmi.
IL MONDO E’ UN CALZINO PUZZOLENTE …
“Il mondo è un calzino puzzolente,ma se trovi qualcuno di cui ti fidi puoi vivere felice” è uno
spettacolo fatto dai ragazzi della compagnia teatrale integrata “assaiASAI”. Essa è formata da
adolescenti e volontari, italiani e stranieri che,con l’aiuto di Rita Cerevico hanno ragionato sul
disagio mentale e sul concetto di “normalità”: cosa significa essere normali, nella società di oggi,
nel quotidiano dei nostri ragazzi? I giovani attori raccontano le vicende di un gruppo di “matti” che,
a seguito della chiusura degli ospedali psichiatrici decisa dalla Legge Basaglia, si trova nel mondo
dei normali e deve imparare a sopravvivere. I ragazzi mettono in scena la fatica di uscire dalle
categorie sano-malato, normale- anormale, e vanno alla scoperta di una formula specialissima di
essere se stessi. Amori nati su internet, corse su immobili tapis roulant e code ai centri commerciali
si fondono con il dolore profondo dell’essere umano quando abbandona il rassicurante concetto di
“categoria”.
Roberta Camanni III D
carpe diem
attualità
I GIOVANI ITALIANI
“BAMBOCCIONI” SI’…
E` ormai realtà che le generazioni degli anni 80, tendono a lasciare
sempre più tardi il nido famigliare per non affrontare, ogni giorno, le
difficoltà e le responsabilità di uomini e donne che hanno superato
da un pezzo la maggiore età. A questo punto, mi vengono in mente i
racconti di mio nonno, figlio degli anni quaranta, che, a soli
diciassette anni, con quindicimila lire e un pezzo di focaccia dolce,
ha lasciato, con orgoglio e spensieratezza la sua terra natia per
recarsi in Piemonte a cercare lavoro per se e i suoi fratelli. Credo che
per lui e per gli altri come lui non sia stato semplice, ma forse, sono stati aiutati da una società meno
legata ai pregiudizi e all’apparenza. Penso che i giovani d’oggi siano colpevoli di questo
atteggiamento infantile solo per una parte; spesso i famigliari tendono a proteggerli eccessivamente
facendo in modo di evitare loro quelle “sane” delusioni e impatti con la realtà che servono a
crescere veramente. Per contro conosco giovani, magari più sfortunati economicamente, che sono
disposti a lavorare e a spostarsi anche all’estero per completare velocemente gli studi, trovare un
impiego, alleggerendo in questo modo il bilancio famigliare. Credo che il segreto stia tutto in
questo: da parte dei giovani cercare di responsabilizzarsi fin dall’adolescenza e da parte dei genitori
lasciar crescere pur garantendo la propria presenza, affetto e appoggio morale.
Diletta Zanin 3 D
BAMBOCCIONI? NO!
L'essere bamboccioni spegne il futuro dei giovani che a venti anni
fanno già enormi sacrifici per conciliare lavoro, studio e
preoccupazioni varie, che provano a costruirsi un futuro migliore,
che non vogliono rinunciare più a una pizza con amici o alla palestra
o a qualsiasi altro svago per mancanza di soldi pensando che non
possano permetterselo. Tutto questo è davvero triste! I tanti giovani che vorrebbero sposarsi,
costruirsi una famiglia come possono realizzare sogni tanto comuni se guadagnano 600 euro al
mese e bisogna pagare anche le rate e l'assicurazione di una macchina che serve per raggiungere il
posto di lavoro?? Bisognerebbe davvero fare di più per noi giovani di oggi, siamo davvero stanchi
di sentirci solo dire “voi siete il futuro” ma quale futuro possiamo essere se non abbiamo gli
strumenti necessari??? Non ci è nemmeno permesso di avere voce in capitolo... visto che il nostro
paese è governato da persone ultracinquantenni che probabilmente non sanno cosa significa essere
giovani (oggi) senza un futuro e non hanno dovuto affrontare i mille problemi del XXI secolo per
trovare un posto di lavoro. C’è bisogno di una vera svolta e crediamo che noi giovani veramente
possiamo fare tanto, abbiamo molto da dare, almeno vorremo la possibilità di metterci alla prova!!
8
Alessia Chiabotto III D
carpe diem
attualità
“CRISI e DENARO: per che cosa devono essere utilizzati i fondi pubblici?”
Sono ormai mesi che sentiamo
parlare della grave situazione
finanziaria della Grecia, fino
ad arrivare alla crisi della
nostra Italia, a cui è seguito il
governo tecnico ancora in
carica. Ogni giorno siamo
costretti
ad
apprendere
vergognose notizie di utilizzo di denaro pubblico per
esigenze personali della nostra classe politica. Nella
vana speranza che questo possa terminare, a mio
parere gli investimenti dei soldi pubblici dovrebbero
essere destinati, relativamente al mondo scolastico,
nella messa in sicurezza di tutti gli edifici scolastici,
al miglioramento delle strutture sportive, alla
capienza delle aule, alla presenza di un numero
sufficiente di aule informatiche. In particolare di
consentire il cambiamento dal vecchio metodo di
lavoro scolastico, legato al cartaceo e alle lavagne
tradizionali, passando all’adozione di LIM, lavagna
interattiva multimediale, per garantire a tutti gli
alunni un sistema di apprendimento più veloce,
moderno e tecnologico, aiutando anche i ragazzi con
problemi di dislessia. Io personalmente ritengo un
passo avanti l’adozione del registro elettronico in
sostituzione del vecchio libretto di carta. Grazie
all’esperienza positiva del liceo frequentato da mio
fratello, ho potuto constatare che è un prodotto
completo per la gestione della didattica degli alunni,
delle assenze, dei voti, delle giustificazioni, delle
pagelle e delle comunicazioni Scuola Famiglia
attraverso il web, gli SMS e il Call Center. Da
giovanissima studentessa rivolgo la mia attenzione
oltre al mondo didattico anche al mondo dello sport,
al quale destinerei una parte del fondo pubblico per
aumentare il numero delle strutture sportive, la loro
efficienza
e
l’abbattimento
di
barriere
architettoniche per consentire l’accesso anche ai
ragazzi diversamente abili. Mi rendo conto che una
società come la nostra ha molte esigenze e ció che io
ho citato e soltanto una piccola parte.
Diletta Zanin 3 D
CRISI E DENARO PUBBLICO primo posto al diritto alla salute e all’istruzione
I soldi pubblici dovrebbero esser spesi per servizi sociali quali ad esempio ospedali, scuole, mezzi
pubblici,… Ho nominato gli ospedali per primi perchè trovo che il diritto
alla salute sia fondamentale e quindi deve essere garantito a tutti
indipendentemente dalle condizioni economiche, dallo stato sociale e dalla
provenienza. Anche la scuola è fondamentale per garantire un giusto livello
culturale a tutti affinché le posizioni lavorative più importanti possano
essere raggiunte da chi se lo merita e non solamente per nascita. Credo che
i fondamenti di uno stato civile si debbano basare proprio sul principio delle
pari opportunità. Penso che nonostante la crisi,di soldi pubblici ce ne siano
ma che vengano mal utilizzati a causa di sprechi e di ruberie. Inoltre se tutti i cittadini pagassero le
tasse sicuramente il denaro pubblico aumenterebbe e quindi potrebbe essere investito per migliorare
tutti i servizi. In un mondo ideale ogni cittadino dovrebbe contribuire in maniera equa ai costi dello
stato in maniera da soddisfare tutti i bisogni dei singoli, che siano ricchi oppure poveri.
9
Roberta Camanni
3°D
carpe diem
il pericolo corre sul web
AMANDA’ STORY
Amanda Todd è una ragazza canadese di sedici
anni che si è tolta la vita il 15 ottobre perché è
stata vittima di un caso di cyber-bullismo. La
giovane aveva mandato una foto del suo seno
nudo dopo le continue richieste pressanti di un
uomo conosciuto sul web. Amanda aveva
annunciato al mondo la volontà di suicidarsi
dopo aver postato un video su YouTube nel
quale mostrava, foglio dopo foglio, i motivi del
suicidio che avrebbe compiuto di lì a poco. Ha
raccontato di essere stata vittima di un caso di
cyber-bullismo, dopo che la sua foto a seno
nudo era stata caricata sul profilo Facebook
dell’uomo, del quale non si conosceva ancora
l’identità. Amanda ha raccontato di essere stata
presa da ansia e depressione appena ha visto la
sua foto sulla bacheca dello stalker, Il disagio
era stato tale da spingere Amanda ad assumere
droga e alcol per superare i momenti di
difficoltà e non pensare a quello che era
successo. Nelle sue ultime note trasmesse in
video Amanda ha scritto: “Non ho nessuno, ho
bisogno di qualcuno, mi chiamo Amanda
Todd”. Quel qualcuno Amanda lo ha trovato in
tutte le persone, soprattutto ragazzine, che
hanno attraversato gli stessi momenti,
minacciate su internet per colpa di una foto’’ in
più’’, mandata per scherzo, magari per un flirt
con colui che si trasformerà poi nel cyber-bullo
di turno. Un altro aiuto Amanda lo ha trovato
nel popolo della Rete, soprattutto negli hacker
più famosi al mondo che hanno deciso di
avviare la ricerca per dare la caccia a chi ha
spinto la Todd al suicidio. gli Anonymous
hanno pubblicato i dati dell’uomo che ha
minacciato Amanda su Facebook, postando la
sua foto sul social network. Si chiamerebbe
KodyMaxson e vive a New Westminister, nella
provincia della British Columbia in Canada.Gli
hacker avevano pubblicato un lungo video su
YouTube (ora rimosso), un video che mostrava
immagini di Google Maps e testi con le
informazioni personali del presunto molestatore
di Amanda, con screenshot degli account
utilizzati su altri social network,siti. Google ha
prontamente cancellato il filmato, perché
violava la privacy dell'uomo, e Anonymous si è
dovuto accontentare di pubblicarne un altro
dove dicono,ad esempio : “Di solito non ci piace
dare una mano alla polizia ma siamo stati
costretti a mettere le nostre abilità a favore della
protezione dei bambini” - scrivono sotto il
video - “ironia della sorte abbiamo qualche
buona persona a Vancouver che ha portato
questa
cosa
all'attenzione
dei
nostri
coordinatori. È una storia davvero triste che ci
riguarda tutti“.
Noi dal nostro lato di studenti ma soprattutto di
ragazze non proprio dell’età di Amanda ma
quasi, abbiamo trovato tutto questo molto
sconcertante, è un episodio sicuramente triste
che però può aiutarci a capire che la sicurezza
sul web è importante e che il mondo che c’è là
fuori,e quindi che ci riguarda, è questo!
10
Marzia Dante,Cecilia Oria 3C
carpe diem
nativi digitali
A scuola senza libri. Da oggi, tutti con l'iPad
Usare l'iPad a scuola al posto dei libri: chi non ci ha
mai pensato? Dopo qualche hanno, anche al liceo
Manzoni di Bologna è stato avviato un laboratorio
dove due classi sono state scelte per usare al posto
dei vecchi libri e quaderni l'iPad.
Nello zaino giusto l'essenziale: qualche penna, un
quaderno per gli esercizi di matematica e fisica,
«perché quelli farli a mano libera è impossibile»
dicono gli studenti, e l’inseparabile tablet.
Il professore proietta l’e-book sullo schermo, gli
studenti sottolineano e prendono appunti dal tablet,
scaricano le dispense da dropbox, si connettono a
internet tramite wireless.
Unico problema: il costo del tablet per gli studenti,
infatti i soldi per l'iPad di ogni studente non sono
forniti dalla scuola ma dalle famiglie degli studenti
stessi al contrario dei professori ai quali l'iPad è
statogli fornito dalla scuola.
Oltre ad alleggerire lo zaino agli studenti - invidiati
dalle altre classi e dagli amici - e rendere le lezioni
più moderne, l'iPad è uno strumento migliore per
imparare: prima di aderire a questa sperimentazione
la scuola Manzoni ha eseguito un test alla scuola
Lussana, una delle poche scuole aderenti al progetto,
nel quale confrontava i voti degli studenti che
usavano il tablet e quelli di una classe senza tablet: i
voti delle classi usanti l'iPad erano più alti delle
classi normali. Come mai? L'iPad coinvolge
maggiormente gli alunni, che possono comporre i
libri interattivi e coinvolgere più materie nello
stesso filone tematico, imparano di più.
Sfortunatamente in Italia, le sperimentazioni come
questa si contano sulle dita di una mano. Ha
cominciato un liceo pubblico di Bergamo, il
Lussana, l’anno scorso. Il Manzoni ha seguito la
sperimentazione passo passo ed è partito
quest’anno. Ora è la Bocconi a guardare con
interesse il test di Bologna. «La nostra prospettiva
— spiega la dirigente — è di estendere man mano il
tablet a tutte le classi e in futuro, una volta trasferiti
nella nuova sede al Villaggio del Fanciullo, anche
alle scuole medie, magari solo per alcune materie.
L’altro pericolo è la distrazione di massa, a cavallo
di internet. Ma come cambiano le tecnologie,
cambiano anche le sanzioni: alla terza volta che uno
studente viene beccato a navigare troppo al largo,
scatta la sospensione. Ma finora, non è mai
successo.
Jacopo Margaglia III D
Social Network:Facebook,Twitter…
Li uso, ma come mi difendo?
Molti ragazzi della nostra età usano social network come ad esempio
Facebook, Twitter…. Io in particolare uso Facebook, ma se viene
usato per scopi sessuali o di altro tipo può essere molto pericoloso.
Infatti alcune persone sconosciute di cui hai accettato l’amicizia ti
possono poi perseguitare fino a che non cedi. Primo: non bisogna mai pubblicare foto personali o intime su
face book perchè resteranno in rete per sempre e potrebbero addirittura fare il giro del mondo. Se poi un
giorno uno di noi diventerà famoso, queste foto usciranno magicamente fuori e ti rovineranno la vita.Il
persecutore quindi si potrebbe presentare anche dopo vari anni. Secondo: non pubblicare foto in cui si
vedono particolari del luogo dove tu abiti (soprammobili o quadri): i ladri potrebbero venire a casa tua e
rubare. Tutto questo per una foto messa su internet e che non si potrà mai togliere! Salvaguardare la propria
privacy vuol dire salvaguardare la propria incolumità.
11
carpe diem
Roberto Marra 3C
giochi e dintorni
IL SOFTAIR
Soluzio
ni di
pag.
28: la
bara, il
salame,
“Lo
specchi
o
riflette
senza
parlare,
il pazzo
parla
senza
rifletter
e”, il
pesce, il
pettine
Il Softair è un gioco
sulla finzione di
tattiche militari, con
l’utilizzo delle Air
Soft Gun (armi ad
aria compressa). E’
uno sport completo
che allena sia il corpo che la mente, ricreando
strategie tattiche nei boschi, ed uno dei suoi principi
è la solidarietà. E’ un gioco di ruolo che prevede un
combattimento tra due o più squadre, utilizzando
delle riproduzioni fedeli di armi che sparano pallini
sferici bianchi con peso di 0,20 g.; per trasportarle è
obbligatorio metterle in un contenitore ed inoltre le
armi devono avere i primi 3 centimetri della canna di
colore rosso. Una partita di Softair può avere diversi
scopi, dove ci sono diverse squadre che si sfidano
per portare via la bandiera dell’avversario, oppure il
“Recon” cioè delle pattuglie ricognitive, dove le
squadre devono conquistare obiettivi come
testimoni, materiali o bandiere, eliminando gli
avversari sparando con le armi. Questo gioco è
basato sulla correttezza del giocatore, perché non
esiste nessun modo per provare che l’avversario sia
stato colpito e quindi nel momento in cui si viene
colpiti, bisogna alzare la mano, smettere di giocare e
gridare colpito o preso, e abbandonare l’area di
gioco.
L’attrezzatura necessaria per giocare è composta
da: un’arma a Co2 oppure elettrica, in grado di
sparare pallini da 0,2 so superiori a 6 mm. In plastica
biodegradabile e non oltre 0,99 joule di energia, che
è il limite imposto dalla Legge per le armi
giocattolo; sono molto importati per la sicurezza gli
occhiali di protezione ancora meglio una maschera
per proteggere il viso e gli occhi dai pallini; una tuta
mimetica; scarponi da montagna o anfibi; un gilet
tattico per portare l’equipaggiamento: radio,
binocolo, bussola, una torcia starlight rossa e verde
per segnalazioni, orologio, un visore notturno,
ginocchiere e gomitiere, camel back cioè la boraccia
a vescica della capacità di 2 o 3 litri, posizionato
sulla schiena, attaccato allo zaino con apposita
cannuccia. Il Softair è uno sport ricociuto dal Coni e
in Italia è regolamentato da due associazioni:
l’Asnwg (Associazione sportiva nazionale war
games) e il Csen (Centro sportivo educativo
nazionale), di cui sono associato. I campi da gioco
possono essere di vario tipo: boschivi, sabbiosi,
urbani, ma sempre in aree specifiche. Infatti ogni
volta che una squadra decide di giocare avvisano le
Forze dell’Ordine, nel caso il terreno appartiene ad
un Ente Pubblico, va
fatta una
richiesta
scritta
all’ente
e
informata la Caserma
dei Carabinieri o
Polizia, invece nel
caso se il proprietario
del terreno è un
privato, basta una
semplice richiesta con
la quale autorizza la
squadra a giocare dei
suoi
terreni,
informando le Forze
dell’Ordine. Inoltre le
comunicazioni vanno
anche in Questura. E’
necessario segnalare la zona e la data in cui si
giocherà, in modo da non spaventare le persone. Tra
le tante regole c’è anche quella di non provocare
allarme nella popolazione, di non causare danni,
come distruggere il paesaggio, soprattutto è vietato
colpire animali. Questo è uno sport di squadra per
chi è affascinato dalla vita militare ed è uno sport
leale.
Alessandro Severico II D
carpe diem
curiosita’…
Scommetto che a queste notizie voi crederete...
Galileo non pronunciò la frase "Eppur si muove". La leggenda vuole che dopo l'abiura
(cioè la smentita della sua teoria in cui affermava che la terra girava attorno al sole)
pronuncio sottovoce questa frase, ma in quei tempi di un clima così ostile sapeva che
rischiava la vita. Infatti fu il cronista Giuseppe Baretto che scrisse un'antologia dove
Galileo veniva raffigurato più coraggioso e temerario di quanto non fosse realmente.
Non erano i pellerossa a fare lo scalpo ai bianchi, anzi, il contrario. Lo scalpo di un
giovane indiano poteva valere fino a 100 sterline per lo scalpo di un uomo e la metà
quello di una donna per le autorità coloniali. Questa pratica fu infatti introdotta dai
coloni europei nel Nord America.
Gli elmi vichinghi avevano le corna, ma solo nelle cerimonie e nelle feste e mai in
battaglia. Erano invece i celti a usare questi copricapi. L'equivoco ci fu quanto alcuni
pittori seicenteschi iniziarono a dipingere alcuni guerrieri Germani con elmi con le corna. In futuro vennero
ancora disegnati così, e da qua attinsero libri, fumetti e film.
Il famoso matematico Albert Einstein, contrariamente a quanto alcuni pensano, andava discretamente bene a
scuola; è vero però che egli si sentiva a disagio nei banchi per l'autorità delle scuole tedesche e i sui
atteggiamenti non furono sempre apprezzati da tutti i professori.
Molti di noi conoscono il noto compositore Mozart come Wolfgang Amadeus Mozart, ma il suo nome non è
esattamente questo. In famiglia veniva chiamato Wolfgang ma ben presto iniziò a usare il suo terzo nome
latinizzato (Il suo nome di battesimo è infatti Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theopilus Mozart) per
seguire una moda di quel tempo. Fu così che Theopilus divenne Amadeus.
Buddha non era grasso. Innanzitutto molte voci concordano che Siddharta ,detto anche Buddha, (che in
sanscrito vuol dire il risvegliato) è realmente esistito. Egli apparteneva ad una stripe guerriera e molto ricca,
ma lui mostrò un attitudine ben diversa da quella del padre. Così a ventinove anni lascio la casa per
assaporare la crudezza della vita. Durante questo periodo si sottopose a tremendi digiuni, quindi non poteva
essere grasso. L'equivoco è nato per una variante cinese che raffigura il monaco Budai che pare venisse
sempre raffigurato molto panciuto e con una sacca piena di dolci da distribuire ai bambini.
...mentre a queste no!
o Il computer dell'Apollo 11 era meno potente di un moderno smartphone. la velocità dell'Apollo
guidance era di 1.024 MHz, quello di un iPhone si aggira sui 1.400. Invece la memoria che questo
computer usa per lavorare è all'incirca 2 milioni di volte inferiore a quella di uno smartphone.
o Per la prima Guerra mondiale ci fu una tregua per il natale. Nella notte della vigilia tra gli
schieramenti nemici ci furono scambi di whisky, sigari e cioccolata. La mattina dopo di fronte alle
rispettive trincee spuntarono dei cartelli con su scritto "Noi noi spariamo, non fatelo neanche voi".
Durante questa tregua i soldati ne approfittarono per fraternizzare.
o Il cadavere dell'ammiraglio Horatio Nelson, che venne ucciso da un cecchino francese, fu davvero
conservato in una botte di brandy, almeno fino al ritorno in Inghilterra, dove ebbe degni funerali.
Guido Spina II A
carpe diem
sport
RICORDANDO il MEDAGLIERE DELLE OLIMPIADI “ LONDON 2012”
Le Olimpiadi si sono svolte dal 29 luglio all’8 agosto del 2012
Il fioretto femminile lascia a bocca aperta: a squadre l’oro, invece nella prova individuale oro di Elisa Di
Francisca, argento di Arianna Errigo e bronzo di Valentina Vezzali. La Vezzali ha preso il terzo posto
perdendo contro la Errigo.
Il terzo oro va a Daniele Molmenti. Daniele, classe del 1984, che è venuto da Pordenone a festeggiare i suoi
28 anni, probabilmente il giorno più bello della sua vita. Lui è proprio nato il 1° agosto.
Nel nuoto le soddisfazioni non sono invece arrivate, né con Federica Pellegrini, né con Magnini, né con
Dotto.
Nel tiro con l’ arco il trio formato da Nespoli, Frangilli e Galiazzo trovano l’oro battendo il Messico in
semifinale e gli Stati Uniti per una stoccata eccezionale.
L’argento va alla 30enne Luca Tesconi che nella gara 10m con pistola ad aria compressa si piazza davanti al
serbo Zlatic ma dietro al coreano Jongoh.
Davide Falco II D
UNA DOMENICA DI SPORT
Domenica mattina, ore 6,00 sveglia, abbondante colazione, ore 7,00 partenza.
Destinazione Cameri (Novara) 1° prova Regionale G.P.G. Fioretto maschile.
Durante il viaggio, mano a mano che ci avviciniamo al luogo di gara la tensione
sale e inizio ad agitarmi. E’ la prima verifica dopo tanto allenamento. Arrivati a
destinazione mi preparo e inizio il riscaldamento. Sono teso, molto teso, non
sento la stanchezza e cerco di concentrarmi su quello che devo fare. La gara si
svolge in questo modo: gironi da 5, massimo 7 ragazzi, con assalti con tempo
massimo effettivo di tre minuti per fare cinque stoccate. Finiti i gironi, stesura
della classifica generale in base alle vittorie e alle stoccate ricevute e date.
Eliminatorie dirette in base alla classifica, quindici stoccate massimo in nove
minuto divisi in 3 tempi da 3 minuti. Chi vince va avanti e chi perde va a casa.
Iniziano i gironi, primo assalto, sono teso ma determinato, sono consapevole che è molto importante
iniziare bene. Il primo assalto lo vinco 5 a 4. Mi rilasso un po’. Il secondo lo vinco 3 a 2 e alla fine del girone
porto a casa 4 vittorie e una sconfitta. Ho iniziato bene, finalmente un po’ di pausa in attesa della classifica.
Mi riposo aspettando in ansia le eliminatorie dirette. Giunto il momento mi chiamano in pedana. La sorte
vuole che tiri contro un mio compagno di club, vinco 15 a 8. Sono entrato negli ottavi di finale. Il prossimo è
un avversario tosto, sono teso combatto ma perdo 13 a 9. Sono stanco ma contento, il risultato finale è un
sesto posto. Non male. Torno a casa con la voglia di allenarmi ancora di più per prepararmi al meglio per la
prossima gara nazionale che si svolgerà a Firenze.
Lodovico Maria Dallago II
carpe diem
per ridere un po’
by Giulia Turi, Caterina Gardino, Cecilia Catolla II D
Un mago dice al pubblico : “adesso
sceglierò una bambina , per il mio
numero” Chiama una bambina e le
dice: “ vero che non ci conosciamo?”
e la bimba disse :” NO, PAPA!’”
Come si chiamano le abitanti
dell’isola di Pasqua?
SORPRESINE.
In Paradiso: “ Per la Madonna!”
“Papà è lontana
l’America?” “zitto e
NUOTA
-“ ma chi si permette di bestemmiare
in Paradiso?!” “veramente sarei il
postino!”
Una signora passeggia con il
cane. Incontra un’amica che
le dice : “Che bel cane,
ALANO?” - “Che ne so, la
cacca la fa!”
Due cassaforti
s’incontrano….che
COMBINAZIONE!!
Qual è il mar preferito
dai canguri???
IL MAR SUPIO
“ Papà la nonna puzza !!” “
“Zitto e scava !!!!!!!
“Pronto?... TELEFONO AZZURRO?”… mi chiamo
CELESTINO, aiuto! A casa mia è successo un GIALLO! Mio
padre aveva il conto ARANCIO, che è andato in ROSSO
perché ha perso il lavoro, così adesso siamo al VERDE. E’
tornato a casa NERO per la rabbia e mi ha fatto il sedere
VIOLA perché a scuola ho lasciato un compito in BIANCO.
Allora io ho menato mia sorella che vede sempre tutto
ROSA!
(v.a.)
carpe diem
varie
INDOVINELLI (soluzioni a pag
Chi la usa non la vede, chi la vede non la usa, chi la
compra non la vorrebbe usare. Che cos’è?
Son legato ma innocente, piaccio a molta gente, dormo
appeso ad una trave e non sono niente male, Chi sono?
Qual è la differenza tra un pazzo e uno specchio?
Qual è l’unico animale che non salì sull’arca di Noè?
Ha i denti ma non mangia mai. Che cos’è?
UN ANNO STRANO !
-In seconda media è tutto molto strano,
anche se siamo sullo stesso piano;
-Siamo in ventidue, undici femmine e undici
maschi,
forse serviranno dei caschi!
-E’ molto divertente usare la mente,
durante le lezioni allegramente;
-Dieci son le professoresse,
e son quasi tutte le stesse;
-Ogni interrogazione è molto dura,
e noi abbiamo sempre paura;
-Appena ci dicono “rispondi,”
noi pensiamo “dateci due secondi!”
-Il flauto noi suoniamo e ci divertiamo;
-Secondo noi l’ intervallo è troppo corto,
e nessuno ci può dar torto;
-In mensa ci si deve accontentare,
e, accidenti, non si può giocare;
-Adesso scusate ma dobbiamo andare!
A far che cosa? A STUDIARE!!!!!!!
Di Flavia Pasteris, Letizia Bertinetti, Sharon Pasteris
carpe diem
per saperne di più
IL TITANIC
Il Titanic era un transatlantico britannico della classe Olympic. All’epoca considerata “inaffondabile”colò a
picco durante il suo viaggio inaugurale portando con se 1518 persone. Nella notte del 14 aprile 1912 il
Titanic si scontrò con un iceberg nell’oceano Atlantico e a seguito della collisione iniziò ad imbarcare acqua.
La superficialità del comandante e la sua convinzione di essere comunque su una nave “inaffondabile” fecero
sì che l’SOS venne lanciato con estremo ritardo. Anche l’imbarco dei passeggeri sulle scialuppe di
salvataggio fu gestito molto male; i posti disponibili erano di gran lunga inferiori al numero delle persone
imbarcate sulla nave. Di conseguenza rimasero sul Titanic che affondava moltissimi passeggeri e membri
dell’equipaggio. Il Titanic colò a picco prima dell’arrivo del Carpatia, unica nave presente quella notte nella
zona del disastro. Il Carpatia riuscì quindi a mettere in salvo le sole persone che riuscirono a salire sulle
scialuppe di salvataggio. Tutte le altre 1518 persone persero la vita nella nave mentre affondava o per il
lungo contatto con le gelide acque del nord Atlantico. Fu forse il peggior naufragio di tutti i tempi per l’alto
numero di morti e dispersi, a dimostrazione del fatto che nessun mezzo che solca i mari si può considerare
“inaffondabile”!
Filippo Lops II D
LA VALUTA e VALORE ECONOMICO
La valuta è il tipo di moneta in circolazione in un determinato paese. Il valore di
una moneta un tempo era determinato dal metallo di cui era fatta, oro, argento e
bronzo e rame, e dal suo peso, oggi è legato al potere economico del paese a cui
appartiene e al confronto con le altre monete: a seconda
di quanto vale una moneta la si scambia con le altre a un
tasso detto appunto di cambio che viene aggiornato tutti
i giorni. Ci sono vari tipi di valute,più o meno ogni paese al mondo ne ha
una sua. Alcune monete antiche sono il sesterzio degli antichi romani, la
dracma degli antichi greci e il fiorino della Firenze medievale. Le più
conosciute in Occidente sono il dollaro ($) – la valuta degli Stati Uniti l’euro (€) – che è diffusa in tutta
l’Unione Europea - la sterlina (£) – in Gran Bretagna L’euro ha sostituito le monete nazionali europee nel 2002. Fino
ad allora la moneta italiana era la lira(₤ - il segno è molto simile a
quello della sterlina), quella francese era il franco, quella tedesca
era il marco, quella spagnola era la peseta, quella greca era la
dracma. Altri tipi di valute in giro per il mondo sono il taka bengalese () nel Bangladesh che si trova in
India, la rupia gujarati (૱ ) nel Gujarat anch’esso vicino all’India, la rupia indiana (
) e infine,lo yen (¥) in
Giappone,il Renmimbi in Cina e il rublo in Russia.
Arrichiello Federico e Tiberga Federico II D
carpe diem
passione giallo
IL VERO LUPO DI MARE (racconto giallo a puntate)
prima puntata
Giacomo Doyle
in quel momento stava
cercando gli errori ortografici sulla cronaca del
giorno quando, contro ogni sua previsione,
squillò il telefono cellulare che teneva in tasca.
Non si trattava del ritornello di una canzone o
una di quelle frasi che t’incitavano ad alzare la
cornetta del telefono come “Rispondi in fretta
che ti sto chiamando!”. Nulla di tutto ciò. Era
una sottospecie di trillo nervoso e irritante, di
quelli che ti spingono a gettare il telefonino ad
affogare in una vasca da bagno, insomma: una
di quelle suonerie che possono rilassare e
conciliare il sonno solamente a un sociopatico
eclissato come Doyle. Egli avvicinò con molta
calma il cellulare all’orecchio sinistro.
-Pronto? Qui Giacomo Doyle, risolvo misteri e
prometto un’assoluta riservatezza.-Pronto! Sono al capannone della lega navale,
quello della scuola vela, stavo passeggiando col
mio cane sul lungomare e ad un tratto ha fiutato
qualcosa. Si è precipitato nel capannone, ha
scoperchiato una cassapanca di legno e rimosso
qualche giubbotto di salvataggio; sono andato a
recuperarlo e nel farlo ho pensato di riordinare
il macello che aveva lasciato. Stavo mettendo
un giubbotto nuovamente nella cassapanca,
quando mi sono reso conto che era sporco di
sangue. Ho sbirciato nella cassa e indovini cosa
ci ho trovato? Il cadavere di una donna con
qualche segno di percosse sul corpo, inoltre era
del tutto ricoperto di sangue. Lei non mi può
vedere ma sappia che me n’è persino rimasta
qualche goccia sulla mano destra, con cui ho
afferrato il giubbotto. Non mi sono rivolto alla
polizia perché so che mi avrebbero trattenuto
per un interrogatorio e che mi avrebbero
chiesto nome e cognome e di questi tempi non si
sa mai: se viene a sapere che sto cercando di
incastrarlo, un killer potrebbe non prenderla
molto bene e credo che come minimo mi
ucciderebbe. Quindi non si aspetti di trovarmi
sul posto: non voglio rendere nota la mia faccia
alle indagini.E poi una risatina frenetica e isterica che
Giacomo non si sentì di condividere. Attaccò e
la comunicazione terminò così, in modo brusco
e rapido. Giacomo constatò che l’interlocutore
aveva una voce ampia, impetuosa e
prorompente, una di quelle voci che
infastidiscono talmente sono forti: aveva fatto
fatica a seguirlo nei vari passaggi della vicenda.
Fatto sta che l’investigatore si precipitò verso la
porta di legno scuro e velocemente scese i
diciassette gradini che le scale di casa sua
imponevano poi mise in moto la sua automobile
(una Porsche Carrera acquistata nel 2008 nera
come il carbone) per dirigersi sul luogo dove era
stato rinvenuto il cadavere. Le strade di Santa
Margherita quella mattina brulicavano di
persone, animali e cose come non mai o forse
era lui ad essere ancora assonnato. Comunque
sia, Giacomo decretò che i pedoni andavano più
in fretta dell’automobile, così
posteggiò in
prossimità di una vecchia cartoleria. Una
leggera foschia, una tiepida nebbiolina celeste
rendeva tutto un po’ più misterioso ed invitante.
Arrivando sul luogo del misfatto notò già da
lontano la confusione dentro alla capanna di cui
la voce gli aveva parlato. Due giubbotti di
salvataggio stesi a terra, una mezza dozzina di
attaccapanni sparsi intorno e derive e vele per
Optimist, rotte o strappate, accatastate al muro,
ma lo sguardo di Doyle si posò
automaticamente sulle due cassapanche: una era
lievemente spostata, ma non rispecchiavano il
disordine che popolava il capannone. Aprì
quella di destra e non vi trovò dentro nulla che
gli potesse interessare (eccetto ovviamente un
catalogo di biancheria intima), aprì la seconda:
alla sola vista, inorridì. Conteneva il corpo di
una donna, leggermente putrefatto, dai capelli
corti e biondi e (il pezzo forte) ricoperto di
sangue coagulato. Egli stette qualche secondo
ad osservarlo, ma venne interrotto dal rumore di
alcune sirene. Si avvicinarono al capannone
delle volanti della polizia.
-Chi vi ha detto del corpo?!-domandò Giacomo
a metà tra lo stupore e la rabbia.
-Un uomo, telefonicamente.-disse brevemente
un agente.
-Fantastico … Aveva una voce impetuosa ?chiese scocciato l’investigatore.
-Sì, notevolmente fastidiosa: come fa a
saperlo?-Semplicemente lo so e basta; esattamente come
so che lei si lava la faccia di mattina tutti i
giorni, che si fa la barba una volta alla
settimana (di venerdì) e che la finestra del suo
bagno è rivolta verso levante. Ha un figlio … di
circa tre anni, direi, che stamattina si è messo a
giocare con i pennarelli e che in un eccesso di
rabbia ve ne ha scagliato uno contro. E, per
finire, stasera ha in programma di andare al
cinema.L’agente indietreggiò impaurito.
-Come … Come ha fatto? Come ci è riuscito?-Pura e semplice deduzione.-spiegò l’ispettore.La pelle sbiadita in prossimità delle guance
indica chiaramente che non più tardi di
mezz’ora fa, le ha sfregate con violenza e che
questa operazione l’ha ripeta anche ieri,
passaggi decisi, ma non abbastanza da
cancellare la minuscola macchietta di
pennarello scagliata da suo figlio (solo ad un
età di circa tre o quattro anni possiedono sfoghi
violenti, a meno che non siano viziati, ma ciò
non me lo aspetterei mai da un poliziotto).
Inoltre la sua barba è folta ma non troppo, di
quelle fatte una volta alla settimana, ma di
norma gli agenti sono persone molto ordinate,
che si tagliano la barba fine, così credo che lei
se la sia fatta il giorno della settimana più
lontano da oggi, ovvero il venerdì.
Inoltre,sempre osservando la sua
barba, ho constatato che a destra è
più marcata, ciò potrebbe avvenire
solo se la luce (in questo caso il sole
attraverso
la
finestra)
arrivasse
perpendicolarmente ad essa, e siccome abbiamo
già provato e riprovato che si lava la mattina,
da ciò deduco che la finestra del suo bagno
porge verso levante. Per finire, mi è parso di
scorgere un biglietto per il Cinema Centrale per
lo spettacolo delle diciotto: ottima trama ma
attori pessimi, glielo sconsiglio. A proposito,
come si chiama?Il poliziotto lo squadrò da capo a piedi. Doyle
doveva essere una persona davvero bizzarra,
indelicata e presuntuosa al contempo: il genere
di amico che tutti avrebbero sognato … Capì
inoltre che loro due, persone così diverse,
assurde, incredibili, incompatibili, non potevano
non andare d’accordo: insomma, non si
sarebbero divisi mai.
-Marco, il mio nome è Marco. Marco Costanti,
per servirla. Lei, invece, potrebbe identificarsi?-Rispondo al nome di Giacomo Doyle, sono un
detective. Risolvo misteri e possiedo un’assoluta
riservatezza -rispose l’investigatore con quel
fare sistematico ormai a lui abituale.-Si trova
qui per la faccenda del corpo? Se sì, posso
essere a conoscenza del nome di chi ve ne ha
parlato?-Mi spiace deluderla, Doyle, ma alla polizia non
è permesso rivelare informazioni sulle indagini
al primo che dice di essere un investigatore … Seguirono attimi di silenzio apparentemente
interminabili.
-Beh, mi toccherà fare tutto da solo, a quanto
pare. -borbottò Giacomo mentre se ne andava
arrabbiato e deluso.
Rifece amareggiato gli stessi passi che poco
prima aveva percorso con ardore, salì in auto e
all’improvviso, un lampo di genio. Non si
sarebbe arreso, non ora né mai. Diamine,
avrebbe seguito quegli stupidi agenti di nascosto
e avrebbe appreso qualcosa dalle loro indagini,
poi avrebbe proseguito da solo. (continua…)
carpe diem
sondaggi
LEGGI I QUOTIDIANI?
Abbiamo svolto un'indagine su un campione di 101
persone intervistate da noi alunni. Ogni componente
della classe doveva scegliere cinque persone suddivise
per sesso, 4 fasce d’età e tipo di lavoro svolto.
L’argomento riguardava la frequenza di lettura dei
quotidiani. L’intervista prevedeva le seguenti domande:
•
•
•
LEGGI I QUOTIDIANI ?
QUANTE VOLTE ALLA SETTIMANA ?
QUAL'E' LA TUA PROFESSIONE ?
L’obiettivo era quello di verificare la frequenza di lettura a seconda del sesso, dell’età e della professione
svolta. Ecco i nostri risultati
ABITUALE
(4-7 volte
alla settimana )
MASCHI
FEMMINE
12-16 ANNI
17-25 ANNI
26-60 ANNI
OVER 60
STUDENTI
CASALINGHE
IMPIEGATI
INSEGNANTI
LIBERI PROF.
COMMERCIANTI
STATALI
ATTORI
PENSIONATI
DIRIGENTI
DISOCCUPATI
26
27
5
10
22
18
11
5
8
1
8
2
2
/
14
4
2
SALTUARIO (3-2 volte) NON LETTORE (1-0 volte) TOTALE
14
4
44
18
12
57
9
7
21
6
3
19
12
3
37
3
3
24
12
9
32
1
1
7
6
/
14
3
/
4
7
/
15
/
/
2
/
/
2
1
/
1
/
3
17
1
/
5
/
/
2
E' stata un'attività molto divertente,ma naturalmente ci sono stati alcuni problemi! Non è stato facile
recuperare i dati, perché non siamo stati molto rigorosi durante l’intervista. Tuttavia riteniamo che il
nostro campione sia significativo, infatti si può notare che la maggioranza delle persone si è
dichiarata lettore abituale, mentre la fasce d’età dei lettori abituali sono quelle degli adulti e degli
anziani. Il sesso non è significativo, mentre, per ciò che riguarda l’attività svolta, i pensionati sono
al primo posto tra i lettori abituali. Comunque risulta che anche gli studenti, soprattutto delle
superiori e universitari sono dei buoni lettori.
Classe I D (Matilde Torrero)
carpe diem
salute e dintorni
NELLA GIUNGLA DEI FARMACI
In un era in cui anche la salute è un business, le case
farmaceutiche e l’omeopatia si
affrontano ogni giorno senza
esclusione di colpi; in più si è
aggiunta la categoria dei farmaci
generici o equivalenti. A detta dei
medici sono identici a quelli di
“marca”. Non è proprio così, i
farmaci
di
marca
generici
contengono
sì,
gli
stessi
ingredienti ma, alcune volte non
nelle stesse quantità a differenza
dei classici farmaci. L’omeopatia,
invece, pratica concetti diversi: più
naturali, più sicuri. Usando piante e minerali si
possono curare dal mal di testa alla colite e dal
raffreddore all’otite. Si può intuire facilmente, pur
non essendo Sherlock Holmes, che io sono a favore
dell’omeopatia perché è più umana mentre, le case
farmaceutiche, che producano farmaci classici o
equivalenti puntano tutte al guadagno e non al
benessere della persona. Adesso la “piccola riforma”
della troupe del nostro caro prof. Monti renderebbe
la vita da chi dipende da farmaci ancora più infelice.
Infatti, il Ministro della salute, Renato Balduzzi,
prevede che il medico di famiglia non possa più
prescrivere il nome del farmaco e dovrebbe giocare
al “piccolo chimico” per trovare il principio attivo
del farmaco e far
sbizzarrire il paziente
a
scegliere
la
confezione
più
colorata. Ma chi ci
guadagna
?
Apparentemente
nessuno. Invece sotto
sotto, ci guadagna chi
produce i farmaci
generici, perché non ci
sarebbe
più
distinzione. Ci sono
comunque persone che
pensano positivo e forse loro non si fanno molti
problemi perché non assumono alcun tipo di
farmaco. Figuratevi però un
anziano, una fascia d’età abituata
alla monotonia, stravolto da questo
radicale cambiamento. A questo
punto consiglierei al sig. Renato di
prendersi del Lexotan, pardon, del
zantalene e di godersi le
vacanze…. Tornando alle case
farmaceutiche, molte di loro si
servono ancora di test sugli
animali, il che è inconcepibile.
L’ultimo episodio è stato molto
recente, Green Hill, azienda
americana, forniva beagle per i test farmaceutici e
cosmetici in tutto il mondo, maltrattando gli animali.
Ora, fortunatamente è stato chiuso ed i cani
sopravvissuti sono in mano a delle persone per bene.
Ma, i beagle non sono gli unici animali sfruttati,
insieme a loro ci sono topi, conigli e la maggior
parte dei roditori. Non adoro parlare di
maltrattamento (w Greenpeace) degli animali perché
non mi sembra giusto e se potessi farei io i test sui
proprietari, e poi vedremo chi si diverte di più…
Non è l’unica “stranezza” delle case farmaceutiche,
il bello è che vi sono alcuni laboratori dove si
testano virus che potrebbero essere mortali per l’
uomo, a cui non esiste ancora rimedio, e se solo un
microscopico batterio uscisse da quelle stanze
sarebbe la fine. Comunque ci sono altri punti a
sfavore delle case farmaceutiche, perché sono quasi
sempre protette ed agevolate dallo stato, tuttavia,
alcuni farmacisti e scienziati sono in dubbio sulla
efficacia dell’omeopatia, tutto questo perché loro
sono interessati allo sviluppo dei farmaci, facendo
estinguere anche il banale “rimedio della nonna”. In
più negli ospedali i medici non riescono a
somministrare una semplice flebo, ma non è una
novità. Insomma, ho finito le parole, quindi passo e
chiudo.
Ella Angileri 3D
carpe diem
attività fuoriclasse
ORCHESTRA E CORO
INTERNAZIONALE PER LA PACE
Pequeñas
huellas,
Piccole impronte, è un'associazione, fondata
all'Avana nel 2004 da una violoncellista torinese,
allo scopo di riunire giovani concertisti provenienti
da ogni continente e stato sociale. Ha sede proprio a
Torino. È sostenuta da grandi protagonisti del
panorama musicale internazionale come il famoso
direttore Claudio Abbado e José Antonio Abreu, il
fondatore di una incredibile rete sociale ed educativa
di orchestre infantili, giovanili e cori in Venezuela
che interessa oltre 250mila giovani musicisti,
provenienti da quartieri più disagiati, dalle Ande
all'Amazzonia. È un esempio del potere salvifico
della musica, il cui linguaggio è universale. Sulla
scia del lavoro di Abreu, i giovani concertisti di
Pequeñas huellas si esibiscono in ogni parte del
mondo per portare un messaggio di pace e di
fratellanza e per ribadire il diritto di tutti ad
un'infanzia serena. L'associazione ha anche
iniziative didattiche per l'apprendimento e la pratica
di un repertorio orchestrale di tradizioni musicali
universali e di musica accademica. L'orchestra e il
coro sono una grande scuola che insegna a cresce in
un sistema democratico, per cui i giovanissimi
musicisti si alternano alla direzione dell'orchestra.
Inoltre, durante i concerti, i bambini leggono
pubblicamente, nelle varie lingue, i loro diritti
stabiliti dalla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia
delle Nazioni Unite. Con le loro esibizioni, come il
25 ottobre scorso a Torino, di brani tradizionali dei
cinque continenti, i Pequeñas huellas favoriscono lo
scambio tra bambini e ragazzi provenienti da culture
e realtà diverse. Con le loro storie, contribuiscono a
riportare all'attenzione del pubblico e dei media
grandi temi ed emergenze umanitarie. Un
documentario intitolato “A slum Symphony –
Allegro crescendo” racconta l'impressionante
esperienza e la grande idea del maestro Abreu. I
“Piccoli Cantori di Torino” contribuiscono alla parte
corale del progetto Pequeñas huellas durante i
concerti in Italia.
Alessandro Sosso II D
Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo
Saga composta da cinque volumi: Il ladro di fulmini, Il mare dei mostri, La maledizione del Titano, La
battaglia del labirinto e per ultimo Lo scontro finale, scritti tra il 2005 ed il 2008 e pubblicati in Italia dalla
Mondadori tra il 2010 ed il 2012. L'autore è Rick Riordan, nato in America il 5 giugno 1964 insegnante di
inglese e storia alle scuole medie, attualmente vive a San Antonio in Texas con la moglie e i due figli. La
saga è stata un vero caso editoriale con milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il protagonista della storia
è Perseus Jackson, detto Percy, che a 12 anni scopre di essere un semidio, figlio del dio del mare Poseidone.
Gli antichi dei sono ancora vivi e il Monte Olimpo si trova in cima all'Empire State Building a New York.
Nel corso della serie Percy si troverà a combattere contro i Titani per impedire che essi conquistino il mondo
sostituendosi agli dei. Il lato che più mi ha affascinato della trama è l'inserimento della mitologia greca
nell'epoca moderna e l'alternanza tra la normale vita di un ragazzino e quella rischiosa di un semidio. Percy
in ogni volume ha un anno in più e penso che il suo autore si sia ispirato ai ragazzi che frequentano le sue
lezioni. Se posso dare un consiglio la saga va letta nell'ordine di uscita dei volumi in successione, anche se
ogni libro è un libro a sè. Tra i cinque volumi quelli che più mi hanno affascinato sono stati il primo e il
quinto. Il primo perchè in questo volume viene tracciata l'ossatura di tutta la storia, e disegnato il
personaggio principale nelle sue caratteristiche che poi ritroveremo in tutti i volumi successivi e la maggior
parte dei personaggi secondari più importanti e tutti i luoghi significativi della storia compaiono per la prima
volta in questo volume. Nel quinto volume poi è stato bello trovare le soluzioni ai misteri presenti all'interno
di tutta la saga, che solo in qust'ultimo volume trova la sua completezza e il senso finale della storia. Ognuno
dei cinque volumi è piacevole da leggere perchè Riordan riesce a costellare ognuno dei libri di colpi scena e
di evnti imprevedibili che tengono chi legge con il fiato sospeso. Ad ottobre è stato pubblicato anche qui da
noi La piramide rossa: il primo libro di una nuova saga di Riordan, io non l'ho ancora letto ma ricordando
quanto mi sono piaciuti i libri di Percy Jackson credo proprio che il prima possibile me lo comprerò sperando
che si confermi all'altezza dei libri precedenti.
Colla Emilano II D
carpe diem
curiosità
"Il tempo sta rallentando e si fermerà del tutto"
WASHINGTON - L'Universo non si sta espandendo sempre più
velocemente lontano dal suo centro. Anzi, è il tempo che sta rallentando e
prima o poi si fermerà del tutto. Sono le ipotesi contenute in uno studio
firmato da Jose Senovilla, Marc Mars e Raul Vera della Università dei
Paesi Baschie della Università di Salamanca pubblicato su "Physical
Review D". L'energia oscura, che causerebbe l'accelerazione
dell'Universo in espansione contro ogni legge di gravità, in realtà non
esisterebbe: sarebbe il tempo, con il suo rallentamento, a farci percepire
in accelerazione l'Universo, mentre in realtà il cosmo sta rallentando. Il
rallentamento del tempo sarebbe così lieve da essere impercettibile per gli
umani: a un certo punto, molto dopo la fine della Terra, il tempo si
fermerà del tutto e "ogni cosa apparirà come se fosse congelata, in una sorta di fermo immagine che dura per
sempre" ha spiegato Senovilla. Secondo Gary Gibbons, cosmologo della University of Cambridge, l'ipotesi
non è così assurda come sembra: "noi crediamo che il tempo sia nato con il Big Bang, e così come è nato può
anche sparire".
GUARDA IL TEMPO COME PASSA!
Sei a casa e son le sette ,
ti giri e son le otto,
fai un passo e son le dieci.
Sei a scuola e son le sette ,
scrivi ascolti,
studi e t’ ingegni,
adocchi l’ora…
CONSIDERAZIONI:
Anche voi siete perseguitati dal tempo ?
Voi riuscite a trovare il tempo per fare
ciò che vi piace?
Be, io no! per me il tempo è un tiranno;
mi basta appena per fare le cose che sono
obbligata a fare e alla fine non lo trovo
mai per le cose che mi piacciono .
e sono ancor le sette e sette .
Questo tempo passa lento o svelto?!?
Ma che cos’ è il tempo? Lascio a voi la
risposta …
A COSA PENSO ASCOLTANDO LA MUSICA
L’ odore di vacanza e di libertà, il fruscio delle foglie, la musica delle onde del mare. Colombe che
vanno in missione di pace, dolcezza e serenità, amore, patria e speranza, dare importanza alla vita,
voglia di sognare e di vivere un’ avventura, sbocciare, aprire le ali e spiccare il volo verso l’ oceano
per potere ammirare il mondo intero.
Chiara Cian II D
carpe diem
la memoria dei nonni
Una nonna racconta….. UNA STORIA DI MONTAGNA
Ciao, vi voglio proporre Una storia di
montagna che mi ha raccontato mia
nonna Tullia Chiarioni . Questa storia
mi è stata raccontata da Franz, un
montanaro della Val d'Ultimo che vive
con la sua famiglia in un maso sopra St.
Walburg. Qualche mucca e una decina
di capre nella stalla e un grande fienile
ben rifornito per gli inverni che qui durano a lungo.
Intorno al maso i prati da sfalcio e il bosco per la
legna da ardere. Quando può Franz va in montagna,
per i sentieri, le rocce e le cime della sua valle.
Conosce e ama la montagna e ne vive il fascino; non
è cacciatore, come invece molti suoi coetanei, e gli
piacciono gli animali selvatici. Fra tutti predilige i
camosci, che d'inverno scendono fin sopra i boschi
del maso in cerca di cibo e d'estate si vedono in alto
sui resti di neve del versante nord mentre cercano la
frescura che non trovano sui ghiaioni arroventati dal
sole. Fin da piccolo Franz ha sognato di
addomesticare un camoscio, ma questi animali sono
diffidenti e accorti e non si lasciano avvicinare
dall'uomo. Da quando si reggono in piedi, e lo sanno
fare quasi subito, imparano che oltre all'aquila,
grande nemica dei camosci appena nati, sono
pericolosi anche gli umani, i cacciatori in certe
stagioni e i bracconieri per tutto l'anno. I camosci si
difendono da loro con veloci fughe in luoghi
inaccessibili. Forse proprio a causa di un bracconiere
che, uccidendola, aveva lasciato senza madre un
piccolo, Franz ha potuto realizzare il suo sogno di
bambino. Era il giugno 1999, il mese in cui i piccoli
ancora lattanti vengono addestrati dalla madre alla
vita del branco: tutte femmine che con o senza
piccoli vivono insieme nelle parti più alte della
montagna, mentre i maschi se ne stanno altrove per
conto loro. In una solare domenica di giugno Franz
saliva verso la Guardia Alta ed era quasi giunto in
cima quando gli arrivò da un dirupo sotto il sentiero
l'inconfondibile belato di un piccolo camoscio. Sotto
la liscia parete di roccia, su una cengia non
raggiungibile dal basso, l'animaletto se ne stava solo,
invocando la madre. Come fosse finito lì e come mai
la madre l'avesse lasciato, Franz non se lo
spiegò né allora né poi; pensò che quella
creatura era destinata a morire di fame e
la decisione di salvarla fu subito presa. A
corda doppia, una manovra semplice che
tutti gli alpinisti conoscono, si calò giù,
raggiunse il camoscio, lo mise nello zaino
con
la
testina
che
sporgeva
dall'imboccatura, risalì, riprese il sentiero e, arrivato
in cima, scese subito al suo maso, dall'altra parte
della valle. Tutta la famiglia accolse con gioia quel
dono della montagna: una piccola palla lanosa su
quattro fragili zampette che si teneva bene in piedi e
mostrava di avere fame. Nella stalla c'era una capra
fresca di parto che avrebbe potuto allattarlo, ma
quando Franz le avvicinò il piccolo lei lo rifiutò.
Alcuni giorni di biberon, poi le capre accettarono e
nutrirono a turno lo strano capretto che succhiava da
una o dall'altra come poteva. Franz, come d'obbligo,
avvertì la guardia forestale del ritrovamento e chiese
di potere allevare il camoscio: gli fu consentito,
purché, cresciuto, fosse lasciato libero di tornare tra i
suoi simili. Il piccolo era una femmina che fu
chiamata Flecki. Se Franz in quel lontano giugno ha
visto realizzato il suo sogno infantile, per Flecki è
iniziata un'esperienza straordinaria. Salvata da un
uomo, cresciuta tra le capre e gli umani, ha potuto
seguire la sua natura di camoscio. Sopra il bosco del
maso infatti inizia la libera montagna degli animali
selvatici; in poche ore di cammino, molto meno per
Flecki, si arriva alle alte cime della Val d'Ultimo,
dove d'estate i camosci contendono alle poche capre
che risalgono le creste i piccoli cespugli, le gemme, i
germogli. Nell'estate del 2000, quando Franz ha
avviato le sue capre verso gli alti pascoli, Flecki era
con loro, in tutto e per tutto un camoscio adulto: la
bella testa sottile, gli orecchi appuntiti, i cornetti neri
leggermente divaricati e terminanti a uncino.
Questione di giorni; Flecki ha avvicinato e
riconosciuto i suoi simili e si è unita al branco,
lasciando le capre. Franz ha allora pensato che la sua
esperienza con il camoscio fosse finita, e infatti
Flecki non c'era tra le capre quando alla fine
dell'estate sono ritornate al maso. Invece no; è
passato solo un mese ed eccola, saltellante e festosa,
davanti alla stalla, pronta a riprendere la vita del
primo inverno. Si è subito lasciata toccare dal suo
salvatore, che, accarezzandola, ha avvertito sotto il
pelo ruvido e scuro del mantello invernale la folta
lana che difende i camosci durante la stagione
fredda. Da allora ogni anno quando Flecki, alla fine
di settembre, torna al maso, ha con sé l'ultimo nato.
Solo una volta, nel 2010, è tornata da sola. Per la
mancanza del piccolo alcuni, come la moglie di
Franz, hanno incolpato l'aquila, altri l'orso, ma l'orso
è troppo lento per i camosci. Nella stalla Flecki e il
suo piccolo dividono con le capre il buon fieno del
maso; fuori c'è la neve e lei di giorno sta all'aperto
perché ama il freddo. Come fanno più in alto i suoi
simili d'inverno, se il riflesso del sole sulla neve è
troppo forte si ritira all'ombra. Quando d'inverno
madre e figlio sono insieme al maso, i
comportamenti dei due sono diversi. Flecki mostra
confidenza con le persone, si lascia però toccare solo
da Franz. Anche io, nel giugno 2000, ho visto Flrcki
sulla porta della stalla, ma non ha permesso che mi
avvicinassi. Non l'ho mai vista invece insieme ad
uno dei suoi piccoli, ma c'è una fotografia scattata
dal cugino di Franz che mostra lei e il suo
camoscietto sul prato del maso. Anche le automobili
non spaventano Flecki; il piccolo invece all'inizio è
timido e selvatico e quando sente il rumore delle
auto scappa impaurito, ma un po' per volta si abitua.
L'istinto riproduttivo si manifesta in Flecki come
nelle altre femmine all'inizio dell'inverno, e allora un
maschio che ha individuato la sua dimora invernale
scende dal bosco e la corteggia per alcuni giorni. Se
il maschio non si presenta, è lei che si allontana per
qualche giorno per cercarsene uno. A fine maggio
primi di giugno viene per Flecki il tempo di
partorire, lei allontana allora il figlio spingendolo
verso il branco, che d'estate vaga negli stessi luoghi
dove Flecki è nata. Poi va a partorire nel bosco, in
un luogo che solo lei conosce, e infine porta l'ultimo
nato nel branco. Da qualche anno Franz, d'estate,
prende in affitto una malga dove trasferisce le sue
mucche e quelle di altri contadini, lasciando le capre
libere sui pendii più alti. La prima malga era sul
versante nord della valle, non lontana dal luogo in
cui aveva salvato il camoscio; Flecki veniva a
visitarlo ogni tanto, quasi volesse non perdere il
contatto con lui. Nel 2009 Franz ha cambiato malga
e questa si trova sul versante sud; lui pensava che
per quell'estate il suo camoscio non si sarebbe fatto
vedere, ma non è stato così: Flecki è scesa dal
monte, ha attraversato il fondovalle, è risalita
sull'altro versante, ha individuato, non si sa come, la
malga giusta. Franz se l'è trovata davanti, agile e
festosa, pronta a rinnovare il rituale del saluto,
quello di strappare un pezzo di pane dalla bocca del
suo antico salvatore. Mentre lui mi raccontava,
proprio sulla porta della nuova malga, quest'ultima
coinvolgente storia, gli brillavano gli occhi.
Incantata e commossa dalle sue parole, avrei voluto
che la vicenda dell'uomo e del camoscio durasse
ancora a lungo. Così gli ho chiesto quanto in media
vivono i camosci. «Quindici anni», mi ha risposto,
«e molti di loro muoiono negli inverni più nevosi per
le valanghe, ma soprattutto per fame». E ha aggiunto
subito: «Ma il mio, con la vita che fa, può vivere
anche fino a vent'anni!». Lunga vita a Flecki, allora;
e, naturalmente, a Franz, alla sua famiglia e al suo
bel maso.
E’ piaciuta anche a voi? Lavinia Cotogni 1C
NESSUNA DISCRIMINAZIONE
storia di scarpe inventata ma quasi vera
Nel pianeta delle scarpe c'erano tre continenti:
Nikelandia (il piu' ricco), Adidaslandia (meno ricco),
Geoxlandia (mediamente ricco). Un giorno arrivo'
una scarpa che diceva di provenire da Pumalandia.
Tutti, dopo aver sentito quel nome, si intimorirono e
gli si accanirono contro. C'era chi la strozzava con i
lacci, chi la frustava con il puntale (estremo del
laccio), chi l'ammanettava con le zip e chi gli
strappava le borchie, insomma ne subì di tutti i
colori. In fin di vita, sussurrò : "Basta ! Vi prego,
non ve lo ricordate piu' che siamo tutte Made in
China o in Vietnam o in altri Paesi poveri o in quelli
che si vogliono arricchire senza scrupoli e noi siamo
nate grazie al lavoro dei bambini sfruttati ?".
A quel punto tutte le scarpe si pietrificarono e dalle
loro suole uscirono gocce di sudore, ossia di lacrime.
Pentite, tutte insieme curarono la scarpa e giurarono
che da quel giorno non avrebbero più fatto
discriminazioni.
Ruben Vitale 1C
carpe diem
speciale scienza
L’uranio: pericolo o fonte d’energia?
l’uranio:pericolo o
Giovanni Tortia II F
fonte
di
energia?
Le centrali nucleari sono state vietate in Italia
dopo il referendum:ma siamo sicuri di avere
fatto la scelta giusta? Certo, l’uranio può essere
pericoloso, basta pensare a Chernobil, ma è
anche un’ottima forma d’energia. Ma non ci
sono stati incidenti solo col nucleare:un
esempio è la diga del Vajont che causò 1917
morti, ma non basta: mentre l’energia
sprigionata dall’uranio è quasi illimitata; I
pannelli solari occupano spazio e funzionano
solo nei giorni di sole. L’eolico anche: anche se
non occupa troppo spazio fa ad ogni modo
rumore, e deve essere sistemato in un punto
ventoso, altrimenti non produce energia.
Torniamo quindi alla prima domanda:
(nella foto) uranio altamente arricchito.
UN PIANETA CON QUATTRO SOLI
La scoperta di pianeti extrasolari, oltre ad aver superato abbondantemente la quota 800, continua ad
espandersi oltre i confini del terreno per professionisti. Grazie infatti
all’unione tra astronomi e astrofili è stato scoperto il primo esopianeta
(non appartenente al sistema solare) in orbita attorno a due soli, con altre
due stelle che ruotano intorno ad essi. Sono soltanto sei i pianeti
attualmente conosciuti che orbitano intorno a due soli, senza comunque
altre stelle orbitanti attorno al loro sistema solare. Aiutati dal lavoro di un
gruppo di astrofili, un team di astronomi ha identificato e confermato la
scoperta del fenomeno, noto come un pianeta in un sistema formato da
quattro stelle che interagiscono gravitazionalmente tra di loro. Finora,
sono noti soltanto sei pianeti in orbita attorno a due stelle, ma nessuno di questi sistemi doppi aveva la
presenza di un ulteriore sistema binario in orbita. La parte interessante è che il pianeta sembra avere
un’orbita molto stabile, nonostante il complicato ambiente in cui si trova, con l’attrazione gravitazionale di
quattro stelle”. Il nuovo pianeta extraterrestre, che si trova a circa 5.000 anni luce da noi (1 anno luce = 9.461
miliardi di km) in direzione della costellazione australe della Fornace. Il pianeta è stato chiamato PH1, che
sta per Planet Hunter 1, dal nome del programma nel quale astronomi dilettanti utilizzano i dati di risulta di
Kepler, il telescopio della Nasa specializzato nel dare la caccia ai pianeti esterni al Sistema Solare. E' stato
così che, analizzando materiale non considerato di primo piano, gli astrofili americani KianJek e Robert
Gagliano hanno individuato il pianeta , il primo scoperto dal programma Planet Hunter. Il pianeta PH1 è
grande come Nettuno e sei volte più denso della Terra - Impiega 137 giorni a ruotare attorno alle due stelle
interne, vale a dire che si trova da esse ad una distanza che è circa la metà rispetto a quella che separa la
Terra dal Sole. Chissà che abbronzatura!
Alessia Chiabotto III D
carpe diem
giochi e dintorni
Una mela al giorno...
Di Giulio Frangioni II F
-Siri, voglio una birra-... con poche semplici parole comincia il nostro
racconto. Sabato 13 ottobre io e il mio amico Alessandro ci svegliamo con un
pensiero fisso in testa: recarci all’apertura del nuovo Apple store (un “mini centro
commerciale” per prodotti Apple -iPhone, iPad, iPod ecc...-) in via Roma. Il nostro
obbiettivo è quello di entrare tra le prime mille persone in quel luogo, in modo da ricevere la maglietta di
benvenuto. Così verso le undici di mattina un nostro amico ci viene a prendere e ci porta all’inaugurazione.
Già a distanza di diverse decine di metri si scorge il profilo di centinaia di uomini e donne di tutte le età. Mi
è stato raccontato che diverse persone si sono accampate dinnanzi al negozio la sera prima armati di sacco a
pelo per non perdersi l’imminente apertura. Ci mettiamo in coda e ascoltando i discorsi della folla intorno a
noi intuiamo che non sono ancora stati raggiunti i mille ingressi. La cosa non va per le lunghe e nel giro di
venti minuti ci ritroviamo a capo della fila. Tocca a noi, un grande “Olè” accompagna la nostra entrata
trionfale e dei commessi si avvicinano e ci consegnano delle scatole bianche con sopra riportato il marchio
della mela morsicata. Un addetto alle vendite si avvicina ad Alessandro e gli fa: “Non romperlo, c’è l’iPhone
dentro”. Scoppiamo tutti in una rumorosa risata e ci avviciniamo alle lunghe tavolate con sopra appoggiati i
nuovi iPad3, gli iPhone5 e Mac Book Pro (il pc firmato Apple) di ogni tipo. Io penso che la particolarità più
interessante di questi dispositivi (iPhone, iPad ecc...) sia l’opportunità di plasmarli come preferiamo. L’iPad
di un ragazzino non sarà mai uguale a quello di suo padre perché ciò che fa la differenza sono le cosiddette
App (dai giochi più divertenti ai programmi culinari che ti scaricano la tua ricetta preferita in cinque minuti),
che ti permettono di fare diversi utilizzi del dispositivo e che praticamente delineano la tua personalità. Io e
Ale ci mettiamo a provare i giochi più belli dotati dell’incredibile grafica dell’iPad, ci scattiamo delle foto
con effetti speciali su uno schermo come quello del cinema con il Mac e io mi diverto con il sistema a
comando vocale (SIRI) adottato dal nuovo telefonino da 849$. Ed ecco la mitica frase:
-Siri, voglio una birra.-ordinò ad alta voce guardando il telefono. -Se vuoi ti posso mandare il numero di
telefono di 15 bar nelle vicinanze e la mappa per arrivarci.-mi risponde esso.
Sono impressionato. E da quel momento non mi ci sono più staccato:
-Siri, devo prendere l’ombrello oggi?- -No, non credo che pioverà ma se vuoi ti scarico le notizie del sito
meteo più aggiornato.-Siri, dammi la classifica di campionato di serie A.- -D’accordo, volendo posso anche mostrarti in streaming
i momenti cruciali delle ultime partite.- E’ davvero stupefacente.
Mi trascino al piano superiore, dove sono presenti i gadget, gli iPod e i diffusori acustici (le comunissime
casse per alzare il volume della musica). Subito mi rendo conto che molti di essi non sono in alcun modo
collegati all’iPod, questo perché viene utilizzata un’ampia rete di bluetooth al posto dei cavi. Mentre nessuno
mi guarda preso da un momento di forte tentazione apro la scatola che ci è stata consegnata all’ingresso.
All’interno trovo la famosa maglietta nera destinata a chi sarebbe entrato prima dei mille ingressi... Ale mi
raggiunge, è ora di tornare a casa, ma non posso dire di non aver passato una divertente mattinata.
GIOCHI CONSIGLIATI: Jetpack Joyride, Temple Run, Angry birds Space, Fruit Ninja, Akinator, Bike
Race, NinJump/ NinJump Deluxe, Kick the Boss, Where is my Head?, Zombie Tsunami, Line Runner, Office
Jerk, Space Rock, Topple, Logos Quiz, Angry Gran, Sonic Racing, Talking Tom, Minigore, Wanted, Paper
Toss, Art of Gow.
carpe diem
speciale ambiente
La Groenlandia chiama … Torino risponde
Certo, la notizia non è nuova: i
ghiacci della Groenlandia si
stanno sciogliendo. L’ultimo
allarme è stato diffuso a fine
luglio dalla Nasa, che ha
pubblicato delle foto inquietanti
attraverso le quali il mondo
intero ha potuto constatare di
quale entità sia il disastro
ambientale che sta provocando
l’innalzamento dei mari e che
potrà modificare in maniera
irreversibile il volto del nostro
pianeta.
Molti fanno spallucce, poiché
pare
assodato
che
uno
scioglimento significativamente
più rilevante rispetto a quelli normalmente osservati
si ripresenti puntualmente ogni 150 anni,
indipendentemente
dall’intervento
umano
e
dall’aumento del riscaldamento globale.
Altri, i catastrofisti o ecologisti a oltranza, vedono
invece in eventi di questo tipo la conseguenza
inevitabile del mancato rispetto, da parte del genere
umano in generale ma, in particolare, dei vertici dei
paesi più industrializzati, di quelle regole che la
società internazionale sta cercando da alcuni anni di
fissare in “incontri” come quelli svoltisi a Rio de
Janeiro (1992) e a Kyoto (1997).
La faccenda del riscaldamento globale, in parole
povere, dipende infatti dall’enorme aumento
nell’atmosfera di alcuni gas tossici – tra i quali
soprattutto l’anidride carbonica – che vengono
emessi quando i combustibili fossili come il petrolio
e i suoi derivati vengono bruciati nelle centrali
termoelettriche, nei mezzi di trasporto e nelle caldaie
delle nostre case. Tanto più le popolazioni del
mondo si evolvono verso modelli industrializzati,
tanto più aumenta il consumo di questi combustibili,
i quali, rendendo più spesso l’anello dei cosiddetti
gas serra che in condizioni normali permettono di
non disperdere interamente il calore solare rendendo
possibile la vita sulla Terra, provocano un eccessivo
riscaldamento
dell’aria.
Proprio
questo
riscaldamento potrebbe provocare a sua volta il
parziale scioglimento delle calotte polari con il
conseguente innalzamento del livello dei mari, che
segnerebbe la scomparsa di città costiere come
Venezia, New York o Calcutta.
Queste sono le previsioni globali, ma
cosa c’entriamo noi ? Qualcuno ha
parlato forse di Torino ? Siamo forse
una città costiera che potrebbe essere
sommersa dalle acque ? Direi di no.
E allora ?? Allora, nel nostro piccolo,
abbiamo assistito l’inverno scorso a
un fenomeno forse dovuto al non
invidiabile primato che la nostra città
detiene nella classifica delle città più
inquinate a livello mondiale; secondo
i rilevamenti dell’Agenzia europea
per l’ambiente (dati riferiti al 2011),
Torino è infatti la città italiana più
inquinata, ed in Europa pare che
soltanto la città bulgara di Plovdiv
abbia un’aria più insana di quella che
noi respiriamo ogni giorno, satura di polveri sottili,
biossido di azoto e ozono cosiddetto “troposferico”,
dannoso per gli esseri umani, le piante e gli animali.
Ogni volta che piove, insomma, ci cadono in testa
piogge acide, ma non basta: ne sapete qualcosa della
cosiddetta “neve chimica”, che lo scorso 18 gennaio
avrebbe imbiancato la città ??
Il condizionale è d’obbligo, visto che la notizia è
stata pubblicata soltanto a livello locale, ma
parrebbe che l’inquinamento atmosferico possa far
nevicare anche con un cielo completamente sereno:
aveva fatto un gran freddo quella notte, e le
temperature erano scese fino a 9 gradi sotto lo zero;
la città si era risvegliata sotto una coltre bianca, che
data l’assenza di nuvole poteva sembrare brina. E
invece no: era qualcosa di soffice e farinoso, che non
aveva indurito l’erba dei prati cittadini. Sembrerebbe
dunque essersi trattato di “neve chimica”, provocata
dall’inquinamento. Ad avviare il fenomeno
sarebbero
state
infatti
sostanze
prodotte
dall’inquinamento industriale come ad esempio il
solfuro di rame, gli ioduri di mercurio e i silicati, le
cui particelle, avendo una struttura simile a quella
dei cristalli di ghiaccio esagonali, avrebbero
funzionato bene da inneschi dei fiocchi di neve. Il
freddo, dunque, avrebbe reso visibile l'inquinamento
invisibile, ma presente, dell'aria. Pensateci bene la
prossima volta che volete fare a palle di neve:
potrebbero cascarvi le dita !!!
Stefano Russo II D
carpe diem
speciale orientamento
LA SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE: alcuni consigli
Tratto da: ”Superiori:quale scuola scegliere?” in Skuola.net
Come faccio a scegliere la
scuola migliore?
Non esiste la scuola
migliore in assoluto, bensì
esiste quella più adatta a
te! Un valido aiuto per
scoprire questo avviene
grazie
ai
servizi
di
orientamento attivi nelle scuole. Sicuramente avrai
già avuto a che fare con con giornate e test di
orientamento. Con le scuole superiori comincia un
percorso di specializzazione che differenzia gli
studenti e li inquadra verso precisi ambiti
professionali e lavorativi.
1. Assecondare i propri interessi e abilità: Nella vita
riusciamo a fare bene le cose che amiamo e per le
quali siamo portati. Perciò la scelta dell'indirizzo di
studio non può non tenere conto di questo
fattore: evita gli indirizzi nei quali ci sono troppo
materie a te indigeste! Ma se nei tuoi sogni c'è una
professione che richiede espressamente quel tipo di
scuola, non devi mollare. Ma tieni in conto che
inseguire i sogni richiede sacrifici, perciò preparati a
farne. Se il sogno è tale, sicuramente il gioco vale la
candela.
2. Liceo, non è un obbligo:
Negli ultimi anni si sta diffondo la liceo-mania.
Sembra quasi che tutti debbano andare o al
classifico o allo scientifico, perché altrimenti nella
vita non si è nessuno. Nulla di più sbagliato: un
istituto tecnico o professionale ben fatto, può aprire
molte più strade di un liceo. Il nostro paese è pieno
di piccole e medie imprese sempre alla ricerca di
manodopera specializzata, e in alcune zone la
domanda di lavoro per queste figure professionali è
molto alta, come di conseguenza gli stipendi.
Di
sicuro
è
bene
sapere
che:
a) i licei (classico e scientifico soprattutto) non
offrono
una
specifica
preparazione professionale,
ma ampliano l'orizzonte
culturale
e
soprattutto
insegnano un metodo di
studio, fondamentale per
riuscire
bene
nell'università. Per
questo
motivo è sempre più vera l'equazione
liceo=università. Se nella vita non avete voglia di
studiare altri 8 anni minimo, è meglio pensare ad
altro.
b) gli istituti tecnici e professionali permettono di
apprendere un mestiere o una professione ben
specifica, quindi permettono dopo 5 anni (3 nel
caso professionale) di offrirsi con profitto al
mercato del lavoro. Lo svantaggio rispetto ad un
liceo risiede in una minore capacità di studio
autonomo, che potrebbe creare qualche
problemino qualora si scegliesse di proseguire con
l'università. Non devono essere considerati,
insomma, come una ruota di scorta, ma come anzi
una
valida
scelta.
3. Uno sguardo al mondo del lavoro:
nel valutare quindi l'indirizzo di studio, pensa
concretamente a quale lavoro ti piacerebbe fare da
grande. Ma soprattutto, anche se è presto, valuta se
questo di tipo di professionalità viene richiesta dal
mercato di lavoro. Potrebbe trattarsi di una scelta
molto lungimirante. Le scuole superiori, infatti,
cominciano a prepararti verso un futuro lavorativo,
quindi è bene pensarci al momento della scelta.
(continua nel prossimo numero)
Articolo scelto da Roberta Camanni III D