Les demoiselles d `Avignon suscitò
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Les demoiselles d `Avignon suscitò
LES DEMOISELLES D'AVIGNON Appunti, parole-chiave, PABLO PICASSO commenti, ecc. Olio su tela, 1907 New York, The museum of Modern Art Quando Picasso mostrò a pochi amici Les demoiselles d 'Avignon suscitò reazioni come queste: "E' interessante, ragazzo mio, dovresti dedicarti alla caricatura" (F. Féneon). "Il suo quadro è un'impresa disperata. Vi troveremo un giorno Picasso impiccato dietro." (A.Derain, pittore fauve). "Malgrado le tue spiegazioni, è come se tu volessi farci inghiottire della stoppa o bere del petrolio per vomitare fuoco" (Braque). "E' vero che Picasso è diventato matto?" (un collezionista russo). Egli conservò l'opera nel proprio studio fino al 1920 (secondo altri, fino al 1924), quando il collezionista Jacques Doucet la acquistò, senza neppure averne preso visione, solo sulla base della fama che se ne era diffusa a seguito del vasto dibattito provocato dall'apparizione delle opere di stile cubista. Solo nel 1925 una sua riproduzione apparve sulla rivista La Révolution Surréaliste tra le illustrazioni che corredavano il saggio di Bréton Le Surréalisme et la peinture (Il Surrealismo e la pittura). L'opera fece la sua prima comparsa in pubblico al Petit Palais parigino nel 1937, per essere poco dopo trasferita al Museum of Modem Art di New York che nel frattempo l'aveva acquistata. Picasso era giunto all'opera finale soltanto dopo aver realizzato numerosi schizzi parziali che testimoniano le variazioni stilistiche effettuate. Il soggetto prende spunto da un fatto biografico: "Avignone é sempre stato per me un nome legato alla mia vita. Io abitavo a due passi dalla 'carrera (via,strada) d'Avìnyò "a Barcellona -. "Là compravo le carte, gli acquerelli ". Nella via esisteva un bordello ed é proprio ad una scena con questo soggetto che Picasso pensa. Veniamo al dipinto. Le due figure centrali, a confronto delle altre, mantengono ancora un aspetto parzialmente "naturalistico". Ma se si osserva la forma del naso si nota che esso è reso in modo "geometrico" e diverge di lato rispetto alla veduta frontale di tutti gli altri elementi. Il pittore adotta insomma due diversi punti di vista, impossibili a conciliarsi nella visione reale. Le linee di contorno suggeriscono, in modo sintetico, essenziale, le forme dei corpi. Ad esempio,il seno sinistro della donna più alta é reso con un triangolo molto appuntito, quelli dell'altra accanto con due dolci arcatelle bianche. Anche i frutti e il piano d'appoggio sono impostati su una doppia visuale, frontali i primi, dall'alto il secondo. Dalla sinistra una figura avanza verso il centro della scena tirando dietro di sé una tenda : appare composta da piani geometrici nettamente divisi e accostati tutti sulla medesima superficie mentre la rappresentazione della testa richiama quella tipica dell'arte egizia: il contorno di profilo, l'occhio di fronte. Le due figure femminili sulla destra si allontanano dall’ apparenza naturale. Saltano le proporzioni, sia all'interno, tra teste e corpi, sia nei confronti con le altre figure; ogni armonia é distrutta, il senso tradizionale del bello é negato dalla deformazione espressiva dei volti e delle articolazioni stravolte al punto che nel personaggio seduto in primo piano possiamo vedere sia la schiena che il viso, oltretutto enorme, smisurato rispetto al busto che lo sostiene e simile ad una maschera grottesca e paurosa. I singoli tratti del volto sono puri elementi geometrici, gli occhi sono cavità vuote o mandorle colorate; sia il tratteggio diagonale dell'uno, sia l'omogeneità cromatica dell'altro viso richiamano raffigurazioni "primitivotribali". © Giuseppe Torchia (webmaster)
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