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L’ESTATE
lunedì 30 agosto 2010
2010
L’UNIONE SARDA
III
Spettacoli
“Blackstone musica e...”
Letteratura
e jazz
oggi a Pau
Oggi è la letteratura che a Pau si
sposa con la musica jazz per promuovere l’oro nero del Monte Arci.
Si chiude questa sera infatti la
prima edizione della rassegna
“Blackstone musica e…” organizzata dal Comune di Pau.
Alle 17,30 nel museo dell’ossidiana la parola andrà subito agli autori. È infatti prevista la presentazione di quattro libri: “L’istruzione popolare in provincia di Cagliari” di Pierpaolo Pisanu, “Signor sindaco, spenga quel lampione” di Severino Sirigu, “Oltre il
varco” di Mario Mantega e “Nel
buio dell’ossidiana” di Gianluca
Berutti.
Dalle 10 alle 11 e dalle 16 alle 17
ingresso libero anche la visita dell’esposizione permanente sulla
pietra nera.
Alle 21,30 calerà definitivamente
il sipario su Blacstone con una serata di blues in piazza San Giorgio in compagnia di Francesco Piu
in “One man band”. (an. pin.)
La british band di Brian Molko infiamma Sarroch: suoni grunge,
raffinati, emozionali ma il numero degli spettatori delude le aspettative
Se il rock è un Placebo
DAL NOSTRO INVIATO
FRANCESCO PINTORE
Mister Italia al Poetto
Leo, Marco
e Simone
i più belli
Sabato scorso allo stabilimento
balneare Alta Marea nella spiaggia
del Poetto di Quartu si è svolta la
finale regionale di Mister Italia, organizzata dalla Venus Dea.
Nonostante il maestrale un folto
pubblico ha invaso lo stabilimento
per ammirare i 15 ragazzi che, provenienti dal diverse località della
Sardegna, hanno sfilato in abito
elegante, in jeans e in costume da
bagno, facendo così notare il portamento e il bel fisico.
Il Volto più bello è Leo Spina (nella
foto), 30 anni, residente a Cagliari,
dipendente delle forze dell’ordine
e nel tempo libero, attore di teatro. L’uomo Ideale è Marco Locci,
20 anni, di Monserrato, operatore
turistico. Il modello d’Italia è infine
Simone Etzi, 20 anni di Cagliari,
giocatore di pallavolo.
S
arroch. Capelli raccolti dentro una cuffia nera, t-shirt bianca, lineamenti androgini e sguardo luciferino. Brian Molko
sale sul palco del Summer
Groovees Festival di Sarroch
preceduto dal longilineo bassista Stefan Olsdal. I Placebo
aprono in Sardegna il mini
tour italiano con un concerto
di grande impatto emotivo.
Un’ora e mezza di rock raffinato, suono potente e un grande schermo che disegna scenografie diverse per ogni canzone. La formazione inglese
dà vita a una live segnato dalle chitarre. Il frontman praticamente cambia strumento
per ogni canzone. A volte il
suonano in tre: Molko, Olsdal e
l’altro chitarrista di supporto.
Il concerto, organizzato dalla cooperativa Vox Day, poggia
sulle canzoni del recente album Battle for the sun. Nella
prima parte, oltre alla canzone
che da il titolo al disco, c’è
spazio anche per Ashtray heart. I Placebo non si perdono
in discorsi e convenevoli. Dopo il terzo brano arriva il primo ringraziamente alle tremila anime, arrivate a Sarroch
da tutta la Sardegna, dalla penisola e anche dall’estero, con
buon pace degli albergatori
che hanno scoperto finalmente anche un altro aspetto del
turismo: quello musicale.
La scaletta propone immediatamente alcuni vecchi brani, quelli che il pubblico conosce meglio. Soulmates viene
accolta con un boato. Every
you, every viene cantata in coro dal pubblico che all’inizio
stente a riconoscere la canzone, riletta in chiave decisamente più hard rispetto all’originale. Di grande impatto,
come nelle previsioni, anche
Special needs, un brano scritto
nel 2007 e inciso nel disco
Sleepin wih the goods. Si passa
quindi alle cose più recenti
con Breathe Undervater dell’ultimo album. Brigth lights, Neverending why, l’intensa Meds
e i suoni grunge di All apologize chiudono la prima parte.
Cinque minuti di soste e poi i
Placebo tornano nuovamente
sul palco.
Il bis è decisamente corposo.
C’è Trigger happy e per il gran
finale arrivano due tra i brani
più conosciuti della formazione britannica: Infra red e Taste
in Men. Un’ora e mezza di concerto per uno degli spettacoli
più interessanti proposti dalla
stagione musicale sarda.
Progetti Carpe Diem
Teatro in strada con gli allievi di Paolo Rossi
V
ite pericolanti, pegni d’amore, relazioni
stringenti,
matrimoni mancati nella piazza Santo Sepolcro di Cagliari. Gli
attori e gli allievi della quindicesima edizione del festival Cantiere di lavoro teatrale curato da Progetti Carpe Diem hanno invaso ieri
uno spazio di Marina mettendo in scena studi personali e frammenti teatrali di
grandi autori, oltre un divertente momento di clowneria al femminile.
Sono gli artisti e gli allievi
che hanno lavorato con
Paolo Rossi e Giuliana Musso a Montevecchio e che
partecipano a un progetto
internazionale di residenza
teatrale a Collinas.
Le interpretazioni non sono tutte convincenti e qualche perplessità è più che legittima. Ma i teatranti hanno animato un’altra piazza
nel progetto itinerante
giunto anche nel capoluogo
isolano. E hanno regalato
risate alla piccola folla seduta sulle scalette della
chiesa o affacciata dalle
scalette di San Sepolcro, facendo sostare i passanti in
via Dettori e trasformandoli in pubblico curioso.
Questa è il teatro messo in
strada, fatto pure di domande inaspettate di chi si ferma a chiedere, ad altri spettatori, il significato di un gesto della Winnie nella rilettura beckettiana di Giorni
felici.
Non è facile lavorare con i
rumori, tra chiacchiericci in
vicinanza, vociare di bimbi
e le note fuori programma
di una fisarmonica in piazza Dettori. O interazioni,
impreviste e spassose, di
cani che accompagnano i
loro padroni. In fondo gli
organizzatori avevano annunciato una serata di delirio
organizzato,
come
l’avrebbe definita Paolo
Rossi.
MANUELA VACCA
Un clown del laboratorio Carpe Diem