Valeria Favorito e Fabrizio Frizzi: storie di

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Valeria Favorito e Fabrizio Frizzi: storie di
Valeria Favorito e Fabrizio Frizzi: storie di straordinaria solidarietà
Venerdì 14 Gennaio 2011 14:35
Quando un gesto d'amore verso il prossimo, un prossimo che non conosci ma che sai di poter
aiutare, diventa rinascita, allora siamo in grado di raccontare storie di vita straordinarie come
quella di Valeria Favorito, sopravvissuta grazie al trapianto di midollo osseo, e per merito
della donazione di una persona speciale come
Fabrizio Frizzi
.
La tua è una storia di straordinaria solidarietà che vale la pena conoscere. Avevi solo 11
anni quando ti è stata diagnosticata la leucemia mieloide acuta, troppo piccola per
capirne la gravità ma abbastanza grande per viverne le sofferenze: cosa ricordi di quel
brutto periodo?
«Ho passato giornate lunghissime in ospedale ed erano interminabili, è pur vero che venivano
gli insegnanti per non perdere scuola ma i fine settimana mi ritrovavo da sola all'ospedale. Le
sofferenze fisiche erano terribili, si sa quali sono gli effetti della chemioterapia, quando mi son
vista cadere i capelli è stata un'esperienza veramente forte che non auguro a nessuno. Quando
poi io cominciai a stare meglio ho visto tanti bambini morire, per questo continuo a
sensibilizzare la gente a fare le donazioni, vorrei che tanti giovani si iscrivessero a donare».
Tua nonna è stata molto importante per te, ti diceva che chi ha fede non deve avere
paura ma tanto coraggio: in cosa consiste la tua fede?
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«La mia fede è in Dio, lei mi diceva sempre: "Credi in Dio, se preghi ce la fai e poniti anche
degli obiettivi", il mio obiettivo era quello di uscire dall'ospedale per andare a scuola. La vita è
tutta fatta di obiettivi, piccoli o grandi che siano».
La tua rinascita è stata possibile grazie al gesto degno di lode e di ammirazione di un
donatore, sei così piccola ma puoi vantarti di essere nata due volte: come è cambiata la
tua vita dopo l'intervento?
«E' cambiata tantissimo perché ovviamente io ero arrivata in ospedale che non avevo più vita
dall'anno precedente. Quando a novembre del 99 venni ricoverata ero quasi morta, avevo il
90% di midollo osseo ammalato. Dopo il trapianto nel giro di due anni ho incominciato a vivere
come prima, andavo a scuola regolarmente e non avevo più problemi legati al trapianto, ovvio
che ancora oggi devo fare i controlli e devo stare comunque attenta. La mia vita è cambiata, so
no stata fortunata
».
In genere non è possibile risalire all'identità di un donatore, tu come ci sei riuscita?
«Il trapianto è stato effettuato di domenica, era il 21 maggio, mia mamma aveva letto nella
cartella che il donatore era maschio, aveva 41 anni ed era di Roma perciò l'espianto veniva
fatto al San Camillo. Una settimana dopo il trapianto venne detto in tv da Romina Power che
quest'uomo (Fabrizio Frizzi), aveva fatto un gesto bellissimo, da lì mio papà avvertì che era
proprio lui anche se io non ci credevo. Dopo tre anni in realtà avrei potuto sapere il nome del
mio donatore ma uscì nello stesso periodo una legge che impediva per motivi di privacy di
conoscere il donatore, dunque avevo aspettato inutilmente tre anni. Così scrissi una lettera
anonima tramite l'ospedale, volevo comunicargli che stavo bene, che abitavo a Verona che
frequentavo la scuola senza però poter mettere foto o numeri telefonici. La sua risposta mi
arrivò dopo sei mesi e da lì ho capito che era lui.
Nel 2006 leggendo per puro caso un giornale locale avevo saputo che lui si trovava qui a Veron
a
per
presentare la
Partita del Cuore
così scrissi una lettera privata mettendo tutto quello che non potevo scrivere. Nessuno all'hotel
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volle consegnare questa lettera così decisi di andare alla partita. Andai e anche lì il cassiere
non voleva prendersi la responsabilità di consegnargli la mia lettera ma mi disse che l'unica
cosa che poteva fare era darmi la divisa da fotografo per entrare in campo e fare in modo di
fargli avere la lettera e così ho fatto. Io e mio fratello prendemmo i biglietti e salimmo su a
vederla. Finita la partita è stato più forte di me, ero arrivata fino a qua e lo dovevo conoscere.
All'inizio non volevano farmi rientrare ma ho insistito, ho fatto la fila e appena gli ho detto:
"piacere Valeria" lì è scattato tutto. Devo dire grazie alla Partita del Cuore».
Hai avuto la fortuna di incontrare Fabrizio Frizzi e di poterlo ringraziare guardandolo
negli occhi: come si vive sapendo che c'è una persona che col suo gesto ti ha ridato la
vita?
«E' un'emozione grandiosa e anche se non fosse stato lui ma un'altra persona sarebbe stato
uguale, è ancora più grandiosa perché lui è in vita e non gli manca niente e questo è
bellissimo».
Tu e Fabrizio Frizzi avete compiuto già 10 anni: in che modo è trascorso questo lungo
periodo insieme al tuo "fratellone"?
«Lo chiamo fratellone proprio perché abbiamo lo stesso sangue. Dal 2006 ci sentiamo e siamo
sempre in contatto, è venuto ai miei compleanni e l'ultima volta l'ho visto al programma(Attenti
a quei due
)».
Il Centro Italiano che raccoglie il registro dei donatori si trova a Genova: come si diventa
donatori del midollo osseo?
«Chi intende donare deve recarsi al centro della propria regione o della propria città, lì fanno un
semplice prelievo e se lo ritengono idoneo si viene automaticamente iscritti alla banca
internazionale. La banca in Italia è a Genova ma se ad esempio un americano risulta
compatibile con un donatore in Italia, tale donatore viene richiamato per un secondo prelievo
per vedere lo stato della compatibilità. Se poi il donatore risulta idoneo gli viene chiesta la
disponibilità a donare, se accetta avviene l'espianto naturalmente in Italia e poi il midollo viene
trasferito in America tramite elicottero. Non è difficile».
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Fai parte dell'Associazione ADMOR di Verona e ti stai impegnando per educare la gente
a donare portando come esempio la tua esperienza di vita: hai riscontrato mancanza di
informazione riguardo alle donazioni?
«Si molta. Quando facciamo la fiera molti giovani non sanno nemmeno cosa sia il midollo osseo
lo confondono col midollo spinale ed gravissimo. Se ci fosse più informazione ci sarebbero
migliaia di donatori
».
Oggimedia ringrazia Valeria Favorito per la disponibilità mostrata e si augura che questa
vicenda possa far da monito perchè raccontare un dolore personale a volte può
diventare speranza per gli altri.
Fonte Foto: marsalaviva.it
Sabrina Ferrante
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