per la pasta Barilla - Agricoltura e pesca

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per la pasta Barilla - Agricoltura e pesca
Economia
FILIERA CEREALICOLA
Dieci anni di accordi
per la pasta Barilla
Confermata anche per la campagna 2015-2016 la
fornitura di grano duro dell’Emilia-Romagna al Gruppo di
Parma. Un’intesa che dice no alla logica delle commodity
DICEMBRE 2015/GENNAIO 2016
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precedente. Un effetto quasi inevitabile legato
alle previsioni generali del mercato.
A cura della
REDAZIONE
Sinergia con il Psr 2014-2020
Sono state invece confermate le premialità legate a qualità del prodotto, adesione al disciplinare di produzione, assistenza tecnica prestata,
durata e modalità di stoccaggio.
Di qualità ha parlato in particolare Luigi Ganazzoli, responsabile acquisti di Barilla, ricordando che proprio il grano emiliano-romagnolo è destinato, per le sue caratteristiche, alla
realizzazione della nuova linea di pasta a elevato
contenuto proteico lanciata dall’azienda.
Tra le novità introdotte vi è la modifica delle norme di coltivazione che terranno conto dell’aggiornamento in corso dei Disciplinari di produzione
integrata della Regione Emilia-Romagna. Un elemento che, oltre a garantire tecniche di coltivazione più sostenibili da un punto di vista ambientale,
con effetti anche sulla qualità finale del prodotto,
agevolerà l’adesione degli agricoltori alle misure
agro-clima-ambientali del
Psr 2014-2020, nel quale
sono previsti, tra gli altri,
aiuti specifici per favorire la
corretta rotazione e prevenire il rischio micotossine.
Resta inoltre la possibilità
di avvalersi del sistema informatico “granoduro.net”.
L’accordo, che interessa circa un terzo della produzione regionale di grano duro,
coinvolge, oltre al Gruppo
Barilla, la società Produttori Sementi di Bologna, le
organizzazioni dei produttori Op Cereali, Op Grandi
Colture Italiane, Capa Ferrara Op e CerealCap.
Archivio Barilla
C
ompie dieci anni l’accordo, promosso
dalla Regione, per la fornitura di grano
duro alta qualità dell’Emilia-Romagna
alla Barilla. Questa capacità di durare
nel tempo è forse la prova migliore della validità
di un’iniziativa che è un esempio di quell’agricoltura organizzata di cui tanto si parla, ma che non
sempre è possibile vedere alla prova dei fatti. L’intesa per la campagna cerealicola 2015-2016 prevede un obiettivo di 120mila tonnellate e una superficie di circa 20mila ettari. Dal 2006 la crescita
è netta: non solo per quanto riguarda le quantità
(30mila tonnellate quelle di partenza), ma anche
per gli aspetti qualitativi: tecniche di coltivazione,
modalità di stoccaggio, caratteristiche del prodotto finale. Il risultato è che oggi l’Emilia-Romagna
può essere considerata un polo d’eccellenza della
produzione di grano duro, in un mercato globale
caratterizzato da un’estrema volatilità dei prezzi e
in un mercato italiano con un grado di approvvigionamento interno fermo al 60-65%.
Una filiera emiliano-romagnola tracciata, controllata e sostenibile per la Barilla; l’opportunità
per gli agricoltori di programmare la produzione e di avere uno sbocco commerciale. Anche
per la nuova campagna sono confermati i punti
di forza di un’intesa che permette di «sottrarsi
alla logica delle commodity, ovvero del prodotto
indifferenziato il cui unico elemento di valutazione è il prezzo, per puntare invece sulla qualità», come ha sottolineato l’assessore regionale
all’agricoltura Simona Caselli, in occasione della
firma del rinnovo avvenuta alla fine di dicembre
a Bologna. Ingredienti di una ricetta che funziona, anche in un anno che sul fronte del valore
ha presentato «un elemento di controtendenza»,
come ha sottolineato Raimondo Ricci Bitti (Op
Cereali), in rappresentanza dei firmatari della
parte agricola. Per la prima volta infatti il prezzo
previsto dall’accordo per la parte a prezzo garantito, che interessa dal 20 al 30% del quantitativo
totale contrattato, è più basso di quello dell’anno
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