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ONCOLOGIA NEL MONDO
LA RICERCA CONTINUA
Contrasto/Corbis
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È il TERZO MONDO
la nuova sfida
dell’oncologia
di Valentina Murelli
Per anni si è affermato che il cancro
non era un’emergenza sanitaria in Paesi
dove si muore giovani a causa delle
infezioni: ma ora qualcosa è cambiato
alaria, AIDS e tubercolosi: sono certamente queste le principali cause di mortalità per i
Paesi in via di sviluppo.
Eppure, negli ultimi tempi si
stanno facendo sempre più
frequenti gli appelli di vari
organismi internazionali, a
partire dall’Organizzazione
mondiale della sanità (OMS),
a non trascurare il carico di
malattia rappresentato anche
in questi Paesi dal cancro.
Già oggi, infatti, poco più
della metà degli 11 milioni di
persone che ogni anno si
ammalano di tumore e dei 7
milioni che ne muoiono risiede nei Paesi più poveri e il
quadro è destinato a peggiorare. Secondo le stime dell’OMS, infatti, nel 2020
saranno 16 milioni i nuovi
casi diagnosticati e per il 75
M
per cento riguarderanno il
Terzo mondo: ecco perché
alcuni non hanno esitato a
definire la lotta contro il cancro in queste realtà come la
nuova grande sfida della
ricerca oncologica.
L’ALTRA FACCIA
DELLO SVILUPPO
Da cosa dipende, però,
questa drammatica tendenza?
I fattori in gioco sono molteplici, a partire dal fatto che la
vita media ha cominciato ad
allungarsi anche nei Paesi
meno sviluppati. “Le grandi
emergenze sanitarie come la
malaria o l’AIDS non sono
certo state sconfitte” spiega
Federico Caligaris Cappio,
direttore del Dipartimento di
oncologia dell’Istituto San
Raffaele di Milano, che ha
fatto da consulente per diver-
si programmi oncologici i pazienti affetti dal virus delinternazionali. “Eppure, in l’HIV, come del resto accade
alcuni casi i programmi di già nel mondo sviluppato.
D’altra parte, nonostante
lotta contro le malattie infettive hanno dato esiti positivi: qualche lieve miglioramento,
ci si ammala di più di cancro le condizioni igienico-sanitaperché si vive più a lungo”. rie e la qualità generale della
Un parallelo molto evidente, vita continuano a rimanere
pessime per la
per esempio,
nel caso delle Poche le risorse maggior parte
della popolapatologie
disponibili
zione del piatumorali legate
da utilizzare
neta, che fa i
all’AIDS. Lo
soprattutto
conti ogni giorsviluppo
di
questa malat- nella prevenzione no, oltre che
con la scarsità
tia, che nei
Paesi più poveri interessa di cibo, con l’elevatissimo
oltre 36 milioni di persone, si rischio di infezioni: condizioaccompagna infatti a quello ne che rappresenta il terreno
di diverse forme di tumore, in più fertile per lo sviluppo di
particolare linfomi e sarcoma alcuni tumori. Non per nulla,
di Kaposi: proprio per l’al- tra i carcinomi più diffusi nei
lungamento della vita, questi Paesi in via di sviluppo si
tumori stanno diventando la registrano proprio quelli del
principale causa di morte per collo dell’utero, causato da
Fondamentale gennaio 2006 37
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ONCOLOGIA NEL MONDO
IL FUMO FA I SUOI DANNI
Anche le diverse abitudini
di vita stanno contribuendo a
esportare oltre i confini dei
Paesi ricchi uno dei tumori
più pericolosi, quello del polmone. In particolare si sta
diffondendo il fumo di sigaretta, responsabile del 90 per
cento dei casi di cancro polmonare. Mentre nei Paesi
industrializzati, infatti, i
fumatori
diminuiscono
(anche grazie alle leggi che
vietano la sigaretta nei locali
pubblici), in quelli a minor
reddito stanno aumentando.
“Una tendenza determinata
da tre elementi: un certo desiderio di imitazione di un’abitudine propria delle popolazioni più ricche, l’assoluta
mancanza di strategie di prevenzione da parte dei governi
locali e la maggior facilità con
cui le multinazionali del
tabacco possono invadere il
mercato” spiega Caligaris
Cappio.
La situazione sta diventando così critica che nel maggio
di quest’anno un editoriale
della prestigiosa rivista medica Lancet ha lanciato un vero
e proprio atto di accusa contro i produttori di sigarette,
arrivando a proporre come
strumento preventivo la tas38 Fondamentale gennaio 2006
sazione delle bionde: “La Nigeria, per esempio, l’età di
verità” si legge nell’editoriale insorgenza del mieloma mul“è che le scarse risorse dedica- tiplo è di circa 35 anni, 30 in
te da questi stati alla salute meno di quella che si registra
pubblica non reggono al con- nei Paesi occidentali e lo stesfronto con quelle
so succede per il
impiegate in pub- I medici locali tumore della cerblicità dalle indu- hanno bisogno vice uterina, che
strie del tabacco.
in questi ultimi
Gli stati indu- di formazione colpisce in genestrializzati, inol- e di apparecchi re donne oltre i
tre, alimentano
per la cura 50 anni, mentre
questo mercato
in quelli più
vendendo sigarette a Paesi in poveri si manifesta di prefecui la conoscenza dei deva- renza tra i 30 e i 45. “In prastanti effetti del fumo è scar- tica è come se i particolari
sa o inesistente.
stimoli e gli stress a cui l’orCiò che serve davvero a ganismo è sottoposto in quequesti Paesi è quindi un’ag- sti contesti di povertà e malgressiva politica di tassazione nutrizione amplificassero la
sul tabacco: invitiamo tutti i velocità di formazione del
governi a impegnarsi in un tumore” commenta Caligaris
aumento dei prezzi del 50 Cappio .
per cento l’anno”.
MANCANO MACCHINE
E OPERATORI
FORME PIÙ RAPIDE
E AGGRESSIVE
A preoccupare, però, non
Tra le forme tumorali più è ‘soltanto’ l’aumento del
frequenti nei Paesi in via di numero di casi di tumore, ma
sviluppo si possono senz’altro anche e soprattutto l’assenza
citare i carcinomi del fegato e pressoché totale di strutture e
dell’esofago per l’uomo e risorse per la prevenzione, la
quelli della mammella e del diagnosi precoce e il trattacollo dell’utero per la donna. mento. Basti pensare, per
In realtà non è facile stilare esempio, che i Paesi sviluppauna classifica, perché nella ti hanno a disposizione
categoria di ‘Paesi del Terzo un’apparecchiatura per radiomondo’ rientra una gran terapia ogni 250 mila abitanvarietà di aree geografiche: ti. Secondo l’Agenzia internadall’Africa all’India, dal Sud- zionale per l’energia atomica
est asiatico all’America cen- (IAEA) di Vienna, invece, ci
tro-meridionale. Ognuna di sono almeno 15 nazioni afriqueste regioni è caratterizzata cane e diversi stati asiatici che
da condizioni ambientali non ne hanno neppure una e
molto diverse ed è abitata da in Etiopia - Paese con più di
popolazioni con patrimoni 60 milioni di abitanti - ce n’è
genetici specifici: due fattori una soltanto: mancano le
che possono influenzare la apparecchiature insomma,
suscettibilità al cancro e le come pure i medici in grado
di utilizzarle e i tecnici capaci
sue modalità di sviluppo.
Una cosa però è certa: nel di mantenerle. In Occidente,
Terzo mondo i tumori tendo- ormai, si stima che circa un
no a comparire prima. In terzo dei tumori sia preveni-
bile con un corretto stile di
vita e un altro terzo curabile
se diagnosticato o trattato per
tempo: in Paesi in cui manca
tutto, però, queste cifre non
valgono più.
È ovvio che in una situazione del genere - in cui, nonostante l’attenzione di organismi e finanziatori internazionali è difficile far fronte anche
alle patologie infettive che
rappresentano le emergenze
sanitarie principali - la soluzione non è affatto a portata di
mano. Sono sempre di più,
però, coloro che pensano che
sia ormai necessario avviare
programmi specifici per
migliorare l’accesso ai trattamenti oncologici. “In altre
parole, è ora che gli organismi
internazionali, i centri specializzati nella ricerca e nella cura
contro il cancro e le fondazioni e le organizzazioni non profit comincino a organizzare
anche nel Terzo mondo un’offensiva contro questa malattia” afferma Caligaris Cappio,
che sostiene anche che il
modello più efficace di intervento in questo senso è senza
dubbio quello della collaborazione tra i piccoli ospedali
locali e grandi centri specializzati dei Paesi sviluppati, in
modo che sia possibile innanzitutto addestrare il personale.
Esperienze di questo tipo in
realtà sono già in corso, per
esempio nel caso di programmi di collaborazione per il
trattamento dei tumori infantili avviati tra grandi ospedali
americani e alcuni presìdi
sanitari in America Latina, in
Africa Nord-occidentale e nel
Sud-est asiatico. Tutte queste
iniziative hanno funzionato
bene e hanno anche permesso
di formare in loco altri medici
specializzati, che si sono poi
Quando il Terzo mondo non è lontano
Diciamo Paesi in via di sviluppo e pensiamo subito all’Africa o all’Asia, ma per quanto riguarda
la mortalità per cancro, situazioni da Terzo mondo non sono poi così lontane da noi: se si tiene conto
di questo parametro, infatti, la stessa Europa è divisa in due, con i tassi di mortalità che nell’Europa
dell’Est, anziché diminuire come è accaduto in Occidente, continuano a crescere. Le cause?
Anche in questo caso, sono diverse, come per esempio la mancanza di protezioni sul luogo del lavoro,
che nelle fabbriche chimiche o metallurgiche comporta la continua esposizione a sostanze tossiche
o il deterioramento delle condizioni igieniche e delle tutele sanitarie che hanno seguito il crollo
dei regimi sovietici. E, soprattutto, l’onda lunga dell’incidente della centrale nucleare di Chernobyl,
come riferisce Federico Caligaris Cappio, oncologo dell’Istituto San Raffaele di Milano
che ha partecipato ad alcuni studi promossi nell’Europa dell’Est: "Ancora oggi in tutta la fascia
che va dall’Ucraina alla Polonia, alla Slovacchia l’incidenza delle leucemie continua a crescere".
Proprio per indagare meglio le ragioni di questo incremento costante, l’Università di Kiev,
in collaborazione con quella di Uppsala e con l’Istituto San Raffele, ha ideato un progetto
di ricerca specifico, chiedendo all’Unione Europea i fondi per realizzarlo. "Per ora il progetto,
che dovrebbe partire nel 2006, ha passato il primo vaglio da parte della comissione giudicante:
non resta che sperare che possa partire davvero" auspica il medico milanese.
Contrasto/Corbis
Contrasto/Corbis
un virus trasmesso per via sessuale (il papillomavirus o
HPV), e quello del fegato,
nella cui insorgenza sono
coinvolte le infezioni da parte
dei virus dell’epatite B e C.
“In effetti” racconta Caligaris
Cappio “nelle località in cui è
stato attuato un programma
di vaccinazione antiepatite,
come per esempio nell’isola
di Formosa, l’incidenza del
carcinoma epatico è diminuita notevolmente”.
LA RICERCA CONTINUA
dispersi sul territorio formando una rete.
Altre iniziative sono state
avviate dall’Unione internazionale contro il cancro
(UICC), che promuove la
diffusione delle conoscenze
oncologiche grazie a borse di
studio elargite al personale
medico di Paesi in via di sviluppo per soggiorni di formazione in centri specializzati e
dalla IAEA, che negli ultimi
anni ha contribuito alla crea-
zione di alcuni centri per la
radioterapia in varie aree
bisognose del mondo.
In un caso specifico, che è
quello del tumore del collo
dell’utero, grandi speranze
sono poi riposte nella disponibilità di un vaccino. È di
poche settimane fa, infatti, la
notizia della conclusione di
una sperimentazione clinica
internazionale per un vaccino anti HPV che si è dimostrato davvero efficace nel
contrastare l’infezione da
parte del virus responsabile
del tumore.
Ora, rimane soltanto da
stabilire un programma per la
vaccinazione delle adolescenti
di tutto il mondo. Non è un
compito facile, ma la posta in
gioco è davvero alta: la vita di
200 mila donne, l’80 per
cento delle quali abitante nei
Paesi in via di sviluppo, che
ogni anno muoiono a causa
di questa malattia.
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