Azalee del cancro la prevenzione va in piazza
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Azalee del cancro la prevenzione va in piazza
DALLA PARTE DEI LETTORI Scrivere a [email protected] IL MEDICO Azalee del cancro la prevenzione va in piazza D omenica 12 maggio con 15 euro aiuti la ricerca a mettere il cancro all’angolo. Lo slogan è efficace, ma da solo non basta se non mettiamo, tutti insieme, la prevenzione al centro della battaglia contro i tumori. Una buona, anzi ottima, opportunità per farlo è l’Azalea della ricerca: in occasione della Festa della mamma, l’Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro, distribuirà per il 29˚ anno consecutivo oltre 600 mila azalee su più di 3.600 piazze: uno sforzo organizzativo straordinario reso possibile soltanto dalla volontà e disponibilità di oltre 25 mila volontari in tutta Italia. La Guida speciale, in distribuzione insieme con le Azalee, sottolinea attraverso precise indicazioni mediche come la prevenzione 9 milioni l’obiettivo dell’Airc nella raccolta fondi del 12 maggio per l’Azalea della ricerca sia la vera sfida. «Quando si pensa alla ricerca sul cancro, s’immaginano nuove cure e scienziati impegnati nella gara contro il tempo per salvare il maggior numero di vite»: si apre così la Guida, dal titolo “I colpi vincenti della prevenzione: nuovi e vecchi esami che battono il cancro”. A conferma di quanto sia importante seguire i più comuni e tradizionali esami – che negli ultimi 10 anni sono più accurati grazie alle innovazioni tecnologiche – ma anche accostarsi con fiducia a quelle nuove tecniche diagnostiche che stanno entrando nella prassi. La Guida ricorda che quasi il 70% dei tumori potrebbe essere prevenuto o identificato in tempo se tutti adottassimo stili di vita corretti e aderissimo ai protocolli di screening e diagnosi precoce. E la giornata dell’azalea diventa reale opportunità per ricordare a tutti, in particolare alle donne, questo cardine della lotta contro i tumori. Anche i ricercatori, ovviamente, partecipano a questa iniziativa. In particolare quest’an- LORETTA GOGGI: «SFIDIAMO I TUMORI COME LORO FANNO CON NOI» «Ho incontrato Airc nel 1991, quando conducevo Festa di compleanno su Telemontecarlo e dedicai un’intera puntata ai primi 25 anni d’attività di questa importante organizzazione, nata nel 1965 per finanziare la ricerca sul cancro nel nostro Paese. Negli anni precedenti, quando vivevo a Milano, avevo partecipato come testimonial a diversi eventi con il professor Veronesi. A quel tempo ero già convinta dell’importanza della ricerca, una consapevolezza 106 famiglia cristiana n. 18/2013 diventata ancora più forte quando nel 2004 mio marito Gianni Brezza fu colpito per la prima volta dal cancro, un tumore del colon. Niente chemio, nessun linfonodo sentinella intaccato. Ma nell’ottobre 2009 purtroppo la malattia ritorna. È un tumore allo stomaco. Operato, riuscì a sopportare tutto, sino alla scoperta di cellule maligne nella formazione di liquido nella pancia: era stato attaccato il peritoneo. Da lì numerosi cicli di chemioterapia, ma nell’aprile 2011 Gianni mi lascia. Per chi crede, è finalmente “nato” al cielo. Non è stato facile accettare il dolore di questa perdita, ma oggi ho scelto di tornare in prima linea a fianco di Airc non solo per lui, ma anche per le mie amiche perse a soli 30 anni, per mio papà, e per tanti amici, tra cui anche Gaetano Savio, autore di Maledetta primavera. Lo faccio anche e soprattutto per le migliaia di persone che Alberto Costa, 61 anni, di Biella, chirurgo senologo, direttore scientifico della Scuola europea d’oncologia di Milano. Tre domande all’esperto oncologo C 600 mila le piantine di azalea distribuite in tutta Italia il 12 maggio per la Festa della mamma ogni giorno nel nostro Paese incontrano la malattia. A tutti loro voglio dire che la ricerca ogni giorno raggiunge nuovi piccoli importanti risultati che permettono di curare sempre più persone e garantiscono una migliore qualità di vita, anche con una convivenza prolungata con la malattia. E Airc è il motore di molte di queste scoperte. So bene cosa significhi la prevenzione, come pure scoprire un cancro silente, e tutto ciò che comporta convivere con questo male, direttamente e indirettamente. no numerosi studiosi e scienziati, circa 600, si stanno mobilitando sia per allargare la diffusione delle azalee sul territorio, creando delle vere “piazze” nei loro istituti già da venerdì 10 maggio, sia per essere vicini ai volontari dell’Airc nell’accogliere il pubblico. Lo sentono come un dovere e insieme vogliono dimostrare gratitudine alla collettività che supporta il loro lavoro. M La sola salvezza è conoscere il cancro, guardarlo in faccia e combatterlo contando sulle forze che si hanno e sfidandolo come lui fa con noi. Per questo è importante sostenere il lavoro dei ricercatori di Airc. Domenica 12 maggio, Festa della mamma, andiamo tutti in piazza a prendere le azalee della ricerca: possiamo fare un bel regalo alla nostra mamma e aiutare i ricercatori Airc a rendere i tumori che colpiscono noi donne sempre più curabili. Io sto con Airc. E voi?». Loretta Goggi on Alberto Costa, chirurgo senologo, direttore scientifico della Scuola europea d’oncologia di Milano, facciamo il punto sulla ricerca e sulla prevenzione. – Quali sono oggi i tumori che possono essere considerati sconfitti e quali quelli ancora terribilmente più forti di noi? «Difficile rispondere senza separare i due aspetti della questione cancro: le conoscenze della ricerca dalla loro applicabilità. L’esempio più eclatante è il tumore al polmone: la ricerca ha dimostrato in mille modi che è provocato al 90% dal fumo di sigaretta, ma il carcinoma polmonare rimane uno dei tumori “molto più forti di noi”: miete milioni di vittime ogni anno. Poi ci sono tumori davanti ai quali restiamo ancora impotenti: pensi al tumore del pancreas del nostro Pavarotti o all’enigma del cancro di Steve Jobs, padre dell’iPhone». – Si potrà mai riconoscere i tumori con semplicissimi esami del sangue, come si fa con il colesterolo o i trigliceridi? «Penso di sì, certamente troveremo il modo di identificare segnali di allarme molto precoci. Già ora i laboratori ci aiutano con i cosiddetti “marcatori”, esami del sangue che ci permettono di capire subito se un tumore si sta riformando o se si sta diffondendo». – La vittoria definitiva sui tumori è solo una questione di fondi per la ricerca? «Questa era l’illusione del presidente americano Nixon: quando nel 1973 firmò la “legge contro il cancro” pensava che sarebbe stato come per la conquista della Luna, una questione di soldi. La soluzione del problema cancro è più complessa, perché richiede sia soldi per la ricerca (e di progressi ne sono stati fatti tanti) sia soldi per portare i risultati della ricerca ai malati (medicine, strumenti diagnostici, tecnologie chirurgiche). Pensi che ci sono ancora più di 30 Paesi al mondo senza neppure una macchina per radioterapia, neppure una!». Pino Pignatta 107 famiglia cristiana n. 18/2013