c`è mela e mela… l l JULIA la mela JULIA

Transcript

c`è mela e mela… l l JULIA la mela JULIA
c’è mela e mela…
l mela
la
l JULIA
Dr.ssa Teresa De Monte
U.T.E. Gemona
a.a. 2007-2008
La mela è il frutto per eccellenza.
Con la sua forma sferica ha suggerito all’uomo la totalità del cielo e
della terra: una specie simbolo del potere massimo terrestre e divino
insieme.
Forse non tutti
F
t tti sanno che
h in
i realtà
ltà la
l mela
l ("pomo"
("
" per i botanici),
b t i i) è iin
realtà un falso frutto, la cui polpa carnosa deriva dalla saldature e dallo
sviluppo dei tessuti fiorali.
Infatti, ciò che noi mangiano è in realtà il ricettacolo fiorale
particolarmente
ti l
t sviluppato.
il
t Il vero ffrutto,
tt vale
l a dire
di quello
ll che
h sii
origina dall'ovario è quella sottile lamina, decisamente coriacea, che
avvolge i semi.
Però … ci pensate che quando mangiate una mela in realtà state
mangiando
i d un fifiore?
?
In fondo però ci piace lo stesso anche perché questo prezioso frutto ha
ispirato generazioni e generazioni: Adamo ed Eva e la mela come
frutto del peccato;
La storia dell'uomo dunque sarebbe stata ben diversa se questo frutto
non fosse
f
entrato
t t prepotentemente
t t
t neii suoii d
destini:
ti i il suo primo
i
consumo segna infatti il punto di confine fra una vita eterna,
paradisiaca, piena di gioie, delizie e agi, e una vita brevissima e ben
condita di tribolazioni, pericoli e malattie.
LLa mela
l diventa
di
t dunque
d
il simbolo
i b l del
d l principio
i i i del
d l bene
b
e del
d l male,
l
dell'obbedienza e della disobbedienza, dell'amore e dell'odio;
è la concausa della guerra più famosa del mondo antico, nel momento
in cui Paride di Troia, giudice fra le dee nella contesa per la più bella,
i di
indispettendo
tt d Giunone
Gi
e Minerva
Mi
consegna la
l mela
l – il premio,
i appunto
t
– ad Afrodite, la quale per ringraziarlo gli farà incontrare e farà
innamorare di lui la donna più bella del mondo:
Elena, moglie di Menelao, il quale, per riprendersi la sposa, scatenerà la
guerra di Troia.
Ancora nel mondo pre biblico, in particolare in Asia, la mela era
ritenuta simbolo di bellezza e di prosperità: non solo, nei manuali
erotici
ti i indiani,
i di i assieme
i
all pepe nero, a quello
ll rosso e all miele,
i l la
l polpa
l
delle mele diventa una formidabile pomata stimolante sia per gli uomini
ssia
a pe
per le
e do
donne
e ((molto
o to p
probabilmente
obab e te a
aveva
e a funzione
u o ed
di
vasodilatatore: in pratica, un precursore del Viagra!).
Nella
N
ll Bibbia,
Bibbi nell Cantico
C ti dei
d i Cantici,
C ti i sii legge:
l
"Presto,
"P t portate
t t dolci
d l i
d'uva che mi restituiscano forza, e mele che mi diano sostegno, perché
sono
so
o malata
a ata d
d'amore!"
a o e (a que
quella
a epoca non
o co
conoscevano
osce a o g
gli e
effetti
ett
benefici ed eccitanti dell'acido clorogenico contenuto nelle mele... ma
forse li intuivano!).
Nella tradizione ebraico-cristiana il melo e l’albero del bene e del male,
nella
ll mitologia
it l i scandinava
di
la
l mela
l è il cibo
ib degli
d li dei.
d i
Sono tre mele d’oro
d oro che tentano Atalanta a fermarsi e a perdere la
scommessa con Ippomene; è una mela d’oro che scatena la guerra di
Troia; è una mela il frutto che, consacrato ad Afrodite, a partire dal
3° sec.d.C,
d C in
i Grecia,
G i viene
i
gettato
tt t all giovanetto
i
tt o alla
ll fanciulla
f
i ll per
scegliere il compagno di banchetto; sono mele i frutti dell’immortalità
del giardino delle Esperidi che Ercole, nella sua undicesima immane
fatica, riesce a conquistare.
Presso i d
P
druidi
idi sii lanciava
l
i
una mela
l contro
t la
l persona che
h sii desiderava
d id
amare, nel medioevo si mangiava la mela bagnata del sudore della
persona amata…
La mela, oltre che nella mitologia, ricorre in innumerevoli fiabe ed in
t di i i pseudostoriche;
tradizioni
d t i h inoltre,
i lt da
d decenni
d
i ormai,
i campeggia
i anche
h
nel campo della pubblicità.
E così, partendo da
quella che cadendo in
q
testa a Newton gli fece
intuire il meccanismo
della forza
fo a di gravità,
g a ità
oppure da quella che ha
fatto di Guglielmo
g
Tell
l’eroe nazionale del
popolo svizzero…
…la mela di Biancaneve e i sette nani che fece addormentare la
t
tenera
principessa;
i i
Giovannino
Gi
i Semedimela
S
di l che
h cosparse di semii di
mela il midwest dell'America e l'ancora più famosa "Grande Mela",
simbolo di New York di cui però non so darvi spiegazione perché
ancora nessuno l'ha scoperto!
La mela nella storia
Originaria dell’Asia Minore, a sud del Mar Nero, dove se ne trovano le
prime tracce
tracce, la mela,
mela attraverso l’Egitto
l Egitto e la Grecia
Grecia, passa in Europa,
Europa
dove, nell’Impero Romano, già viene decantata a poeti e da scrittori,
consigliata e raccomandata da diuretico e come cura per diversi
problema all’apparato digerente.
In seguito,
seguito le invasioni barbariche causano un profondo decadimento
dell’agricoltura, che si protrasse per circa un millennio.
L’uomo tornò a cibarsi di frutti selvatici e preferì dedicarsi
maggiormente alla produzione di cereali.
I meli erano numerosissimi allo stato selvatico e i loro frutti erano ben
lontani dalla qualità, dal profumo e dal colore di quelli decantati degli
antichi.
Soltanto nel XV secolo, grazie a grandi opere di irrigazione e di
bonifica, a fortunati innesti e nuovi sistemi di fertilizzazioni, si tornerà
a produrre qualità di frutta pregevole
pregevole.
E’ in tutto q
questo periodo
p
che,, con la creazione di grandi
g
frutteti in
Italia e in Europa, questa coltura si rivela anche una notevole fonte di
guadagno.
Nel XVI secolo, la mela emigra in America, rendendo tutto lo stato di
New York famoso p
per l’ottima qualità
q
dei suoi frutti.
Contemporaneamente, le mele appaiono trionfanti nella pittura
fiamminga tedesca,
fiamminga,
tedesca italiana: i frutti bellissimi che appaiono nelle opere
degli artisti testimoniano il progresso delle colture.
Da allora in poi la mela si diffonde sempre di più nell’uso popolare, non
solo come frutto, ma anche come toccasana per la salute e la bellezza.
In cucina poi, diventa ingrediente particolarmente delicato, oltre che
per i dolci,, anche per
p
p antipasti
p
e per
p primi
p
e secondi piatti.
p
La mela nel mondo
Nel mondo si producono 564 milioni di quintali di mele. Il maggior
produttore con 270 milioni di quintali
p
q
è l’Asia,seguita,
, g
, con 160 milioni di
quintali, dall’Europa.
La produzione nell
nell’Unione
Unione Europea è di 80 milioni di quintali,
quintali con ll’Italia
Italia
al 1° posto, seguita da Francia, Germania, Spagna.
Questi paesi
Q
p
insieme,, concorrono al 70% della produzione
p
totale
dell’Unione Europea.
In Piemonte la pomicoltura vanta un antica tradizione che risale a diversi
secoli fa, praticata prevalentemente in zone di collina fino a metà degli
anni Trenta.
Dopo, la coltura della melo si sviluppa nelle zone irrigue dalla pianura,
con impianti specializzati e con varietà più moderne.
moderne
In poco più di sessanta anni la pomicoltura piemontese è all’avanguardia
ep
può essere collocata fra i primi
p
posti
p
a livello nazionale.
Le mele catalogate sono centinaia e
centinaia, anche per la facilità di
un’importazione
un
importazione di varietà che crescono
esclusivamente in America e in altri Stati.
Fra le più diffuse troviamo le Golden
Delicious (gialle) che coprono da sole quasi
la metà della produzione UE,
UE
la Reed Delicious (rosse),
le Renetta del Canada,
le Jonathan, le Granny Smith (verdi),
le Abbondanza,
le Morgan,
e le Annurca (queste ultime due di
produzione esclusivamente italiana).
LA MELA, dunque…
"Nella
Nella religione
religione, nelle favole
favole, nella storia e nella scienza
scienza, la mela ha
avuto un ruolo misterioso e singolare. Per una mela il genere umano
si è perso nel peccato, una mela ha fatto sì che Troia fosse distrutta,
una mela ha liberato la Svizzera, una mela ha rivelato il mondo a
Newton”, rifletteva giustamente Victor Hugo.
Conservazione:
In frigorifero per oltre un mese. A temperatura ambiente in un luogo
molto fresco può durare anche un mese.
In freezer la polpa di mela,
mela una volta cotta,
cotta si può surgelare.
surgelare
Proprietà:
Le mele sono composte da acqua, proteine, grassi, zuccheri di diverso
tipo, tra cui fruttosio, glucosio, e saccarosio, fibre, sali minerali tra cui
potassio zolfo
potassio,
zolfo, fosforo
fosforo, calcio
calcio, magnesio
magnesio, sodio
sodio, ferro
ferro, oltre a tracce di
rame, iodio, zinco manganese, e silicio.
La mela è ricca anche di vitamine: C, PP, B1; B2, A, e contiene inoltre
acido malico.
I contenuti di questo frutto sono equilibrati e dal punto di vista
nutrizionale completi. Tali proprietà contribuiscono all’attenzione dedicata
alla sua capacità
à di ridare giovinezza ai tessuti, e di mantenere un
generale benessere fisico.
Curiosità:
Per le mele il marchio di produzione è essenziale perché garantisce
norme restrittive sull'uso
ll'
di
d sostanze chimiche;
h
h
si può ricorrere a mele biologiche o a mele dai marchi conosciuti,
mentre è meglio diffidare di "mele"
mele anonime soprattutto lontano dalla
stagione tipica della qualità di mela considerata.
LA MELA FRIULANA O JULIA
Lo studio dei toponimi legati alla presenza del melo e della sua
coltivazione fornisce una delle tracce storiche più interessanti per poter
introdurre la breve storia della mela friulana.
Oltre settanta toponimi sono sorprendentemente diffusi in maniera
omogenea su tutta la superficie regionale e numerosi di essi sono
declinati in friulano.
Verso i confini con Austria e Slovenia si trovano molti esempi di
toponimi in lingua slovena e tedesca.
I primi grandi produttori di mele in Friuli furono i romani;
può sembrare una banalità ma non lo è affatto perché
p
p
il sistema di
produzione dei romani era preciso, meticoloso, puntuale e tecnicamente
molto avanzato.
I romani avevano intuito che c’erano tutte le condizioni ambientali e
climatiche p
per poter
p
produrre
p
una mela di qualità
q
e la creazione della
prima varietà di mela autoctona friulana si deve a loro.
Venne chiamata
hiamata mela “maziana”
“ma iana” dal nome del suo
s o costitutore,
ostit to e
Caio Mazio, un grande appassionato di arboricoltura fra i principali
protagonisti
p
g
della fondazione dell’agro
g aquileiese.
q
La mela friulana nei mosaici aquileiesi del II° sec.
sec A
A.C.
C
Il prodotto arrivava fino a Roma e si distingueva per la sua
apprezzata qualità tanto che le mele maziane vennero notate e
citate nei loro scritti da Ateneo, Columella e Plinio il Vecchio.
Possiamo quindi ritenere che non si trattava di una produzione
tutt’altro
tutt
altro che di nicchia
nicchia.
Ad Aquileia
q
(città
(
emporiale
p
dell’area danubiana seconda solo a
Roma) è custodito un mosaico pavimentale del I° secolo a.c. che è
stato rinvenuto poco distante dalla basilica di Aquileia: l’Asaraton.
Esso raffigura i resti alimentari di un tipico pasto di una famiglia
patrizia che visse nella villa romana dove venne rinvenuto.
p
Era iinfatti
E
f tti tradizione
t di i
lasciare
l i
sull pavimento
i
t della
d ll sala
l triclinare
t i li
i resti
ti
del pasto.
Per questo motivo vi vediamo raffigurate nocciole, olive, fragole, del
pesce e quattro mele, o meglio, tre mele e una melagrana.
Vista l’epoca alla quale risale il mosaico, che coincide con la presenza
di Caio Maio sul territorio dell
dell’agro
agro aquileiese, queste mele potrebbero
essere proprio le “maziane”.
Al di là di un romanticismo
i i
a dir
di poco bizzarro,
bi
notiamo
i
la
l citazione
i i
alla mela carnica che già all’epoca godeva di notevole rinomanza.
Nel tempo il susseguirsi delle vicissitudini storiche ridusse
drasticamente la frutticoltura e la presenza di questa coltivazione.
Nuove tracce delle mele friulane le ritroviamo in altre opere d’arte dove
spesso gli artisti hanno voluto legare le loro rappresentazioni al
territorio, come ha fatto Giovanni Maria Zaffoni, detto Calderari (allievo
del Pordenone).
Pordenone)
In uno dei suoi affreschi, databile 1560 e situato nella chiesa di San
Rocco a Montereale Valcellina (PN), dove dipinse una rappresentazione
sacra intitolata “La nascita della Madonna”, sono stati raffigurati i
prodotti della terra che quel territorio in quell
quell’epoca
epoca esprimeva.
esprimeva
Si vedono raffigurate le ciliegie, le pere, l’uva e le mele.
Ma si ritrova traccia della mela anche nelle poesie di Niccolò
ò Morlupino,
poeta friulano nato a Venzone nel 1528 e morto nel 1570, che ha
intitolato una poesia ad una ragazza di nome Pizia e nell
nell’ultimo
ultimo
capoverso recita “Pizia mia lisciotta come un ghiro, colorita come una
mela carnica, dritta come un bel manico di spuntone da chiatta”.
La mela friulana negli affreschi di Giovanni Maria Zaffoni nel
1560 (Chiesa di S. Rocco a Montereale Valcellina - PN).
Al di là di un romanticismo a dir poco bizzarro, notiamo la citazione alla
mela carnica che già
à all’epoca godeva di notevole rinomanza.
Importanti informazioni riguardanti il patrimonio di tradizioni e cultura
friulana si evince dall’analisi delle abitudini e delle tradizioni
gastronomiche.
Diverse sono le testimonianze dell’uso della mela in cucina che
provengono da ricettari aquileiesi
aquileiesi, dai casati nobiliari e dai conventi
conventi.
Importantissimo è il ricettario risalente alla metà del ‘400 di Maestro
Martino da Como, cuoco dei Patriarchi di Aquileia Ludovico Trevisan e
Guarnerio d’Artegna.
Egli aveva facoltà di spendere quotidianamente venti ducati (attuali 500
Euro) per imbandire la tavola patriarcale e inventò molte delle specialità
gastronomiche che ancor oggi sono alla base della cucina tradizionale
friulana, comprese le frittelle di mele.
Epulario (1489): La raccolta delle ricette di Maestro Martino cuoco
dei Patriarchi d'Aquileia Ludovico Trevisan e Guarnerio d'Artegna.
Anche in pianura la mela suscita interesse ed agli inizi dell’Ottocento
Giuseppe Carlo Cernazai, botanico udinese, grande studioso ed esperto
nella riproduzione dei fruttiferi, annotava nei suoi scritti un riferimento
ad una varietà da egli costituita che ha voluto denominare “Friuli” o
“Friulana” e che fece certificare dai più grandi esperti di frutticoltura
dell’epoca in Inghilterra.
Verso la fine del ‘700 e la metà dell’800 molto venne fatto dalla
benemerita Associazione Agraria Friulana (della quale anche il Cernazai
era componente) per il rilancio della frutticoltura friulana.
Tanto crebbe che verso il 1885 si parlava apertamente di esportazione.
Dal goriziano e dall’alto pordenonese, le mele prendevano la via
dell’Europa
dell
Europa asburgica e dell
dell’Egitto
Egitto.
Si cita fra gli altri, il caso del signor Tuis da Fanna (PN) che, durante i
primi anni del ‘900, acquistava le mele sulla piazza delle colline
circostanti Maniago (PN) e le rivendeva nei propri negozi di specialità
italiane a Vienna.
Vienna
Tuis e Benozzi nel 1905
1905, esportano le mele da Fanna (PN) e le commercializzano
nei propri negozi a Vienna.
(Foto gentilmente concessa dal "Gruppo amatori Mele antiche di Fanna di
M i
Maniago"
" - PN)
Le ripetute
p
gelate
g
(si
( ricorda in particolare
p
quella
q
del 1929)) e le due
guerre mondiali, che hanno visto il territorio friulano al centro delle
attività belliche, riportarono pressoché a zero la produzione e gli
impianti esistenti.
esistenti
pozzi e di impianti
p
irrigui
g consortili in
Ma la massiccia costruzione di p
vasti comprensori della pianura friulana e l’insediamento in Friuli di molti
frutticoltori provenienti dall’Alto Adige diedero un nuovo impulso, verso
gli anni 50/60 del secolo scorso,
scorso alla riespansione di questa coltura.
coltura
Negli
g ultimi decenni,, la forte professionalizzazione
p
dei melicoltori
friulani, ha portato a sviluppare tecniche di coltivazione rispettose
dell’ambiente e della salubrità del prodotto con forte riduzione
dell’impiego
dell
impiego di agrofarmaci grazie ai sistemi di lotta fitosanitaria
integrata e in taluni casi biologica.
Attualmente il melo costituisce il tipo di fruttifero più coltivato in regione
(54% della superficie a frutteto), la produzione è in progressivo
aumento, g
gli impianti
p
sono altamente specializzati
p
e i sistemi di lotta ai
parassiti viene svolta con tecniche a basso impatto ambientale sul 65%
della produzione.
La superficie media coltivata a melo per singola azienda è pari ad ettari
1,71 ed è seconda in Italia solo al Trentino Alto Adige (ha 1,85).
Il Veneto raggiunge
gg g invece ha 1,19,
, , l’Emilia R. ha 0,84
, e il Piemonte ha
0,49 (ISTAT 2000).
Nella nostra lingua il nome melo è la traduzione latina di malum che
deriva dal dorico malon.
In francese si dice pomme, dal latino pomum mentre in inglese e
tedesco (apple e apfel) derivano dalla radice indoeuropea abel
abel- che
come aval, la mela bretone o gallese, dava il nome alla mitica Avallon
o isola delle mele.
Quest'albero appare anche nella leggendaria storia di Alessandro
Magno che scoprì delle mele che prolungavano fino a 400 anni la vita
dei sacerdoti.
D'altronde si sa che "Una mela al giorno toglie il medico di torno",
proverbio che ne rispecchia fedelmente le virtù medicinali perche
contiene oltre all
contiene,
all'85
85 per cento di acqua
acqua, il 13% di zuccheri,
zuccheri acidi
organici, pectina, tannino, vitamine A,PP,C, E e del gruppo B.
Ricette:
Strudel di mele
Mele al cartoccio
Gamberi in agrodolce
Crema allo zafferano
Pasticcio di mele al gratin
Torta di mele al gusto di albicocca
Spuma di mela con ciliegie e panna
Insalata primavera
Minestra di orzo, noci e mele
Insalata di mele al gusto di mare
Mele caramellate
Dolce
D
l di W
Washington
hi t con mele
l e cannella
ll
Padellata di frutti speziati
Mele sciroppate al brachetto
Frutta meringata
Insalata di lattuga alla panna
Pi i
Pinzimonio
i di ffrutta
tt con salsine
l i
Insalata di mele e sedano rapa
Coppa di frutta fresca e crema di riso
Bavarese alla frutta
Miascia
F tt brulée
Frutta
b lé
Rana pescatrice in salsa al curry
Struffoli
Dolce alla frutta
Insalata di carote e mele verdi con maionese e yogurt
Consigli per il consumo
Come ricordato sopra, ci sono varietà di
mele che maturano d
d'estate
estate, altre in
autunno, altre ancora in inverno; in pratica
le mele si trovano tutto l'anno.
Le migliori sono quelle che al tatto
risultano ben sode e non presentano
ammaccature; a casa vanno conservate in
frigo separate dal resto dell'ortofrutta
poiché
é questa può
ò venire danneggiata
dall'etilene, il gas naturale che le mele
producono così come le pere e i meloni
producono,
meloni.
Per non farle "arrugginire", una volta
tagliate, si possono bagnare con succo di
limone, d'arancia o d'ananas.
Composizione chimica e valore
energetico per 100 g di parte edibile
-
Parte edibile 73 %
Acqua 86.9
86 9 g
Proteine 0.4 g
Lipidi 0.1 g
Carboidrati disponibili 10.7 g
Fibra totale 1.7 g
Energia 43 kcal
Sodio Tracce
Potassio 132 mg
Ferro 0.2 mg
Calcio 5 mg
Vitamina C 5 mg
E infine, va ricordato che già la saggezza popolare sa bene che:
"una mela al giorno toglie il medico di torno".