PILLAR III INFORMATIVA AL PUBBLICO 31 Dicembre
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PILLAR III INFORMATIVA AL PUBBLICO 31 Dicembre
Aprile 2016 PILLAR III INFORMATIVA AL PUBBLICO 31 Dicembre 2015 Pagina 1 of 84 Aprile 2016 INDICE PREMESSA .......................................................................................................................................3 OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO.....................................................................5 AMBITO DI APPLICAZIONE ............................................................................................................40 FONDI PROPRI ................................................................................................................................41 REQUISITI DI CAPITALE .................................................................................................................49 ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI CONTROPARTE ............................................................................55 RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI E RETTIFICHE ..............................................57 RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI RELATIVE AI PORTAFOGLI ASSOGGETTATI AL METODO STANDARDIZZATO E USO DELLE ECAI .......................................................................63 TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO ..........................................................65 ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI MERCATO .....................................................................................66 RISCHIO OPERATIVO .....................................................................................................................67 ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE...............................................................................................................................69 ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SULLE POSIZIONI NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE................................................................................................70 ATTIVITÀ VINCOLATE E NON VINCOLATE ...................................................................................74 ESPOSIZIONI IN POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE ..................................................75 LEVA FINANZIARIA.........................................................................................................................76 POLITICA DI REMUNERAZIONE .....................................................................................................81 Pagina 2 of 84 Aprile 2016 PREMESSA La disciplina in materia di vigilanza prudenziale bancaria è stata significativamente rivista, con effetto a partire dal 1° gennaio 2014, mediante l’emanazione in ambito comunitario della direttiva Capital Requirements Directive IV (CRD IV) e del regolamento Capital Requirements Regulation (CRR), che recepiscono, nel quadro normativo dell’Unione Europea, gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (c.d. framework Basilea 3). L’attuale normativa introduce, fra l’altro, requisiti volti a rafforzare la capacità delle banche di assorbire shock derivanti da tensioni finanziarie ed economiche, a migliorare la gestione del rischio e la governance nonché a rafforzare la trasparenza e l’informativa delle banche. Il Regolamento è direttamente applicabile negli ordinamenti nazionali, senza necessità di recepimento, e costituisce il cosiddetto Single Rulebook; la disciplina contenuta nella Direttiva richiede, invece, di essere recepita nelle fonti del diritto nazionale. Alla normativa comunitaria si sono aggiunte le disposizioni emesse dalla Banca d’Italia per dare attuazione e agevolare l’applicazione della nuova disciplina comunitaria, nonché al fine di realizzare una complessiva revisione e semplificazione della disciplina di vigilanza delle banche. In particolare la Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013 “Disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche”, fra l’altro, recepisce le norme della CRD IV, indica le modalità con cui sono state esercitate le discrezionalità nazionali attribuite dalla disciplina comunitaria alle autorità nazionali e delinea un quadro normativo completo, organico, razionale e integrato con le disposizioni comunitarie di diretta applicazione, in modo da agevolarne la fruizione da parte degli operatori. La nuova regolamentazione prudenziale rimane articolata sui cosiddetti “Tre Pilastri”: - Primo Pilastro – è stato rafforzato attraverso una definizione maggiormente armonizzata del capitale e più elevati requisiti di patrimonio. In aggiunta al sistema dei requisiti patrimoniali volti a fronteggiare i rischi di credito, controparte, mercato e operativo, è ora prevista l’introduzione di un limite alla leva finanziaria. Sono altresì previsti nuovi requisiti e sistemi di supervisione del rischio di liquidità, incentrati su una regola di equilibrio strutturale a più lungo termine (Net Stable Funding Ratio – NSFR) e su un requisito di liquidità a breve termine (Liquidity Coverage Ratio – LCR) - Secondo Pilastro – richiede alle banche di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica (Processo ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process), rimettendo all’autorità di vigilanza il compito di verificare l’affidabilità e la coerenza dei relativi risultati e di adottare, ove la situazione lo richieda, le opportune misure correttive. Sono inoltre rafforzati i requisiti regolamentari concernenti gli assetti di governo societario e il sistema di controllo interno degli intermediari, come fattore determinante per la stabilità delle singole istituzioni e del sistema finanziario nel suo insieme - Terzo Pilastro – definisce i contenuti dell’informazione al pubblico e la disciplina per la diffusione di informazioni trasparenti e standardizzate al mercato sull’adeguatezza patrimoniale e sui rischi. E’ stato rivisto per introdurre, fra l’altro, requisiti di trasparenza concernenti le esposizioni verso cartolarizzazioni, maggiori informazioni sulla composizione del capitale regolamentare e sulle modalità con cui la banca calcola i ratios patrimoniali E’ responsabilità della banca assicurare la completezza, la correttezza e la veridicità delle informazioni pubblicate. Pagina 3 of 84 Aprile 2016 La stesura dell’Informativa al Pubblico è realizzata attraverso la collaborazione delle diverse unità organizzative e delle strutture interessate nel governo e nell’esecuzione dei processi, coerentemente con le attribuzioni previste dalla normativa interna al fine di: - produrre adeguate informazioni sulla capital adequacy, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti alla loro identificazione, misurazione e gestione - valutare se l’informativa trasmetta esaurientemente ai partecipanti al mercato l’effettivo profilo di rischio della banca - permettere un approccio strutturato alla verifica dell’affidabilità e della corretta esecuzione dei processi di produzione, elaborazione e diffusione delle informazioni Il presente documento segue le disposizioni normative sopra richiamate e ripercorre tutti gli articoli della Parte Otto della CRR, ove ritenute applicabili. Tutti gli importi indicati nelle tabelle dell’Informativa, salvo se non espressamente indicato, sono esposti in migliaia di euro. Sulla base dell’art. 433 della CRR, le banche pubblicano le informazioni al pubblico previste dalla normativa comunitaria almeno su base annua, congiuntamente ai documenti di bilancio. E’ lasciata comunque facoltà alle banche di pubblicare alcune o tutte le informazioni più frequentemente. Banca ITB ha ritenuto di mantenere la medesima frequenza di pubblicazione del Pillar III adottata in riferimento alla precedente regolamentazione (annuale). Banca ITB pubblica l’Informativa al Pubblico attraverso il sito internet www.bancaitb.it. Pagina 4 of 84 Aprile 2016 OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO Una corretta gestione dei rischi all’interno di qualsiasi società rappresenta una leva di carattere strategico per poter assicurare il raggiungimento degli obiettivi di remunerazione e creazione di valore per i vari portatori di interesse (azionisti, dipendenti, clienti). Tali obiettivi, per altro, devono essere raggiunti in ottica di medio-lungo periodo, garantendo nel tempo la sostenibilità degli stessi. La presenza di rischi di varia natura risulta insita, infatti, in qualsiasi attività di impresa e gli stessi rischi assumono particolari caratteristiche a seconda del tipo di attività svolta. Un efficace presidio dei rischi consente a Banca ITB di salvaguardare il patrimonio aziendale, assicurando al tempo stesso la massima efficacia ed efficienza nella conduzione della Società. A tale proposito la Società ha organizzato il proprio Sistema di Controlli Interni in coerenza con il generale principio di proporzionalità, richiamato dalle Disposizioni di Vigilanza, tenendo conto sia delle proprie dimensioni, sia del grado di complessità organizzativa ed operativa. Lo scopo è quello di attuare un efficace sistema di gestione dei rischi in grado di identificare, misurare e controllare i rischi assunti per garantire solidità e redditività alla Società, mediante l’organizzazione di presidi e regole condivisi dal Consiglio di Amministrazione e dal Management della banca. Coerentemente a quanto previsto dalle disposizioni regolamentari emanate sia a livello nazionale che a livello europeo (Circolari della Banca d’Italia n. 285/2013 e n. 263/2006, Direttiva 2013/36/UE – c.d. CRD IV, Regolamento UE n. 575/2013 – c.d. CRR), elementi cardine adottati dalla banca per strutturare il proprio modello di gestione dei rischi sono rappresentati dai Processi ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) e RAF (Risk Appetite Framework) i quali, adeguatamente coordinati e raccordati tra di loro e con il Processo di Pianificazione Strategica, permettono alla banca una consapevole assunzione, ex-ante, dei profili di rischio obiettivo, in funzione dell’appetito al rischio dichiarato dagli Organi aziendali, e coerentemente a profili di rischio-rendimento che, come detto, devono essere sostenibili in un orizzonte di mediolungo periodo. Da questo punto di vista particolare rilevanza, comune sia al Processo ICAAP che al Processo RAF, assume l’identificazione dei rischi ai quali la banca è o potrebbe essere esposta da un punto di vista prospettico (c.d. mappatura dei rischi). Tale identificazione viene svolta in modo analitico, tenendo conto di differenti aspetti, fra i quali: il contesto normativo di riferimento, il modello di business ed operativo della banca, gli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione. In ambito RAF, e successivamente rivisto in sede di Processo ICAAP, coerentemente a quanto previsto in via minimale delle Disposizioni di Vigilanza per le banche1, Banca ITB ha identificato come rilevanti i seguenti rischi2: - Rischio di credito e controparte - Rischio di mercato - Rischio operativo - Rischio di concentrazione (single-name e geo-settoriale) - Rischio di tasso d’interesse sul portafoglio bancario 1 Cfr. Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013 – Titolo III, Capitolo I – Processo di controllo prudenziale, Allegato A ed Allegato A al Titolo IV, Capitolo 3 della stessa 285 – “Il Sistema dei Controlli Interni”. 2 Alla luce dell’attuale operatività della banca il profilo di esposizione ai rischi di trasferimento, base e cartolarizzazioni risulta essere nullo. Pagina 5 of 84 Aprile 2016 - Rischio di liquidità Rischio strategico Rischio reputazionale Rischio paese Rischio residuo Rischio di leva finanziaria eccessiva Rischio derivante da operatività con soggetti collegati Rischio derivante da assetti partecipativi Rischio da attività vincolate le cui modalità di misurazione, gestione e controllo verranno descritte all’interno della presente Informativa. In ottemperanza a quanto indicato dagli Organi di Vigilanza, Banca ITB ha inoltre posto in essere soluzioni organizzative volte a: - assicurare la necessaria separatezza tra le funzioni operative e quelle di controllo per evitare situazioni di conflitto di interesse nell’assegnazione delle competenze - consentire di identificare, misurare e monitorare adeguatamente tutti i rischi assunti o assumibili nei diversi segmenti operativi - stabilire attività di controllo a ogni livello operativo e consentire l’univoca e formalizzata individuazione di compiti e responsabilità, in particolare nei compiti di controllo e di correzione delle irregolarità riscontrate - assicurare sistemi informativi affidabili che garantiscano disponibilità, integrità e riservatezza - implementare idonee procedure di reporting ai diversi livelli direzionali ai quali sono attribuite funzioni di controllo e gestione - garantire che le anomalie riscontrate dalle unità operative, dalla Funzione di revisione interna o da altri addetti ai controlli siano tempestivamente portate a conoscenza di livelli appropriati dell’azienda e gestite con immediatezza attraverso opportuni processi di escalation - consentire la registrazione di ogni fatto di gestione e, in particolare, di ogni operazione con adeguato grado di dettaglio, assicurandone la corretta attribuzione sotto il profilo temporale I processi di gestione dei rischi sono supportati da una struttura organizzativa comprendente i tre livelli di controllo previsti dall’architettura dei Controlli Interni. I controlli di linea, o di primo livello, vengono effettuati all’interno delle singole Funzioni. L’attività di tali organi è disciplinata da un’articolata normativa interna, costantemente aggiornata ed allineata alla normativa esterna. I controlli di secondo livello vengono assicurati dalle attività di monitoraggio e reporting effettuate dalla Funzione Risk Management e dalla Direzione Affari Societari e Compliance. I controlli di terzo livello sono stati affidati alla Direzione di Internal Audit. Pagina 6 of 84 Aprile 2016 RISCHIO DI CREDITO a) Aspetti generali La politica del credito della banca si caratterizza per una forte focalizzazione sul comparto dei piccoli operatori economici, delle piccole e medie imprese e delle famiglie, con particolare riferimento agli esercenti di generi di monopolio. L’offerta creditizia della banca si concentra su tre tipologie di prodotti maggiormente rispondenti alle necessità della clientela a cui si rivolge: - concessione di scoperti per elasticità di cassa - erogazione di finanziamenti con rimborso rateale - rilascio di fideiussioni Banca ITB dispone di un insieme di strumenti e processi per un corretto presidio dei rischi che assicura un’elevata qualità del portafoglio e un controllo costante delle esposizioni. In particolare, con riferimento al rischio di credito, Banca ITB persegue strategie e politiche indirizzate: - a contenere il rischio di insolvenza, mediante un’efficiente selezione dei singoli affidati e un’accurata analisi del merito creditizio - al raggiungimento di un equilibrio sostenibile e coerente con l’appetito per il rischio e la creazione di valore - a limitare il rischio di concentrazione delle esposizioni su singole controparti o aree geografiche, mediante un’attenta azione di diversificazione del portafoglio - al controllo costante del portafoglio, mediante l’utilizzo di procedure informatiche e attraverso un’attività di sorveglianza sistematica delle posizioni che presentano anomalie, al fine di identificare tempestivamente potenziali sintomi di deterioramento L’assunzione del rischio di credito è regolamentata da linee guida interne attraverso le quali si attribuiscono alle posizioni di responsabilità le facoltà necessarie per l’espletamento delle funzioni loro attribuite, in coerenza con i principi organizzativi di delega e controllo ed in accordo con le deleghe attribuite dal Consiglio di Amministrazione. In particolare, le facoltà in materia di concessione del credito sono definite in funzione della tipologia di controparte (Privati e Small Business, Imprese, Banche, Gruppi Bancari ed Intermediari Vigilati) e del grado rischio dell’operazione posta in essere (es.: cassa e assimilabile, presenza di garanzia). Banca ITB si uniforma ai requisiti qualitativi e quantitativi previsti per la gestione del rischio di credito secondo il modello standardizzato (rif. Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013). b) Aspetti organizzativi Il Consiglio di Amministrazione definisce le politiche di gestione del credito compatibili con le dimensioni e la propensione al rischio della banca, nonché della diffusione della cultura del rischio all’interno delle strutture organizzative. Inoltre si assicura che il grado di formazione sulle politiche creditizie del personale sia adeguato. Il piano e le condizioni economiche, la definizione dei budget commerciali, i metodi di misurazione dei risultati delle Funzioni e dei singoli dipendenti tengono conto del profilo rischiorendimento di ciascun cliente o prodotto. Lo sviluppo di nuovi prodotti avviene a valle di una valutazione del profilo di rischio di credito dello stesso che è incorporata nel pricing per ottenere un profilo di rischio consapevole e proporzionato ai benefici economici attesi. Pagina 7 of 84 Aprile 2016 Tutti i processi riguardanti il rischio di credito (istruttoria, erogazione, monitoraggio, gestione del recupero, gestione delle politiche di accantonamento e svalutazione) sono definiti dal regolamento interno e sono periodicamente sottoposti a verifica. Oltre ai documenti citati i “Manuali Operativi” riferiti alle singole procedure informatiche consentono la gestione sia dell’intero processo di approvazione che il perfezionamento delle varie tipologie di linee di credito. E’ in essere un sistema di reporting periodico verso le Funzioni interessate, l’Alta Direzione e verso gli Organi Sociali che hanno potere di deliberare sulla politica di gestione del rischio di credito. Il modello di gestione si basa sulla separazione delle attività di “Gestione e Controllo di linea” e di “Controllo di secondo livello”, in carico a Funzioni ed Uffici differenti. In particolare: - la Funzione Credito contribuisce alla formulazione degli indirizzi e degli obiettivi di politica creditizia garantendo la qualità degli impieghi mediante la definizione ed il presidio di regole e processi di erogazione, revisione e monitoraggio di 1° livello. In caso di anomalie attiva e monitora il processo di recupero (Early Collection), avvalendosi ove necessario di outsourcer specializzati. In base alle proprie autonomie effettua valutazioni sulla perdita di valore dei crediti per la definizione delle svalutazioni analitiche e, in ultima istanza, valuta operazioni di passaggio a perdita o di saldo e stralcio - l’Ufficio Contenzioso, facente parte della Direzione Legale, svolge attività legate al recupero pre-legale e legale di posizioni problematiche: valuta e propone azioni giudiziali e stragiudiziali volte alla tutela del credito dell’istituto, effettua valutazioni sulla perdita di valore dei crediti per la definizione delle svalutazioni analitiche e, in ultima istanza, propone e motiva alle Funzioni di competenza il passaggio a sofferenza, il passaggio a perdita oppure operazioni di saldo e stralcio - la Funzione Risk Management: • guida il processo di calcolo delle svalutazioni collettive dei crediti in collaborazione con la Funzione Amministrazione e Bilancio. Banca ITB utilizza un modello interno, definito “Net Roll Rates”, che applica all’esposizione di fine mese una svalutazione forfettaria crescente e proporzionale all’anzianità di scaduto sulla base dello scivolamento atteso dell’esposizione in classi di scaduto superiori. Il modello prevede percentuali di svalutazione differenti a seconda della tipologia di esposizione (Portafoglio “Rotativo” e “Close End”). Tale modello in particolare prevede di: ▪ calcolare la probabilità che una posizione passi ad uno stato di impagato e/o sconfinante maggiore o uguale a 270 giorni ▪ applicare il tasso di Loss Given Default gestionale ai coefficienti calcolati al punto precedente • definisce, in collaborazione con le Funzioni preposte, le linee guida da adottare e le attività da compiere al fine di garantire una corretta e tempestiva gestione delle svalutazioni analitiche • effettua controlli periodici di 2° livello sull’andamento del Portafoglio Retail predisponendo una reportistica mensile • sulle attività svolte effettua reporting periodico verso gli Organi Societari - la Direzione Affari Societari e Compliance valuta e dà indicazioni in merito ad una sana gestione del rischio di conformità alle normative interne ed esterne in merito alla concessione, monitoraggio e recupero del credito Pagina 8 of 84 Aprile 2016 c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo Il Consiglio di Amministrazione ha definito limiti operativi specifici per il processo di erogazione, calibrando le facoltà di delibera per fasce di importi o tipologia di controparti. Il processo creditizio è regolamentato per fasi, con il fine di identificare i criteri per la gestione del rischio, le attività da porre in essere per la corretta applicazione dei criteri, le unità deputate allo svolgimento delle citate attività e le procedure a supporto delle stesse. L’articolazione per fasi e l’attribuzione delle attività alle diverse strutture organizzative sono effettuate avendo come obiettivo la funzionalità del processo, ossia la sua idoneità a conseguire gli obiettivi prefissati (efficacia) e la sua capacità a realizzarli a costi congrui (efficienza). Nel seguito si riporta la sintesi dei processi di autorizzazione degli sconfini, erogazione, monitoraggio di primo e secondo livello, di recupero e di contenzioso. Processo di autorizzazione degli sconfini Un elemento che può portare ad esposizioni creditizie non trascurabili sono gli sconfini su conto corrente derivanti da SDD (Sepa Direct Debit) creditori che le Tabaccherie ricevono più volte alla settimana, il cui taglio è spesso superiore a euro 10.000. Tali eventi sono ricorrenti su questo tipo di clientela poiché legati alla velocità di rotazione del circolante crescente ed a tempi di regolamento con i fornitori in costante diminuzione. In caso di mancanza di disponibilità sul conto corrente l’addebito è bloccato ed evidenziato da un’apposita procedura informatica (eventi anomali). La gestione di questo tipo di eventi è affidata a figure differenziate secondo deleghe proporzionali all’esposizione potenziale, ed è tipicamente svolta dall’Ufficio Gestori: l’operatore analizza giornalmente tutte le posizioni con richiesta di addebiti su conto corrente non capiente, contatta il cliente per la copertura dell’addebito e traccia su applicativo aziendale il contatto e l’eventuale autorizzazione dello sconfino temporaneo. Processo di erogazione Le linee di credito ed i finanziamenti sono richiesti direttamente dal cliente (clientela al dettaglio). Ad ogni richiesta fa seguito un processo di analisi e valutazione creditizia da parte dell’Ufficio Gestori che avvia una fase di istruttoria per analizzare elementi formali, sostanziali, di accertamento e verifica (visure, Prima Informazione Centrale Rischi, andamento rapporti in essere con la banca nel caso già cliente). Tali elementi sono variabili in funzione della tipologia di cliente e tipologia di richiesta (ditte individuali, società di persone o di capitale). Tutte le richieste per essere approvate devono essere valutate da un proponente e da un deliberante identificati in due soggetti appartenenti a Unità Organizzative differenti. Il proponente, identificato con la figura del Gestore, è responsabile del corretto e completo espletamento della fase istruttoria durante la quale effettua l’indagine e l’accertamento della solvibilità del cliente, provvedendo al caricamento della pratica sugli applicativi dell’istituto ed al completamento della documentazione e delle informazioni, prima della presentazione al deliberante per l’adozione della decisione. Pagina 9 of 84 Aprile 2016 Il deliberante (organo collegiale o individuale munito, ai sensi del documento “Facoltà di Autonomia Gestionale”, di poteri deliberativi in materia di erogazione del credito), minimamente identificato con la figura dell’analista crediti, è responsabile del corretto esercizio e del rispetto dei limiti di delega: sulla base dei dati e delle informazioni raccolte, conclude l’iter assumendo una decisione che può estrinsecarsi nell’adesione parziale o totale alla proposta oppure in un suo rifiuto. Si riporta di seguito un riepilogo delle banche dati attualmente utilizzabili a tale scopo: - Cerved - Ribes - Centrale dei Rischi di Banca d’Italia - CRIF - Centrale di Allarme Interbancaria - Experian – Indicatori - Liste Antiterrorismo e PEP (Persone Politicamente Esposte) - Visure Ipocatastali - Visure Camerali - Elenco Parti Correlate e Soggetti Collegati La tipologia delle linee di credito accordate riflette la specifica operatività del cliente: ad esempio affidamenti in conto per elasticità di cassa proporzionale al volume d’affari gestito piuttosto che un finanziamento per sostenere gli investimenti effettuati. Nel modello di business di Banca ITB, la valutazione del rischio di credito e l’adeguamento continuo del sistema di valutazione interno rappresentano aspetti essenziali nella definizione di un percorso di crescita sostenibile nel medio lungo periodo. Per un approccio integrato al controllo del rischio di credito, Banca ITB ha intrapreso, nel corso del 2015, un progetto per l’implementazione di un nuovo processo di valutazione delle richieste in ingresso, basato sull'utilizzo di modelli statistici di previsione del rischio (modelli di scoring), congiunto alle attività di analisi della Funzione Crediti. Processo di monitoraggio di primo livello La Funzione Crediti analizza indicatori di criticità provenienti da banche dati esterne (Experian, Cerved, banche dati pubbliche, ecc.) e dagli archivi interni alla banca, al fine di monitorare il comportamento dei clienti in Banca ITB e presso il sistema bancario. In particolare, si effettua la valutazione di una serie di estrazioni che evidenziano: - la posizione complessiva del cliente, compresi i saldi negativi del conto corrente e gli sconfini rispetto al fido concesso - i ritardi sui pagamenti dei finanziamenti rateali - l’elenco delle pratiche inserite negli stati “in osservazione” (posizioni bonis con sconfini tra 30 e 60 giorni) ed “alto rischio” (posizioni bonis con sconfini tra 60 e 90 giorni) - le informazioni di tipologia andamentale (es.: numero ed importo delle movimentazioni in dare ed in avere, numero degli insoluti di alimentazione, numero di eventi anomali riscontrati e di quelli non autorizzati) - il dettaglio delle garanzie - il dettaglio degli indicatori di Experian Pagina 10 of 84 Aprile 2016 - le posizioni per le quali nell’arco del mese si è registrato un protesto e/o un pregiudizievole (fonte Cerved) Nel secondo semestre del 2015 è stata avviata una riorganizzazione dei processi di credito che ha portato ad una revisione del processo di gestione del credito della banca. In particolare, il processo di monitoraggio e gestione dei crediti è stato rivisto al fine di raggiungere standard di efficacia ed efficienza rispondenti al nuovo assetto organizzativo della banca. Una fase fondamentale di tale attività di revisione è consistita nell’analisi e ricalibratura dei parametri di gestione del processo di monitoraggio e gestione del credito. Nello specifico i parametri oggetto di ricalibratura sono stati: - Indicatori di anomalia - Classificazione gestionale ed assegnazione del credito - Azioni e approcci per la definizione delle strategie di gestione Le nuove implementazioni sia da un punto di vista informatico, sia da un punto di vista organizzativo, troveranno utilizzo sin dai primi mesi del 2016 e coinvolgeranno le seguenti Unità Organizzative: - Area Commerciale - Funzione Crediti - Ufficio Contenzioso Processo di monitoraggio di secondo livello La Funzione Risk Management analizza la qualità del credito e le dinamiche delle esposizioni a rischio lungo le fondamentali direttrici regolamentari e gestionali, calcolando indicatori sintetici di rischio (es.: andamento dei Tassi di default interni calcolati a livello di portafoglio e per tipologia di esposizione) rappresentandone l’evoluzione nel tempo, al fine di predisporre piani d’azione necessari a mitigare ed evitare i fattori di rischio. I principali indicatori interni, utilizzati nel monitoraggio di secondo livello, sono i seguenti: - Tasso di default, inteso come quota di portafoglio a default (il default viene identificato nel raggiungimento di 90+ giorni di sconfino continuativo e nell’Inadempienza probabile) - Tasso di sofferenza - Tassi di ingresso in sconfino continuativo a 10 e 90 giorni - Tassi di ingresso in sofferenza - Recovery Rates su posizioni in sconfino continuativo a 10, 90 e 270 giorni Si effettua, con cadenza annuale, un analisi di backtesting relativa al rating andamentale ed alle garanzie raccolte. Infine, si valuta l’efficienza e l’efficacia del processo di erogazione e si effettua il reporting della svalutazione forfettaria mostrando l’andamento nel tempo dei tassi di copertura dell’intero portafoglio. d) Attività finanziarie deteriorate La classificazione delle attività deteriorate avviene sulla base di un processo continuo che, a partire dalla concessione iniziale, si esplica in attività di monitoraggio tese alla pronta Pagina 11 of 84 Aprile 2016 individuazione di eventuali anomalie sia per quanto riguarda la conduzione dei rapporti, che sotto il profilo strutturale, con focalizzazione particolare sulla dinamica nel tempo del giudizio del merito creditizio del cliente. La banca ha predisposto procedure operative e strumenti informatici che, con particolare riferimento alle esposizioni deteriorate, favoriscono una gestione coerente con i profili di rischio rilevati. I provvedimenti che scaturiscono dalle citate attività di monitoraggio sono differenziati a seconda del grado di anomalia riscontrato. La riammissione in bonis delle partite classificate tra le attività deteriorate avviene in seguito alla positiva valutazione delle capacità finanziarie del cliente che, superate le criticità che avevano condotto alla classificazione, si ritiene pienamente in grado di assolvere ai propri obblighi nei confronti della banca. Si segnala, inoltre, il completo recepimento delle disposizioni della Circolare n. 272 del 30 luglio 2008 – 7° aggiornamento, emanata da Banca d’Italia, con riferimento alle classificazioni normative del credito ed in particolare alle nuove definizioni di Non-Performing Exposures (NPE). L’adempimento di tale dettato ha comportato l’adozione, per i crediti deteriorati, delle seguenti classificazioni: - Sofferenze - Inadempienze probabili (“unlikely to pay”) - Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate Contestualmente, sono state dismesse le classificazioni precedenti e non coerenti, ed in particolare: - Incaglio - Incaglio oggettivo E’ stato inoltre pienamente recepito il dettato normativo anche in riferimento alle nuove definizioni di Esposizioni oggetto di concessioni (c.d. misure di Forbearance), introdotte dagli «Implementing Technical Standards» (ITS) e adottati da parte della Commissione Europea, con la contestuale dismissione della classificazione di Ristrutturate. La banca in tale ottica ha predisposto procedure operative e strumenti informatici idonei alla corretta gestione ed al coerente aggiornamento delle esposizioni ai nuovi dettami normativi. Le analisi condotte ex post sulle posizioni classificate tra le attività finanziarie deteriorate hanno confermato la piena congruità delle rettifiche di valore iscritte in bilancio. Pagina 12 of 84 Aprile 2016 RISCHIO DI CONTROPARTE a) Aspetti generali Rappresenta il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa. Tale rischio è, quindi, una particolare fattispecie del rischio di credito, che genera una perdita se le transazioni poste in essere con una determinata controparte hanno un valore positivo al momento dell'insolvenza. b) Aspetti organizzativi Conformemente alle Disposizioni di Vigilanza in materia, la banca si è dotata di adeguati presidi organizzativi, funzionali al raggiungimento degli obiettivi di gestione e controllo del rischio di controparte che prevedono il coinvolgimento, in termini di attribuzione di ruoli e responsabilità, di diverse funzioni aziendali. Più in particolare, Banca ITB ha definito un modello di gestione basato sulla separazione delle attività di gestione e controllo di linea dalle attività di controllo di secondo livello, assegnandole ad attori differenti. In aggiunta agli aspetti appena descritti, la banca si è altresì dotata di specifiche politiche inerenti la gestione del rischio di controparte che si basano sui seguenti principali elementi: - declinazione della propensione al rischio nei confronti delle singole tipologie di controparte - definizione di limiti operativi specifici, sia con riferimento alle controparti accettate, sia con riferimento alle tipologie di operazioni ammissibili (in particolare, con specifico riferimento alla possibilità di porre in essere operazioni di PCT attivi e passivi con controparti vigilate) - restrizione sugli strumenti finanziari negoziabili, in termini di strumenti ammissibili - deleghe operative c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo In ottica di misurazione del rischio di controparte Banca ITB fa ricorso alle metodologie standardizzate previste dalla normativa per le banche di classe 3 ICAAP. Il processo di monitoraggio di primo livello è responsabilità della funzione operativa che pone in essere operazioni che possono generare esposizioni soggette a tale fattispecie di rischio, ed è disciplinato in apposita documentazione interna. La Funzione Risk Management, in relazione all’attività di controllo di 2° livello, provvede al monitoraggio indipendente dei limiti operativi e di propensione al rischio vigenti, ed in caso di superamento degli stessi provvede a darne tempestiva informativa all’Amministratore Delegato e Direttore Generale e, alla prima occasione utile, al Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale. In virtù della tipica operatività che caratterizza la Banca, il livello di esposizione a tale fattispecie di rischio nel corso del 2015 è stato pressoché assente. Pagina 13 of 84 Aprile 2016 RISCHIO OPERATIVO a) Aspetti generali La banca definisce il rischio operativo come il rischio di perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Nell’accezione di Banca ITB il rischio operativo comprende anche i rischi informatici, legale e di compliance, la gestione dei quali avviene integrandone i processi di rilevazione, monitoraggio e controllo nel framework di gestione dei rischi operativi, a recepimento di quanto proposto dalle Disposizioni di Vigilanza Prudenziale per le banche. Non sono invece inclusi quelli strategici e di reputazione. L’implementazione di un sistema di censimento, monitoraggio e analisi degli eventi di rischio operativo è ritenuto rilevante data l’operatività specifica della banca. In tal senso Banca ITB ha deciso prudenzialmente di implementare un insieme strutturato di processi, funzioni e risorse per l’identificazione, la valutazione ed il controllo dei rischi operativi, volto ad assicurare un’efficace azione di prevenzione ed attenuazione dei rischi stessi. Si precisa inoltre che le attività di censimento, monitoraggio ed analisi hanno anche ad oggetto i rischi reputazionali (o di altra natura) derivanti da eventi di rischio operativo. Inoltre, per pervenire ad un approccio integrato alla gestione ed al controllo dei rischi operativi, Banca ITB ha avviato un progetto finalizzato all’adozione di una soluzione di Enterprise Governance Risk e Compliance (E-GRC), che garantisca una visione integrata dei processi di Organizzazione, Compliance, Internal Audit e di gestione dei rischi operativi. b) Aspetti organizzativi Banca ITB presidia i rischi operativi attraverso un’idonea organizzazione aziendale con linee di competenze e responsabilità definite, in grado di assicurare la separatezza dei ruoli tra le funzioni di controllo e quelle operative; la gestione dei rischi operativi è definita in specifiche Policy e procedure interne. Ogni Funzione ha la responsabilità di gestire in modo proattivo i rischi operativi generati dalle proprie attività definendo opportuni processi e controlli. Inoltre, ogni Funzione deve fornire supporto alla Funzione Risk Management per le attività di individuazione, monitoraggio e mitigazione del rischio per i processi nei quali sono coinvolte. La Funzione Risk Management ha il compito di garantire un presidio continuativo ed indipendente sui rischi operativi, minimizzandone l’impatto sul Conto Economico tramite opportune attività di mitigazione. In particolare ha il compito di: - gestire il processo di mappatura dei rischi operativi, individuando periodicamente le metodologie e gli strumenti più idonei - gestire il processo di raccolta degli eventi di rischio operativo, supportando l’attività di rilevazione e classificazione degli stessi e garantendone la qualità attraverso sistematiche verifiche sui dati rilevati - effettuare il monitoraggio e reporting degli indicatori di rischio operativo al fine di prevenire potenziali eventi di rischio operativo - effettuare analisi ex post degli eventi di perdita e analisi di scenario volte a proporre lo sviluppo di eventuali azioni correttive al fine di mitigare i rischi assunti Pagina 14 of 84 Aprile 2016 - proporre all’Amministratore Delegato e Direttore Generale le coperture assicurative atte a mitigare i rischi operativi c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo Il presidio dei rischi operativi all’interno di Banca ITB è garantito tramite la gestione nel continuo delle seguenti macro-attività. - L’identificazione e la classificazione: il primo compito del sistema di gestione è una corretta classificazione dei rischi e delle attività, in modo da: • creare una mappa dei rischi presenti in Banca ITB e poterli stimare • facilitare la comunicazione dei dati di rischio operativo, grazie ad informazioni normalizzate secondo una classificazione condivisa La classificazione segue le linee guida fornite da Basilea II. - Il monitoraggio: dopo una classificazione dei rischi è necessario misurare sia la frequenza con cui si manifestano i rischi sia il loro impatto economico. Le informazioni sono sia di tipo contabile che gestionale. La raccolta delle informazioni gestionali ha l’obiettivo di arrivare alla migliore comprensione possibile dei processi che hanno generato le perdite, per facilitare l’individuazione delle possibili azioni di mitigazione. - Le azioni di mitigazione: in base ai risultati forniti dalle attività di monitoraggio, è possibile adottare misure di contenimento adeguate alle situazioni: • revisione dei processi e/o sistemi per ridurre la frequenza con cui si manifestano gli eventi di rischio operativo o l’impatto economico di ogni singolo evento • definizione di processi e/o sistemi per ridurre la frequenza con cui si manifestano gli eventi di rischio operativo o l’impatto economico di ogni singolo evento • trasferimento del rischio insito nei processi e/o sistemi (e non eliminabile con una loro revisione) tramite forme di assicurazione Le Funzioni sono tenute a svolgere tali attività secondo gli standard definiti nelle Policy aziendali e in specifiche procedure interne. d) Tecniche di mitigazione del rischio Banca ITB, in linea con i principi definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria in materia di gestione del rischio operativo, ha adottato una metodologia di identificazione e classificazione del rischio stesso; inoltre ha stipulato opportune coperture assicurative al fine di minimizzare/mitigare l’eventuale impatto a Conto Economico di eventi di rischio operativo. Mappatura dei processi, controlli e rischi La mappatura dei processi, controlli e rischi è svolta periodicamente ed è aggiornata nel corso dell’anno ad ogni variazione significativa delle attività svolte. Scopo di tale attività è di mappare i processi aziendali identificandone i rischi associati ed i principali controlli di primo livello per arrivare alla definizione e manutenzione di una matrice Pagina 15 of 84 Aprile 2016 rischi-controlli (RCM - Risk Control Matrix), utilizzata nella definizione dei rischi delle procedure operative aziendali. Raccolta Eventi Operativi E’ previsto un processo di raccolta degli eventi operativi, sia di natura contabile sia gestionale, al fine di individuare impatti a conto economico o inefficienze di processo. Il processo di raccolta è stato attivato nel 1° semestre del 2010, viene svolto periodicamente ed effettuato in collaborazione con ciascuna Funzione aziendale. Gli eventi operativi, che possono portare ad una perdita diretta a Conto Economico, possono essere interni (conseguenti ad errori e/o inadeguatezza di sistemi, persone, processi) o esterni (per esempio le frodi non compiute da dipendenti, i disastri naturali, gli atti vandalici e di terrorismo, gli incidenti e il rischio sistemico). L’adozione di una soluzione Enterprise Governance Risk e Compliance (E-GRC) consentirà, con particolare riferimento al perimetro dei rischi operativi, di ristrutturare ed ottimizzare il processo di segnalazione e raccolta degli eventi operativi, con conseguente impatto positivo in termini di misurazione e governabilità del profilo di rischio. Contestualmente al processo di raccolta è prevista una reportistica sintetica sugli eventi operativi atta a mostrarne l’andamento, la numerosità e l’impatto economico nel corso dell’anno. Indicatori di rischio operativo E’ stato definito, implementato ed automatizzato un sistema di monitoraggio di indicatori, i Key Operational Risk Indicators (KORI). Si tratta di indicatori quantitativi di rischio operativo, informatico e reputazionale, definiti per area aziendale, atti a prevenire o ridurre i potenziali impatti in termini di entità o probabilità. Nel 2015 la banca ha integrato il sistema dei KORI con un nuovo set di indicatori dedicati al monitoraggio del rischio informatico, recependo in tal modo le indicazioni della Circolare della Banca d’Italia n. 263/2013 (15° aggiornamento del 2 luglio 2013, poi confluito all’interno della Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013). In tal modo, la banca ha proceduto al consolidamento del sistema di monitoraggio integrando aspetti legati ai livelli di affidabilità e disponibilità dei servizi rivolti alla clientela occasionale, per mezzo dei quali ottenere una stima dell’ammontare dei “mancati ricavi” derivati da eventi di interruzione dell’erogazione dei servizi di incasso e pagamento (rischio informatico), nonché di comprendere gli aspetti di maggiore criticità del processo di erogazione al fine di mitigarne i rischi inerenti. Tali indicatori vengono diffusi alla struttura aziendale attraverso reportistica periodica. Monitoraggio conti transitori e conti di debito/credito E’ prevista l’esecuzione di controlli di secondo livello dei conti transitori e dei conti di debito/credito della banca. I controlli di primo livello su tali conti sono effettuati dalla Funzione Amministrazione e Bilancio e segnalati alla Funzione Risk Management secondo modalità concordate. Pagina 16 of 84 Aprile 2016 Il controllo consiste nella verifica di eventuali importi sospesi sui conti transitori e di debito/credito utilizzati dalla banca, identificando l’anzianità di tali saldi, e nella pubblicazione mensile di un file contenente il dettaglio degli stessi. Business Continuity e Disaster Recovery E’ previsto un piano di continuità operativa con lo scopo di garantire la sicurezza dei singoli, ridurre al minimo l’impatto di un disastro per l’organizzazione, garantire il continuo soddisfacimento degli impegni statutari, fornire un livello di attività accettabile fino al ripristino delle normali operazioni, ridurre al minimo il calo di utili. Pagina 17 of 84 Aprile 2016 RISCHIO DI MERCATO a) Aspetti generali e sistemi di gestione, misurazione e controllo Nel corso dell’esercizio 2015 non sono state effettuate operazioni sul portafoglio di trading, pertanto Banca ITB per il periodo di riferimento non è risultata esposta a rischio di mercato. Ciò è stato frutto di una precisa politica aziendale, formalizzata all’interno del RAS 2015-2017. Per altro, all’interno del medesimo documento, e della struttura di limiti operativi da esso derivanti, la banca ha altresì previsto di operare esclusivamente con titoli denominati in valuta euro, indipendentemente dal portafoglio contabile di allocazione (AFS, HTM, HFT, ecc.), riducendo notevolmente la possibilità di assumere rischi di cambio. Il rispetto delle politiche di RAS, in termini di Risk Appetite e correlati limiti operativi, è stato oggetto di periodico monitoraggio da parte della Funzione Risk Management. Pagina 18 of 84 Aprile 2016 RISCHIO DI LIQUIDITÀ a) Strategie e processi per la gestione dei rischi Banca ITB risulta esposta al rischio di liquidità, non solo in relazione alle attività di impiego e raccolta a fini creditizi, ma in particolare in relazione ai servizi di pagamento offerti ai clienti. La liquidità gestita deriva essenzialmente dall’attività svolta sui conti correnti e sui servizi di incasso e pagamento offerti; tale liquidità è allocata per ciò che concerne l’eccedenza sull’interbancario in depositi con un orizzonte temporale a breve termine, ovvero attraverso l’investimento in titoli di stato emessi da paesi della zona euro e denominati nella medesima divisa. Tali titoli, caratterizzati da elevati livelli di qualità creditizia e pronta liquidabilità su mercati attivi, possono essere altresì utilizzati come collaterale per ottenere liquidità dalla Banca Centrale Europea. La struttura dei flussi impiegati in termini di scadenze ed importi consente di limitare il rischio liquidità con un equilibrato rientro dalle posizioni in essere, fermo restando la capacità della banca di finanziarsi nel breve periodo. b) Aspetti organizzativi Il rischio liquidità è gestito dalla Direzione Finanza che opera tramite strumenti tali da ottimizzare il profilo di rischio/rendimento assunto e procedure idonee a garantire il costante equilibrio dei flussi di cassa attuali e prospettici, secondo metodologie e limiti definiti dall’organo di gestione della banca stessa attraverso specifiche Policy. La Funzione Risk Management, anche sul rischio di liquidità, effettua un controllo di secondo livello indipendente attraverso opportuni indicatori di rischio e metodologie di misurazione secondo quanto previsto dalla normativa interna. c) Sistemi di gestione, misurazione e controllo Banca ITB pone particolare attenzione alla politica di gestione della liquidità con l’obiettivo di garantire un livello di liquidità adeguato e bilanciato ed assicurare l’equilibrio dei flussi di cassa attesi nel breve periodo, attraverso la contrapposizione delle entrate e delle uscite monetarie. In attuazione a tale intento è previsto che: - la banca provveda a mantenere un sistema informativo adeguato al monitoraggio della liquidità - lo sviluppo e la gestione delle politiche commerciali, creditizie e finanziarie debbano essere coordinate allo scopo di mantenere un equilibrato profilo di liquidità - la strategia di gestione del rischio di liquidità sia accuratamente comunicata all’intera organizzazione ed in particolare alle strutture che conducono attività aventi impatto sulla liquidità - gli impatti di ogni nuovo prodotto sulla liquidità debbano essere verificati - esista un livello adeguato di attività prontamente liquidabili tale da consentire l’operatività ordinaria e il superamento delle prime fasi di un eventuale shock sulla liquidità specifica o di Sistema - venga effettuata la valutazione e il monitoraggio di indicatori capaci di cogliere tensioni derivanti da crisi di liquidità di Sistema - venga mantenuto il documento chiamato “Contingency Liquidity Plan” che descrive in modo chiaro i ruoli e le responsabilità attribuiti alle Funzioni in occasione di crisi di liquidità, le Pagina 19 of 84 Aprile 2016 azioni e le metodologie adottabili, le eventuali fonti e strategie di reperimento della liquidità utili al superamento delle crisi stesse La banca, al fine di finanziare le proprie attività alle condizioni di tasso di mercato e di rimanere nelle condizioni di far fronte agli impegni di pagamento in caso di crisi di liquidità, basa la propria strategia su due principi: la gestione della liquidità di breve termine e la gestione della liquidità strutturale. Il primo, la gestione della liquidità di breve, mira a garantire la continuità operativa della banca a far fronte agli impegni di pagamento per cassa previsti e imprevisti tramite il mantenimento di un rapporto sostenibile tra i flussi di liquidità in entrata e uscita. La banca a questo scopo utilizza un sistema di gestione e controllo della “Position Keeping” che permette il monitoraggio real-time delle entrate e delle uscite monetarie. Il secondo, la gestione della liquidità strutturale, il cui obiettivo è mantenere un adeguato rapporto tra passività e attività a medio/lungo termine finalizzato ad evitare pressioni sulle fonti, attuali e prospettiche, a breve termine. Ai fini della misurazione del rischio di liquidità a breve termine, sono prodotti dalla Direzione Finanza reports giornalieri di cash flows che vengono confrontati con le riserve disponibili di liquidità e verificati i limiti di liquidità stabiliti dal Consiglio di Amministrazione, coerentemente al documento di RAS approvato annualmente. La liquidità strutturale è misurata e pianificata periodicamente attraverso l’elaborazione di previsioni di crescita commerciali di impieghi e raccolta con la clientela, coerentemente con gli obiettivi di budget e limiti imposti, in funzione delle politiche di rischio annuali. Il monitoraggio della situazione della liquidità è stato affidato, secondo le relative competenze e funzioni, alla Direzione Finanza e alla Funzione Risk Management. Esso consiste nell’analisi, classificazione e gestione dei cash flow per tutte le scadenze e nella verifica dei limiti secondo la frequenza stabilita (giornaliera per la liquidità a breve e mensile per la liquidità strutturale.) Il modello di gestione si basa sulla separazione delle attività di gestione e controllo di linea dalle attività di controllo di secondo livello che sono assegnate a funzioni differenti. La funzione di gestione effettua l’attività di controllo di competenza, monitorando giornalmente i flussi reali e attesi, e provvede ad attivare opportuni processi di escalation in caso di anomalie. In assenza di anomalie sono previsti processi di reporting periodico verso l’Alta Direzione. La funzione di controllo di 2° livello effettua controlli indipendenti a frequenza ridotta rispetto alla funzione di gestione, ed in caso di anomalie procede ad attivare opportuni processi di escalation. Inoltre effettua reporting periodico verso l’Alta Direzione e il Consiglio di Amministrazione. A partire da giugno 2013 gli indicatori di crisi sistemica sono monitorati con frequenza giornaliera attraverso un sistema di alert integrato nella suite Bloomberg in modo da rilevare e segnalare tempestivamente i superamenti delle relative soglie di attenzione per tutti gli indicatori identificati. Inoltre, la banca si avvale di un set di indicatori sintetici mirati ad evidenziare eventuali criticità legate alla gestione della liquidità e di una Maturity Ladder gestionale (analoga a quella con Pagina 20 of 84 Aprile 2016 scadenze contrattuali, ma con alcuni aggiustamenti deterministici effettuati per meglio descrivere l’operatività della banca). Il principale dispositivo di presidio e controllo concernente il rischio di liquidità è rappresentato dal calcolo e monitoraggio del Liquidity Coverage Ratio. Per altro, da questo punto di vista, ed avvalendosi della suite Ermas di Prometeia, nel corso del 2015 la banca ha implementato il calcolo dell’indicatore regolamentare dell’LCR, recependo le indicazioni normative emanate a livello comunicatorio attraverso il Regolamento Delegato UE 2015/61, in termini di “requisito di copertura della liquidità per gli enti creditizi” (indicatore che è andato ad aggiungersi a quello già precedentemente calcolato in base alle specifiche previste all’interno della CRR). Tale applicativo consente altresì alla banca di adempiere all’invio dei relativi flussi di vigilanza sia sulla base del precedente framework (CRR e matrice LY), sia sulla base del nuovo. Infine la banca, per prevenire eventuali crisi di liquidità Specifica o di Sistema, ha predisposto un sistema di indicatori capaci di cogliere eventuali tensioni sulle variabili a rischio, provvedendo nel corso del 2015 all’aggiornamento del Contingency Funding Plan. Il monitoraggio è effettuato sia dalla Direzione Finanza sia dalla Funzione Risk Management e in caso di anomalie rilevanti, vengono attivate le procedure descritte all’interno del piano di Contingency suddetto. d) Tecniche di mitigazione del rischio di liquidità Banca ITB, diversamente dalle tradizionali banche commerciali, ha afflussi di liquidità costanti provenienti dai servizi di incasso e pagamento offerti ai clienti e, pertanto, cerca di ottimizzare il rendimento impiegando sull’interbancario le eccedenze di liquidità con scadenze normalmente parametrate all’andamento dei tassi sui mercati interbancari o, in alternativa, in titoli di stato utilizzabili eventualmente come collaterale in operazioni di rifinanziamento presso l’Eurosistema. Pagina 21 of 84 Aprile 2016 RISCHIO REPUTAZIONALE Banca ITB, essendo dedicata ad una specifica categoria di clientela (Tabaccai), risulta esposta a questo rischio in modo rilevante, con conseguente possibile flessione degli utili o del fatturato derivanti da percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza. Nell’accezione di Banca ITB, questo rischio può risultare dall’incapacità della banca di gestire efficacemente gli altri tipi di rischio. Pertanto, ai fini del sistema dei Controlli Interni, il rischio reputazionale viene considerato come strettamente correlato ai rischi operativi e come tale esso viene integrato e gestito nel framework dei rischi operativi. Per Banca ITB, si ritiene che tale rischio sia legato fondamentalmente a tre classi di soggetti: - Clientela Occasionale: un elemento fondamentale di misura del rischio (e sotto un certo punto di vista anche del rischio informatico) verso tale classe si ritiene sia legato alla disponibilità e fruibilità dei servizi di incasso e pagamento offerti - Clienti Tabaccai: si ritiene che la misura della soddisfazione di questa classe di soggetti sia fondamentale per il modello di business adottato dalla banca - Partner Commerciali: la reputazione di Banca ITB è di vitale importanza nei confronti di Partner Commerciali, infatti la qualità dei servizi offerti e l’attenzione ai controlli hanno consentito alla banca di sviluppare diversi servizi innovativi (Voucher INPS, ecc.) ed essere considerata come un interlocutore di rilievo su diversi tavoli (e.g. AGID) La continuità del servizio è garantita da un piano di Business Continuity e Disaster Recovery, aggiornato con frequenza annuale e comunque a seguito di cambiamenti tecnico-organizzativi rilevanti. Sull’affidabilità e disponibilità dei servizi rivolti alla clientela occasionale, inoltre, con l’obiettivo di stimare l’ammontare dei “mancati ricavi” derivati da eventi di interruzione dell’erogazione dei servizi di incasso e pagamento (rischio informatico), nonché di comprendere gli aspetti di maggiore criticità del processo di erogazione, al fine di mitigarne i rischi inerenti è stato sviluppato un modello di misurazione interna a fini gestionali. I differenti processi di controllo in essere (monitoraggio reclami/cause legali, tempi di gestione e risoluzione delle problematiche, ecc.) non hanno evidenziato criticità rilevanti, tuttavia, per migliorare ulteriormente il presidio in termini di rischio reputazionale complessivo, si reputa importante continuare nell’evoluzione e rafforzamento delle attività di controllo esistenti. Pagina 22 of 84 Aprile 2016 RISCHIO DI CONCENTRAZIONE SINGLE-NAME Il rischio di concentrazione è presidiato e controllato attraverso le metodologie previste dalla Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013 e successivi aggiornamenti ed è monitorato con la periodicità legata al Processo ICAAP. Le tecniche di misurazione di tale rischio previste dalla normativa di riferimento sono rappresentate dal calcolo dell’indice Herfindahl per la classe di portafoglio bancario riferito alla imprese. = ∑=1 2 ∑=1 2 dove i rappresenta il gruppo di controparti connesse i-esimo L’assorbimento di capitale è effettuato calcolando il Granularity Adjustment (GA). = ∗ ∗ =1 In particolare: - C rappresenta il valore della costante di proporzionalità, funzione dei parametri regolamentari (ρ, PD, LGD). Tale costante è calibrata sulla base di ρ=18%, LGD=45% e PD definita, in un’ottica prudenziale, come il massimo tra 0,5% e la media degli ultimi 3 anni del tasso di ingresso in sofferenza rettificata - H è l’indice di Herfindahl - EAD è l’esposizione complessiva del gruppo di controparti connesse La tipicità del modello di business che caratterizza Banca ITB la porta ad operare, quasi esclusivamente, nei confronti di controparti omogenee individuabili in PMI, rappresentate da piccoli rivenditori di generi di monopolio (Tabaccherie). Trattasi nella maggior parte dei casi di imprese individuali o società di persone (Sas, Snc) che, in fase di portafogliazione Basilea, vengono allocate all’interno delle esposizioni al dettaglio. Nella sostanza, all’interno del portafoglio imprese ad oggi viene classificata la sola esposizione nei confronti di Poste Italiane. Si tratta di una esposizione che fa riferimento ad un deposito funzionale all’erogazione del servizio di ricarica di carte prepagate «Postepay», offerto alla clientela occasionale ed effettuato da Banca ITB in collaborazione con Poste stessa. Per sua natura tale tipologia di esposizione non si ritiene significativa ai fini del calcolo di concentrazione single-name, rendendone di fatto impossibile la quantificazione. Da un punto di vista prudenziale la banca ha pertanto ritenuto opportuno procedere comunque al calcolo del rischio di concentrazione single-name secondo l’approccio della Granularity Adjustment (GA), calibrandolo sul portafoglio delle esposizioni al dettaglio. Pagina 23 of 84 Aprile 2016 RISCHIO DI CONCENTRAZIONE GEO-SETTORIALE Ai fini del calcolo del Requisito Patrimoniale a fronte del rischio di concentrazione geo-settoriale, la banca effettua periodicamente un calcolo del Capitale Interno per tale categoria di rischio, seguendo la proposta metodologica ABI proposta dal “Laboratorio Rischio di Concentrazione”, in collaborazione con PWC. Tale metodologia è in grado di cogliere gli effetti sul Capitale Interno per il rischio di credito delle variazioni della concentrazione settoriale misurata dall’indice di Herfidahl e in termini relativi rispetto ad un ipotetico “caso-base”. In particolare, nel modello si prevede la stima di un eventuale “add-on” di capitale rispetto al modello standardizzato ASRF (Asymptotic Single Risk Factor), definito in funzione dell’indicatore Herfindahl (Hs) calcolato a livello di settore industriale. i I settori industriali identificati dal Gruppo di Lavoro sono sette, di cui tre settori “non corporate” (amministrazioni pubbliche, società finanziarie diverse da istituzioni finanziarie monetarie, famiglie consumatrici). Per quanto riguarda invece le famiglie produttrici e le società non finanziarie, sono state definite quattro macrocategorie: agricoltura, industria, edilizia e servizi. La banca si caratterizza per una concentrazione dei propri impieghi prossima al 100% nel settore dei “Servizi”: la classificazione marginale negli altri settori è legata alla classificazione originaria dei dati anagrafici relativi ai codici Ateco, Sae e Rae presenti nel sistema della clientela di riferimento. La banca recepisce la metodologia proposta dall’Abi e definisce l’add-on (λ) di capitale come valore massimo tra: - l’add-on quantificato applicando la metodologia Abi e utilizzando come Hs di benchmark il dato relativo al portafoglio Nazionale - l’add-on quantificato come media ponderata dei coefficienti di ricarico ottenuti applicando la metodologia Abi e utilizzando come Hs di benchmark i dati relativi ai portafogli settoriali distinti per macro aree geografiche Pagina 24 of 84 Aprile 2016 RISCHIO TASSO DI INTERESSE (SU PORTAFOGLIO BANCARIO) Banca ITB ha adottato politiche di gestione che le hanno permesso di contenere i rischi di tasso sul portafoglio bancario sotto soglie significative. Infatti la banca, nell’ambito delle ordinarie operazioni di raccolta e impiego, ha operato principalmente con esposizioni a vista o a breve termine. La metodologia di misurazione di tale rischio attualmente implementata in Banca ITB si articola nelle attività previste dalla normativa esterna (Allegato C del Titolo III, Capitolo I della Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013) ed interna (Policy in materia di rischio di tasso e Policy in materia di Risk Appetite Framework). In modo particolare, le fasi seguite per giungere alla determinazione dell’indicatore di rischio, oggetto di monitoraggio periodico da parte della banca, sono: - determinazione delle “valute rilevanti” (si ricorda che Banca ITB nel corso del 2015 non ha operato con valute diverse dall’“Euro”) - classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali secondo le specifiche contenute all’interno dell’allegato C del Titolo III, Capitolo I della Circolare della Banca d’Italia n. 285/2013, ad eccezione delle passività relative ai conti funzionali alla fornitura di servizi prestati a favore delle Tabaccherie (conti tecnici collegati ai servizi INPS, ricariche telefoniche, bolli auto, ecc.). Tali esposizioni infatti si riferiscono a conti correnti poco sensibili o insensibili ad eventuali shock di tasso sia in base alla natura ed all’utilizzo degli stessi, sia perché indicizzati a tasso fisso. Tali passività vengono allocate sulla fascia a vista, oggetto di ponderazione allo 0% - verifica del rispetto del limite normativo previsto per l’indicatore di rischio calcolato con il metodo del Supervisory Test (shock parallelo della curva dei tassi pari a +/- 200 b.p., senza vincolo di non negatività dei tassi in caso di scenario al ribasso): Indicatore di rischio tasso (Supervisory Test) ≤ 20% * Fondi propri Per il calcolo invece del Capitale Interno a fronte del rischio di tasso, ai fini ICAAP la banca fa riferimento alla metodologia dei percentili, opportunamente implementata dalla Funzione Risk Management che utilizza, quale fonte dati ufficiale per la determinazione delle relative curve di riferimento, la suite Bloomberg. Attraverso tale metodologia, prevista anch’essa all’interno dell’allegato C della Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013, l’assorbimento patrimoniale viene calcolato prendendo a riferimento come shock di tasso il 99° percentili, in caso di rialzo tassi, o il 1° percentile, in caso di ribasso dei tassi, sulla base di quanto empiricamente osservato nel corso di 12 mesi per un periodo di osservazione complessivo di 6 anni. Il collocamento delle varie poste di attivo e passivo sulle varie fasce dello scadenziere avviene, invece, con le medesime modalità previste dal modello del Supervisory Test (cfr. a quanto sopra illustrato). Stante quanto recentemente osservato sul mercato, anche per l’applicazione di questo modello si è ritenuto opportuno non prevedere il vincolo di non negatività dei tassi in caso di scenario al ribasso. Questa tipologia di rischio è gestita da un punto di vista operativo dalla Direzione Finanza con l’ausilio di idonei strumenti informatici e di processi specifici. Pagina 25 of 84 Aprile 2016 Inoltre, la Funzione Risk Management svolge un’attività indipendente di monitoraggio del rischio di tasso e, con periodicità mensile, fornisce informazioni sul Capitale Interno relativo al rischio di tasso e sulla sensibilità del margine di interesse a diversi scenari di shock. Pagina 26 of 84 Aprile 2016 RISCHIO STRATEGICO Banca ITB risulta esposta a cambiamenti del contesto operativo, sia in relazione alla possibile mancata o parziale realizzazione degli scenari definiti in sede di pianificazione strategica, sia a possibili decisioni aziendali errate in rapporto all’evoluzione dell’ambiente competitivo. Tale rischio è gestito attraverso un rafforzamento dei controlli nella stesura puntuale del Piano Strategico e di Budget e l’attuazione di un tempestivo e continuo monitoraggio nel corso dell’esercizio circa l’evoluzione delle grandezze economiche e patrimoniali stimate. Il rischio è mitigato anche grazie alla presenza di una struttura in grado di valutare tempestivamente la rispondenza dei risultati della gestione con gli obiettivi e le linee guida del piano, nonché di cogliere scostamenti significativi rispetto al piano e di adottare in tempi stretti le opportune correzioni. Inoltre, ove ritenuto opportuno, Banca ITB ha investito risorse per garantire la presenza di Management con esperienza e conoscenza del settore al quale la banca si rivolge. La Funzione Risk Management, in base al principio di proporzionalità, non ha eseguito attività di controllo specifiche su tale tipologia di rischio. Pagina 27 of 84 Aprile 2016 RISCHIO DI LEVA FINANZIARIA ECCESSIVA La banca, essendo esposta teoricamente a tale rischio ha incluso nel Processo RAF 2016-2018 l’indicatore di leverage ratio, per misurare la leva finanziaria attuale e prospettica in relazione alle attività svolte, conformemente a quanto previsto all’art. 429 della CRR. Nel corso del 2015 è stato invece effettuato, in via continuativa, il monitoraggio trimestrale di un indicatore di leva finanziaria, coerentemente alla frequenza prevista in sede di monitoraggio del Risk Appetite 2015 della banca. Per altro, da questo punto di vista l’attività di presidio a fronte di questa fattispecie di rischio viene altresì realizzata attraverso il monitoraggio di indicatori relativi alla complessiva struttura finanziaria e di liquidità della banca, che permettono di governare con il dovuto anticipo problematicità ascrivibili ad eventuali squilibri tra attività e passività (ad esempio attraverso la costruzione di indicatori di funding gap per differenti fonti di raccolta/impiego, nonché indici di equilibrio gestionale su differenti orizzonti temporali). Pagina 28 of 84 Aprile 2016 RISCHIO ATTIVITÀ VINCOLATE Il rischio derivante da attività vincolate è connesso al potenziale incremento delle stesse derivante da situazioni di tensione rilevanti (ad esempio aumento dei requisiti di margine). Da questo punto di vista la principale funzione aziendale deputata alla gestione del rischio è individuabile nella Direzione Finanza che, attraverso la propria attività di gestione della tesoreria, incide sullo stesso. Rilevano, in modo particolare, attività di raccolta collateralizzata, oltre ad impieghi in titoli caratterizzati da differenti livelli di liquidabilità, con haircut e volatilità diversi. La Funzione Risk Management pone in essere attività di controllo di secondo livello che, in base al principio di proporzionalità e perseguendo una visione integrata di rischi tra loro connessi, vengono espletate all’interno della reportistica relativa al rischio di liquidità. In sede di RAF, la banca ha definito poi le tipologie di titoli acquistabili nell’ambito del portafoglio di proprietà, limitandone il perimetro a titoli di stato di emissione governativa europea e caratterizzati da elevati livelli di standing creditizio. Tale aspetto attenua il rischio, per la banca, di incorrere in situazioni di stress legate al rischio emittente, a seguito di un declassamento dei relativi rating e contestuale innalzamento degli haircut applicati. Pagina 29 of 84 Aprile 2016 RISCHIO PAESE Tale fattispecie di rischio è rappresentato dalla possibilità, per la banca, di incorrere in perdite causate da eventi che si verificano in un paese diverso dall’Italia. Stante l’operatività di carattere domestico che contraddistingue l’Istituto, per Banca ITB il rischio paese corrisponde al rischio sovrano, vale a dire l’insolvenza di un emittente nazionale del quale la banca detiene titoli governativi in portafoglio. Da questo punto di vista, sia in termini di funzione che gestisce in prima istanza questo profilo di rischio, sia in termini di presidi ed attività di controllo implementate dalla banca quale forma di mitigazione, valgono le medesime considerazioni formulate a proposito del rischio derivante da attività vincolate (cfr. paragrafo precedente). Pagina 30 of 84 Aprile 2016 RISCHIO RESIDUO Banca ITB non fa ricorso a strumenti di attenuazione del credito elegibili in ottica prudenziale per cui, da quest’ultimo punto di vista, non ne ottiene alcun beneficio, con conseguente azzeramento del relativo profilo di rischio. Tuttavia, da un punto di vista prettamente gestionale, la banca raccoglie, laddove ritenuto opportuno, strumenti di garanzia a protezione della propria posizione creditizia. Periodicamente, la Funzione Risk Management conduce analisi di backtesting sulla capacità di recupero in base alla tipologia di garanzie esistenti, oltre ad effettuare un monitoraggio in merito ai relativi stock. Pagina 31 of 84 Aprile 2016 RISCHIO OPERATIVITÀ SOGGETTI COLLEGATI La disciplina prudenziale, di cui al Titolo V Capitolo 5 della Circolare della Banca d’Italia n. 263/2006, stabilisce limiti prudenziali per le attività di rischio nei confronti di soggetti collegati e la necessità di adottare apposite procedure deliberative “al fine di preservare la corretta allocazione delle risorse e tutelare adeguatamente i terzi da condotte espropriative” con riguardo alle operazioni con soggetti collegati; specifiche indicazioni in materia di assetti organizzativi e Controlli Interni sono indirizzate al rispetto degli obblighi di prevenzione e gestione dei conflitti di interesse, agli obblighi di censimento dei soggetti collegati e di controllo dell’andamento delle esposizioni verso tali soggetti. Ai sensi delle Disposizioni, il Consiglio di Amministrazione ha disciplinato, attraverso appositi riferimenti normativi interni, i limiti prudenziali e le procedure deliberative applicabili, rispettivamente, all’assunzione di attività di rischio e all’esecuzione di operazioni nei confronti dei soggetti collegati, allo scopo di preservare la correttezza formale e sostanziale di tutte le operazioni con tali soggetti, nonché ad assicurare l’integrità dei relativi processi decisionali da condizionamenti esterni. Nell’ambito di tale profilo di rischio, particolare rilevanza è stata data alle attività di controllo poste in essere da parte della Direzione Affari Societari e Compliance e della Funzione Risk Management, ciascuna per le rispettive competenze. In particolare la Direzione Affari Societari e Compliance verifica periodicamente il rispetto della classificazione delle operazioni poste in essere, mentre alla Funzione Risk Management è demandata la periodica verifica in merito al rispetto dei limiti prudenziali tempo per tempo vigenti. La Direzione Internal Audit, infine, nell’ambito dei propri controlli di terzo livello verifica la conoscenza, la corretta applicazione e il pieno recepimento delle Policy interne da parte delle funzioni operative e di controllo. In ambito di operatività nei confronti di soggetti collegati, in sede di RAF sono stati definiti appositi limiti in termini di massima esposizione accordabile nei confronti di controparti vigilate, opportunamente tarati al perimetro dei soggetti collegati. Come detto, tali limiti sono oggetto di periodico monitoraggio da parte della Funzione Risk Management. Pagina 32 of 84 Aprile 2016 RISCHIO ASSETTI PARTECIPATIVI Rappresenta il rischio conseguente un eccessivo immobilizzo dell’attivo derivante da investimenti partecipativi in imprese non finanziarie. A presidio di tale fattispecie di rischio la banca ha previsto apposite Policy interne in materia di investimenti e rischi di mercato. In particolare, tale documento definisce come “Portafoglio Strategico” quello contenente strumenti finanziari, tipicamente titoli di capitale, detenuti allo scopo di beneficiare sul medio lungo periodo di partecipazioni in società con le quali la banca intrattiene rapporti commerciali o di fornitura di servizi. La Policy prevede che il “Portafoglio Strategico” può essere movimentato solo in base alle decisioni strategiche del Consiglio di Amministrazione o dell’Amministratore Delegato/Direttore Generale, nei limiti dei mandati e poteri tempo per tempo vigenti. Con periodicità giornaliera la Funzione Amministrazione e Bilancio trasmette alla Funzione Risk Management un apposito report, con evidenza dei titoli facenti parte del portafoglio di proprietà della banca, ivi incluse eventuali partecipazioni. Si evidenzia che Banca ITB, alla data del presente documento, non detiene partecipazioni in base a quanto disciplinato nella Circolare della Banca d’Italia n. 285/2013, Parte terza, Capitolo I “Partecipazioni detenibili dalle banche e dai gruppi bancari”. Pagina 33 of 84 Aprile 2016 GOVERNO SOCIETARIO Le Disposizioni di Vigilanza di Banca d’Italia in materia di organizzazione e Governo Societario prevedono che le banche si dotino di un assetto organizzativo e di governo societario efficace, al fine di assicurare le condizioni necessarie per una sana e prudente gestione. Banca ITB ha delineato il proprio sistema di Governo Societario, che permette di monitorare e valutare con continuità le strategie aziendali e le politiche di gestione e controllo dei rischi tipici dell’attività bancaria. Linee generali degli assetti organizzativi e di governo societario La Società ha scelto di conservare un Modello di Amministrazione e Controllo tradizionale, che la caratterizza fin dalla sua costituzione e che garantisce una precisa distinzione delle funzioni di supervisione strategica, di gestione e di controllo, evitando così sovrapposizioni di ruoli. In virtù di tale Modello: - il Consiglio di Amministrazione ha l’amministrazione della Società (art. 18 Statuto) ed è investito di tutti i poteri per l’ordinaria e la straordinaria amministrazione, salvo quanto normativamente è riservato all’Assemblea (art. 9 Statuto) - al Collegio Sindacale competono, in particolare, le funzioni di vigilanza e di controllo in ordine all’osservanza della legge, dei regolamenti e dello Statuto, al rispetto dei principi di corretta amministrazione, all’adeguatezza dell’assetto organizzativo e contabile e del loro concreto funzionamento, all’adeguatezza e funzionalità del Sistema dei Controlli Interni, con particolare riguardo al controllo dei rischi, alla proposta motivata in merito al conferimento dell’incarico di Revisione Legale dei conti alla Società di Revisione Legale e ad ogni altro atto o fatto previsto dalla legge (art. 24 Statuto) l’Assemblea dei Soci esprime, con l’esercizio del potere deliberativo, la volontà sociale, in coerenza con le previsioni di Legge (art. 7 Statuto) e svolge le attività di approvazione e vigilanza sulle politiche di remunerazione e incentivazione adottate dalla banca - ad una Società di Revisione Legale dei conti esterna, iscritta nell’apposito registro, è affidato l’incarico della revisione legale sui conti della Società Motivazioni a fondamento della scelta adottata Il “Sistema Tradizionale”, che è il Modello di amministrazione storicamente affermatosi in Italia, riflette una chiara strategia di articolazione delle attribuzioni di governo societario, delineando un’equilibrata distribuzione di competenze e responsabilità tra l’organo decisionale (Assemblea dei Soci), l’organo amministrativo e di direzione strategica (Consiglio di Amministrazione) e l’Organo di Controllo (Collegio Sindacale). La scelta di strutturare il Governo Societario di Banca ITB secondo un Modello di Amministrazione e Controllo Tradizionale, è stata dettata da molteplici fattori. Di seguito si illustrano i principali elementi che hanno suggerito di adottare il Modello “Tradizionale”: - La Società è dotata di una struttura proprietaria caratterizzata da una compagine sociale semplice. Questa caratteristica rende il Modello Tradizionale più idoneo a garantire l’immediatezza nell’operatività aziendale, favorita anche dalla possibilità, riconosciuta dalla legge e dallo Statuto, che il Consiglio di Amministrazione deleghi alcuni poteri all’Amministratore Delegato che agisce nei limiti e con le modalità determinate dalle specifiche Deleghe, e riferisce periodicamente al Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale Pagina 34 of 84 Aprile 2016 - la possibilità di disporre della revisione legale dei conti effettuata anche da parte di un soggetto esterno alla Società, affidandolo ad una Società di Revisione Legale dei conti iscritta nell’apposito registro - la maggiore corrispondenza all’esperienza e alla cultura dei propri Soci, ed in genere del mercato italiano, consentono di individuare il Modello Tradizionale come il più “naturale” per gli investitori italiani che hanno con esso una consolidata familiarità e quello che è preso a riferimento e largamente prevalente nel mercato e, rispetto al quale, si è formata una elaborazione completa ed approfondita da parte della giurisprudenza e della dottrina, pur nel quadro delle modificazioni che nel corso del tempo a questo Modello sono state apportate dal legislatore - un assetto societario semplice caratterizzato dall’assenza di società controllate - una dimensione operativa contenuta e una sperimentata adeguatezza nella gestione dell’impresa e nell’efficacia dei controlli, ha portato a ritenere che il Modello Tradizionale favorisca una corretta dialettica interna tempestiva fra tutti gli Organi apicali della banca ed, in particolare, tra i soggetti coinvolti nel Sistema dei Controlli - il Modello Tradizionale garantisce, inoltre, un equilibrio tra i diversi poteri, consentendo alla Società di perseguire le strategie pianificate e creare valore per gli azionisti e garantendo il raggiungimento degli obiettivi di sana e prudente gestione - la constatazione che l’adozione di un modello dualistico o monistico renderebbe più complessa la separazione dei ruoli di controllo e di amministrazione, come invece richiesto da Banca d’Italia Da ultimo, il Modello Tradizionale è stato riconosciuto dalla dottrina, anche successivamente all’introduzione dei Modelli c.d. “alternativi”, come quello meglio in grado di assicurare funzionalità e governo adeguato alla società, come è del resto confermato anche dal fatto che nel sistema bancario sono pochissime le banche, tutte comunque di grande dimensione, che hanno adottato il modello alternativo dualistico. La stessa Banca d’Italia sottolinea la particolare adeguatezza dei Modelli alternativi per le banche che operano sul mercato internazionale, circostanza questa, allo stato, non riferibile a Banca ITB. Motivazione della categoria in cui si colloca la banca Banca ITB ha effettuato un’autovalutazione per individuare correttamente il proprio profilo dimensionale, al fine di conformarsi a quanto prescritto dalle Disposizioni di Vigilanza, tenendo conto del Principio di Proporzionalità che risulta essere centrale sia per l’individuazione delle misure attuative dei Principi Generali contenuti nelle Disposizioni di Vigilanza, sia in merito alla gestione dei rischi. A tal fine sono stati presi in considerazione i seguenti elementi: I Il valore dell’attivo risultante dallo Stato Patrimoniale II La complessità dell’attività svolta III La struttura proprietaria I. Sulla base del parametro riferito all’attivo dello Stato Patrimoniale alla data del 31 dicembre 2015 Banca ITB rientra nelle categoria delle banche di minori dimensioni, secondo quanto indicato dalle Disposizioni di Vigilanza II. In relazione alla complessità operativa si evidenzia che Banca ITB non ha una propria struttura di agenzie o filiali territoriali. I servizi di Banca ITB sono forniti quasi esclusivamente mediante tecniche di stipulazione contrattuale a distanza, prevalentemente nei confronti della particolare tipologia di clientela rappresentata dai Titolari di esercizi Pagina 35 of 84 Aprile 2016 commerciali, ubicati su tutto il territorio nazionale che agiscono sotto forma di “microimpresa”, nell’esercizio della loro attività imprenditoriale. Tramite il Terminale installato negli esercizi vengono erogati i servizi di pagamento ai cittadini. Tale configurazione ha conseguenze anche sotto il profilo contabile. Risulta infatti preponderante l’incidenza delle commissioni nella composizione dei ricavi e sono generate sia dai conti correnti dei clienti “tabaccai” che dai servizi dedicati alla clientela occasionale III. Con riferimento alla struttura proprietaria si rileva una limitata compagine sociale che non ricorre al mercato del capitale di rischio Numero dei componenti degli organi collegiali, caratteristiche e incarichi detenuti in altre società od enti Il Consiglio di Amministrazione, alla data di approvazione del bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015 risulta essere composto da 10 componenti, oltre al Presidente, di cui 8 risultano essere non esecutivi e indipendenti, in ottemperanza delle previsioni statutarie che richiedono che almeno un quarto dei componenti possieda il requisito di indipendenza. Nel 2015 il Consiglio di Amministrazione ha approvato una versione aggiornata del proprio Regolamento di funzionamento nel quale sono elencati i requisiti necessari per assumere la carica, i compiti attribuiti all’Organo amministrativo e i poteri del Presidente. Di seguito si riporta l’elenco degli Amministratori e dei Componenti del Collegio Sindacale in carica alla data di redazione del presente Documento e il numero degli incarichi esecutivi e non, ricoperti dagli stessi in altre Società o Enti Incarichi di Amministratore Esecutivo Incarichi di Amministratore non Esecutivo Membro del Collegio dei Sindaci Altri incarichi in Enti TOTALE CARICHE Ing. Rosario Bifulco (Presidente) 3 9 0 0 12 Dott. Francesco Sebastiano Marrara (Consigliere Delegato) 0 0 0 0 0 Dott. Paolo Gambarini (Consigliere) 1 6 0 0 7 Ing. Luis Alfonso Egido Gálvez (Consigliere) 1 3 0 0 4 Cav. Giovanni Risso (Consigliere) 9 1 0 0 10 Dott. Stefano Bartoli (Consigliere) 5 2 0 0 7 Dott. Marco Sala (Consigliere) 1 1 0 1 3 Dott. Gabriele Besacchi (Consigliere) 0 0 0 0 0 Dott. Giovanni Gilli (Consigliere) 0 4 0 2 6 Dott. Andrea Bignami (Consigliere) 1 0 8 0 9 Nome Pagina 36 of 84 Aprile 2016 Prof. Lorenzo Caprio (Sindaco Effettivo Presidente) 0 2 1 0 3 Prof. Paolo Flavio Mondini (Sindaco Effettivo) 0 0 0 0 0 Dott.ssa Veronica De Angeli (Sindaco Effettivo) 0 0 5 0 5 Al fine di garantire che gli Amministratori possano dedicare alla loro funzione un tempo adeguato ed evitare che un eccessivo numero di incarichi possa limitare l’effettiva attività dell’Organo amministrativo, l’Assemblea dei Soci di Banca ITB ha formalizzato un “Regolamento Cumulo Incarichi Amministrativi” che disciplina il numero massimo di incarichi di Amministratore o di Sindaco che possono essere assunti da un Amministratore della Società. Poiché anche la composizione del Consiglio di Amministrazione assume un rilievo centrale per l’efficace assolvimento dei compiti previsti dalla Legge, dalle Disposizioni di Vigilanza e dallo Statuto, nel Consiglio di Amministrazione di Banca ITB sono presenti competenze e professionalità opportunamente diversificate tra i vari componenti. Altre informazioni Comitati Banca ITB non ha attualmente istituito Comitati all’interno del Consiglio di Amministrazione e non ha previsto politiche o piani di successione agli Amministratori. Composizione del Consiglio di Amministrazione La banca intende dare concreta attuazione ad una politica di diversità nella selezione dei membri dell’organo di gestione in fase del prossimo rinnovo del Consiglio di Amministrazione. Modello di Organizzazione e Gestione ex D. Lgs. 231/2001 La banca si è dotata di un Modello di Organizzazione e Gestione ai sensi del D. Lgs. 231/2001, e successive modifiche e integrazioni, in materia di responsabilità amministrativa delle società per i reati commessi dai propri dipendenti e collaboratori; tale modello è stato istituito e approvato dal Consiglio di Amministrazione del 26 novembre 2015 e sarà aggiornato in relazione all’evoluzione della struttura della banca e della normativa di riferimento. Codice Etico La banca si è dotata di un Codice Etico, approvato dal Consiglio di Amministrazione, a conferma della volontà di affermare sempre con maggior efficacia i principi etici fondamentali che devono permeare ogni processo lavorativo ed ogni comportamento di chi collabora con la banca stessa. Il Codice viene consegnato a tutti i dipendenti in fase di assunzione e viene diffuso tra i fornitori/collaboratori esterni della banca. È presente sul sito internet della banca nell’area “Corporate Governance”. Flussi informativi sui rischi nei confronti dell’organo di gestione La circolazione di informazioni tra gli Organi Sociali e all’interno degli stessi rappresenta una condizione imprescindibile affinché siano effettivamente realizzati gli obiettivi di efficienza della Pagina 37 of 84 Aprile 2016 gestione ed efficacia dei controlli, anche al fine di poter garantire la sana e prudente gestione di Banca ITB per mezzo del contenimento dei rischi aziendali. Le risultanze dei controlli alimentano un sistema di reporting e di flussi informativi che ha come destinatari gli Organi aziendali, le Direzioni aziendali di controllo, le Autorità di Vigilanza e la Società di Revisione Legale, secondo una periodicità e con i contenuti previsti dalla regolamentazione di settore e dalla normativa interna, come definita con specifico “Regolamento dei flussi informativi” approvato dal Consiglio di Amministrazione. Le informazioni che vengono scambiate all’interno di Banca ITB, tra le diverse funzioni aziendali e tra gli Organi societari, possono essere raggruppate in due macro categorie: - Flussi informativi, che consentono ai destinatari di essere informati su un determinato evento - Report riepilogativi, che permettono ai destinatari di disporre di una visione complessiva su determinati aspetti, solitamente a seguito dello svolgimento di specifiche attività ricognitive Il Regolamento individua: - tempi, forme e contenuti della documentazione che deve essere trasmessa ai singoli componenti degli Organi, ritenuta necessaria per l’adozione delle delibere sulle materie all’ordine del giorno - il contenuto minimo dei flussi informativi periodici, con particolare riferimento a quelli relativi alle varie tipologie di rischio rilevanti e agli eventuali scostamenti dei consuntivi rispetto alle strategie definite - i soggetti/le Direzioni tenute alla redazione e trasmissione della documentazione periodica Il Consiglio di Amministrazione viene periodicamente informato sull’andamento della gestione e sull’adeguatezza dell'assetto organizzativo, amministrativo e contabile e del Sistema dei Controlli Interni. In linea generale, il Consiglio di Amministrazione, in relazione alla loro fonte, è interessato dai seguenti flussi informativi: - da parte del Collegio Sindacale, in ordine all’efficienza ed adeguatezza del Sistema dei Controlli Interni, all’adeguatezza della Direzione Affari Societari e Compliance, alle eventuali irregolarità riscontrate ed alle misure correttive per porvi rimedio - da parte dell’Amministratore Delegato e Direttore Generale, in ordine al generale andamento della gestione e del livello dei rischi correlato a ciascuna area operativa, all’attività svolta, allo stato di attuazione ed avanzamento del Piano Industriale, all’andamento del portafoglio e dell’attività relativa al portafoglio titoli di proprietà, sulle operazioni con parti correlate - da parte della Direzione incaricata della Compliance, in ordine all’attività svolta, con indicazione delle verifiche effettuate e delle eventuali carenze riscontrate - da parte della Direzione Internal Audit, in ordine all’attività svolta ed al programma di attività per l’anno successivo, al monitoraggio dei rischi, con indicazione dei problemi riscontrati e dell’attività di follow-up da parte della Funzione Risk Management in ordine al Processo ICAAP e ai principali rischi aziendali In particolare, in adempimento dei flussi informativi previsti dal Regolamento interno, nonché nell’esercizio degli obblighi informativi connessi all’esercizio delle deleghe conferite dal Consiglio stesso sono previsti i seguenti flussi informativi: - Trimestralmente vengono presentate informative in merito: • all’andamento generale della gestione della Società e sulla sua prevedibile evoluzione • alle attività finanziarie della Società e alla situazione dei relativi rischi Pagina 38 of 84 Aprile 2016 • all’esercizio delle facoltà accordate all’Amministratore Delegato e Direttore Generale, nell’ambito delle linee guida per acquisto titoli per il portafoglio di proprietà deliberate dal Consiglio stesso - Con cadenza almeno annuale vengono predisposte: • la Relazione sulle attività svolte dalla Direzione Internal Audit • la Relazione sull’attività svolta dalla Direzione Affari Societari e Compliance • la Relazione sull’attività svolta dalla Direzione Risk Management e Antiriciclaggio • la Relazione sul Sistema dei Controlli Interni funzionali all’informativa finanziaria - Infine, con cadenza almeno annuale, il Consiglio viene aggiornato sull’esposizione della Società verso le diverse tipologie di rischio Le Relazioni e le informative sopra richiamate sono altresì rese al Collegio Sindacale in occasione della partecipazione dei suoi componenti alle riunioni del Consiglio di Amministrazione. Le Relazioni periodiche predisposte dalle strutture di Internal Audit, Affari Societari e Compliance e Risk Management e Antiriciclaggio sono inoltre trasmesse direttamente all’Organo di Controllo. Pagina 39 of 84 Aprile 2016 AMBITO DI APPLICAZIONE Gli obblighi di informativa del presente documento si riferiscono a Banca ITB, banca individuale, la quale non appartiene ad un gruppo bancario e non detiene partecipazioni di maggioranza o di collegamento in altre società. Pagina 40 of 84 Aprile 2016 FONDI PROPRI I Fondi propri e le attività ponderate per il rischio al 31 dicembre 2015 sono stati determinati in base alla nuova disciplina armonizzata per le banche e le imprese di investimento contenuta nella Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) e nel Regolamento (UE) 575/2013 (CRR) del 26 giugno 2013, che traspongono nell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (cd. framework Basilea 3), e sulla base delle Circolari della Banca d’Italia n. 285 e n. 286 (emanate nel corso del 2013) e successivi aggiornamenti.. I Fondi propri rappresentano il principale strumento di valutazione dell’Organo di Vigilanza in merito alla stabilità e solidità dell'istituto di credito nei confronti dell'intero sistema creditizio e finanziario. É inoltre il primo presidio a fronte dei principali requisiti patrimoniali. Le nuove norme hanno trovato applicazione dal 1° gennaio 2014 e prevedono l’introduzione del nuovo framework regolamentare in maniera graduale, attraverso un periodo transitorio, in genere fino al 2017, durante il quale alcuni elementi che a regime saranno computabili o deducibili integralmente nel Common Equity impattano sul Capitale primario di classe 1 solo per una quota percentuale. A tal riguardo la banca ha esercitato la facoltà, prevista nella Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013 Parte Seconda – Capitolo 14 – Sezione II – Paragrafo 2, che consente di non includere in alcun elemento dei Fondi propri profitti o perdite non realizzati relativi alle esposizioni verso le amministrazioni centrali classificate nella categoria “Attività finanziarie disponibili per la vendita” dello IAS 39 approvato dall'Unione Europea. - Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) Gli strumenti di CET1 che intervengono nella determinazione del patrimonio di base si compongono di: • Capitale versato • Riserve: ▪ Utili o perdite portati a nuovo ▪ Utili o perdita di periodo • Altre componenti di conto economico accumulate (OCI) Le detrazioni sono rappresentate da: • Altre attività immateriali importo al lordo dell’effetto fiscale Rettifiche derivanti dalle disposizioni previste dal regime transitorio: • Regime transitorio – impatto su CET1 - Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) Non ci sono dati da segnalare. - Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2) Non ci sono dati da segnalare. Gli unici strumenti di Capitale primario di classe 1, di Capitale aggiuntivo di classe 1 e di Capitale di classe 2 emessi dall’ente inclusi nei Fondi propri sono rappresentate esclusivamente dalle azioni di Banca ITB, il cui valore nominale per azione è di 1 euro per un totale di n. azioni pari a 25.120.000. Pagina 41 of 84 Aprile 2016 La tabella seguente fornisce il dettaglio degli elementi che compongono i Fondi propri al 31 dicembre 2015, secondo lo schema previsto dall’allegato VI del Regolamento di Esecuzione (UE) n. 1423/2013 della Commissione. Capitale primario di classe 1 (CET1) : strumenti e riserve 1 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni di cui: azioni ordinarie 2 Utili non distribuiti Altre componenti di conto economico complessivo accumulate (e altre riserve, includere gli 3 utili e le perdite non realizzati ai sensi della disciplina contabile applicabile) 3a Fondi per rischi bancari generali Importo degli elementi amm iss ibili di cui all'articolo 484, paragrafo 3, e le relative riserve 4 sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva dal capitale primario di classe 1 Conferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di grandfathering fino al 1 gennaio 2018 5 Interes si di minoranza (importo consentito nel capitale primario di classe 1 consolidato) Utili di periodo verificati da persone indipendenti al netto di tutti gli oneri o dividendi 5a prevedibili 6 Capitale primario di classe 1 prima delle rettifiche regolamentari Capitale primario di classe 1 (CET1): rettifiche regolamentari 7 Rettifiche di valore s upplementari (importo negativo) 8 Attività imm ateriali (al netto delle relative passività fiscali) (importo negativo) 9 Campo vuoto nell'UE Attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura, escluse quelle derivanti da 10 differenze temporanee (al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'articolo 38, paragrafo 3) (importo negativo) Riserve di valore equo relative agli utili e alle perdite generati dalla copertura dei flussi di 11 cassa 12 Importi negativi risultati dal calcolo degli importi delle perdite attes e Qualsiasi aumento del patrimonio netto risultante da attività cartolarizzate (im porto 13 negativo) Gli utili o le perdite su passività valutati al valore equo dovuti all'evoluzione del merito di 14 credito 15 Attività dei fondi pensione a prestazioni definite (importo negativo) Strumenti propri di capitale primario di classe 1 detenuti dall'ente direttamente o 16 indirettamente (im porto negativo) Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti 17 dall'ente, quando tali soggetti detengono con l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificialmente i Fondi propri dell'ente (importo negativo) 18 19 20 20a 20b 20c 20d 21 Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettam ente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo s uperiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte am missibili) (im porto negativo) Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente, indirettamente o sinteticamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (im porto superiore alla s oglia del 10% e al netto di posizioni corte amm issibili) (importo negativo) Campo vuoto nell'UE Importo dell'esposizione dei seguenti elementi, che pos siedono i requisiti per ricevere un fattore di ponderazione del rischio pari al 1.250%, quando l'ente opta per la deduzione di cui: partecipazioni qualificate al di fuori del settore finanziario (im porto negativo) di cui: posizioni vers o la cartolarizzazione (im porto negativo) di cui: operazioni con regolamento non contestuale (importo negativo) Attività fiscali differite che derivano da differenze tem poranee (importo superiore alla soglia del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di cui all'art.38, paragrafo 3) (importo negativo) Importi soggetti al trattamento preregolamento (UE) Importo alla data N.575/2013 o dell'informativa importo residuo prescritto dal Regolamento (UE) N.575/2013 25.120 25.120 (500) 0 0 0 (113) 0 0 0 0 0 0 0 0 0 5.856 0 30.363 0 0 (1.091) 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Pagina 42 of 84 Aprile 2016 22 0 0 0 0 24 25 25a Im porto che supera la soglia del 15% (importo negativo) di cui: strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali s oggetti Campo vuoto nell'UE di cui: attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee Perdite relative all'esercizio in corso (importo negativo) 0 0 0 0 0 0 25b Tributi prevedibili relativi agli elem enti del capitale primario di classe 1 (importo negativo) 0 0 0 0 0 0 0 0 (27) 0 0 0 0 0 23 Rettifiche regolamentari applicate al capitale primario di classe 1 in relazione agli importi 26 s oggetti a trattamento pre-CRR Rettifiche regolamentari relative agli utili e alle perdite non realizzati ai sensi degli articoli 26a 467 e 468 di cui: … filtro per perdite non realizzate di cui: utili non realizzati su titoli di debito em essi da amministrazioni centrali appartenenti all'Unione Europea Im porto da dedurre dal o da aggiungere al capitale primario di classe 1 in relazione ai filtri 26b e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il trattamento pre-CRR di cui: … Deduzioni ammissibili dal capitale aggiuntivo di classe 1 che superano il capitale 27 aggiuntivo di classe 1 dell'ente (importo negativo) Totale delle rettifiche regolamentari al capitale primario di classe 1 (CET1) 28 29 Capitale primario di classe 1 (CET1) Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): strumenti 30 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni 31 di cui: class ificati com e patrimonio netto ai sensi della disciplina contabile applicabile 32 di cui: class ificati com e passività ai sensi della disciplina contabile applicabile Im porto degli elementi am missibili di cui all'articolo 484, paragrafo 4, e le relative riserve 33 s ovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva del capitale aggiuntivo di classe 1 Conferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di grandfathering fino al 1 gennaio 2018 Capitale di classe 1 am missibile incluso nel capitale aggiuntivo di classe 1 consolidato 34 (com presi gli interessi di minoranza non inclusi nella riga 5) em esso da filiazioni e detenuto da terzi 35 di cui: strumenti emessi da filiazioni soggetti a elim inazione progressiva 36 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) prima delle rettifiche regolamentari Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1): rettifiche regolamentari Strumenti propri di capitale aggiuntivo di classe 1 detenuti dall'ente direttamente o 37 indirettam ente (importo negativo) Strumenti di capitale aggiuntivo di class e 1 di soggetti del settore finanziario detenuti 38 dall'ente, quando tali soggetti detengono con l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificialmente i Fondi propri dell'ente (im porto negativo) 39 40 41 41a 41b 41c Strumenti di capitale aggiuntivo di class e 1 di soggetti del settore finanziario detenuti direttam ente o indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali s oggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di pos izioni corte am missibili) (importo negativo) Strumenti di capitale aggiuntivo di class e 1 di soggetti del settore finanziario detenuti direttam ente o indirettam ente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (importo superiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) (importo negativo) Rettifiche regolamentari applicate al capitale aggiuntivo di classe 1 in relazione agli importi s oggetti a trattamento pre-CRR e trattamenti transitori, soggetti a eliminazione progressiva ai sensi del regolam ento (EU) n. 575/2013 (ossia importi residui CRR) Im porti residui dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1 in relazione alla deduzione dal capitale primario di classe 1 durante il periodo transitorio ai sensi dell'articolo 472 del regolamento (UE) n. 575/2013 di cui voci che vanno dettagliate linea per linea, ad es. perdite nette di periodo rilevanti, attività imm ateriali, carenze di accantonam enti per le perdite attese, ecc. Im porti residui dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1 in relazione alla deduzione dal capitale di classe 2 durante il periodo transitorio ai s ensi dell'articolo 475 del regolamento (UE) n. 575/2013 Di cui voci da dettagliare linea per linea, ad es. partecipazioni incrociate reciproche in s trumenti di capitale di classe 2, investimenti non significativi detenuti direttamente nel capitale di altri soggetti del settore finanziario , ecc. Im porto da dedurre dal o da aggiungere al capitale aggiuntivo di clas se 1 in relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il trattamento pre-CRR di cui: … eventuale filtro per perdite non realizzate di cui: … eventuale filtro per utili non realizzati di cui: … 0 0 (1.118) 29.246 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Pagina 43 of 84 Aprile 2016 Deduzioni am missibili dal capitale di classe 2 che superano il capitale di class e 2 dell'ente (im porto negativo) 43 Totale delle rettifiche regolamentari al capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) 44 Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1) 45 Capitale di classe 1 (T1 = CET1 + AT1) Capitale di classe 2 (T2): strumenti e accantonamenti 46 Strumenti di capitale e le relative riserve sovrapprezzo azioni Importo degli elementi amm iss ibili di cui all'articolo 484, paragrafo 5, e le relative riserve 47 sovrapprezzo azioni, soggetti a eliminazione progressiva del capitale di classe 2 Conferimenti di capitale pubblico che beneficiano della clausola di grandfathering fino al 1 gennaio 2018 Strumenti di Fondi propri ammissibili inclusi nel capitale di classe 2 consolidato (com presi 48 gli interessi di minoranza e strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 non inclusi nella riga 5 o nella riga 34) emess i da filiazioni e detenuti da terzi 49 di cui: strumenti emessi da filiazioni soggetti a eliminazione progressiva 50 Rettifiche di valore s u crediti 51 Capitale di classe 2 (T2) prima delle rettifiche regolamentari Capitale di classe 2 (T2): rettifiche regolamentari Strumenti propri di capitale di classe 2 detenuti dall'ente direttamente o indirettam ente e 52 prestiti subordinati (importo negativo) 42 53 54 54a 54b 55 56 56a 56b 56c 57 58 59 59a Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente, quando tali soggetti detengono con l'ente una partecipazione incrociata reciproca concepita per aumentare artificialm ente i Fondi propri dell'ente (importo negativo) Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti direttam ente o indirettamente, quando l'ente non ha un investimento significativo in tali soggetti (importo s uperiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte am missibili) (im porto negativo) di cui nuove partecipazioni non soggette alle disposizioni transitorie di cui partecipazioni esistenti prima del 1° gennaio 2013 e soggette alle disposizioni transitorie Strumenti di capitale di classe 2 e prestiti subordinati di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente ha un investimento significativo in tali soggetti (al netto di posizioni corte ammissibili) (importo negativo) Rettifiche regolam entari applicate al capitale di classe 2 in relazione agli importi soggetti a trattam ento pre-CRR e trattamenti transitori, soggetti a elim inazione progressiva ai sensi del regolam ento (UE) n. 575/2013 (ossia importi residui CRR) Importi res idui dedotti dal capitale di classe 2 in relazione alla deduzione dal capitale prim ario di classe 1 durante il periodo transitorio ai sensi dell'articolo 472 del regolamento (UE) n. 575/2013 di cui voci che vanno dettagliate linea per linea, ad es. perdite nette di periodo rilevanti, attività imm ateriali, carenze di accantonamenti per le perdite attese, ecc. Importi res idui dedotti dal capitale di classe 2 in relazione alla deduzione dal capitale aggiuntivo di classe 1 durante il periodo trans itorio ai sensi dell'articolo 475 del regolamento (UE) n. 575/2013 di cui voci da dettagliare linea per linea, ad es. partecipazioni incrociate reciproche in strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1, investimenti non significativi detenuti direttam ente nel capitale di altri soggetti del settore finanziario, ecc. Importo da dedurre dal o da aggiungere al capitale di classe 2 in relazione ai filtri e alle deduzioni aggiuntivi previsti per il trattamento pre-CRR di cui: … eventuale filtro per perdite non realizzate di cui: … eventuale filtro per utili non realizzati di cui: … Totale delle rettifiche regolamentari al capitale di classe 2 (T2) Capitale di classe 2 (T2) Capitale totale (TC = T1 + T2) Attività ponderate per il rischio in relazione agli importi soggetti a trattamento pre-CRR e trattam enti transitori, soggetti a eliminazione progressiva ai sensi del regolam ento (UE) n. 575/2013 (ossia im porti residui CRR) di cui: elementi non dedotti dal capitale primario di classe 1 (regolamento (UE) n. 575/2013 importi res idui) (voci da dettagliare linea per linea, ad es. attività fiscali differite che si bas ano sulla redditività futura al netto delle relative pas sività fiscali, strumenti propri di capitale primario di classe 1 detenuti indirettamente, ecc.) di cui: elementi non dedotti dal capitale aggiuntivo di classe 1 (regolamento (UE) n. 575/2013 importi residui) (voci da dettagliare linea per linea, ad es. partecipazioni incrociate reciproche in strumenti di capitale di classe 2, investim enti non significativi detenuti direttamente nel capitale di altri soggetti del s ettore finanziario, ecc.) 0 0 0 0 29.246 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 29.246 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Pagina 44 of 84 Aprile 2016 Elementi non dedotti dagli elementi di capitale di classe 2 (regolam ento (UE) n. 575/2013 importi residui) (voci da dettagliare linea per linea, ad es. strumenti propri di capitale di classe 2 detenuti indirettam ente, investimenti non significativi nel capitale di altri soggetti del settore finanziario detenuti indirettamente, investimenti significativi nel capitale di altri soggetti del settore finanziario detenuti indirettamente, ecc.) 60 Totale delle attività ponderate per il rischio Coefficienti e riserve di capitale 61 Capitale primario di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 62 Capitale di classe 1 (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 63 Capitale totale (in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) Requisito della riserva di capitale specifica dell'ente (requisito relativo al capitale primario di classe 1 a norma dell'articolo 92, paragrafo 1, lettera a), requisiti della riserva di conservazione del capitale, della riserva di capitale anticiclica, della riserva di 64 capitale a fronte del rischio sistemico, della riserva di capitale degli enti a rilevanza sistemica (riserva di capitale degli G-SII o O-SII), in percentuale dell'importo dell'esposizione al rischio) 65 di cui: requisito della riserva di conservazione del capitale 66 di cui: requisito della riserva di capitale anticiclica 67 di cui: requisito della riserva a fronte del rischio sistemico di cui: Riserva di capitale dei Global Systemically Important Institutions (G-SII - enti a 67a rilevanza sistemica a livello globale) o degli Other Systemically Important Istitutions (OSII - enti a rilevenza sistemica) Capitale primario di classe 1 disponibile per le riserve (in percentuale dell'importo 68 dell'esposizione al rischio) 69 [non pertinente nella normativa UE] 70 [non pertinente nella normativa UE] 71 [non pertinente nella normativa UE] Coefficienti e riserve di capitale Capitale di soggetti del settore finanziario detenuto direttamente o indirettamente, quando 72 l'ente non ha un investimento s ignificativo in tali soggetti (im porto inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte ammissibili) 73 74 Strumenti di capitale primario di classe 1 di soggetti del settore finanziario detenuti dall'ente direttamente o indirettamente, quando l'ente ha un investim ento s ignificativo in tali soggetti (importo inferiore alla soglia del 10% e al netto di posizioni corte amm issibili) 0 0 113.175 0 25,84% 25,84% 25,84% 0% 0% 0% 7,00% 0% 2,50% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 12,94% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0 0 0 0 Campo vuoto nell'UE 0 Attività fiscali differite che derivano da differenze temporanee (importo inferiore alla soglia 75 del 10%, al netto delle relative passività fiscali per le quali sono soddisfatte le condizioni di 104 cui all'articolo 38, paragrafo 3) Massimali applicabili per l'inclusione di accantonamenti nel capitale di classe 2 Rettifiche di valore su crediti incluse nel capitale di class e 2 in relazione alle esposizioni 76 0 soggette al metodo standardizzato (prim a dell'applicazione del massimale) Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel capitale di class e 2 nel 77 0 quadro del metodo standardizzato Rettifiche di valore su crediti incluse nel capitale di class e 2 in relazione alle esposizioni 78 0 soggette al metodo basato sui rating interni (prima dell'applicazione del m assimale) Massimale per l'inclusione di rettifiche di valore su crediti nel capitale di class e 2 nel 79 0 quadro del metodo basato sui rating interni Strumenti di capitale soggetti a eliminazione progressiva (applicabile soltanto tra il 1° gennaio 2013 e il 2° gennaio 2022) Attuale m assimale sugli strumenti di capitale primario di classe 1 s oggetti a eliminazione 80 0 progressiva Importo escluso dal capitale primario di classe 1 in ragione del massimale (superamento 81 0 del massim ale dopo i rim borsi e le scadenze) Attuale massim ale s ugli strumenti di capitale aggiuntivo di classe 1 soggetti a 82 0 eliminazione progressiva Importo escluso dal capitale aggiuntivo di classe 1 in ragione del m assimale 83 0 (superamento del massimale dopo i rimbors i e le scadenze) Attuale massimale sugli strumenti di capitale di classe 2 soggetti a eliminazione 84 0 progressiva Importo escluso dal capitale di classe 2 in ragione del m assimale (superamento del 0 85 m assimale dopo i rimborsi e le s cadenze) 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Banca d’Italia, a conclusione del processo periodico di revisione e di valutazione prudenziale (SREP), ha previsto per Banca ITB i seguenti coefficienti patrimoniali (che includono il requisito della riserva di capitale pari a 2,5%): - CET1 ratio pari a 8,3% - Tier 1 ratio pari a 10,3% - Total capital ratio pari a 12,9% Pagina 45 of 84 Aprile 2016 Patrimonio dell'impresa: composizione Importo 2015 Voci/Valori 1. Capitale 2. Sovrapprezzi di emissione 3. Riserve - di utili a) legale b) statutaria c) azioni proprie d) altre - altre 4. Strumenti di capitale 5. (Azioni proprie) 6. Riserve da valutazione: - Attività finanziarie disponibili per la vendita - Attività materiali - Attività immateriali - Copertura di investimenti esteri - Copertura dei flussi finanziari - Differenze di cambio - Attività non correnti in via di dismissione - Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti - Quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto - Leggi speciali di rivalutazione 7. Utile (perdita) d'esercizio Totale Importo 2014 25.120 0 25.120 0 (500) (500) 2 0 0 (501) 0 0 0 (113) 27 0 0 0 0 0 0 (140) 0 0 8.619 (3.915) (3.915) 2 0 0 (3.916) 0 0 0 (364) 7 0 0 0 0 0 0 (371) 0 0 3.415 33.126 24.256 Pagina 46 of 84 Aprile 2016 La composizione dei Fondi propri di Banca ITB al 31 dicembre 2015 è sintetizzata nella tavola sottostante. Fondi propri Totale 2015 A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima dell’applicazione dei filtri prudenziali Totale 2014 29.246 22.961 0 0 0 0 29.246 22.961 D. Elementi da dedurre dal CET1 0 0 E. Regime transitorio – Impatto su CET1 (+/-) 0 0 29.246 22.961 0 0 0 0 H. Elementi da dedurre dall’AT1 0 0 I. Regime transitorio – Impatto su AT1 (+/-) 0 0 L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G - H +/- I) 0 0 M. Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio 0 0 0 0 N. Elementi da dedurre dal T2 0 0 O. Regime transitorio – Impatto su T2 (+/-) 0 0 P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) (M - N +/- O) 0 0 29.246 22.961 di cui strum enti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/B) F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C– D +/- E) G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio di cui strum enti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie di cui strum enti di T2 oggetto di disposizioni transitorie Q. Totale Fondi propri (F + L + P) Pagina 47 of 84 Aprile 2016 Capitale primario di Classe 1 (CET1) Totale 2015 Totale 2014 25.120 0 (500) 8.619 (2.763) (113) 30.363 0 (1.091) Capitale Riserve: Utile o perdita portati a nuovo Utile o perdita di periodo Dividendi in dis tribuzione Altre componenti di conto econom ico accum ulate (OCI) Capitale primario di Classe 1 (CET1) prima delle rettifiche regolamentari Capitale primario di Classe 1 (CET1): rettifiche regolamentari Altre imm obilizzazioni im materiali Attivita fis cali differite che dipendono dalla redditività futura e che non derivano da differenze temporanee Totale delle rettifiche regolamentari al capitale primario di classe 1 (CET1) Totale delle rettifiche nel periodo transitorio (CET1) Capitale primario di classe 1 (CET1) - Totale 25.120 0 (3.915) 3.415 0 (364) 24.256 0 (902) 0 (1.927) (1.091) (27) 29.246 (2.829) 1.535 22.961 Riconciliazione dello Stato Patrimoniale contabile con riconduzione agli elementi dei Fondi propri Dati contabili VOCI DELL'ATTIVO Perimetro di bilancio 30. Attività finanziarie valutate al fair value 120. Attività immateriali, di cui: avviamento altre immobilizzazioni immateriali 130. Attività fiscali differite, di cui principalmente: affrancamenti multipli dell'avviamento attività fiscali differite che si basano sulla redditività futura e non derivano da differenze temporanee al netto delle relative passività fiscali differite Perimetro prudenziale 0 1.091 0 1.091 1.156 0 0 1.091 0 1.091 0 0 0 0 Dati contabili VOCI DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO Perimetro di bilancio 2.423 2.381 43 (113) 27 (140) 0 0 0 (500) 25.120 8.619 80. Passività fiscali 130. 160. 180. 200. a) correnti b) differite Riserve da valutazione, di cui principalmente: riserve da valutazione di titoli disponibili per la vendita riserve da valutazione TFR riserve da valutazione delle perdite attuariali nette altri elementi positivi - leggi speciali di rivalutazione differenze di cambio Riserve Capitale Utile (Perdita) di periodo (+/-) Totale Fondi propri Perimetro prudenziale 2.423 2.381 43 (113) 0 (140) 0 0 0 (500) 25.120 8.619 Am montari rilevanti ai fini dei Fondi propri 0 (1.091) 0 (1.091) 0 0 0 Am montari rilevanti ai fini dei Fondi propri 0 0 0 (140) 0 (140) 0 0 0 (500) 25.120 5.856 29.246 Pagina 48 of 84 Aprile 2016 REQUISITI DI CAPITALE La banca monitora con cadenza mensile i profili di rischio relativi al proprio attivo e la propria dotazione patrimoniale. Obiettivo delle analisi è la verifica del rispetto dei coefficienti patrimoniali in un’ottica attuale e prospettica, nonché di eventuali tensioni sulla disponibilità di patrimonio libero (patrimonio eccedente i requisiti patrimoniali a fronte dei rischi assunti). Il requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito è correlato alla crescita degli attivi. Il requisito a fronte dei rischi di mercato non è presente data l’assenza di operatività su portafoglio di trading. La dinamica del rischio operativo risulta essere strettamente correlata con l’evoluzione del margine di intermediazione della banca osservato nel corso del tempo, in quanto costituisce l’elemento principale per la determinazione dell’indicatore rilevante da utilizzarsi nell’ambito del metodo BIA (Basic Indicator Approach). La banca, per il 2015, ed in linea con i precedenti esercizi, presenta indicatori di CET 1 Ratio (Common Equity Tier 1) e Total Capital Ratio significativamente superiori ai limiti di vigilanza. La normativa di secondo pilastro dispone inoltre che le banche, utilizzando anche metodologie proprietarie, valutino la propria adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, ampliando la gamma dei rischi da computare rispetto al primo pilastro. Il Processo di definizione dell’ICAAP per Banca ITB è disciplinato dalla “Policy in materia di ICAAP” e dalla “Policy in materia di Risk Appetite Framework”, riviste ed aggiornate dal Consiglio di Amministrazione con periodicità quanto meno annuale. Entrambe i documenti descrivono i principali aspetti riguardanti i rispettivi processi, oltre a declinare gli specifici ruoli e responsabilità delle funzioni aziendali coinvolte. Con particolare riferimento al Processo ICAAP, le cui linee guida sono state appena revisionate e deliberate dal Consiglio di Amministrazione, nell’ambito delle attività relative alla produzione del Resoconto ICAAP 2015, lo stesso si compone delle seguenti attività: Individuazione dei rischi rilevanti L'individuazione dei rischi rilevanti in ambito RAF è propedeutica all’identificazione del perimetro dei rischi da considerare nel Processo ICAAP. L’attività viene eseguita dalla Funzione Risk Management e dalla Direzione Affari Societari e Compliance, tenendo in considerazione le caratteristiche di tutti i processi della banca e con il coinvolgimento delle funzioni interessate dal processo. L’attività viene effettuata con cadenza annuale, con eventuale rivalutazione “ad evento”, in caso di cambiamenti rilevanti a livello organizzativo e/o strategico. L’Amministratore Delegato e Direttore Generale propone al Consiglio di Amministrazione, per l’approvazione, i rischi rilevanti individuati e mappati. Pagina 49 of 84 Aprile 2016 Definizione/Variazione linee guida ICAAP Le linee guida del Processo, sono predisposte dalla Funzione Risk Management con la collaborazione delle Direzioni e Funzioni coinvolte (Pianificazione e Controllo di Gestione, Organizzazione, Amministrazione e Bilancio, Affari Societari e Compliance, Credito e Finanza). L’Amministratore Delegato e Direttore Generale della banca propone al Consiglio di Amministrazione, per l’approvazione, le linee guida del processo (nonché ogni eventuale successiva variazione). Le linee guida del processo vengono aggiornate dalla Funzione Risk Management con cadenza minima annuale o “ad evento” in caso di cambiamenti rilevanti a livello organizzativo e/o strategico. Misurazione dei rischi e calcolo del Capitale Interno Banca ITB, tenendo conto della complessità organizzativa e delle dimensioni del business, definisce periodicamente le metodologie di misurazione che intende adottare ai fini di determinare il Capitale Interno per i rischi assunti. L’attività di definizione dei modelli di misurazione/valutazione compete alla Funzione Risk Management e viene svolta con cadenza annuale o comunque quando si ritiene opportuno variare le modalità di misurazione e valutazione del rischio. Per i rischi “non misurabili” vengono condotte analisi di valutazione di natura qualitativa e l’utilizzo di appositi indicatori. In quanto banca di classe 3, Banca ITB utilizza le metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari a fronte dei rischi compresi nel Primo Pilastro (il metodo standardizzato per i rischi di credito e per quelli di mercato, il metodo di base per i rischi operativi). Relativamente ai rischi non inclusi nel Primo Pilastro, si utilizzano algoritmi semplificati e per gli eventuali altri rischi si predispongono sistemi di controllo e attenuazione adeguati. L’Amministratore Delegato e Direttore Generale propone al Consiglio di Amministrazione, per l’approvazione, i modelli di misurazione o valutazione individuati dalla Funzione Risk Management. Integrazione dei rischi e calcolo del Capitale Interno complessivo Banca ITB determina il Capitale Interno complessivo secondo un approccio “building block” semplificato, che consiste nel sommare ai requisiti regolamentari a fronte dei rischi del Primo Pilastro, il Capitale Interno relativo agli altri rischi rilevanti. La Funzione Risk Management effettua il calcolo del Capitale Interno complessivo attraverso le seguenti fasi: - misurazione dei rischi rilevanti “quantitativi” (per i quali è possibile giungere ad una misurazione numerica del profilo di rischio per la banca, con conseguente accantonamento di Capitale Interno) e valutazione quali-quantitativa della altre tipologie di rischio (misurabili non quantitativi, valutabili) - determinazione del Capitale Interno relativamente al singolo rischio rilevante individuato - calcolo del Capitale Interno complessivo tramite la somma dei singoli requisiti calcolati Pagina 50 of 84 Aprile 2016 La Funzione Risk Management, con la collaborazione della Funzione Pianificazione Strategica, della Funzione Controllo di Gestione e la Funzione Amministrazione e Bilancio, effettua il calcolo del Capitale Interno complessivo con periodicità minima semestrale (con eventuale rivalutazione “ad evento” in caso di cambiamenti rilevanti a livello organizzativo e/o strategico) e provvede a fornire opportuna informativa agli Organi Societari. In particolare, la Funzione Amministrazione e Bilancio è responsabile del calcolo e della comunicazione dei dati di consuntivo relativi alle grandezze utili al calcolo del Capitale Interno, la Funzione Pianificazione Strategica è invece responsabile della fornitura dei dati previsionali e di budget-piano. Stress Test Banca ITB effettua prove di stress per una migliore valutazione della propria esposizione ai rischi, dei relativi sistemi di attenuazione e controllo e dell’adeguatezza del Capitale Interno. Per prove di stress si intendono le tecniche quantitative e qualitative con le quali la banca valuta la propria vulnerabilità ad eventi eccezionali ma plausibili. Si effettua la distinzione tra “Analisi di sensibilità” (valutazione degli effetti di eventi specifici sui rischi della banca) e “Analisi di scenario” (valutazione degli effetti di movimenti congiunti di variabili economico-finanziarie in ipotesi di scenari avversi). La conduzione di prove di stress consente di utilizzare analisi di tipo “what if” per quantificare l’esposizione al rischio in circostanze avverse con una contestuale valutazione del corrispondente Capitale Interno necessario per la sua copertura oppure di altri interventi per ridurre o attenuare il rischio ed, inoltre, di effettuare una verifica del risultato e dell’accuratezza dei modelli di valutazione del rischio. Banca ITB effettua prove di stress appropriate in relazione alla natura di ciascuno dei fattori di rischio rilevanti per la propria operatività. Nella definizione delle prove di stress la banca prende in considerazione i costi paragonati ai benefici della costruzione di scenari particolarmente articolati e complessi, nei quali sono numerosi gli effetti di correlazione tra fattori di rischio. In quanto banca di classe 3, Banca ITB effettua analisi di sensibilità rispetto ai principali rischi assunti, tra i quali almeno il rischio di credito, il rischio di concentrazione del portafoglio crediti e il rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario. Per effettuare le prove di stress su questi ultimi due rischi la banca fa riferimento alle metodologie semplificate illustrate dalla normativa (Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013, Titolo III, Capitolo I, Allegati B e C). In assenza di eventi innovativi o straordinari per la banca, la definizione degli scenari di stress test è rivista con cadenza annuale in funzione della tipologia e della materialità del rischio oggetto di stress. Calcolo del Capitale Economico Nel caso di assunzione di rischi specifici o di variazioni significative del contesto di riferimento, Banca ITB determina dei buffer aggiuntivi di capitale, da sommare al Capitale Interno al fine di determinare un Capitale Economico. A tal fine è necessario procedere quindi al calcolo delle seguenti tipologie di Buffer: Pagina 51 of 84 Aprile 2016 - Buffer Interni Si tratta di capitale aggiuntivo che può essere determinato per ciascuna tipologia di rischio rilevante, sia in funzione delle grandezze considerate nella definizione del “Risk Appetite” e della “risk tolerance” sia in funzione della presenza di Corrective Action Plan (CAP) identificati nell’ambito del sistema dei controlli. - Buffer da Stress Test Banca ITB effettua prove di stress per una più efficace ed accurata valutazione della propria esposizione ai rischi, dei relativi sistemi di attenuazione e controllo e dell’adeguatezza del Capitale Interno. L’esito degli stress test comporta in sintesi il calcolo di una variazione di Capitale Interno e di risorse patrimoniali legati agli scenari ipotizzati. La Funzione Risk Management effettua, con periodicità minima annuale, il calcolo del Capitale economico sommando i buffer aggiuntivi di capitale al Capitale Interno complessivo e “ad evento” in caso di cambiamenti rilevanti a livello organizzativo e/o strategico. Inoltre, provvede a fornire opportuna informativa dei calcoli effettuati agli Organi di Vertice. La determinazione del capitale economico complessivo è il frutto di un processo organizzativo che costituisce parte integrante della gestione aziendale e contribuisce a determinare le strategie e l’operatività corrente della banca. Calcolo delle Risorse Finanziarie Disponibili Ai sensi delle Disposizioni di Vigilanza Prudenziale, l’aggregato dei Fondi propri è determinato sulla base di quanto previsto dalla Circolare della Banca d’Italia n. 285/2013 e dalla CRR . Tale aggregato è quindi calcolato come somma di componenti positivi e negativi, in base alla loro qualità patrimoniale. Le componenti positive sono nella piena disponibilità della banca in modo da poter essere utilizzate senza limitazioni per la copertura dei rischi e delle perdite aziendali. I Fondi propri per Banca ITB sono essenzialmente costituiti da componenti del Common Equity Tier 1, vale a dire le risorse patrimoniali di più elevata qualità. In sede di autovalutazione interna in termini di adeguatezza patrimoniale (Processo ICAAP), la banca definisce l’aggregato delle Risorse Finanziarie Disponibili come somma tra i Fondi propri identificati secondo la vigilanza prudenziale e gli utili di esercizio maturati e non distribuiti secondo la politica di dividendo definita. Controllo sulla composizione dei Fondi propri e delle Risorse Finanziarie Disponibili Utilizzando i componenti di alcune metriche definite in ambito RAF, la banca procede alla valutazione delle grandezze patrimoniali, verificandone altresì la composizione in coerenza con i requisiti Basilea 3 (fully loaded), l’ICAAP e con il RAF stesso. Riconciliazione delle Risorse Finanziarie Disponibili con i Fondi propri A valle della fase riferita al calcolo delle Risorse Finanziarie Disponibili, la banca procede ad una riconciliazione tra le medesime Risorse (chiamate di seguito anche “Risorse Patrimoniali”) e l’aggregato regolamentare dei Fondi propri. In particolare, viene spiegato l’utilizzo a fini di copertura del Capitale Economico di strumenti patrimoniali non computabili nei Fondi propri. Pagina 52 of 84 Aprile 2016 L’attività di riconciliazione si declina nelle seguenti fasi: - valutazione delle risorse patrimoniali: sono definite le modalità con le quali si intende computare le risorse patrimoniali della banca per far fronte ai rischi rilevanti - confronto tra capitale economico e risorse patrimoniali: ai fini di una valutazione dell’adeguatezza del capitale, il capitale economico è sottoposto a confronto con le Risorse Finanziarie Disponibili della banca, con l’obiettivo di evidenziare e quantificare situazioni di eccedenza o deficit di capitale Valutazione dell’adeguatezza patrimoniale La valutazione dell’adeguatezza patrimoniale compete all’Amministratore Delegato e Direttore Generale, con il supporto della Funzione Risk Management e della Funzione Amministrazione e Bilancio, e viene condotta con criteri analoghi a quelli stabiliti per il Primo Pilastro, valutando se il Capitale Economico sia coperto da adeguate Risorse Patrimoniali della banca. I dati di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale vengono successivamente sottoposti dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale al Consiglio di Amministrazione. Nel caso in cui dalle evidenze di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale emergessero esigenze di intervento, l’Amministratore Delegato e Direttore Generale propone al Consiglio di Amministrazione, per l’approvazione, eventuali piani correttivi. Produzione del Resoconto ICAAP L’attività di produzione del Resoconto ICAAP è effettuata dalla Funzione Risk Management con la collaborazione delle Funzioni Pianificazione Strategica, Amministrazione e Bilancio e altre Funzioni aziendali eventualmente impattate. Il contenuto informativo è conforme allo schema di riferimento indicato dalla normativa (Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013, Titolo III, Capitolo I, Allegato D). L’Amministratore Delegato e Direttore Generale propone al Consiglio di Amministrazione, per l’approvazione, il Resoconto ICAAP e provvede ad inoltrarlo a Banca d’Italia, unitamente alle delibere del Collegio Sindacale e alle relazioni della Direzione Internal Audit nelle quali si sono espressi sul Processo ICAAP, secondo le rispettive competenze ed attribuzioni. Le analisi sugli impatti patrimoniali a fini ICAAP confermano un livello di patrimonializzazione significativamente superiore ai requisiti normativi. Pagina 53 of 84 Aprile 2016 Esposizioni creditizie per classe 31/12/2015 31/12/2014 VALORE VALORE REQUISITI VALORE VALORE REQUISITI ESPOSIZIONE PONDERATO PATRIMONIALI ESPOSIZIONE PONDERATO PATRIMONIALI 125.036 508 41 52.781 634 51 a) esposizioni verso am ministrazioni centrali o banche centrali 0 0 0 0 0 0 b) esposizioni verso am ministrazioni regionali o autorità locali 0 0 0 0 0 0 c) esposizioni verso organismi del settore pubblico 0 0 0 0 0 0 d) esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo 0 0 0 0 0 0 e) esposizioni verso organizzazioni internazionali 56.925 11.269 902 70.927 14.097 1.128 f) esposizioni verso enti 3.679 3.679 294 3.835 3.835 307 g) esposizioni verso im prese 11.400 6.936 555 14.676 9.015 721 h) esposizioni al dettaglio 176 62 5 0 0 0 i) esposizioni garantite da ipoteche su beni im mobili 200 200 16 606 639 51 j) esposizioni in stato di default 0 0 0 0 0 0 k) esposizioni associate a un rischio particolarmente elevato 0 0 0 0 0 0 l) esposizioni sotto form a di obbligazioni garantite 0 0 0 0 0 0 m) elementi che rappresentano posizioni verso la cartolarizzazione n) esposizioni verso enti e im prese con una valutazione del merito 0 0 0 0 0 0 di credito a breve termine o) esposizioni sotto form a di quote o di azioni in organismi di 0 0 0 0 0 0 investimento collettivi (OIC) 41 41 3 14 14 1 p) esposizioni in strum enti di capitale 29.178 29.127 2.330 9.515 9.425 754 q) altre posizioni TOTALE RISCHIO DI CREDITO 226.635 51.823 4.146 152.355 37.659 3.013 ATTIVITÀ RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE Nella tavola sopra rappresentata è evidenziata l’esposizione al netto delle svalutazioni, i relativi valori ponderati (RWA) e il requisito patrimoniale per ogni classe regolamentare di attività. Adeguatezza patrimoniale Importi non ponderati Im porti ponderati/requisiti Categorie/Valori 2015 A. ATTIVITÀ DI RISCHIO A.1 Ris chio di credito e di controparte 1. Metodologia standardizzata 2. Metodologia basata sui rating interni 2.1 Base 2.2 Avanzata 3. Cartolarizzazioni B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA B.1 Rischio di credito e di controparte B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito B.3 Rischio di regolamento B.4 Rischi di m ercato 1. Metodologia standard 2. Modelli interni 3. Rischio di concentrazione B.5 Rischio operativo 1. Metodo base 2. Metodo standardizzato 3. Metodo avanzato B.6 Altri elementi del calcolo B.7 Totale requisiti prudenziali C. ATTIVITÀ DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C.1 Attività di ris chio ponderate C.2 Capitale prim ario di classe 1/Attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio) C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio) C.4 Totale Fondi propri/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 0 226.635 0 0 0 0 2014 0 152.355 0 0 0 0 2015 2014 0 51.823 0 0 0 0 0 37.659 0 0 0 0 4.146 0 0 0 0 0 0 4.908 4.908 0 0 0 9.054 3.013 0 0 0 0 0 0 3.671 3.671 0 0 0 6.684 113.175 25,84% 25,84% 25,84% 83.550 27,49% 27,49% 27,49% La banca presenta un Tier 1 ratio al 31 dicembre 2015 pari al 25,84%. Pagina 54 of 84 Aprile 2016 ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI CONTROPARTE Il rischio di controparte rappresenta il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del regolamento della transazione stessa. Il rischio di controparte grava sulle seguenti tipologie di transazione: - strumenti derivati finanziari e creditizi negoziati fuori borsa (OTC) - operazioni pronti contro termine attive e passive su titoli o merci, operazioni di concessione o assunzione di titoli o merci in prestito e finanziamenti con margini (operazioni SFT) - operazioni con regolamento a lungo termine (operazioni LST) Tale rischio è, quindi, una particolare fattispecie del rischio di credito, che genera una perdita se le transazioni poste in essere con una determinata controparte hanno un valore positivo al momento dell'insolvenza. Per gli strumenti derivati OTC (tranne i derivati creditizi riconosciuti nell’ambito degli strumenti di mitigazione del rischio di credito) il rischio di controparte comprende non solo il rischio di insolvenza ma anche il rischio di perdite che possono derivare dagli aggiustamenti al valore di mercato degli stessi a seguito del deterioramento del merito creditizio delle controparti (c.d. rischio di CVA). Per la banca, avuto riguardo all’ordinaria operatività, il rischio di controparte si verifica potenzialmente per la seguente tipologia di transazioni: operazioni pronti contro termine attive e passive su titoli o merci, operazioni di concessione o assunzione di titoli o merci in prestito e finanziamenti con margini (operazioni SFT – Security Financing Transactions). La banca non fa invece solitamente ricorso all’utilizzo di strumenti derivati finanziari a copertura del portafoglio bancario e creditizio negoziati fuori borsa (OTC – Over The Counter). In ottica di misurazione di tale fattispecie di rischio, Banca ITB fa ricorso alle metodologie standardizzate previste dalla normativa per le banche di classe 3 ICAAP. Conformemente alle Disposizioni di Vigilanza in materia, la banca si è dotata di adeguati presidi organizzativi, funzionali al raggiungimento degli obiettivi di gestione e controllo del rischio di controparte che prevedono il coinvolgimento, in termini di attribuzione di ruoli e responsabilità, di diverse funzioni aziendali. Più in particolare, Banca ITB ha definito un modello di gestione basato sulla separazione delle attività di gestione e controllo di linea dalle attività di controllo di secondo livello, assegnandole ad attori differenti. Il processo di monitoraggio di primo livello è responsabilità della funzione operativa che pone in essere operazioni che possono generare esposizioni soggette a tale fattispecie di rischio ed è disciplinato in apposita documentazione interna. La Funzione Risk Management, in relazione all’attività di controllo di 2° livello, provvede al monitoraggio indipendente dei limiti operativi e di propensione al rischio vigenti ed in caso di superamento degli stessi provvede a darne tempestiva informativa all’Amministratore Delegato e Pagina 55 of 84 Aprile 2016 Direttore Generale e, alla prima occasione utile, al Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale. In tale ambito, le politiche inerenti la gestione del rischio di controparte si basano sui seguenti principali elementi: - declinazione della propensione al rischio nei confronti delle singole tipologie di controparte - definizione di limiti operativi specifici, sia con riferimento alle controparti accettate, sia con riferimento alle tipologie di operazioni ammissibili (in particolare, con specifico riferimento alla possibilità di porre in essere operazioni di PCT attivi e passivi con controparti vigilate) - restrizione sugli strumenti finanziari negoziabili, in termini di strumenti ammissibili - deleghe operative Per quanto concerne le politiche relative alle garanzie ed alle valutazioni concernenti il rischio di controparte la banca, ad oggi, non ricorre all’utilizzo di garanzie e accordi di compensazione riconosciute ai fini CRM per l’attenuazione del rischio di controparte. In virtù dell’operatività posta in essere, alla data del 31 dicembre 2015 la banca non ha assunto esposizioni a fronte del rischio di controparte. Pagina 56 of 84 Aprile 2016 RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI E RETTIFICHE I crediti sono costituiti da attività finanziarie verso clientela e banche, non quotate in un mercato attivo e con pagamenti fissi o comunque determinabili; sono iscritti alla data, successiva alla sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione alla controparte. Successivamente all’iniziale rilevazione, ove ne sussistano i presupposti, i crediti sono valutati al costo ammortizzato che, utilizzando il metodo dell’interesse effettivo, consente di distribuire l’effetto economico di costi/proventi relativi alla singola operazione durante tutta la vita residua attesa del credito. Qualora si riscontri un deterioramento del merito creditizio tale da far ritenere non probabile che vengano puntualmente onorati gli impegni contrattuali del cliente nei confronti della banca, si procede, se confermate le criticità emerse in una sede di monitoraggio, alla classificazione della posizione tra i crediti deteriorati,salvo il caso in cui la classificazione avvenga in maniera automatica al verificarsi delle condizioni previste dalla normativa di Banca d’Italia in tema di esposizioni scadute-deteriorate (Past-due). I crediti deteriorati sono suddivisi nelle seguenti categorie: Sofferenze: il complesso delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca. Sono escluse le esposizioni la cui situazione di anomalia sia riconducibile a profili attinenti al rischio Paese Inadempienze probabili (“unlikely to pay”): la classificazione in tale categoria è il risultato del giudizio della banca circa l’improbabilità che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione va operata in maniera indipendente dalla presenza di eventuali importi (o rate) scaduti e non pagati. Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate: esposizioni per cassa, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento della segnalazione, sono scadute o sconfinanti. Rientrano inoltre in tale categoria tutti i rapporti garantiti da immobili ed accesi a controparti al dettaglio che, alla data di riferimento, risultano scaduti o sconfinati in via continuativa da oltre 90 giorni, così come definiti della Circolare della Banca d’Italia n. 272/2008 in tema di segnalazioni di vigilanza. Ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali, i crediti deteriorati (classificati nel portafoglio di vigilanza “Esposizioni in stato di Default”) vengono valutati facendo riscorso alla metodologia standardizzata. Contestualmente alle classificazioni del credito deteriorato appena esposte, vengono applicate le definizioni di Forbearance (misure di tolleranza o concessione) introdotte dagli «Implementing Technical Standards» (ITS) e adottati da parte della Commissione Europea. Pagina 57 of 84 Aprile 2016 Secondo tali principi vengono dette “Forborne” le esposizioni creditizie per le quali siano state concesse modifiche delle condizioni contrattuali o un rifinanziamento totale o parziale, a causa delle difficoltà finanziarie del debitore, che potrebbero determinare una perdita per il finanziatore. Non è detto che il debitore si sia già rivelato effettivamente inadempiente. L’identificazione di tali esposizioni è quindi vincolata al verificarsi di specifiche condizioni relative alla presenza di difficoltà del “debitore” nel ripagamento del debito, associate ad azioni gestionali da parte dell’Istituto finalizzate al superamento di tali difficoltà (misure di forbearance). Le misure di “Forbearance” possono essere concesse in relazione sia a linee Performing che a linee Non Performing. Almeno alla chiusura di ogni bilancio annuale e di situazione infrannuale, viene effettuata una valutazione della perdita di valore su tutto il portafoglio crediti, per individuare evidenze oggettive di una potenziale perdita di valore, conseguente ad eventi occorsi dopo la loro iscrizione. Rientrano in tale ambito i crediti ai quali è stato attribuito lo status di sofferenza, inadempienza probabile, scaduto deteriorato secondo le regole di Banca d’Italia. In particolare, la banca provvede ad effettuare una stima di perdita di valore collettiva, sui crediti in generale, anche ove non siano emersi segni di deterioramento. La stima della perdita attesa viene determinata tenendo conto di serie storiche, ove presenti, e di altri elementi osservabili alla data della valutazione (ad esempio, il numero di giorni di sconfino continuativo, il numero di rate arretrate nei prestiti, ecc.). Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee; le rettifiche di valore determinate collettivamente vengono poi contabilmente imputate nel Conto Economico. Oltre a quanto sopra descritto, nei casi in cui vengano rilevate ulteriori evidenze di una possibile perdita di valore, vengono effettuate svalutazioni analitiche. Le svalutazioni analitiche avvengono sulla base dei flussi di cassa attesi, del valore di presumibile realizzo delle garanzie che assistono il credito e dei costi che potrebbero essere sostenuti a fronte di un’eventuale attività di recupero coatto; tali voci vengono attualizzate al saggio di interesse in vigore al momento della classificazione tra i crediti deteriorati, se i tempi previsti per l’incasso di detti flussi monetari sono superiori ai 12 mesi. Totale Altre esposizioni non deteriorate Esposizioni scadute non deteriorate Inadempienze probabili Sofferenze Portafogli/qualità Esposizioni scadute deteriorate Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio) 1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 0 0 0 0 113.969 113.969 2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 0 0 0 0 0 0 3. Crediti vers o banche 0 0 0 0 56.925 56.925 4. Crediti vers o clientela 0 106 94 203 15.032 15.435 5. Attività finanziarie valutate al fair value 0 0 0 0 0 0 6. Attività finanziarie in corso di dismissione 0 0 0 0 0 0 Totale 2015 0 106 94 203 185.926 186.329 Totale 2014 0 235 371 590 123.644 124.840 Pagina 58 of 84 Aprile 2016 Totale (esposizione netta) 1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 3. Crediti verso banche 4. Crediti verso clientela 5. Attività finanziarie valutate al fair value 6. Attività finanziarie in corso di dismis sione 113.969 0 56.925 15.235 0 0 113.969 0 56.925 15.435 0 0 (29) 186.129 186.329 (36) 124.234 124.840 0 0 0 200 0 0 Rettifiche di portafoglio Esposizione lorda Attività non deteriorate Esposizione netta Portafogli/qualità Rettifiche specifiche Esposizione lorda Attività deteriorate Esposizione netta Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti) 0 0 0 1.411 0 0 0 0 0 (1.211) 0 0 113.969 0 56.925 15.264 0 0 Totale 2015 1.411 (1.211) 200 186.158 Totale 2014 1.491 (885) 606 124.270 0 0 0 (29) 0 0 Non vengono forniti i dati medi in quanto i dati di fine periodo riportati sono rappresentativi delle esposizioni al rischio della banca durante il periodo di riferimento. Le principali esposizioni sono verso banche, controparti al dettaglio (Tabaccherie) e imprese connesse all’attività svolta da Banca ITB relativa all’erogazione di servizi di incasso e pagamento rivolti alla clientela occasionale. I valori sopra riportati corrispondono a quelli indicati nella parte E della Nota Integrativa nelle tabelle A.1.1 e A.1.2 di pari oggetto. Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio) A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze - di cui: esposizioni oggetto di concessioni A.2 Inadempienze probabili - di cui: esposizioni oggetto di concessioni A.3 Esposizioni scadute deteriorate - di cui: esposizioni oggetto di concessioni A.4 Esposizioni non deteriorate - di cui: esposizioni oggetto di concessioni TOTALE A B. Esposizioni "fuori bilancio" 0 0 0 0 0 0 X X 0 0 X B.2 Inadempienze probabili 0 B.3 Altre attività deteriorate 0 B.4 Esposizioni non deteriorate 0 TOTALE B 0 TOTALE (A + B) 2015 113.969 TOTALE (A + B) 2014 34.978 0 0 X 0 0 0 X X 0 0 0 0 X X 0 0 0 0 0 0 X X 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 X 0 0 0 0 0 0 0 0 X 0 0 0 X X 0 0 0 0 X X 0 0 0 0 0 0 X Imprese non finanziarie 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 X 0 0 0 0 0 0 0 0 X 0 0 0 X X 0 0 0 0 X X 0 0 0 0 0 0 X X 0 0 X 0 0 X 0 0 X 0 0 0 0 0 0 0 0 X 0 0 0 X X 0 0 0 0 0 0 20 20 14.993 18.638 0 0 X 0 (1.211) (885) X X 0 0 (29) (36) 0 0 0 0 462 314 0 0 X 0 0 0 X X 0 0 (0) 0 X (1.211) 0 X Rettifiche valore di portafoglio Rettifiche valore specifiche 0 0 0 0 0 0 0 0 106 40 94 15 14.773 1.155 14.973 0 X (699) 0 (313) (77) (199) (13) X Esposizione netta Rettifiche valore di portafoglio Altri soggetti Rettifiche valore specifiche Esposizione netta Rettifiche valore specifiche Esposizione netta X Rettifiche valore di portafoglio Società di assicurazione Rettifiche valore di portafoglio Rettifiche valore specifiche Esposizione netta Rettifiche valore specifiche 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 B.1 Sofferenze 0 0 0 0 0 0 113.969 0 113.969 0 Esposizione netta Rettifiche valore di portafoglio Rettifiche valore specifiche Esposizione netta Espos izioni/Controparti Società finanziarie Rettifiche valore di portafoglio Altri enti pubblici Governi X X (29) (8) (29) 0 0 0 0 0 0 0 462 0 462 0 0 0 0 0 0 0 X 0 0 X X X (0) 0 (0) 0 I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella parte E della Nota Integrativa nella tabella B.1 di pari oggetto. Pagina 59 of 84 Aprile 2016 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso clientela (valore di bilancio) A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Inadempienze probabili A.3 Esposizioni scadute deteriorate A.4 Esposizioni non deteriorate TOTALE A RESTO DEL MONDO Rettifiche valore complessive Esposizione netta Esposizione netta ASIA Rettifiche valore complessive Esposizione netta Rettifiche valore complessive Esposizione netta Rettifiche valore complessive Esposizione netta Esposizioni/Aree geografiche AMERICA Rettifiche valore complessive ALTRI PAESI EUROPEI ITALIA 0 106 94 129.204 129.404 (699) (313) (199) (29) (1.240) 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 20 20 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 TOTALE (A + B) 2015 129.424 (1.240) 0 0 0 0 0 0 0 0 TOTALE (A + B) 2014 53.930 (921) 0 0 0 0 0 0 0 0 B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze B.2 Inadempienze probabili B.3 Altre attività deteriorate B.4 Esposizioni non deteriorate TOTALE B I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella parte E della Nota Integrativa nella tabella B.2 di pari oggetto. Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e “fuori bilancio” verso banche (valore di bilancio) RESTO DEL MONDO Rettifiche valore complessive Esposizione netta Esposizione netta ASIA Rettifiche valore complessive Esposizione netta Rettifiche valore complessive Esposizione netta Rettifiche valore complessive Esposizione netta Esposizioni/Aree geografiche AMERICA Rettifiche valore complessive ALTRI PAESI EUROPEI ITALIA A. Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze A.2 Inadempienze probabili A.3 Esposizioni scadute deteriorate A.4 Esposizioni non deteriorate 0 0 0 56.925 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 TOTALE A B. Esposizioni "fuori bilancio" B.1 Sofferenze 56.925 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 B.2 Inadempienze probabili 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 B.3 Altre attività deteriorate B.4 Esposizioni non deteriorate 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 TOTALE B 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 TOTALE (A + B) 2015 56.925 0 0 0 0 0 0 0 0 0 TOTALE (A + B) 2014 71.093 0 0 0 0 0 0 0 0 0 I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella parte E della Nota Integrativa nella tabella B.3 di pari oggetto. Pagina 60 of 84 Aprile 2016 Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie Voci/ Scaglioni temporali Attività per cassa A.1 A.2 A.3 A.4 Titoli di Stato Altri titoli di debito Quote O.I.C.R. Finanziam enti - Banche - Clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - Banche - Clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scam bio di capitale - Posizioni lunghe - Posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scam bio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziam enti da ricevere - Posizioni lunghe - Posizioni corte C.4 Im pegni irrevocabili a erogare fondi - Posizioni lunghe - Posizioni corte C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scam bio di capitale - Posizioni lunghe - Posizioni corte C.8 Derivati creditizi senza scam bio di capitale - Posizioni lunghe - Posizioni corte A vista 37.508 0 0 0 37.508 24.176 13.332 173.538 64.955 0 64.955 0 108.583 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Da Da Da Da oltre oltre oltre oltre 1 giorno 7 giorni 15 giorni 1 mese a a a fino a 7 giorni 15 giorni 1 m ese 3 m esi 10.008 0 0 0 10.008 10.000 8 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 0 0 0 2 0 2 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 64 0 0 0 64 0 64 20 20 0 20 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 31.661 0 0 0 31.661 31.500 161 30 30 0 30 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Da oltre 3 mesi fino a 6 mesi 219 0 0 0 219 0 219 89 89 0 89 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Da oltre 6 m esi fino a 1 anno 45.444 45.000 0 0 444 0 444 4.475 4.475 0 4.475 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Da oltre 1 anno fino a 5 anni 56.216 55.000 0 0 1.216 0 1.216 1.300 0 0 0 0 1.300 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Oltre 5 anni 10.145 10.000 0 0 145 0 145 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Durata indeterminata Valuta di denominazione: Euro 578 0 0 0 578 578 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 I valori esposti corrispondono a quelli indicati nella parte E della Nota Integrativa nella tabella della sezione 3 “Rischio di liquidità”. Pagina 61 of 84 Aprile 2016 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione Rettifiche di valore Riprese di valore Altre Operazioni/Componenti reddituali Cancellazioni Specifiche Di portafoglio Specifiche Di portafoglio A A B Totale 2015 Totale 2014 B A. Crediti verso banche - Finanziamenti - Titoli di debito B. Crediti verso clientela Crediti deteriorati acquistati - Finanziamenti - Titoli di debito Altri crediti - Finanziamenti - Titoli di debito 0 0 0 (134) 0 0 0 (134) (134) 0 0 0 0 (1.092) 0 0 0 (1.092) (1.092) 0 0 0 0 0 0 X X 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 402 0 0 0 402 402 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 370 0 X X 370 370 0 0 0 0 (453) 0 0 0 (453) (453) 0 0 0 0 (273) 0 0 0 (273) (273) 0 C. Totale (134) (1.092) 0 0 402 0 370 (453) (273) Legenda: A: Da interessi B: Altre riprese I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella parte C della Nota Integrativa nella tabella 8.1 di pari oggetto. Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive Casuali/Categorie A. Esposizione lorda iniziale - di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento B.1 ingressi da esposizioni in bonis B.2 tras ferimenti da altre categorie di espos izioni deteriorate B.3 altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1 us cite verso esposizioni in bonis C.2 cancellazioni C.3 incassi C.4 realizzi per cess ioni C.5 perdite da cess ione C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.7 altre variazioni in diminuzione D. Esposizione lorda finale - di cui: esposizioni cedute non cancellate Sofferenze 462 0 279 97 0 182 0 (42) (20) 0 0 (22) 0 0 699 0 Inadempienze probabili 0 0 503 466 0 18 19 (190) 0 (31) 0 0 (159) 0 313 0 Es posizioni scadute deteriorate 59 0 310 310 0 0 0 (170) 0 (95) 0 0 (59) (16) 199 0 I valori riportati corrispondono a quelli indicati nella parte E della Nota Integrativa nella tabella A.1.8 di pari oggetto. Pagina 62 of 84 Aprile 2016 RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI RELATIVE AI PORTAFOGLI ASSOGGETTATI AL METODO STANDARDIZZATO E USO DELLE ECAI Banca ITB determina il requisito in base al metodo Standardizzato, che, in estrema sintesi, prevede la ponderazione delle esposizioni creditizie in base all’inclusione in uno dei portafogli regolamentari, definiti in relazione alle caratteristiche del soggetto finanziato o dell’operazione perfezionata con il cliente, cui il Comitato di Basilea riconosce omogenei profili di rischiosità. Sull’ammontare complessivo così determinato (RWA – Risk Weighted Assets, Attivi Ponderati per il Rischio) si quantifica il requisito patrimoniale, pari all’8% degli RWA. Tale metodologia, in particolare, attribuisce alle controparti retail ed alle operazioni garantite da immobili un trattamento favorevole in virtù della minore rischiosità implicita. La metodologia contempla altresì ponderazioni differenti in funzione di una valutazione del merito creditizio (rating esterni) rilasciate da agenzie esterne di valutazione del merito di credito (ECAI) ovvero da agenzie di credito alle esportazioni (ECA) riconosciute ai fini prudenziali sulla base di quanto previsto dal Regolamento (UE) 575/2013. Banca ITB, tenendo conto delle proprie caratteristiche operative, ha deciso di non adottare tali valutazioni. In virtù della scelta operata, per i portafogli nei quali rientrano le esposizioni verso “amministrazioni centrali e banche centrali” ed “intermediari vigilati (enti)” si fa riferimento ai diversi fattori di ponderazione previsti dalla normativa per la metodologia standardizzata, come segue: - le esposizioni verso le “amministrazioni centrali e le banche centrali” di Stati membri dell’Unione Europea, denominate nella valuta locale, sono ponderate a zero se la corrispondente provvista è denominata nella medesima valuta - le esposizioni nei confronti di “intermediari vigilati (enti)” avente sede in uno degli Stati membri dell’Unione Europea, denominate nella valuta locale, ed aventi durata residua pari o inferiore a tre mesi, sono ponderate al 20% Pagina 63 of 84 Aprile 2016 Distribuzione delle esposizioni per classe di merito creditizio e per classe regolamentare di attività Classe di merito creditizio a) es pos izioni verso o garantite da amministrazioni centrali o banche centrali 0% 100% 250% b) es pos izioni verso o garantite da amministrazioni regionali o autorità locali c) esposizioni vers o o garantite da organismi del settore pubblico d) es pos izioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo e) es pos izioni verso o garantite da organizzazioni internazionali f) esposizioni vers o o garantite da enti 0% 20% g) es pos izioni verso o garantite da impres e 100% h) es pos izioni al dettaglio i) esposizioni garantite da ipoteche s u beni immobili j) esposizioni in s tato di default 75% (*) 35% 100% 150% k) esposizioni as sociate a un ris chio particolarmente elevato l) esposizioni sotto forma di obbligazioni garantite m) elementi che rappresentano posizioni vers o la cartolarizzazione n) es pos izioni verso enti e imprese con una valutazione del merito di credito a breve termine o) es pos izioni s otto forma di quote o di azioni in organismi di investimento collettivi (OIC) p) es pos izioni in strumenti di capitale 100% q) altre posizioni 0% 100% TOTALE RISCHIO DI CREDITO Esposizione Esposizione con senza Esposizioni attenuazione attenuazione dedotte dai del rischio di del rischio di fondi propri credito credito 125.036 125.036 0 124.682 124.682 0 251 251 0 103 103 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 56.925 56.925 0 578 578 0 56.347 56.347 0 3.679 3.679 0 3.679 3.679 0 11.400 11.400 0 11.400 11.400 0 176 176 0 200 200 0 200 200 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 41 41 29.178 50 29.127 226.635 41 41 29.178 50 29.127 226.635 0 0 0 0 0 0 (*) Relativamente al segmento delle esposizioni al dettaglio, per le esposizioni rientranti nella definizione di PMI, si applica il fattore di sostegno (0,7619) ai sensi del Regolamento (UE) 575/2013, art. 501. Banca ITB non si avvale di tecniche di mitigazione del rischio di credito ai fini del computo degli assorbimenti determinati a fini prudenziali, pertanto le informazioni riportate nella presente tabella, relative alle esposizioni “con” e “senza” attenuazione del rischio di credito sono le medesime. Pagina 64 of 84 Aprile 2016 TECNICHE CREDITO DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI La politica dei crediti della banca è improntata alla massima attenzione nell’allocazione del credito e selettività delle iniziative e dei prenditori. Il processo valutativo del merito di credito è in primo luogo teso ad analizzare la capacità autonoma del prenditore di generare con la gestione dell’attività tipica flussi finanziari idonei a sostenere il servizio del debito. Rientrano nell’ambito delle tecniche di mitigazione del rischio quegli elementi che contribuiscono a ridurre la perdita che la banca andrebbe a sopportare in caso di default della controparte; esse comprendono, in particolare, le garanzie e le forme tecniche di affidamento (accordare ai clienti forme di finanziamento adeguate alle effettive esigenze e capacità di rimborso, in termini di importo e modalità – ad esempio finanziamenti a medio lungo termine piuttosto che a breve – rappresentano di per sé forme di attenuazione del rischio assunto). Per alcune tipologie di concessioni e per alcune controparti, la banca acquisisce garanzie con lo scopo di mitigare il rischio assunto. Tale strategia è stata perseguita attraverso l’acquisizione di garanzie personali (in particolare fideiussioni) a fronte di richieste di particolare rilevanza, indipendentemente dagli impatti ai fini patrimoniali. Pagina 65 of 84 Aprile 2016 ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI MERCATO La banca, alla luce dell’operatività posta in essere nel corso del 2015, non ha assunto rischi di mercato. Pagina 66 of 84 Aprile 2016 RISCHIO OPERATIVO Ai fini regolamentari, per la determinazione del requisito patrimoniale per i rischi operativi viene adottata la metodologia base BIA (Basic Indicator Approach). Tale metodologia prevede che il requisito patrimoniale sia calcolato applicando un coefficiente regolamentare (15%) ad un indicatore del volume di operatività aziendale definito all’art. 316 del Regolamento (UE) n. 575/2013. Banca ITB ha definito il quadro complessivo per la gestione dei rischi operativi, stabilendo i processi organizzativi per la misurazione, la gestione ed il controllo degli stessi. Il monitoraggio dei rischi operativi di Banca ITB è assicurato dalla Funzione Risk Management che è responsabile dello sviluppo delle metodologie per la misurazione dei rischi e per il trattamento dei dati di perdita e di predisporre i conseguenti strumenti di reporting. Banca ITB ha implementato un insieme strutturato di processi, funzioni e risorse per l’identificazione, la valutazione e il controllo degli stessi, volto ad assicurare un’efficace azione di prevenzione ed attenuazione dei rischi medesimi. Il sistema di governance aziendale prevede che ogni Funzione abbia la responsabilità di gestire in modo proattivo i rischi operativi generati dalle proprie attività, definendo opportuni processi e controlli; la Funzione di Risk Management, poi, garantisce un presidio continuativo ed indipendente sui rischi operativi, che nell’accezione di Banca ITB includono anche i rischi informatico e di compliance, minimizzandone l’impatto sul Conto Economico tramite opportune attività di controllo. In particolare, la normativa interna prevede un sistema di controllo basato sulle seguenti attività: - l’identificazione e la classificazione dei rischi stessi attraverso una mappatura dettagliata dei rischi operativi, della loro natura, dei potenziali impatti in termini di frequenza e gravità e dei controlli atti a mitigarne gli effetti. Tale processo è svolto periodicamente da tutte le funzioni aziendali e coadiuvato dalla Funzione Risk Management - un processo di raccolta degli eventi operativi con la misurazione della frequenza con cui si manifestano i rischi e del relativo impatto economico. Le informazioni che vengono raccolte sono sia di tipo contabile sia gestionale. La raccolta delle informazioni gestionali permette una migliore comprensione dei processi che hanno generato le anomalie ed è finalizzata all’individuazione di interventi, sia a livello procedurale sia a livello di sistemi informativi, atti a limitarne eventuali impatti organizzativi o contabili. Le informazioni di natura contabile (quali ad esempio perdite, recuperi, accantonamenti o smobilizzo fondi), oltre a fornire informazioni fondamentali per lo sviluppo di controlli mirati alla riduzione dei rischi rilevanti, sono archiviate e registrate in sistemi informativi dedicati - l’utilizzo di indicatori di rischio operativo, informatico e di compliance, principalmente focalizzati sui processi più rilevanti, il cui monitoraggio potrebbe evitare - o semplicemente segnalare preventivamente l’accadimento di - eventuali eventi di rischio operativo. Gli indicatori di rischio sono definiti e sviluppati dalla Funzione Risk Management. Le relative soglie di attenzione sono identificate e condivise con le Funzioni aziendali e sottoposte a revisione periodica - lo svolgimento di analisi specifiche, effettuate dalla Funzione Risk Management, su iniziativa o su richiesta delle Funzioni aziendali, mirate all’individuazione di eventuali aree di miglioramento relative a processi o sistemi - definizione di opportune azioni di mitigazione sulla base dei risultati forniti dalle attività sopracitate, quali la revisione dei processi, lo sviluppo dei sistemi adottati o l’adozione di politiche assicurative specifiche Pagina 67 of 84 Aprile 2016 - un sistema di reporting verso l’Alta Direzione, il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale tale da garantire l’assunzione consapevole dei rischi operativi ed il contenimento degli stessi entro i limiti operativi definiti Pagina 68 of 84 Aprile 2016 ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE NON L’esposizione in strumenti di capitale della banca al 31 dicembre 2015 è rappresentata dall’investimento, effettuato nel 2010, per l’acquisto di n. 13.739 azioni pari allo 0,055% del capitale sociale di Sec Servizi S.C.p.A., società di outsourcing del sistema informativo contabile della banca e dall’acquisto, effettuato nel 2015, di n. 8 azioni di S.W.I.F.T. S.c.r.l. pari allo 0,109% del capitale sociale. Le azioni sono classificate nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita” e sono valutate al costo di acquisto in quanto il relativo fair value non può essere valutato in modo attendibile. Esposizioni su strumenti di capitale Valore di bilancio Valore di mercato Fair value Utili A. Titoli di capitale A.1 Quotati A.1.1 Azioni A.1.2 Strumenti innovativi di capitale A.2 Non Quotati A.2.1 Azioni A.2.2 Strumenti innovativi di capitale A.2.3 Altri titoli di capitale Titoli di capitale (A.1+A.2) B. O.I.C.R B.1 Quotati B.1.1 Di diritto italiano B.1.2 Di altri s tati UE B.1.3 Di stati non UE B.2 Non Quotati B.2.1 Di diritto italiano B.2.2 Di altri s tati UE B.2.3 Di stati non UE Titoli O.I.C.R. (B.1+B.2) C. Strumenti derivati su titoli di capitale C.1 Quotati C.1.1 Valore pos itivo C.1.2 Valore negativo C.2 Non Quotati C.2.1 Valore pos itivo C.2.2 Valore negativo Plusvalenze e m inus valenze non realizzate e is critte a stato patrimoniale Utili e perdite realizzati e impairment Perdite Plus valenze Minus valenze 0 0 0 41 41 0 0 41 0 0 0 N.R N.R 0 0 0 0 0 0 N.R N.R 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Pagina 69 of 84 Aprile 2016 ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SULLE POSIZIONI NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE Banca ITB adotta la definizione normativa di rischio di tasso di interesse sul banking book, secondo cui il rischio in oggetto è: “il rischio di tasso di interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione: rischio derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse”. Il rischio di tasso di interesse è generato quindi dagli sbilanci rivenienti dall’attività caratteristica come conseguenza di differenza nelle scadenze e dei periodi di ridefinizione delle condizioni di tasso di interesse delle poste attive e passive. La politica di gestione del rischio di tasso d’interesse sul banking book è volta alla stabilizzazione del margine di interesse sul portafoglio bancario, mantenendo uno sbilancio tendenzialmente contenuto. Banca ITB ha previsto nella propria struttura la definizione di una Direzione Finanza deputata all’individuazione, in base agli scenari di mercato, degli indirizzi di tipo strategico (attenendosi ai limiti imposti da specifiche Policy interne) in grado di orientare decisioni circa: - la struttura finanziaria delle attività e delle passività della banca - il livello di rischio di tasso complessivamente assunto (es. contenimento dello sbilancio entro determinati limiti) - le politiche di funding e di posizionamento dei flussi di liquidità a scadenza in modo da ridurre eventuali mismatch sul portafoglio bancario La gestione operativa del rischio di tasso di interesse sul banking book è attribuita alla Direzione Finanza, nell’ambito delle autonomie assegnate da una specifica linea guida ed in ottemperanza agli indirizzi strategici, nonché agli obiettivi di rischio annualmente definiti in ambito RAF. Nell’attività di gestione la Direzione Finanza si avvale di un modello rappresentativo del rischio tasso (implementato all’interno della suite Ermas-Prometeia) basato sulla visualizzazione lungo l’asse temporale delle operazioni per scadenza di riprezzamento, al fine di evidenziare eventuali squilibri fra attivo e passivo. La Direzione Finanza si occupa inoltre di proporre al Consiglio di Amministrazione gli interventi ritenuti necessari a migliorare il profilo complessivo in termini di rischio di tasso (e di liquidità strutturale) e di realizzare operativamente tali interventi. Nell’ambito del processo di controllo e gestione dei rischi e di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale a consuntivo e prospettica, la Funzione Risk Management: - sviluppa le metodologie di misurazione del rischio di tasso di interesse sul banking book secondo la normativa tempo per tempo vigente - monitora il rispetto dei limiti esplicitati dal Consiglio di Amministrazione attraverso la normativa interna - predispone reporting con frequenza quantomeno trimestrale per il monitoraggio del rischio di tasso in relazione ai limiti definiti in ambito di Processo ICAAP e Processo RAF Di seguito viene fornita la classificazione per fascia di vita residua delle esposizioni per cassa che concorrono a determinare l’esposizione al rischio tasso di banking book in coerenza con quanto effettuato a fini ICAAP. Pagina 70 of 84 Aprile 2016 Fascia temporale Attivo Posizione netta Passivo A vista e a revoca 40.548 (108.700) (68.152) Da 1 giorno a 1 mese 11.460 (17.043) (5.583) Da oltre 1 mese a 3 mesi 31.500 (1.651) 29.849 Da oltre 3 mesi a 6 mesi 30.000 (2.521) 27.479 Da oltre 6 mesi a 1 anno 46.468 (9.339) 37.129 0 (9.728) (9.728) Da oltre 2 anni a 3 anni 35.000 (11.028) 23.972 Da oltre 3 anni a 4 anni 0 (9.728) (9.728) Da oltre 4 anni a 5 anni 0 (9.728) (9.728) Da oltre 5 anni a 7 anni 0 0 0 Da oltre 7 anni a 10 anni 0 0 0 Da oltre 10 anni a 15 anni 0 0 0 Da oltre 15 anni a 20 anni 0 0 0 Oltre 20 anni 0 0 0 194.976 (179.465) 15.511 Da oltre 1 anno a 2 anni Totale La classificazione è stata effettuata utilizzando i dati forniti dalla suite ERMAS attraverso una metodologia di misurazione di tale rischio che si articola nelle attività previste dalla normativa esterna (Allegato C del Titolo III, Capitolo I della Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013) ed interna (Policy in materia di rischio tasso e Policy in materia di ICAAP): - determinazione delle “valute rilevanti” (si ricorda che Banca ITB nel corso del 2015 non ha operato con valute diverse dall’“Euro”) - classificazione delle attività e delle passività in fasce temporali secondo le specifiche contenute dell’allegato C del Titolo III, Capitolo I della Circolare della Banca d’Italia n. 285/2013, ad eccezione delle passività relative ai conti funzionali alla fornitura di servizi prestati a favore delle Tabaccherie (conti tecnici collegati ai servizi INPS, ricariche telefoniche, bolli auto, ecc.). Tali esposizioni infatti si riferiscono a conti correnti poco sensibili o insensibili a eventuali shock di tasso sia in base alla natura e all’utilizzo degli stessi, sia perché indicizzati a tasso fisso. Tali passività vengono allocate sulla fascia a vista, oggetto di ponderazione allo 0%. La banca provvede quindi al calcolo dell’indicatore di rischio previsto dalla normativa, utilizzando il metodo del Supervisory Test (shock parallelo della curva dei tassi pari a +/- 200 b.p., senza vincolo di non negatività dei tassi in caso di scenario al ribasso), e a raffrontarlo alla propria dotazione patrimoniale: Indicatore di rischio tasso (Supervisory Test) ≤ 20% * Fondi propri Per il calcolo invece del Capitale Interno a fronte del rischio di tasso, ai fini ICAAP la banca fa riferimento alla metodologia dei percentili, opportunamente implementata dalla Funzione Risk Management che utilizza, quale fonte dati ufficiale per la determinazione delle relative curve di riferimento, la suite Bloomberg. Attraverso tale metodologia, prevista anch’essa all’interno dell’Allegato C della Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013, l’assorbimento patrimoniale viene calcolato prendendo a riferimento come shock di tasso il 99° percentili, in caso di rialzo tassi, o il 1° percentile, in caso di ribasso dei tassi, sulla base di quanto empiricamente osservato nel corso di 12 mesi per un periodo di osservazione complessivo di 6 anni. Il collocamento delle varie poste di attivo e passivo sulle varie fasce dello scadenziere Pagina 71 of 84 Aprile 2016 avviene, invece, con le medesime modalità previste dal modello del Supervisory Test (cfr. a quanto sopra illustrato). Stante quanto recentemente osservato sul mercato, anche per l’applicazione di questo modello si è ritenuto opportuno non prevedere il vincolo di non negatività dei tassi in caso di scenario al ribasso. Questa tipologia di rischio è gestita da un punto di vista operativo dalla Direzione Finanza con l’ausilio di idonei strumenti informatici e di processi specifici. Inoltre, la Funzione Risk Management svolge un’attività indipendente di monitoraggio del rischio e con periodicità mensile, fornisce informazioni sul Capitale Interno relativo al rischio tasso oltre a misure in termini di sensibilità del margine di interesse a diversi scenari di shock. Ipotesi di Scenario La metodologia per la determinazione dello stress test, comune a tutti i seguenti scenari, sfrutta quanto già sviluppato per la determinazione dell’esposizione al rischio tasso di interesse, che prevede: - la classificazione delle voci attive e passive nelle fasce temporali secondo la vita residua o la data di “riprezzamento” - la determinazione dell’esposizione netta per fascia - il calcolo dell’esposizione netta ponderata per fascia mediante il prodotto tra i fattori di ponderazione e l’esposizione netta - la determinazione dell’esposizione complessiva per tutte le fasce e le valute rilevanti come somma delle esposizioni determinate al punto precedente Dettagli sugli Scenari 1) 2) 3) 4) +200 / -200 bps su tutte le scadenze +100 / -100 bps su tutte le scadenze Flattering twist (+200 bps sulle scadenze fino a 12 mesi e -100 bps su quelle oltre 1 anno) Steepening twist (-100 bps sulle scadenze fino a 12 mesi e +200 bps su quelle oltre 1 anno) 5) Positive Butterfly (+100 bps sulle scadenze fino a 12 mesi, -100 bps su quelle oltre 1 anno e fino a 5 anni, +100 bps sulle scadenze oltre i 5 anni) Capitale Interno in condizioni ordinarie ed esito della simulazione in condizioni di stress Le metodologie di misurazione del rischio di tasso precedentemente descritte sono calcolate sia a consuntivo, con riferimento alla data del 31 dicembre 2015, sia in chiave prospettica, su tutto l’orizzonte temporale previsto nel piano di budget. Nelle tabelle seguenti vengono quindi riportate le relative misurazioni, con riferimento alla chiusura dell’esercizio 2015. Pagina 72 of 84 Aprile 2016 Capitale Interno - Processo ICAAP (modello dei percentili) 31/12/2015 Scenario di shock bp (99°) Fascia temporale Posizione netta A vista e a revoca Da 1 giorno a 1 mese Da oltre 1 mese a 3 mesi Da oltre 3 mesi a 6 mesi Da oltre 6 mesi a 1 anno Da oltre 1 anno a 2 anni Da oltre 2 anni a 3 anni Da oltre 3 anni a 4 anni Da oltre 4 anni a 5 anni Da oltre 5 anni a 7 anni Da oltre 7 anni a 10 anni Da oltre 10 anni a 15 anni Da oltre 15 anni a 20 anni Oltre 20 anni Totale (68.152) (5.583) 29.849 27.479 37.129 (9.728) 23.972 (9.728) (9.728) 0 0 0 0 0 15.511 Tasso Fattori di ponderazione 0,00% 0,85% 0,76% 0,74% 0,88% 0,99% 0,94% 0,85% 0,76% 0,60% 0,51% 0,52% 0,53% 0,54% Scenario di shock bp (1°) Posizione netta ponderata 0,00% 0,03% 0,12% 0,27% 0,62% 1,37% 2,11% 2,61% 2,91% 3,05% 3,38% 4,64% 5,95% 6,98% 0 (2) 36 73 232 (133) 507 (254) (283) 0 0 0 0 0 Requisito patrimoniale 176 Tasso 0,00% (1,27%) (1,37%) (1,37%) (1,25%) (1,39%) (1,57%) (1,62%) (1,62%) (1,59%) (1,52%) (1,60%) (1,68%) (1,66%) Posizione netta ponderata Fattori di ponderazione 0,00% (0,05%) (0,22%) (0,49%) (0,89%) (1,92%) (3,52%) (4,98%) (6,25%) (8,09%) (10,05%) (14,25%) (18,85%) (21,53%) 0 3 (65) (135) (330) 187 (845) 484 608 0 0 0 0 0 Requisito patrimoniale (93) Indicatore di rischio (Supervisory test) Indicatore di rischio - scenario supervisory test Capitale interno 31/12/2015 280 Fondi propri 29.246 Indice di rischiosità (soglia di attenzione = 20%) 0,96% Stress Test - Processo ICAAP Scenari di stress Shift parallelo +100bp Shift parallelo -100bp Shift parallelo +200bp Shift parallelo -200bp Flattering twist Steepening twist Positive Butterfly 31/12/2015 140 (140) 280 (280) 1.084 (944) 676 Pagina 73 of 84 Aprile 2016 ATTIVITÀ VINCOLATE E NON VINCOLATE Banca ITB vincola una parte delle proprie attività finanziarie, riferibili a titoli emessi dallo Stato Italiano, in garanzia per la raccolta da banche centrali. Tali tipologie di garanzie sono poste in essere per permettere alla banca di accedere a forme di provvista considerate vantaggiose al momento dell’operazione o perché la costituzione di garanzie reali è condizione standard per accedere a particolari tipologie di operatività. Modello A - Attività 010 Valore contabile delle attività vincolate Valore equo delle attività vincolate Valore contabile delle attività non vincolate Valore equo delle attività non vincolate 010 040 060 090 Attività dell'ente segnalante 030 Strumenti di capitale 040 Titoli di debito 120 Altre attività 0 0 41 41 1.400 1.400 112.568 112.568 0 0 113.696 0 Pagina 74 of 84 Aprile 2016 ESPOSIZIONI IN CARTOLARIZZAZIONE POSIZIONI VERSO LA Banca ITB, alla luce della propria operatività specifica, non risulta essere esposta a tale fattispecie di rischio. Nel corso del 2015, né tanto meno negli anni passati, non è infatti intervenuta in operazioni di cartolarizzazione in qualità di originator. Di più, nell’ambito dell’operatività relativa al portafoglio di proprietà della banca, indipendentemente dalla sua classificazione contabile (banking book ovvero trading book), non ha acquistato titoli ABS relativi a cartolarizzazioni di terzi. Pagina 75 of 84 Aprile 2016 LEVA FINANZIARIA Nell’ambito del framework “Basilea 3”, è stato introdotto, a partire dal 1° gennaio 2015, il coefficiente di leva finanziaria (leverage ratio), quale requisito supplementare rispetto ai requisiti patrimoniali basati sul rischio. Tale indicatore viene sottoposto a misurazione e controllo al fine di perseguire i seguenti obiettivi: - vincolare l’espansione delle esposizioni complessive alla disponibilità di un’adeguata base patrimoniale e contenere, nelle fasi espansive del ciclo economico, il livello di indebitamento delle banche, contribuendo in tal modo a ridurre il rischio di processi di deleveraging in situazioni di crisi - introdurre un presidio aggiuntivo attraverso una misura integrativa semplice e non basata sul rischio L’imposizione del requisito regolamentare di leva finanziaria – quale requisito di Primo Pilastro – avverrà dal 1° gennaio 2018, subordinatamente all’approvazione del Consiglio e del Parlamento Europeo di una specifica proposta legislativa basata su una relazione che la Commissione Europea dovrà presentare entro la fine del 2016. Dal 1° gennaio 2015 è entrato in vigore per le banche l’obbligo di disclosure del proprio indice di leva secondo le previsioni del CRR, così come modificate dal Regolamento delegato (UE) n. 62/2015 del 10 ottobre 2014. Il leverage ratio è calcolato come rapporto fra il Capitale di classe 1 (misura di capitale) e il valore dell’esposizione complessiva. Quest’ultima è la somma dei valori dell'esposizione di tutte le attività, al netto di eventuali deduzioni di componenti operate sul Capitale di classe 1, e delle esposizioni fuori bilancio (garanzie ed impegni, derivati, securities financing transaction e operazioni con regolamento a lungo termine). Il coefficiente è espresso in percentuale, è soggetto a un limite minimo del 3% (valore di riferimento del Comitato di Basilea) e la frequenza di monitoraggio è trimestrale. La banca ha incluso nel Processo RAF 2016-2018 l’indicatore di leverage ratio, per misurare la leva finanziaria attuale e prospettica in relazione alle attività svolte, conformemente a quanto previsto all’art. 429 della CRR. Nel corso del 2015 è stato invece effettuato, in via continuativa, il monitoraggio trimestrale di un indicatore di leva finanziaria, coerentemente alla frequenza prevista in sede di monitoraggio del Risk Appetite 2015 della banca. Per altro, da questo punto di vista l’attività di presidio a fronte di questa fattispecie di rischio viene altresì realizzata attraverso il monitoraggio di indicatori relativi alla complessiva struttura finanziaria e di liquidità della banca, che permettono di governare con il dovuto anticipo problematicità ascrivibili ad eventuali squilibri tra attività e passività (ad esempio attraverso la costruzione di indicatori di funding gap per differenti fonti di raccolta/impiego, nonché indici di equilibrio gestionale su differenti orizzonti temporali). Il Regolamento (UE) 575/2013 concede alle Autorità di Vigilanza dei singoli paesi l’esercizio delle c.d. “Discrezionalità nazionali” in base a cui, tra l’altro, nel periodo che intercorre fra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, è ammessa la possibilità di calcolare l’indice di leva finanziaria come dato di fine trimestre, in luogo della media aritmetica semplice delle misure di Pagina 76 of 84 Aprile 2016 leva finanziaria mensili del trimestre di riferimento. Banca d’Italia ha esercitato la sopraccitata discrezionalità nazionale (cfr. Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013), pertanto il coefficiente di leva finanziaria di Banca ITB, di seguito esposto, è calcolato avendo a riferimento i dati di fine trimestre. Nel calcolo dell’indicatore – quale misura di capitale – sono state utilizzate entrambe le configurazioni del capitale di classe 1 (Tier 1) di fine periodo previste dalla normativa: - Tier 1 in regime transitorio, ovvero determinato avendo a riferimento le previsioni di calcolo pro tempore applicabili nel cosiddetto periodo transitorio, durante il quale le nuove regole saranno applicate in proporzione crescente - Tier 1 a regime, ovvero determinato considerando le regole che dovranno essere utilizzate a regime Come rappresentato nella seguente tabella, l’indice di leva finanziaria di Banca ITB per l’anno 2015 non varia nei due regimi. Leverage ratio Capitale di classe 1 (Tier1) a regim e 31/12/2015 31/12/2014 29.246 21.420 Valore dell'esposizione a regime 227.582 153.248 indicatore di leva finanziaria a regime 12,85% 13,98% Capitale di classe 1 (Tier1) transitorio 29.246 22.961 Valore dell'esposizione transitorio 227.582 153.248 indicatore di leva finanziaria transitorio 12,85% 14,98% Le tabelle seguenti forniscono il dettaglio degli elementi che compongono il calcolo del leverage ratio al 31 dicembre 2015. Le stesse sono redatte sulla base di quanto previsto dall’ITS EBA 2014/04 predisposto secondo l’art. 451 del Regolamento (UE) n. 575/2013 e successivamente adottato dalla Commissione Europea con il Regolamento di esecuzione (UE) n. 200/2016 del 15 febbraio 2016. Pagina 77 of 84 Aprile 2016 Modello LRSum - Riepilogo della riconciliazione tra attività contabili e esposizioni del coefficiente di leva finanziaria 31/12/2015 1 Attività totali com e da bilancio pubblicato 2 Rettifica per i soggetti cons olidati a fini contabili ma esclusi dall'am bito del consolidam ento regolamentare 0 3 (Rettifica per le attività fiduciarie contabilizzate in bilancio in base alla dis ciplina contabile applicabile m a es clus e dalla m isura dell’esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell’articolo 429, paragrafo 13, del regolamento (UE) n. 575/2013) 0 4 Rettifica per gli s trumenti finanziari derivati 0 5 Rettifica per le operazioni di finanziam ento tram ite titoli (SFT) 0 6 Rettifica per gli elementi fuori bilancio (convers ione delle esposizioni fuori bilancio in im porti equivalenti di credito) UE-6a UE-6b (Rettifica per le espos izioni infragruppo es clus e dalla misura dell’espos izione com ples siva del coefficiente di leva finanziaria a norm a dell’articolo 429, paragrafo 7, del regolam ento (UE) n. 575/2013) (Rettifica per le espos izioni escluse dalla misura dell’esposizione compless iva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell’articolo 429, paragrafo 14, del regolamento (UE) n. 575/2013) 7 Altre rettifiche 8 Esposizione ai fini dell’indice di leva finanziaria 227.705 967 0 (1.091) 0 227.582 Pagina 78 of 84 Aprile 2016 Esposizione del coefficiente di leva finanziaria (CRR) 31/12/2015 Modello LRCom - Informativa armonizzata sul coefficiente di leva finanziaria Esposizioni in bilancio 1 Elementi in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie, ma com prese le garanzie reali) 2 (Im porti delle attività dedotte nella determinazione del capitale di classe 1) 3 Totale Esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e attività fiduciarie) (somma delle righe 1 e 2) 227.705 (1.091) 226.615 Esposizioni in derivati 4 5 Costo di sostituzione connesso a tutte le operazioni in derivati (al netto del m argine di variazione in contante am missibile) Maggiorazioni per le potenziali esposizioni future associate a tutte le operazioni su derivati (metodo del valore di m ercato) 0 0 UE-5a Esposizione calcolata secondo il m etodo dell’esposizione originaria 0 6 Lordizzazione delle garanzie reali fornite su derivati se dedotte dalle attività in bilancio in base alla disciplina contabile applicabile 0 7 (Deduzione dei crediti per il m argine di variazione in contante fornito in operazioni su derivati) 0 8 (Com ponente CCP esentata delle esposizioni da negoziazione compensate per conto del cliente) 0 9 Importo nozionale effettivo rettificato dei derivati su crediti venduti 0 10 (Com pensazioni nozionali effettive rettificate e deduzione delle m aggiorazioni per i derivati su crediti venduti) 0 11 Totale Esposizioni su derivati (somma delle righe da 4 a 10) 0 Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli 12 Attività SFT lorde (senza rilevamento della compensazione) previa rettifica per le operazioni contabilizzate come vendita 0 13 (Im porti com pensati risultanti dai debiti e crediti in contante delle attività SFT lorde) 0 14 Esposizione al rischio di controparte per le attività SFT 0 Deroga per SFT: esposizione al rischio di controparte ai sensi dell’articolo 429ter, paragrafo 4, e dell'articolo 222 del regolam ento (UE) n. 575/2013 0 Esposizioni su operazioni effettuate com e agente 0 UE-14a 15 UE-15a (Com ponente CCP esentata delle esposizioni su SFT compensate per conto del cliente) 16 0 Totale Esposizioni su operazioni di finanziamento tramite titoli (somma delle righe da 12 a 15a) 0 Altre esposizioni fuori bilancio 17 Importo nozionale lordo delle esposizioni fuori bilancio 18 (Rettifica per conversione in importi equivalenti di credito) 19 Totale Altre esposizioni fuori bilancio (somma delle righe 17 e 18) 9.591 (8.624) 967 (Esposizioni esentate a norma dell’articolo 429, paragrafi 7 e 14, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio)) (Esposizioni infragruppo (su base individuale) esentate a norm a dell’articolo 429, paragrafo 7, del regolamento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio)) 0 UE-19b (Esposizioni esentate a norma dell’articolo 429, paragrafo 14, del regolam ento (UE) n. 575/2013 (in e fuori bilancio)) 0 UE-19a Capitale e misura dell'esposizione complessiva 20 Capitale di classe 1 21 Misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria (somma delle righe 3, 11, 16, 19, UE-19a e UE-19b) 29.246 227.582 Coefficiente di leva finanziaria 22 Coefficiente di leva finanziaria 12,85% Scelta delle disposizioni transitorie e importo degli elementi fiduciari eliminati UE-23 Scelta delle disposizioni transitorie per la definizione della m isura del capitale UE-24 Importo degli elementi fiduciari eliminati ai sensi dell'articolo 429, paragrafo 11, del regolamento (UE) n. 575/2013 transitorio 0 Pagina 79 of 84 Aprile 2016 Modello LRSpl - Disaggregazione delle esposizioni in bilancio (esclusi derivati, SFT e esposizioni esentate) UE-1 Totale Esposizioni in bilancio (esclus i derivati, SFT e esposizioni esentate), di cui: Esposizione del coefficiente di leva finanziaria (CRR) 31/12/2015 227.705 UE-2 esposizioni nel portafoglio di negoziazione 0 UE-3 esposizioni nel portafoglio bancario, di cui: 227.705 UE-4 obbligazioni garantite UE-5 esposizioni trattate come emittenti sovrani UE-6 esposizioni verso am ministrazioni regionali, banche m ultilaterali di sviluppo, organizzazioni internazionali e organismi del s ettore pubblico non trattati com e em ittenti sovrani UE-7 enti UE-8 garantite da ipoteche su beni immobili UE-9 esposizioni al dettaglio UE-10 imprese UE-11 esposizioni in s tato di default UE-12 altre esposizioni (ad es. in strumenti di capitale, cartolarizzazioni e altre attività diverse da crediti) 0 125.036 0 56.925 176 12.348 3.679 200 29.219 Pagina 80 of 84 Aprile 2016 POLITICA DI REMUNERAZIONE a) Processo decisionale In conformità alla vigente normativa di vigilanza, l’approvazione delle politiche di remunerazione di Banca ITB è adottata dall’Assemblea dei Soci, su proposta del Presidente del Consiglio di Amministrazione, che la definisce avvalendosi della collaborazione delle Direzioni Risorse Umane, Affari Societari e Compliance e Risk Management. L’assemblea dei Soci è informata con periodicità minima annuale circa l’attuazione delle politiche di remunerazione con particolare riferimento a rischi, costi e benefici conseguenti. Gli interventi effettuati sui soggetti in attuazione delle Politiche Retributive non devono essere limitati a soli adeguamenti economici, ma devono prevedere anche eventuali azioni di sviluppo professionale e formative. Tenuto conto di quanto sopra il Consiglio di Amministrazione determina periodicamente le linee guida di attuazione attraverso specifiche Policy dando mandato all’Amministratore Delegato e Direttore Generale per la loro esecuzione. In particolare l’attuazione delle politiche di remunerazione adottate è soggetta a verifica delle funzioni di controllo interno nell’ambito delle rispettive competenze: - Affari Societari e Compliance, che è chiamata a verificare la coerenza delle Policy definite con gli obiettivi di rispetto delle norme, dello statuto nonché del codice etico adottato dalla banca, al fine di evitare il ricorso a metodi e criteri che possano incentivare comportamenti a rischio di non conformità normativa - Risk Management, che ha il compito di supportare il Consiglio di Amministrazione nella verifica che i sistemi retributivi tengano conto di tutti i rischi assunti dalla banca, secondo metodologie coerenti con quelle che la banca adotta per la gestione dei rischi a fini regolamentari e interni e che gli eventuali incentivi sottesi al sistema di remunerazione e incentivazione della banca siano coerenti con i rischi assunti in ambito RAF - Internal Audit, che verifica, con frequenza periodica, secondo il piano di audit definito la rispondenza del sistema remunerativo applicato con la normativa di riferimento e le politiche approvate Banca ITB non ha istituito un comitato remunerazioni e non si è avvalsa del supporto di consulenti esterni per definire le politiche di remunerazione. b) Modalità attraverso cui è assicurato il collegamento tra la remunerazione e performance La Politica di Remunerazione adottata da Banca ITB viene attuata in coerenza con una gestione aziendale di lungo periodo e in osservanza ad una valutazione dei rischi coerente con le caratteristiche della Società. L’obiettivo delle politiche di remunerazione consiste nel pervenire, nell’interesse di tutti gli Azionisti, a sistemi di remunerazione in linea con le strategie e gli obiettivi aziendali, collegati con i risultati della banca, opportunamente corretti per tener conto di tutti i rischi, coerenti con i livelli di capitale e di liquidità necessari a fronteggiare le attività intraprese e, in ogni caso, tali da evitare incentivi distorti che possano indurre a violazioni normative o a un’eccessiva assunzione di rischi per la banca nel suo complesso. Pagina 81 of 84 Aprile 2016 Il collegamento tra remunerazione e performance è assicurato da un sistema di valutazione e sviluppo del personale caratterizzato da criteri di selettività e da una valutazione delle performance di ciascun individuo che prevede meccanismi di incentivazione ad esso correlati e modalità premianti volte a valorizzare il merito a fronte di prestazioni particolarmente distintive attraverso incisive regole di selettività che tengono conto dei risultati individuali e aziendali. L’erogazione dei premi è subordinata al processo di valutazione del personale che valuta competenze possedute e comportamenti agiti attraverso una scala di valutazione permette la circoscrizione di quelli particolarmente significativi. La performance aziendale sarà valutata considerando indicatori ponderati al netto dei rischi e che tengano conto delle risorse patrimoniali per sostenere l’operatività intrapresa. c) Caratteristiche di maggior rilievo del sistema di remunerazione I lineamenti delle politiche di remunerazione di Banca ITB prevedono, in linea con quanto previsto dalla vigente normativa di vigilanza, la suddivisione dell’intera remunerazione tra componente fissa, variabile e benefits, secondo una rigorosa distinzione. La componente fissa della retribuzione è quella prevista dal CCNL di riferimento più eventuali superminimi assorbibili ed è commisurata in funzione dell’esperienza maturata e degli incarichi assegnati. A seguito del processo di valutazione delle performance la banca può riconoscere una revisione della componente retributiva fissa nella misura massima del 30% della stessa. La componente variabile, qualora presente, può essere di due tipologie: Retribuzione Variabile Generale o “Premio Aziendale” per tutti i dipendenti e Retribuzione Variabile Specifica per determinati soggetti per i quali sussistano condizioni distintive. I benefits aggiuntivi sono forme di retribuzione in natura, comunque soggette al regime fiscale e contributivo previsto dalla normativa vigente e possono essere frutto di pattuizioni individuali finalizzati a fidelizzare il dipendente o a riconoscere una particolare prestazione. La banca non prevede l’erogazione di componenti di remunerazione basati su azioni, opzioni, o altri strumenti finanziari né sistemi di remunerazione differita in nessuna forma. d) Rapporto tra componente fissa e variabile della remunerazione Il rapporto tra la componente fissa e la componente variabile, qualora presente è pari alla seguente formula: Retribuzione Variabile (Generale + Specifica) < 100% della Retribuzione Fissa e) Informazioni sui criteri in virtù dei quali sono concesse opzioni, azioni o altre componenti variabili delle remunerazioni La Retribuzione Variabile cosiddetta “Generale”, o “Premio Aziendale” può essere prevista per tutti i dipendenti in forma progressiva in relazione ad inquadramenti, anzianità e raggiungimento degli obiettivi aziendali, tenuto conto dei rischi assunti in ambito RAF. Pagina 82 of 84 Aprile 2016 Si stabilisce che possa essere definita annualmente dall’Assemblea dei Soci a valle della presentazione dei risultati di bilancio in stretta correlazione con i risultati economici o strategici conseguiti. La Retribuzione Variabile Specifica può essere prevista per determinati soggetti per i quali sussistano condizioni distintive: dipendenti che si distinguono per la qualità del lavoro svolto, che dimostrano particolari capacità professionali o che hanno svolto compiti al di fuori delle proprie mansioni (progetti). Per determinare le modalità di definizione della Retribuzione Variabile Specifica la banca deve dotarsi di uno specifico sistema di incentivazione che tenga conto dei rischi assunti e dei risultati conseguiti dalla Società, nonché delle prestazioni individuali e della stabilità dei risultati ottenuti (meccanismo di Malus) applicando contestualmente il meccanismo di correzione ex post di C law back al momento dell’erogazione della retribuzione variabile specifica. f) Principali parametri e motivazioni per qualsiasi regime di remunerazione variabile e di ogni altra prestazione non monetaria I principali parametri legati ad un’eventuale erogazione della retribuzione variabile sono già richiamati nel punto “e” della presente informativa. Si precisa che per l’anno 2015 l’Assemblea dei Soci non ha previsto di distribuire al personale dipendente componenti variabili di remunerazione o remunerazioni differite, che pertanto per il periodo in oggetto sono da ritenersi nulle. Non è stato altresì attivato alcun sistema incentivante e/o premiante. Nel 2016 sono state considerate e predisposte alcune forme di remunerazione variabile nel rispetto della Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013 – Titolo IV – Capitolo 2 – Sezione III, che saranno formalizzate nel nuovo Documento di Politiche di remunerazione anno 2016 e sottoposte all’approvazione dell’Assemblea. Nelle Tabelle sottostanti sono rappresentate le remunerazioni fisse e variabili, erogate per l’anno 2015 con il numero dei beneficiari (misurati in Full Time Equivalent medie nell’anno di riferimento). Le remunerazioni conteggiate rispecchiano quanto stabilito nella definizione prevista dalla Circolare della Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013. g) Informazioni quantitative aggregate sulle remunerazioni ripartite per area di business Area di attività Nelle Funzioni di Business sono state inserite tutte le Risorse appartenenti all’Area del Chief Business Officer. Nelle Funzioni di Staff sono state inserite tutte le Risorse appartenenti all’Area del Chief Operating Officer, Funzione Amministrazione e Bilancio, Funzione Legale, Direzione Finanza e Direzione Risorse Umane. Aree di Attività Remunerazioni fisse Remunerazioni variabili Totale Remunerazioni Numero Beneficiari (in euro) (in euro) (in euro) (FTE medi) Funzioni di Business 3.559.355 0 3.559.355 71,0 Funzioni di Controllo Interno 1.212.879 0 1.212.879 16,0 Funzioni di Staff 6.433.311 0 6.433.311 114,0 Pagina 83 of 84 Aprile 2016 h) Informazioni quantitative aggregate sulle remunerazioni ripartite per Alta Dirigenza e Componenti Organo con Funzione di Supervisione Strategica Banca ITB ha individuato le categorie di soggetti le cui attività professionali hanno un impatto sostanziale sul profilo di rischio della Società. Nella Tabella sottostante è indicato in dettaglio il numero dei componenti dell’Alta Dirigenza e dell’Organo con Funzione di Supervisione Strategica, oltre alle remunerazioni ad essi accordate dalla banca nel 2015. Alta Dirigenza Remunerazioni fisse Remunerazioni variabili Totale Remunerazioni (in euro) (in euro) (in euro) Numero Beneficiari Presidente dell'organo con funzione di Supervis ione Strategica 130.000 0 130.000 1,0 Membri dell'organo con funzione di ges tione senza incarichi es ecutivi 132.834 0 132.834 8,0 Membri dell'organo con funzione di ges tione con incarichi es ecutivi (Am ministratore Delegato e Direttore Generale) 380.640 0 380.640 1,0 Respons abili e pers onale di livello più elevato delle Funzioni di Business 480.361 0 480.361 3,0 Respons abili e pers onale di livello più elevato delle Funzioni di Controllo 598.356 0 598.356 4,0 Respons abili e pers onale di livello più elevato delle Funzioni di Staff 1.256.545 0 1.256.545 6,0 Non è stata prevista né erogata alcuna forma di remunerazione variabile in nessuna tipologia (contanti, azioni, strumenti collegati ad azioni e/o altre tipologie) e nemmeno sistemi di retribuzione differita in nessuna forma. Non è stato effettuato alcun pagamento per trattamenti di inizio e di fine rapporto durante l’esercizio 2015. i) Remunerazioni per High Earners Nel corso dell’esercizio, la banca non ha avuto personale remunerato con € 1 milione o più per esercizio. Pagina 84 of 84