Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne

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Quaderni d`italianistica : revue officielle de la Société canadienne
Piccola biblioteca
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un senso
letargico, a volte.
assumere quello
Calvino abdica
al
ruolo dell'intellettuale impegnato per
producendo una narrativa che
di spettatore,
"descriptive rather than ideologically redemptive" (105).
è,
nelle parole del Ricci,
In questa rinuncia ai gio-
vanili fervori ideologici, nella precoce delusione sull'irredimibile consorzio
umano,
Ricci vede le basi del progressivo ritiro dalla realtà da parte di Calvino per rifugiarsi
nella letteratura.
Lo
studio psicologico che
molto interessante e approfondito,
Ne
negativismo.
il
risulta
ma
un Calvino
il
mondo
critico così fa del
calviniano
forse eccessivamente volto a sottolinearne
astratto dalla realtà, chiuso nel
cui personaggio scivola nell'inevitabile dissoluzione del genere
umano, preso nel
labirinto sociale e letterario, di cui / racconti sarebbero l'appropriato preambolo.
lascerei
che questo offuscasse
la
scrittore
mai rinunciato ad immergersi con profonda e dolente consapevolezza
se ridotto ad astratto spettatore, infatti, lo scambio fra protagonista e
al livello del pensiero, di
riflettere, interpretare.
non hanno
sociale.
"Guardare"
Proprio l'intertestualità fra
opere stesse di Calvino, così ben sottolineata dal Ricci, dimostra anche come,
inizi, lo scrittore sia
Anche
realtà continua
quel raziocinio sottolineato dal Ricci stesso.
per Calvino vuol dire "pensare",
Non
nota più vitale della narrativa di Calvino, quella di
umana, nella quale personaggio e
infaticabile indagine nella realtà
il
suo isolamento,
fin
le
dagU
preso dal travaglio di una problematica sociale ed esistenziale
che non l'ha più abbandonato.
Lavoro lodevole questo del Ricci per aver messo a fuoco un'opera trascurata
spetto alle altre di Calvino,
ed estremamente
utile
per
la
ri-
comprensione del Calvino
maggiore.
GIUSY ODDO
University of British Columbia
Eugenio Montale. Diario postumo. Milano: Mondadori, 1991, Pp. 54.
Montale,
come
tutti
i
A dieci anni dalla
grandi poeti, non cessa di riservarci sorprese.
molte (Milano, 12 settembre 1981) ecco questo suo Diario postumo che
un suo nuovo testamento,
serie di 66, inedite,
(in
gruppi di sei) in dieci buste
legale della
(di cui la
Mondadori
Cima è
Cima
donate dal poeta ad Annalisa
l'incarico di pubblicarle a scadenza annuale
—
si
offre
come
L'opera presenta 30 poesie di una
esistenziale e poetico.
dopo
la
(conosciuta nel 1968) con
sua morte. EH
tali
poesie, divise
depositate con testamenti olografi presso l'Ufficio
—24 furono
pubblicate nel 1986 dalla Fondazione Schlesinger
presidente): Diario postumo le ripropone ora
con
le altre sei, inedite,
del 1990.
Per quanto riguarda
si
i
tenu
i
toni e
i
ricollega alla stagione avviata nel 1971
modi
della versificazione la
da Satura,
in
nuova opera
un singolare caleidoscopio
ed estri mossi dall'assoluta contingenza, sui registri dell'/iumour, dell'appunto, del "divertimento", nell'assidua frizione fira ironia e presagio,
di occasioni rifrazioni
partecipazione e disincanto.
accentuava
le
ombre
Su
tali
prospettive
del pessimismo,
marcando
il
Quaderno
l'ottica di
di quattro anni (1971)
una "perdita
di centro",
entro la progrediente eclissi di una ragione distorta e ancora adescata dal miraggio
mentre in Altri versi (1981) si confermava l'immagine di
un Montale quasi stregato dell'indecifrabile mappa del rapporto uomo-cosmo, ma
sempre coerente nel nuovo connubio tra imprevedibili provocazioni della banalità e
delle "magnifiche sorti",
calmo fuoco
della saggezza. Nel Diario
postumo temi e problemi
di quelle raccolte
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rifluiscono e
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consumismo e
intersecano, dal rigetto dell'etica del
si
coscienza dell'inaridirsi dei rapporti umani, cui ora
cuore ancor vivo,
è tanto
"morte che vive". "L'oblio
come uno
rivela
si
—
memoria non
scrive la
arresa quanto
un vuoto, inventa un nuovo senso della
Lo
spazio della suprema incertezza
La presenza
tutti gli
si
saggia follia di
che
vita attraverso poesie
ci
trasforma in un tempo preciso:
oggetti e cose inanimate ci sopravvivono, cerca
E
un'eternità nell'imitazione delle loro esistenze".
mondo, compie un viaggio
nel
"Montale, dunque,
più avanti:
dopo per desiderio
una seconda
di
questa è la chiave dell'enigma che lasciò sotto forma di dono".
vita;
"desiderio di una seconda vita" ancora s'affida, così, alla parola della poesia,
Il
anche se "L'esser poeti non è un vanto.
s'ingroppa con paura"
conclave discreto dove
come
critici
/
E' solo un vizio di natura.
Un
/
Ed ecco
poesia fìrequentano e amano.
la
come un
nascere
protagonisti sono talora solo adombrati nell'allusione: poeti
i
Zanzotto, Faggi, Segre, la stessa Cima, l'ispiratrice su cui
risce la fantasia
peso che
Montale crede tuttavia più che mai, nel segno dell'ami-
(7).
ed a quanti
cizia, ai poeti
e
—
la
conferma dell'uomo tragico celato
del p)oeta assente è la
Montale che, conscio che
visitatore dell'altro
magnetico spettro della
d'impotenza dell'essere mortali; da qui
stato
invia dall'aldilà.
in
il
Cima, curatrice dell'opera, nella postfazione
chi, per riempire
undici anni.
del profitto alla
contrappone, sui moti di un
bisogno dell'amicizia e insieme l'apertura a un oltre-vita che non
il
soprassalto di una
il
si
nominale dell'autore, che ad essa
si
richiama
si
sbizzar-
come "anima
viva",
"imperatrice", "agile messaggero", "aerea figura", "guerriero", "smarrito adolescen-
con qualche suggestione
te",
affiora nel
primo
—
mosca"
"la
una componente nuova,
di
testo (dove, per l'avallo dell'adozione,
l'indimenticabile moglie
"musa" (che
si
Volpe) ruota
il
—
Gina
sia
la fedele
nuovo colloquio
confidenziale,
dove
dolce" a tornare "daU 'esausto genearca
questo mi basta,
/
affiora
come
là
con un ricordo
/
così impervio è
il
cammino
in
governante).
allinea alle altre della lunga carriera poetica montaliana,
a una letizia irradiata da una sfera "oltretempo":
l'eliso:
sentimento paterno, che
il
sono chiamate
anche
dove
lieto. /
il
la
nuova
da Clizia
alla
pacata tensione
poeta invita "Agro-
Un
tracciato
causa sia
Sulla
/
gesto che
/
regali
dagli iddii a noi
mortali" (6).
Da uno sfondo
classico-pagano, da cui
si
innescano interrogativi su un orizzonte
può
cogliersi
Parche han
filato / lo
metafisico, prende avvio "Il clou", una poesia dove
zione di questo Montale postumo: "Certo
/
cavi delle nostre vite.
i
ci
separa dal baratro,
/
fino al collo / e nulla
—
dici
I
è
il
rerum ...
/ in
/
Ma
dei confini tra finito
non ne sappiamo
/
E
fu così che
dove
i
il
È un
breve da ateo credente" (12).
fulcro dell'ispira-
stame e addugliano
e infinito, e dello spazio
/
/ il
che
Siamo dentro un involucro / serrati
tu
ricordo. Il clou / non è quaggiù
v'è metamorfosi
/
/
il
niente. /
toma, se non forse
prosieguo, l'eterno,
id est deus.
le
—
non metempsicosi.
/
Ratio ultima
tuo parlare / timoroso e ardente,
mi
rese
testo di straordinaria intensità e ricchezza,
significati si ]K>tenziano negli intrecci di
un intemo oxymoron,
tra scetticismo
radicale e convinzione di certezze, destino di impotenza e rivendicazione della parola-
memoria che esorcizza
il
potere
étWhomo
la
morte e
il
nulla, su registri
che possono richiamare persino
ludens nel laboratorio creativo di Leopardi.
ritomo, dunque, di lucida totalizzante porosità,
montaliano. Diario postumo può
offirire
Un nuovo commiato-
come un estremo
anche nuovi spunti
incandescente osso
alla lettura di
un Montale
"postmodemo", cui ha dedicato una agguerrita esplorazione Giorgio Taffon in
uno dei saggi (sul poeta, sul prosatore, sul critico) raccolti in L'atelier di Montale
già
(Roma: Edizioni dell'Ateneo, 1990), cercando
di verificare se nell'opera dell'ultimo
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Montale sussistano corrispondenze con
le
categorie concettuali ideologiche ed este-
tiche, e quindi di pratica poetica, definibili
si
come postmoderne.
In positivo gli esiti:
pensi a quell'idea di pastiche, in accezione postmodemista, cui
il
linguaggio del
"quinto" Montale inclina, su un underground bio-escatologico che un suo verso
vita oscilla / tra
Ricordiamo
organicamente
il
sublime e l'immondo"
—potrebbe
in
qualche
modo
"la
infine un'opera recentissima, assai utile per rivisitare e approfondire
l'intera
produzione poetica di Montale,
le
sue Poesie a cura di Angelo
Marchese (Milano: Mondadori, 1991). L'autore, già apprezzato per precedenti
critici
—
siglare.
lavori
e semiologici anche sul poeta ligure, ne presenta qui una ricca scelta, dai primi
tre libri alla stagione avviata
da Satura, dal Quaderno
sperse" e alle "inedite" (con
le
di traduzioni alle "Poesie di-
quali entriamo nell'area di quel Diario
postumo dal
quale questa recensione ha preso avvio). Agli organici "prolegomeni" sulla personalità
e l'opera del poeta rispondono le singole introduzioni alle varie opere e un attento e
aggiornato
commento
ai testi prescelti,
sono preceduti da proficue indicazioni
mentre
i
conclusivi "Riferimenti bibliografici"
sui "Materiali di lavoro", miranti a favorire
l'approfondimento dell'opera montaliana su vari percorsi
alle
opere più mature e
alle più tarde, dai
religiosa alla poetica e al linguaggio dell'ultimo Montale.
ALBERTO FRATTINI
// Università di
Roma
critici,
dal "protomontale"
motivi ideologici di Satura alla problematica
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