Grazie al vostro 5x1000, AIRC dà il via al Programma Speciale di

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Grazie al vostro 5x1000, AIRC dà il via al Programma Speciale di
Milano, 23 aprile 2010
COMUNICATO STAMPA
Grazie al vostro 5x1000,
AIRC dà il via al Programma Speciale di Oncologia Molecolare Clinica
Lo sforzo d’ingegno che ha caratterizzato questo Programma permette di fare un balzo in avanti
allineandoci alla ricerca più competitiva in campo oncologico,
come gli Stati Uniti e il Regno Unito, che implementano programmi simili,
cercando di colmare il solco esistente fra la ricerca di base e la clinica.
Lo scorso 16 settembre AIRC ha presentato in questa sede il Bando Speciale di Oncologia
Molecolare Clinica – 5x1000, che prevedeva l’attivazione di cinque Programmi con un
finanziamento globale compreso tra i 50 e 75 milioni di euro, sulla base delle esigenze contenute
nelle singole richieste. Il Programma è sostenibile grazie alle risorse derivanti dal 5x1000.
Oggi, a distanza di sette mesi, possiamo presentare i cinque Programmi selezionati da una
commissione di 18 revisori stranieri. I ricercatori che li guideranno sono: Federico CaligarisCappio, Paolo Comoglio, Roberto Foà, Alessandro Massimo Gianni, Alessandro Vannucchi. In
totale coordineranno il lavoro di 464 persone tra clinici e ricercatori.
AIRC metterà a disposizione, per i cinque anni previsti dal bando, 60 milioni di euro secondo le
richieste pervenute dai ricercatori stessi. Con questa delibera tutti i cinque Progetti potranno
partire nell’immediato. È doveroso sottolineare che ad oggi è pervenuta ad AIRC solo l’intera cifra
relativa al 5x1000 delle dichiarazioni 2006 e il 35% di quella relativa al 2007. Non sappiamo ancora
i tempi con cui verrà liquidato il contributo relativo al 2008 già comunicato dall’Agenzia delle
Entrate.
Il Programma Speciale di Oncologia Molecolare Clinica risponde alla esigenza di chi ha donato il
proprio 5x1000 ad AIRC, che vuole vedere rimedi più efficaci per il cancro in tempi brevi. La
traduzione dei risultati della ricerca in procedure cliniche di reale beneficio per il paziente
costituisce uno dei problemi più rilevanti per tutta la medicina e per l’oncologia in particolare. Non
è cosa facile perché richiede l’integrazione di mondi – la clinica e la ricerca – che parlano linguaggi
in parte differenti. Tuttavia, l’interesse del paziente è prevalente e quindi è indispensabile uno
sforzo creativo, di volontà, ed anche economico, per raggiungere questo obiettivo.
I cinque Programmi finanziati rispondono in pieno al requisito primario del bando: il reale
trasferimento delle nuove conoscenze molecolari acquisite dal laboratorio al paziente entro la
durata del progetto. In particolare l’attività si svolgerà in di due fasi. Un primo triennio al termine
del quale i revisori compieranno una site visit per verificare che l’obiettivo previsto sia stato
raggiunto. Solo se la visita avrà esito positivo il Programma completerà il quinquennio.
Comune ai programmi è anche un altro irrinunciabile requisito: la presenza di un group leader con
competenze articolate nell’area dell’oncologia molecolare, della patologia e dell’oncologia clinica,
e in grado di guidare un gruppo multidisciplinare.
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I 18 revisori stranieri sono clinici e ricercatori di base top leader nel campo dell’oncologia e
rappresentano le più autorevoli istituzioni oncologiche mondiali. Il processo di valutazione si è
svolto in più tappe. I revisori hanno fatto una prima selezione sulle 30 proposte preliminari
ricevute da AIRC a novembre 2009, restringendo la competizione a 11 candidati che hanno quindi
presentato un programma completo a febbraio 2010.
I Programmi sono stati giudicati di alto livello scientifico e i revisori hanno anche espresso un
commento sulla straordinaria qualità dei gruppi di ricerca italiani. Robert Bast, Vice Presidente
della Ricerca Traslazionale del M. D. Anderson Cancer Center di Houston in Texas, coordinatore
della Commissione dei revisori ha commentato: «Siamo stati profondamente impressionati dalla
qualità delle proposte e dalla loro potenzialità di migliorare le cure dei malati di cancro. I numerosi
programmi da noi selezionati attestano l’eccellenza della ricerca traslazionale italiana sul cancro».
È stato quindi estremamente complesso per i revisori far emergere l’indicazione di massima
priorità di finanziamento per i cinque Programmi previsti dal bando.
Ognuno dei cinque Programmi selezionati ha caratteristiche peculiari, ecco come li raccontano i
protagonisti:
Federico Caligaris-Cappio guida una task force di 135 tra ricercatori, clinici e medici scienziati
pronta ad identificare e applicare nuove terapie nei confronti di due tumori frequenti e
attualmente di difficile curabilità, la leucemia linfatica cronica (LLC) e il mieloma multiplo (MM). La
crescita di questi tumori è profondamente condizionata dalle interazioni tra le cellule maligne ed il
microambiente in cui si sviluppano sfruttandolo e piegandolo alle proprie necessità. Imbrigliare
queste interazioni, solo marginalmente colpite dalle terapie attuali, rappresenta la chiave di volta
per mettere a punto nuove terapie capaci di modificare in maniera radicale l’evoluzione del
tumore. Il progetto è portato avanti dall’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele che
promuove l’interazione tra ricercatori di base e ricercatori clinici e l’implementazione di mediciricercatori e si avvale delle equipe di tre medici scienziati esterni all’Istituto e internazionalmente
noti.
Paolo Comoglio è capofila di un progetto che non nasce oggi, ma viene da lontano. È focalizzato
sulla naturale evoluzione clinica di ricerche di base iniziate 20 anni fa, che hanno portato alla
scoperta di geni che controllano i segnali della “crescita invasiva”, il cui capostipite è l’oncogene
Met. La ricerca – senza soluzione di continuità- è partita dalla genetica molecolare, è passata
attraverso alla biologia e alla patologia sperimentale, ed è approdata, più di recente, alla
diagnostica e alla terapia molecolare. Lo studio è focalizzato sui carcinomi del colon-retto
resistenti alle terapie convenzionali. I tempi e le informazioni fin qui raccolte ci permettono ora di
fare il balzo verso la “terapia mirata”. È ragionevole ritenere che i risultati approderanno al
paziente nell’arco della durata del progetto. A questo scopo è nato un programma per la
formazione e l’arruolamento di Clinical Research Assistant che dividono equamente i loro sforzi tra
il laboratorio e il letto del malato. Il numero delle persone coinvolte si avvicina al centinaio ed è
articolato in 11 gruppi di ricerca, di cui 1 extramurale (Ospedale Niguarda Ca' Granda, Milano).
Roberto Foà presenta un Progetto la cui finalità è portare ai pazienti affetti da neoplasie linfoidi
acute e croniche i progressi delle conoscenze ottenute in laboratorio per permettere una gestione
basata delle caratteristiche genetiche delle cellule tumorali (genetics-driven targeted
management). In poche parole, offrire una gestione globale di diagnosi, prognosi e terapia
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genetics-driven. Il progetto è assolutamente traslazionale – from the bench to the bedside – e si
basa sull’uso delle più avanzate tecnologie per la caratterizzazione genetica di neoplasie linfoidi, le
terze neoplasie in ordine di frequenza. Il Prof. Foà e i responsabili dei singoli gruppi sono mediciricercatori (physician scientists) che hanno negli anni contribuito ad importanti avanzamenti nel
campo della diagnosi, prognosi e terapia delle neoplasie ematologiche. Il Progetto arruolerà e farà
crescere professionalmente una nuova generazione di medici-ricercatori, figure fondamentali per
l’ulteriore sviluppo della ricerca "che cura". Complessivamente saranno coinvolte nel progetto
oltre 75 persone in sei gruppi di lavoro (Università “Sapienza” di Roma, Istituto Superiore di Sanità,
Roma, Università di Perugia, Università di Bologna, Università di Torino, Università del Piemonte
Orientale, Novara). Le collaborazioni tra i diversi gruppi sono già in essere da anni. La finalità
ultima è di arrivare, nell'arco temporale del progetto, a disegnare nuove “terapie
intelligenti/mirate” per pazienti con neoplasie linfoidi.
Alessandro Massimo Gianni si propone di verificare l’attività anti-tumorale di cellule staminali
umane, geneticamente modificate. Il Progetto ha già avuto una lunga fase preparatoria grazie alla
quale ora mancano solo brevi passaggi preclinici per arrivare al paziente. Il Progetto prevede di
poter trattare il primo paziente nel triennio iniziale e di concludere il trattamento dei primi 18
pazienti previsti entro la seconda fase. Centrale è la figura del medico-ricercatore, in quanto ha
una più vasta comprensione del problema rispetto al clinico puro e al ricercatore di base.
Parteciperanno al Progetto 16 gruppi di ricerca, di cui sette dall’area clinica e nove dall’area
preclinica, per un totale di 89 ricercatori (nello specifico, 21 clinici e 68 preclinici).
Alessandro Vannucchi sottolinea come il suo Progetto nasca dall’intento di identificare nuovi
bersagli terapeutici nei tumori mieloidi, analizzando i meccanismi responsabili della proliferazione
e maturazione delle cellule cancerose. Il gruppo di ricerca è composto da sette unità (Università di
Firenze; Policlinico San Matteo e Università di Pavia; Università di Torino; IFOM, Fondazione FIRC
di Oncologia Molecolare a Milano; Università di Modena e Reggio Emilia, Ospedali di Bergamo), in
cui sono coinvolti 68 ricercatori, in larga parte giovani; più di un terzo sono medici scienziati
impegnati contemporaneamente in laboratorio e in clinica. «Questa doppia valenza rappresenta
l’aspetto fondamentale del Programma» dice Vannucchi «e ci permetterà di trasferire in maniera
immediata le conoscenze acquisite in laboratorio al paziente, per affinare la diagnosi e la
prognosi».
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