DUP 2016-2018 - Comune di Campodarsego

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DUP 2016-2018 - Comune di Campodarsego
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
CITTA’ DI CAMPODARSEGO
D.U.P. 2016-2018
DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE
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Documento Unico di Programmazione 2016-2018
PRESENTAZIONE
L’approvazione del Documento Unico di Programmazione 2016-2018 entro il 31dicembre
in Giunta comunale – ed in particolare di questa Sezione Strategica, con un orizzonte
temporale pari al mandato amministrativo 2015-2020 – insieme alla successiva
presentazione al Consiglio comunale rispetta i termini prescritti dalD.lgs. 118/2011 sul
nuovo sistema di contabilità.
La presentazione del DUP avviene a ridosso della approvazione del disegno di legge di
stabilità da parte del Governo e dell’avvio della discussione parlamentare, nonchè della
preparazione del bilancio di previsione dell’ente. Ciò comporta evidentemente il rischio di
attirare l’attenzione solo sul documento contabile e di produrre una serie di ripetizioni, ma
non per questo il DUP – parte strategica - perde di valore: da un lato esso offre una
visione d’insieme delle politiche del Comune e del loro rapporto con le strategie nazionali
ed europee; dall’altro lato fornisce una serie di informazioni fondamentali sulla città, sul
territorio, sulla struttura e le politiche dell’ente e sulle norme di riferimento per laformazione
del bilancio e per la gestione della pubblica amministrazione.
APPROFONDIMENTO: Programmazione e pianificazione nel Comune di Campodarsego.
Strumenti di monitoraggio e rendicontazione.
La programmazione è definita dal “principio contabile applicato concernente la
programmazione di bilancio” allegato al D. Lgs. 118/2011 (che ha profondamente
ridisegnato tale attività) come “il processo di analisi e valutazione che, comparando e
ordinando coerentemente tra loro le politiche i piani per il governo del territorio, consente
di organizzare, in una dimensione temporale predefinita, le attività e le risorse necessarie
per la realizzazione di fini sociali e la promozione dello sviluppo economico e civile delle
comunità di riferimento. “Il sistema di programmazione e controllo del Comune di
Campodarsego trova le sue principali basi normative nel Testo Unico degli Enti Locali D
.Lgs. 267/2000, nel D. Lgs. 150/2009, nel D.Lgs.118/2011 e nel D.L. 174/2012. E’
opportuno inoltre richiamare il quadro normativo in materia di anticorruzione e
trasparenza, così come delineato dalla L. 190/2012 e dal D.Lgs. 33/2013. Con riferimento
alle basi regolamentari interne all’Ente, occorre invece fare riferimento al Regolamento di
Organizzazione e al Regolamento sui Controlli interni. Partendo dai diversi livelli del ciclo
di pianificazione (programmazione strategica,programmazione operativa, pianificazione
operativa) è possibile individuare tre documenti fondamentali che, a preventivo,
definiscono la programmazione dell’Ente:a) programmazione strategica: Indirizzi di
governo:
a) documento proposto dal Sindaco e approvato dal Consiglio comunale ad inizio
legislatura, e contenente le linee di mandato quinquennali;
b) programmazione operativa: Documento Unico di Programmazione (DUP), cardine della
programmazione, proposto dalla Giunta al Consiglio Comunale che lo approva,contenente
tra l’altro:
- nella Sezione Strategica (SeS), approvata in base alle scadenze fissate dal legislatore
per l’approvazione del DUP, gli indirizzi strategici, di durata pari al periodo residuo del
mandato;
- nella Sezione Operativa (SeO), approvata contestualmente al bilancio di previsione con
nota di aggiornamento del DUP, i programmi operativi, di durata triennale;
c) pianificazione operativa: Piano Esecutivo di Gestione, approvato dalla Giunta nella
prima seduta utile successiva all’approvazione del bilancio di previsione in Consiglio
comunale (ed eventualmente soggetto a variazioni in corso d’anno), contenente:
a. nella Sezione Obiettivi, gli obiettivi esecutivi (strategici/innovativi), di durata da annuale
a triennale;
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b. nella Sezione Attività, le attività di gestione (ordinarie/consolidate), di durata annuale
(già contenute nel Piano Dettagliato degli Obiettivi, PDO, ora integrato organicamente nel
PEG);
c. nella Sezione Risorse, le dotazioni (finanziarie e di personale) assegnate ai
Responsabili di PEG per l’attuazione degli obiettivi di sviluppo e delle attività digestione.
Con riferimento agli strumenti di monitoraggio e rendicontazione, Il sistema finora definito
si completa a consuntivo con specifici momenti di controllo, raccordati con i sistemi di
valutazione della performance individuale (Dirigenti, posizioni organizzative,e dipendenti)
ed organizzativa:- Indirizzi di governo e DUP - SeS: bilancio di mandato, al termine del
mandato amministrativo;- DUP – SeO:a. Stato di attuazione dei programmi infrannuale;b.
Relazione sulla Gestione annuale;- Piano Esecutivo di Gestione:a. Sezione Obiettivi:
Avanzamento al 31.08 e al 31.12;b. Sezione Attività: Avanzamento al 31.08 e al 31.12.
Per tutti i documenti sopra presentati, al termine del percorso istituzionale di validazione
ed approvazione, è prevista la pubblicazione sul sito internet istituzionale (sezione
Amministrazione Trasparente > Performance), al fine di favorire la massima trasparenza e
conoscibilità di obiettivi e risultati dell’Amministrazione.
Mirko Patron
Sindaco
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INTRODUZIONE AL D.U.P. E LOGICA ESPOSITIVA
Il presente documento, nell’ambito del nuovo principio della programmazione introdotto dal D.lgs. 118 del
2011, svolge un ruolo centrale poiché costituisce il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di
programmazione e rappresenta lo strumento di guida strategica ed operativa dell’ente.
Il contenuto di questo elaborato si suddivide in due sezioni, denominate Sezione strategica e Sezione
operativa.
La Sezione strategica (SeS) sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato e individua,
coerentemente con il quadro normativo, gli indirizzi strategici dell’ente. La Sezione operativa (SeO),
partendo dalle decisioni strategiche dell’ente, delinea una programmazione operativa identificando così gli
obiettivi associati a ciascuna missione e programma ed individuando le risorse finanziarie, strumentali e
umane necessarie per raggiungerli.
Venendo al contenuto, nella prima parte della Sezione strategica, denominata "Analisi delle condizioni
esterne", si analizza il contesto nel quale l’ente svolge la propria attività facendo riferimento in particolar
modo ai vincoli imposti dal governo e alla situazione socio-economica locale. Si tratta quindi di delineare sia
il contesto ambientale che gli interlocutori istituzionali, cioè il territorio ed i partner pubblici e privati con cui
l’ente interagisce.
L’analisi delle condizioni interne si focalizza, invece, sull’organizzazione dell’ente con particolare riferimento
alle dotazioni patrimoniali, finanziarie e organizzative. Vengono approfondite le tematiche connesse
all’erogazione dei servizi e le relative scelte di politica tributaria e tariffaria, lo stato di avanzamento delle
opere pubbliche e le risorse necessarie a coprire il fabbisogno di spesa corrente e d'investimento. Si porrà
inoltre attenzione sul mantenimento degli equilibri di bilancio nel tempo, e questo in termini di competenza e
cassa, analizzando le problematiche connesse con l’eventuale ricorso all’indebitamento ed i possibili vincoli
imposti dal patto di stabilità.
La prima parte della Sezione operativa, chiamata “Valutazione generale dei mezzi finanziari” privilegia
l’analisi delle entrate descrivendo sia il trend storico che la previsione futura dei principali aggregati di
bilancio (titoli). In quest’analisi possono essere specificati sia gli indirizzi in materia di tariffe e tributi che le
decisioni sul ricorso all’indebitamento.
La visione strategica, caratteristica della SeS si trasforma poi in una programmazione operativa quando in
corrispondenza di ciascuna missione suddivisa in programmi, si procede a specificare le forme di
finanziamento di ciascuna missione. Si determina in questo modo il fabbisogno di spesa della missione e
relativi programmi, destinato a coprire le uscite correnti, rimborso prestiti ed investimenti. Si descrivono,
infine, gli obiettivi operativi, insieme alle risorse strumentali e umane rese disponibili per raggiungere tale
scopo.
La seconda e ultima parte della sezione operativa, denominata "Programmazione del personale, opere
pubbliche e patrimonio", si concentra sul fabbisogno di personale per il triennio, le opere pubbliche che
l'amministrazione intende finanziare nello stesso periodo ed il piano di valorizzazione e alienazione del
patrimonio disponibile non strategico.
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LINEE PROGRAMMATICHE DI MANDATO E GESTIONE
L’attività di pianificazione di ciascun ente parte, inevitabilmente, dalla linee programmatiche di mandato che
devono tradursi in obiettivi strategici, operativi ed in azioni. Il programma elettorale, proposto dalla
compagine vincente dopo essersi misurato con le reali esigenze della collettività e dei suoi portatori di
interesse, e dopo essersi tradotto in atto amministrativo attraverso l’approvazione delle linee
programmatiche di mandato, deve concretizzarsi in programmazione strategica ed operativa e, quindi, in
azioni di immediato impatto per l’ente. La programmazione operativa, pertanto, trasforma le direttive di
massima in scelte adattate alle esigenze del triennio. Lo strumento per effettuare questo passaggio è il
documento unico di programmazione (DUP).
ORGANIZZAZIONE COMUNALE
L’organizzazione comunale può giocare un ruolo determinante nella traduzione del programma elettorale in
azioni concrete ed in risultati misurabili; è necessaria per trasformare la volontà politica in gestione
operativa.
Investire sul personale conviene e nella gestione del personale deve prevalere l’orientamento alla persona,
per recepirne le esigenze, i bisogni, le proposte.
Le leve su cui occorre lavorare sono: il metodo e i valori.
Il metodo deve essere improntato al rispetto dei reciproci ambiti di autonomia tra amministratori e personale
e all’ascolto dei dipendenti come portatori di esperienza.
I valori devono essere quelli della trasparenza, della semplificazione, dell’etica, della meritocrazia.
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NFORMAZONE E COMUNICAZIONE
Al fine di garantire una corretta informazione bidirezionale: cittadino – comune – cittadino, l’impegno è quello
di utilizzare tutti i canali informativi, compresi quelli telematici. Sarà implementato e costantemente
aggiornato il sito internet del comune; istituito un Ufficio Qualità per monitorare la percezione e la
soddisfazione che i cittadini hanno rispetto ai servizi pubblici; utilizzato l’APP “Viviamo il Comune” per
informare in tempo reale i cittadini.
BILANCIO E TRIBUTI
L’azione amministrativa continuerà ad assicurare una corretta e sana gestione delle finanze comunali. E’
necessario quindi proseguire la sinergia virtuosa di amministratori e funzionari comunali per programmare le
spese e le relative entrate nell’ottica di massimizzazione di tutte le risorse. Occorrerà agire perseguendo
l’equità fiscale con un sistema di aliquote che tenga in considerazione tutti gli aspetti economico-sociali, così
da potere considerare il carico fiscale sostenibile per le famiglie.
Il Bilancio comunale, che dovrà rispettare i limiti del patto di stabilità secondo la vigente normativa, sarà
redatto con rigore. Si farà ricorso, se necessario, a forme di finanziamento pubblico-privato per la
realizzazione delle opere prioritarie, mantenendo da parte del comune un ruolo di controllo e di indirizzo
generale.
URBANISTICA – TERRITORIO – AMBIENTE
Uno dei temi centrali del nostro programma è sicuramente l’ambiente, perché le scelte di oggi
condizioneranno il futuro dei nostri figli.
L’Amministrazione comunale si è recentemente dotata del Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.), del Piano
degli Interventi (P.I.) e del Piano di Assetto del Territorio Intercomunale (P.A.T.I.), quindi ora deve perseguire
la conservazione dell’equilibrio del sistema uomo-ambiente. Dovrà pertanto dare priorità ai seguenti
obiettivi: recupero e ristrutturazione dei fabbricati esistenti; piena applicazione del Piano Casa per far
ripartire l’economia del settore edilizio; riduzione dell’inquinamento, compreso quello acustico ed
elettromagnetico; sicurezza idraulica, monitorando i corsi d’acqua in sinergia con Genio Civile, Regione,
Consorzio Acque Risorgive; incentivare e regolamentare una costante pulizia dei fossi; creare percorsi
didattici in collaborazione con qualche azienda agricola; valorizzare ulteriormente il Parco Tergolandia.
I mutamenti sociali, quando negativi, possono generare atteggiamenti e comportamenti talvolta imprevedibili
e sentimenti di insicurezza diffusi. Bisogna pertanto garantire la sicurezza del territorio ampliando la rete di
videosorveglianza, predisponendo incontri con i cittadini per promuovere una cultura del rispetto delle
regole, collaborando con il Comando della Stazione dei Carabinieri ed il Corpo di Pulizia Municipale.
UNA CITTA’ SOLIDALE
La crisi sta mettendo a dura prova il tessuto di coesione sociale del Comune. Ampie fasce della popolazione
(lavoratori, famiglie, pensionati, imprenditori) si trovano a fronteggiare difficoltà economiche inattese.
Occorre non limitarsi a rifinanziare ciò che è stato fatto finora, bensì orientare la spesa laddove i bisogni
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sono cresciuti, favorendo la nascita e la crescita di nuovi modi di stare nella società delle persone: il
volontariato, la cultura della responsabilità sociale delle imprese, la cittadinanza attiva, welfare municipale.
Il volontariato, con le sue 56 Associazioni e i suoi 2.500 iscritti rappresenta una vera e propria forza d’urto
che porta Campodarsego a primeggiare nell’Alta Padovana sia per iniziative, sia per eventi. Sono dunque
questi i costruttori di un paradigma sociale, che porta la comunità a crescere insieme, condividendo gioie e
dolori. A questi collaboratori preziosi l’Amministrazione comunale deve garantire supporto, collaborazione,
patrocinio.
Le politiche sociali in capo all’Amministrazione possono e devono giocare un ruolo nel sostenere le famiglie
e i cittadini, sapendo che il welfare municipale non svolge solo un fondamentale ruolo redistributivo, ma
rappresenta un motore di sviluppo per il territorio.
E’ importante risvegliare la coscienza critica dei giovani perché sappia confrontarsi su temi più disparati,
acquisendo così basi solide e concrete. Occorre individuare quindi spazi di aggregazione per favorire il
coinvolgimento e la partecipazione, predisporre progetti educativi e di prevenzione per gli adolescenti,
valorizzare e promuovere il volontariato giovanile.
Gli anziani, per la nostra visione, costituiscono una risorsa e un bene per il territorio di Campodarsego. Per
loro saranno garantiti tutti i servizi e le attività in essere e implementate per quanto possibile nuove
iniziative.
SCUOLA - CULTURA – EVENTI – IDENTITA’ VENETA
Un’Amministrazione realmente innovativa deve necessariamente considerare il mondo della scuola come
imprescindibile punto di partenza di una diversa idea di società, della quale il bambino è parte integrante.
L’intento è quello di consolidare: i contributi e il sostegno alle 5 scuole dell’infanzia presenti nel territorio
comunale; il coordinamento tra l’Amministrazione, il neo eletto comitato dei genitori e il sistema delle scuole
primarie e secondarie; le azioni volte alla difesa del diritto allo studio (trasporto scolastico, libri di testo
gratuiti, centro ricreativo pomeridiano); le azioni volte alla formazione interculturale, ambientale, alla salute e
alla sicurezza.
Tutte le Attività Culturali, le manifestazioni a tema, le attività formative e ricreative saranno promosse e
organizzate in stretta collaborazione con le associazioni e le istituzioni competenti. Si intende porre in essere
una serie di azioni attraverso le quali vengano favorite forme di aggregazione e animazione volte a creare il
senso di comunità. Saranno particolarmente curate manifestazioni a ricordo della nostra identità veneta
(batimarso, carnevale, festa di San Martino ...) e valorizzato il territorio (in particolare il Parco naturalisticoartistico Tergolandia) con spettacoli, pubblicazioni e ricerca storica.
La Biblioteca, ristrutturata di recente, continuerà ad essere il punto di aggregazione culturale della comunità,
accessibile, con servizi gratuiti e orario adeguato.
Attività da promuovere: animazione e corsi di lettura; presentazione di libri ed incontri con l’autore; cicli
tematici in collaborazione con associazioni ed altri enti; stagione teatrale per i bambini e le famiglie; concerti;
corsi culturali multidisciplinari.
SPORT E TEMPO LIBERO
La città di Campodarsego ha una forte vocazione sportiva ed eccellenze in varie discipline. Il nostro obiettivo
è continuare a garantire un’offerta sempre più qualificata e fruibile, attraverso un processo di concertazione
con gli operatori e gli utenti. Sarà prioritario continuare il rapporto sinergico con le associazioni sportive.
Purtroppo gli impianti sportivi presenti nel nostro Comune non consentono di soddisfare tutte le esigenze,
per cui sarà valutata l’opportunità di accedere a finanziamenti regionali o europei per la realizzazione di
nuove strutture.
Presso gli impianti sportivi di base sarà implementata la sicurezza con la dotazione dei defibrillatori. Verrà
data continuità alla Festa dello Sport, con premiazione dei migliori atleti, e alla collaborazione con la Scuola
per la diffusione della pratica sportiva nei plessi scolastici, anche con il sostegno del CONI e delle
associazioni sportive del territorio. Alle medesime associazioni, la cui attività è finalizzata alla formazione
educativa e sportiva e alla pratica dello sport a livello dilettantistico o amatoriale sarà assicurato un
contributo in base al numero degli iscritti.
ATTIVITA’ PRODUTTIVE
Il lavoro è vitale per ogni persona e per ogni comunità. Ecco perché occorre creare le condizioni affinché
Campodarsego potenzi la sua vocazione produttiva a livello industriale, commerciale e anche agricola e
metta in atto ogni azione politica e amministrativa perché ciò avvenga realmente. Occorre potenziare tutto
quel mondo legato alla new economy attraverso la creazione di nuovi spazi e nuove opportunità lavorative
per i giovani e per l’imprenditoria femminile.
Occorre fare una mappatura del settore produttivo presente in zona; mettere in rete gli operatori economici:
aziende, artigiani, liberi professionisti; realizzare parcheggi per i tir in zona industriale; creare una fidelity
card per incentivare gli acquisti presso i punti vendita del capoluogo e delle frazioni; mettere a punto il nuovo
piano del commercio che riguarda il mercato, i posteggi isolati e la fiera.
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OPERE PUBBLICHE – VIABILITA’
Nel settore dei lavori pubblici si è reso necessario fare delle scelte oculate, non puntando sulle grandi opere,
per le quali non ci sono le risorse, ma sull’offrire risposte chiare, puntuali e mirate alla soluzione dei problemi
di vita quotidiana dei nostri cittadini.
Ecco che diventa prioritario dare ultimazione alle opere già avviate e successivamente soddisfare le richieste
che provengono da ciascuna zona e che devono essere considerate con grande attenzione, al fine di
favorire una localizzazione equilibrata dei servizi e delle strutture sociali.
Nel prossimo futuro sarà data attuazione ai seguenti interventi:
riqualificazione dell’illuminazione pubblica con la tecnologia a LED per il
risparmio energetico;
interventi
straordinari per il completamento della rete fognaria;
miglioramento degli edifici scolastici;
realizzazione di una vasca di laminazione per il contenimento delle acque a Bronzola;
ristrutturazione della sede municipale;
adeguamento normativo degli impianti sportivi “Il Gabbiano”.
Dopo l’apertura del nuovo ponte sul Muson, corre l’obbligo di formulare un Piano del traffico per risistemare
i collegamenti con le direttrici Regionale 308 e Provinciale Ovest-Est. Necessita pure fare squadra con i
comuni attraversati dalla ferrovia per giungere a completamento della tanto attesa metropolitana di superficie
sulla linea Padova – Castelfranco Veneto.
Signori Consiglieri, queste sono le linee programmatiche. Siamo ora in attesa del vostro giudizio e del
vostro contributo che, come il nostro, sarà orientato all’interesse generale.
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MISSIONE 01: SERVIZI ISTITUZIONALI, GENERALI E DI GESTIONE
(Organizzazione – Informazione – Bilancio)
Obiettivi Strategici
- Predisposizione di strategie affinché tutta l’organizzazione comunale orienti la propria attività al fine di
perseguire, come vero ed unico obiettivo, la soddisfazione dei cittadini;
- Valorizzazione delle professionalità e delle competenze interne attraverso la condivisione delle regole, la
responsabilità sociale e la meritocrazia;
- Progetto “Amministrazione incontra” che prevede l’organizzazione di incontri nel territorio e nelle singole
frazioni per interagire con i cittadini per le scelte più rilevanti;
- Aggiornamenti ed implementazioni continue sul sito internet istituzionale ai fini di una completa e repentina
informazione nonché trasparenza in merito agli atti pubblici;
- Utilizzo della APP “Viviamo il Comune” per avvisare ed invitare in tempo reale i cittadini in caso di
manifestazioni, eventi, riunioni;
- Promozione dell’equità fiscale attraverso un sistema trasparente e mirato di prevenzione e controllo;
- Contenimento delle imposte e tasse al fine di evitare ulteriori carichi su famiglie e imprese.
- Il Bilancio Comunale dovrà rispettare i limiti del patto di stabilità e, se necessario, si farà ricorso a forme di
finanziamento pubblico-privato per la realizzazione delle opere prioritarie, mantenendo da parte del Comune
un ruolo di controllo e di indirizza generale.
Risultati attesi
I cittadini singoli o associati devono avere la possibilità di partecipare all’azione amministrativa per la
costruzione del bene comune, attraverso momenti di confronto e anche attraverso la costruzione di un
bilancio partecipato. Cittadini responsabili, non sudditi.
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MISSIONE 02: ISTRUZIONE E DIRITTO ALLO STUDIO
(La Scuola, il futuro della nostra Città)
Obiettivi Strategici
- Il mondo della scuola è il punto di partenza per la costituzione di una diversa idea di società, della quale il
bambino è parte integrante;
- Costante coordinamento tra Amministrazione Comunale e organi istituzionali delle scuole primarie e
secondarie, nonché con il neoeletto comitato dei genitori;
- Garantire per il futuro la presenza dei plessi scolastici delle Elementari in tutte le frazioni;
- Mettere in sicurezza le attuali scuole dell’obbligo, elementari e medie, per assecondare anche la necessità
derivante dalla didattica avanzata;
- Dare puntuale sostegno finanziario alle scuole materne parrocchiali;
- Realizzare attività ed azioni volte alla difesa del diritto allo studio quali il trasporto scolastico, la fornitura
gratuita dei libri di testo agli alunni della scuola primaria e i libri di testo basilari per la scuola media;
- Promuovere l’integrazione con la realizzazione dei centri ricreativi pomeridiani e campagne di informazione
periodica per l’educazione stradaleosolidare e ampliare i progetti scolastici legati al teatro, musica, lettura,
giorno della memoria, attività interculturali, educazione ambientale;
- Garantire il servizio di vigilanza stradale presso le scuole comunali, al fine di assicurare i bambini nella fase
di attraversamento pedonale.
Risultati attesi
La cultura, la formazione, la ricerca costituiscono un aspetto fondamentale nella vita di una comunità. La
cultura costituisce la principale risorsa di un territorio e rappresenta un sicuro investimento economico non
solo per il futuro, ma anche per le ricadute positive immediate: crescita degli scambi economici e
miglioramento della qualità della vita.
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MISSIONE 03 : VALORIZZAZIONE DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI
( Cultura – Biblioteca – Entità Veneta)
Obiettivi Strategici
Valorizzazione del territorio del Graticolato, dei fiumi storici e della nostra identità veneta attraverso
spettacoli, ricerca storica e pubblicazioni;
Portare le rassegne di spettacolo, oltre che nel capoluogo, anche nel territorio delle frazioni al fine di
valorizzare, ove possibile, piazze, chiese, oratori, strutture, siti caratteristici del patrimonio culturale e storico
di Campodarsego;
Cercare di promuovere l’approfondimento di temi di intere generale attraverso le diverse forme di
espressione e comunicazione (cineforum, mostre, convegni, ecc.), visite guidate a città d’arte, laboratori di
teatro, corsi multidirezionali;
Realizzazione di progetti ad hoc per gli studenti, onde metterli in contatto con il mondo del lavoro, con
associazioni culturali, sociali e di volontariato;
La Biblioteca comunale, ristrutturata di recente e munita di un’ampia dotazione di libri, riviste e archivi
documentari, deve diventare il luogo ideale per chi deve studiare e fare ricerche, anche grazie al prestito
interbibliotecario;
Ogni iniziativa, dalle proposte teatrali al concerto di Capodanno, dagli incontri con l’autore ai Grandi Eventi,
deve essere finalizzata per promuovere il nostro territorio a livello Regionale;
Vi è infine la volontà di valorizzare le eccellenze di Campodarsego, promovendone l’inserimento nei più
interessanti itinerari turistici.
Risultati attesi
Tutte le attività culturali, le manifestazioni a tema, le attività formative e ricreative saranno promosse e
organizzate in stretta collaborazione con le Associazioni e le Istituzioni competenti. Si intende porre in
essere una serie di azioni attraverso le quali vengano favorite forme di aggregazione e di animazione volte a
creare il senso della comunità.
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MISSIONE 04 : POLITICHE GIOVANILI – SPORT – TEMPO LIBERO
Obiettivi strategici
- Promuovere e realizzare, anche in collaborazione con l’U.S.S.L. 15 e la Scuola, incontri formativi per i
genitori sui temi legati alle principali problematiche della crescita (maturazione psico-fisica ed affettiva,
bullismo, dipendenze, ecc.);
- Incoraggiare la presenza e la partecipazione dei giovani alla vita politica del Comune, partecipando ai
Consigli Comunali, e presentare loro progetti mirati ad approfondite la loro conoscenza sulle Istituzioni;
- Valorizzare i rapporti tra Amministrazione e associazione giovanili presenti nel territorio, mediante il loro
coinvolgimento nelle politiche sociali, culturali, ambientali del paese;
- Organizzare incontri tra imprenditori e studenti mediante lezioni, seminari, stages;
- Favorire l’attività sportiva di base con un occhio di riguardo ai giovani, che nello sport possono trovare
stimoli, divertimento, sollievo dalle tensioni familiari e ambientali;
- Alle associazioni sportive del territorio, la cui attività è finalizzata alla formazione educativa e sportiva, alla
pratica dello sport a livello dilettantistico o amatoriale, sarà assicurato un contributo in base al numero degli
iscritti;
- Presso gli impianti sportivi di base sarà implementata la sicurezza con la dotazione di defibrillatori;
- Adesione all’iniziativa provinciale “Sportivando” per continuare a diffondere nelle piazze il messaggio di
energia e vitalità dello sport, attraverso la dimostrazione delle varie discipline sportive praticate dalle
associazioni presenti nel territorio;
- Verrà data continuità al Giocosport, realizzato dal CONI presso i singoli plessi scolastici.
Risultati attesi
I giovani rappresentano la componente più fresca e innovativa della società, quella davvero capace di
disegnare un futuro migliore. Pertanto Campodarsego, se non vuole invecchiare, deve dare spazio ai
giovani, spazio per vivere, per incontrarsi, per comunicare, per fare sport, per lavorare.
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MISSIONE 05 : URBANISTICA – TERRITORIO – AMBIENTE
Obiettivi strategici
- Tutela della identità storico-culturale del territorio e della qualità degli insediamenti urbani e extraurbani
attraverso la riqualificazione e il recupero edilizio ed ambientale degli aggregati esistenti;
- Tutela del paesaggio rurale, della centuriazione e delle aree di valenza naturalistica;
- Piena applicazione del Piano Casa per fare ripartire l’economia del settore edilizio;
- Riduzione dell’inquinamento, compreso quello acustico ed elettromagnetico;
- Sicurezza idraulica, monitorando i corsi d’acqua in sinergia con Regione, Genio Civile, Consorzio Acque
Risorgive;
- Incentivare e regolamentare una costante pulizia dei fossi;
- Incrementare il patrimonio arboreo del Comune attraverso un Piano del Verde;
- Valorizzare ulteriormente il Parco Tergolandia;
- Ampliare la rete di videosorveglianza e utilizzare nuove tecnologie digitali per debellare i furti e gli atti di
vandalismo.
Risultati attesi
L’Amministrazione Comunale si è recentemente dotata del P.A.T., del P.I. e del P.A.T.I., quindi ora deve
perseguire la conservazione dell’equilibrio del sistema uomo – ambiente.
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MISSIONE 06 : OPERE PUBBLICHE – VIABILITA’
Obiettivi strategici
- Riqualificazione urbana e valorizzazione dei centri delle nostre frazioni, per suscitare interesse e dare
nuove opportunità ai cittadini di ogni zona;
- Interventi straordinari per il completamento della rete fognaria;
- Riqualificazione dell’illuminazione pubblica con la tecnologia a LED per il risparmio energetico;
- Realizzazione di una vasca di laminazione per il contenimento delle acque a Bronzola;
- Ristrutturazione della sede municipale;
- Adeguamento normativo degli impianti sportivi “Il Gabbiano”;
- Formulazione di un Piano per il traffico per risistemare i collegamenti con la Strada Regionale 308 e
Provinciale Ovest – Est, dopo l’apertura del nuovo ponte sul Muson;
- Fare squadra con i Comuni attraversati dalla ferrovia Padova – Castelfranco per giungere al
completamento della metropolitana di superficie.
Risultati attesi
Nel settore dei lavori pubblici, essendo le risorse piuttosto limitate, rientra prioritario dare ultimazione alle
opere già avviate e, successivamente, soddisfare le richieste che provengono da ciascuna zona e che
devono essere considerate con grande attenzione al fine di favorire una localizzazione equilibrata dei servizi
e delle strutture sociali.
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MISSIONE 07 : POLITICHE SOCIALI – VOLONTARIATO
Obiettivi Strategici
- Il Servizio Sociale del Comune, coadiuvato dall’Assistente Sociale, deve dare risposte adeguate e mirate a
chi chiede accoglienza, informazione, orientamento;
- Programma di sostegno e di incentivi alle famiglie che curano e assistono direttamente persone disagiate e
non autosufficienti;
- Creazione di attività di sostegno extrascolastiche e ludo-didattiche, in orario pomeridiano, per famiglie con
difficoltà di gestione dei figli per motivi di lavoro;
- Avvio di progetti per il recupero alla vita attiva e per la valorizzazione degli anziani come risorsa del paese
(vigilanza nelle scuole o durante le manifestazioni, ecc.);
- Favorire per gli anziani momenti di aggregazione e promozione della salute con opportune attività motorie,
soggiorni climatici, turismo sociale;
- L’Amministrazione riconosce tutto il valore formativo delle scuole materne parrocchiali e la loro funzionale
presenza nel territorio. Si impegna quindi a dare puntuale sostegno finanziario in modo da garantire una
ottimale didattica;
- L’Amministrazione pone pure attenzione e offre collaborazione alle numerose e qualificate attività culturali,
ricreative e di formazione svolte dalle Parrocchie;
- Il volontariato, con le sue 56 Associazioni e i suoi 2.500 iscritti, rappresenta una vera e propria risorsa per
Campodarsego e l’Amministrazione Comunale deve garantire supporto, collaborazione, patrocinio;
- Occorre individuare spazi di aggregazione per favorire il coinvolgimento dei giovani e predisporre progetti
educativi e di prevenzione per gli adolescenti.
Risultati attesi
Il manifestarsi di nuovi bisogni, connessi ai cambiamenti sociali, rende necessaria la mobilitazione e
l’organizzazione delle diverse risorse presenti sul territorio per garantire risposte efficaci. Bisogna altresì
ridefinire le strategie e modalità di prevenzione per fare in modo che le differenze diventino opportunità di
ricchezza e non occasione di emarginazione.
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MISSIONE 08 : SVILUPPO ECONOMICO E COMPETITIVITA’
Obiettivi Strategici
- Il nostro territorio è caratterizzato dalla presenza di un’imprenditoria diffusa, frutto della creatività dei
cittadini di Campodarsego, dove però gli insediamenti produttivi sono distribuiti in zone improprie E’ compito
dell’Amministrazione difendere questa peculiarità;
- Mappatura del settore produttivo presente nella nostra città, riqualificando gli insediamenti produttivi già
esistenti , nel rispetto della normativa;
- Rapporto di collaborazione con Provincia e Regione al fine di ottenere le risorse per la realizzazione delle
infrastrutture necessarie;
- Avviare iniziative tese a creare nuova occupazione e comunque cercare collaborazione con Aziende per
corsi di formazione;
- Potenziare tutto quel mondo legato alla new economy attraverso la creazione di nuovi spazi e di nuove
opportunità lavorative per i giovani e per l’imprenditoria femminile;
- Promuovere incontri con le Associazioni degli artigiani, che rappresentano la categoria più numerosa e più
vivace del nostro territorio;
- Avviare, di concerto con le associazioni di categoria, iniziative specifiche, anche a livello di scuole, per la
riscoperta e la valorizzazione del grande patrimonio culturale legato all’artigianato;
- Creare percorsi didattici nelle scuole, in collaborazione con le aziende agricole locali;
- Creare una fidelity card per incentivare gli acquisti presso i punti vendita del capoluogo e delle frazioni.
Risultati attesi
Il lavoro è vitale per ogni persona e per ogni comunità. Ecco perché occorre creare le condizioni affinché
Campodarsego potenzi la sua vocazione produttiva a livello industriale, artigianale, commerciale e metta in
atto ogni azione politica e amministrativa perché ciò avvenga realmente.
legale (ultimo censimento
Popolazione legale
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Documento Unico di Programmazione 2016-2018
ANALISI STRATEGICA DELLE CONDIZIONI ESTERNE
Come già anticipato, la sezione strategica aggiorna le linee di mandato e individua la strategia dell’ente e le
politiche da sviluppare per conseguire le finalità istituzionali e gli indirizzi generali di programmazione.
Inevitabilmente l’individuazione degli obiettivi strategici consegue a un processo conoscitivo di analisi
strategica delle condizioni esterne all’ente (descritto in questa parte del documento) e di quelle interne.
L'analisi strategica delle condizioni esterne, descritta nelle pagine seguenti, approfondisce i seguenti profili:
1. Obiettivi individuati dal Governo;
2. Valutazione socio-economica del territorio;
• Territorio e pianificazione territoriale;
•
Strutture ed erogazione dei servizi;
•
Economia e sviluppo economico locale;
3. Parametri per identificare i flussi finanziari.
Obiettivi individuati dal governo (condizioni esterne)
Il primo passo dell’analisi delle condizioni esterne consiste nel valutare gli obiettivi individuati dal Governo
poiché gli obiettivi strategici dell'ente dipendono molto dal margine di manovra concesso dall'autorità
centrale. L’analisi si concentra sul DEF (Documento di Economia e Finanza) che rappresenta il principale
strumento della programmazione economico-finanziaria dello Stato in quanto indica la strategia economica e
di finanza pubblica nel medio termine.
Il DEF è composto dalle seguenti tre sezioni oltre che da alcuni allegati:
1. Programma di stabilità. Contiene gli obiettivi da conseguire per accelerare la riduzione del debito
pubblico e, in particolare, gli obiettivi di politica economica per il triennio successivo; l'aggiornamento
delle previsioni per l'anno in corso; l'indicazione dell'evoluzione economico-finanziaria
internazionale; gli obiettivi programmatici.
2. Analisi e tendenze della finanza pubblica. Contiene l'analisi del conto economico e del conto di
cassa nell'anno precedente, le previsioni tendenziali del saldo di cassa del settore statale e le
indicazioni sulle modalità di copertura. A questa sezione è allegata una Nota metodologica
contenente i criteri di formulazione delle previsioni tendenziali a legislazione vigente per il triennio
successivo.
3. Programma nazionale di riforma. Contiene l’indicazione dello stato di avanzamento delle riforme
avviate, degli squilibri macroeconomici nazionali e dei fattori di natura macroeconomica che incidono
sulla competitività, le priorità del Paese e le principali riforme da attuare.
Valutazione socio-economica del territorio (condizioni esterne)
Il secondo passo dell’analisi delle condizioni esterne consiste nell’analizzare la situazione ambientale in cui
l'amministrazione si trova ad operare al fine di calare gli obiettivi generali nel contesto di riferimento e
consentire la traduzione degli stessi nei più concreti e immediati obiettivi operativi.
Nella sezione popolazione e situazione demografica vengono analizzati gli aspetti statistici della popolazione
in relazione alla sua composizione e all’andamento demografico in atto.
Nella sezione territorio e pianificazione territoriale si analizza la realtà territoriale dell’ente in relazione alla
sua conformazione geografica ed urbanistica.
Nella sezione strutture ed erogazione di servizi si verifica la disponibilità di strutture tali da consentire
un'adeguata risposta alla domanda di servizi pubblici locali proveniente dalla cittadinanza.
La sezione economia e sviluppo economico locale analizza le caratteristiche strutturali dell'economia
insediata nel territorio delineando le possibili prospettive e traiettorie di sviluppo.
Infine nella sezione sinergie e forme di programmazione negoziata si individuano le principali forme di
collaborazione e coordinamento messe in atto da questa o da precedenti amministrazioni con diversi
stakeholder.
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Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Parametri per identificare i flussi finanziari (condizioni esterne)
Il principio contabile della programmazione, al paragrafo 8.1 richiede l’approfondimento dei “parametri
economici essenziali” identificati come quei parametri che, a legislazione vigente, consentono di identificare
l’evoluzione dei flussi finanziari ed economici dell’ente e dei propri enti strumentali e consentono di
segnalare le differenze rispetto ai parametri di riferimento nazionali.
Nella sezione dedicata sono stati presentati i seguenti parametri:
• Indicatori finanziari e parametri di deficitarietà;
• Grado di autonomia;
• Pressione fiscale e restituzione erariale;
• Grado di rigidità del bilancio;
• Parametri di deficit strutturale.
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Documento Unico di Programmazione 2016-2018
OBIETTIVI INDIVIDUATI DAL GOVERNO (fonte DEF Governo)
1.1I risultati raggiungi in termini di saldo strutturale e di regola di spesa
Come riconosciuto dalla Commissione Europea, l’economia italiana ha attraversato una recessione tra le più
profonde e prolungate della storia del Paese8 . Dopo la forte contrazione verificatasi nel anni 2012e 2013,
l’economia italiana ha chiuso il 2014 con un’ulteriore contrazione del PIL, pari allo 0,4 per cento. Nel 2015, il
prodotto tornerà a crescere ( 0,7 per cento), sebbene in misura inferiore a quanto indicatone.
Secondo il quadro macroeconomico programmatico indicato nel suddetto Documento, il tasso di crescita del
PIL tornerebbe sopra l’1,0 per cento a partire dal 2016. La stima del tasso di crescita del prodotto
potenziale9 tiene conto congiuntamente delle nuove previsioni di crescita10 e della contrazione
dell’economia registrata negli ultimi anni. La crescita del prodotto potenziale risulta negativa rispettivamente
pari a 0,6 e 0,4 per cento nel 2013 e 2014. La variazione risulterebbe negativa anche nell’anno in corso,
mentre nel 2016 la crescita del prodotto potenziale si attesterebbe su valori sostanzialmente nulli. Solo a
partire dal 2017 il prodotto potenziale tornerebbe su valori positivi fino a raggiungere un tasso di crescita
dello 0,5 per cento nel 2019 a termine dell’orizzonte di previsione. Negli anni 2013-2015 tutti i fattori di
produzione contribuirebbero a trainare la crescita potenziale verso il basso con apporti che in media si
equivalgono. Tuttavia, a partire dal 2016 si assisterebbe ad un deciso recupero del fattore lavoro che
continuerebbe fino alla fine dell’orizzonte di previsione. Per contro, l’apporto del capitale resterebbe negativo
nel 2016 e praticamente nullo negli anni a seguire. La Produttività Totale dei Fattori farebbe segnare un
apporto positivo alla crescita del prodotto potenziale solo a partire dal 2018. L’output gap, dopo aver
registrato un livello record pari a -4,7 per cento del PIL potenziale nel 2013 e a -4,6 per cento nel 2014, è
previsto ridursi nel 2015 attestandosi a -3,8 per cento confermando il perdurare della fase di eccezionale
debolezza del ciclo economico. Tale fase di debolezza si esaurirebbe solo nel 2016, quando il livello
dell’output gap, pari a -2,5 per cento del potenziale, farebbe registrare condizioni ancora negative ma
sostanzialmente normalizzate11 .Negli anni a seguire si registrerebbe una veloce chiusura dell’output gap
che ridurrebbe conseguentemente anche l’impatto della componente ciclica del saldo di bilancio. Nel 2019,
l’output gapsi attesterebbe in territorio positivo con un valore pari a 0,5 per cento del potenziale12 . Nel
corso del 2013 e del 2014, ossia in corrispondenza del momento più acuto della recessione e in condizioni
cicliche eccezionali, la traiettoria di avvicinamento dell’Italia al proprio Obiettivo di Medio Periodo(MTO),
rappresentato dal saldo strutturale in pareggio, non ha subito deviazioni significative. Difatti,nonostante le
condizioni del ciclo economico avrebbero permesso la possibilità di praticare un aggiustamento nullo, il
deficit strutturale è diminuito di 0,4 punti percentuali di PIL nel 2013. Tale dinamica è stata favorita da una
considerevole riduzione della spesa pubblica. L’aggregato di spesa diriferimento13 ha fatto registrare nello
stesso anno un calo pari -2,1 per cento in termini reali. Nel 2014, il disavanzo strutturale calcolato sulla base
delle previsioni programmatiche si è collocato allo 0,7 percento del PIL, in linea con la stima del 2013. Tale
risultato è migliore dell’obiettivo indicato nel Draft Budgetary Plan (DBP) per il 2015 approvato lo scorso
ottobre, che lo ricollocava allo 0,9 per cento del PIL (0,6 per cento secondo il precedente DEF)14 . Per
contro, l’aggregato di spesa ha fatto registrare una riduzione di circa -1,6 per cento in termini reali, ben oltre i
parametri della Commissione che, in presenza di condizioni cicliche eccezionali, permettono all’aggregato di
spesa di muoversi coerentemente con il tasso di crescita potenziale di medio periodo che per l’Italia
sarebbe, secondo la metodologia dell’UE, pari a zero.
1.2 La programmazione di bilancio per i prossimi anni
Fin dall’uscita dalla Procedura per Disavanzi Eccessivi nel 2012, i diversi Governi che si sono succeduti
sono sempre riusciti a mantenere il disavanzo al di sotto della soglia del 3,0 per cento del PIL. L’attuale
Governo conferma tale impegno e ritiene che gli obiettivi programmatici presentati in questo Documento
siano coerenti con le disposizioni del Patto di Stabilità e Crescita. Infatti, lungo tutto l’orizzonte di previsione
l’indebitamento netto rimane saldamente al di sotto della soglia del 3,0 percento del PIL. Allo stesso tempo,
in linea di continuità con quanto già attuato, la strategia di bilancio creerà spazi per ridurre in modo
permanente la pressione fiscale per le famiglie con redditi da lavoro medio-bassi e per le imprese, con il
duplice obiettivo di supportare la domanda aggregata e la competitività del Paese. Ulteriori interventi di
riduzione della spesa pubblica assicureranno il parziale finanziamento delle misure descritte e il
miglioramento qualitativo della spesa. Nel triennio 2015-2018,sono confermati gli obiettivi di indebitamento
netto indicati nel DBP per il 2015, pari al 2,6 per cento del PIL nel 2015, 1,8 per cento nel 2016, 0,8 per
cento nel 2017 e un saldo nullo nel 2018. Nel 2019 è atteso un surplus nominale pari allo 0,4 per cento del
PIL. Al contempo la programmazione di bilancio dei prossimi anni conferma l’impegno del Governo ad
assicurare la convergenza verso il proprio Obiettivo di Medio Periodo nel 2017. Gli obiettivi programmatici di
finanza pubblica sono inoltre coerenti con il rispetto della regola del debito nel 2016 sulla base della
dinamica prevista al 201815 . La programmazione di finanza pubblica nel corso dei prossimi anni avrà il
seguente impatto. Nel 2015, lo spazio di manovra rispetto all’indebitamento tendenziale di circa 0,1 punti
percentuali di PIL, anche in considerazione del particolare contesto macroeconomico, sarà utilizzato per
rafforzare l’attivazione delle riforme strutturali già avviate. Nell’anno sarà comunque garantita una variazione
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Documento Unico di Programmazione 2016-2018
positiva del saldo strutturale rispetto al 2014, pari a circa 0,2 punti percentuali di PIL, supportata, nel biennio
2014-2015 da una riduzione media dell’aggregato di spesa pari a -0,6 per cento in termini reali. Tale profilo è
da ritenersi coerente con lo sforzo fiscale richiesto dalla Commissione agli Stati Membri ad alto debito in
presenza di condizioni economiche severe16 . Nel 2016, l’obiettivo programmatico del deficit nominale è
fissato ad un livello superiore rispetto alla stima tendenziale per circa 0,4 punti percentuali di PIL. Il Governo
intende avvalersi della flessibilità prevista dalla legislazione nazionale (art. 3 comma 4 della L.n. 243/2012) e
dai regolamenti europei (art. 5 del Regolamento Europeo n. 1466/97) a favore dei Paesi che stanno
attuando ambiziosi interventi strutturali volti a favorire il ritorno dell’economia su un sentiero di crescita più
sostenuto nel medio periodo. Le riforme strutturali già avviate e le nuove annunciate in questo Documento
avranno effetti diretti sulla crescita potenziale e sulla sostenibilità del debito, consentendo, secondo quanto
stabilito dalla normativa europea e nazionale di deviare temporaneamente dal sentiero di convergenza verso
l’Obiettivo di Medio Periodo. Di conseguenza il Governo, pur potendo raggiungere il pareggio strutturale già
nel 2016, ritiene opportuno confermare l’obiettivo del DBP conseguendo l’MTO nel 2017. Al contempo, nel
rispetto degli obiettivi programmatici indicati in questo Documento, il Governo si impegna a disattivare
l’entrata in vigore sia della clausola di salvaguardia posta a garanzia dei saldi di finanza pubblica dalla Legge
di Stabilità 2015 (per 0,8 punti percentuali di PIL), sia di quella prevista dalla Legge di Stabilità 2014 (per0,2
punti percentuali di PIL). Al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica basati sullo
scenario macroeconomico della Nota di Aggiornamento del DEF 2014, il Governo aveva infatti previsto con
la Legge di Stabilità per il 2015, l’aumento delle aliquote IVA e delle accise sugli oli minerali. Tali misure
comportano un aumento atteso del gettito tributario di 12,8 miliardi nel 2016, 19,2miliardi nel 2017 e circa 22
miliardi dal 2018. A questi incrementi si aggiungono le maggiori entrate previste in relazione alle clausole di
salvaguardia poste ancora prima, con la Legge di Stabilità per il2014, attraverso la variazione delle aliquote
d'imposta e le riduzioni delle agevolazioni e detrazioni vigenti, per 3,3 miliardi nel 2016 e 6,3 miliardi dal
2017. Il miglioramento del quadro macroeconomico previsto nel DEF 2015 muta favorevolmente lo scenario
di riferimento e consente di riconsiderare la dimensione delle misure correttive da adottare per rispettare gli
impegni assunti in ambito europeo .Affinché le riforme strutturali, adottate e programmate, sviluppino a pieno
i loro effetti è cruciale che nei prossimi anni la ripresa economica dopo diversi anni di recessione non venga
ostacolata da misure restrittive. Il superamento delle clausole è, inoltre, pienamente in linea con la strategia
di bilancio già avviata dal Governo nel 2014 di riduzione della tassazione, in particolare di quella sui redditi
da lavoro e sui profitti d’impresa. Il percorso di avvicinamento all’obiettivo del pareggio di bilancio strutturale
proseguirà con ulteriori interventi di revisione della spesa pubblica e altri risparmi. per complessivi 0,6 punti
percentuali di PIL. Il sentiero di convergenza verso l’Obiettivo di Medio Periodo è quindi modulato in
considerazione degli eventi eccezionali che hanno caratterizzato l’economia e dell’esigenza di garantire la
necessaria gradualità per realizzare nel breve periodo ambiziose riforme strutturali. Il Governo rivede, infine,
il piano di privatizzazioni già presentato nel DEF2014 con proventi attesi pari a circa 1,7 per cento del PIL
negli anni 2015-2018. Successivi interventi normativi, culminanti nella prossima Legge di Stabilità,
renderanno operativo il percorso programmato. Revisioni degli obiettivi nel corso del 2014Nel mese di aprile
2014, a fronte del contesto economico eccezionalmente negativo, il Documento di Economia e Finanza
(DEF) 2014 aveva previsto il posticipo per il conseguimento del pareggio strutturale di bilancio dal 2015 al
2016. Il rinvio temporaneo del raggiungimento dell’Obiettivo a Medio Termine(MTO) rispondeva, oltre
all’esigenza di non deprimere ulteriormente la domanda interna, all’intenzione del Governo di attivare la
clausola delle riforme strutturali. Il Documento indicava il piano di rientro che avrebbe assicurato il ritorno
all’MTO entro il 2016 e il suo mantenimento negli anni successivi,quantificando una correzione annua
dell’avanzo primario di circa 3 decimi di PIL nel periodo 2015-2018. Nelle raccomandazioni rivolte all’Italia
dal Consiglio UE nel mese di luglio 2014, basate sulla valutazione del DEF da parte della Commissione
Europea, si evidenziava la necessità di rafforzare la strategia di bilancio nel 2015 per assicurare il rispetto
della regola sul debito pubblico, attraverso una correzione basata su risparmi di spesa corrente, preservando
la spesa capitale maggiormente rilevante per la crescita economica. Il percorso programmatico indicato nel
Documento risultava pertanto coerente con le raccomandazioni. Il 30 settembre 2014, a seguito del
significativo rallentamento della crescita economica (la crescita del PIL in volumi attesa nel 2014 era rivista
dallo 0,8 per cento al -0,3 per cento) e del ridimensionamento della dinamica dei prezzi, il Governo
richiedeva al Parlamento, sentita la Commissione Europea, l’autorizzazione per uno scostamento
temporaneo dal percorso di convergenza verso l’MTO indicato nel DEF 2014. Come previsto dalla legge di
attuazione del principio del pareggio dibilancio17, il Governo presentava una Relazione alle Camere, da
approvare a maggioranza assoluta. Gli obiettivi di finanza pubblica fissati in aprile erano rivisti e il
raggiungimento del pareggio strutturale ulteriormente posticipato da 2016 al 2017 a causa dell’aggravarsi
delle condizioni economiche divenute eccezionalmente severe, con conseguente revisione al ribasso delle
prospettive di crescita nel 2015 e negli anni seguenti. Sulla base del nuovo quadro macroeconomico, la
revisione degli obiettivi di bilancio operata con la Relazione veniva fissata nella Nota di Aggiornamento del
DEF, presentata al Parlamento contestualmente alla Relazione. Il nuovo scenario tendenziale considerava
anche gli effetti dei provvedimenti aventi carattere d’urgenza adottati dal Governo dopo il DEF per favorire il
rilancio dell’economia. Questi contenevano, tra l’altro, l’autorizzazione di ulteriori pagamenti dei debiti
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Documento Unico di Programmazione 2016-2018
pregressi delle Amministrazioni pubbliche verso i propri fornitori, la concessione di garanzie dello Stato sulle
operazioni di cessione dei crediti certificati verso la PA, la ristrutturazione dei debiti delle regioni e misure per
proseguire il processo di revisione della spesa pubblica18. Tali provvedimenti accrescevano il saldo netto da
finanziare di quasi 18,0 miliardi nel 2014 e il fabbisogno di circa 8,2 miliardi. Il passaggio alle nuove linee
metodologiche del Sistema dei Conti Nazionali e Regionali (SEC 2010)costituiva un’innovazione ulteriore
rispetto al Documento presentato in aprile e comportava una revisione significativa nei livelli di consuntivo
delle grandezze economiche e di finanza pubblica e un effetto di trascinamento per gli anni seguenti. Le
nuove stime a legislazione vigente secondo il SEC2010 collocavano l’indebitamento netto delle
Amministrazioni pubbliche al 2,8 per cento nel 2013 (3,0per cento secondo il SEC 95) e al 3,0 per cento del
PIL nel 2014, con un peggioramento di circa 0,4 punti percentuali di PIL rispetto alla stima del 2,6 per cento
indicata nel DEF. Ne conseguiva un peggioramento del saldo strutturale per il 2014 di circa 3 decimi di punti
di PIL rispetto alla stima di aprile. A seguito dell’indebolimento delle grandezze macroeconomiche,
l’indebitamento netto tendenziale era previsto attestarsi al 2,2 per cento del PIL nel 2015, passando dall’1,8
per cento nel 2016allo 0,8 per cento nel 2018. Nel DEF di aprile il deficit era previsto ridursi
progressivamente fino a registrare un lieve surplus, prossimo allo 0,3 per cento del PIL. In linea con la scelta
del Governo di rallentare il percorso di avvicinamento all’MTO per l’aggravarsi della situazione congiunturale
e di chiedere alla Commissione Europea di poter usufruire della clausola per gli eventi eccezionali e le
riforme prevista nei regolamenti europei, l’obiettivo per il 2015 erari definito al 2,9 per cento del PIL.
L’ampliamento dell’indebitamento netto rispetto alla stima tendenziale avrebbe consentito il rifinanziamento
di spese indifferibili e in conto capitale da introdurre con la Legge di Stabilità 2015. Il nuovo obiettivo
assicurava comunque un miglioramento del saldo strutturale tra il2014 e il 2015 pari a quasi 0,1 punti
percentuali di PIL. Il deficit strutturale nel 2015 rimaneva tuttavia al livello del 2014, pari allo 0,9 per cento del
PIL, per effetto degli arrotondamenti. Come richiesto dal processo di valutazione delle manovre di finanza
pubblica degli Stati Membri dell’Area dell’Euro, in ottobre veniva predisposto il Documento Programmatico di
Bilancio 2015 (Draft Budgetary Plan, DBP)contenente un aggiornamento delle stime macroeconomiche e di
finanza pubblica e la descrizione dei contenuti e degli effetti delle misure disposte con il disegno di Legge di
Stabilità 2015. In seguito all’invio del DBP, la Commissione Europea segnalava, con apposita
comunicazione, una deviazione significativa per il 2015 dal percorso di convergenza verso l’MTO. La
correzione strutturale programmata non garantiva inoltre il rispetto della regola del debito. Veniva avviata
una fase di consultazione e dialogo costruttivo con la Commissione, che conduceva ad una ridefinizione
della manovra, riposizionando il deficit al 2,6 per cento del PIL attraverso l’impegno del Governo a di
ntrodurre misure aggiuntive che avrebbero assicurato un miglioramento del saldo nominale e strutturale di
circa 4,5 miliardi, pari a 3 decimi di punti di PIL. Coerentemente al nuovo obiettivo di indebitamento netto, il
rapporto debito pubblico/PIL era rivisto da 133,4 a 133,1 per cento nel 2015, da131,9 a 131,6 per cento nel
2016 e da 128,6 a 128,4 nel 2017 e da 124,6 a 124,3 nel 2018. Per gli anni2016-2018, gli obiettivi di
indebitamento nominale e strutturale rimanevano invariati rispetto a quanto programmato nella Nota di
Aggiornamento del DEF 2014. Con la Relazione approvata dal Parlamento il30 ottobre scorso era dunque
formalizzata la nuova revisione degli obiettivi 19.Allocazione delle risorse conseguenti al miglioramento del
quadro macroeconomico per il 2015La Nota di Aggiornamento al DEF 2014, approvata con risoluzione dalle
Camere lo scorso mese di ottobre, ha fissato obiettivi di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche
pari al 2,9 per cento del PIL nel 2015, all’1,8 per cento nel 2016, allo 0,8 per cento nel 2017 e allo 0,2 per
cento nel 2018. A questi livelli di indebitamento netto corrispondeva un disavanzo strutturale pari allo 0,9 per
cento nel primo anno, allo 0,4 per cento nel 2016 e un saldo in pareggio a partire dal 2017. I livelli
dell’indebitamento netto, nominale e strutturale, indicati nel documento programmatico tenevano conto
dell’autorizzazione concessa dalle Camere al Governo con la Relazione al Parlamento 2014 – approvata a
maggioranza assoluta - a ricorrere all’indebitamento nel 2015 nel limite di 11,5 miliardi di euro per l’adozione
di interventi per il sostegno della crescita economica e della competitività del Paese, in considerazione delle
eccezionali condizioni del ciclo economico. La successiva Relazione di variazione alla Nota di
Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2014 dello scorso mese di ottobre ha parzialmente
rivisto gli obiettivi di indebitamento netto per tener conto delle osservazioni formulate dalla Commissione
Europea nell’ambito del processo di valutazione del DPB 2015. Il valore dell’indebitamento netto
programmatico per il 2015 è stato pertanto ridotto al 2,6 per cento, mentre il corrispondente valore strutturale
è stato fissato allo 0,6 per cento del PIL. Corrispondentemente sono stati modificati gli importi della manovra
di finanza pubblica disposta con la legge di stabilità 2015.L’aggiornamento delle previsioni tendenziali
macroeconomiche e di finanza pubblica operato con il DEF2015 ha evidenziato, rispetto alla precedente
previsione, una più favorevole evoluzione dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche per tutto il
periodo di previsione, sia in termini nominali che strutturali. La minore spesa per interessi e le maggiori
entrate conseguenti al miglioramento del ciclo economico inducono a prevedere un livello di indebitamento
nominale che si attesta al 2,5per cento del PIL nel 2015 e all’1,4 per cento nel 2016, con una riduzione
rispetto al precedente scenario di un decimo e di quattro decimi, rispettivamente nel primo e nel secondo
anno. Negli anni successivi,tale miglioramento prefigura un indebitamento netto nominale dello 0,2 per cento
nel 2017 (contro il precedente 0,8) e un avanzo di 0,5 per cento nel 2018 (a fronte del precedente 0,2). In
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Documento Unico di Programmazione 2016-2018
termini strutturali,il nuovo livello tendenziale dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche è pari,
nella previsione aggiornata, allo 0,5 per cento del PIL nel 2015 (contro lo 0,6 della precedente previsione), è
nullo nel 2016 (contro lo 0,4 per cento) e dà luogo ad un avanzo dello 0,5 per cento nel 2017 (a fronte del
precedente pareggio). Il miglioramento del quadro macroeconomico previsto nel DEF 2015 muta
radicalmente lo scenario di riferimento e consente di riconsiderare la dimensione delle misure già previste
con la Legge di Stabilità 2015 per rispettare gli impegni assunti. Come indicato nel documento
programmatico, infatti, l’Italia è fortemente impegnata in un incisivo processo di rinnovamento delle proprie
architetture istituzionali, nonché in importanti riforme in campo economico e sociale. Le riforme mirano ad
accrescere la competitività del sistema economico così da consentire un aumento strutturale del tasso di
occupazione della popolazione. È intenzione del Governo utilizzare i margini di miglioramento per consentire
alle riforme strutturali, adottate e programmate, di esplicare a pieno i propri effetti sul potenziale di crescita
del Paese, senza che questi siano contrastati da interventi correttivi che, almeno in parte, non si rendono più
necessari per il conseguimento degli obiettivi programmatici. Al contempo, in coerenza con gli impegni di
bilancio assunti dal Governo e approvati dal Parlamento in occasione delle precedenti Relazioni, sono
confermati (quando non migliorati) gli obiettivi in termini nominali e strutturali di indebitamento netto per
l’intero periodo di programmazione. Nell’anno in corso, in particolare, le risorse conseguenti al miglioramento
del quadro macroeconomico potranno essere utilizzate per l’adozione di specifiche misure coerenti con le
finalità previste nel Programma Nazionale di Riforma ed entro gli spazi già autorizzati dal Parlamento. Nelle
more della emersione in bilancio dei miglioramenti tendenziali, da registrare con il provvedimento di
assestamento, il finanziamento di tali misure potrà avvenire con utilizzo delle disponibilità di bilancio. In
coerenza con gli obiettivi programmatici, il medesimo provvedimento di assestamento potrà provvedere a
reintegrare le risorse anticipate. Dal 2016, è altresì intenzione del Governo utilizzare, nel rispetto degli
obiettivi programmatici di finanza pubblica e delle regole di contabilità e finanza pubblica, i margini di
miglioramento per eliminare l’effetto delle cosiddette clausole di salvaguardia. Ossia di quelle misure di
variazione delle aliquote d'imposta e di riduzione delle agevolazioni e detrazioni vigenti, previste dalla legge
di stabilità 2014, e di incremento delle aliquote IVA e delle accise disposte, con la legge di stabilità per il
2015, per garantire il raggiungimento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica per il successivo
triennio di programmazione. Verifica della regola di spesa e delle deviazioni significative L’introduzione nel
2011 della regola di spesa nel Patto di Stabilità e Crescita, recepita a livello nazionale con la L. n. 243/2012,
ha rafforzato gli impegni relativi al braccio preventivo del Patto. Il percorso di avvicinamento all’Obiettivo di
Medio Periodo viene ora valutato sulla base di due parametri: 1) la variazione del saldo strutturale; 2) il
rispetto della regola di spesa. Per quanto riguarda il primo parametro, in ciascun anno il percorso di
aggiustamento verso l’Obiettivo di Medio Periodo, misurato sulla base della variazione del saldo strutturale,
viene modulato in funzione dei seguenti criteri 20: i) le condizioni cicliche dell’economia; ii) il livello del saldo
strutturale di partenza;) il livello del rapporto debito/PIL; iva) l’esistenza di rischi di medio periodo sulla
sostenibilità delle finanze pubbliche valutati sulla base dell’indicatore S1 (si veda a questo proposito il
Capitolo IV). Per esempio, in condizioni cicliche ‘normali’ rappresentate da un output gap compreso tra -1,5
per cento e 1,5 per cento del PIL potenziale, un paese che presenta un rapporto debito/PIL superiore al 60
per cento e, sulla base di S1,rischi di sostenibilità medi deve convergere al proprio Obiettivo di Medio
Periodo attraverso una riduzione del saldo strutturale superiore a 0,5 punti percentuali di PIL. In presenza di
condizioni cicliche eccezionali rappresentate da crescita negativa del PIL reale o da un output gap più largo
della soglia di -4,0 per cento del prodotto potenziale, la convergenza verso l’Obiettivo di Medio Periodo può
essere nulla. Al di là dell’impatto del ciclo, la Comunicazione della Commissione dello scorso gennaio ha
chiarito che tali aggiustamenti possono essere ridotti per l’applicazione della clausola delle riforme strutturali
o degli investimenti (cfr. Focus sulla Clausola delle riforme). Per quanto riguarda la regola di spesa, i
regolamenti europei stabiliscono che, per i Paesi che non abbiano ancora conseguito il proprio Obiettivo di
Medio Periodo, l’aggregato di spesa di riferimento debba crescere ad un tasso pari alla differenza tra tasso
di crescita medio del PIL potenziale e il cosiddetto margine di convergenza21. Il margine di convergenza è a
sua volta calibrato in relazione alle condizioni cicliche dell’economia, in modo tale che sul singolo anno
venga assicurato un miglioramento annuale nel saldo strutturale che in condizioni cicliche ‘normali’ sia pari o
superiore allo 0,5 per cento del PIL. Nel caso estremo di condizioni cicliche eccezionali, il margine di
convergenza si annullerebbe e il tasso di crescita di riferimento dell’aggregato di spesa coinciderebbe con il
tasso di crescita medio del PIL potenziale anche se il Paese non ha raggiunto l’Obiettivo di Medio Periodo.
Nel caso di condizioni cicliche particolarmente avverse (“very bad times”), il margine di convergenza
verrebbe rimodulato in modo tale da garantire un miglioramento del saldo strutturale pari a 0,25 punti
percentuali di PIL. Come chiarito dalla Commissione europea, la rimodulazione dei parametri della regola di
spesa avviene anche in caso di applicazione della flessibilità concessa per le riforme strutturali significative o
per la clausola degli investimenti. Riguardo al percorso di aggiustamento verso l’Obiettivo di Medio Periodo,
si hanno deviazioni significative se viene rilevato uno scostamento di 0,5 punti percentuali di PIL su un anno,
o in media di 0,25 punti percentuali sui precedenti due anni, rispetto al percorso individuato sulla base della
variazione del saldo strutturale e della regola di spesa. Tuttavia, solo l’esistenza di una deviazione
significativa rilevata su dati ex post può condurre all’apertura di una procedura di infrazione. Secondo la
21
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
valutazione ex post effettuata sui dati del 2014, non si rilevano deviazioni significative per l’Italia, sia con
riguardo all’aggiustamento del saldo strutturale sia rispetto alla regola di spesa. Risulta invece che, in base
ai due criteri, lo sforzo fiscale effettuato negli anni passati sia stato superiore a quello richiesto. Nel 2015, le
previsioni macroeconomiche del DEF prevedono un output gap pari a -3,8 per cento del PIL potenziale che
segnala la presenza di condizioni cicliche particolarmente avverse (“very bad times”).Pertanto,
l’aggiustamento richiesto del saldo strutturale e il margine di convergenza della regola di spesa dovrebbero
garantire un miglioramento di 0,25 punti percentuali di PIL in termini strutturali. Sotto queste condizioni, nel
2015 le finanze pubbliche italiane sarebbero in linea con irequisiti del braccio preventivo del Patto di
Stabilità e Crescita e non si segnalerebbero deviazioni significative nella media di due anni. Infine, per il
2016 la presenza di condizioni cicliche avverse (“bad times”) date da un output gap pari a -2,5 percento del
PIL potenziale avrebbe richiesto un aggiustamento del saldo strutturale e del margine di convergenza della
regola di spesa tali da garantire un miglioramento di 0,5 punti percentuali di PIL intermini strutturali. Tuttavia,
a seguito dell’applicazione della clausola delle riforme, l’aggiustamento del saldo strutturale richiesto è nullo
mentre l’aggregato di riferimento della regola di spesa può crescere inlinea con il tasso di crescita medio del
PIL potenziale annullando il cosiddetto margine di convergenza. Tale aggiustamento è comunque sufficiente
a garantire il rispetto della regola del debito in termini programmatici.
1. 3 Pressione fiscale: un profilo decrescente
Nel quadro tendenziale del conto economico delle Amministrazioni pubbliche, nel 2015 la pressione fiscale è
attesa rimanere invariata al 43,5 per cento, mentre nel periodo 2016- 19 salirebbe prima al 44,1per cento nel
2016 e 2017 per poi ritornare al 43,7 per cento nel 2019. La crescita evidenziata dallo scenario a
legislazione vigente è sensibilmente diversa, e in particolare peggiore, rispetto a quello che realmente si
prospetterà alle famiglie ed alle imprese. Le previsioni risentono infatti sia dei criteri di classificazione
contabile della misura relativa al riconoscimento del bonus 80 euro, sia delle clausole di salvaguardia
previste dalle Leggi di Stabilità 2014 e 2015, che dispongono aumenti delle aliquote di imposta e riduzioni di
detrazioni e agevolazioni fiscali. Il quadro muta sostanzialmente se, in primo luogo, si opera una
classificazione più corretta dal punto di vista economico del provvedimento legato agli 80 euro. Infatti,
mentre ai fini della contabilità nazionale gli effetti finanziari delle minori ritenute applicate sul trattamento
economico dei lavoratori dipendenti sono registrati tra le spese delle Amministrazioni pubbliche nella
categoria delle prestazioni sociali, di fatto questi sgravi si traducono in una minore pressione fiscale sui
redditi da lavoro dipendente. Un altro fondamentale elemento da considerare riguarda le clausole di
salvaguardia. Il presente Documento prevede la totale cancellazione impegno di procedere nella stessa
direzione anche per gli anni seguenti. Il Governo ha guadagnato piena credibilità nel mantenere impegni in
tal senso (le clausole relative al 2015 previste dalla Legge di Stabilità per il 2014 sono state disattivate) e le
aspettative si indirizzeranno in questa direzione. Assumendo anche la completa disattivazione degli aumenti
di aliquote connesse alle clausole di salvaguardia fino al 2018, il profilo della pressione fiscale sarebbe
decrescente, attestandosi nel 2019 al41,6 per cento, un livello pari al risultato del 2011.È opportuno
sottolineare, inoltre, come la ricomposizione della struttura delle entrate conseguente alle misure di bilancio
adottate dal Governo sia in linea con le raccomandazioni della Commissione Europea,che invitano ad
alleggerire il carico fiscale sui fattori produttivi e in particolare sul lavoro. Le misure approvate nel corso del
2014 determinano effetti visibili sugli anni 2014 e 2015. In particolare tra il 2012 e il 2015, in termini di
rapporto al PIL, si ha un calo significativo di 1,3 punti percentuali delle imposte sul lavoro dipendente ed un
calo di 0,2 punti percentuali delle imposte sui redditi d’impresa. Infine, soffermando l’attenzione sulla
riduzione delle imposte sul lavoro operata, è osservabile un forte calo del cuneo fiscale in particolare per i
redditi medio-bassi. Per un lavoratore single con un reddito lordo di 20.000 euro, neoassunto nel 2015,
considerando tutte le misure adottate in ambito IRPEF, IRAP e quelle sui contributi sociali, il cuneo fiscale
passa dal 46,1 per cento nel 2013 al 21,9 per cento nel2015 e nei due anni successivi; a regime il cuneo
fiscale per il lavoratore considerato sarà al 40,9 per cento.
1. 4 La Legge di Stabilità per il 2015 e i primi interventi del 2015.
La Legge di Stabilità per il 2015 introduce misure coerenti con lo scenario programmatico indicato nella
Relazione di variazione alla Nota di Aggiornamento del DEF 2014 approvata lo scorso ottobre. La manovra e
i primi provvedimenti del 2015 comportano, sostanzialmente per effetto delle misure disposte con la Legge di
Stabilità, un incremento dell’indebitamento netto per l’anno 2015 pari a 5,8 miliardi e un miglioramento del
saldo pari a 0,2 miliardi nel 2016, a 6,9 miliardi nel 2017, 10,4 miliardi nel 2018 e 5,2miliardi nel 2019 (Tav.
V.4). Per l’anno 2014 il miglioramento dell’indebitamento netto deriva da alcune misure della Legge di
Stabilità finalizzate a compensare il minor gettito IVA relativo ai pagamenti dei debiti della PA (circa 0,4
miliardi) e quelle dirette ad assicurare il pagamento delle supplenze brevi e saltuarie del personale docente e
amministrativo del comparto scuola (64 milioni).In termini netti i provvedimenti considerati comportano un
incremento delle spese di 5,5 miliardi nel2015, 6,5 miliardi nel 2016, 6,3 miliardi nel 2017, 6,6 miliardi nel
22
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
2018 e 14 miliardi nel 2019. La variazione della spesa risente della stabilizzazione del bonus di 80 euro in
favore dei lavoratori dipendenti (9,5miliardi annui), che secondo i criteri della contabilità nazionale è
registrata tra le prestazioni sociali in denaro; concorre inoltre il finanziamento disposto con la Legge di
Stabilità per l’intero periodo di programmazione di alcune spese (c.d. politiche invariate), che nei precedenti
esercizi erano invece finanziate solo per il primo anno. Nel 2019, inoltre, l’incremento delle spese risente del
venir meno delle misure migliorative della finanza pubblica a carico degli enti territoriali. Le entrate in termini
netti aumentano di 6,6 miliardi nel 2016, 13,2 miliardi nel 2017, 17 miliardi nel 2018 e 19,3 miliardi nel 2019.
Su tale andamento incide, a partire dal 2016, l’effetto della clausola di salvaguardia per il raggiungimento
degli obiettivi programmatici di finanza pubblica prevista dalla Legge di Stabilità 2015 per 12,8 miliardi nel
2016, 19,2 miliardi nel 2017 e circa 22 miliardi a decorrere dal 2018. Al netto di questa voce, si osserverebbe
una riduzione netta delle entrate pari a 6,2 miliardi nel 2016, 6 miliardi nel 2017, 5 miliardi nel 2018 e 2,7
miliardi nel 2019. In senso opposto agisce, invece, la sterilizzazione della clausola di salvaguardia prevista
dalla Legge di Stabilità 2014, che riduce il gettito tributario di 3 miliardi nel 2015 e3,7 miliardi a decorrere dal
2016. Le misure di finanza pubblica determinano nel 2015 un disavanzo degli Enti di previdenza e delle
Amministrazioni centrali, solo in parte compensato dalla correzione positiva a carico delle Amministrazioni
locali. Negli anni successivi le misure correttive determinano un contributo al miglioramento del saldo di
bilancio da parte delle Amministrazioni centrali. La Legge di Stabilità 2015 La Legge di Stabilità prevede sul
versante delle entrate importanti misure per il contrasto all’evasione fiscale. L’estensione del sistema
dell’inversione contabile.(c.d. reverse charge) a talune operazioni, tra cui quelle relative al settore energetico
e del gas, fornirà un maggior gettito stimato di circa 7,2 miliardi nel periodo 2015-2019. Una misura analoga
(c.d. split payment), che prevede il pagamento dell’IVA sugli acquisti effettuati dalle Amministrazioni
pubbliche direttamente all’Erario determinerà un aumento di gettito per circa 5 miliardi negli anni 2015-2019.
Ulteriori disposizioni sono indirizzate a migliorare la cooperazione tra cittadino e contribuente e a incentivare
l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari. Il recupero di gettito atteso da questi provvedimenti
ammonta a circa 4,4 miliardi nel periodo considerato. Dagli interventi nel settore dei giochi, negli anni 20152019 sono attese maggiori entrate per circa 8 miliardi. Si tratta, in particolare, di misure che prevedono:
l’affidamento del servizio di raccolta del gioco del lotto e degli altri giochi a quota fissa a concessionari
individuati mediante procedure ad evidenza pubblica (0,8 miliardi); la riduzione dei compensi e degli aggi per
gli operatori che agiscono nel settore della raccolta del gioco,mediante apparecchi AWP e VLT, per conto
dello Stato (2,5 miliardi); disposizioni volte a favorire la regolarizzazione dei soggetti che operano senza
concessione e non sono collegati al totalizzatore nazionale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (4,7
miliardi). Maggiori entrate derivano dall’innalzamento dell’aliquota di tassazione sia sui fondi pensione dall’11
al 22 per cento sia sulla rivalutazione del TFR dall’11 al 17 per cento (2,4 miliardi nel periodo 2015-2019). A
garanzia del raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica la Legge di Stabilità ha previsto, come già
detto, una clausola di salvaguardia che prevede l’incremento delle aliquote IVA del 10 per cento e del 22 per
cento di due punti percentuali nel 2016 e di un ulteriore punto percentuale nel 2017; nonché, a decorrere
dal2018, di un ulteriore incremento di 0,5 punti percentuali dell’aliquota IVA del 22 per cento e dell’aumento
delle aliquote delle accise sulla benzina (tale da assicurare un maggior gettito di 0,7 miliardi annui). La
clausola prevede che tali incrementi non entrino in vigore qualora vengano adottate misure di
razionalizzazione della spesa o interventi sulle entrate, tali da assicurare un miglioramento
dell’indebitamento netto della stessa entità. Dal lato della spesa, le maggiori risorse sono assicurate dagli
interventi disposti dai Ministeri, nell’ambito di un processo condiviso di ottimizzazione delle risorse gestite da
ciascuna amministrazione, per 11,3 miliardi nel quinquennio 2015-2019. Nello stesso periodo, a carico delle
Amministrazioni centrali operano altresì le misure di riduzione delle risorse da destinare ai trasferimenti alle
imprese e alla razionalizzazione dei crediti d’imposta per 0,5 miliardi, la riduzione del fondo per
l’accertamento straordinario dei residui passivi (circa 1 miliardo), nonché la riduzione per 0,4 miliardi, nel
solo anno 2015, dei trasferimenti da destinare a Ferrovie dello Stato. Le regioni a statuto ordinario
assicurano, in base alla Legge di Stabilità 2015, un contributo positivo alla finanza pubblica per complessivi
13,8 miliardi negli anni 2015-2018 (circa 3,5 miliardi per ciascun anno).Per tali enti vengono altresì riviste le
regole del Patto di Stabilità Interno, passando dal sistemare vigente basato sul tetto di spesa a un vincolo
definito in termini di pareggio di bilancio. Il concorso delle regioni a statuto speciale e delle province
autonome è di circa 1,9 miliardi nel periodo 2015-2018(poco meno di 0,5 miliardi per ciascuno degli anni
2015-2017, e circa 0,5 miliardi per il 2018)12 . A carico degli Enti locali la Legge di Stabilità 2015 ha previsto
una correzione netta complessiva di circa 14miliardi nel periodo 2015-2019. Tale correzione è ottenuta
attraverso: la riduzione del Fondo di solidarietà comunale per 6 miliardi (1,2 miliardi per ciascuno degli anni
2015-2019); la riduzione della spesa corrente delle province e delle città metropolitane per 12 miliardi (1
miliardo per il 2015, 2 miliardi per il 2016 e 3 miliardi per ciascuno degli anni 2017-2019); la rilevanza, per il
periodo 2015-2018, ai fini del conseguimento dell’obiettivo del saldo di competenza mista del Patto di
Stabilità Interno, degli stanziamenti di competenza del Fondo crediti di dubbia esigibilità degli Enti locali per
circa 7,5 miliardi(stimato in circa 1,9 miliardi per ciascuno degli anni 2015-2018), compensati
dall’allentamento dei vincoli del Patto per 11,6 miliardi (2,9 miliardi per ciascuno degli anni 2015-2018). A tali
misure si aggiunge la proroga al 2018 del concorso alla riduzione della spesa pubblica previsto dal decreto
23
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
legge n. 66 del2014, con conseguente ulteriore effetto di contenimento che per le regioni a statuto ordinario
ammonta a 0,75 miliardi, per le regioni a statuto speciale e province autonome è pari a 0,7 miliardi e per gli
Enti locali è di circa 1,1 miliardi. Ulteriori risorse derivano dalla riduzione, rispetto agli stanziamenti iniziali,del
Fondo cuneo fiscale13 (circa 15,5 miliardi nel periodo) e dalla riprogrammazione degli stanziamenti non
ancora impegnati del Fondo di rotazione per le politiche comunitarie già destinate al Piano di azione e
coesione (3,5 miliardi negli anni 2015-2018). Dal lato degli impieghi, la Legge di Stabilità 2015 prevede
interventi per il rilancio della crescita economica attraverso disposizioni in favore delle imprese, misure di
sostegno al reddito delle famiglie, provvedimenti in materia di lavoro, interventi in ambito sociale,della sanità
e dell’istruzione. Allo scopo di favore le imprese è resa permanente la riduzione del cuneo fiscale mediante
la deducibilità integrale, ai fini IRAP, del costo del lavoro per i lavoratori a tempo indeterminato, che
determina minori entrate tributarie per circa 25 miliardi negli anni 2015-2019. Al netto della corrispondente
abrogazione della riduzione del 10 per cento delle aliquote IRAP precedentemente disposta dal D.L. n. 66
del 2014, la riduzione del gettito ammonta a circa 20 miliardi. Sono previsti sgravi contributivi, per un periodo
massimo di tre anni, per i datori di lavoro, ad eccezione di quelli che operano nel settore agricolo, che
assumono lavoratori a tempo indeterminato nel 2015, ad esclusione dei contratti di apprendistato e di lavoro
domestico per 15 miliardi nel periodo 2015-2017 (11,8 miliardi al netto degli oneri riflessi). Si introduce,
inoltre, un regime fiscale agevolato per imprese e professionistiche esercitano un’attività in forma individuale
(5,7 miliardi nel quinquennio, pari in termini netti a 3,9miliardi). Ulteriori benefici derivano dall’introduzione di
un’agevolazione fiscale, in forma opzionale, per i redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali (c.d. patent
box) con un effetto di circa 0,6 miliardi nel periodo considerato. Viene prevista la possibilità per i lavoratori
dipendenti del settore privato, con esclusione di quelli domestici e del settore agricolo, di chiedere al datore
di lavoro l’erogazione in busta paga della quota maturanda del TFR, da assoggettare a tassazione ordinaria
(in termini netti 0,95miliardi negli anni 2015-2018). Sono prorogate al 2015 le detrazioni per spese relative a
interventi di ristrutturazione edilizia e per l'acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici (2,2 miliardi negli
anni2015-2019). Da ultimo, come già detto, viene prevista la sterilizzazione – per un importo di 3 miliardi
nel2015 e di 3,7 miliardi a decorrere dal 2016 – della clausola di salvaguardia contenuta nella Legge di
Stabilità 2014. Dal lato della spesa, è prevista la stabilizzazione del bonus di 80 euro mensili in favore dei
lavoratori dipendenti con reddito annuo fino a 26.000 euro (47,5 miliardi nel quinquennio) e, a favore delle
politiche della famiglia, l’erogazione di un assegno di 960 euro l’anno (c.d. bonus bebè,raddoppiato per i
nuclei familiari in condizioni particolarmente disagiate) per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2015 al
31 dicembre 2017 (3,4 miliardi nel periodo 2015-2019). Viene riconosciuto altresì un credito di imposta ai fini
IRAP a favore di soggetti (persone fisiche, società semplici, produttori agricoli, enti commerciali, società di
capitali, ecc.) che non si avvalgono di lavoratori dipendenti (circa0,7 miliardi negli anni 2016-2019). A
sostegno della competitività e dell’innovazione è previsto un credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e
sviluppo (circa 2,3 miliardi negli anni 2015-2019) con una maggiorazione premiale per le spese relative alla
ricerca ‘extra muros’ e per quelle relative al personale altamente qualificato. In materia di lavoro viene
istituito un apposito fondo destinato a far fronte: agli oneri derivanti dall'attuazione dei provvedimenti
normativi di riforma degli ammortizzatori sociali; al rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, dei
servizi per il lavoro e delle politiche attive e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro;
ai costi connessi all'attuazione dei provvedimenti normativi volti a favorire la stipula di contratti a tempo
indeterminato a tutele crescenti(7,9 miliardi nel periodo considerato). Nel settore dell’istruzione si prevede
l’istituzione di un fondo,denominato ‘La buona scuola’, con una dotazione di 13 miliardi nel periodo 20152019 (circa 6,7 miliardi al netto degli effetti riflessi fiscali e contributivi) destinato a: finanziare un piano
straordinario di reclutamento e formazione del personale docente; rafforzare l’offerta formativa; realizzare
progetti di alternanza scuola lavoro. Vengono stanziate maggiori risorse destinate ad incrementare il Fondo
ordinario delle università (0,75 miliardi nel quinquennio), finanziare le scuole paritarie (1 miliardo nel
quinquennio) e garantire il decoro e la funzionalità degli istituti scolastici (0,13 miliardi nel 2015). A queste si
aggiungono le disposizioni dirette ad escludere dai vincoli del PSI le spese per interventi di edilizia scolastica
effettuati dalle province e città metropolitane (0,1 miliardi nel biennio 2015-2016).Tra le misure in ambito
sociale, per gli anni 2015-2019, è disposto l’incremento delle risorse destinate al cinque per mille (2,5
miliardi nel periodo), al Fondo per i ceti meno abbienti (1,25 miliardi nel periodo), al Fondo per le politiche
sociali (1,5 miliardi nel periodo) e al Fondo per le non autosufficienze (1,4miliardi). In ambito sanitario nel
periodo 2015-2018 sono stanziati 1,8 miliardi (con un effetto in termini di indebitamento netto pari a circa 1,4
miliardi nel periodo) per il finanziamento di interventi di edilizia sanitaria pubblica. Si prevede altresì un
contributo in favore delle regioni per l’erogazione di indennizzi in favore di soggetti danneggiati da
emotrasfusioni (0,7 miliardi nel periodo 2015-2018) e si stanzia un apposito fondo per il rimborso delle spese
sostenute dalle regioni per l’acquisto di farmaci innovativi(0,1 miliardi nel solo anno 2015). Ulteriori interventi
riguardano la ricostruzione e il rilancio socioeconomico dei territori della regione Abruzzo colpiti dal sisma del
2009 (circa 3,9 miliardi nel quinquennio), l’erogazione negli anni 2015-2019 di trasferimenti pari a circa 3,6
miliardi a favore della società Ferrovie dello Stato, destinati alla manutenzione straordinaria dell’infrastruttura
ferroviaria e dei contratti di programma, e di circa 0,5 miliardi alla società Anas per la manutenzione
24
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
el’ammodernamento dei tratti stradali di propria competenza. Sono rifinanziate, infine, le missioni di pace per
il biennio 2015-2016 (1,4 miliardi al netto degli effetti riflessi fiscali e contributivi).
AVANZAMENTI E RIFORME IN CORSO
Con la sottoscrizione del Fiscal Compact1 gli Stati Membri si sono impegnati ad introdurre nei propri
ordinamenti il principio del pareggio di bilancio, che prevede l’obbligo di assicurare il conseguimento
dell’Obiettivo di Medio Periodo (MTO)2 o comunque garantire una rapida convergenza verso tale obiettivo. Il
principio è stato recepito nell’ordinamento nazionale attraverso la legge costituzionale adottata in
aprile20123 e la relativa legge di attuazione4 , approvata a maggioranza assoluta dei componenti di
ciascuna Camera alla fine del 2012. A partire dal 2014 tale regola è entrata in vigore. Le due leggi, tra l’altro,
hanno istituito e definito le funzioni dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB), l’organismo indipendente per
la validazione delle previsioni macroeconomiche e l’analisi e la verifica degli andamenti di finanza pubblica,
in attuazione della Direttiva europea sui requisiti per i quadri di bilancio degli Stati Membri5 del 2011 e del
Two Pack6 . Quest’ultimo, in particolare, ha richiesto che i programmi nazionali di bilancio a medio termine e
i progetti di bilancio siano basati su previsioni macroeconomiche elaborate o validate da una istituzione
nazionale indipendente. L’UPB è divenuto operativo da settembre 2014. Nello stesso mese, per agevolare i
rapporti tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’UPB, e inlinea con quanto richiesto dal Codice di
Condotta del Two Pack, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa che disciplinale modalità di trasmissione
delle informazioni necessarie ai fini della validazione delle previsioni macroeconomiche edella valutazione
sulla finanza pubblica. Il processo di validazione e valutazione ha trovato la sua prima applicazionenella
Nota di Aggiornamento del DEF dello scorso settembre e nel Draft Budgetary Plan per il 2015. Nell’anno in
corso enei successivi, il quadro normativo di contabilità e finanza pubblica sarà ulteriormente aggiornato al
fine di dare piena attuazione alla legge sul principio dell’equilibrio di bilancio, completando la riforma della
struttura del bilancio dello Stato istituzionalizzando, nel processo, la revisione della spesa pubblica e
rafforzando il ruolo del bilancio di cassa, incoerenza con quanto previsto per gli Enti territoriali. Le modifiche,
da definire nel corso dell’anno con appositi decreti delegati, riguarderanno la revisione dei programmi e delle
missioni di spesa, la programmazione triennale delle risorse e una maggiore flessibilità di bilancio nel
rispetto dei principi e dei criteri direttivi della legge di contabilità e finanza pubblica. Con legge dello Stato
saranno, inoltre, disciplinati i contenuti della nuova Legge di Bilancio e le relative modalità attuative. Con
l’obiettivo di potenziare e rendere più efficace la funzione allocativa del bilancio, la nuova legge accorperà in
un unico documento l’attuale Legge di Bilancio e la Legge di Stabilità. Essa sarà costituita di due sezioni:la
prima conterrà le misure che modificano la normativa vigente e gli andamenti tendenziali, la seconda
riporterà le previsioni di entrata e di spesa del bilancio dello Stato definite a legislazione vigente, integrate
con le variazioni conseguenti agli interventi proposti nella prima sezione. Sarà data completa attuazione alla
normativa relativa all’applicazione del principio dell’equilibrio di bilancio per gli Enti territoriali e sarà
disciplinato il concorso dello Stato al finanziamento dei livelli essenziali e delle funzioni fondamentali nelle
fasi avverse del ciclo economico o al verificarsi di eventi eccezionali. Tali innovazioni, considerati i tempi
necessari per la loro implementazione e i riflessi sulle procedure contabili, amministrative e parlamentari che
presiedono allo svolgimento della sessione di bilancio, troveranno piena attuazione a partire dalla
predisposizione dei documenti di bilancio compilati nel 2016 e riferiti al triennio di programmazione 20172019. Allo scopo di limitare l’incentivo a introdurre nuove detrazioni fiscali (tax expenditure) e di procedere
ad una razionalizzazione di quelle esistenti, la Legge delega per la riforma del sistema fiscale9 prevede
attività sistematiche per il loro monitoraggio e la loro revisione. A tal fine, in attuazione della legge sarà
adottato un decreto delegato che preveda la redazione da parte del Governo di un rapporto annuale sulle
detrazioni fiscali da allegare al disegno di legge di bilancio, basato su una relazione programmatica da
allegare alla Nota di aggiornamento del DEF. Tale rapporto dovrà identificare le detrazioni non giustificate da
esigenze sociali o economiche o che costituiscono una duplicazione al fine di eliminarle o riformarle,
salvaguardando tuttavia la tutela dei redditi da lavoro dipendente e autonomo, dei redditi di imprese minori e
dei redditi di pensione, della famiglia, della salute, delle persone economicamente o socialmente
svantaggiate, e di altre priorità. Con il medesimo decreto saranno, infine,disciplinate le modalità di
inserimento del rapporto e dell’implementazione delle sue proposte nell’ambito del processo di bilancio e di
definizione della manovra di finanza pubblica, integrandone i dati con i relativi programmi di spesa.
25
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
DINAMICA DEL PIL E DELLA FINANZA PUBBLICA
Il raggiungimento di un riduzione significativa del rapporto debito/PIL non è affidato soltanto alla disciplina di
bilancio, ma a un ritorno a tassi sostenuti di crescita del PIL, che si trova tuttora a circa venti punti percentuali
dal livello reale pre-crisi:
2015
Pil nota
Pil aprile
Deficit nota
Deficit
aprile
Debito nota
Debito
aprile
2016
2017
2018
2019
0,9
0,7
-2,6
1,6
1,4
-2,2
1,6
1,5
-1,1
1,5
1,4
-0,2
1,3
1,3
0,3
-2,6
-1,8
-0,8
0
0,4
132,8
131,4
127,9
123,7
119,8
132,5
130,9
127,4
123,4
120
Dopo due periodi ravvicinati di recessione, negli anni 2008/2009 e 2012/2014, nel corso del 2015 è prevista
una ripresa duratura, per quanto contenuta e non sufficiente a riportare rapidamente il valore reale del PIL ai
livelli pre-crisi.
Il quadro programmatico della Nota di Aggiornamento del DEF stima la crescita secondo le seguenti
percentuali: 0,9 nel 2015, 1,6 nel 2016, 1,6 nel 2017, 1,5 nel 2018 e 1,3 nel 2019. Le valutazioni del Governo
sono sostanzialmente confermate dai centri studi nazionali e internazionali e non mancano previsioni
improntate ad un maggiore ottimismo. Il tasso di disoccupazione, pur rimanendo alto, è calcolato in discesa,
dal 12,7% del 2014, al 12,3 del 2015, fino al 10,5%
del 2019.
Alla base di tali risultati stanno, per quanto attiene ai fattori esterni, il calo del prezzo del petrolio e la
decisione della BCE di procedere ad un massiccio programma di acquisto di titoli dell'Eurosistema, ivi
compresi i titoli del debito pubblico, che sta determinando il deprezzamento del cambio dell'euro sul dollaro e
sulle principali valute, il calo dei tassi di interesse per i privati e per la finanza pubblica e il rialzo dei corsi
azionari.
Per quanto riguarda la politica e l'economia nazionale le notizie positive vengono dalla continua crescita
dell'export e dalla ripresa dei consumi interni delle famiglie e degli investimenti, che dovrebbero proseguire
nel 2016 anche in virtù della stabilizzazione del bonus fiscale di 80 euro e degli sgravi IRAP e contributivi
(per quanto in calo) a favore delle imprese che assumono con il contratto a tutele crescenti. Meno sicuro e
comunque oggetto di discussione è l’effetto sui consumi dell’abolizione dell’imposta comunale sulla prima
casa. Le misure a favore degli ammortamenti dei macchinari e attrezzature e la sostituzione del patto di
stabilità con il saldo di competenza finale per i Comuni dovrebbero agevolare la ripresa degli investimenti
pubblici e privati.
Il Governo si attende inoltre riflessi positivi negli anni a venire dalle riforme in cantiere per la giustizia, la
scuola, la pubblica amministrazione e il sistema istituzionale.
Non mancano tuttavia fattori di incertezza. Il primo è determinato dal rallentamento della crescita dei paesi
emergenti e dai riflessi che può provocare sul commercio internazionale e sull’export, ciò che consiglia di
prestare grande attenzione al sostegno della domanda interna. Il secondo discende dalla grave vicenda
della falsificazione dei dati di inquinamento delle auto diesel prodotte dalla Volkswagen e dalle ricadute
economiche, ancora non del tutto stimate, sul mercato dell’auto e sulla fiducia dei consumatori nel “made in
Germany”.
Da ultimo, le drammatiche vicende di Parigi, il riacutizzarsi del pericolo terroristico e lo sviluppo di azioni di
guerra nel teatro medio-orientale contro il se-dicente Stato Islamico hanno introdotto un altro fattore di
imponderabilità sulle previsioni di comportamento di consumatori e investitori e sulle relazioni commerciali,
benché dal lato della finanza pubblica la Commissione UE abbia escluso dal computo del maggior deficit le
spese per la sicurezza.
26
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
SCENARIO PROGRAMMATICO:
Il Pil è espresso in miliardi di euro a valori concatenati 2010 (Fonte DEF)
PIL
Deficit/Pil
Debito/Pil
Disoccupazione
2014
2015
2016
2017
2018
2019
1.616
1.635
1.678
1.734
1.792
1.848
-3,0%
-2,6%
-2,2%
-1,1%
-0,2%
0,3%
132,1%
132,8%
131,4%
127,9%
123,7%
119,8%
12,7%
12,2%
11,9%
11,3%
10,7%
10,2%
27
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
LE REGOLE DI BILANCIO PER LE AMMINISTRAZIONI LOCALI
Le regole che governano la finanza pubblica locale includono il Patto di Stabilità Interno, che individua le
modalità attraverso cui gli Enti locali e le regioni concorrono al conseguimento degli obiettivi di finanza
pubblica assunti dal Paese in sede Europea, e il Patto per la Salute e i tetti alla spesa farmaceutica, volti a
conseguire una corretta programmazione della spesa pubblica sanitaria e a controllare la crescita della
spesa farmaceutica. Il Patto di Stabilità Interno10 (PSI) definisce i vincoli specifici che gli Enti territoriali sono
tenuti a rispettare congiuntamente ad obblighi di informazione, comunicazione e certificazione nei confronti
del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sin ora il Patto ha posto una regola per il controllo dei saldi
finanziari11 per comuni, province e città metropolitane e un vincolo alla crescita nominale della spesa finale
per le regioni. Tali vincoli sono destinati ad essere progressivamente superati a seguito dell’entrata in vigore
nel 2016 della regola del pareggio di bilancio per gli Enti territoriali e locali introdotta dall’articolo 9 della
legge 24 dicembre 2012, n. 243. Già a partire dall’anno in corso, la manovra di finanza pubblica prevede
maggiori margini di flessibilità e l’anticipo per le regioni, dal2016 al 2015, della regola del bilancio in pareggio
in sostituzione delle previgenti regole del PSI. Il progressivo superamento delle regole del Patto si collega
anche alla revisione delle responsabilità attribuite a Stato, regioni e autonomie locali dalla riforma del titolo V
della Costituzione in corso di approvazione e all’attuazione del federalismo fiscale. All’interno della nuova
governance, lo Stato tornerà a definire i principi fondamentali per il coordinamento della finanza pubblica
mentre gli Enti territoriali beneficeranno di maggiore autonomia finanziaria, nel rispetto della neutralità dei
propri bilanci e dei principi contabili comuni. L’aggiornamento del Patto considera, inoltre, le città
metropolitane istituite a seguito del riordino del sistema delle province e della revisione della disciplina in
materia di unioni e fusioni di comuni 12 . La Legge di Stabilità 201513, nel confermare sostanzialmente la
previgente impostazione del PSI per gli Enti locali (province, comuni e città metropolitane con popolazione
superiore a 1.000 abitanti), prevede una significativa riduzione del contributo richiesto ai predetti enti di circa
2,9 miliardi mediante la riduzione dei parametri alla base della determinazione del saldo finanziario obiettivo.
L’alleggerimento dei vincoli per il comparto degli Enti locali è in parte controbilanciato dalla rilevanza, ai fini
della determinazione del saldo obiettivo, degli accantonamenti di spesa al Fondo crediti di dubbia esigibilità,
a tutela del rischio di mancate riscossioni dei crediti e dalla riduzione della dotazione del fondo di solidarietà
comunale, che richiederà il contenimento della spesa comunale. Tale previsione introduce nuovi elementi di
premialità nelle regole del Patto, in quanto determina una virtuosa redistribuzione della manovra a favore
degli enti con maggiore capacità di riscossione. Inoltre, a decorrere dal 2015, conl’avvio a regime
dell’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Amministrazioni pubblicheprevista in
attuazione del federalismo fiscale14 e della conclusione della fase sperimentale, è abolito il meccanismo di
premialità che prevedeva la maggiorazione di un punto percentuale dei coefficienti di calcolo dell’obiettivo
programmatico degli enti non in sperimentazione dei nuovi sistemi contabili. Per quanto riguarda il regime
delle deroghe, per gli anni 2015 e 2016, sono escluse dal computo del saldo finanziario le spese sostenute
dalle province e dalle città metropolitane per interventi di edilizia scolastica entro un limite massimo di 50
milioni per ciascuno degli anni 2015 e 201615 . Tale previsione si affianca all’esclusione delle spese
sostenute dai comuni per interventi di edilizia scolastica nel limite di 122 milioni nel 2015 prevista in
precedenti provvedimenti. Infine, la Legge di Stabilità 2015ridimensiona la spesa relativa ai pagamenti dei
debiti di parte capitale, certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2013,ammessa in deduzione dal Patto, fissata
in 200 milioni nel 2014 per tutti gli Enti territoriali e ridotta, nel 2015, a 40milioni per gli Enti locali16 e a 60
milioni per le regioni. L’alleggerimento del Patto ha, inoltre, comportato una revisionedel meccanismo di
controllo della crescita nominale del debito pubblico per gli Enti locali introdotto nel 2017 . A decorrere dal
2012, gli Enti locali possono assumere nuovi mutui e accedere ad altre forme di finanziamento reperibili sul
mercato solo se l’importo annuale dei correlati interessi, sommati agli oneri già in essere18, non supera l’8
per cento per gli anni 2012-2014 e il 10 per cento a decorrere dall’anno 2015 del totale relativo ai primi tre
titoli delle entrate del rendiconto del penultimo anno precedente quello in cui viene prevista l’assunzione dei
mutui19 . L’impostazione del Patto per le regioni a statuto ordinario, sin ora basato sul controllo della spesa
finale con l’esclusione di quella sanitaria,è radicalmente rivista. In particolare, è previsto l’anticipo al 2015
dell’equilibrio tra entrate e spese finali nella fase di rendicontazione del bilancio. Viene, inoltre, richiesto di
conseguire l’equilibrio di parte corrente sia in termini di competenza che di cassa. È previsto un incremento
del contributo di 3,5 miliardi annui nel periodo 2015- 2018 per le regioni a statuto ordinario e di circa mezzo
miliardo ogni anno per le regioni a statuto speciale e le province autonome. Le regioni a statuto ordinario
assicureranno l’equilibrio anche in termini di previsione dal 2016. Negli anni più recenti,sono state previste
misure di flessibilità nell’applicazione del PSI integrandone la disciplina con i Patti di solidarietà aventi la
finalità di rendere più sostenibile il Patto stesso. In particolare, i Patti regionali orizzontale e
verticale20,attivati dal 2010, permettono rispettivamente la rimodulazione degli obiettivi individuali tra gli Enti
locali appartenenti a una stessa regione o tra la regione e gli enti appartenenti al proprio territorio, nel
rispetto degli obiettivi complessivi posti dal PSI ai singoli comparti (regioni, provincie, comuni e città
metropolitane). La Legge di Stabilità 2015,coerentemente con il principio del pareggio di bilancio, unifica le
28
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
misure di flessibilità del Patto regionalizzato verticale e orizzontale21, stabilendo che gli spazi finanziari
acquisiti da una parte degli Enti per effettuare pagamenti in conto capitale, siano compensati dalla regione o
dai restanti Enti locali, con un miglioramento dei loro saldi obiettivo. Viene soppresso il Patto regionale
integrato22, che prevedeva la possibilità per ciascuna regione di concordare con lo Stato le modalità di
raggiungimento dei propri obiettivi del PSI e quelli degli Enti locali del proprio territorio. Viene, invece,esteso
al 2015 il Patto verticale incentivato attraverso il quale viene dato un contributo di 1 miliardo alle regioni che
si impegnano a cedere ai comuni e alle province spazi finanziari che possono essere utilizzati
esclusivamente per pagare i debiti commerciali di parte capitale maturati alla data del 30 giugno 201423 .
Oltre all’equilibrio di bilancio, le regole a carico delle regioni prevedono, con riferimento alla spesa sanitaria,
il rispetto di quanto convenuto nel Patto per la Salute. Il Patto per la Salute si basa sulla partecipazione dei
soggetti istituzionali (Stato e regioni) coinvolti nel governo del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) alla
definizione della sua cornice finanziaria e regolatoria. A partire dall’anno2000, infatti, la sede di definizione
del sistema di governance del settore sanitario è stata individuata nelle intese Stato regioni. Attraverso tali
intese, aventi di norma un orizzonte temporale triennale, viene definito l’ammontare delle risorse da
destinare al finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale al fine di garantire alle regioni le risorse
necessarie alla programmazione di medio periodo e sono fissate le regole di governo del settore e le
modalità di verifica delle stesse. Il 10 luglio 2014 è stata sancita l’Intesa tra Governo, Regioni e Province
Autonome di Trento e Bolzano per il triennio 2014-2016. Il livello del finanziamento del SSN cui concorre lo
Stato è stato fissato in 112,1 miliardi nel 2015 e in 115,4 miliardi nel 2016, prevedendo la possibilità di
rideterminazione dello stesso in funzione di sopravvenute esigenze di finanza pubblica. Unitamente agli
aspetti finanziari, con il Patto della Salute 2014-2016 sono stati affrontati anche aspetti relativi
all’organizzazione e alla regolamentazione del SSN. È stata programmata la revisione dei Livelli Essenziali
di Assistenza (LEA) e del prontuario farmaceutico, al fine di procedere all’aggiornamento delle prestazioni e
dei famaci erogati dal SSN. Inoltre, è stata programmata la revisione del sistema di compartecipazione del
cittadino al finanziamento delle prestazioni sanitarie, attraverso l’introduzione di nuovi criteri che, a parità di
gettito complessivo,tengano conto della condizione economica e della composizione del nucleo familiare. Di
particolare rilievo è la imminente formalizzazione del Regolamento di definizione di standard qualitativi e
strutturali dell’assistenza ospedaliera, nonché la fissazione dei criteri organizzativi per l’assistenza
riabilitativa, per l’assistenza sanitaria di base eper l’assistenza socio sanitaria, con particolare riferimento alla
non autosufficienza. Il contenuto del Patto per la Salute è stato recepito e introdotto nella legislazione dalla
Legge di Stabilità 2015. In relazione a quanto disposto dalla Legge di Stabilità 2015 in merito al contributo
delle regioni alla manovra di finanza pubblica (pari a circa 3,4 miliardi)24 , il 26febbraio 2015 è stata siglata
un’intesa fra Stato e regioni, con la quale sono stati definiti gli importi e gli ambiti di spesa della complessiva
manovra a carico delle regioni. A seguito di tale intesa, l’onere della manovra a carico del Servizio Sanitario
Nazionale è stato fissato in circa 2,4 miliardi a decorrere dal 2015, con conseguente riduzione di pari importo
del livello di finanziamento del SSN, rideterminato in 109,7 miliardi per il 2015 e in 113,1 miliardi per il 2016.
Per quanto riguarda la spesa farmaceutica, nulla è innovato in materia di tetti di spesa rispetto al livello del
finanziamento cui concorre ordinariamente lo Stato: il tetto della spesa farmaceutica territoriale è fissato
all’11,35 per cento, mentre quello della spesa farmaceutica ospedaliera è fissato al 3,5 per cento del Fondo
sanitario nazionale per i prodotti farmaceutici forniti alle farmacie.
LA REVISIONE DELLA SPESA
Il programma di revisione della spesa pubblica descritto nel precedente DEF ha costituito la base di partenza
per le valutazioni tecniche ed economiche sottostanti le misure di razionalizzazione della spesa introdotte dal
Governo nel corso del 2014. Gli interventi, disegnati sulla base delle proposte scaturite nella fase di
ricognizione tecnica conclusasi nei primi mesi del 2014, hanno interessato prevalentemente le aree di spesa
segnalate per la presenza di sprechi e di nefficienze. In linea con le raccomandazioni della Commissione
Europea e le linee direttrici della spending review, le risorse liberate sono state destinate alla riduzione
permanente del cuneo fiscale e al sostegno dei redditi più deboli. Il decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2014,
approvato prima del DEF 2014, aveva già concorso, disponendo tagli sulle risorse dei Ministeri per circa 488
milioni nel 2014, 772 milioni nel 2015 e 564 milioni a decorrere dal 2016, in sostituzione della revisione delle
agevolazioni fiscali prevista l’anno precedente, con la Legge di Stabilità per il 2014. Successivamente, il
decreto legge n. 66 di aprile 201440 ha determinato una riduzione di spesa pari a circa 3,1 miliardi nel 2014,
circa 3 miliardi nel 2015, 2,7 miliardi per gli anni 2016 e 2017. Tra gli strumenti messi in campo vi è i
lrafforzamento del sistema di public procurement che ha istituito, anche allo scopo di favorire un ulteriore
accentramento nella gestione delle procedure di acquisto di beni e servizi, il ‘Nuovo sistema Nazionale degli
Approvvigionamenti’, costituito da trentacinque soggetti aggregatori tra cui Consip, una centrale di
committenza per ciascuna regione e altri soggetti individuati dall'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).
L’attività di controllo sui prezzi praticati è stata affidata all'ANAC, in cui è confluita l’Autorità per la vigilanza
sui contratti pubblici (AVCP), con il compito di elaborare i prezzi di riferimento dei principali beni e servizi
acquistati dalle Amministrazioni pubbliche e di pubblicare sul proprio sito internet i prezzi unitari corrisposti
29
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
per tali acquisti41 . Sono stati anche adottati limiti di spesa per incarichi di consulenza, studio e ricerca, per i
contratti di collaborazione coordinata e continuativa e per le autovetture di servizio ed è stato dato ulteriore
impulso alla riorganizzazione dell’apparato centrale dello Stato(Ministeri e Presidenza del Consiglio dei
Ministri): l’efficienza della macchina amministrativa pubblica e la sua organizzazione sono, infatti, fattori
fondamentali per garantire efficienza e competitività. Il processo di revisione dellaspesa pubblica è parte
integrante della strategia di bilancio dei prossimi anni. La Legge di Stabilità 201542 prevede riduzioni di
spesa connesse al contenimento di spese di funzionamento e gestione, manutenzione e acquisto di beni e
servizi dei Ministeri per un importo di 2,3 miliardi nel 2015, 2,5 miliardi nel 2016 e 2,6 miliardi nel 2017.
Inoltre, sempre nell’ambito dell’Amministrazione centrale, sono previste misure di riduzione dei trasferimenti
alle imprese e di razionalizzazione dei crediti d’imposta per ulteriori 0,4 miliardi nel triennio e il
ridimensionamento dei trasferimenti da destinare a Ferrovie dello Stato per ulteriori 0,4 miliardi nel 2015.
Concorrono ai tagli della spesa, sulla base delle proprie priorità, anche le regioni con un contributo
migliorativo alla finanza pubblica di circa 3,5 miliardi in ciascun esercizio quelle a statuto ordinario e di 467
milioni in ciascun esercizio 2015-2015 e 513 milioni per il 2018 quelle a statuto speciale e le province
autonome. Il contributo netto degli Enti locali ammonta a 2,2 miliardi per il 2015, 3,2miliardi per il 2016 e 4,2
miliardi per ciascuno degli anni 2017-2019. La revisione della spesa incide anche tramite un rafforzamento di
regole che pongono corretti incentivi, come nel caso dell’istituzione del Fondo crediti di dubbia esigibilità, che
favorisce percorsi volti al taglio delle spese piuttosto che all’aumento delle entrate. Inoltre, per sostenere le
attività di razionalizzazione della spesa il Governo ha ripreso, con rinnovata energia, il processo di
definizione di fabbisogni e capacità fiscali standard, con l’obiettivo di renderli operativi già nel 2015. Infine,
sono state messe in atto una riprogrammazione del Piano azione coesione (1 miliardo in ciascun anno),
nonché la riduzione del fondo riveniente dal riaccertamento straordinario residui passivi per (circa 0,3 miliardi
in ciascun anno). Le misure messe in campo, come già chiarito nel paragrafo V.1, hanno permesso di
neutralizzare completamente per il 2015 la clausola di salvaguardia posta dalla Legge di Stabilità 2014,
rinviando la revisione delle agevolazioni e detrazioni fiscali al 1° gennaio 2016. Le misure contenute nella
Legge di Stabilità 2015 contribuiranno al riequilibrio della spesa pubblica privilegiando le voci di spesa
maggiormente idonee a stimolare la crescita economica, come quelle in ricerca e sviluppo, istruzione e
infrastrutture. Sono state inoltre oggetto di intervento le retribuzioni dirigenziali apicali, riducendo a 240.000
euro il limite per il trattamento economico annuo onnicomprensivo di chiunque riceva, a carico delle finanze
pubbliche,emolumenti o retribuzioni di ogni tipo. Sul fronte del pubblico impiego, sono stati al contempo
favoriti i processi di mobilità del personale, garantite più ampie facoltà nelle assunzioni, soprattutto per gli
Enti locali, e rivisto l’istituto giuridico del trattenimento in servizio, al fine di assicurare il ricambio
generazionale necessario a garantire innovazione nelle competenze e nei processi43 . Significativi passi
avanti sono stati compiuti in tema di partecipazioni pubbliche e importanti riforme sono attese nei prossimi
anni. Già nel decreto n. 66 adottato ad aprile scorso sono previsti interventi volti alla riduzione dei costi
operativi delle società partecipate dirette e indirette dello Stato. Successivamente, in attuazione al piano di
razionalizzazione delle partecipazioni locali presentato dal Commissario Straordinario per la Revisione della
Spesa il 7 agosto 2014, la Legge di Stabilità 2015 è intervenuta in materia di servizi pubblici locali a
rilevanza economica, prevedendo l’obbligatorietà per gli Enti locali di aderire agli Ambiti Territoriali Ottimali
(ATO) per favorire la realizzazione di economie di scala e migliorare la qualità dei servizi offerti. Inoltre, a
decorrere da gennaio2015, le Amministrazioni locali44 hanno avviato un processo di razionalizzazione delle
partecipazioni detenute direttamente o indirettamente, da completarsi entro la fine dell’anno. Coerentemente
alle linee di azione suggerite nel Rapporto dello scorso agosto, tale processo prevede l’eliminazione,
attraverso dismissione o liquidazione, delle partecipate non indispensabili per lo svolgimento delle finalità
istituzionali degli enti e di quelle composte da soli amministratori o da un numero di amministratori superiore
ai dipendenti e, attraverso aggregazione o fusione, di quelle che svolgano attività analoghe ad altre
partecipate pubbliche. A tal fine, ai Presidenti delle regioni è richiesto di redigere, entro marzo 2015, un
piano operativo, in cui indicare modalità, tempi di attuazione e risparmi attesi. Le risorse derivanti dalla
vendita delle partecipate potranno essere utilizzate per finanziare investimenti invece che per ridurre il
debito, come annunciato in precedenza. Gli interventi attuati in tema di partecipate pubbliche anticipano
alcuni dei temi su cui interverranno un più ampio processo di razionalizzazione e il riordino complessivo della
disciplina dei servizi pubblici locali previsti nel disegno di legge delega sulla riorganizzazione delle
Amministrazioni pubbliche in discussione in Parlamento45 . L’attività di revisione della spesa continuerà a
costituire uno strumento essenziale per migliorare l’utilizzo delle risorse pubbliche da attuare attraverso
nuovi interventi. Per rafforzare i benefici che possono derivare da questo strumento, con l’attuazione della
delega per il completamento della riforma del bilancio, il Governo intende procedere a una sua integrazione
nella fase di programmazione del bilancio46 . Il Governo si impegna ad assicurare ulteriori interventi di
revisione della spesa e altri risparmi pari a complessivi 0,6 punti percentuali di PIL nel 2016. Tali ulteriori
riduzioni di spesa saranno utilizzati per alleggerire la pressione fiscale, anche attraverso la disattivazione
delle clausole di salvaguardia a garanzia del raggiungimento degli obiettivi di bilancio poste dalla Legge di
Stabilità 2015 e2014. Le principali misure che saranno attuate sono le seguenti:Per gli enti locali proseguirà
il processo di efficientamento già avviato nella Legge di Stabilità 2015 attraverso l’utilizzo dei costi e
30
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
fabbisogni standard per le singole amministrazioni e la pubblicazione di dati di performance e dei costi delle
singole amministrazioni.In tema di partecipate locali saranno attuati, a valle della valutazione dei piani di
razionalizzazione degli Enti locali,interventi legislativi volti a migliorarne l’efficienza, con particolare
attenzione ai settori del trasporto pubblico locale e alla raccolta rifiuti, che soffrono di gravi e crescenti
criticità di servizio e di costo. Le priorità per le Amministrazioni centrali saranno volte, tra l’altro, ad una
revisione approfondita dei capitoli di spesa verificandone l’utilità; alla riorganizzazione delle strutture
periferiche dello Stato, creando un nuovo modello di servizio più efficiente ed efficace. Un elemento
importante sarà la razionalizzazione degli immobili utilizzati dalle amministrazioni, in attuazione al decreto
legge n. 66/2014. Sarà completato il processo di razionalizzazione delle stazioni appaltanti e delle centrali
d’acquisto per gli acquisti dellaPA. Per quanto riguarda la struttura del sistema tributario sarà data piena
attuazione alla Legge di delega fiscale, con particolare attenzione alla creazione di un sistema di tracciabilità
telematica delle transazioni commerciali, anche al fine di recuperare perdite di gettito (tax gap), e alla
razionalizzazione delle tax expenditure.Gli incentivi alle imprese subiranno una puntuale ricognizione per
una successiva razionalizzazione.
LA FINANZA LOCALE NELLA LEGGE DI STABILITA’ 2016
Per apprezzare le scelte della legge di stabilità 2016 per quanto riguarda la finanza comunale è opportuno
richiamare alcuni dati delle manovre di risanamento del bilancio pubblico nel corso degli ultimi anni e che
hanno pesantemente inciso sull’attività degli enti: dal 2008 ad oggi i Comuni hanno contribuito al
contenimento della spesa e del debito per 18 miliardi di euro, pur coprendo appena il 7,6% della spesa
pubblica globale e il 2,5% del debito pubblico consolidato; dal 2010 ad oggi la spesa dei Comuni è diminuita,
mentre quella dello Stato è aumentata, confermando una discutibile ripresa del centralismo. Dal 2011 sono
stati emanati in materia di enti locali oltre 60 provvedimenti, con grave danno della trasparenza e della
efficienza della pubblica amministrazione. Il patto di stabilità interno ha provocato il crollo degli investimenti
locali, che si sono più che dimezzati.
Sotto questi profili il disegno di legge di stabilità 2016 avvia una significativa inversione di tendenza: non
sono previsti ulteriori tagli alle finanze comunali; si riconosce il ristoro integrale delle mancate entrate
derivanti dall’abolizione dell’IMU/TASI (prime case, macchinari imbullonati, terreni agricoli); viene superato il
patto di stabilità interno, imponendo ai Comuni solo l’obbligo di pareggio del bilancio di competenza finale,
con una applicazione solo parziale, flessibile e ragionevole della legge 243/2012, ciò che consente di
spendere le risorse disponibili in cassa, per finanziare investimenti e pagare le imprese. La svolta resta
tuttavia incompleta, poiché mancano la semplificazione normativa e un assetto definitivo dei tributi propri.
Per il 2016 infatti, con i trasferimenti a copertura dell’abolizione delle imposte sull’abitazione principale si
riduce l’autonomia finanziaria degli enti ed il riordino è di nuovo rinviato. E’ fatto divieto di deliberare aumenti
di tributi e addizionali rispetto alle aliquote deliberate nel 2015, il che risponde certamente ad un esigenza di
coordinamento macroeconomico della manovra, ma limita le responsabilità dei Comuni. La nuova regola
sostitutiva del patto di stabilità vale solo per il 2016 e quindi si pone il problema di introdurre una soluzione
strutturale e permanente che superi le complicazioni della legge 243/2012. Le risorse finanziarie previste per
il ristoro dei Comuni appaiono sottostimate e pertanto sarebbe necessario un adeguamento o l’introduzione
di una clausola di salvaguardia. Infine è opportuno tenere presente che le entrate proprie dei Comuni sono
scarsamente elastiche rispetto al reddito e che dunque gli effetti della prevista e auspicata ripresa
economica non avrebbero riflessi risolutivi sul bilancio di parte corrente.
31
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
32
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Popolazione residente dal 2005 al 2014
08
.6
02
14
.6
14
.3
26
87
14
14
.2
41
.0
40
14
.8
85
13
.5
65
13
.1
23
13
.7
12
12
.4
62
2016
2014
2012
2010
2008
2006
2004
2002
2000
Il grafico che segue rappresenta la struttura per età della popolazione residente al 31-12-2014. Come si può
vedere la popolazione femminile è leggermente più numerosa, infatti rappresenta il 50,73% del totale.
Popolazione residente per classi di età e di sesso al 31-12-2014
1.092
classi di età
> 65 anni
da 30 anni a 65 anni
da 15 anni a 29 anni
1.408
3.888
3.822
1.014
1.062
da 7 anni a 14 anni
620
595
da 0 anni a 6 anni
583
524
-5.000 -4.000 -3.000 -2.000 -1.000
0
1.000 2.000 3.000 4.000 5.000
abitanti
Entrando nel dettaglio, i minori costituiscono il 18,59% dei residenti (erano il 18,01% nel 2005) mentre gli over
65 costituiscono il 17,11% dei residenti (erano il 15,30% nel 2005).
Popolazione per classe d’età e stato civile al 31/12/2014.
In questa tabella si evidenziano due fattori:
la significativa presenza dei “grandi anziani” (90 anni e +) soprattutto di sesso femminile e rappresenta il 3,49%
di tutta la popolazione anziana (> 65); il dato si mantiene pressochè stabile in tutto il decennio 2005 – 2014;
la notevole differenza di longevità tra i due sessi che si nota scorrendo il totale delle classi di età, si noti anche
la prevalenza delle donne vedove (n. 739) sui maschi vedovi (n. 159)
33
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Maschi
CLASSI
D'ETA'
Meno di 1
1-4
5-9
10 - 14
15 - 19
20 - 24
25 - 29
30 - 34
35 - 39
40 - 44
45 - 49
50 - 54
55 - 59
60 - 64
65 - 69
70 - 74
75 - 79
80 - 84
85 - 89
90 e oltre
totale
stato civile
totale
celibi coniug. divorz. vedovi
71
0
0
0
71
343
0
0
0
343
421
0
0
0
421
368
0
0
0
368
315
0
0
0
315
347
4
0
0
351
303
45
0
0
348
256
166
0
0
422
295
310
5
1
611
259
446
17
2
724
150
504
29
1
684
99
488
28
8
623
35
348
10
7
400
29
294
13
6
342
26
296
2
14
338
14
290
3
27
334
20
209
3
36
268
3
120
0
31
154
6
41
1
19
67
0
6
0
7
13
3360
3567
111
159 7197
Femmine
stato civile
CLASSI
totale
coniug.
divorz. vedove
nubili
D' ETA'
Meno di 1
68
0
0
0
68
1-4
294
0
0
0
294
5-9
419
0
0
0
419
10 - 14
338
0
0
0
338
15 - 19
327
0
0
0
327
20 - 24
335
19
0
0
354
25 - 29
269
110
1
1
381
30 - 34
230
238
2
0
470
35 - 39
175
411
16
4
606
40 - 44
159
481
26
6
672
45 - 49
105
499
31
8
643
50 - 54
76
440
24
10
550
55 - 59
48
347
12
27
434
60 - 64
33
287
6
32
358
65 - 69
19
291
4
67
381
70 - 74
20
236
4
112
372
75 - 79
21
147
2
132
302
80 - 84
12
51
2
153
218
85 - 89
11
15
1
120
147
90 e oltre
5
5
0
67
77
totale
2964
3577
131
739 7411
Il tasso di crescita naturale (tasso di natalità – tasso di mortalità) ha registrato un saldo positivo in tutto il
decennio 2005-2014. (le nascite superano i decessi).
L’indice di natalità e mortalità è un indicatore che stima il rapporto tra il numero dei nati o dei morti e la popolazione
totale.
34
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Indice di natalità e mortalità
nati
morti
14,00
12,00
10,00
8,00
6,00
4,00
2,00
0,00
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Il tasso di crescita sociale (tasso di immigrazione – tasso di emigrazione) ha registrato un saldo positivo in tutto
il decennio eccetto il 2014 dove le emigrazioni hanno superato le immigrazioni.
Da considerare la notevole flessione delle immigrazioni negli anni successivi alla crisi economica del 2008.
L’indice di immigrazione e emigrazione è un indicatore che stima il rapporto tra il numero degli immigrati o degli emigrati
e la popolazione totale.
Indice di immigrazione ed emigrazione
immigrati emigrati
60,00
50,00
40,00
30,00
20,00
10,00
0,00
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
LA POPOLAZIONE STRANIERA
Al 31-12-2013 sono presenti 1.381 cittadini stranieri di cui minorenni 365 (maschi n. 179, femmine n. 186).
Gli stranieri nati in Italia (tutte le età) sono n. 309 (maschi n. 151, femmine n. 158).
Il numero delle famiglie con almeno un componente straniero è di 528.
La popolazione straniera risulta maggiormente distribuita nella classe di età 30-34 anni e nella classe 35-39.
Dal 1999 al 2014 il numero di stranieri (comunitari ed extracomunitari) è passato da n. 138 residenti a 1.381
residenti.
35
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Incremento della popolazione straniera residente. Anni 1999 – 2014
1381
1261
1191
1234
1306
1038
706
448
138
197
1999 2001 2003 2005 2007 2008 2009 2010 2011 2014
La comunità straniera più numerosa è la rumena che rappresenta il 47,65% della popolazione straniera.
Segue la comunità marocchina con il 10,07% di residenti ed è la più numerosa tra gli stranieri di origine africana
mentre di origine asiatica la comunità straniera più numerosa è quella cinese con il 7,17%.
Cittadini stranieri residenti, per paese di cittadinanza. Graduatoria primi 10 paesi in %
1,52% 14,39%
1,59%
Romania
Marocco
Cina
Moldova
Nigeria
Albania
India
Bosnia-E
Banglad.
Tunisia
1,96%
2,03%
4,06%
47,65%
4,13%
5,43%
7,17%
10,07%
Altri Paesi
di cui
36
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
37
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
38
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
39
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
40
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
ECONOMIA E SVILUPPO ECONOMICO LOCALE
Lo studio degli insediamenti produttivi nasce dalla precisa esigenza di fornire un contributo
quantitativo e qualitativo di comprensione dei trend dell’economia dei Comuni dell’IPA
Camposampierese e analizza la composizione dei tre settori principali dell’economia: primario,
secondario e terziario:
• Il settore primario si compone di: agricoltura e attività estrattive;
• Il settore secondario si compone di: attività manifatturiere;
• Il settore terziario si compone di: forniture, costruzioni, commercio, trasporto e
magazzinaggio, attività di alloggio e ristorazione, informazione e comunicazione, finanziarie
e assicurative, attività immobiliari, professionali e scientifiche, istruzione e sanità.
I comuni partecipanti all’analisi sono:
Borgoricco
Campodarsego
Camposampiero
Loreggia
Massanzago
Piombino Dese
San Giorgio delle Pertiche
Santa Giustina in Colle
Trebaseleghe
Villa del Conte
Villanova di Camposampiero
Le fonti di dati utilizzati nella seguente analisi sono:
Camera di Commercio di Padova
ISTAT
Elaborazione:
Ufficio Programmazione e Controllo Federazione dei Comuni del Camposampierese
A.S.I.-srl
41
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
In questa sezione si presenta la dinamica degli insediamenti produttivi. La classificazione dei dati
proposta si compone di due aspetti:
1. Il territorio della Federazione dei Comuni del Camposampierese distinto per gli undici
Comuni che la compongono;
2. Il territorio della Provincia di Padova suddiviso nelle Aree geografiche omogenee che la
compongono.
Dinamica insediamenti produttivi per territori comunali al 31.12
Area del Camposampierese
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
1.011
1.012
1.029
1.011
991
BORGORICCO
989
985
1.822
1.854
1.876
1.893
1.878
CAMPODARSEGO
1.879
1.881
1.586
1.596
1.574
1.606
1.599
CAMPOSAMPIERO
1.595
1.569
916
938
934
917
920
LOREGGIA
924
913
672
688
693
675
674
MASSANZAGO
672
687
1.290
1.285
1.251
1.248
1.252
PIOMBINO DESE
1.251
1.238
1.053
1.058
1.074
1.061
SAN GIORGIO DELLE PERTICHE 1.040
1.071
1.077
864
876
890
886
859
SANTA GIUSTINA IN COLLE
860
841
1.506
1.520
1.492
1.502
1.493
TREBASELGHE
1.489
1.456
748
750
735
732
712
VILLA DEL CONTE
708
698
VILLANOVA DI
626
647
669
656
640
627
612
CAMPOSAMPIERO
12.081 12.219 12.201 12.200 12.079 12.065 11.957
CAMPOSAMPIERESE
2012
973
1.867
1.563
890
678
1.219
1.090
832
1.438
678
2013
946
1.819
1.488
862
659
1.167
1.070
803
1.374
653
2014
948
1.805
1.460
867
660
1.144
1.042
789
1.382
637
607
579
574
11.835
11.420
11.308
42
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Dinamica insediamenti produttivi per aree territoriali prov. Padova al 31.12
TOTALE SETTORI
valori assoluti
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Area
centrale
Campos.
Area colli
Conselv.
Estense
Monselic.
Montag.
Piovese
Cittad.
Tot.
provincia
48.012
48.894
49.284
50.347
50.418
50.885
50.458
50.517
50.368
50.452
12.081
12.219
12.201
12.200
12.079
12.065
11.957
11.835
11.420
11.308
3.441
3.458
3.467
3.462
3.455
3.471
3.460
3.444
3.391
3.352
6.843
6.850
6.833
6.767
6.723
6.637
6.542
6.435
6.167
6.156
5.687
5.766
5.714
5.711
5.659
5.664
5.563
5.472
5.302
5.232
9.017
9.077
9.021
8.913
8.847
8.803
8.722
8.607
8.351
8.288
5.002
4.965
4.970
4.924
4.841
4.763
4.701
4.655
4.450
4.367
6.683
6.754
6.766
6.856
6.802
6.741
6.677
6.689
6.482
6.404
12.862
12.902
12.993
13.057
13.039
13.033
12.999
12.919
12.652
12.686
109.628
110.884
111.251
112.240
111.865
112.062
111.079
110.573
108.583
108.245
Dinamica insediamenti produttivi per aree territoriali prov. Padova al 31.12
TOTALE SETTORI
Tassi di crescita (var. % su anno precedente)
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
Media
'05-‘14
Area
centrale
Campos.
Area colli
Conselv.
Estense
Monselic.
Montag.
Piovese
Cittad.
Tot.
provincia
0,99%
1,84%
0,80%
2,16%
0,14%
0,93%
-0,84%
0,12%
-0,29%
0,17%
0,62%
1,14%
-0,15%
-0,01%
-0,99%
-0,12%
-0,90%
-1,02%
-3,51%
-0,98%
1,62%
0,49%
0,26%
-0,14%
-0,20%
0,46%
-0,32%
-0,46%
-1,54%
-1,15%
0,44%
0,10%
-0,25%
-0,97%
-0,65%
-1,28%
-1,43%
-1,64%
-4,16%
-0,18%
0,74%
1,39%
-0,90%
-0,05%
-0,91%
0,09%
-1,78%
-1,64%
-3,11%
-1,32%
-0,08%
-0,74%
0,10%
-0,93%
-1,69%
-1,61%
-1,30%
-0,98%
-4,40%
-1,87%
1,33%
1,06%
0,18%
1,33%
-0,79%
-0,90%
-0,95%
0,18%
-3,09%
-1,20%
-0,21%
0,31%
0,71%
0,49%
-0,14%
-0,05%
-0,26%
-0,62%
-2,07%
0,27%
0,72%
1,15%
0,33%
0,89%
-0,33%
0,18%
-0,88%
-0,46%
-1,80%
-0,31%
5,08%
-6,40%
-2,59%
-10,04%
-5,05%
0,61%
0,67%
-0,62%
-1,20%
-0,74%
-0,50%
-0,92%
-1,32%
-2,97%
-0,75%
10,91%
-0,58%
-4,17%
-1,37%
-1,26%
43
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Settore Primario
È il settore in economia che concentra e raggruppa tutte le attività che riguardano le colture, sia
tradizionali che biologiche, ma anche i boschi e i pascoli. Si tratta di attività che vanno incontro ai
bisogni primari dell’uomo e della collettività. Allevamento e trasformazione non industriale di
alcuni prodotti, caccia, pesca e attività estrattiva.
val.ass. al 31.12
Area del Camposampierese
BORGORICCO
CAMPODARSEGO
CAMPOSAMPIERO
LOREGGIA
MASSANZAGO
PIOMBINO DESE
SAN GIORGIO DELLE PERTICHE
SANTA GIUSTINA IN COLLE
TREBASELEGHE
VILLA DEL CONTE
VILLANOVA DI
CAMPOSAMPIERO
CAMPOSAMPIERESE
Aree territoriali provincia di
Padova
AREA CENTRALE
CAMPOSAMPIERESE
AREA COLLI
CONSELVANO
ESTENSE
MONSELICENSE
MONTAGNANESE
PIOVESE
CITTADELLESE
TOT. PROVINCIA
variazione 13-14 al 31.12
2010
2011
2012
2013
2014
in %
assolute
181
243
246
200
152
318
200
223
378
175
176
238
227
186
148
307
193
209
348
176
129
178
162
140
114
219
139
151
269
135
96
-1
-13
-15
-1
-4
-16
-17
-10
-13
-5
138
130
191
177
141
118
235
156
161
282
140
101
-0,77%
-6,81%
-8,47%
-0,71%
-3,39%
-6,81%
-10,90%
-6,21%
-4,61%
-3,57%
154
165
225
219
176
143
293
186
199
336
172
132
-4,95%
-5
2.470
2.346
2.246
1.832
1.732
-5,46%
-100
val.ass. al 31.12
variazione 13-14 al 31.12
2010
2011
2012
2013
2014
in %
assolute
2.923
2.470
755
1.767
1.450
1.840
1.397
1.408
2.339
16.349
2.836
2.346
726
1.683
1.382
1.771
1.356
1.338
2.266
15.704
2.766
2.246
707
1.640
1.360
1.727
1.331
1.319
2.245
15.341
2.447
1.832
656
1.456
1.258
1.560
1.188
1.188
1.979
13.564
2.404
1.732
634
1.414
1.244
1.524
1.151
1.139
1.962
13.204
-1,76%
-5,46%
-3,35%
-2,88%
-1,11%
-2,31%
-3,11%
-4,12%
-0,86%
-2,65%
-43
-100
-22
-42
-14
-36
-37
-49
-17
-360
44
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
45
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Settore Secondario
È il settore economico che comprende tutte le industrie di produzione e lavorazione di beni e
prodotti del settore primario. I materiali, le sostanze o i componenti trasformati sono materie prime
che provengono dall'agricoltura, dalla silvicoltura, dalla pesca, dall'estrazione di minerali oppure
sono il prodotto di altre attività manifatturiere. L’alterazione, la rigenerazione o la ricostruzione
sostanziale dei prodotti sono in genere considerate attività manifatturiere.
Come regola generale, le attività della sezione manifattura implicano la trasformazione di materiali
in nuovi prodotti.
val.ass. al 31.12
Area del Camposampierese
BORGORICCO
CAMPODARSEGO
CAMPOSAMPIERO
LOREGGIA
MASSANZAGO
PIOMBINO DESE
SAN GIORGIO DELLE PERTICHE
SANTA GIUSTINA IN COLLE
TREBASELEGHE
VILLA DEL CONTE
VILLANOVA DI
CAMPOSAMPIERO
CAMPOSAMPIERESE
Aree territoriali provincia di
Padova
AREA CENTRALE
CAMPOSAMPIERESE
AREA COLLI
CONSELVANO
ESTENSE
MONSELICENSE
MONTAGNANESE
PIOVESE
CITTADELLESE
TOT. PROVINCIA
variazione 13-14 al 31.12
2010
2011
2012
2013
2014
in %
assolute
179
376
210
123
113
278
195
149
232
109
177
373
208
115
119
279
196
147
227
113
175
374
211
124
112
268
191
135
230
107
115
0
10
-1
7
-9
2
-2
-2
7
1
105
175
364
212
117
121
266
193
137
223
106
110
0,00%
2,75%
-0,47%
5,98%
-7,44%
0,75%
-1,04%
-1,46%
3,14%
0,94%
112
174
366
213
119
119
273
188
142
222
106
110
4,55%
5
2.076
2.059
2.032
2.024
2.042
0,89%
18
val.ass. al 31.12
variazione 13-14 al 31.12
2010
2011
2012
2013
2014
in %
assolute
5.267
2.076
509
955
651
962
870
1.034
2.293
14.607
5.184
2.059
509
937
659
959
858
1.012
2.264
14.441
5.166
2.032
504
930
635
923
837
1.019
2.219
14.265
5.123
2.024
504
895
617
901
818
1.006
2.168
14.056
5.053
2.042
504
906
614
895
806
996
2.179
13.995
-1,37%
0,89%
0,00%
1,23%
-0,49%
-0,67%
-1,47%
-0,99%
0,51%
-0,43%
-70
18
0
11
-3
-6
-12
-10
11
-61
46
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
47
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Settore Terziario
È il settore economico in cui si produzione o forniscono servizi e comprende tutte le attività
complementari e di ausilio alle attività del settore primario e secondario che vanno sotto il nome di
servizi.
val.ass. al 31.12
Area del Camposampierese
BORGORICCO
CAMPODARSEGO
CAMPOSAMPIERO
LOREGGIA
MASSANZAGO
PIOMBINO DESE
SAN GIORGIO DELLE PERTICHE
SANTA GIUSTINA IN COLLE
TREBASELEGHE
VILLA DEL CONTE
VILLANOVA DI
CAMPOSAMPIERO
CAMPOSAMPIERESE
Aree territoriali provincia di
Padova
AREA CENTRALE
CAMPOSAMPIERESE
AREA COLLI
CONSELVANO
ESTENSE
MONSELICENSE
MONTAGNANESE
PIOVESE
CITTADELLESE
TOT. PROVINCIA
variazione 13-14 al 31.12
2010
2011
2012
2013
2014
in %
assolute
627
1.257
1.135
600
406
652
674
486
876
423
636
1.280
1.136
615
420
654
692
488
886
415
642
1.249
1.086
602
434
656
709
500
880
394
363
5
-12
-6
-1
14
-5
-6
-4
15
-13
372
637
1.261
1.092
603
420
661
715
504
865
407
367
0,78%
-0,95%
-0,55%
-0,17%
3,33%
-0,76%
-0,84%
-0,79%
1,73%
-3,19%
360
631
1.271
1.125
594
413
648
712
490
875
399
364
-1,09%
-4
7.496
7.594
7.522
7.532
7.515
-0,23%
-17
val.ass. al 31.12
variazione 13-14 al 31.12
2010
2011
2012
2013
2014
in %
assolute
42.508
7.496
2.204
3.903
3.548
5.988
2.483
4.282
8.376
80.788
42.166
7.594
2.220
3.903
3.502
5.957
2.466
4.295
8.430
80.456
42.271
7.522
2.227
3.842
3.451
5.923
2.463
4.323
8.415
80.437
42.451
7.532
2.224
3.793
3.402
5.858
2.420
4.262
8.455
80.397
42.809
7.515
2.207
3.826
3.360
5.853
2.398
4.250
8.515
80.733
0,84%
-0,23%
-0,76%
0,87%
-1,23%
-0,09%
-0,91%
-0,28%
0,71%
0,42%
358
-17
-17
33
-42
-5
-22
-12
60
336
48
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Il Camposampierese
Dati al 31.12.1981
valore assoluto al 31.12.1981
Area del Camposampierese
BORGORICCO
CAMPODARSEGO
CAMPOSAMPIERO
LOREGGIA
MASSANZAGO
PIOMBINO DESE
SAN GIORGIO DELLE
PERTICHE
SANTA GIUSTINA IN COLLE
TREBASELEGHE
VILLA DEL CONTE
VILLANOVA DI
CAMPOSAMPIERO
CAMPOSAMPIERESE
SETTORE
PRIMARIO
SETTORE
SECONDARI
O
SETTORE
TERZIARI
O
NON
CLASSIFIC
ATE
TOTAL
E
781
1.033
633
573
443
829
131
293
165
92
59
224
242
461
442
236
111
346
0
0
0
0
0
0
1.154
1.787
1.240
901
613
1.399
743
144
357
0
1.244
633
1.061
564
101
165
116
200
367
194
0
0
0
934
1.593
874
494
76
193
0
763
7.787
1.566
3.149
0
12.502
49
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
valore % al 31.12.1981
Area del Camposampierese
BORGORICCO
CAMPODARSEGO
CAMPOSAMPIERO
LOREGGIA
MASSANZAGO
PIOMBINO DESE
SAN GIORGIO DELLE
PERTICHE
SANTA GIUSTINA IN COLLE
TREBASELEGHE
VILLA DEL CONTE
VILLANOVA DI
CAMPOSAMPIERO
CAMPOSAMPIERESE
% SETTORE
PRIMARIO
% SETTORE
SECONDARI
O
%
SETTORE
TERZIARI
O
% NON
CLASSIFIC
ATE
TOTAL
E
10,0%
13,3%
8,1%
7,4%
5,7%
10,6%
8,4%
18,7%
10,5%
5,9%
3,8%
14,3%
7,7%
14,6%
14,0%
7,5%
3,5%
11,0%
0,0%
0,0%
0,0%
0,0%
0,0%
0,0%
10,0%
13,3%
8,1%
7,4%
5,7%
10,6%
9,5%
9,2%
11,3%
0,0%
9,5%
8,1%
13,6%
7,2%
6,4%
10,5%
7,4%
6,4%
11,7%
6,2%
0,0%
0,0%
0,0%
8,1%
13,6%
7,2%
6,3%
4,9%
6,1%
0,0%
6,3%
100,0%
100,0%
100,0%
0,0%
100,0
%
Dati al 31.12.2001
valore assoluto al 31.12.2001
BORGORICCO
622
SETTORE
SECONDARI
O
170
CAMPODARSEGO
794
356
777
0
1.927
CAMPOSAMPIERO
607
161
714
0
1.482
LOREGGIA
409
125
369
0
903
MASSANZAGO
425
101
263
0
789
PIOMBINO DESE
SAN GIORGIO DELLE
PERTICHE
SANTA GIUSTINA IN COLLE
850
275
446
0
1.571
813
187
431
0
1.431
451
144
325
0
920
1.016
215
568
0
1.799
577
120
302
0
999
440
108
247
0
795
7.004
1.962
4.831
0
13.797
% NON
CLASSIFIC
TOTAL
E
Area del Camposampierese
TREBASELEGHE
VILLA DEL CONTE
VILLANOVA DI
CAMPOSAMPIERO
CAMPOSAMPIERESE
SETTORE
PRIMARIO
SETTORE
TERZIARI
O
389
NON
CLASSIFIC
ATE
0
TOTAL
E
1.181
valore % al 31.12.2001
Area del Camposampierese
% SETTORE
PRIMARIO
% SETTORE
SECONDARI
%
SETTORE
50
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
O
BORGORICCO
8,9%
8,7%
TERZIARI
O
8,1%
CAMPODARSEGO
11,3%
18,1%
16,1%
0,0%
11,3%
CAMPOSAMPIERO
8,7%
8,2%
14,8%
0,0%
8,7%
LOREGGIA
5,8%
6,4%
7,6%
0,0%
5,8%
MASSANZAGO
6,1%
5,1%
5,4%
0,0%
6,1%
PIOMBINO DESE
SAN GIORGIO DELLE
PERTICHE
SANTA GIUSTINA IN COLLE
12,1%
14,0%
9,2%
0,0%
12,1%
11,6%
9,5%
8,9%
0,0%
11,6%
6,4%
7,3%
6,7%
0,0%
6,4%
TREBASELEGHE
14,5%
11,0%
11,8%
0,0%
14,5%
VILLA DEL CONTE
VILLANOVA DI
CAMPOSAMPIERO
8,2%
6,1%
6,3%
0,0%
8,2%
6,3%
5,5%
5,1%
0,0%
6,3%
100,0%
100,0%
100,0%
0,0%
100,0
%
CAMPOSAMPIERESE
ATE
0,0%
8,9%
Dati al 31.12.2011
valore assoluto al 31.12.2011
Area del Camposampierese
BORGORICCO
CAMPODARSEGO
CAMPOSAMPIERO
LOREGGIA
MASSANZAGO
PIOMBINO DESE
SAN GIORGIO DELLE
PERTICHE
SANTA GIUSTINA IN COLLE
TREBASELEGHE
VILLA DEL CONTE
VILLANOVA DI
CAMPOSAMPIERO
CAMPOSAMPIERESE
SETTORE
PRIMARIO
SETTORE
SECONDARI
O
SETTORE
TERZIARI
O
NON
CLASSIFIC
ATE
TOTAL
E
176
238
227
186
148
307
177
373
208
115
119
279
636
1.280
1.136
615
420
654
4
4
7
2
3
5
993
1.895
1.578
918
690
1.245
193
196
692
4
1.085
209
348
176
147
227
113
488
886
415
0
4
1
844
1.465
705
138
105
372
1
616
2.346
2.059
7.594
35
12.034
% NON
CLASSIFIC
ATE
TOTAL
E
valore % al 31.12.2011
Area del Camposampierese
% SETTORE
PRIMARIO
% SETTORE
SECONDARI
O
%
SETTORE
TERZIARI
O
51
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
BORGORICCO
CAMPODARSEGO
CAMPOSAMPIERO
LOREGGIA
MASSANZAGO
PIOMBINO DESE
SAN GIORGIO DELLE
PERTICHE
SANTA GIUSTINA IN COLLE
TREBASELEGHE
VILLA DEL CONTE
VILLANOVA DI
CAMPOSAMPIERO
CAMPOSAMPIERESE
7,5%
10,1%
9,7%
7,9%
6,3%
13,1%
8,6%
18,1%
10,1%
5,6%
5,8%
13,6%
8,4%
16,9%
15,0%
8,1%
5,5%
8,6%
11,4%
11,4%
20,0%
5,7%
8,6%
14,3%
7,5%
10,1%
9,7%
7,9%
6,3%
13,1%
8,2%
9,5%
9,1%
11,4%
8,2%
8,9%
14,8%
7,5%
7,1%
11,0%
5,5%
6,4%
11,7%
5,5%
0,0%
11,4%
2,9%
8,9%
14,8%
7,5%
5,9%
5,1%
4,9%
2,9%
5,9%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0
%
Dati al 31.12.2014
valore assoluto al 31.12.2014
BORGORICCO
129
SETTORE
SECONDARI
O
175
CAMPODARSEGO
178
374
1.249
4
1.805
CAMPOSAMPIERO
162
211
1.086
1
1.460
LOREGGIA
140
124
602
1
867
MASSANZAGO
114
112
434
0
660
PIOMBINO DESE
SAN GIORGIO DELLE
PERTICHE
SANTA GIUSTINA IN COLLE
219
268
656
1
1.144
139
191
709
3
1.042
151
135
500
3
789
TREBASELEGHE
269
230
880
3
1.382
VILLA DEL CONTE
VILLANOVA DI
CAMPOSAMPIERO
CAMPOSAMPIERESE
135
107
394
1
637
96
115
363
0
574
1.732
2.042
7.515
19
11.308
% NON
CLASSIFIC
ATE
TOTAL
E
10,5%
7,4%
21,1%
10,3%
Area del Camposampierese
SETTORE
PRIMARIO
SETTORE
TERZIARI
O
642
NON
CLASSIFIC
ATE
2
TOTAL
E
948
valore % al 31.12.2014
% SETTORE
PRIMARIO
% SETTORE
SECONDARI
O
BORGORICCO
7,4%
8,6%
%
SETTORE
TERZIARI
O
8,5%
CAMPODARSEGO
10,3%
18,3%
16,6%
Area del Camposampierese
52
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
CAMPOSAMPIERO
9,4%
10,3%
14,5%
5,3%
9,4%
LOREGGIA
8,1%
6,1%
8,0%
5,3%
8,1%
MASSANZAGO
6,6%
5,5%
5,8%
0,0%
6,6%
PIOMBINO DESE
SAN GIORGIO DELLE
PERTICHE
SANTA GIUSTINA IN COLLE
12,6%
13,1%
8,7%
5,3%
12,6%
8,0%
9,4%
9,4%
15,8%
8,0%
8,7%
6,6%
6,7%
15,8%
8,7%
TREBASELEGHE
15,5%
11,3%
11,7%
15,8%
15,5%
VILLA DEL CONTE
VILLANOVA DI
CAMPOSAMPIERO
7,8%
5,2%
5,2%
5,3%
7,8%
5,5%
5,6%
4,8%
0,0%
5,5%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0%
100,0
%
CAMPOSAMPIERESE
Area del Camposampierese
%
Settore primario
62,29
Settore secondario
12,53
Settore terziario
25,19
Non classificate
0,00
Settore secondario
14,22
Settore terziario
35,01
Non classificate
0,00
Area del Camposampierese
Settore primario
%
50,76
53
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Area del Camposampierese
%
Settore primario
19,49
Settore secondario
17,11
Settore terziario
63,10
Non classificate
0,29
Area del Camposampierese
%
Settore primario
15,32
Settore secondario
18,06
Settore terziario
66,46
Non classificate
0,17
54
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
55
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
SERVIZI PUBBLICI LOCALI
Nelle tabelle sotto riportate si riepilogano i dati relativi all’accesso ai servizi pubblici locali gestiti in forma
diretta da questo Ente, con riferimento all’annualità 2014, ovvero, con riferimento ai servizi relativi
all’istruzione, all’anno scolastico 2015/2016:
SETTORE SERVIZI SOCIO-DEMOGRAFICI
Tipologia servizio
Fornitura pasti caldi
Integrazione retta anziani
Contributi “Fondo di Solidarietà”
Contributi assistenziali
Contributi Associazioni
Rimborsi spese farmaceutiche
Servizio educativo domiciliare
Contributi per pagamento Tasi
Contributo per canone affitto
Contributo per spese riscaldamento
Trasporto utenti con varie disabilità
n. richieste/accessi/prestazioni
5
4
20
16
4
15
5
15
9
42
1168
anno
n. richieste/accessi/prestazioni
72
82
200
23.252
1.388
370
5
anno
n. richieste/accessi/prestazioni
anno
2014
2014
2014
2014
2014
2014
2014
2014
2014
2014
2014
SETTORE SERVIZI AMMINISTRATIVI
Tipologia servizio
Centri ricreativi pomeridiani
Centri ricreativi estivi
Trasporto scolastico
Biblioteca - prestiti
Biblioteca - acquisti
Biblioteca - iscrizioni
Servizio educativo domiciliare
2015/2016
2015
2015/2016
2014
2014
2014
2014
SETTORE SERVIZI FINANZIARI
Tipologia servizio
Estrazione visure catastali
2014
56
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
PARAMETRI INTERNI E MONITORAGGIO DEI FLUSSI FINANZIARI
L’analisi dello stato strutturale del comune è effettuato attraverso una serie di indicatori finanziari
che in- teressano aspetti diversi della gestione dell’ente, definendo rapporti tra valori finanziari e fisici
(ad esempio la pressione tributaria per abitante, la spesa corrente per abitante) o rapporti tra valori
esclusivamente finanziari (ad esempio il grado di autonomia impositiva, il grado di autonomia
finanziaria). Gli indicatori generalmente utilizzati per tale analisi sono:
• grado di autonomia dell’ente;
• pressione fiscale locale e restituzione erariale pro-capite;
• grado di rigidità del bilancio;
• grado di rigidità pro-capite;
• costo del personale;
• propensione agli investimenti.
• Grado di autonomia finanziaria
Le entrate correnti costituiscono le risorse destinate alla gestione dei servizi comunali; di questo
importo com- plessivo le entrate tributarie ed extratributarie indicano la parte direttamente o
indirettamente reperita
dall’ente. I trasferimenti correnti dello Stato, regione ed altri enti formano
invece le entrate derivate, quali risorse di terzi destinate a finanziare parte della gestione corrente.
Il grado di autonomia finanziaria rappresenta un indice della capacità dell’ente di reperire coN mezzi propri
le risorse necessarie al finanziamento di tutte le spese di funzionamento dell’apparato comunale, erogazione
di servizi ecc.
L’analisi dell’autonomia finanziaria assume una crescente rilevanza in un periodo di forte
decentramento e di progressiva fiscalizzazione locale. Il sistema finanziario degli enti locali, in passato
basato prevalentemente sui trasferimenti statali, è ora basato sull’autonomia finanziaria dei comuni,
ossia sulla capacità dell’ente di reperire, con mezzi propri, le risorse da destinare al soddisfacimento
dei bisogni della collettività.
L’ente per mantenere in essere i propri servizi istituzionali e non, può contare sempre meno sui
trasferimenti che gli derivano dallo Stato e da altri enti pubblici; deve quindi focalizzare la propria
attenzione sulle entrate pro- prie e sulla gestione di servizi in modo da realizzare il massimo delle
economicità ed efficienza al fine di liberare risorse per altri servizi.
INDICE
Autonomia finanziaria
=
Entrate
tributarie
extratributarie
Entrate correnti
+
2015
2014
2013
2012
96,00%
95,00%
77,17%
97,55%
• Pressione fiscale locale e restituzione erariale pro-capite
Sono indicatori che consentono di individuare l’onere che grava sul cittadino per usufruire dei
servizi forniti dall’Ente.
INDICE
Pressione
proprie
capite
entrate
pro-
Entrate
tributarie
extratributarie
N. Abitanti
INDICE
Pressione
tributaria procapite
Entrate tributarie
+
2015
2014
2013
2012
340,36
372,23
320,88
442,57
2015
2014
2013
2012
285,88
318,64
259,11
363,69
N. Abitanti
• Grado di rigidità del bilancio
L’amministrazione dell’ente nell’utilizzo delle risorse comunali è libera nella misura in cui il
bilancio non è prevalentemente vincolato da impegni di spesa a lungo termine già assunti in
precedenti esercizi. Conoscere, pertanto, il grado di rigidità del bilancio permette di individuare quale
57
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
sia il margine di operatività per assumere nuove decisioni o iniziative economiche e finanziarie.
INDICE
Rigidità strutturale =
Spese personale + Rimborso
mutui e interessi
Entrate correnti
2015
2014
2013
2012
27,95%
25,27%
27,83%
28,26%
Le spese fisse impegnate, per prassi, sono le spese del personale, le spese per il rimborso della
quota ca- pitale e interesse dei mutui. Quanto più il valore si avvicina all’unità, tanto minori sono le
possibilità di manovra dell’amministrazione che si trova con gran parte delle risorse correnti già
utilizzate per il finanziamento delle spese per il personale e il rimborso della quota capitale e interessi
dei mutui in scadenza.
In realtà, il grado di rigidità strutturale è notevolmente superiore all’indice sopra calcolato, in quanto
sarebbero da considerare anche tutti i costi di funzionamento delle strutture (costi per consumo acqua,
gas, energia elettri- ca, spese telefoniche, le imposte ecc.).
Volendo scomporre il grado di rigidità strutturale complessivo sopra evidenziato nelle due voci relative
al costo del personale e al costo dei mutui si possono ottenere questi ulteriori indici:
INDICE
2015
2014
2013
2012
27,95%
25,27%
24,12%
22,22%
2015
2014
2013
2012
0,00%
0,00%
3,71%
6,03%
Spese personale
Rigidità
per
costo
personale =
Entrate correnti
INDICE
Rimborso
mutui
interessi
Entrate correnti
Rigidità
per
indebitamento =
e
• Grado di rigidità pro-capite
Come accennato precedentemente, per prassi, i principali fattori di rigidità a lungo termine sono il
costo del personale ed il livello di indebitamento. Questi fattori devono essere riportati alla dimensione
sociale del comune individuandone la ricaduta diretta sul cittadino.
INDICE
Rigidità
strutturale procapite =
Spese personale + Rimborso
mutui e interessi
N. Abitanti
INDICE
Rigidità costo del
personale
procapite =
Spese personale
2014
2013
2012
99,08
99,01
115,73
128,19
2015
2014
2013
2012
99,08
99,01
100,29
100,82
2015
2014
2013
2012
0,00
0,00
15,47
27,37
N. Abitanti
INDICE
Rigidità
indebitamento procapite =
2015
Rimborso mutui e interessi
N. Abitanti
• Costo del personale
58
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
L’erogazione dei servizi è essenzialmente basata sulla struttura organizzativa dell’ente, nella quale
l’onere del personale assume un’importanza preponderante su ogni altro fattore produttivo impiegato.
Il costo del personale può essere visto come:
– parte del costo complessivo del totale delle spese correnti: in questo caso si evidenzia l’incidenza
del costo del personale sul totale delle spese correnti del titolo I;
– costo medio pro-capite dato dal rapporto costo del personale/n. abitanti: rigidità costo del personale
dato dal rapporto tra il totale delle spese per il personale e il totale delle entrate correnti; in pratica
viene analizzato quanto delle entrate correnti è utilizzato per il finanziamento delle spese per il
personale.
Gli indicatori sotto riportati analizzano la spesa per il personale negli aspetti sopra descritti.
INDICE
Incidenza
spesa
personale sulla spesa
2014
2013
2012
27,95%
25,27%
24,12%
22,22%
2015
2014
2013
2012
99,08
99,01
100,29
100,82
Spesa personale
Spese correnti del titolo I
INDICE
Rigidità
costo
del
personale pro-capite =
2015
Spesa personale
N. Abitanti
Parametri di deficit strutturale
I parametri di deficit strutturale, meglio individuati come indicatori di sospetta situazione di
deficitarietà struttu- rale, sono dei particolari tipi di indice previsti dal legislatore e applicati nei confronti
di tutti gli enti locali. Lo scopo di questi indici è fornire agli organi centrali un indizio, anche statistico, che
riveli il grado di solidità della situazione finanziaria dell’ente, o per meglio dire, che indichi l’assenza di
una condizione di pre-dissesto strutturale.
Secondo la norma, infatti, sono considerati in condizioni strutturalmente deficitarie gli enti locali che
presenta- no gravi e incontrovertibili condizioni di squilibrio individuate dalla presenza di almeno la metà
degli indicatori con un valore non coerente (fuori media) con il corrispondente dato di riferimento
nazionale.
L’ente non è mai risultato essere in deficit strutturale.
SINERGIE E FORME DI PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA
59
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
CONSORZI
Autorità d’ambito territoriale ottimale “A.T.O. Brenta”
Enti associati:costituito da 73 Comuni appartenenti alle province di Padova (44), Treviso (1) e Vicenza (28)
per un totale di 584.547 abitanti residenti (ISTAT 2011)
Attività: Gestione dei servizi idrici mirata al superamento della frammentazione gestionale esistente
attraverso l’integrazione territoriale (definizione di bacini di utenza di dimensione ottimale) e l’integrazione
funzionale delle diverse attività territoriali.
Consorzio Bacino Padova Uno per la gestione dei rifiuti
Enti associati: Borgoricco, Campo S. Martino, Campodarsego, Camposampiero, Carmignano di Brenta,
Cittadella, Curtarolo, Fontaniva, Galliera Veneta, Gazzo, Grantorto, Loreggia, Massanzago, Piazzola Sul
Brenta, Piombino Dese, S.Giorgio in Bosco, Santa Giustina in Colle, S. Martino di Lupari, San Pietro in Gu,
Tombolo, Trebaseleghe, Vigodarzere , Vigonza, Villanova di Camposampiero, Villa del Conte
Attività: raccolta e trattamento rifiuti.
SOCIETA’ DI CAPITALI
Energia Territorio Risorse Ambientali - ETRA SPA
Enti associati: I Comuni soci sono 75, di cui 44 in provincia di Padova, 30 in provincia di Vicenza e 1 in
provincia di Treviso.
Attività: gestione dei servizi pubblici locali a tariffe sostenibili per gli utenti, per la tutela dell’ambiente e per il
miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Precisamente:
acqua di elevata qualità e strutture di distribuzione efficienti;
raccolta e depurazione dei reflui nel rispetto di tutti gli standard ambientali, per evitare l’inquinamento delle
risorse idriche;
lavori di miglioramento delle reti e delle strutture impiantistiche in accordo con le Amministrazioni comunali;
raccolta differenziata e riciclo della maggior quantità possibile dei rifiuti prodotti nel territorio e smaltimento in
sicurezza dei rifiuti residui non riciclabili;
chiusura del ciclo dei rifiuti in ambito locale, come previsto dalla normativa ambientale.
Se.t.a. S.p.a.
Enti associati: 29 Comuni.
Attività: Costituita il 29 novembre 2002 per volontà dei Consorzi CATN e AISA facenti parte del Bacino 16,
compresi nell’area di pianificazione Torino Sud-Est e dall’AMIAT S.p.A. SETA S.p.A. opera secondo le
normative dell’art. 35, Legge n. 448/2001 e della Legge Regionale n. 24/2002, in ottemperanza ai principi di
separazione tra i compiti di indirizzo e governo del sistema di gestione integrata dei rifiuti solidi urbani e
assimilati, posti in capo al “Consorzio di Funzioni” e l’esercizio del servizio posto in capo non più ai Consorzi
ma a Società di Capitali costituite dai Comuni interessati.
UNIONI
Federazione dei Comuni del Camposampierese
Enti associati: Comuni di Borgoricco, Campodarsego, Camposampiero, Santa Giustina in Colle, San Giorgio
delle Pertiche, Loreggia, Massanzago, Piombino Dese, Trebaseleghe, Villa del Conte, Villanova di
Camposampiero.
Attività: Funzioni Generali di Amministrazione, di Gestione e di Controllo; Funzioni di Polizia Locale; Funzioni
nel campo dello sviluppo economico; Funzioni attinenti al Turismo, alla cultura e all’istruzione pubblica;
Funzioni riguardanti la gestione del territorio, dell'ambiente e della viabilità.
Approfondimento: Partecipazioni dirette ed indirette di 1^ e 2^ livello.
60
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Nelle tabelle che seguono si riportano i dati riepilogativi delle società e dei consorzi rispetto ai quali questo
Ente detiene:
- quote di partecipazione diretta;
- quote di partecipazione indiretta di 1^ e 2^ livello.
Codice
fiscale
società
partecipata
Ragione sociale /
denominazione
ENERGIA TERRITORIO
RISORSE AMBIENTALI 03278040245 ETRA S.P.A.
SERVIZI TERRITORIO E
03444480283 AMBIENTE - SE.T.A. - S.P.A.
anno
costituzione
società
Funzioni
Attività svolte a
favore del
Comune
oneri a carico
Quota %
Ente esercizio
partecipazione
2014
2005
Raccolta,
trattamento e
fornitura di acqua
(E.36)
Raccolta,
trattamento
e
fornitura di acqua,
gestione
reti
fognarie, attività di
pulizia
e
disinfestazione,
cura
e
manutenzione del
paesaggio.
3,4216
198.313,87
1999
Raccolta,
trattamento e
fornitura di acqua
(E.36)
nessuna attività
svolta a favore
dell'Ente
4,89
nessun onere
sostenuto
Quota % di
oneri a carico
partecipazione Ente esercizio
indiretta Ente 2014
PARTECIPAZIONI INDIRETTE 1^ LIVELLO
Codice
fiscale
società
partecipata
Ragione sociale /
denominazione
AGENZIA PER LO
SVILUPPO E
04038770287 L'INNOVAZIONE ASI SRL
E.B.S. - ETRA BIOGAS
SCHIAVON SOCIETA'
AGRICOLA A
04500830288 RESPONSABILITA'LIMITATA
04199060288 ETRA ENERGIA S.R.L.
NE-T (BY TELERETE
NORDEST) S.R.L. CON
SIGLA NE-T TELERETE
02654960281 NORDEST S.R.L.
03685100285 SINTESI S.R.L.
anno
costituzione
società
Funzioni
Attività svolte a
favore del
Comune
2005
Elaborazione dati
(J.63.11.1)
Gestione
telecomunicazioni. 1,3686
nessun onere
sostenuto
2010
Coltivazione di
piante da foraggio e
di altre colture non
permanenti
(A.01.19.9)
nessuna attività
svolta a favore
dell'Ente
3,3873
nessun onere
sostenuto
2007
Produzine,
trasmissione,
distribuzine energia
elettrica (D.35.1)
nessuna attività
svolta a favore
dell'Ente
1,6765
nessun onere
sostenuto
1996
Produzione di
software non
nessuna attività
connesso
svolta a favore
all'edizione (J.62.01) dell'Ente
0,3435
nessun onere
sostenuto
2001
Altre attività di
consulenza tecnica
nca (M.74.90.93)
3,4216
nessun onere
sostenuto
nessuna attività
svolta a favore
dell'Ente
61
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
04042120230 VIVERACQUA S.C. A R.L.
Gruppi di acquisto;
mandatari agli
acquisti; buyer
(G.46.19.04)
2011
nessuna attività
svolta a favore
dell'Ente
0,5163
Attività svolte a
favore del
Comune
Quota % di
oneri a carico
partecipazione Ente esercizio
indiretta Ente 2014
nessun onere
sostenuto
PARTECIPAZIONI INDIRETTE 2^ LIVELLO
Codice
fiscale
società
partecipata
Ragione sociale /
denominazione
04518370285 UNICAENERGIA S.R.L.
anno
costituzione
società
2010
Funzioni
Progettazione,
costruzione,
manutenzione e
commercializzazione nessuna attività
impianti energia
svolta a favore
elettrica
dell'Ente
1,437
nessun onere
sostenuto
Dati contabili degli organismi gestionali (Consorzi, Unioni, Società)
CONSORZI
CONSORZIO BACINO PADOVA UNO
Bilancio 2012
Valore della produzione
Costi della produzione
Patrimonio netto
Utile (perdita) di esercizio
Bilancio 2013
226.880
220.641
76.041
21.557
Bilancio 2014
194.390
173.993
78.088
23.604
186.750
186.498
58.198
3.714
UNIONI DI COMUNI
FEDERAZIONE DEI COMUNI DEL CAMPOSAMPIERESE
Bilancio 2012
Valore della produzione
645.059,42
Costi della produzione
6.172.952,86
Patrimonio netto
6.044.425,42
Utile (perdita) di esercizio
-5.312,78
Bilancio 2013
Bilancio 2014
787.842,26
7.750.175,03
7.584.944,62
142.782,84
870.479,06
6.461.252,56
6.472.078,60
82.636,80
PARTECIPATE DIRETTE 1^ LIVELLO
ENERGIA TERRITORIO E RISORSE AMBIENTALI – ETRA S.P.A.
Bilancio 2012
Bilancio 2013
Valore della produzione
172.162
Bilancio 2014
175.316
168.999
62
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Costi della produzione
Patrimonio netto
Utile (perdita) di esercizio
133.421
52.847.301
1.943
SERVIZIO TERRITORIO E AMBIENTE – SE.T.A. S.P.A.
Bilancio 2012
Valore della produzione
37.636.544
Costi della produzione
36.595.418
Patrimonio netto
5.418.756
Utile (perdita) di esercizio
707.799
133.799
52.848.123
4.345
Bilancio 2013
133.729
51.606.228
1.106
Bilancio 2014
42.467.168
33.689.857
5.414.822
60.553
34.928.469
41.246.682
5.361.662
53.162
PARTECIPATE INDIRETTE 1^ LIVELLO
AGENZIA PER LO SVILUPPO E L’INNOVAZIONE ASI SRL
Bilancio 2012
Valore della produzione
1.979.700
Costi della produzione
1.951.181
Patrimonio netto
64.205
Utile (perdita) di esercizio
4.510
Bilancio 2013
Bilancio 2014
2.211.867
2.158.666
65.702
1.497
7.750.175
7.584.945
70.984
142.782
ETRA ENERGIA S.R.L.
Bilancio 2012
Valore della produzione
Costi della produzione
Patrimonio netto
Utile (perdita) di esercizio
Bilancio 2013
8.571.569
8.670.660
165.099
-99.006
Bilancio 2014
10.027.654
9.967.324
178.421
13.322
E.B.S. – ETRA BIOGAS SCHIAVON SOCIETA’ AGRICOLA A RESPONSABILITA’ LIMITATA
Bilancio 2012
Bilancio 2013
Valore della produzione
0
0
Costi della produzione
3.770
11.825
Patrimonio netto
908.637
897.205
Utile (perdita) di esercizio
-3.073
-11.432NE-T (BY TELERETE NORDEST) SRL
Bilancio 2012
Valore della produzione
Costi della produzione
Patrimonio netto
Utile (perdita) di esercizio
Bilancio 2013
3.997.459
4.602.670
5.445.259
-530.143
7.686.937
7.578.770
185.293
6.873
Bilancio 2014
0
57.210
836.877
-60.327-
Bilancio 2014
4.309.858
4.216.793
5.446.355
1.095
3.723.325
6.836.388
2.151.339
-3.295.016
SINTESI S.R.L.
Bilancio 2012
Valore della produzione
Costi della produzione
Patrimonio netto
Utile (perdita) di esercizio
Bilancio 2013
380.421
408.914
163.846
-25.354
Bilancio 2014
504.121
486.968
190.336
1.136
645.895
607.650
202.254
11.918
VIVERACQUA S.C. A R.L.
Bilancio 2012
Valore della produzione
Costi della produzione
Patrimonio netto
Utile (perdita) di esercizio
Bilancio 2013
78.723
78.227
39.706
439
Bilancio 2014
271.781
268.031
72.220
3.099
344.169
333.253
168.908
8.840
PARTECIPATA INDIRETTA 2^ LIVELLO
UNICAENERGIA S.R.L.
Bilancio 2012
Valore della produzione
Costi della produzione
Patrimonio netto
Utile (perdita) di esercizio
Bilancio 2013
0
25.578
33.289
-25.236
Bilancio 2014
0
5.191
64.852
-5.148
0
37.580
282.442
-37.558
PIANO DI RAZIONALIZZAZIONE DELLE SOCIETA’ PARTECIPATE
CONTESTO NORMATIVO
63
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
L’articolo 1, comma 611 prevede che le regioni, le provincie, i comuni, le camere di commercio, le
università e gli istituti di istruzione universitaria pubblici e le autorità portuali, con decorrenza dal 1°
gennaio 2015, attivino un processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni
societarie direttamente o indirettamente possedute.
Preliminarmente la norma riconferma il contenuto dell’art. 3, commi da 27 a 29 della legge 24
dicembre 2007, n. 244 (finanziaria per il 2008) così come modificata dalla legge 147/2013 ( legge
di stabilita per il 2014).
Viene di conseguenza ribadito che al fine di tutelare la concorrenza e il mercato, le amministrazioni
pubbliche elencate nell’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, non
possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e di servizi che non
siano strettamente necessarie per il conseguimento delle proprie finalità istituzionali.
Esse non possono assumere o mantenere direttamente partecipazioni in tali società strumentali.
La costituzione di società che producono servizi di interesse generale e che forniscono servizi di
committenza o di centrali di committenza a livello regionale è ammessa, così come è ammessa
l’assunzione di partecipazioni in tali società nell’ambito dei rispettivi livelli di competenza.
Il comma 29 della stessa legge finanziaria 2008 prevedeva che, entro trentasei mesi dalla sua
entrata in vigore, le amministrazioni, nel rispetto delle procedure ad evidenza pubblica, cedessero
a terzi le società e le partecipazioni vietate ai sensi del comma 27.
La legge di stabilità 2014 (legge n° 147 del 27 dicembre 2013) ha disposto (con l’art. 1, comma
569) che il termine di trentasei mesi fissato dal comma 29 dell’articolo 3 della legge 24 dicembre
2007, n. 244, fosse prorogato di dodici mesi dalla sua data di entrata in vigore, decorsi i quali la
partecipazione non alienata mediante procedura di evidenza pubblica cessasse ad ogni effetto.
In caso di esito negativo della procedura di alienazione è stata prevista una forma di recesso,
secondo la quale entro i dodici mesi successivi alla cessazione, la società liquida in denaro il
valore della quota del socio cessato in base ai criteri stabiliti all’articolo 2437-ter, secondo comma,
del codice civile.
CONTENUTO DEL PIANO OPERATIVO
ll piano operativo di razionalizzazione e l’allegata relazione descrittiva si ispirano ai seguenti
principi generali, elencati nel testo del richiamato articolo, 1 comma 611: coordinamento della
finanza pubblica. Tale postulato è rivolto a conciliare la conservazione dell’unitarietà del sistema di
finanza pubblica italiano con la tutela di interessi nazionali e di quelli previsti dalla legislazione
dell’Unione europea, primo fra tutti il principio di autonomia degli enti locali. Sulla base di questo
principio il legislatore nazionale si limita a dettare il quadro unitario di riferimento dell’intera finanza
pubblica, nel rispetto delle garanzie costituzionali poste a tutela del decentramento istituzionale e
delle corrispondenti forme e modalità di autonomia finanziaria di entrata e di spesa. Contenimento
della spesa pubblica. Il contenimento della spesa pubblica, in una situazione di penuria di risorse
pubbliche, è divenuto un elemento imprescindibile dell’azione amministrativa. Esso si rende
necessario per procedere alla riduzione del deficit annuale del bilancio dello Stato ed al processo
di rientro del debito pubblico. Buon andamento dell’azione amministrativa. Il principio del buon
andamento dell’azione amministrativa esprime il valore della efficienza dell’azione amministrativa
indirizzata al conseguimento degli interessi della collettività. Esso è una sintesi dei principi di
legalità, di efficacia, economicità, pubblicità e trasparenza. Nel principio del buon andamento e
della imparzialità dell’azione amministrativa l’articolo 97 della Costituzione italiana individua i
fondamentali canoni giuridici di riferimento dell’assetto organizzativo e funzionale della pubblica
amministrazione.
Ogni ente locale dovrà costruire un proprio piano di razionalizzazione sulla base delle proprie
necessità, esigenze ed obiettivi specifici.
E’ la norma stessa che indica alcune azioni che possono formare oggetto del piano.
In ogni caso esse rappresentano un “minimun” operativo e non sono esaustive delle possibilità
offerte all’ente locale. Le azioni dovranno essere necessariamente finalizzate alla riduzione del
numero delle partecipate e dei costi di bilancio.
La redazione del piano operativo, accompagnato dalla relazione tecnica, deve tenere nella debita
considerazione i seguenti elementi:
il quadro giuridico nell’ambito del quale opera il suddetto piano; una descrizione analitica del
gruppo societario coinvolto nel processo di razionalizzazione, con una descrizione delle
64
Documento Unico di Programmazione 2016-2018
caratteristiche giuridiche ed economiche di ogni singola partecipazione societaria, sia diretta che
indiretta.
La descrizione del gruppo societari rappresenta l’occasione per la valutazione di ogni singola
partecipazione societaria finalizzata alla verifica della convenienza economica al suo
mantenimento ad alla sua dismissione.
Gli strumenti valutativi sono quelli tipici delle discipline aziendalistiche e si realizzano pienamente
attraverso l’analisi dei bilanci consuntivi, le prospettive di crescita aziendale, l’adeguatezza del
modello organizzativo alla mutevole realtà del mercato.
Le azioni di razionalizzazione che dovranno essere attuate con il piano.
E’ opportuno descrivere separatamente le azioni indicate dalla norma:
a) eliminazione di società non indispensabili,
b) eliminazione delle società con oggetto analogo o similare,
c)soppressione delle società che risultino composte da soli amministratori,
d) soppressione delle società nelle quali gli amministratori siano in numero superiore a quello dei
dipendenti,
e) aggregazione delle società che svolgono servizi pubblici locali,
g) riorganizzazioni della struttura aziendale,
f) vendita delle quote societarie o, in alternativa, il recesso dalle società non indispensabili.
Individuare, in relazione ad ogni tipologia di intervento, le modalità di attuazione: - attraverso le
operazioni straordinarie societarie:
a) della cessione,
b) della fusione,
c) della liquidazione,
d) della scissione,
e) trasformazione societaria.
- Attraverso ristrutturazioni aziendali che comportino:
a) riduzione dei costi dei consigli di amministrazione,
b) riduzione dei costi degli organi di controllo,
c) riduzione dei costi del personale ed in generale dei costi di produzione,
d) riduzione dei costi generali di gestione e funzionamento.
Attraverso la valorizzazione di strumenti, che costituiscono indice della presenza di condizioni di
legalità, di
efficacia, economicità, pubblicità e trasparenza quali:
a) l’adozione del modello di organizzazione e gestione di cui al decreto legislativo 231 del 2001;
b) l’adozione del piano anticorruzione previsto dalla legge 190/2012;
c) l’adozione di adeguati strumenti di verifica e controllo della gestione aziendale;
d) il rispetto della normativa in materia di trasparenza;
e) l’adozione della carta dei servizi per valutare il grado di soddisfacimento dell’utenza.
La tempistica attuativa di ogni singola azione prevista nel piano. Il dettaglio dei risparmi economici
diretti da conseguire con l’adozione delle singole azioni Il dettaglio dei risparmi indiretti conseguibili
attraverso il miglioramento dell’efficienza, dell’economicità e dell’efficacia gestionale. I potenziali
elementi che potrebbero condizionare il raggiungimento degli obiettivi.
Il piano operativo di razionalizzazione dovrà essere approntato entro il 31 marzo del corrente anno.
Esso deve essere immediatamente operativo e coprire il lasso di tempo sino al 31 dicembre 2015.
Entro il 15 marzo del 2016 dovrà essere predisposta una relazione sull’attuazione del piano
operativo, contenente i risultati ottenuti dall’azione di razionalizzazione.
Il piano operativo di razionalizzazione (con l’allegata relazione) e la relazione sull’attuazione del
piano sono soggette a pubblicazione nel sito web dell’ente locale.
La pubblicazione costituisce un preciso adempimento in ottemperanza alle disposizioni del d.lgs n°
33 del 2013.
La pubblicazione deve avvenire entro il termine ultimo per la predisposizione del piano.
Sempre entro lo stesso termine, il piano dovrà essere inviato alla competente Sezione regionale di
controllo della Corte dei Conti che si esprimerà sulla sua validità.
Alle operazioni contenute nel piano di razionalizzazione si applicano:
la disciplina in materia di mobilità del personale prevista dall’articolo 1, commi dal 563 al 568 della
legge di stabilità 2014. Infatti, le società partecipate possono, sulla base di un accordo tra di esse,
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Documento Unico di Programmazione 2016-2018
realizzare, senza necessità del consenso del lavoratore, processi di mobilità di personale anche in
servizio alla data di entrata in vigore della presente legge, in relazione al proprio fabbisogno e per
le finalità dei commi 564 e 565 (atti di indirizzo per privilegiare le assunzioni in mobilità da altre
società invece che nuove procedure concorsuali; predisposizione della dichiarazione di esubero
del personale) . La disciplina in materia di benefici fiscali di cui all’articolo 1, comma 568-bis della
legge di stabilità 2014. In caso di scioglimento di società o aziende speciali, direttamente
partecipate, in corso o deliberato non oltre ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della
legge, gli atti e le operazioni posti in essere in favore di pubbliche amministrazioni in seguito allo
scioglimento sono esenti da imposizione fiscale, ad eccezione dell’imposta sul valore aggiunto. Le
imposte di registro, ipotecarie e catastali si applicano in misura fissa. Nel caso di scioglimento di
società controllate indirettamente, le plusvalenze realizzate in capo alle società controllante non
concorrono alla formazione del reddito e del valore della produzione netta e le minusvalenze sono
deducibili nell’esercizio in cui sono realizzate e nei quattro successivi. In caso di scioglimento
(entro i dodici mesi), ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive,
le plusvalenze non concorrono alla formazione del reddito e del valore della produzione netta e le
minusvalenze sono deducibili nell’esercizio in cui sono realizzate e nei quattro successivi.
Le deliberazioni di scioglimento e di liquidazione, adottate dalle società partecipate, e gli atti di
dismissione delle partecipazioni societarie sono disciplinati esclusivamente dal codice civile.
La scelta operata dal legislatore nell’adozione delle disposizioni in materia di razionalizzazione
della struttura delle società partecipate sembra, in parte, discostarsi dalle previsioni legislative
precedenti, non dettando dei criteri rigidi e ben definiti (es. l’articolo 14 comma 32 del d.l. 78/2010),
ma lasciando libertà di scelta agli enti locali nell’ambito di criteri generali dettati.
Se questo modus operandi può essere ritenuto positivo in quanto valorizza l’autonomia degli enti
locali, dall’altro crea il rischio che, in assenza di disposizioni immediatamente precettive, solo gli
enti che sempre hanno dimostrato serietà e competenza rispondano positivamente alle
disposizioni legislative.
La scelta di individuare la Corte dei Conti come destinatario finale del piano e delle relazioni può
rappresentare un valido deterrente al rispetto della normativa.
Non è rinvenibile nelle norme in esame la presenza di sanzioni per il mancato rispetto normativo,
se non quelle previste in caso di mancata pubblicazione delle relazioni, ai sensi dell’articolo 46 del
decreto legislativo n° 33/2013.
Alcune misure di razionalizzazione (le fusioni e le cessioni), scontano necessariamente il
parametro economico dell’appettibilità del mercato e necessitano per la realizzazione di tempi,
anche non brevi. Il loro raggiungimento va oltre la volontà dei singoli enti locali.
Altre misure (le liquidazioni) sono condizionate dalle caratteristiche economiche delle società e da
conseguenze di carattere sociale quali il licenziamento o la difficoltà di ricollocazione del personale
dipendente in altre strutture operative.
Gli stessi interventi di riduzione dei costi, in assenza di parametri ben determinati, rischiano di
risultare inefficaci essendo sufficiente, per il raggiungimento dell’obiettivo, una loro riduzione
minima.
La diminuzione dei costi relativi agli organi amministrativi, già oggetto di precedenti interventi, può
risultare inefficace, là dove gli spazi operativi siano oramai ridotti al minimo.
Si pensi ad esempio alle società controllate dai comuni o dalle province dove il costo dei
componenti del consiglio di amministrazione, parametrato al valore dell’indennità di carica del
sindaco o del presidente della provincia, ha subito già la riduzione del dieci per cento con la
disposizione del d.l. 78/2010 articolo 6 comma 3 ed è stata oggetto di una ulteriore riduzione del
venti per cento con il d.l. 90/2014.
Nessuna riduzione ulteriore è possibile là dove un risparmio sia stato conseguito negli anni passati
con la trasformazione del Consiglio di amministrazione in organo monocratico (l’amministratore
unico).
PIANO OPERATIVO DI RAZIONALIZZAZIONE AVVIATO DA ETRA S.P.A.
Al fine di adempiere alle disposizioni previste dalla normativa sopra richiamata i Comuni Soci delle
società EtraS.p.a., Altopiano Servizi S.r.l., Brenta Servizi S.p.a. e Se.t.a. S.p.a. hanno convenuto
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sulla necessità di procedere alla fusione delle seguenti società: Altopiano Servizi S.r.l., Brenta
Servizi S.p.a. e Se.t.a. S.p.a. (società incorporande) in Etra S.p.a. (società incorporante).
A tal fine, in via preliminare, è stato istituito un gruppo di lavoro qualificato organizzato da Etra
S.p.a., allo scopo di approfondire gli effetti della Legge 23.12.2014, n. 190, nonchè di individuare il
regime applicabile ai beni facenti parte del c.d. demanio accidentale, quali sono le infrastrutture
idriche e gli altri beni asserviti al servizio idrico integrato, al fine i procedere alla redazione della
necessaria perizia di stima.
A tal fine, le tre società incorporande provvederanno al conferimento ad Etra S.p.a. dell'incarico di
nominare unsoggetto incaricato alla predisposizione del suddetto documento propedeutico.
ATTIVITA' DEL COMUNE DI CAMPODARSEGO
Con decreto sindacale n. reg. 14 del 31.03.2015 (rif. prot. n. 4302 del 31.03.2015) avente ad
oggetto: "Piano operativo di razionalizzazione delle società partecipate e delle partecipazioni
societarie (art. 1 c.612 L.190/2014)", attesa la partecipazione diretta del Comune di
Campodarsego in Etra S.p.a. (con quota del 3,4216%) ed in Se.T.A. S.p.a. (con quota del
4,8900%), è stato approvato il suesposto piano di razionalizzazione promosso da Etra S.p.a..
Con propria nota prot. n. 8638 del 24.06.2015 è stata evidenziata, sulla scorta di quanto previsto
dall'art. 1, comma 612, della legge 190/2014, la necessità che Etra S.p.a. provveda all'integrazione
della relazione tecnica con la ricognizione delle partecipazioni societarie indirette.
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Approfondimento: POS ANNO 2015 (Patto associativo tra Federazione ed i Comuni che la costituiscono
aprrovato con deliberazione di Giunta della Federazione n. 62 del 13.07.2015).
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CONCESSIONI
CONCESSIONE DEL SERVIZIO DI TESORERIA
Con deliberazione di Consiglio Comunale n. 41 del 29.09.2014, dichiarata immediatamente
eseguibile, è stato approvato lo schema di convenzione per l’affidamento del servizio.
Con determinazione del Responsabile Servizio Finanziario Reg. Gen. n. 2 del 12.01.2015 è stato
approvato il disciplinare ed il bando di gara ai sensi dell’art. 192 del DLgs. 267/2000.
Con determinazione del Responsabile del Servizio Finanziario Reg. Gen. n. 67 del 19.02.2015 il
servizio di tesoreria è stato affidato in concessione all’istituto bancario Banco Popolare Società
cooperativa con sede a Verona in Piazza Nogara 2.per il periodo 01/01/2015 – 31/12/2019.
L’Ente contraente è sottoposto al regime di tesoreria unica c.d. “mista” di cui all’art. 7 del D.Lgs.
279 del 7.8.1997, da attuarsi con le modalità applicative di cui alla circolare del Ministero del
tesoro, del bilancio e della programmazione economica n. 50 del 18 giugno 1998;
Ai sensi dell’art. 35, c. 8 del D.L. 24 gennaio 2012. n. 1, convertito con modificazioni dalla Legge
24 marzo 21012, n. 27, è stata prevista la sospensione del succitato regime di tesoreria unica
“mista” sino al 31/12/2014, e l’applicazione sino a tale data del regime di tesoreria unica
“tradizionale” di cui all’art. 1 della Legge 29 ottobre 1984, n. 720.
In regime di tesoreria mista le disponibilità dell’ente, in base alla natura delle entrate, affluiscono
sia sulla contabilità speciale infruttifera accesa a nome dell’Ente medesimo presso la competente
Sezione di Tesoreria provinciale dello Stato sia sul conto di tesoreria. Sulla prima affluiscono le
entrate costituite dalle assegnazioni, contributi e quanto altro proveniente, direttamente o
indirettamente, dal bilancio dello Stato nonché le somme rivenienti da operazioni di indebitamente
assistite, in tutto o in parte, da interventi finanziario dello stato; sul conto di tesoreria sono
depositate le somme costituenti entrate proprie dell’ente;
Ai sensi dei commi 3 e 4 del richiamato art. 7 del D.Lgs. n. 279 del 1997, le entrate affluite sul
conto di tesoreria devono essere prioritariamente utilizzate per l’effettuazione dei pagamenti
disposti dall’Ente, fatto salvo quanto specificato nell’ambito dell’articolato con riferimento all’utilizzo
di somme a specifica destinazione;
Durante il periodo di sospensione del regime di Tesoreria “mista” trovano applicazione le
disposizioni contenute nell’art. 1 della legge 29 ottobre 1984, n. 720, e le indicazioni operative
riportate nella Circolare del M.E.F., Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato n. 11 del 24
marzo 2012, alle quali il Tesoriere dovrà attenersi per la gestione del servizio in oggetto.
Il servizio di tesoreria è svolto direttamente nell’ambito del Comune di Campodarsego e tramite gli
sportelli della medesima banca operanti nella provincia, con l’orario normale stabilito al pubblico e
previsto dai regolamenti sui Servizi Bancari.. L’operatività amministrativa corrente del servizio di
tesoreria è svolto nei locali del tesoriere siti in Campodarsego, mentre la gestione del conto potrà
essere svolta in altra sede. Nei locali del tesoriere siti a Campodarsego è identificato uno specifico
sportello separato dagli altri sportelli dell’Istituto bancario, presso il quale i funzionari del servizio
finanziario del Comune potranno accedere per lo svolgimento di ogni operazione che abbia
attinenza con il servizio di tesoreria. Il Tesoriere mette a disposizione del servizio di Tesoreria
personale sufficiente per la corretta e snella esecuzione dello stesso, ed un referente al quale il
Comune può rivolgersi per necessità operative sia presso la filiale di Campodarsego sia presso la
sede in cui è tenuta la gestione del conto; il Tesoriere si impegna a comunicare il referente del
presente contratto. Si impegna altresì a comunicare tempestivamente eventuali cambiamenti dei
referenti indicati. Le agenzie, sportelli o dipendenze del Tesoriere sono prive di barriere
architettoniche nei locali nei quali viene svolto il servizio di tesoreria .
Durante il periodo di validità della redigenda convenzione, di comune accordo fra le parti e tenendo
conto delle indicazioni di cui all’art. 213 del D. Lgs. n. 267/2000, alle modalità di espletamento del
servizio possono essere apportati i perfezionamenti metodologici ed informatici ritenuti necessari
per migliorarne lo svolgimento. Per la formalizzazione dei suddetti accordi si potrà procedere con
scambio di lettere.
Ai sensi dell’art. 2 della succitata Convenzione in corso di redazione, il servizio di tesoreria ha per
oggetto il complesso delle operazioni inerenti la gestione finanziaria dell’Ente e, in particolare, la
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riscossione delle entrate ed il pagamento delle spese facenti capo all’Ente medesimo e dallo
stesso ordinate, con l’osservanza delle norme contenute negli articoli che seguono; il servizio ha
per oggetto, altresì, l’amministrazione titoli e valori di cui all’art. 17 della medesima Convenzione.
Il servizio di tesoreria viene svolto nel rispetto della normativa vigente in materia ed in particolare,
del D.Lgs. n. 267/2000, della Legge n. 720/84, del D.Lgs 279/97 e relativi decreti attuativi e di ogni
altra modifica ed integrazione normativa successiva, nonché delle condizioni contenute nella
presente convenzione e del regolamento comunale di contabilità.
La riscossione delle entrate patrimoniali ed assimilate dei contributi può essere dall’ente affidata
sia al concessionario del servizio di riscossione che al tesoriere. In ogni caso tutte le riscossioni,
anche quelle effettuate tramite il concessionario, riscuotitori speciali, agenzie bancarie, c/c postali
o per mezzo di altri incaricati della riscossione saranno comunque versate presso il Tesoriere.
Obiettivi condivisi dall’Ente e dal Tesoriere sono assicurare la speditezza delle operazioni di
riscossione, lo scambio in tempo reale e la trasmissione informatica dei flussi informativi.
Il servizio di tesoreria è svolto secondo principi etici con particolare riferimento alla necessità di
non far confluire direttamente o attraverso società controllate o collegate i fondi di tesoreria e gli
utili derivanti dalla gestione del servizio in oggetto, nel canale del commercio degli armamenti così
come definito dall’art. 2 della legge 185 del 09.07.1990 e in attività gravemente lesive dei diritti
umani, della salute, dell’ambiente, della tutela dei minori, dell’infanzia e dei lavoratori, o fondate
sulla repressione delle libertà civili.
L’esercizio finanziario dell’Ente ha durata annuale, con inizio il 1° gennaio e termine al 31
dicembre di ciascun anno; dopo tale termine non possono effettuarsi operazioni di cassa sul
bilancio dell’anno precedente.
E’ fatta salva la regolarizzazione delle operazioni degli ultimi giorni dell’esercizio da effettuarsi non
oltre il 15 gennaio dell’anno successivo.
Le entrate sono incassate dal Tesoriere in base ad ordinativi di incasso emessi dall’Ente su moduli
appositamente predisposti, numerati progressivamente e firmati dal responsabile del servizio
finanziario o da altro dipendente individuato dal regolamento di contabilità dell’Ente ovvero, nel
caso di assenza o impedimento, da persona abilitata a sostituirli ai sensi e con i criteri di
individuazione di cui al medesimo regolamento. L’esazione si intende fatta senza l’obbligo di
esecuzione contro i debitori morosi da parte del tesoriere, il quale non è tenuto ad intimare atti
legali, restando sempre a carico dell’Ente ogni pratica legale e amministrativa per ottenere
l’incasso.
Gli ordinativi di incasso devono contenere tutti gli elementi previsti dall’art. 180 del decreto
legislativo 267/2000 “Testo unico per l’ordinamento degli enti locali” e dal Decreto MEF del
18.02.2005 e ss.mm.ii.
Le somme riscosse vengono accreditate con valuta nello stesso giorno dell’operazione e a fronte
dell’incasso il Tesoriere rilascia, in luogo e vece dell’Ente, regolari quietanze numerate in ordine
cronologico per esercizio finanziario, compilate con procedure informatiche e moduli meccanizzati.
Il Tesoriere accetta, anche senza autorizzazione dell’Ente, le somme che i terzi intendono versare,
a qualsiasi titolo e causa, a favore dell’Ente stesso, rilasciando ricevuta contenente, oltre
l’indicazione della causale del versamento, la clausola espressa "salvi i diritti dell’Ente". Tali incassi
sono segnalati all’Ente stesso, il quale emette i relativi ordinativi di riscossione entro trenta giorni –
o nel minor tempo eventualmente indicato nel regolamento di contabilità dell’Ente – e, comunque,
entro il termine dell’esercizio in corso.
Per le entrate riscosse senza ordinativo di incasso, in base alla causale di versamento, il tesoriere
provvede ad attribuire alla contabilità speciale fruttifera o a quella infruttifera le somme incassate,
secondo la rispettiva natura.
Con riguardo alle entrate affluite direttamente in contabilità speciale, il Tesoriere, appena in
possesso dell’apposito tabulato consegnatogli dalla competente Sezione di tesoreria provinciale
dello Stato, provvede a registrare la riscossione. In relazione a ciò l’Ente emette, nei termini di cui
al precedente comma 4, i corrispondenti ordinativi a copertura.
In merito alle riscossioni di somme affluite sui conti correnti postali intestati all’Ente e per i quali al
Tesoriere è riservata la firma di traenza, il prelevamento dai conti medesimi è disposto
esclusivamente dall’Ente mediante emissione di ordinativo cui è allegata copia dell’estratto conto
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postale o corrispondenza del servizio postale comprovante la capienza del conto. Il Tesoriere
esegue l’ordine di prelievo mediante emissione di assegno postale o tramite postagiro e accredita
all’Ente l’importo corrispondente al lordo delle commissioni di prelevamento.
Le somme di soggetti terzi rivenienti da depositi in contanti effettuati da tali soggetti per spese
contrattuali d’asta e per cauzioni provvisorie sono incassate dal Tesoriere contro rilascio di
apposita ricevuta diversa dalla quietanza di tesoreria e trattenute sul conto transitorio.
Il tesoriere è tenuto ad accettare pagamenti tramite procedure automatizzate quali bancomat,
bonifico bancario o altri mezzi concordati ed autorizzati dall’Ente
L’accredito sul conto corrente di tesoreria per le somme riscosse viene effettuato nello stesso
giorno in cui il tesoriere ne ha la disponibilità.
Il Tesoriere non è tenuto ad accettare versamenti a mezzo di assegni di conto corrente bancario e
postale; non è altresì tenuto ad accettare assegni circolari non intestati al Tesoriere. In deroga al
punto precedente il Tesoriere è tenuto a curare, alle condizioni e norme in vigore presso le aziende
di credito italiane, l’incasso di assegni circolari e bancari, a favore del Comune consegnatigli
dall’Economo, con una distinta analitica riportante in calce l’annotazione “incarico all’incasso di
entrate del Comune”.
I pagamenti sono effettuati in base a mandati di pagamento, individuali o collettivi, emessi
dall’Ente su moduli appositamente predisposti, numerati progressivamente per esercizio finanziario
e firmati dal responsabile del servizio finanziario o da altro dipendente individuato dal regolamento
di contabilità dell’Ente ovvero, nel caso di assenza o impedimento, da persona abilitata a sostituirli
ai sensi e con i criteri di individuazione di cui al medesimo regolamento.
Per gli effetti di cui sopra, il tesoriere resta impegnato dal 2° giorno lavorativo successivo a quello
della consegna dei documenti allo sportello di Tesoreria.
L’estinzione dei mandati ha luogo nel rispetto della legge e delle indicazioni fornite dall’Ente con
assunzione di responsabilità da parte del Tesoriere che ne risponde con tutte le proprie attività e
con il proprio patrimonio sia nei confronti dell’Ente sia dei terzi creditori in ordine alla regolarità
delle operazioni di pagamento eseguite.
I mandati di pagamento devono contenere tutti gli elementi previsti dall’art. 185 del decreto
legislativo 267/2000 “Testo unico per l’ordinamento degli enti locali” e dal Decreto MEF del
18.02.2005 e ss.mm.ii.
Per i pagamenti da effettuare a valere sui fondi a specifica destinazione, l’Ente deve apporre
espressa annotazione sui relativi mandati; in caso di mancata annotazione il Tesoriere non è
responsabile ed è tenuto indenne dall’Ente in ordine alla somma utilizzata e alla mancata riduzione
del vincolo medesimo.
Il Tesoriere, anche in assenza della preventiva emissione del relativo mandato, effettua i
pagamenti derivanti da delegazioni di pagamento, da obblighi tributari, da somme iscritte a ruolo,
da ordinanze di assegnazione – ed eventuali oneri conseguenti – emesse a seguito delle
procedure di esecuzione forzata di cui all’art. 159 del D.Lgs. n. 267 del 2000 nonché gli altri
pagamenti la cui effettuazione è imposta da specifiche disposizioni di legge; se previsto nel
regolamento di contabilità dell’Ente e previa richiesta presentata di volta in volta e firmata dalle
stesse persone autorizzate a sottoscrivere i mandati, la medesima operatività è adottata anche per
i pagamenti relativi ad utenze e rate assicurative. Gli ordinativi a copertura di dette spese devono
essere emessi entro trenta giorni.
Il Tesoriere esegue i pagamenti, per quanto attiene alla competenza, entro i limiti del bilancio ed
eventuali sue variazioni approvate e rese esecutive nelle forme di legge e, per quanto attiene ai
residui, entro i limiti delle somme risultanti da apposito elenco fornito dall’Ente.
I mandati di pagamento emessi in eccedenza ai fondi stanziati in bilancio ed ai residui non devono
essere ammessi al pagamento, non costituendo, in tal caso, titoli legittimi di discarico per il
Tesoriere; il Tesoriere stesso procede alla loro restituzione all’Ente.
I pagamenti sono eseguiti utilizzando i fondi disponibili ovvero utilizzando, con le modalità indicate
al successivo art. 11 l’anticipazione di tesoreria deliberata e richiesta dall’Ente nelle forme di legge
e libera da vincoli.
Il Tesoriere non deve dar corso al pagamento di mandati che risultino irregolari, in quanto privi di
uno qualsiasi degli elementi previsti dal citato art. 185 del TUEL, non sottoscritti dalla persona a ciò
tenuta, ovvero che presentino abrasioni o cancellature nell’indicazione della forma e del nome del
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creditore o discordanze fra la somma scritta in lettere e quella scritta in cifre. È vietato il
pagamento di mandati provvisori o annuali complessivi.
Il Tesoriere estingue i mandati secondo le modalità indicate dall’Ente. In assenza di una
indicazione specifica, il Tesoriere è autorizzato ad eseguire il pagamento ai propri sportelli o
mediante l’utilizzo di altri mezzi equipollenti offerti dal sistema bancario. La valuta per i pagamenti
è addebitata dal giorno di pagamento effettivo.
L’Ente, dietro richiesta dei creditori e con espressa indicazione sui titoli di spesa, potrà disporre il
pagamento dei mandati con le seguenti facilitazioni:
1. accreditamento del conto corrente bancario o postale intestato al creditore
2. commutazione in assegno circolare "non trasferibile" a favore del creditore, da spedire allo
stesso mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento
3. commutazione in vaglia postale ordinario o telegrafico o in assegno postale localizzato.
A comprova e discarico dei pagamenti effettuati, il Tesoriere raccoglie sul mandato o vi allega la
quietanza del creditore ovvero provvede ad annotare sui relativi mandati gli estremi delle
operazioni effettuate, apponendo il timbro "pagato". In alternativa ed ai medesimi effetti, il
Tesoriere provvede ad annotare gli estremi del pagamento effettuato su documentazione
meccanografica, da consegnare all’Ente unitamente ai mandati pagati, in allegato al proprio
rendiconto.
I mandati sono ammessi al pagamento, di norma, il 2° giorno lavorativo bancabile successivo a
quello della consegna al Tesoriere. In caso di pagamenti da eseguirsi nel termine fisso indicato
dall’Ente sull’ordinativo – per i quali si renda necessaria la raccolta di un "visto" preventivo – e per
il pagamento delle retribuzioni al personale dipendente, l’Ente medesimo deve consegnare i
mandati entro e non oltre il terzo giorno lavorativo bancabile precedente alla scadenza.
In caso di impossibilità di emettere i mandati relativi agli stipendi del personale dipendente, il
Tesoriere è autorizzato al pagamento degli stipendi base netti, indicati in una lettera firmata dal
responsabile del servizio Economico-Finanziario, trasmessa entro e non oltre il termine di cui al
precedente capoverso.
Gli stipendi al personale dipendente devono essere pagati per valuta il giorno 27 di ogni mese;
qualora il 27 sia giorno festivo o non lavorativo, il pagamento dovrà essere effettuato il giorno
bancabile precedente se non lavorativo ed il giorno bancabile successivo se festivo.
In caso di urgenza evidenziata dal Comune e comunque ogni qualvolta la situazione lo consenta, i
pagamenti potranno essere eseguiti con immediatezza.
Il Tesoriere provvede ad estinguere i mandati di pagamento che dovessero rimanere interamente o
parzialmente inestinti al 31 dicembre, commutandoli d’ufficio in assegni postali localizzati ovvero
utilizzando altri mezzi equipollenti offerti dal sistema bancario o postale con spese a carico del
destinatario.
I pagamenti attraverso il circuito interbancario o postale dovranno avvenire senza alcuna spesa o
commissione a carico del Comune né a carico del beneficiario, compresi i pagamenti disposti
dall’economo comunale o quelli richiesti dall’Ente per il pagamento di utenze, abbonamenti,
canoni, ecc.. fatte salve le diverse condizioni indicate nell’offerta in sede di gara.
L’Ente si impegna a consegnare i mandati al Tesoriere entro e non oltre la data del 20 dicembre,
ad eccezione di quelli relativi ai pagamenti aventi scadenza perentoria successiva a tale data e
che non sia stato possibile consegnare entro la predetta scadenza del 20 dicembre o quelli che si
rendono necessari al fine del rispetto del patto di stabilità interno. Dopo tale termine non possono
effettuarsi operazioni di cassa, in quanto l’esercizio finanziario ha durata annuale, iniziando il 1°
gennaio e terminando il 31 dicembre di ciascun anno.
Il Tesoriere si obbliga a riaccreditare all’Ente l’importo degli assegni circolari rientranti per
irreperibilità, nonché a fornire, a richiesta degli intestatari dei titoli, da inoltrarsi per tramite
dell’Ente, informazioni sull’esito degli assegni emessi in commutazione dei titoli di spesa.
Su richiesta dell’Ente, il Tesoriere fornisce gli estremi di qualsiasi pagamento eseguito, nonché la
relativa prova documentale.
Con riguardo ai pagamenti relativi ai contributi previdenziali, l’Ente si impegna, nel rispetto dell’art.
22 della legge n. 440 del 29 ottobre 1987, a produrre, contestualmente ai mandati di pagamento
delle retribuzioni del proprio personale, anche quelli relativi al pagamento dei contributi suddetti. Il
Tesoriere, al ricevimento dei mandati, procede al pagamento degli stipendi ed accantona le
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somme necessarie per il pagamento dei corrispondenti contributi entro la scadenza di legge,
ovvero vincola l’anticipazione di tesoreria.
Per quanto concerne il pagamento delle rate di mutuo garantite da delegazioni di pagamento, il
Tesoriere, a seguito della notifica ai sensi di legge delle delegazioni medesime, effettua gli
accantonamenti necessari, anche tramite apposizione di vincolo sull’anticipazione di tesoreria.
L’Ente, qualora intenda effettuare il pagamento mediante trasferimento di fondi a favore di enti
intestatari di contabilità speciale aperta presso la stessa Sezione di tesoreria provinciale dello
Stato, deve trasmettere i mandati al Tesoriere entro e non oltre il quinto giorno lavorativo bancabile
precedente alla scadenza (con anticipo al settimo giorno ove si renda necessaria la raccolta di un
"visto" preventivo di altro pubblico ufficio).
Il Tesoriere tiene aggiornato e conserva il giornale di cassa; deve, inoltre, conservare i verbali di
verifica e le rilevazioni periodiche di cassa.
Il tesoriere deve inoltre:
1. trasmettere quotidianamente all’Ente, sia in formato cartaceo sia in formato elettronico per
via telematica, il riepilogo delle operazioni di riscossione e di pagamento effettuate in
ciascuna giornata, con separata indicazione delle somme vincolate a specifica destinazione
riscosse ovvero utilizzate e dei saldi delle contabilità speciali fruttifera e infruttifera;
2. inviare, con periodicità mensile l’estratto conto;
3. intervenire alla stipulazione dei contratti ed in qualsiasi altra operazione per la quale sia
richiesta la sua presenza;
4. registrare il carico e lo scarico dei titoli dell’Ente
5. registrare le riscossioni e le restituzioni ovvero il carico e lo scarico delle somme o dei titoli
depositati da terzi per spese contrattuali d’asta o per cauzioni provvisorie;
6. classificare e ordinare cronologicamente per risorsa dell’entrata le reversali incassate e per
intervento della spesa i mandati di pagamento estinti, che dovranno essere restituiti
all’Ente, entro la fine dell’esercizio;
7. ricevere in deposito e consegnare, a richiesta dell’Ente, le marche per diritti di ufficio, i
moduli bollati ed in genere tutti i contrassegni di qualsiasi specie, che venissero istituiti per
legge o per disposizione dell’Ente, per esazione di tasse, diritti o altro; nessun compenso
aggiuntivo è previsto per l’adempimento di queste attività.
8. adempiere a quant’altro previsto per legge o dallo Statuto e dai regolamenti dell’Ente.
Il Tesoriere ha l’obbligo di inviare all’Ente, con cadenza trimestrale, entro il giorno 10 del mese
successivo alla chiusura del trimestre solare, ovvero a seguito di specifiche richieste, tutta la
documentazione necessaria alla verifica della consistenza di cassa; detta documentazione deve
comprendere, oltre ai vari saldi l’elenco delle reversali non incassate e dei mandati ancora da
estinguere e dei provvisori di entrata e di spesa non ancora regolarizzati.
Nel rispetto delle relative norme di legge, il Tesoriere provvede alla compilazione e trasmissione
alle Autorità competenti dei dati periodici della gestione di cassa nonché di ogni altro documento
attinente l’attività della tesoreria previsto dalla legge.
L’Ente e l’organo di revisione dell’Ente medesimo hanno diritto a procedere a verifiche di cassa
ordinarie e straordinarie e dei valori dati in custodia come previsto dagli artt. 223 e 224 del D.Lgs.
n. 267/2000 ed ogni qualvolta lo ritengano necessario ed opportuno. Il Tesoriere deve all’uopo
esibire, ad ogni richiesta, i registri, i bollettari e tutte le carte contabili relative alla gestione della
tesoreria.
Gli incaricati della funzione di revisione economico-finanziaria di cui all’art. 234 del D.Lgs. n.
267/2000, hanno accesso ai documenti relativi alla gestione del servizio di tesoreria: di
conseguenza, previa comunicazione da parte dell’Ente dei nominativi dei suddetti soggetti, questi
ultimi possono effettuare sopralluoghi presso gli uffici ove si svolge il servizio di tesoreria. In pari
modo si procede per le verifiche effettuate dal responsabile del servizio finanziario o da altro
funzionario dell’Ente, il cui incarico sia eventualmente previsto nel regolamento di contabilità.
Il Responsabile del Servizio Finanziario dell’Ente ha facoltà ispettive in qualunque momento sulla
documentazione e contabilità inerenti il servizio di tesoreria ed è il referente diretto del Tesoriere
all’interno dell’Ente.
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Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Il Tesoriere, su richiesta dell’Ente – presentata di norma all’inizio dell’esercizio finanziario e
corredata dalla deliberazione dell’organo esecutivo – è tenuto, per sopperire a momentanee
esigenze di cassa dopo che siano state utilizzate anche le somme a specifica destinazione nei
limiti e con le modalità consentite dall’art. 195 del D.Lgs. n. 267/2000, a concedere anticipazioni di
tesoreria entro il limite massimo dei tre dodicesimi delle entrate afferenti ai primi tre titoli di bilancio
di entrata dell’ente accertate nel consuntivo del penultimo anno precedente. L’utilizzo
dell’anticipazione ha luogo di volta in volta limitatamente alle somme strettamente necessarie per
sopperire a momentanee esigenze di cassa. Più specificatamente, l’utilizzo della linea di credito si
ha in vigenza dei seguenti presupposti: assenza dei fondi disponibili sul conto di tesoreria e sulle
contabilità speciali, nonché assenza degli estremi per l’applicazione della disciplina di cui al
successivo art. 14.
L’Ente prevede in bilancio gli stanziamenti necessari per l’utilizzo e il rimborso dell’anticipazione,
nonché per il pagamento degli interessi nella misura di tasso contrattualmente stabilita, sulle
somme che ritiene di utilizzare.
Il Tesoriere procede di iniziativa per l’immediato rientro totale o parziale delle anticipazioni non
appena si verifichino entrate libere da vincoli con saldi di giornata. In relazione alla
movimentazione delle anticipazioni l’Ente, su indicazione del Tesoriere, provvede all’emissione dei
relativi ordinativi di incasso e mandati di pagamento, procedendo, se necessario alla preliminare
variazione di bilancio.
In caso di cessazione, per qualsiasi motivo, del servizio, l’Ente estingue immediatamente
l’esposizione debitoria derivante da eventuali anticipazioni di tesoreria, facendo rilevare dal
Tesoriere subentrante, all’atto del conferimento dell’incarico, le anzidette esposizioni, nonché
facendogli assumere tutti gli obblighi inerenti ad eventuali impegni di firma rilasciati nell’interesse
dell’Ente.
Il Tesoriere, in seguito all’eventuale dichiarazione dello stato di dissesto dell’Ente, ove ricorra la
fattispecie di cui al comma 4 dell’art. 246 del D.Lgs. n. 267/2000, può sospendere, fino al 31
dicembre successivo alla data di detta dichiarazione, l’utilizzo della residua linea di credito per
anticipazioni di tesoreria.
Il servizio di cui alla presente Convenzione viene svolto dal Tesoriere gratuitamente, senza alcun
compenso per commissioni di massimo scoperto, spese unitarie di movimento, spese per tenuta di
conto, estratti conto o rimborsi spese forfetari annui fatte salve le diverse condizioni indicate
nell’offerta in sede di gara.
Al Tesoriere non saranno rimborsate le spese postali, telegrafiche e di bollo effettivamente
sostenute per l’espletamento del servizio e che non sia stato possibile porre a carico di terzi.
Saranno rimborsate quelle relative ad oneri tributari e fiscali che per legge facciano carico all’Ente,
nonché quelle inerenti le movimentazioni dei conti correnti postali intestati all’ente medesimo. Il
Tesoriere procede, di iniziativa, alla contabilizzazione sul conto di tesoreria delle predette spese,
trasmettendo apposita nota-spese sulla base della quale l’Ente, entro i termini di cui al precedente
art. 5, comma 6, effettua il riscontro delle somme richieste ed emette i relativi mandati.
La convenzione dura cinque anni dall’1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2019 e potrà essere
rinnovata se ne ricorrono le condizioni di Legge.
Nel caso in cui alla scadenza della convenzione non fosse concluso il procedimento per il nuovo
affidamento del servizio, il tesoriere si obbliga a continuare la temporanea gestione dello stesso
alle medesime condizioni fino al subentro del nuovo affidatario. Il tesoriere si impegna, altresì,
affinché l’eventuale passaggio avvenga nella massima efficienza, senza pregiudizio all’attività di
pagamento e di incasso ed a depositare presso l’ente tutti i registri, i bollettari e quant’altro abbia
riferimento alla gestione del servizio medesimo.
In caso di reiterate e persistenti violazioni degli obblighi derivanti dalla convenzione il Comune può
dichiarare la decadenza del rapporto.
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Documento Unico di Programmazione 2016-2018
CONCESSIONE SERVIZIO RISCOSSIONE, LIQUIDAZIONE ED ACCERTAMENTO TRIBUTI.
Con contratto rep. n. 2465 stipulato in data 11.02.2010, a seguito di procedura ad evidenza
pubblica, è stato disposto l’affidamento in concessione alla ditta Abaco S.p.a, p.iva e c.f. n.
02391510266, iscritta al n. 56 del nuovo Albo dei soggetti abilitati ad effettuare attività di
riscossione, liquidazione ed accertamento dei tributi (art. 53 del D. Lgs. n. 446/97 e D.M.
11.09.2000, n. 289) tenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, con sede legale a Padova
in via F.lli Cervi n. 6, del servizio delle pubbliche affissioni, della riscossione ordinaria e coattiva
dell’imposta sulla pubblicità, del diritto sulle pubbliche affissioni e della tassa per l’occupazione di
spazi ed aree pubblici, per il periodo 01.01.2010-31.12.2015.
1.
I servizi oggetto della concessione sono remunerati ad aggio percentuale sulla riscossione che
spetterà al concessionario nella misura percentuale offerta in sede di gara. L’aggio si intende al
netto dell’Iva.
L’Ente può richiedere al concessionario l’anticipazione, nella misura percentuale offerta in sede di
gara, delle somme che si presume siano riscosse nel trimestre in corso al momento della
domanda.
Il concessionario versa l’anticipazione entro dieci giorni dalla formale richiesta.
Ai sensi dell’art. 115 del D. Lgs. 163/2006 il corrispettivo spettante al concessionario è revisionato
con cadenza annuale.
L’Ufficio competente dell’Ente, entro il 31 gennaio di ciascun anno di concessione, procede alla
revisione del prezzo sulla base dei dati di cui all’art. 7, comma 4, lett. c) e comma 5 del D. Lgs.
163/2006.
Il minimo annuo che viene garantito per i servizi in concessione, al netto dell’aggio, è fissato in
complessivi € 80.000,00=, ovvero nell’importo offerto in gara. Il minimo garantito è corrisposto dal
concessionario anche nel caso in cui le riscossioni non raggiungano detta soglia e nessun diritto
può essere vantato dal concessionario ad una revisione del minimo garantito stesso.
Relativamente alla riscossione coattiva dei crediti mediante ingiunzione per gli accertamenti non
pagati dell’imposta di pubblicità, diritto sulle pubbliche affissioni e tosap, in relazione alle spese da
porre a carico dei contribuenti e dell’Ente, si applica quanto previsto in materia di ruolo esattoriale.
Ai sensi dell’art. 6 del Capitolato d’Oneri approvato con determinazione Reg. gen. n. 520 del
21.09.2009, che disciplina il presente contratto, “la concessione ha durata di anni 6 a decorrere
dal 01.01.2010 fino al 31.12.2015 [] … potrà essere rinnovata per ulteriori tre anni, qualora l’Ente
ne accerti la convenienza economico-finanziaria, compatibilmente con le norme di legge tempo per
tempo vigenti”.
Si precisa che, la società ABACO Spa, all’approssimarsi della scadenza del 31.12.2015 della
concessione del servizio gestionale in oggetto, ha fatto pervenire a questo Ente la nota in data
07.09. 2015 - Prot. n. 12479 del 10.09.2015 con la quale ha manifestato la propria disponibilità tra l’altro compatibile con quanto previsto dagli atti di gara - alla prosecuzione dell’attività
gestionale affidata alla stessa per l’espletamento del richiamato servizio gestionale I.C.P. / P.A. e
T.O.S.A.P. fino al 31.12.2018 agli stessi patti e condizioni riportati nella convenzione in scadenza.
A seguito della suddetta proposta di rinnovo contrattuale I.C.P. / P.A. e T.O.S.A.P. formulata dalla
società in questione, questo Comune, con propria nota PEC Prot. n. 14030 in data 09.10.2015, ha
invitato detto concessionario - al fine di poter valutare opportunamente la convenienza
all’eventuale rinnovo del servizio tributario in questione - a presentare un’offerta migliorativa;
Con nota PEC Prot. n. 14601 del 21.10.2015, facendo seguito alla suddetto invito, l’odierno
concessionario ha proposto:
- la riduzione del corrispettivo praticato a partire dal 01.01.2016 con applicazione di un aggio pari
al 22,34% (rispetto all’attuale 23,03%) IVA sul gettito I.C.P.- P.A. / T.O.S.A.P. conseguito, a fronte
di un rinnovo della concessione in questione per il periodo 01.01.2016 - 31.12.2018, fatta salva la
rivalutazione ISTAT, qualora di segno positivo, a decorrere dall’01.01.2017;
- lo stesso minimo garantito annuo di gara del servizio in scadenza, pari all’importo di Euro
111.000,00=;
- la revisione dell’offerta di cui sopra su richiesta, da parte dell’Ente, di un’eventuale diversa durata
contrattuale del servizio.
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Documento Unico di Programmazione 2016-2018
Per completezza, si evidenzia che gli elementi di diritto su cui si fonda la possibilità di rinnovo della
concessione del servizio in oggetto sono rinvenibili dalla recente giurisprudenza nonchè dagli atti
di gara di detto servizio in scadenza, ovvero:
- nella Sentenza n. 3580 del 05.07.2013 - Sez. III con cui il Consiglio di Stato, nell’affrontare la
questione di legittimità del rinnovo contrattuale senza gara, in favore del medesimo contraente, ha
avuto modo di affermare che né l’art. 23 della L. 18.04.2005 n. 62 (Legge Comunitaria 2004), nè
l’art. 57 del D. Lgs. 12.04.2006 n. 163, né i principi comunitari consolidati in materia contrattuale,
impediscono il rinnovo espresso dei contratti, allorché la facoltà di rinnovo, alle medesime
condizioni e per un tempo predeterminato e limitato, sia ab origine, prevista negli atti di gara e
venga esercitata in modo espresso e con adeguata motivazione;
- l’art. 6 del Capitolato d’Oneri e l’art 7 del Disciplinare di gara del servizio gestionale I.C.P – P.A. /
T.O.S.A.P. in scadenza, a proposito della durata del servizio in questione, recitano testualmente:
“La concessione potrà essere rinnovata per ulteriori 3 anni, qualora l’Ente ne accerti la
convenienza economico-finanziaria, compatibilmente con le norme di legge tempo per tempo
vigenti.”;
- l’art. 3 del contratto per l’affidamento della concessione del servizio in oggetto precisa altresì che
lo stesso “viene concesso e accettato dalla ditta medesima sotto l’osservanza piena, inderogabile
e inscindibile delle norme, condizioni, patti, oneri e modalità contenute nel capitolato d’oneri
…………. omissis ……….”.
Alla luce dei suindicati presupposti, che legittimano la scelta, da parte dell’Ente, del rinnovo della
concessione del servizio gestionale I.C.P. / P.A. e T.O.S.A.P. in scadenza alle condizioni
contrattuali migliorative previste nell’offerta presentata, anche in considerazione dell’attuale
indeterminatezza normativa in materia di fiscalità locale, con deliberazione di Giunta Comunale n.
173 del 18.11.2015, è stato disposto di procedere al rinnovo, per il periodo 01.01.2016 –
31.12.2018, della concessione alla società ABACO Spa, con sede legale in via F.lli Cervi n. 6 35129 - Padova - C.F./P.I. 02391510266, del servizio di riscossione ed accertamento dell’Imposta
Comunale sulla Pubblicità e Diritti sulle Pubbliche Affissioni (I.C.P. - P.A.) e della Tassa per
l’Occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche (T.O.S.A.P.) affidato con contratto Rep. n. 2465 del
11.02.2010 alle condizioni contrattuali migliorative sopra richiamate e riportate nell’offerta
presentata dalla ditta ABACO Spa con la nota PEC in data 20.10.2015 - Prot. n. 14601 del
21.10.2015.
Con il succitato provvedimento è stato altresì incaricato il Responsabile del Settore Servizi
Finanziari per l’espletamento degli adempimenti necessari per procedere al rinnovo del contratto di
concessione del servizio gestionale di cui sopra relativo al triennio 2016/2018 ai sensi di quanto
previsto dall’art. 6 del Capitolato d’Oneri e dall’art 7 del Disciplinare di gara di detto servizio in
scadenza.
Infine, con la deliberazione sopra richiamata è stato precisato che sarà onere del Concessionario
provvedere fin da subito all’integrale applicazione delle nuove norme sulla riscossione (es.
rendicontazione mensile e conto dedicato), nonché di disporre che lo stesso Concessionario
organizzi annualmente, di comune accordo con l’Amministrazione Comunale, entro la metà del
mese di gennaio di ciascun anno un incontro pubblico con le categorie interessate al versamento
dei tributi I.C.P. / P.A. e T.O.S.A.P. finalizzato ad informare le stesse in ordine all’ordinamento
degli stessi.
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OBIETTIVI STRATEGICI
L’articolo 12 del decreto legislativo n. 118 del 2011 prevede che le amministrazioni pubbliche territoriali
adottino schemi di bilancio articolati per missioni e programmi che evidenzino le finalità della spesa, allo
scopo di assicurare maggiore trasparenza e confrontabilità delle informazioni riguardanti il processo di
allocazione delle risorse pubbliche e la destinazione delle stesse alle politiche pubbliche settoriali.
Le missioni rappresentano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti dalle amministrazioni
pubbliche territoriali, utilizzando risorse finanziarie, umane e strumentali ad esse destinate, sono definite in
relazione al riparto di competenze di cui agli articoli 117 e 118 del Titolo V della Costituzione, tenendo conto
anche di quelle individuate per il bilancio dello Stato.
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