LA GRAN BRETAGNA VERSO LE ELEZIONI Il Labour vince la

Transcript

LA GRAN BRETAGNA VERSO LE ELEZIONI Il Labour vince la
/$*5$1%5(7$*1$9(562/((/(=,21,
Il Labour vince la battaglia dell’economia Otto anni di Blair hanno cambiato in meglio il Paese Nessun partito di opposizione propone grandi alternative
0DUFR1LDGD
4XDOHFKHVLDO
HVLWRGHOOHHOH]LRQLEULWDQQLFKHGHOPDJJLRXQIDWWRqFHUWRLODEXULVWLKDQQRJLj
YLQWR OD EDWWDJOLD GHOO
HFRQRPLD 3HU WDO PRWLYR PDOJUDGR OD VILGXFLD GHJOL HOHWWRUL YHUVR 7RQ\
%ODLUDFFXVDWRGLDYHUPHQWLWRSHUIDUHODJXHUUDDOO
,UDNLO1HZ/DERXUqLQQHWWRYDQWDJJLRQHL
VRQGDJJL ,Q FDVR GL YLWWRULD VDUj SHUDOWUR LO FDQFHOOLHUH GHOOR 6FDFFKLHUH *RUGRQ %URZQ D
FDSLWDOL]]DUHSHUSUHVHQWDUHXQJLRUQRD7RQ\%ODLUODFDPELDOHGHOODJXLGDGHO3DHVH.
Sotto il New Labour, in questi otto anni di governo, è avvenuto in Gran Bretagna un profondo
cambiamento. Un cambiamento in meglio. Tanto in meglio che, dietro agli slogan, nessun partito
d'
opposizione osa, nella sostanza, proporre grandi alternative. I liberaldemocratici chiedono più
tasse sui ricchi e più aiuti ai poveri.
Ma stando alle proiezioni dell'
Institute of fiscal studies (Ifs), il massimo think-tank inglese in
materia fiscale, alla fine della prossima legislatura (2011-2) spenderebbero, al netto, solo 3 miliardi
di sterline in più rispetto ai programmi del Labour (pari a 0,2% del reddito nazionale) e tasserebbero
per 3,9 miliardi in eccesso. Quanto ai conservatori, partito anti-tasse, spenderebbero 33 miliardi in
meno, tagliando però le imposte di soli 3,9 miliardi.
Il motivo di queste minime differenze è semplice: i laburisti da cinque anni si sono lanciati in un
mega programma di spesa che peserà sul bilancio statale: i liberali non possono dunque rincarare
troppo la dose. Quanto ai conservatori, coscienti che il principale motivi della loro cacciata nel 1997
è stato il tracollo dei pubblici servizi, non possono invertire un trend condiviso dall'
elettorato.
I "Tory" di Michael Howard si sono dunque impegnati a mantenere nella prossima legislatura lo
stesso livello di spesa in sanità e istruzione (le due voci maggiori), trasporti e aiuti allo sviluppo,
rincarando addirittura per difesa e polizia. Per far tornare i conti, taglierebbero in dipartimenti come
l'
Industria e quello del vicepremier, risparmiando così altri 13 miliardi di sterline oltre ai 21,5
miliardi che tutti e tre i partiti mettono in conto.
Quest'
ultima cifra è giunta come manna dal cielo dal rapporto Gershon, un ex-papavero della
pubblica amministrazione che ha individuato ampi margini di manovra nel settore statale tra tagli al
personale e risparmi.
Ma qual è stata la formula di tanto successo in economia del New Labour di Blair e Brown?
Sintetizzando, il tandem alla guida del Governo è riuscito nell'
impossibile quadratura del cerchio,
mantenendo una forte dinamica di creazione di ricchezza e aumentando al contempo la
redistribuzione. Ciò in virtù dell'
eredità thatcheriana, che ha tenuto flessibili i mercati, un ciclo
economico favorevole e un'
ottima gestione da parte di Brown.
I laburisti hanno così trovato i margini per introdurre forti misure di redistribuzione. Con una
gestione iniziale tanto accorta che, nel primo mandato (1997-2001), hanno toccato il rapporto del
37,4% di spesa sul Pil, minimo da 39 anni.
Dal 1999 i laburisti sono passati al secondo stadio del programma, allargando fortemente i cordoni
della spesa per rilanciare i pubblici servizi, specie sanità e istruzione. Al punto che, con una crescita
di oltre il 7% annuo, il budget della sanità è raddoppiato al 9% del Pil. Oggi la proporzione della
spesa pubblica sul Pil è salita al 42 per cento.
La spesa per investimento è salita al 2,1% del reddito nazionale, il più alto dei Paesi Ocse e il più
alto in Gran Bretagna dal 1979-80. Segno che dopo oltre 30 anni il Paese è tornato a investire in
infrastrutture.
Il livello di spesa sul Pil di oggi è al punto più basso dei Governi conservatori (Thatcher e Major)
tra il 1979 e il 1997. Come è possibile che i laburisti abbiano trovato tante risorse, mantenendo
l'
economia leggera sul fronte della spesa e della tassazione?
Da un lato il boom economico fino al 2001 ha spinto la crescita, stimolata dal contenimento delle
tasse. Il forte riassorbimento della disoccupazione, aiutato da politiche di welfare to work, ha
permesso di ridurre i sussidi e ha liberato 10 miliardi di sterline l'
anno gli oneri di servizio del
debito. A cui vanno aggiunte maxi-imposte una-tantum sul business (dividendi, utilities, licenze
Umts) che hanno liberato decine di miliardi aggiuntivi da destinare a programmi d'
investimento.
Inoltre, lo Stato è rimasto leggero: pur mantenendo la spesa in Welfare al 25% del Pil (uguale
livello agli anni '
70) questa è passata sul totale della spesa pubblica dal 50 a 2/3, creando maggiore
benessere.
Il risultato finale è stato il dirottamento di un fiume di danaro in opere d'
infrastruttura e in sussidi e
crediti d'
imposta alle classi più disagiate. Dal 1997 i cittadini più poveri hanno aumentato i redditi
oltre il 3% l'
anno. I pensionati hanno visto ridurre la povertà di un quarto, il migliore risultato da
decenni. Quanto ai ricchi, la dinamica di crescita dei redditi è stata minore, il 2% nello stesso
periodo. Un piccolo sacrificio, considerando che, sotto Blair, il 10% più affluente della popolazione
ha portato dal 26% al 28% la propria quota sulla ricchezza nazionale totale.
Ai ricchi ha peraltro fatto gioco il miglioramento dei pubblici servizi, che rischiava di diventare un
ostacolo insormontabile allo sviluppo. Il business, malgrado qualche lamentela sulla tassazione,
resta soddisfatto della gestione macroeconomica. Le classi povere hanno migliorato nettamente gli
standard di vita. Meglio dunque non toccare il manovratore, specialmente se un giorno sarà lo
stesso Gordon Brown a guidare il Governo.